I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Scrivere
"Si culla nel silenzio l’altalena dove le parole attendono andirivieni perpetuo di guizzi e nebbie afferrandole il timore di dimenticare scompare" . Scrivere è capire che le mani hanno una propria memoria le dita conservano artigli e carezze della notte e comete bianche scintillanti di fiamme il corpo ha una memoria dei figli che facciamo i posti dove ci siamo fatti male la geografia della Bellezza che ci ha visto rinascere e i setacci dei nostri scheletri nella terra nuda, ma nessuna parola ha tanto significato quanto una vita solo i miei occhi sanno pronunciare chi sono sanno dirti cos’è amare che è trattenersi, tanto quanto trattenere quel poco che basta per restare nel modo in cui il sangue della Luna è Mare.
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La mia Poesia più bella
Le mie rime più belle non furono macchiate d'inchiostro e parole ma sciabole di respiri a spezzare l'ansimo dell'anima senza fiato le mie rime più belle restano incise sulla pelle lingue di fuoco a sfidare il vento e la terra assopita un fiore cucito sulle labbra a sedurre il silenzio danzando di dolcezza La mia poesia più bella si fermò sugli occhi tra palpebre e ciglia cullandosi di attesa e accoglienza percosse impervi e oscuri tragitti e divenne mare che tra i seni riposa trasudando di Luce vive di brividi irrequieti e scrive sul cuore meraviglie nell'anelito perpetuo di quiete e pace. La mia Poesia più bella sarà il mio ultimo sguardo l'ultima cosa che di me vedrai poi sarà soltanto una carezza Divina che chiuderà l'eterna contesa con l'Amore umiliato e offeso dalla mia stessa oscurità.
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Troppa Anima
La vita dovrebbe scorrere distesa rigagnolo di fiume nelle braccia del tempo verso un mare che ti beve e si contrae lasciandoti acqua dovrebbe essere una pennellata di colore intenso sulla tela dell’immenso che strepita di accesa sfavillante luce e poi un cadere lento di un suono prima che diventi musica un tocco appena sfiorato sullo sguardo prima di palpebre che trattengono rugiada tra le ciglia a pettinare i nodi dell’oscurità dovrebbe essere un bacio strappato dai denti della morte una parola che significhi tutto più di mille rime che non sanno come coglierti intera dovrebbe essere la mano che mi ripesca il cuore divorato dal nulla un fiato, un respiro e invece a volte è soltanto un singhiozzo muto che non arriva ad essere pianto prosciugato e deriso da troppa anima che si spacca in due d’Amore lanciando spasimi al Cielo. G.M
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Prova a sentirmi
In un soffio leggero d’aria pulita che ti attraversa accarezzandoti il viso… nell’alba tra sprazzi di luce e nuvole mentre impaziente mi affaccio ad osservarti vivere… tra i rumori del traffico come un silenzio che ti parla solo di Amore nel battito d’ali di una rondine che tenta di spiccare il suo primo volo… prova a sentirmi … mentre mi poso sulle labbra socchiuse e ti bacio per dirti buongiorno.. nell’anima e nel profondo di te ti amo e ti ascolto passarmi come onda morbida tra tempeste di pensieri ormai stanchi prova a sentirmi prova.. sono con te.
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Tieniti la mia Luce
Conserva di me la Luce quel chiarore improvviso che ti ha acceso di bagliore che non conosce notte e della notte ne fa una nenia per cullarti quando la luna ti falcia tieniti di me il mare che si gonfia prima di morire su una riva solitaria e vuota prenditi la Poesia quella scritta e amata come il sangue che mi scorre quella incisa nel breve baleno di un attimo ormai eterno tutta la mia saliva a dissetarti nell’arsura e le mie lacrime a suggellare verità come un patto: pagare al posto tuo il costo che chiede l’Amore e lasciarti un saldo che non può reclamarti più nulla tieniti la mia luce lasciami l’ombra io so morire di oscurità anche per te e cantarti il mio cuore tra le pieghe degli occhi che mai cadono in sonno.
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Assolo
Di pelle e sospiri percorsi attraversando il silenzio bevendone sete di parole di ossa piegate curve e ginocchia spezzate tra i margini di attesa e preghiera di anima piena anfora di dolcezza versata a stillare ogni miseria ogni tenerezza lambita nel vento ali e voli rimbalzando su lacrime saette scagliate al sole e poi passi scesi nell'immenso di ogni speranza poggiata sulla duna di un desiderio nascosto per lasciarlo inghiottire dal mare soli si nasce soli si muore solcando la vita fino a spremerla a volte una sola nota ad aprire un assolo che infrange il Cielo divorandone stelle a volte solo una voce un grido struggente e sei aria che sfida fiato vibrando d'Amore come fosse l'ultima volta.
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Terra
Terra rigogliosa e accesa nel palmo del sole stagione che attende nel grembo dell’oscurità e vivifica un sonno che mai dorme Terra solcata arrovistata e sconvolta fino alle viscere pietra e polvere seminata in campo a saziare la fame degli altri Terra straziata e ammutolita dal calpestìo di cavalli bradi che picchiano tamburi selvaggi per ammiccarsi una danza di pioggia Terra bocciolo di rosa che apre petali di baci e poi sabbia ingoiata da un mare in tempesta Terra! a volte nemmeno il Cielo ti copre ti cade sopra con il suo drappo di stelle e luce lasciandoti le tue nude crepe senza nemmeno sfiorarti. G.M
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E sentire
Scivola il cuore sottovoce, lento mentre tengo fra le ciglia il filo immobile del mare : inquieta percorsi dentro umide labbra a tastare il rovescio della pelle camminare con pensieri lieve come fosse appena un sogno infiltrata nell’ovatta di un cielo cobalto intrisa di vene che spurgano aria sentirlo scivolare il cuore smuoverlo appena e sentirsi fiore dentro una corolla sentirsi campo prima del raccolto tappeto d’erba grondante di brina che si dondola al sole e dal sole scoprire che puoi sorridere senza chiederlo sentirsi frutto acerbo che domanda ancora un po’ di tempo un papavero rosso che si prosta al vento e poi ne cavalca la scia avido di bellezza. Attorcigliare i sensi a polsi e caviglie mentre ogni cosa si spalanca a conchiglia che anela solo di afferrare per consumarsi in tenera dolcezza . Mi scivola il cuore tra le mie mani che disegnano ricami di luce e raccolgono gocce di pioggia conservata sul ventre a dissetare il silenzio. Colmare gli intervalli tra respiro e fiato fino a non esserci vuoto fino all’Amore e sentire che può bastare.
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Baci di Piuma
Ho tentato di scrivere una Poesia che parlasse di te sono uscite parole ed erano mani occhi e farfalle sillabe frenetiche di brividi e aria danzanti e libere macchiate di Cielo vortici e arabeschi di luce che non temono ombre si sono adagiate un po’ prima di abbandonarsi hanno sostato a lungo tra palpebre e ciglia per impigliarsi in una goccia di rugiada che ti sorride ad ogni sguardo hanno percorso ogni tua via inciampando qua e là prima di correre , ti hanno accarezzato a lungo hanno tastato cecità e patito l’attesa prima di legarti in un abbraccio senza fine erano parole un bacio dell’anima che ti tocca da dentro formule magiche e antiche a scongiurare la morte nella solitudine una preghiera di benedizione come pioggia scrosciante sul vivo che ti resta volevo una poesia che fosse Bene quello che non si sa scrivere senza sminuire una semplice immane strepitosa Bellezza musica che cantasse la tua esistenza ad ogni respiro che fosse mare dove avresti potuto trovarmi magari solo un riflesso della stessa acqua che ti inonda…senza più sete volevo fosse Poesia non una rima qualunque ma qualcosa di scritto che rimane , volevo una Poesia sono uscite sfacciate parole carpite alla pelle che mi regge il cuore non so cosa sia… mi sorride tra le mani la piuma di un angelo intrepido e distratto mi mescola la vita l’impertinente! mi pone in bocca baci d’amore senza più parole!
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Amore che canta
Cominciare in te alba di colori accesi che sfumano piano grigiori e nuvole ed essere cielo morbido, azzurro e terso. Percorrere te ogni strada, ogni stagione vene ed arterie battendo il ritmo incauto del tempo e respirarti fiato assestando man mano il fulcro del tuo cuore nel movimento rauco che include ogni cambiamento Sostare in te tra i segni innati che ti porti appresso e tutti quelli che la Vita ti ha lasciato conciliando rifiuti e accettazioni rese e ribellioni fino a sentirti ridere e sorriderti dentro esplodere in te stupore acceso di sogni e farfalle sorvolarti addosso scivolarti in ogni posto toccando ogni punto nascosto e tra baci e carezze spingerti e sopspingerti in voli arditi azzardando altezze che sedano ogni dolore posarmi… dove puoi trovarmi tenerti nel ventre tra acqua e sangue nutrirti di bellezza che conosce quiete e sonno vorrei per te, cominciare, percorrere,sostare, esplodere e infine posarmi ed essere Amore il tuo Mare immenso che ti canta.
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Vengo dal deserto
Arrivo dal deserto Anima mia Dopo notti e notti di luce spenta Le mie narici spirano ancora sabbia La mia pelle è screpolata dal sole I miei occhi cercano sosta Estesi , caduti e fiacchi da troppo spazio vuoto Giungo da lontano Anima mia Aride dune Mi hanno cullato Vento di Ghibli ha squarciato le mie vesti E l’arsura mi ha scomposta staccandomi lembi di ciò che restava Vengo dal deserto, vengo da lì Anima cara Dal luogo dove ti ho udito gridare Chiedere e implorare Dal posto dove si ode l’ultima voce Prima di cedere il cuore e i suoi battiti fino a scomparire Morta di niente Vengo dal deserto, Anima mia Ti porto al Mare!
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Di Brace accesa
Scorre indolente il fiume per riversarsi vigoroso nel mare procedano le mie stagioni nel tripudio discordante di luci, suoni e colori vanno discordando i miei umori tra tempo e memoria arrancano istanti che vorrei fermare dissentono secoli da scontare intanto il vento di scirocco ansima parole da terre lontane. Scorre ogni cosa indugi ed incedere lesti Il sorriso chiuso, ristretto in tentato stupore, le lacrime intenerite da un improvviso folgore mentre osservo le mani pettino pensieri e nei segni ci scopro indulgenza. Ho perso la fretta riposto la smania di assorbire in fretta e brucio quieta restando immobile con la mia brace accesa.
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Vorrei capire
Dove finisce l'eco del silenzio prima di suonare musica dove tace l'ultima rabbia prima del perdono dove si conserva il calore di una carezza prima di ibernare il cuore vorrei capire dove l'assenza è non smettere di aspettare dove i miei occhi scavano segreti per uscire dalle ombre che riflettono ricordi amari vorrei capire dove nasce lo stupore prima che una gioia muoia accorgermi quando accade che lacrime lavano polvere e il pianto diventa benedizione capire di non sapere ancora cogliere il baleno dell'anima che vibra a un desiderio vorrei capire dove danzo dove nasco e canto prima di darmi al mondo.
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E passato il vento, è passato il tempo
E' passato vento sul davanzale soffiava tempo ho sentito un eco forse solo un lamento piangeva antiche memorie non si è smossa la polvere ha tracciato segni ha lasciato rumori parlano e graffiano i silenzi lingue di fuoco sono le parole quando bastano a fermarti il cuore lame cieche che tagliano l'aria e non ti lasciano gridare è passato il tempo il mio e quello di molti altri mi ha stretta: Sola! qui dove sono non ho braccia che arrivano al cielo non ho finestre per spiare luce e orizzonti soltanto occhi annacquati di mare e poesia che non sanno più dove posare: chiusi adagiati in un sibilo di fiato che mi tiene il battito.
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Sospinta dal vento
Dolcemente adagio con cura ogni dolore il cuore prende il largo esoda pensieri e inquietudini sospinta dal vento cullata da memoria senza più tempo apnea per riprendere fiato è sosta struggimento di gioia piena che non so dimenticare non ho rime per narrare il volo degli angeli trafitti dalla fame che lascia l'arsura ma so distinguere i segni sul volto dei marchiati, umiliati dal fragore del silenzio nostalgici perpetui del mare non ho occhi che possono disegnare gli abissi della solitudine di chi cerca ovunque Amore ma ho mani che danzano con la luce nell'oscurità e l'anima forte di un giaguaro che diserta spaziando il baratro dell'indolenza che uccide.
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I miei versi, la Poesia
Ascolto scrivendo traduco luce i piccoli passi incerti e balbuzienti della via che dilata un pertugio d'uscita nelle tenebre forse dovrei lasciarti generose rime che si muovano sinuose e morbide petali di mani vellutati come baci che accarezzano pensieri potresti così capire la vita come la sento quando l' anima trema di vigore e speranze ridono volando di gioia ma spesso ho artigli che escono dagli occhi e scivolano senza pareti nuotando in memoria che beve tempo che non torna ed allora i miei versi sono sguardi adagiati spenti sospesi impigliati tra rovi di orizzonti e baratri la mia voce è soltanto anima salvata e ancorata a scintille di amore che disgela le vene Poesia nel braciere che arde parole sillabe roventi che bruciano questa solitudine cantando nostalgia di mare.
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Me ne starò qui
Me ne starò qui all'ombra verde di un cipresso attorcigliata e stretta per lasciare andare tutti i miei obbligati distacchi accarezzando pensieri e nostalgia tremando con dolcezza e cuore amando forte, più forte il vento folata fresca d'aria che pettina campi bruciati di sole estivo cocenti io rimarrò così ammutolita dalla mia stessa voce stanca di cantare preghiere e chiodi conficcati in asciutta carne senza più sangue da versare mi troverai lì calma perchè sono stata nomade errabonda stremata dal deserto e fiuto d'attesa che ha imparato ad aspettare parlo di giorni che si scostano dal tempo per divenire e piango acqua che scorre per condurre al mare sorgiva vera pura dei miei sogni resto così non so più perdermi seguo scintille e presagi di fortuna ho palpebre di falena perrennemente attratte da struggente luce che richiama.
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Il mio amore di lacrime danza
Muta e buia ti avvolge la terra mentre io scalpitando grido solitudine scivolando e cadendo per risalire piano oltre il silenzio, oltre il deserto fresca rugiada che tintinnando piove perdonami madre non so sostare a lungo, immobile ad imprecare contro i giochi scuri accaniti e crudeli delle ombre per questo ti cerco afferrando in volo il vuoto del cuore senza più fondo avverto bagliori improvvisi di gioia cavalcando lontane memorie pensandoti leggera sollevo il sepolcro ad ogni ferita impasto tenere parole sputando la rabbia di averti perduto e ti canto il mio amore che di lacrime e fuoco danza.
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Una carezza da respirare
Si è forse mosso, un poco il mio cuore l'ho sentito come sciabola ferirmi alla schiena il ventre si è disteso a lungo raggomitolato in un angolo le ossa hanno pianto stirate con forza dal dolore deve essersi mosso, perchè le ginocchia hanno imprecato una strada, una via aggrappandosi verso un cielo immobile e il vento si è fatto ribelle deridendo il battito che ignaro mi danza si è mosso il mio cuore portando il peso di ogni dolcezza che pago con il livore sulla pancia resta piegato diluito in memoria che parla... aspetta una carezza da respirare.
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Senza alcuna preghiera
Il vento non spira più aria stringe catene immobile muta si prosta la voce al rumore del tempo cade sola cade speranza di cielo che rami non giungono a toccare e l'albero china la schiena per giungere agli occhi che strisciano il baratro di terra che trema pelle di corteccia striata da sfoglia di luna che dorme mani che danzano petali dischiusi alla notte scortica la vita fino alle ossa se giungi alla soglia del sole e non sai tornare cade la lingua nella fornace del fuoco senza più scrivere giorni prima della cenere un rombo un silenzio senza alcuna preghiera.
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Grandi Poeti
Di rime aprono sipari alla Vita mentre la morte danza furente reclusa e immobile nelle caverne del cuore tuonano come rombi annunciando tempeste di luce e di pioggia Sono grandi poeti che amano piccoli luoghi abitati da folla di umanità cantando Amore sopravvissuto all'oblìo del tempo disdegnando il coro dei consensi e degli assensi gridano solo voce nei silenzi Grandi poeti! Serafici angeli che vegliate con carezze amorevoli sogni di verde Speranza salvandomi dai morsi demoni e neri del nulla.
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Vorrei come alba
Scivola lento il primo chiarore del mattino giorno imbustato come lettera lasciata passare sotto la porta arriva attraverso persiane brancica qualche bagliore si allunga sugli occhi pettinando ciglia vorrei toccare anch'io i tuoi luoghi, ogni tuo posto dirti cose nuove soltanto con lo sguardo giungere là, proprio nel momento esatto in cui sgusci fuori dal sonno e le tue braccia remano nel canneto dei sogni quando la pelle emerge è tutto è semiaperto arrivare in controluce leggere ogni cosa che temi ogni cosa che ami sedermi nella terrazza della tua memoria spremendo aurore di profumi spezzare ogni struggimento raschiarti l'aria e riempirti ogni piega del cuore destarti di vento bagnato di musica e cantare di festa nel carbone acceso fino alla pietra fino all'osso fino alla pelle convulsa di sangue e respiro.
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Aspettami
Aspettami dove incontro luce libera dalla trappola delle mie stesse ombre sgravata dal peso del dolore cresciuto nel ventre calma da un frastuono adagiato che rovista e mescola da sempre il mio sangue aspettami... mentre giro tra i vortici che spingono ossa e mi portano ad annusare terra di fango con i miei sguardi muti spogli di ogni ricordo e la mia lingua arrotolata nelle orecchie senza eco ne ode aspettami senza diademi di gloria e stendardi di vittoria sono una piccola reduce sopravvissuta allo sterminio spietato del mio stesso cuore. Arriverò contando ogni passo tra inciampi e cadute con questi segni fradici crateri e solchi di vita con questa ostinata frenesia che rincorre traiettorie di silenzio con tutta la mia fame sazia di bagliore che si muove ferma e immobile nel tutto che mi contiene aspettami, Tu aspettami.
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Spirito audace
Non posso tradurre in parole i miei spasmi incastrati ed allora i miei versi sono sillabe mute ansimanti che cercano la nettezza festiva del cielo dalle mie labbra cade la voce mentre tra i denti soffia la pancia che brontola rosicchiando la notte qualche volta sono soltanto un' isola selvaggia, deserta dalla costa frastagliata di rocce isola dagli alberi con radici bagnate di sangue protese , supplichevoli verso il mare e foglie esauste di essere ombra soffio di vento grecale freccia di intenso conficcata nelle pieghe di questa stessa vita strappo di fiera bellezza che mi confonde derubata dei suoi giorni scuri soltanto tempo che batte e rade deserto, spirito audace che nuota nell'aria condannata a vivere.
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L’ho vista
L'ho vista scavare un varco a morsi nei tunnel oscuri senza uscita muoversi cauta piegarsi tanto da passare tra spiragli di flebile luce l'ho sentita singhiozzare tra pianto e risa afona urlarmi fiato e colma di coraggio tremare di paura l'ho scrutata nascosta in fondo a fiumi di memoria parlarmi di una storia antica e poi dimenarsi stretta per stringermi più forte mi ha atteso tutte le volte che l'ho tradita seguendomi in disparte ed ha tagliato la testa ai miei dolori mi ha preparato il pane pescandomi nel cuore l'ho vista... ed è con questi stessi occhi che adesso scrivo il mare.
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Musica fino a volare
Sei rivolo d'acqua pura cammini tastando il fuscìo dei miei respiri penduli scivoli tra maglie intasate e nodi di fiato e dormi tra costole e cuore questo crocevia affollato di luoghi perduti sei suono di vento che vibrando riposi azzardata e spacciata canti voce violando rime balbuzienti che incespicano tra i miei passi spinosi sei quest' aria genuflessa che prega i miei distacchi patria della terra che mi aspetta colore acceso che affonda occhi nel mio buio intenso persino carezza che ballando tra i sensi stordisci ammaliando di danza silenzio e dolenza stancandomi il vuoto mi colmi fino a volare.
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Cercando di te, mia Poesia
Cercando te, mia Poesia ho inarcato la schiena questa duna di ossa tremanti che non trova comoda posa ho costretto le braccia a spingere aria fino a volare cercando di te ho spazzato con le ciglia la polvere di ogni dolore mortificando il buio per farlo nuotare nella tua luce ho pietrificato i sassi con sguardi e petali di suono per sentirli vibrare nella tua musica che mi trascina ovunque oltre ogni rumore cercando di te mi sono fatta piccola, mi sono resa semplice carta bianca per lasciarti scrivere ogni parola ti ho soffiato il pianto la rabbia e l'impotenza aspettando te ti cerco ancora per restare in te io faccio grande questo tenero cuore io faccio immensa questa anima stesa e sono esile piuma che si muove soltanto ad ogni tuo bacio.
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Amo
Amo questo tepore sommesso del cuore che si culla amo la memoria quando è ricordo di un sibilo che diventa voce amo questa pace del corpo che si adagia su un pensiero si inonda di musica si espande di gioia danzando dopo la pioggia amo il silenzio che mi abbraccia dopo ogni tempesta e il vento che pettina il dolore è soffio è sospiro che canta amo piegarmi alla terra prima di stendere al cielo ogni preghiera che invoca quiete immobile.
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Io cerco
Io cerco il germe del suono prima che diventi musica e la sfumatura appena accennata della luce che illumina un verso quando si dondola tra pozzi e alture io cerco un assenso forse soltanto un appiglio quando il mio sorriso storce il muso e non trova piega dove stirarsi e cerco nell'altalena dei miei sensi asciutti un mare dove bagnare il cuore oppiato dalla stanchezza... io cerco e mi ritrovo proprio quando mi perdo c'è sempre la stessa strada che mi aspetta.
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Ora saprai
Ora che questo tuo ricordo mi dorme sugli occhi saprai che so calmare le ombre quando si muovono tra palpebre e finestre e non trovano luogo dove aspettarti ora che il tempo non conta granelli di attimi e non aspetta domani per stringerti adesso saprai che ballo la vita anche senza musica e accordo il rumore del silenzio cantando il tuo nome soltanto per te ora che passo e cammino volandonti sul cuore senza peso e zavorre saprai che ci sei in ogni cosa che amo saprai che ci separa soltanto un odoroso tappeto di rose che parla ad ogni pensiero.
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Sono tutta qui
Sono tutta qui: piccola sull'orlo del cielo lingua pungente che striscia su petali arrotolati dal vento sono tutta qui: destata dal sudore dei giorni che camminano indietro prima di riprendere i passi duna mossa dagli occhi del sole mentre il mare mi ricorda il nome se perdo i respiri.. smarrisco l'aria sono tutta qui: a sollevarti la Luna che mi gioca gli umori con polvere antica acrobata di note ad accorciare stridori prima che il freddo strazi la fune appesa a queste labbra che piangono aurore prima di andare senza sapere più come tornare senza lasciarti un bacio che possa nuotarti nel cuore come un colore che cade che danza accarezzandoti dolcissimo e piano... pianissimo soffio a parlarti di me.
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Se Tu mi parli
Se Tu mi parli io resto senza rumore ed ho parole che si assopiscono cullandosi nel caos delle mie voci nomadi in cerca di una sponda dove vibrare Se tu mi parli è sempre dolce è sempre Amore quello che sento e non so cantare Se Tu mi parli io sono primula nell'altalena del Tuo vento e cresco fiato e gioco piccola e tenera nella foschia dei pensieri che non trovano pace tremante , incredula sospiro di bellezza Se Tu rispondi le mie lacrime sono gocce di filigrana arabeschi di luce e colore che tingono la terra nel mio deserto dove muoio per rinascere in questo battito che parla di Te.
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Giorno per giorno
Giorno per giorno e gli occhi strisciano senza vedere il suono si perde nemmeno quest'eco stridulo colpisce il cuore giorno per giorno rimando il sole verso domani mani che aggrappano voci non ho parole passioni che cercano solitudine per esplodere è gusto acerbo autunno che si veste di tutte le stagioni questo mio giorno per giorno sale e dolcezza senza sapore è rimpiangere nostalgia che trema come il vento quando sbatte senza trovare posa giorno per giorno mentre la vita passa su ogni attimo eterno e tutto sembra fine semplicemente principio nel contrasto sono desta chiudendo la mente al sonno mangio fragole odorose solo quando dormo.
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Stasera, la mia notte
Non sei seta che avvolgi stasera mia notte avvinghiata e ruvida ti posi tra costole e cuore accoltelli la mente tagliandomi i pensieri rumore travolgi ogni suono fino al silenzio bacio che spacca le labbra per divorare fame briciole incandescenti raccolte tra i sassi non sei culla stasera non ho nido dove aspettare oblìo di piena memoria che lascio andare stasera mi guardi,scura farneticando ombre che danzano pioggia mi trovi qui... raccolgo piccole gocce di rugiada nascoste tra i denti le palpebre chiuse ti sorridono adesso saette di fuoco che sfidano in guerra il sonno prima di ogni tua parola.
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Ho danzato con te
Ho danzato con te accovacciata, piccola e intensa guardando il Cielo sospinta da un refolo calmo nascosta nel tuo sguardo io... mi sono stretta così tanto da non aver paura abbandonata nel calore di un respiro che camminava lento a percorrere tutta questa nostra misera storia senza mani e piedi io ho danzato con te così vento così musica così Poesia struggente come l'inchino placido di un fiore al sole e acqua di fiume che scorre per morire nel mare io ho danzato... con te... nuda senza pelle coperta di fuoco a spegnere ogni ghiacciaio che brucia ed ora questa musica sempre mi danza abbraccio e voce che mi suona lasciandomi andare e scorro,scorro senza premura per ritrovarti nel mio tempo che è melodia ed accompagna ogni attimo che sfugge senza te.
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Disegnami la Luce
Tra gli angoli celati dal timore e lo sbalzo ribelle prima di una resa, nella foschia che mi confonde in mezzo ai ricordi che graffiano e le vene gonfie come rami che si staccano dal cuore su tutti quei pensieri che mi portano dove non ho meta disegnami la luce fallo adesso mentre il buio mi prende scuotendomi senza colore assorta e lontana senza rumore disegnami cullata tra schiuma d'onda che riposa nel mare che mi vive prova a fermarmi quando non so dove andare prova a sorridermi prova a chiamarmi musica come se io potessi ancora diventare stupore che non sa scrivere occhi all'oscurità.
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C’è Poesia ...anche qui
Indincibile sussurro si espande nel silenzio... abisso e aria dove si posano carezze c'è equilibrio nel mio volteggiare disperato, incauto stranamente non cado dondolo appesa tra i flutti trascinanando residui nel mare fino a danzare di ogni colore che tinge questa oscurità mai nera bagnata di dolci parole che cantano luce c'è Poesia armonia nel nulla occhi in questa cecità che vede Infinito c'è Poesia... persino in questo cuore conchiglia rinvenuta lungo la battigia dove riposo stanca invecchiata e disidratata da memoria e deserto sono teca arrugginita dalla tenerezza che mai mi fu data rinvenuta tra i fondali coperta di sabbia e coralli ricomposta prima dell'ultimo commiato sorrido per ogni frammento inutile perduto per sempre.
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Stride questa musica
Tu torni sola, io resto sola... ti trovo adesso al confine di questo dolore scacciando il cuore da ogni nostalgia anche il vento ha una sua melodia simmetrie del tempo che scrive ricordi di noi, cammino sull'ultimo fiato che hai speso per dirmi ti amo piccola fune sospesa tra oggi e domani accendo verità per crederci ancora tu vai sola... io mi fermo nel mondo che volevo per noi pagando ogni spasimo se non ti sento lasciandoti andare ti stringo più forte tu vai sola io resto sola... ed è distanza che stride la sua musica.
P.S: In memoria di Giovanna, mia madre.
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14 febbraio 2012
E continuavo a chiedermi perchè mai il mondo non aveva cessato di correre: il tempo batteva i suoi inutili rumori, gli occhi saltavano danzando tra luci e ombre le mani con le ossa toccavano il silenzio per morire senza afferrare e continuavo a chiedermi di cosa sorridesse il sole mentre la terra fradicia ti pioveva addosso senza attesa io continuavo a guardarti senza vederti graffiando tutti i giorni senza i tuoi occhi dimenticandoti senza memoria amandoti e frantumandomi ad ogni fiato privo del tuo respiro io continuavo a chiedermi e non so cosa è rimasto di quel giorno se non la vita di adesso che mi si sdraia a fianco beffandosi di questi giorni che restano ad aspettarti sempre.
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Poco prima di questo silenzio
Poco prima del silenzio è stato solo cuore senza battiti senza fragore sospensione di ritmo apoteosi di tutte le voci senza suono poco prima uno spiraglio tenue di ogni possibile possibilità gocce di pioggia smarrite nel deserto uno scrosciare affranto che non si posa poco prima del silenzio un affano sfogliato e una colonna da reggere su spalle troppo stanche e poi calma nel fiato che manca poco prima è ostinatamente adesso ogni cosa si muove inghiottito da un refolo che non è vento.
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Non lascerò
Non lascerò consumare senza aria quest'esile fiamma la circonderò di premure avvolgendola nel manto della pazienza la pettinerò lenta districandole i nodi sussurrandole singhiozzi prima che si tramutino in pianto non lascerò che il peso dei giorni spartiscano i passi con il pane della fame e il mare inghiotta l'ultima preghiera senza congiungere le mani pagina bianca che puoi guardare in controluce senza macchia di storia arriverò stremata calando le palpebre come un sipario non sarà morire non sarà spegnersi e nemmeno dormire sarà tornare cantando la mia solitudine.
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Abbracciami
Abbracciami così arenata e immobile avviluppata tra spire di vuoto che sfiatano muti stringimi stretta nell'unica carezza che mi contiene intera ho tra i capelli monete di dolore che non pagano ma aprono conti di immani solitudini e pensieri che vestono sabbia fine di deserto il mio respiro adesso scroscia come pioggia che non bagna e sono ferma senza più nome abbracciami tu così mentre aspetto un giro di vento che mi tocchi prima che la tua assenza diventi questo mare che non mi sa calmare prima che la polvere della terra che ti copre ingoi voce che non canta si adombri in questa preghiera che rantola e striscia leccandomi il cuore asciutto terso solo di lacrime.
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Guardami nuda
Guardami come sono così spoglia e chiara senza i brandelli che lascia l'amarezza quando ti cade addosso fissa lo sguardo un solo attimo fermalo nei miei occhi se si dondolano nell'altalena di luci e ombre guardami come mi sento crepuscolo e iride di sole mentre il buio mi abbraccia con questo cuore che non mi riesce di comandare sempre così placido e imponente così pieno di sangue! Guardami e dimmi che è vero che ho una pelle troppo nuda che non posso nascondere nemmeno alla morte.
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Non chiederti
Non chiederti come sto adesso non mi so sentire sono come una foglia che aspetta il vento senza rumore, senza moto oscillo e mi dondolo nel vuoto non chiederti come mi sento sono tutto il sentire che può contenere questo mondo eppure sono silenzio non ho parole, nè suono nè eco sono le mani sospese senza presa la voce che non esce il respiro stanco sono il delirio di un'immagine che mi cattura e la paura e il tormento di una strada senza ritorno non chiederti come sto sono l'odore acre della morte per rammentarti che tutto finisce anche questi occhi belli che hanno visto troppo che non si sanno rassegnare a questa vita che mai è stata.
P.S: Dedicata a te, madre, a cui non è stata data altra possibilità di riscatto che morire alla vita.
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Io Ti chiedo
Se il sole oggi non scalda e si nasconde se il fiore si piega stropicciato dalla pioggia e il vento reclama il tempo per una tempesta io Ti chiedo Signore soltanto che non sia vano se il mio sguardo non riposa su orizzonti di luce il cuore è un pugno tra gli artigli della notte le labbra si seccano ferite dal sale e la gioia non mi illumina i pensieri io Ti chiedo Signore, soltanto che non sia vano se non trovo il coraggio di morire nel dolore per desiderare di vivere ancora e la mia anima non si espande al pensiero dell'amore io Ti chiedo Signore,soltanto che non sia vano se non trovo il modo, la strada se mi scordo di credere se non riconosco più il Tuo nome e la Tua mano se Ti cerco e non Ti trovo se la tua Nostalgia non è abbastanza per sentire Speranza io Ti chiedo soltanto, Signore, che non sia tutto vano!
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Di noi e le nostre lettere perse
Ho desiderato troppe volte di dormire nella tua terra suonare nelle tue viscere e percuotere il silenzio farne musica leggera che cantasse invece che pregare ho trovato ombre agonizzanti a distogliere i nostri sguardi cercandoti , trovandoti e perdendoti mi sono smarrita anch'io sfinita nel tempo che mai ci fu dato e forse bastava soltanto quel tanto d'amore che apre i gigli alla dolcezza del mattino bastava ricordare che figlia è divenire dopo essersi scrollati di dosso l'odore del tuo sangue sulla pelle per non dimenticare il profumo e madri si cresce anche nell'errore e madri si resta comunque adesso ho dentro tutta questa pena che mi tiene il posto senza più trovare un luogo dove aspettarti sento la consistenza delle tue palpebre acquorosa che brucia come le lacrime ed è il tuo cuore che mi conduce ai limiti dell'amore.
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Il mio inno all’Amore
Se anche il mio cuore riuscisse a comprendere il perchè delle cose ma non avessi l'amore io sarei soltanto memoria senza storia se anche io avessi coraggio da non aver paura ma la mia forza non si fecodasse nel perdono io sarei soltanto una roccia fredda che si sgretola di orgoglio perchè l'amore non dimentica nulla per perdere ma edifica cattedrali di memoria su rovine di nulla l'amore è il tempo che non conosce stagioni è l'apnea nel profondo che respira in me anche se mi manca il fiato l'amore è il Bene che non sopporta il mio male ed la bocca che sorregge il mio frastuono... perchè l'amore è quella solitudine che tiene insieme ogni mio vuoto perchè l'amore è puro, l'amore è maestoso,imponente ma l'amore di cui sono capace non è mai grande abbastanza quando china il mio capo tra le mani della misericordia e germoglia dal fuoco del pianto.
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Io tremo troppe volte...Sola
Io tremo troppe volte, sola quando il mio sguardo incontra altri abissi e la luce non basta tremo per i segni su altra carne, le cicatrici e le ferite che gridano sangue per i nomi incerti scritti sulla lista dei sogni e quelli cancellati da tempeste di sabbia... io tremo d'infinito e di bene ma anche di solitudine e pioggia quando le parole non bastano e il cuore si strozza di troppa aria e mare di poco amore e abbandono... io tremo troppo spesso, sola per questo scrivo per questo amo e stringo ogni stralcio di vita che passa dalla mente al cuore e si accomoda in un posto sicuro proprio nello stomaco... io tremo e sono quella foglia che si tiene aggrappata a un ramo e si culla in pace nel vento il fremito timido, impercettibile che esulta vibrando senza musica estensione e stridore silenzio profondo che attraversa il rumore assordante del mondo.
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Ho i tuoi occhi nel cuore
Ho i tuoi occhi nel cuore, madre e sono gli stessi del mio primo bagliore alla vita sono ogni parola d'amore rimasta impigliata nel tempo quando tra noi c'era solo distanza sono tutte le parole farfugliate, tremanti,impacciate come è spesso una colpa costretta ho i tuoi occhi, madre, nei miei li vedrà chi mi vorrà davvero guardare si sentiranno in ogni silenzio che grida il mio bene ho i tuoi occhi, fotografie indelebili di ogni tuo abbraccio che soltanto io vedo ho il mio cuore straziato,consumato dalla pena avvolto dai tuoi occhi che mi consolano stretta e il viaggio se anche per te domani si ferma sarà per me quella strada che mi porta verso i tuoi occhi.
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Se potessi
Se potessi raccontarti di tutto ciò che vedo disegnerei la scia che segue sempre il mare quando ti trascina e passa se potessi fermare il cuore quando sale dalle budella al cuore sputerei carezze senza spine e giorni colmi di fiori colti e salvati da prati desolati sciolti dalle mani del vento quando non ti abbraccia se potessi! Se solo io potessi vorrei sostare tra tutte le sillabe incerte che dondolano senza sapere se cadere o andare dargli la spinta adatta la giusta forza arrampicarmi sopra i tronchi che scorrono nel fiume della vita ballarci sopra e non sentire il peso dei miei piedi ruvidi levigati per i passi sulle rocce... se io potessi! farei Poesia di ogni fiato assomigliando in qualche cosa ad una goccia d'acqua che scivola, si posa cade lenta e bagna gli occhi per schiarire il cielo quando non mi vede.
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Se un giorno casomai
Se un giorno casomai tu non ricordassi più il mio nome pensa ti prego al rumore dell'onda che si infrange sulla roccia ascolta quando si calma stanco e tocca gentile i tuoi occhi belli che hanno saputo leggere tutta la strada del mio cuore pellegrino Se un giorno casomai tu non ricordassi più il suono della mia voce pensa soltanto a quella parola come un tuono che ti ha chiamato Gioia! Gioia mia, Gioia! si aprirà un solco nella tua terra potrai sentire un tintinnio ridere tra i denti e un tocco di fuoco acceso a scaldarti mentre ti abbraccio ancora stringendoti più forte.
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Ogni tanto
Ogni tanto,succede, mi confondo spoglio la tristezza fino a tremare di freddo dimentico la consistenza e il tocco delle carezze bacio e lecco le ferite e invece vorrei morderle. Spesso io mi confondo e non profumo di primavera ma sono fumo che brucia di ogni sogno infranto sono la rosa bianca pestata dal peso della pietra, sono il vento che sbatte senza sapere dove andare e quel bicchiere di vino tra le tue mani invece che gusto di vivo sangue un cancello chiuso le mani che non arrivano le braccia che si chiudono e gli occhi che mi lasciano sola. Troppe volte io mi confondo e raccolgo briciole dal pane del passato me lo faccio bastare ma rimane la fame io mi confondo... mi rimprovero i ricordi e qualche volta temo di perderli e non so se è giusto sentire che il mio cuore si spacchi sempre per amore che il mio cuore si sani sempre nel mare.
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Poeti
C'è un luogo dove si incontrano i poeti quando la loro pelle è fragile per resistere ai morsi lì, sfiorarsi con lo sguardo è come far l'amore toccarsi è danza che cavalca il vento in questo luogo non si parla mai con le parole si ascolta la pioggia quando batte sul muro e poi rimbomba negli occhi si piange soltanto per troppo amore. C'è questo luogo che disegna mappe con le vene e scrive soltanto il nostro vero nome in questo posto ci ho fatto un segno per ricordarmi dove nasco e dove muoio ci ho lasciato un bacio come sigillo per chiudere la porta ad ogni offesa, ogni rancore io lì, ci ballo tutte le sere quando la notte mi tormenta io lì ci ho messo tutto il mio cuore lo trovo sempre intero senza graffi e segni lo trovo ogni volta più grande come il cielo quando si dilata per lasciare ridere il sole.
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Il mio mare calmo è la Poesia
Ti hanno chiamato musica che suona tra le vene dell'anima che si ode quando vibra il petto ti hanno chiamato luce lampo di bellezza tuono nel silenzio iride d'arcobaleno ti hanno abbracciato al freddo mangiato nella fame sorseggiato nel deserto ti hanno dato mille nomi paragonato ad ogni cosa che si muove e vive per me sei soltanto il mio Mare calmo dove mi muovo come se tu fossi Musica, luce, bellezza uno sguardo d'Amore che mi accoglie sempre quando non so dove andare.
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Quando si incontra il Cielo
Quando il ventre distende i pugni incontra il cielo e si beve il pianto, la polvere e il vento gli occhi riposano sempre al tramonto su pianure di petali e vele si può dimenticare persino la carne e sentire la musica delle vertigini un 'aria che spezza la dura scorza dei calcagni fino a sentire il bagliore del sole che trafigge le ombre ed è danza che arpeggia lame di fuoco abbracciando ghiaccio e sangue.
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Poesia è
Un respiro nella bocca del vento un ballo dell'anima che stringe il silenzio e suona melodie per scongiurare il buio della mente poesia è cadenza, battito e tamburo in pioggia che batte il mio tempo ritrovato perduto su davanzali scordati è mano amorevole che scaccia la polvere è questa voce che vibra tremante di commozione tutta racchiusa in una lacrima di passione per la vita che resiste ai morsi del disicanto in un sorriso di bellezza e stupore.
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Questo mio cuore
Ha uno strano languore il mio cuore... si muove lento, fascia aliti di vento su foglie che cadano scadenzando i respiri ha uno strano spessore questo mio cuore occupa lo spazio tra grani di rosario torturate tra le dita è una distesa di lago questo mio cuore balza dentro gli occhi il rumore dell'acqua rincorre la fiamma in un mozzicone spento arde proprio quando sente più freddo è un canto, un eco, una sola parola questo mio cuore grida sempre abbracci nuota in sola goccia di rugiada che svapora nel profumo nascosto di un fiore al tocco di una carezza.
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Non piango
Non piango la tristezza mi ha insegnato i passi nella pioggia verso il sole non piango il distacco e nemmeno la mancanza da essi ho appreso che ho ali per innalzarmi oltre l'attimo presente e riempirmi di ogni cosa ho luoghi dove la solitudine non è peso e vi posso misurare ciò che conta non piango la miseria, gli stenti ed ogni fatica è per questo che so di essere coraggiosa e forte Non piango l'amore ho il tepore del cuore che dorme sempre al mio fianco non piango il silenzio ho voci,grida, ululati lontani che mi fanno da guida quando attraverso la notte non piango la libertà sono vento spiro dove voglio, ma non mi lascio afferrare non piango l'ipocrisia, l'egoismo e l'incoerenza mi amo soltanto nella lealtà e nella trasparenza non piango niente tranne il desiderio di lacrime se il deserto asciuga i miei sorrisi e non lascia la gioia nascere nei miei occhi sempre bagnati.
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Voglia di danzare
Io la vita l'ho vissuta tanto bevuta in pioggia di sangue fino a stordimi quasi fosse un calice di vino acerbo assaporata in ogni istante nei giorni colmi di stupore quando la meraviglia tremava brividi e sorrisi indossata a festa e spogliata di ogni stupido orpello sì, la vita io l'ho vissuta per davvero l'ho vista nascere e morire troppe volte per aspettarla ad abbracciarla l'ho sentita stridere lungo la schiena cantare tra i capelli come fa il vento quando ti vuole bene l'ho amata fino a scusarla di ogni dimenticanza, di ogni incoerenza, di ogni sbaglio l'ho presa a pugni e poi medicata... l'ho stretta forte per sentirne il respiro e ringraziata io questa vita l'ho vissuta tanto..così da aver soltanto voglia di danzarla senza fretta.
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Testamento di un poeta
Nel pieno vigore del mio spirito vi lascio i miei abiti smessi nuda ritorno ad abbracciare per l'ultima volta la terra vi lascio i tormenti che muoiono sempre nel sorriso del sole... io adesso mi lascio cullare dalle onde del suono e seguo il richiamo di campane che qualcuno ha attaccato alla mia nascita e tintinnano da sempre alle mie caviglie .. nel pieno della mia forza nel cuore depongo tutte le paure, le stanchezze, gli occhi scuri che mi hanno stremato prorompente e incauta cavalco l'ultima tristezza e devasto la notte con comete di luce che onorano la gioia di esserci stata vi lascio ogni cosa che ho visto scritto in ogni anima pura il bene, la bellezza, la vita che non muore.
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Potrebbe essere il mio amore
L'onda di vento che scivola dolce accarezzando aride dune deserte il fiume placido che scorre morbido e calmo prima di baciare il mare una pietra di lava incandescente che spruzza scintille dai tuoi occhi luce che cade e poi si posa sulle labbra disegna un incauto sorriso, tenero, appena accennato e poi piano scompare...
potrebbe essere il mio amore il groviglio frenetico e tonante del cuore nella pancia la fame che si chiude e poi improvvisamente il buco vorace da riempire la corsa e la rincorsa all'eco di una parola che rimbalza tra la mente e il cuore il sole che senti nascere da dentro e quella gioia bella che canta dal petto la lacrima che sale dalla gola e che arde per un nodo di commozione perchè mi pensi troppo la nostalgia continua di un profumo e della mia pelle la poesia che vedi in ogni cosa e il tempo che non tiene i conti con il resto della vita potrebbe essere soltanto... niente di strano niente di anormale semplicemente la forza del mio di amore che si fa sentire.
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Non temo
Ormai io temo soltanto chi uccide la speranza... chi stropiccia il cuore fino a corroderlo rigirandolo tra le sue mani.. chi mi vuole i pensieri chi mi affronta alle spalle perchè non resiste ai miei sguardi temo chi mi cuce addosso giudizi e non tiene conto del prezzo che ho dovuto pagare per questa vita.. sono prudente ma continuo a fidarmi.. perchè so di sicuro che potranno ammazzare soltanto una carcassa inutile di ossa... il resto... profumo e battiti appartiene soltanto alla Poesia..
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Un pezzo di cuore
Ho un pezzo di cuore salvo dagli occhi della morte immune dagli schiaffi del vento illeso dai graffi delle rocce immacolato dalle macchie del rancore ho luogo in questo piccolo pezzo di cuore è caldo, amorevole, sacro canta d'amore quando la pioggia recide i sorrisi abbraccia il freddo quando soltanto il fiato non basta a scaldare singhiozza di gioia spalanca finestre alla speranza e crede nel sole che nasce ogni giorno. Ho un piccolo esteso angolo di cuore destinato alla vita che cresce benedetto da ogni lacrima che ritorna al mare per essere acqua che scorre in questo piccolo pezzo di cuore ho disegnato una mappa per tornare a casa.
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La strada
Qualche volta capita di tornare da luoghi in cui mai è dato di arrivare di partire per dove mai si è pensato di potersi allontanare capita, succede che ogni cosa si muove mentre resti immobile e ferma è la strada che invita e respinge che si dirata e restringe proprio al centro del cuore dove gli ingorghi sono nodi da sciogliere e abbracci da slegare capita, succede senza preavviso senza indicazione mentre il tempo disegna altre vie agli angoli delle labbra quando amore resta a tessere gocce di stupore ancora su foglie che cadranno domani.
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Certe volte
Certe volte assomiglio al colore di un vigneto che aspetta di essere vendemmiato so di promessa di vino distillato, uva rossa dal sapore morbido e intenso certe volte sono soltanto un traliccio spoglio setacciato fino allo scheletro da qualche grandinata improvvisa certe volte non sono che terra umida bagnata, in attesa del sole che scalda e qualche volta assomiglio a una crepa che si scretola piano piange di polvere ...sola. Qualche volta io sono la parola che mi danza e spesso una musica che tenta di suonare... sono un poeta, irriverente che oltraggia il vuoto cantando gioie ignorate dal resto che mi circonda qualche volta sono del mondo tante e troppe volte il mondo intero non mi accontenta e per finire sono la goccia sul fiore al mattino che gioca con l'ape che ronza e questo insidioso frastuono, questo bisogno d'amore che sento che non mi basta.
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Una piccola casa
Una piccola casa profumata di mare circondata da terra e delicate colline abbracciata dal vento che sbuffa per giocare a scompigliare i capelli in questa mia piccola casa ridono sfacciate davanzali di rose mentre la pioggia picchietta sul tetto reclamando note e stridori arde un camino bruciando un ceppo che danza di calore e la cenere si posa immobile nel braciere che conserva la memoria fuori dall'uscio mille strade e piazze dentro la dimora del filo per ritrovare la via soltanto una piccola casa questo mio cuore che racconta di giorni in cui il sonno cade sugli occhi lo stomaco brontola e il freddo gela il giaciglio che riscalda il fianco sfama di pane se il companatico manca canta un posto dove sostare scrive un luogo da cartolina con albe radiose e vermigli tramonti saluta di visite e baci ti aspetta se chiedi di tornare ti stringe più forte se decidi di restare ti annoda un po' d'amore al dito così da sapere dove rincasare.
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Morsi di cielo
Il mondo che pulsa nella pancia tulipani e artigli tutto dentro senza fessure percepire chiaramente il caldo ed il freddo quello dell'anima esplanderlo nei sensi sciogliere un groviglio una matassa dalle vene all'anima dall'anima alla carne non ho smesso di coltivare stupore è un vaso sul davanzale a innaffiarlo di me e di tutto l'amore di cui sono capace a volte lo sento poco, poche stille, come se non avessi altro sangue altre trabocca esplode come una pioggia d'estate pioggia e colore donare per cancellare come se ogni bacio fosse un bacio del cielo alla terra quasi un morso di cielo.
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Ritorno da me
E ritorno a me tra le pieghe della corteccia di ciliegio sfregata, ruvida della bava del vento in mezzo alle radici dove si intrecciano mille strade incespicate su andate e ritorni dove il lume brucia e sfarfalla snodando le viscere ritorno da me... dove troneggiano torri ammutolite da un richiamo tra aria e carne scavando pertugi scivolandomi addosso planando sui dossi dominando i battiti dondola il respiro appeso alle budella e il mare è tutto dentro con gli occhi strisciati tra gli argini di interi paesi che spartiscono solitudine e amore e mani a dividere un pane la gioia è bambina innocenza che conosce la vita ma non sa disperare ha bocca di mirtilli e rosa selvaggia ride di musica e danza con le voci del cuore.
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Ogni cosa mi parla
Mi dice il tempo :Non puoi fermarmi mentre ti muovo addosso ma puoi contenermi in un solo respiro inalandomi piano mi dice la strada: Non ti è dato di conoscere in anticipo nè la sosta nè la deviazione ma puoi disegnare il percorso con le intenzioni imbevute nel sangue delle tue arterie mi dicono i miei occhi: C'è sempre di più di quel che vedi cè sempre una sfumatura che sfugge, un colore che ancora non conosci e non dipende soltanto dallo sguardo ma dalla polvere da spazzare, nascosta tra le ciglia occultata da ogni cosa che vuoi dimenticare mi dice la vita: Non puoi sorridermi se prima non hai ballato qualche volta con il fuoco e con la morte se non hai fatto dell'amore una preghiera del perdono una bandiera del silenzio il tuo canto delle parole carezze e cura del cuore un dono e se per ultimo non temi, non hai paura di arrivare anche oggi, pure adesso alla fine di questa strana avventura.
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Io nel profondo di me vivo
Inabissata ad inalare lo sguardo del cuore lastricare la mente e raschiarne il dolore e la rabbia parole e luce come rasoi a ferire l'oscurità e le ombre brucia la vita nel braciere ardente della notte cedendo un posto all'alba scarto le rocce come a cercarne ancora segreti che regalano dolcezza nel profondo si sfracelano le maschere e muoiono senza più voce sirene ammaliatrici che ingannano la coscienza.. nel profondo l'anima è solo tela nidita che rispecchia innocenza e purezza l'anima è acqua di mare e la poesia è solo un lapis che disegna il senso del gioco delle nuvole lo schioccare della pioggia il vento sulla schiena l'arcobaleno su ali di farfalla le correnti, il respiro e il soffio del cuore che ride di coraggio come un'esplosione incontenibile d'essenza che mira all'Amore maestra di pace nelle inquiete tempeste del mio essere viva.
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Potrei chiamarti amore
Gridarti gli occhi addosso per dire che ci sei che ricambio ogni brivido che si posa come neve addosso e tutto il rumore della vita che si sente mentre fremi nel silenzio e tutto l'amore che vive nel fiato di un fiore che si apre al sole così vicini così atrocemente lontani e impossibili così avvolti trattenendo tutto il calore che muove la terra e dolce dolce bella bella attraversarti la pelle fino a capirti intero mi sono vista morire tentata a dimenticare ricordandoti sfiorando il sorriso del cuore ridendo meno delle mia follia ed ora mio grande amore mio ti costeggio lenta mentre come marea sale il respiro fino a spezzarsi ed esplodere in una stella di luce.
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Ci sono poeti
Ci sono poeti che scrivono nella mente di notte quando il tempo è filigrana di attimi e poi al mattino scordano le parole si riempono di gente e voci si spopolano in cima a una torre dove alzano la voce rotta. Ci sono poeti che ricamano fili con le ciglia e poi li salvano per guidare aquiloni di sogni e poi poeti che viaggiano e tornano con la pelle escoriata e randagia tornano con quelle parole dimenticate scandiscono le sillabe al posto del respiro rimescolano i capelli nella brezza annusano i pensieri per comprenderne gli odori posano lo sguardo sulla schiena sfuggente del mare miagolando scivolano sulla guancia di un bimbo addormentato e con il tintinnare di conchiglie nelle tasche il trascinarsi lento di una chiocciola bagnata di terra scintille tra le mani tirano fuori meraviglie dai cappelli.
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Questo mio scrivere
Questo mio scrivere mi porterà sempre altrove e nel profondo ho occhi come mani e bocca posata sulle labbra dal vento questo amare amare fino a strofinare il cuore sul marmo e farlo diventare cielo che abbraccia questo straripare che cerca ovunque mare sarà la voce sarà silenzio sarà la melodia che cerca la sua culla per dondolarci l'anima
Questo mio scrivere, questa solitudine che raschia i graffi per rinascere nel sangue e sentirlo scorrere ancora forse è soltanto un vezzo strampalato che mi tiene ancorata alla vita alla bellezza di un viaggio pieno di promesse e che dal viaggio accetta l'euforia dell'arrivo e la dolce malinconia di un saluto.
Questo mio scrivere, è sentire è innamorarsi ancora per il sole che ha scaldato per il mare che mi è tremato dentro gli abissi e le maree che mi hanno visto sprofondare e poi riemergere fino a piangere di bellezza questo mio scrivere è soltanto una danza silente con il battito del tempo lasciando cantare la vita con i suoi colori come una carezza che tocca di baci colmi di sussurri.. passi nudi verso il fragore del blu che esplode anelando silenzi di cristallo.
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Amare
Forse soltanto non ho compreso il silenzio quando era un abisso colmo di tutte le parole che aspettavo quando era muto ed eco stridulo che raschiava un sibilo di vento, forse soltanto non ho compreso le mani che hanno preso tutto senza portarmi via e la mia rima quando è andata per tornare indietro in una lacrima e nella foschia dei miei perchè senza assensi di una melodia, non ho capito tutto quel cielo azzurro al di là di quello gravido di pioggia il mio ieri quando era un cencio di memoria scura senza la clemenza del perdono forse semplicemente non ho capito il senso di tutti quei giorni che si annullavano nel buio di ogni sera non ho compreso molto della via senza una meta della sosta per riposare la mia stanchezza delle mie radici trovate sminuzzate ma tenacemente aggrappate e sospese tra terra e altura saccente e povera della mia storia umile e fiera solo delle mie vene vivo con accanto la visione di una strada che spinge sempre avanti credo ed ho fede che amare è rinascere adesso mentre qualcosa di me muore amare è solo vita che esplode nel mio respiro, cucita tenera tra i lembi della mia anima amare è sole che accarezza e lima ogni duna del deserto è calore morbido che scioglie i miei ghiacciai in un lago di speranza per ogni tempo di neve e primavera che sarà domani.
Poesia scelta e pubblicata sull'Antologia "Non abbiate Paura" Ursini Edizioni Dedicata a Papa Giovanni Paolo II
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Loracolo dei Poeti
È un incessante pieno e vuoto il fascino per la strada la culla suadente del mare se mi riposa nel sangue gli occhi della mia solitudine quando abbracciano il silenzio del mondo è riempirsi e svuotarsi di paura, occhi e memoria è fuoco che danza è togliersi tutto per intingere di indaco la mente è vestirsi di Poesia quando guardo alla Vita quando la penso quando stanca la poso in un angolo e poi la ricopro di premure e attenzione è tutto così pieno tutto così grande! Ed io divento per divenire e vedo lampi di mattine radiose quando tutto è assopito mi perdo in uno sguardo visioni incandescenti che fiammeggiano di carne e vene e pulsano al ritmo di un tempo che dilata e restringe il vuoto e lo tramuta in moto che invade e percorre in dissonanze di toni percuote e risveglia i sensi fino a tuffarli in una magma rovente di quiete e bellezza che dissolve e svincola ogni catena di dolore.
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Uno dei miei giorni
Oggi è uno dei miei giorni, di quei giorni dove il fiato inciampa nel cuore colmo di zolle migrano i miei passi continuamente rivoltati spinti verso una scia di polline sulla superfice di uno stagno oggi il mio sangue è tempo è suono di campane intermittenti è l’ansimo di foglie che stentano a cadere è una scatola vuota di rumori è arrancare in una tenda gonfiata dal vento su una finestra aperta ad ogni spiraglio oggi sono una briciola sul davanzale tutto è terra che si muove ed io rimango ferma con i miei occhi impastati d’olio e tra i denti il gelo della foresta alle mie spalle ogni apice in me si increspa mentre l’aria torce le vene oggi il mio nome ha un’odore selvatico pungente di nerofumo e melassa e geme di struggente dolcezza oggi è proprio uno dei miei giorni, di quei giorni di ore che passano temporale che diventa tempesta e spilli di pioggia fissano il mare come una lettera d’amore rubata dal vento e mai letta.
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Vieni, Amore e torna
Vieni Amore e torna tra sibili di vento che gridano pensieri debilitati, sfiniti, incatenati nel tumulto di parole senza più carezze. Toccami, scuotimi marca e segnami la via che conduce alla mia essenza sostati e fermati, rimani e resta come primavera, stagione che odora di bellezza. Vieni Amore, torna tocca le mie labbra prosciuga e secca ogni mia ferita respira del mio stesso fiato rivoltami e stirami l'anima tra i battiti e questa infinita attesa fatta di giorni uguali afferrami, seducimi conquistami, richiamami stringimi e sospingimi tra eternità e passaggio tra vuoto e pienezza torna Amore torna! Sarò piuma e raggio di sole mi insinuerò tra i versi e le parole sarò emozione, fremito che trema o forse solo poesia che ride di pioggia. Torna, Amore torna rugiada tra le mie ciglia che si dondola in gocce sulle palpebre dopo la notte cantami la speranza danzami nel fiato torna Amore torna! Chiamami con il mio nome io sono qui... fiore nudo spalmato contro il cielo bagnato.
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Grata alla Poesia
Benedetto calice di traboccante rime sfaccettato pianto in versi mosaico di sorrisi dimenticati attaccato alla coda delle comete hai cosparso l'anima di stelle pungenti a te sono deliziosamente grata perchè di gioia mi hai soffocata per tutti quelli che non sanno più cos'è felicità a te ho innalzato il canto ed ho raccontato amore nei giorni più acuti di sangue e pugnali per te ho posto il viso in grembo all'ombra dove i lupi stanno in agguato il petto ho teso sul precipizio della disperazione in bilico, danzando ed ho costellato i miei passi di sillabe infiammate di acqua, fuoco e brividi rivoltando il cuore verso il sole fino a sentirlo fremere nella bocca dello stomaco e l'ho sentito tenero, morbido dappertutto avvinghiarsi alla vita, dilatarsi ovunque steso a spaccare e rompere il rigore della Terra.
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Donne
Ah! Quanto siamo belle noi donne, quando ascoltiamo il mormorio e il contorno delle nostre voci antiche e sappiamo cogliere il bagliore autentico di ogni attimo pallido e smorto della vita... siamo così belle! accarezzate dal tremore e dal battito che ci dondola nel tempo semplicemente belle con gli occhi fieri ostinatamente aggrappati al desiderio di essere felici stanche e sfinite dell'infinito che non basta con le nostre fughe impetuose i nostri leggiadri ritorni i nostri giochi di lampo e il nostro riso che esplode l'anima aperta che vaga in boschi, monti e distese di grano siamo così tenere noi donne! con le nostre lacrime chiuse in conchiglie il nostro cuore nel ventre le nostre bocche fiorite piene di tanta meraviglia, di troppi incanti e le nostre canzoni che vanno bramando sete le nostre parole d'amore come spirali di fuoco che ballano di pioggia.
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La Poesia è la mia culla
La Poesia è la mia culla dove poso il cuore tra la vite selvatica e foglie di fronde rigogliose di un albero accarezzato da primavera. la Poesia è una barca che naviga sul mare dei piaceri e delle pene tra i tumulti e il silenzio tra il sangue sempre acceso e l'acqua a placare gli incendi. La Poesia mi è madre mi accoglie e mi dondola mi comprende e mi perdona mi incoraggia e mi placa mi nutre con molliche di pane per insegnarmi il pane che sazia. La Poesia è un taglio sul bastone del dolore dalla fessura invinsibile distribuisce il balsamo per lenire e curare bilancia l'amore così da alleggerire il peso dei giorni e delle ore per costruire un nido nelle mani da donare.
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Rimani tra le mie ciglia
Niente "grigi". Quando non ridi sembra che stai per piangere. Tra il bianco( il riso) ed il nero( il pianto) c'è una enorme gamma di "grigi". Le espressioni del tuo volto è come se bypassassero questi "grigi" e stessero in equilibrio (precario?) tra il bianco bianchissimo ed il nero nerissimo. Ma in realtà sto dicendo una bugia perché anche i tuoi "neri" li trovo luminosi. Direi che l'abisso del tuo mare interiore è di un blu notte, mai nero.
Rimani tra le mie ciglia come gocce di rugiada incastrato tra le stagioni senza tempo, come pulviscolo..frammenti minuti visibili solo all'anima.. rimani così eterno ma con la tua storia inizio e fine che nasce e muore ad ogni sguardo tra le mie ciglia intrappolato e libero di vagare in ogni cavità di luce e ombre tra chiaro e scuro come la luce che penetra e poi scompare.. io ti catturo nei miei occhi sempre mentre ti guardo specchiandomi nel cuore che si apre e chiude ad ogni battito.
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Io che non sono sole
Io che non sono sole, ma per essere luce baratto ogni stella della notte contro tutto il niente che investe.. e poi ragiono, ragiono e faccio i conti e le divisioni, ma sono sempre con il riporto diviso due la somma non è giusta ,uguale e mai torna mi porto dietro sempre una risonanza di parole..dolci, amare , lisce come seta , assurde e controllate, parole come carezze e altre come lame e rose sulla pelle a comporre rime ed intere collane di rosari per incoronare la gloria del domani per spartire la solitudine tra vento e marea per specchiare il cielo e portarlo negli occhi per trovare il sorriso anche in mezzo a bufera e tempesta io che non sono sole e mi porto dietro le foto da bambina con tutto lo stupore i fili d'erba tra le labbra e pezzi di geranio da succhiare nel deserto di un giardino senza primavere ho nelle tasche ciotoli di pietra tolte tra le dita dei miei piedi nudi.. semi di girasole rosicchiati nei gradini di una chiesa e mozziconi di candele consunte e spente io che non sono il sole, ma con i suoi raggi ho fatto ghirlande da portare in dono e amo fino a farmi male che credo nell' imperioso rumore del silenzio che insegna a camminare al buio io che non sono sole... ma so ferire l'oscurità e le ombre disegnando il senso del gioco delle nuvole lo schioccare della pioggia sulle gote come rigagnoli di mare l'arcobaleno su ali di farfalla le correnti, il respiro e la ruga che ride di coraggio come un'esplosione incontenibile d'essenza che mira all'amore, maestra di pace nelle inquiete tempeste del mio essere viva.
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Fenice
Cantava la Fenice ardente dal lungo collo d'oro dai colori cielo e sangue mentre la fiamma bruciava... cantava ed il suono era la voce dei delfini che trascinavano un cuore lacerato negli abissi del mare acqua e sale a ricucire gli strappi orlando contorni e delimitando confini disorientata e sola nella vastità del profondo sgomento e timore annodato nel ventre mentre gli occhi famelici della morte reclamavano bandiera cantava Fenice fuoco e brace dispersa, annusando l'odore della sua carcassa vuota della mente buco del dolore la sua voce...onda soave a sollevare fino a non sentire più distanza e nemmeno braccia fino al silenzio a rompere tutto il rumore Fenice...dal lungo collo d'oro che danza volando divampando viva.
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Io penso a te
Io penso a te
Volevo solo tu sapessi che io penso a te, e sei carezza calda che scivola senza rumore l'oasi di pace in mezzo alla tempesta io penso a te, ad ogni tua parola che spegne i lampi e i tuoni in mezzo al mare io penso troppo a te a quella gioia che formicola sul cuore e arriva alle labbra con un sorriso che non so fermare io volevo dirti soltanto che penso a te e vedo mille fiori sparsi sulla strada deserta sento la tua dolcezza che mi porta in un altro mondo il tuffo , l'apnea e il respiro profondo io penso a te e vedo i tuoi occhi riflessi nei miei osservo le tue spalle e le tue mani che non mi fanno dormire io penso a te e so che riposi nel mio petto come una rosa che si schiude ad ogni fiato.
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Povero cuore
Povero cuore! Graffiato dalla ruvidità della nebbia inciso e tagliuzzato da spifferi d'aria tagliente gonfio negli occhi bruci nella gola come le lacrime quando affogano nei singhiozzi, deliri agognando silenzio povero cuore mio! assolvimi dalla colpa del bene che ti cresce sfoglia ogni corona di spina per le rose negate, firma nel mio sangue Amore nome dell'unica alleanza di pace solca con i battiti ogni ruga d'espressione e sorriso di consenso a questa via senza guardarmi scivolare nel fiume della tristezza per aver troppo creduto, troppo aderito alle promesse della tua voce e se per caso mi riconosci non dirmelo, lasciamelo capire piano pulsa più forte e scaldami fino a difendermi dalla buca di gelo dove ti cullo piccolo inquieto solo e sperduto.
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Speranza
Come rugiada su petali d’ibisco lacrime soffocate, strozzate, inghiottite e poi versate catarsi che riscatta dalle dure oppressioni, terge e cancella odio e rancore. Come il primo timido ritroso raggio di sole, incerto ed esitante all’alba di un mattino così la mia speranza, fragranza fruttata, intensa e penetrante l’aspirazione che rapisce i sensi e mi conduce al centro del mio piccolo universo dove l’anima mia brama prepotente di assaporare armonia o solo beata tregua e pace.
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Ti ringrazio Vita
Ti ringrazio vita! Per i miei occhi curiosi che scrivono nuove albe su fogli spiegazzati da notti senza luna per ogni spazio arioso per la pace candida e la profonda e intensa esultanza del cuore che si eleva oltre ogni tempo. Ti ringrazio vita! per il ritmo monotono della quotidianità spezzato dalla fantasia per ogni cosa peso che mi avviluppa , mi contorce senza avvincermi.. per le ginocchia sbucciate da innumerevoli arrampicate lungo le pareti lisce scoscese e qualche volta ruvide della mia anima per le mani con le vene rigonfie e nodose che spalancano sipari di immane bellezza su attimi stanchi per i calci e gli schiaffi di euforia che mi lasciano bambina sempre le colate di stupore acceso su ogni imprevedibile sguardo che poni sulla mia esistenza. Ti ringrazio vita! Perchè hai segnato l'inizio del mio viaggio nella mia memoria con una traccia che inseguo quando sfuggo ai morsi dell'inutile nulla e che trovo nel ricordo atavico di essere stata vera, giusta, bella e pura alla presenza dell'eternità.
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Ho visto
Ho visto la notte incastrarsi tra il muschio nelle rocce andare e venire avvolgermi e strapparmi dai morsi dei corvi ho visto lo slancio scattante del mattino saltarmi nel sangue e attraversarmi e la speranza perduta nel tempo risarcita tutta in un attimo di immenso.
Ho visto strade e vie tortuose e dedali oscuri di passioni spianate e incise da croci di distacco il cuore allargarsi per incanto destarsi e adattarsi a nuovi spazi sugli occhi, sulla bocca e tra i miei seni fino a librarsi festoso tra rime e canti per posarsi poi nel ventre come un figlio.
Ho visto l'amore nascondersi, mostrarsi rivelarsi nella piena dell'anima a spalancarmi il petto nella tempesta che inonda ogni cosa e affonda di notte il silenzio nel giorno e nel momento consacrato in dono nella compassione che stringe e che abbraccia l'ho visto giocare come un bambino leggiadro, innocente come un vate saggio e imponente l'ho visto implorare uno sguardo mentre celebrava una festa segreta in mezzo a sepolcri di occhi incavati nel nulla
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Di me io ti darei
Di me io ti darei silenzi quando hai bisogno di chiuderti per ritrovarti parole da sussurrati mentre dormi per essere presente nei tuoi sogni quella saggezza che ho appreso cadendo e rialzandomi…
quando sei confuso e non sai che fare la mia audacia per dire e fare quel che vuoi senza il timore di essere giudicato note e poesie per cullarti quando senti la nostalgia di te bambino e gli anni scorrere sul viso e sulla pelle a raccontarti invece del tempo che è passato
baci e carezze per farti capire che mi piaci sempre che ancora sento il desiderio di volerti amare il mio coraggio ostinato, caparbio per intraprendere e vivere ogni possibilità prima che sia soltanto una sterile resa.
Io ti darei tutto ciò che più mi piace tutto ciò che io vorrei per me tutto l’amore che conosco tutto il dolore che ho perdonato per farti sentire accarezzare eternamente dalla vita dolcemente, teneramente, così come fa il cuore quando si placa e si solleva lieve in una danza festosa di bellezza.
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Per vivere
Non vagherò più,non strapezzerò le foglie per leggerne il dolore non fiuterò le tracce del mio sangue per affogarci dentro il cuore e non mi limiterò a saperla la bellezza ne curerò il desiderio di incontrarla per non spegnere l'incanto e lo stupore perchè forse non sai che di questa mia fame di gioia ne ho fatto pane di questa arsura ne ho fatto mare danzando con poetico abbandono leggera offrirò il mio viso sporco d'argilla alla terra vibrando ad ogni carezza che il vento vorrà offrirmi così docile e fiera così sola e affollata di voci ed aromi così tumultuosa e serena struggente e gioiosa metà polvere metà cielo proverò a mischiarmi alla vita obbligata alla morte per sentirmi nascere.
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Parlarti di te
Sono adagiata tra il brusio caotico del mondo e la sciabordio del mare che risuona nel profondo e non comprendo se l'eco che arriva è vibrazione o silenzio semplicemente tutto scorre troppo in fretta o troppo lento i passi seguono orme che portano su una terra di mezzo le palpebre si ostinano a tenere il conto del cielo che scivola sotto gli occhi in questa confusione seguirò la via del profumo andrò per mare sfidando Medusa che pietrifica il cuore ricambierò lo sguardo con torce di luce fiammante che si infuocano di pioggia lei penserà a me come una stella folle che vaga di cuore nelle tenebre mi rimanderà alle onde e la mia schiena sorriderà forte di vento come quando ti prende alle spalle. Oggi, non so se corre più veloce il sangue o il tempo e non so dove vorrei arrivare ma vorrei toccarti, raggiungerti, addormentarmi dentro... parlarti di te.
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Il richiamo
Itaca, devo averla conosciuta, la sento, mi chiama mi pulsa nella gola il suo canto e la sua morbida nostalgia mi confonde e mi fa tenera come se fosse cuore una coppa o solo una bocca che raccoglie rugiada e candore e la distanza non può essere più paura... e sono una piccola fragile barca che il mare intorno morde e accarezza di carta, guidata dal vento vibrante nella disarmonia imperfetta e incompiuta che scivola a picco lungo i bordi tra oscillazioni ardite e abbandono piegando l'anima per non sgualcirla oltre fino a sfiorare la riva per toccarla almeno con gli occhi... ho perso la misura di ogni lontananza ed imparo a spingere con i fianchi quasi viva, nuda di incanto sotto le palpebre granelli minuscoli di sabbia e la certezza che arriverò zuppa e fradicia di tempesta... gocciolante e tremante umida di orizzonti danzando ancora sul sorriso di un bambino e in uno sprazzo blu di gioia serena.
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Se amore mi trova
Sai, forse non so raccontare del sangue lavato dal dolore e ingarbuglio mille parole per districare i nodi che ho nell'intimo e nel profondo, sai, forse non so spiegarti dei miei occhi macchiati delle vene gonfie delle mani della mia voce trattenuta e poi lasciata andare della dolcezza che ho sentito come colpa della pelle come condanna non so scrivere quanto pesa l'anima su questo piccolo corpo e non so dare sempre un posto adatto a questo cuore.. sbaglio e mi inciampo tra memoria e attese e mi allontano senza andare sai, forse non so più cosa offrire e sono troppo piena, piena di umanità e solitudine disegno arcobaleni e musica danzo con spiragli di luce divento goccia e poi mare lacrima e pioggia uno stelo d'erba che si dondola nel vento e il sorriso che esplode improvviso nell'occhio del ciclone se amore mi trova mi canta i pensieri mi insegna la via abbracciandomi di poesia.
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Prenditi il tempo
Prenditi il tempo, quello della distanza il mio, tutto quanto prima di sentirti amore e poi quel tempo del tuo nome caduto tra i miei seni la commozione tenera di una lacrima e tu soltanto morbida gioia prenditi il tempo, per il respiro nell'affanno di inseguirti nel mio fiato che romba per i tuoi occhi senza veli le tue mani di farfalla la tua voce che scivola, caldo brivido a percorrermi la schiena, prenditi il tempo, un solo istante, il baleno di un soffio per abbracciarmi e trattenermi per sentirmi mentre mi muovo in volo sotto lo sguardo ignaro del mondo che non sa che mi sono messa a riposare adagiata in un sospiro languido che ti bacia sempre balzando lieve dalla bocca al cuore.
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La notte lava la mente
La notte lava la mente inonda di respiri e lacrime un battito inceppato dalle ferite quelle a cui non so ancora dare un nome una colpa e un pretesto per concedergli spazio e dimora nel petto la notte lava la mente spalanca le fauci dell'anima in un morso ad azzannare bagliori di possibili possibilità frenando il fanatico attaccamento ai lividi indossati quasi come emblema di coraggio la notte lava la mente mi trema addosso come la paura di perdere tutto ciò che so delle scarpe prima dei piedi del passaggio prima della sequenza delle rughe prima degli anni addosso della carne bollente di fango e di stelle del fluire nel vento come un canto ora melodioso ora troppo lento di smarrire l' incastro perfetto con la solitudine che mi unisce al cuore della vita la notte mi lava dorme sul mio nome mentre ogni rumore si adatta ad ogni piega delle mie moltitudini... e lo sguardo al mattino balla straripante, gitano tra case e distanze.
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Parlate parole!
Parlate parole, assopite sulle labbra tratteggiate nei miei occhi mute tra le dita ascoltate nei suoni dentro le note, tra i sensi , le grida e l'anima dondolate nei pensieri che escono dagli argini ballando sul cuore aperto e spalancato al silenzio. Parlate parole , danzate nella mente fremete delle mie effervescenze liberatevi, abbandonate le mie acque infrangete nel corpo penetrate la pelle raggiungendo e inondando le vene ramificatevi, defluite scivolando lungo le membra violentando i sensi di stupore e meraviglia sussultate balzando dal cuore e infine: esplodete! Marea spumosa macinata tra gioie e dolori acqua e farina per il pane della fame contate il tempo della notte che prega il sonno. Parlate parole nel cuore che romba nel battito che cresce nel rumore del respiro e l'ansimo lento dell'attesa parole custodite e nascoste nelle mani tesori di baci mai spediti grafie di lettere inevase buste chiuse d'albe di desideri graffiate il tempo impietoso che segna reticoli di distanze Piccole parole, parlate ! voi che state addormentate tra fragili sospiri bagnate , umide ed indomite sussurrate alle labbra socchiuse il soffio di un fiore, una poesia una corolla di miele dove attingere dolcezza scintille d'ignoto dove udire l'eco del vagito candido e innocente della vita sarà il mio pianto e la mia musica di gioia che commuove il cielo in un giorno di festa.
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Provate a fermarlo
Provate a fermare l'amore se vi riesce quando intreccia le lacrime in radici e ti affonda alla vita mentre strappa dagli occhi la polvere della notte avvolgendoli in veli d'aria in abissi di pensieri fino a fremere alla vista del sole. Provate a fermare l'amore se vi riesce su di una barca solitaria e carica di cuore che ogni giorno sceglie un nuovo itinerario per continuare ad andare provate a zittire il mondo che pulsa nella pancia il tutto dentro senza fessure e pieno di finestre ed i sensi come un groviglio, una matassa dalle vene all'anima dall'anima alla carne ogni stilla di sangue come pioggia d'estate provate a fermarlo quest'amore in questo giorno senza sponda nell'ovunque e nell'altrove in ogni attimo di ogni tempo incastrato tra le ciglia tra chiaro e scuro come luce che penetra e poi scompare addosso come legno bruciato tutto nelle narici e nelle mani fermatelo quest'amore mentre sogna e desidera quel che il cuore brama quando danza svestito di ieri in un giorno di festa e sa cantare e piangere al centro del fuoco quest'amore, abbandonato e solo vagabondo in mezzo ai posti occupati che non teme il proprio viso riflesso allo specchio ed ha occhi per tutti quest'amore che chiedo, questo amore che voglio da dare che mi vive che mi muove che mi espande e mi racchiude imperlato di profumi che sfuggono al vuoto amore come fili di respiro su una foglia cullata e invaghita dal vento che smuove ogni durezza accarezzandomi di poesia.
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Quel che conosco
Conosco parole che sostano e riposano nella penombra rivelazioni stracciate a nenie in attesa del sonno so della calma alle porte di un istante e il cauto sollevarsi in volo lo sciogliersi della cera sulle ali il distacco e le unghie che si oppongono come artigli alle rocce la vita in sospeso e il grido dell'aquila in amore. Conosco il ristoro del silenzio l'impetuoso contatto contro il rumore e la mia solitudine sbiadita in un abbraccio il vento che fischia alle orecchie l'oceano gorgogliante che smuove la superfice del tempo so le parole e il suono delle lacrime bevute nel deserto gli spasimi ed anche tutta la dolcezza del sangue che si muove nelle vene il rivesarsi della marea sulla pelle la corrente che scivola e che mi scorre e poi soltanto spazio che mi sovrasta. Conosco il mio sguardo rapito, denso e remoto che strappa ardori immersi e affogati nella più cruda disperazione e infine so dei miei occhi che scavano e giocano la luce rimestandola come creta per dileguare la paura della notte.
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Datemi una poesia
Datemi una poesia scritta e incarnata tra pieghe della mia anima nuda incisa dentro gli occhi sputata ad ogni mio sguardo datemi delicate rime a districare nodi tra ciocche di capelli ribelli unguento al ginepro e balsamo di rosa ad accarezzare le mie labbra secche e tagliuzzate dal vento gelido di inverno senza fine datemi, datemi una poesia una sola parola che risvegli i miei sensi accartocciati come fogli intere pagine macchiate di scolorina a cancellare ogni traccia datemi bellezza e delicata armonia per ripescare il cuore offeso, umiliato deriso per la sua sottile spoglia datemi amore che sia soltanto vita vita che esplode ad ogni nuova alba e rinasce ad ogni tramonto.
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La mia voce, il mio canto
La mia voce non è sempre canto qualche volta è lo stridore rauco del cuore che raschia amore dal mondo non è un volo sognante, leggero, etereo piuttosto una picchiata fulminante che graffia la schiena paralizzando ogni intenzione La mia voce non è sempre canto è l'ultimo fiato prima dell'apnea è sapere del mare che mischia i colori confondendo le braccia è la notte che danza mentre il buio disegna l'ombra ai passi e il rumore che scricchiola sul pavimento bagnato. La mia voce non è sempre canto non è musica di poeta dispensata a commensali storditi da elisir per la gioia è un singhiozzo dispettoso che salta sui crateri che fanno certi sguardi si impiglia tra le lontananze incespica su certe parole balbettando il tempo delle attese.
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Parole
Canto incarnato dal silenzio sensi stropicciati, diafani sfruttati da troppe espansioni abbracciano ancora petali di innocenze perdute rime scavate nel petto ripiegate ed urtate infilzate come lame nel vuoto di battiti e respiri destate a riscaldare il fianco delle ombre sciolte tra i capelli a snodare i pensieri rime screpolate imperfette come pelle esposta alle intemperie svegliate per sedurre il tempo a rallentare la corsa alla notte scritte e affidate per quel senso sublime dell'amore che ribatte sul dolore bocca stesa sull' anima e vita ingoiata depositata come eco in gocce di suoni e qualche volta soltanto parole odorose di sangue che scelgono di stare come un coltello ben affilato e poggiato soltanto poggiato tra stomaco e cuore.
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Raccontami e parlami
Raccontami e parlami delle volte che ti sfioro l'anima se sono come il vento quando si infila tra i capelli se sono musica tra mani che si toccano giocami tra ansimi e pioggia quando bagna danzami tra i sensi quando scivolano, dammi un colore e pelle come specchio immemoriale del mare racchiudimi in fremiti e ali di farfalla confondimi con voce di gabbiano. Scrivimi nel ventre posati e lasciati riposare prova a farmi muovere tra respiro e vene nascondimi tra le pieghe dei tuoi occhi lasciami cadere come neve nel deserto e lingua di luna come lava annodami e stringimi portami alla bocca e ingoiami fino ad arrivare altrove altrove che non ancora non conosci parlami e raccontami amore dimmi soltanto se mi senti adesso mentre ti cammino dentro.
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Deve essere accaduto
Deve esserci stato un tempo dove il silenzio era fragore e la strada un viaggio di stupore vibrante di cuore su questa terra ogni rumore pietra a rimbalzare contro le montagne per diventare musica deve esserci stato un tempo della rabbia scucita degli occhi inabissati ai confini dell'anima a disegnare la poesia del mare come culla suadente per riposare il sangue dove la linea della vita si è diramata in fiume e l'arsura è diventata fame d'immenso dove il profumo della pelle si è confusa con l'essenza deve esserci stato qualcosa dove l'eco del mio nome è stato richiamo dove ogni posto era casa e pane ed ogni voce un tuono di sguardi a spezzare la solitudine deve essere successo, deve esserci stato è vero, io posso andare in luoghi nella memoria dove mi ritrovo così abbandonata così vera e perduta così trepidante e tenera ad aspettare ancora un vento che mi scuote si poggia sulle labbra abbraccia il mio respiro amandomi di vita.
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Oggi
Oggi è uno di quei giorni dove il fiato inciampa nel cuore colmo di zolle migrano i miei passi continuamente rivoltati spinti verso una scia di polline sulla superfice di uno stagno. Oggi il mio sangue è tempo è suono di campane intermittenti è l'ansimo di foglie che stentano a cadere è una scatola vuota di rumori è arrancare in una tenda gonfiata dalla brezza su una finestra aperta ad ogni spiraglio oggi sono una briciola sul davanzale oggi tutto è terra che si muove ed io rimango ferma con i miei occhi impastati d'olio e tra i denti il gelo della foresta alle mie spalle ogni apice in me si increspa mentre l'aria torce le vene oggi il mio nome ha un'odore selvatico pungente di nerofumo e melassa e geme di struggente dolcezza su fiori nudi spalmati come mani contro un cielo bagnato di ore che passano temporale che diventa tempesta e spilli di pioggia che fissano il mare come una lettera d'amore rubata dal vento e mai letta.
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Tra il cuore e la mia voce
Tra il cuore e la mia voce ho polvere di storia che qualche volta oscura il sangue e le parole ho distanze e strade e in mezzo mare ho impotenza di sogni senza ali e suoni di arpe melodiose che stridano sui capelli tra il cuore e la mia voce ho una melodia disarmonica e una nota stonata che vibra tremula agonizzante, disperata sempre troppo in alto o troppo in basso ho rovine arse dal sole atrofizzate dal ghiaccio. Tra il cuore e la mia voce ci sono passi e la sequenza improbabile del mio esile equilibrio sulla fune del tempo il respiro silente di ogni primavera salvata prima del sonno della notte c'è il mormorio del bosco la povertà dei monti e degli alberi dalle radici deboli che insegnano i vuoti e le cadute c'è una distesa di cavalli indistinti di fantasmi e luoghi senza caravona di pane. Tra il mio cuore e la voce c'è poesia che è la mia resa intrisa di perdono la mia pietra levigata e scritta dall'amore del vento c'è la mia bocca che indossa stupore di bimba e canta un libro scritto nelle viscere della speranza c'è un fiume che abbraccia gli argini e riposa come collana sulla fronte del sole.
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La poesia ha fatto di me
La poesia ha fatto di me occhi che stringono come tenaglie fotografie e lampi di memoria ha fatto di me la voce arroventata dalla luce delle ombre lingua a strisciare sull' anima stesa a tappeto. Ha fatto di me un posto da inseguire nel sonno, un luogo aspro e selvaggio da setacciare con in mano la falce della luna quando la mia vita si veste con la vita dei mattini che attendo. Ha fatto di me parole come tormento e dono eccessive e scontate come gocce assuefatte da ogni sapore, stanche e vitali ha fatto di me ogni cosa che stringo ogni cosa che voglio ogni cosa che amo fino alla follia di perdermi nel cuore del sole.
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Rugiada
Narrami lo slancio del mattino dopo la notte la goccia di miele che scivola sulle amarezze dei giorni senza storia scuotimi dall’inerzia e dall’oblio cullami con mani colorate da arcobaleno conduci e guidami attraverso stalattiti e rocce.
Narrami che è vero che succede, che gli occhi hanno palpebre che ridono alla brezza che i mondi sognati scavano archi nelle grotte e che si sente il sole ridere dentro al petto.
Dimmi e narrami e non mi sentirò tradita per aver tremato, cantato e amato di poesia. Narrami di me regina di me farfalla che dondola fidandosi delle braccia della Vita parlami del mare che arriva sulle labbra di un cielo che aspetta sarà sentire ancora Amore sarà come bere rugiada che scende fresca dalle ciglia.
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Ti parlerò di me
Ti parlerò di me, delle mie stagioni e del mio tempo di tutto quello che avrei voluto fare e mai ho fatto, dei giorni scuri e di quelli pieni sole. Ti parlerò scavando in fondo alla ricerca di qualcosa da poterti lasciare sempre un petalo di rosa da conservare tra le pagine di un libro di poesie un sorriso tolto con fatica dal mio cuore stanco, ti parlerò degli uomini della mia vita di un padre che ho dovuto perdonare quando era tutto troppo tardi per ricominciare di comete impazzite che hanno sorvolato il mio cielo e di tutti quelli che sono rimasti sempre e che ho ritrovato indenni sopravvisuti al vento dell’oblio ti parlerò... senza stancarmi delle mie nebbie e delle mie foschie delle mie battaglie perse e di tutte quelle che non ho mai avuto il coraggio di iniziare, di ciò che sono dannatamente fragile e forte uguale del mio sentire tutto con questi sensi affinati dal dolore ti parlerò, in silenzio mentre ti guardo per ascoltare solo te che mi trascini morbido sull’anima senza far alcun rumore.
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Gelsomino e tempesta
Ho smarrito il rigore
arreso e mansueto il mio sguardo
si è fatto comodo
lenta e morbida sfoglio i giorni
dagli occhi soffio petali mentre
resto affollata
di bandiere e presagi
colma di farfalle e germogli di parole
che cercano aria, che vogliono terra
so soltanto aprire finestre
mostrare attenzione alle briciole e al sale
mordicchiare il respiro del vento
rannicchiarmi in un istante di tempo
e ancorare i pensieri sul davanzale
capitolarmi tra gli spazi rassegnati
e i conti a venire
so soltanto improvvisare una danza invisibile
che si poggia orizzontale
che si spoglia la polvere
come la brezza leggera del mio mare
che odora di gelsomino e tempesta.
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Dal deserto
Vivo nel deserto che parla il cuore chiude la bocca alle ombre la sabbia mi inonda di parole lontane nel deserto l'abitudine alle lacrime è solo sorriso e gocce disciolte da stupore deserto di lago dove si ode ogni soffrire ed ogni gioia del mondo con il viso disteso espressione marmorea di venere setosa e ombelico ad ascoltare i rumori del vento fuori e dentro il profilo disegnato dalle dune del cielo e la luce che passa la mente si adagia piano inerpicandosi in ogni sentiero, per perdersi in mille rivoli rumorosi, scrosci d'acqua di torrente, ansimante il flusso si fa fiume, discende bagna ogni argine ho ancora mille luoghi mai uditi , mai esplorati e poi soltanto acqua dolcissima che placa ogni arsura. Amore che arriva dal deserto.
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I poeti non temono la morte
I poeti non temono la morte conoscono i segreti dell'esistere derubati dai morsi delle tenebre imparano la vita dalla follia e dal dolore dalla mancanza e dalle assenze dall'oscurità che risucchia i loro passi. I poeti non temono, non temono la morte catturano brandelli di verità sbranati dal vento li ricompongono nella penombra li ricuciono e li assemblano minuscole molecole e scintille invisibili di tessere grezze di sole per ricomporre la benevolenza della strada che conduce all'interezza. I poeti non temono la morte fanno delle loro ceneri fuochi che ardono delle loro rovine pietre incandescenti fiamme bagnate che bruciano per spegnersi nel mare e dentro il mare tornare per vivere.
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Le mie rose
Le mie rose più belle sono quelle che ho salvato dalla morte sono quelle che ho trovato in cima ad alture brulle sbocciate tra oscurità e ombra sciolte e acquietate nel cavo della mia mano le mie rose più belle sono quelle ripulite dalle spine dei giorni dei tormenti petali mescolati all’ acqua del pianto che hanno cancellato i passi della paura le mie rose, sono ancora rime tutte quelle che ancora mi incantano mescolati al mio sangue non piangono rovine cantano terre respirano brividi. Le custodisco per noi un giorno te li sfoglierò guardandoti negli occhi.
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La voce dei poeti
Parlano i poeti parlano e la loro voce è ondulata dalle mani del vento il tono è carezzevole e possente il timbro è forgiato dal rimbombo dei vuoti. Parlano parlano i poeti parlano con suoni fischiati dalle viscere leccati dal sangue delle carcasse dei loro abbandoni. Parlano e troppe volte si chiudono in un silenzio pieno di fragore, colmo di ogni rumore. Questi poeti! Che usano le parole come strade conducono l’anima sulle labbra per un bacio eterno che serri la morte al di là della soglia per tornare nel sangue e nel fremito del loro ombelico tremanti di vita.
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Pioggia
Pioggia
Ho desiderato la pioggia di essere felice senza lacrime bagnata senza tristezza tranquilla senza solitudine ho desiderato essere acqua cadere di pancia sulla terra e sentirne il suo profumo selvaggio sgravarmi dal peso che porta il dolore e sfumarmi come la gioia verso l'alto salire sul sorriso e correre con il vento fermarmi e piantare qualcosa qualsiasi cosa percorrere la memoria e cavalcarla, spronandola al galoppo a percorrere il mondo e di nuovo la vita essere pioggia che si struscia sulle rocce saltare sui fossi per far risuonare la voce e sentire che potrei morire se non posso danzare nuda sotto l'acqua sedermi in perfetto silenzio in mezzo a una tempesta per tornare poi al tepore di una casa fradicia di cielo, colori, terra e pianto.
Giusy Montalbano
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