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Raccolta di poesie di Michela Zanarella
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

E le parole andranno oltre #SaveAshrafFayadh

E le parole andranno oltre

prese da quel canto

che ti è costato ingiusto dolore

e non si spegneranno

dietro il ghigno della morte.

Dalle stanze di pietra

usciranno di traverso dalle sbarre

e come un incantesimo tenace

sgombreranno confini

e dove le macerie

avranno il peso di una notte eterna

raggiungeranno il passo

di una forza inaspettata

come l’incanto di una vita

che è luce addosso al cielo.

Ti difenderanno quelle rime

scritte e incise nella pelle

fatte sgorgare come lacrime

scelte per non dimenticare

i volti del mondo

scelte per accorgersi

di quel buio

che consuma nella polvere

tutto quello che si avvicina

alla libertà.

 

*

Prendo vita



Prendo vita
da un'acqua materna,
raccolta in tralci
di sangue sapiente
e destino che matura.
Il cielo crea
la mia impronta
e mi immerge
in equilibri di luce,
fiducioso
delle mie chiare fondamenta.

*

Una patria sospesa

Sono rimasta in quest'alba di memorie
aggrappata a sottili fili di luce,
sciacquandomi la pelle in un silenzio.
Ricordo il cielo
a nidificare tra stagioni
ed alveari d'infinito.
Avvolta nel ventre di una nuvola,
mescolata al bianco di un orizzonte
ho toccato un sogno,
il colore buono di una patria sospesa.

*

Ad ogni respiro

(a mio padre)

Invidio la pianura
che assiste le tue rughe
e le sorde rugiade
che si affacciano rosse
fra il silenzio e la tua ombra.
Mi appaga
il tuo paterno calore
che si spalanca quotidiano
ad ogni respiro.
Prima d'esserti lontana
ho chiuso tutto l'incenso
del tuo amore
in uno sguardo di coraggio.
Mi basta
una nudità di fiume
ed un trionfo di flauti
per maturare la tua presenza
oltre confine.

*

Parabole materne

Non credere che un roco confine

possa alterare le tonalità

di un affetto.

La mia carne ha premura

delle tue stagioni

e crede ancora

nella pienezza

delle tue parabole materne.

Annusando la superficie

di un silenzio

vedo quella dolcezza di grano

che si sacrifica eterna

al mio addio.

*

Il rumore della polvere »
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*

Dei tuoi Navigli (Ad Alda Merini)

Era bacio maledetto
quell'arteria di luce
chiusa nelle ultime saggezze
di novembre.
Quello sguardo ingordo di poesia
svaniva dietro impulsi astratti
d'autunno.
La morte molestò il suono
dei tuoi Navigli,
sconvolse il verde dei tuoi respiri.
Alda, io in te cerco radice ai miei silenzi,
sogno riparo ad un equivoco di solitudini.
Intorno a una grandezza di ciglia
e orizzonti,
i miei umili spiragli d'istinto scapigliato
come intoccabili destini
alla tua memoria concedo.


Poesia protetta dai diritti d'autore. @ Copyright 2010 Pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile1941
n. 633 e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore."

*

il più poetico cerchio di vita

E' amore che brucia
l'essere per giorni e giorni affamata
delle tue labbra.
Presa alle ciglia
da un sorriso già caldo,
contro le terrazze chiare
di un brivido,
apro al cielo
il più poetico cerchio di vita,
che fa della mia voce
colore d'asiatico tramonto.
Il cuore, come una grotta
di piacere, aspetta lunghe dolcezze
piene di segreti.
Vanno innocenti e pure le mani
a rosicchiare gli scettri della notte.
Nascono per migliaia di volte mareggiate
attorno a noi,
mentre le schiene spingono rugiade
ad altra sera, ad altro orizzonte.
Verso il destino ed il contemplare torrenti.

*

il cielo dell’anima



Esisto con te,
dove un tuo sguardo mi popola
le ossa.
Rifarei l'amore
staccandomi dalla tenerezza di un tramonto,
cercando nel tuo respiro un'altra patria.
Inseguita da un duello di battiti,
bagnata alla radice, griderei.
Esausta, dentro le tue rive,
come se l'eterno mi appartenesse,
affollerei di calore
il cielo dell'anima, ancora.

*

Io nell’amore



Io nell'amore,
in mezzo ad orti di fiato
rivelo agli istinti umiltà.
Sempre un brivido senza vento
rincorre pianerottoli di voce
dove la notte insegna un chiudersi
di labbra agli orizzonti.
Mi chiami il torrente
al mistero sacro del piacere
contro il fusto d'occhi e gelsi,
mentre le pelli giocano in grido
alla verità dei bambini
come aromi innocenti al primo
passo in sogno.
Ciò che le ciglia attendono
è l'incantesimo di un seno in agguato,
assorto tra metallici riflessi
di una schiena che cade aggredita
dal vapore d'ignoto.
Ho sceso i destini tanto simili
all'irrequietezza del tempo
e nell' affrontare la luce
ho impedito che il fuoco
uscisse dalle nostre unghie,
dal nostro palato.

*

i pazzi ridono di notte




Intorno a me follie bellissime
rovesciano la mente
e mi schiantano nel buio
ad imparare l'assurdo.
I pazzi ridono di notte
e non importa il gioco di una rima
o la croce di un mondo
che condanna.
Più ridono del rumore
del loro orizzonte,
mentre abbracciano ghiaccio
e confuse lacrime,
più intrecciano libertà
ad alberi e saggezza.
Pure il mio spirito
è gola e bocca
per carestie di ragione.
Noi, maledetti nel sangue
e nel midollo,
sappiamo rotolare tra gli abissi
e ritardare il grido della morte,
stringendo tra i denti altri cieli.

*

vado per il tuo corpo


Vado per il tuo corpo

a vivere l'amore, che già grida

a piedi scalzi.

Dalla tua fronte bevo

gocce salate di notte in cielo.

Una passione ignota prende le ghiaie

di nudo tremare.

Lunga la strada al piacere

mette esilio nei tuoi occhi.

Vado per il tuo corpo

a spingere in cuore dolcezza,

a rompere l'onda precoce

d'istante.


"ispirazione da una poesia di Octavio Paz"

*

l’eco bianco delle stelle




E' notte,

un rincorrersi buio di sogni

sotto l'eco bianco delle stelle.

Cerco il rumore chiaro della luce

tra le gonne di una luna in equilibrio.

Aquiloni neri confondono

le gerarchie del cielo.

Vorrei capire,

capire e sentire il passo veloce

delle distanze,

aggrappandomi alle labbra

di un silenzio quasi perfetto.

Al contatto con i miei occhi

le allegrie di una cometa

annusano le lenzuola del confine.

E fuggo con la pelle

a godere

il naufragare lento di un nettare

d'estate.

*

affreschi d’amore



Di te conosco la rugiada
che l'anima confessa.
Parlo alle tue vene
perchè possa il tempo
chiamarmi a gocciolare
brividi.
Credo di esistere
attorno alla tua schiuma,
nell'eco di un disordine
che affonda sulla pelle.
Il piacere che porta
il tuo orizzonte nel mio,
supera gli eroismi
di una follia.
Respirando il fulmine
dei tuoi occhi,
nutro il sangue
di giovani affeschi d'amore.


*

l’acqua del silenzio



Cercando del mio esistere l'istante
taglio lo sguardo fragile del cielo
e scelgo un altare di nuvole
tra le mie stesse dita.
Le mani portano dentro
la voce dell'immenso,
sono universi che giocano
a scostare briciole e lacrime
dalla pelle.
Come fosse olio che macchia
lo spirito chiama la vita
ad urlare.
Sotto le unghie
il nero di seppia
conclude quell'andare
per strade di luna e fondali.
Affamato di luce,
il destino finalmente può
bere l'acqua del silenzio.





*

istante


Posso sperare
nel cielo
quando apre il suo silenzio
alla luce,
posso credere
alla luna
quando ghiaccia
le polveri
e bussa alle impronte
della notte.
Mi scopro istante
che si specchia
nel vento,
ho la voce di sogni
lontani.
Incrocio il mio destino
al sapore caldo della terra,
so resistere alle piogge
alle nebbie
ai precipizi.
Vivo in un soffio,
il mio corpo è sciolto
tra i confini,
sfugge.
Avvicinarmi al sole,
al rosso di una guancia
mi libera al mio fruscio.

*

come volano i gabbiani


E basta un attimo
per chiedere alle onde
un pò di sale
per abbracciare il mare.
Intorno a me l'immenso
che sbadiglia,
le vele che pretendono
di sparire nel vento,
il senso del silenzio
che rimane tra gli scogli.
Io, che scelgo la sabbia
per nascondere i segreti
della profondità
e che faccio finta
di non ricordare come volano
i gabbiani,
mi fermo a riempire gli occhi
della libertà della corrente
e mi perdo a capire
quella parte di cielo
che ha la pelle dell'alba.
Fuggo nello sguardo
di una conchiglia
e mi assento dal respiro
del tempo,
con le mani che sorridono
alle distanze.

*

un angolo solo per noi



Scegliere il cielo
per guardarti dall'alto
lasciandoti andare nel silenzio
del vento.
Far cadere un aquilone
dalle nuvole
solo per farti alzare lo sguardo
verso il mio mondo.
Come un angelo
ti aspetterei per ricominciare
l'amore
o forse solo per coprire
il rumore
di un battito sospeso
nel cuore.
Se ci fosse un modo
per poterti spiegare
quanto sogno di poter restare
accanto a te all'infinito
guarderei negli occhi il destino
lo obbligherei a tenerti vicino
alle mie ali che sanno di pace
alle mie mani che respirano luce.
Esiste un angolo solo per noi
come un raggio di sole
come un segreto sul fondo del mare,
milioni di volte lo abbiamo rincorso
e forse senza volerlo
l' abbiamo nascosto
in un paradiso sommerso.

*

il mio volo



Vita che piangi amore
nelle vene
agli angoli del silenzio
in disparte dal vento
corri a salvare
le ombre del mio cuore.
Non passare senza
lasciarmi il guscio
del cielo,
toccami con le tue croci
scottami con le tue piogge
sorvolami con i vulcani
del tempo.
Trattieni il mio respiro
in questa terra
fammi riflettere nei vetri
del destino
rendimi forte contro
ogni fulmine che invecchia
sceglimi per amare
il confine e le acque.
Ad ogni scalino d'ignoto
ad ogni strappo di luce
difendimi dall'invisibile
oltre lo spazio,
dalle linfe oscure che cercano
il mio fiato.
Vita che disegni
il mare nei miei occhi
respingi gli abissi
e scopri nel sereno
di un orizzonte
il mio volo.

*

il profumo delle nuvole



Voglio vivere
l'ora del mio cielo
sognare il profumo
delle nuvole
forzare la voce
dell'alba.
Perchè l'anima
la gola e gli occhi
pretendono l'orizzonte,
il prima e il dopo
dell'universo
la storia e la strada
del destino.
Come una catena
che si snoda
il tempo s'incontra
con le mie rondini,
in volo tra i segreti
del Paradiso.
Voglio vivere
l'istante del mio sempre,
cercando Dio
dentro una bolla di sapone
in una sfera di luce
tra altalene di scogli.
All'ombra di un confine
il mio respiro nascosto,
un cuore che ama
il deserto
gli oceani
il fuoco dei papaveri.
E a terra la mia resina.

*

viaggio azzurro

VIAGGIO AZZURRO

Ritorna il cielo
ai suoi confini
e mi parla di salvezza,
di un patto tra libertà
e destino.
Nel limbo dell'esistenza
il mio cuore attende,
reclama segreti e gioie
fugaci,
l'alito dei tempi
un'onda di memorie.
Finchè il sole
dirama le sue lanterne
e mi stringe in un ritornello
di calore,
la tempesta dolce
che vive incappucciata
al mio battito
è forse un viaggio azzurro
in faccia all'orizzonte.
La mia ricchezza
si compie nel silenzio,
sul basso concerto
di un riflesso
tra gli schianti muti
di un tramonto
che taglia la tenebra.




*

in un lampo mare aperto



Traiettorie di fuoco
l'amore è un gioco
vibrazioni emozioni
aquilone il cuore
assente il tempo
scotta l'energia
sfreccia il corpo
con la follia.
Non tace lo sguardo
luna e sole a contatto
il cielo un letto sfatto
la fiamma l'universo
l'istinto un viaggio perso.
Fonte di coraggio
una carezza dolce
e lenta
la voce che rallenta
in un lampo mare aperto
il fiato il mio concerto.
Liberazione un sospiro
l'abbraccio un mondo
di calore
l'istante luce che sfugge
incrocio di paradisi
il battito insistente
nettare d'anima e mente.

*

il mio tempo



Accecante sbadiglio
nero lo sbaglio
fuoco il tempo
suicidio di un sogno
parlanti silenzi
escogitano il mondo.
Rosse le primavere
l' Africa è neve
l'egoismo ridicola voce
l'odio una croce.
Miliardi di viventi
natura che appare
solitudine alle spalle
metallo come feto
ancora caldo
sull'asfalto.
Nelle vene paura
d'amare
pioggia di nevrosi
tramonti esplosi
senza luce l'ignoto
nell'anima il vuoto
come cielo il deserto
di cera il destino.
Proibita l'identità
nell'atmosfera il disordine
amaro senza gioia
il testamento della libertà.


*

d’alghe e orizzonti



Di un mare che arrotola le acque
con dura eleganza
ascolto gli umili silenzi
come quieti incarnate all'eterno.
L' atmosfera dolce d'alghe
e orizzonti
mi ricorda imponenti umidità
del cuore e diurne malinconie.
Non sono che bibliche
immensità le correnti,
destinate a mostrare le labbra
al vento.
Nobili le sabbie
riposano sopra mondi estranei,
ancore di antichità mai scomparse.
Tra le profondità
c'è la mia voce adolescente,
tutto il profumo della vita
e la cenere più inquieta
dei miei giorni da affondare.
Nella luce marina
vedo i miei paradisi ideali,
smeraldi trasportati dalle onde.

*

frammenti di un uomo



Chiedendo la tua storia
mi tornò negli occhi
quel sentiero selvaggio nella montagna.
Coprivano la schiena delle pietre
i grandi abeti invecchiati con la tua stessa pelle.
Nel silenzio di un'aria gelida
parlavi alle tenere luci della campagna,
solamente per sentire l'astratta presenza
di una figlia lontana.
In realtà ti tremava il cuore ogni volta
che vedevi una bambina confortare il padre
con un sorriso.
Potevano risponderti le vigne ed il ciliegio,
mentre finivi le tue nostalgie
con un innocente bicchiere di vino.
Venivano i mattini in cui uscivi svelto
di casa per un fresco appuntamento
con l'alba.
Stringevi il corpo dentro un cappotto
scuro e ti allontanavi con la tua sigaretta
tra le dita,
rosso del freddo di gennaio.
Nel bianco colore delle cime
la quiete ti riscaldava l'anima,
consolando le tue enormi fatiche.
E la dolcezza che si stendeva
sulle tue lacrime agli odori di bosco,
nascondeva i frammenti di un uomo
che faceva d'ogni filo di fieno
la sua vita.


*

il mare quando sogna



M'accorgo che il mare
quando sogna
parla alle sue acque.
Nel tremore candido
della schiuma
nasconde le miserie
di antiche burrasche
e cerca la musica
di altre immensità.
Lontano brillano
sussurri dal cielo,
l'incedere leggero
delle nuvole
l'ignaro sguardo del confine.
Sulle spalle chiare
della corrente
s'incontrano i venti
e le mani d'uno scudo rosso.
Le onde diventano un bagaglio
per le grida della profondità
ed io, senza paura,
respiro ogni liquida eresia.

*

nei sepolcri



L'inferno quello che ci spaventa
dalle pareti confuse
dalle follie di fuoco
lo nascondono gli abissi
dietro rupi oscure
che ritraggono inganni.
S'alzano le fiamme
e i demoni trascinano
le anime, lasciate al buio,
in una guerra di agonie.
Come insetti avvelenati
i cieli scendono nel nulla
il sole non compare
le nuvole feriscono il vento
il mondo rotola
tra i piedi di una notte eterna.
Prima che un cesto
di ossa s'incendi e che
le memorie s'inginocchino
sulla cenere
nei sepolcri una folla di peccati
attende la luce di un breve
perdono.



*

segrete allegrie



Amarmi in questo tempo
di memorie sconvolte,
in una terra che attinge
respiri dagli inferni,
mi svuota il cuore.
Stanno immobili
i miei occhi
davanti allo sbarco
di nuvole sterminate
da nebbie assetate.
Non restano che strade
dipinte sulla tela
della vergogna
e fragili uomini
che cercano nell'aria
delusa
un regno per piangere
tranquilli.
Come una luna
che dondola dalle palpebre
della notte
voglio entrare nelle segrete
allegrie
di un cielo che sogna.
Io che penso all'amore
anche nel buio più
assurdo,
mi consolo del misero
fiato del destino.

*

il silenzio ed io


Qui riposa il silenzio ed io
che non viaggio più nella mia anima,
lo sento.
Una sola ombra mi ricorda
le stagioni dove ho addestrato
le mie gole a tacere.
Alle palpebre di una terra dormiente
ho promesso di scavalcare
la frontiera
per stringere il gioco del tempo.
E' lo sgomento dei cieli,
la fame delle strade
che ha tolto ai timpani
l'ultimo nido di vergine quiete.
Oppure è solo avarizia
di una voce che non vuole
tentare eleganti racconti.
Le parole precipitano
nella saliva come per distrazione.
E in un muto istante
si rifugia l' aria che colora
alfabeti con le mie labbra.

*

vita, infinito e paradisi



Non avrò più bisogno
dell'incertezza.
La notte è la notte
e una luna qualunque
partorirà i miei silenzi.
Un primo muto incontro
tra la mia anima
e la mia mente
richiamerà il buio all'ordine.
Faticheranno le civette
a scegliere il respiro
tra le polveri,
precipiteranno gli incubi
nel disprezzo dell'aria.
La folla dei miei singhiozzi
si ritirerà
tra i diamanti sfarzosi
d'una stella
e nessuno potrà mormorare
abbastanza per consumare
l'orizzonte.
Vita, infinito e paradisi
resisteranno alla fame
delle follie.
Ed io potrò bere eterni
sorsi d'ignoto
come se avessi una fonte
d'albe dentro al petto.

*

odore di delirio



Ride il mio sguardo
come dondolano i pioppi lungo
la strada:
ma cos'è quest'aria nera
che mi fa brillare le ciglia di solitudine?
Oh, tremare alla dolcezza del
silenzio,
per me, che adoro il lusso del nulla
nella sua veste sporca
di noia incerta!
Nell'interminabile ombra degli alberi
annegano i miei occhi.
Sembra quasi che il cielo
s'insanguini della mia follia.
Sotto il segreto di pallidi rami
le mie iridi vagano senza meta
dentro ad un lampo troppo tenero.
Temo sempre che tra i miei denti
si senta l'odore di delirio
e non voglio.
Nell'orizzonte lontano
vanno i miei sorrisi.
Ed il sole confuso,
grida.

*

tutte le alleanze del destino

In equilibrio
tra il silenzio delle strade
ed il respiro di cieli inchiodati
alla pioggia,
la mia mente ripete
l'eco di un freddo vivere,
dove l'erba ha il profumo del ghiaccio
e la luce assorbe tutte le alleanze
con il destino.
Attrae e spaventa l'urlo del vento
che falcia innocenti fatiche
della terra.
Dove incontenibili speranze
aspettano il richiamo di Dio,
si sentono orizzonti riascoltare
il passato
e stringere intimità negli angoli
più oscuri dell'infinito.
Poi si fondono atmosfere
ed aquiloni,
come metalli segreti
sciolti nell' alabastro del tempo.
Palpita piano l'anima.
Passano gelidi istanti
e crudeli tracce d'amore dimenticato.
Il mio volto sembra aver perso
il suo confine
ed il cielo ora ha le mie labbra