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Raccolta di poesie di Carlo Rossi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

il giallo e il blu

Il giallo e il blu

 

Uno squillo di tromba 

Risuona nell'aria. Risplende un Sole

Di oro pallido.

Di un giallo acuto ma mai caldo, profondo. 

Influenza la mia anima

E svanisce all'aria 

Come polvere serrata nella mia mano.

Serrata a pugno, per maledire la bestia

Che interrompe giovani vite ignare

Delle colpe dei padri.

E la morte giunge come una signora

Dipinta di blu

Come un cavaliere blu che non concede tregua

Al rimpianto. 

Gocce dorate solcano il viso

Catturate dal suo pallore

Quasi lunare

E in sogno lo vedo precedere

Un'altra Apocalisse

Appena preceduta da gialli squilli di tromba

Mentre io mi angustio

Come uomo del mio tempo

Nella ricerca di verdi prati

A cui mi conduce il mio Signore.  

 

 

 

 

 

 

*

E io chi sono?

E io chi sono?

 

E io di chi sono?

sicuramente sono di questo lago 

che è stata la mia culla

e di queste colline, che mi hanno visto diventare uomo

sicuramente, sono come ogni spiga

di grano che imbiondisce d'estate.

Sono come un figlio del sole

di quel sole che da la vita alla vita

in questo campo davanti a casa tua

che assomiglia a un quadro di Van Gog se 

ci fossero i covoni.

Sono come i pesci guizzanti del mio Lago

quando mi muovo tra le ganasce strette

di una asfissiante burocrazia.

E sono goccia di queste onde

quando vorrei incrociae la terra

e coi rabbuffi portarti allegria.

Sono di questo lago che sembra un mare

a me profugo della terra

briciola in cammino nell'universo.

Sono parte di te

anche se non vuoi ammetterlo

mentre ti respiro accanto.

 

 

*

La luna d’ottobre

La luna d’ottobre

 

Ti pensavo

Ieri sera, e un non ti scordar

Di me annunciava che era la luna piena del cacciatore.

Nel silenzio, la brughiera raccontava attraverso

I suoi fili d’erba. Appena mossi da un brezza lieve

Da est. I miei occhi al cielo anelavano risposte a misteri nascosti

Come la vita del futuro. Attraverso te, il

Tuo profumo che incanta il passaggio mi risveglia. Mentre finisce l’estate

Ancora l’inverno attende. E mi accorgo che vieni da lontano,

dalla fine del mondo. Attraversi l’acqua, raggiungi il porto,

Ora qui avanzano branchi di lupi,

Nella scarsità delle piogge settembrine. Il vento staccava le foglie

Verso l’infinito stellato. Mentre la pace è ancora in letargo.

*

Come la spiga di grano

Come la spiga di grano

 

Sono pronto,

Come i bruchi che fremono per diventare

Farfalle. Colorati arabeschi di aria di cielo

Dai campi di grano dell’Ucraina a qui, dove rosseggia,

Quasi vergognandosi un poco,

Il San Marzano. Ed io mordo ancora terra e vita

Passando da potenti ghiacciai e uomini con le frecce.

E’ tutta colpa della luna del cervo.  Mi ritengo felice,

Come chi ha la fortuna di mantenere in vita il ricordo di essa

Fino alla fine dei suoi giorni. Fin chè posso

Ancora ammirare il campo di grano maturo.

Come la spiga. Il grano è ancora erba, e poi diventerà spiga,

E poi farina,

E poi pane. Questa è la vita.

*

il cuore è morto

Il cuore è morto

 

Il cuore non sente

Lavora, la mente si chiude

Al tempo e nello spazio .

Come la luna vede la stessa faccia

E il sole lambisce sogni di ghiaccio.

Ancora di guerra e’ il tempo. E noi

Che pensavamo di averlo conquistato.

Andando su Marte. Ti trattengo un minuto

Per vederti aprire come una farfalla. E l’aria la solleva.

 Ti porta sul grano maturo, sulle pannocchie che ti circondano

Il capo sollevato, a scrutare se Dio, risponde al cuore.

*

A mia figlia

A mia figlia

 

Vorrei scordarmi del mondo

Per una volta buttarlo

Dietro le spalle

Come il dolore che indosso

Schiavo della tua assenza

Illumino questo tepore nel ricordo

Che mi manca ormai da troppo tempo

Di te e dei tuoi lunghi capelli color rame

Di quelle scarpe che ti aiutai ad indossare

La prima volta

Quando ti alzasti per vedere l’infinito

Da quella terra che ti generò

Vorrei svuotarmi di me stesso

Accoglierti ancora nel mio grembo e ricominciare

Tutto

Nel silenzio di quella sera

Contenta della grazia di Dio.

*

Luna piena

Luna piena

 

La morte ci aspetta

Ed ha il profumo della vita , intenso e leggero

Come il mughetto

Ti ricopre di bianco, il manto colore della neve

Riposa il corpo

In attesa del risveglio alla fine dei tempi

Mi manchi

Come non puo’ diversamente essere

E’ come la nebbia che avvolgeva il lago

Dove si pescavano le anguille.

Vegliava la stella polare

Mentre ancora i pescatori sollevavano il raccolto

Di un tempo abbondante.

Gioventu’ mi chiamava

E tu rispondevi splendente.

Ora fai come la luna

Ti riveli solo quando sei di luna piena

*

Tutto torna

Tutto torna

 

Tutto torna.

E’ incredibile come, dopo una vita passata raminghi,

Tutto torna , indietro, al punto di partenza.

Così le interferenze dell’energia in questi giorni

Nel proporre soluzioni ancorate al luogo

Della mia prima giovinezza.

Forse un uruboro nell’anima, ma con un’ottava superiore,

La consapevolezza di meritare un ritorno

Al porto di partenza. Sicuro approdo

Come per uomini del neolitico

Che vissero qui su palafitte per esportare una

Cultura in tutta Europa.

Uomini di pelle e di capra, uomini che annusavano

L’ignoto e sondavano le profondità dell’anima.

Io torno piccolo e mi rivedo in quelle foto.

Mi ricordano che anch’io

Sono stato da giovane.

*

Autunno

    

Autunno

 

 

 

Parole come quadri

 

Dipingono stati d’animo come terreni gessosi

 

Riposano foglie di vite esauste di tanti regali,

 

Mentre siamo noi due immersi in questa

 

Indomita vendemmia, tempo di raccolte e di frutti

 

Maturi. Ci scalda il sole in questo autunno rosso

 

Parliamo poco,

 

Stiamo soli, stretti stretti, abbarbicati, l’uno all’altro,

 

Come le foglie all’ultimo dei rami

Nell’infinito silenzioso.

*

Nereggia il cielo sul castello

Nereggia il cielo sul castello

 

Nereggia il cielo sopra il castello

M’incontri per la strada del villaggio

In un sabato di settembre.

Fessure nel mio corpo da cui entra

Luce che discende

Da un cielo improbabile.

Quante volte ti ho ascoltato

Mentre da piccolo correvo sfidando le tue biancheggianti onde,

Con quell’impulso di vita non frenabile

Prima di piangere la prima delusione,

Di aver conosciuto i dolori!

E così mi son bevuto gli anni,

 Ma non mi sono arreso senza lottare.

*

Amleto

Amleto

 

Patologia, in mio senso di esclusione

Da te, evanescente

La mia espressione autentica, precarietà di risultati

Affettivi.

Nel mio sentimento di paura di solitudine,

Come in una profezia

Che nasconde i miei valori .

Non sono un istrione, come dice la canzone,

O un commediante con quattro schei de mona

In tasca.

Dubita che le stelle siano fuoco,

Dubita che il sole si muova,

Dubita che la verità sia mentitrice,

Ma non dubitare mai del mio amore.

*

Due punti

Due punti

 

Quante malinconie attraversano l’essere umano:

Come mi hai parlato, come ti sei rivolto a me

Mi hai trattato male con pensiero, mentre non ti accorgi del tempo

Che sta scappando, nuvoloso.

Rasenta il granturco che sta imbiondendo

Il volo delle rondini

In quest’ oggi di bassa pressione

E di pioggia attesa in campagna.

Com’era dolce attraversare il campo di papaveri

In quel maggio odoroso

Rossi come il mio cognome e

Il bisogno di riscossa: siamo due punti nel vuoto immenso.

Uno straneante tramonto avvolge il nostro passeggiare

In questo infinito verde,

Disteso dolcissimo prima della montagna.

E mi rivedo fanciullo , correre tra queste colline,

Guardando l’azzurro, in trepidante attesa del passaggio

Del tempo per adulteggiare.

Ed ora guardo ancora in alto, come un tempo, vagheggiando

L’infinito.

*

Le onde

Le onde

 

Ti ho incontrata per strada

E così

Passo dopo passo abbiamo corso

Nella campagna, superato case fatiscenti

Muri annerite da guerre del cuore

Pensieri e ombre del nostro vagare

Senza spiegazioni

Mano nella mano come si porta

Il calice alla bocca

Per ricevere il Sangue.

In questo orizzonte che ci vede legati

Da soli esploriamo un buio universo

Sentiamo d’appartenerci, in questo buio che ci spaura,

come la vite maritata

All’olmo gli appartiene, sin dagli Etruschi.

In questo tuo dia della patria

Ricordo i  tuoi molti lanciati dagli aerei

Fratelli d’ una inumana riedizione moderna

Dell’olocausto.

Fino a quando sarà ferita la vita?

Per fortuna ci sono le onde a lavare il sangue

*

Alla Madre

 

Alla Madre

 

Luce, insurrezione di malinconica vita

Squarcia d’infinito le scure ali del merlo

Tocca la mia anima col cuore rapito.

Aspetto di rivedere le zagare fiorire

Mantra della mia vita, dalla mia finestra

Protesa nell’azzurro, ascolto la campagna

T’immagino dipinta di luce , qui

Accanto, la mia ombra, malinconica di te.

Ricucisco il mio ventre dal quale scaturiscono sogni.

Si staglia  l’alba della luna

Sui verdi campi di farro.

Ancora adopero la tua coperta. Immagino il tuo corpo.

Il ricordo è l’unico modo che so per incontrarci.

*

Il giorno della memoria

Il giorno della memoria

 

Restano le pietre

A raccontarci di geologie lontane

Durezze che racchiudono poesie

Nel loro formarsi

A volte sfidando gli elementi

Fuoco, aria, acqua, gelo

Non bastano a distribuire nell’infinito

La forza del loro ricordo continua a marcarsi

Oggi a volte solo i cani ne annusano le differenze

L’uomo del mio tempo assomiglia

Ad avvoltoi senza sogni

Mentre all’alba  inciampo  sulle pietre

Andandando al quotidiano lavoro

Libertà mi racconta la pietra

Che fu scagliata nell’infinito

Muta risuona cadendo al suolo

Mentre la sua energia ci racconta di sogni

Che la mente ha sopito.

*

Come la rugiada al mattino

Come la rugiada al mattino

 

Non capisco dove sta

Il problema oggi

Non riesco a cogliere sfumature

O bagliori di luce luminosa

In questa confusa corrida di pensieri

Che si attardano ad inseguire il sole

Al mattino.

Restano appesi come rugiada prima che si scaldi

L’aria.

Oggi interviene una debolezza sul futuro

A cogliermi impreparato a rispondere

A giovanili domande.

Ti sento e non provo che gioia

Ma il cuore debole non affronta ancora

Una notte di contrafforti e rumori selvaggi

Come di stridore di continenti in lotta.

Mi sento in pace con l’altissimo

Provo a darti speranze per domani

In attesa del risveglio.

*

Acqua santa

Acqua santa  

 

Al termine della notte,

Ho sussurrato il tuo nome

Mentre sul mio petto le tue chiome

Mi sfioravano come lame.

Con le mie ossa ormai corrotte

Perseguo invano

Il vento dei ricordi,

Come quel giorno sull’altopiano.

E mentre risorgi,

Toccata dal sole dell’aurora,

Affiora la mia anima

E ancora, e ancora, ti adora.

Un soffio il tuo respiro accoglie

Le onde del mio lago

I tuoi pensieri di moglie.

Quest’acqua benedetta li scioglie.

*

Di cielo e stupore

Di cielo e stupore

 

Vestiti

Di cielo e stupore

In questa giornata di lago

Burrasca autunnale

Raccogli le tue stanchezze

Dell’oggi, riflesso umano di debolezze

Vestiti con queste onde

Che ti parlano con la voce dell’azzurro

Un azzurro Madonna inonda l’anima

Meravigliante per questi regali

Gioisce il corpo afflitto dall’oggi

Mentre il fuoco crepitando al camino

Crea magie di riposo nella tua casa

L’acqua celestina riporta all’antico

Quando le macchine erano cavalli

E i pochi braccianti schiavi della dura terra

Che lasciavano a San Martino

Noi viviamo un altro tempo

Ma i nostri piedi sono sempre trepidi

Al calar della sera.

Piena e’ questa luna d’autunno

Sole della notte di settembre.

Ti tocca un raggio che pare mandato dal lago

Un sorriso attraversa

Dolcemente il viso per spegnersi nel

Tuo mare

*

Beyrouth

Beyrouth

 

Ti ho conosciuto nella gioia di una pace

Rara come l’acqua del deserto

Bella come la tua gente felice

Di attraversare le strade di normalità.

Affascinante come poche lune al mondo

Aspettavi quei momenti di dialogo

Tra vino, arak e musica

Mentre nelle moschee la guerra santa non mordeva

Ti ho conosciuto bella e spietata

Nei ricordi di antiche lacerazioni

In una Hamra felice di gioire

Mentre servivano a Ghazir il kebab

Che ho capito cosa essere, li.

Ti ho amato subito come terra mia

Come gente dal grande cuore accogliente

Mentre ora piango la tua gente

All’ombra dei templi romani.

Fa paura, domani

Mentre il nostro Dio accoglie

Lo spirito di umani

Partiti dal mondo di Bacco

E tornati anche cristiani.

Speriamo non siano israeliani.

*

La luna e il fado

La luna e il fado

 

La luna portoghese splendeva ieri sera

In riva al fiume

Brillava il tuo viso argentino

Di un sorriso gioioso

Cercavi di stare con me

In una improbabile serata estiva

Carica d’umidità

Non mi piace l’estate sul lago

Preferisco l’autunno fresco

E i suoi colori, il respiro prima del riposo invernale.

Molte volte mi hai gridato il tuo dolore

La tua delusione per un sogno infranto

Ma forse sta cambiando qualcosa

Il sogno si rinnova , forse anche

Grazie alla casa nuova

Energie felici ritornano sopite dalle collere

Di rose senza petali, solo con spine, nel cuore

Vendette lasciano il posto all’aprirsi del tuo sorriso

Argentino

Impreziosito dal riflesso di luna

E’ bello sognare di tornare felici.

Non è impossibile.

*

Cammino in fiore

Cammino in fiore

 

La mia donna è un cammino in fiore

A fianco del mio cuore

Inonda con parole d’amore

Una vita di cui è coautore.

Ritorna il sentimento d’ardore

Ritrovato , perduto ,   nel  tremore

Di questa vita di sordo rumore

Attraversata da banale rancore

E’ indubbio il suo candido amore

Quando mi parla aiuta il mio passo

Una piuma, mi accarezza spesso,

Ritrovo un nuovo candore

In una vita battuta ad un ritmo complesso.

Una parola, un concetto sommesso

Vivo in silenzio, distante dal chiasso

E quasi dica cose come avendo in se’ fortezza

Il mio cuore spento puo’ guarire

Persino quando sono in gran tormento

Aiuta a chetare il mio lamento.

*

Rosa di Maggio

Rosa di maggio

 

Come una rosa si rialza dopo la pioggia

L’animo mio rompe il silenzio

Troppi muri ho visto infranti

Troppo sacro ho visto svanire.

In questo mattino di maggio

Risorge il profumo di spezzato coraggio

Trasmuto in te come nella qaballah cristiana

In questo ritrovo che si chiama Lago

Rivedo il divino,  giocando con le lettere

Dove non c’ era piu’ la terra

E le tue mani a seminare

Per contenere cielo e terra.

Acqua pura e cheta, dolcissima e tempestosa

A te ritorno

Sublime dono di superiori energie

Amica di giorni di vita

D’amori che durano per sempre

Nel nome del Padre.

*

Il campo di grano

Il campo di grano

 

Il mio cuore è un campo di grano

In inverno.

In attesa che il cielo lo riempia

Di frutto d’amore, in attesa di te

Come nuvole che volano sull’orizzonte

E’ la mia vita. In inverno soffro la tua assenza

Ti desidero come puo’ una vigna desiderare che maturi

Il suo grappolo d’uva.

Mi aggrappo alla voce del lago, che ancora

Mi da calma e coraggio.

Ho voglia di te, di ascoltare le tue storie

Di assaporare la tua vita

Di figlia che voli coi gabbiani

In questo lago immenso, in queste lacrime

Che ti desiderano

Ogni giorno che passa .

*

Il tango delle foglie

Il tango delle foglie

 

Sembrava volessero ballare

Un tango indiavolato, ritmato

Da folate di una piccola bora

Insistente tuttavia

Nel far correre le foglie, tra la strada

E il cielo.

Così quando il vento respira

E si ferma nella sua lunga e folle corsa

S’adagiano le foglie, come in un abbraccio

D’amore. Sentivo questo dono mentre percorrevo ieri

Il ritorno nella sera ventosa.

Immaginando il sapore della neve

Che giungeva dalla cima dell’Adamello, come quelle volte,

Da ragazzo.

Ti aspetto qui , all’ingresso di casa, per sciogliere i grumi

Di questa giornata, come un papa all’Angelus aspetta l’applauso della gente.

Così aspetto il tuo fuoco stasera.

Mentre tutto sfuma, come la neve.

Il lago ancora ci unisce.

Il mare un tempo ti condusse qui.

E come mari erano i tuoi occhi, nei quali mi confusi

Mi sorprese il grido del tuo cuore.

Amore.

*

Ode all’avvenire

Ode all’avvenire

 

Finisce il giorno

Con le nostre vite

E tu racconti ancora di sogni

Come di vestiti

Con scarpe brillanti ed alla moda

Tratti di pensieri, orizzonti nelle parole

Che sanno di brodo d’un tempo

Colori rottami d’aurore trafelate

Asciugate dal rumore di lacrime

Interiori

Mentre faticava l’onda ad entrare in spiaggia

E il riposo si tramutava in stridore

Mite è il tuo tempo dell’oggi

Adornato di frutti del lavoro dei campi

Tì trovo come il contadino

Curvo a potare la vigna

Felice d’intravvedere il raccolto

Anche in questo inverno

Tra le rive del lago

Ammantato di sogno

Culli questa dolcezza

Nell’avvenire radioso.

*

La felicità

La felicità

 

Cos’è necessario se non la felicità

Come un vento fresco che ravviva

La stanchezza del volto assorto

In un albero curvo e distante,

In uno spazio tra ripiani d’inseminata

Vita; questo volto attende l’accoglienza per vivere di nuovo

Simile a quell’onda in attesa dell’esito del vento:

Se sarà scirocco, s’innalzerà fino al cielo,

Per toccare i cormorani

E il loro volo.

Come quando m’innamorai di te.

Rivendica la felicità che gli spetta

Mentre ti sfioro come fossi violino, come

Un suonatore di periferia.

Amo la prosa della tua spontaneità

E ti sfioro nella notte mentre tu

Come corda di violino

Risuoni infinito.

*

Il vento alla sera

Il vento alla sera

 

Vorrei che non finisse mai,

Che diventasse come un inscioglibile vizio

Questa vita vissuta, così aspra e forte

Vorrei, anche se limita l’orizzonte

Un vento che non si puo’ fermare

Con mani umane.

Così tu che discendi in me

Vizio ineguagliabile

Di vivere non sulla luna

O appollaiato su un albero.

No voglio, non desidero pianificare sicurezze

Per il domani, senza pensare,

Senza posti già prenotati al ristorante,

Per noi due,

Al ristorante della morte,

Dove un posto non si nega a nessuno.

E non ti puoi portare il vino da casa.

Da sempre cerco la gentilezza in questa terra

Mentre fili spinati circondano il nostro cuore.

Da sempre l'uomo accarezza la morte,

gioca con muri fatti di spine, creati da barbari.

E ti vedo vicina, scommessa d'amore

Come il capo di Cristo piagato dalle spine.

Dio mio non mi abbandonare.

Ti vedo vestita di luce e bagliori,

Lieve nel tuo mattutino passo,

Galoppante al pomeriggio prima della

Sera.

Finchè tu resti, a me si cara sarai sempre

O sera.

 

*

Mentre la terra si spegne

Mentre la terra si spegne

 

Anche se non parli, ti ascolto.

Presa come sei, come siamo ormai, dal gorgo

Di un avvitato pensiero. Il nostro.

Sostengo da tempo una impalcatura

Che si poggia su rimembranze.

Assenti in quest’oggi.

Predominano, colori assordanti, piu’ simili a ululati

Come quelli di gatti alla luna.

Sola, mi custodisce, la fe’.

Quella dei semplici, e vivo, il crocifisso

Di scelte adulte.

Ascolto il tuo sorriso.

Si posa in me questo, un sussurro di luce.

Alle mie mani, piano piano insegna,

Invecchiano, diventano come legno

D’ulivo. Del mio ulivo del Garda.

Soggiorno ancora nel tuo stanco corpo

Ancora sollecito a giovanili baldanze, respiro attratto

Da slanci solidali. Lo vivo come un dono,

Un regalo di compleanno,

Mentre la terra spegne il gioco del tempo.

*

I tuoi occhi mi scrutano

I tuoi occhi mi scrutano

 

Villeggio così in questo dorato autunno,

Alle falde del tuo amore, senza

Voler nascondermi ai tuoi occhi

Che mi scrutano  l’anima.

Sordo al frastuono del mondo

Che circonda il mio essere

Sollevato come dal vento, fermo

Sospeso quasi fosse un miracolo

Ad aspettare che l’aria gonfi il temporale

Per godere di quest’acqua inaspettata.

Così ti ritrovo

Alla base di queste colline meravigliose

Impreziosite dall’uva e dal granturco e

Mite ti so, Castelnuovo,

Terra generosa d’uomini gentili.

Per ogni lato la campagna entra

Nel mio cuore devastato da cittadini stridori

E incanta la nostra casa

Meravigliandoci ancora.

*

La Fuga

La Fuga

 

E se fossi davvero mia moglie?

Una galassia di stelle nel caffè

Di stamattina

Così ti ho visto, come un’apertura

Sull’infinito. Come l’irragiungibile

Orizzonte fugge dal suo compiersi,

Così con te, mille profumi di zagare e

Gelsomino, intenso sapore di the alla menta

Affido i miei fallimenti di uomo

A questo mare

Che mi ritorna felicità, come l’assetato

Che assapora l’acqua fredda. E tu sai

Quanto io mi senta uomo del nord.

Prima del verso libero, prima di entrare

In casa, mi abbraccio al ricordo di te

Al tempo che mi è oggi mancato

Questioni che appartengono all’oggi

A prima di aprire la porta.

Rimane sulla parete l’eco del tuo sorriso.

E il tuo odore come profumo del mondo.

Un mondo dal quale sempre piu’

Voglio fuggire.

*

Come un uccello il mio amore

Come un uccello il mio amore

 

Abbaia il cane alla luna, mentre il suo compagno

Si ridesta splendente

Un abbaiare che non produce frutto

Se non sui miei sogni

Mentre la tua lingua di smeraldo

Garrisce per il sole d’autunno.

Io sono un sospiro

Come la tenda che s’apre per far entrare

Il sole

Similmente alle bollicine di champagne

Che s’attivano allo scomparir della schiuma

Che come onda del mare sulla battigia s’acheta.

Il mio amore è un uccello

Al laccio non lo prendi

Solo nel sogno l’incontri, come oggi

Svegliato dal cane.

Fino all’alba ti ho sognato.

Compagna di infinite corse

Nel nostro lago.

*

Regina di cuori

Regina di cuori

 

La luna sognava di toccare il sole

Nel tramonto straneante di ieri

E l’astro del mattino si tuffava nel lago

Felice di aver incontrato l’anima sua

Mentre il giardino d’ortensie

Regalava azzurro al tuo viso

Una luna appena nascosta da nuvole

Come fossero capelli neri

Di una regina di cuori

Sentivo profumo di muschio intorno

Mentre me ne andavo e

Per una volta

Senza sapere dove, seguendo il vento

Come un nomade fa con la sua carovana.

Tutto è il vento oggi

Libera pensieri leggieri, fatti di memoria, fatti

Di ieri

E sogno la mia terra prima che i miei capelli

Diventino argentei, come le piccole onde

Di questo immenso lago.

A te io ritorno per sentire ancora

L’eco della tua voce.

*

Come le barche dei pescatori

Come le barche dei pescatori

 

L’uva sale avvinghiata al faggio, come l’antico

Albero della vite

Stiamo assorti dentro questo tramonto

Mentre ancora la nostra barca cerca di passare

Sull’altra riva del lago.

Molte volte le nostre reti sono rimaste vuote

Ti mostri quasi dormiente, e la vita

Nostra è come queste reti

Adagiate a riposare sulla banchina

Qui a Peschiera

Mentre il Lago riflette i nostri dubbi

E le piccole onde rotolano leggiere

Tra le sfumature del tramonto

Intrecciate di rosa e limoni

Si canta soltanto il nostro amore

Per una volta

Nel coro della cattedrale che tu

Chiami vita ed io impegno

Ma che vuol dire la stessa cosa

Per entrambi.

Come la barca stanca di remare alla sera

Rientriamo a casa per festeggiare

Ancora siamo uniti

In questo porto

In questo lago che pare un mare

*

Il brodo di gallina

Il brodo di gallina

 

L’antico profumo del brodo di gallina

Arieggiava in tutto il paese stamattina

Ricordava mia nonna e la sua osteria

Tempi passati ormai andati via

Un brodo per l’anima, caldo come il tuo amore

In questo primo giorno dove ritorna il rossore.

Un lampo rimanda a settembre,

Un trionfante candore scende dalle finestre

Dove prepari le tue minestre

Un bizzarro profumo di farro, legumi ed agrumi

Dalla tua cucina nell’aria mattutina

In bocca cantava l’acquolina

E ogni parola canta la gioia

In questo mondo che spesso m’annoia

Una giornata pacata, che sul lago s’è adagiata

Oggi ritorna questo sapore

Che mi rimanda all’ottocento splendore

Grazie al brodo di gallina

Che mi rende felice come prima!  

*

A Demetra

A Demetra

 

L’affetto che ho cercato

A me non viene naturale. E’come

Se la fermentazione ad un certo punto

Non si tramutasse in vino.

Eppure , tutto sono meno che acidità , volatile..

A volte mi scopro assorto

A scoprire le mille sfumature

Del viso di questo piccolo nuovo arrivato.

Questo gattino di compagnia, striato.

Di dolcezza s’illumina il volto

E mi ritempra l’animo dal quotidiano,

Dove non sopporto piu‘ alcun sguardo umano

Tranne il tuo, Demetra, bella di chiome.

Mi piaci ancora, come il Sole puo’ piacere alla Terra,

Che riscalda d’amore

E di velluto attutisci il dolore.

Così voglio ricordarti al mio cammino,

Mentre credo che la morte non abbia tempo.

Come il gattino fugge subito, in mille indemoniate

Corse, assetate di curiosità: da respiro alla casa, adorate

Note leggere, che colmano il ventre del mio albero,

Di melograni, fichi, gelsi e arance appassionate.    

*

Gentilezza

Gentilezza

 

Ero vicino alla riva del lago;

In quel tratto l’acqua e le piccole onde

Placide toccano i rami

Del salice piangente, quasi come per voler

Parlarsi, in uno scambio d’energia sottile, dall’acqua alla pianta.

Così il calore di questa visione,

Come sole, ha sciolto la cera

Che induriva il mio cuore. Quella sera.

A quella vista

È’ rinato il tuo splendore.

Con un gesto gentile e

Lieve l’onda s’innamora del salice.

Ha riscaldato il mio animo ricordando la visione

Di tutte quelle cortesie per noi stessi, che ieri

Parevano sopirsi, addormentate dall’aria del nord.

Se ti amo è per trattarti con rispetto.

E il senso del tuo amore che riempie

Le mie righe. Vorrei esser ancora piu’

Poeta per scoprire tutte

Le tue ricchezze, come nel mattutino

Seguente ai sogni.

Non finirò mai di ringraziarti per questo.

Ogni giorno accoglie le mie difficili

Reazioni che tu chiami umane.

Ho ancora sete nei nostri sguardi.

*

Sensazioni estive

Sensazioni estive

 

Dolcezza dei limoni che attraversa

Un’aria sospesa di riorganizzazione del pensiero

Mi arriva l’ossigeno da questo tuo pino

Secolare

Accarezza il mio corpo come se fosse

Un’autostrada per il tempo

Un ponte tra l’infinito e la terra

Respira la tua casa, tra gerbere d’amore

Che soffrono il caldo afoso di sere sospese.

Anche le cicale hanno smesso di cantare.

Mentre tutto intorno e’ silenzio

Ne s’ode lo stridore dei denti

Di coloro che aspettano finalmente

D’essere felici.

La pannocchia ancora, lentamente, matura

Imbiondisce la terra, che nasce di nuovo

Ricordo di Castelnuovo, terra gentile

Vestigia di una dimora alla quale sempre

Anelo il ritorno, alla mia terra.

Rivedo la mia giovinezza sul lago,

Rivedo Peschiera, bello e forte arnese,

Rivedo mia nonna all’osteria

Mia madre che piegava lenzuola di cotone antico

Risento le giovanili grida di noi come rondini

Ansiose di sfidare il cielo.

Rivedo anche i miei errori, che mi sono costati molto

Per la libertà dell’essere.

Io, come fango del mondo, abbandonato in

Questo Paradiso, rinnovo il nostro patto

T’incontro in ogni filo d’erba

Mentre imbiondisce la mia terra

 

*

La giornata della morte

La giornata della morte

 

Mi sei passata accanto in questo giorno d’estate

Diverse volte

Mi hai ricordato amici e compagni quotidiani

Zii e nonni che, come me, hanno camminato

La terra

Mi hai ricordato di parole come solidarietà,

Come pace, accoglienza.

In pancia di questa assente modernità

Scie blasfeme di moto d’acqua

Mentre muore anche il pianeta

Soffocato da noi stessi

E così mi ritorna alle labbra

Mentre mi risveglio umido di sudore

Una parola che mai muore, mamma.

Mi dispiace che casa mia non sia

Piu’ così accogliente

Mi dispiace non avere i dieci euro

Per portarti un fiore

Mi dispiace di questa gente

Che sono molti di noi padri

Dell’arrogante ignoranza di questi toni

Chissà se ci incontreremo di nuovo

Mamma, liberi da questo caos

Che chiamiamo vita.  

*

Magia

Magia

 

Le parole che rianimano sono magia,

Ritornano, come le onde sulla battigia,

Come questo piccolo gatto alla scoperta del mondo

Ridimensiono la pozione di questi giorni,

Condita senza quello che ti darei

Se fossi appena un po’ piu’ giovane.

Cipolle di Tropea, aglio, basilico. Verde.

Sembriamo a volte come ladri di vita

Quando vogliamo tornare su sentieri felici, ma

Non ci servono fiammiferi, per camminare il buio.

Solo tenerci per mano, mano nella mano, ritrovarci

Qui, accanto al nostro lago, mentre

Ancora una volta la notte è calda e fluida

E ti scopre cogliendo l’amato basilico.

Allora il miracolo. Si riempie il cuore, di pane, basilico e formaggio.

Il cielo spegne le nubi.

Ancora molti sono i misteri ignoti al nostro animo.

Come quelli percorsi insieme in  Patagonia, sepolti dalla terra dei secoli.

Mi danzi, accanto, piu’ che camminare. E

Cerchi sempre la luce, come il girasole.

Vorrei ritornare al quel primo giorno in ottobre, quando

La luna splendeva come un girasole,

E il tuo viso assomiglia all’astro di Dio

Mentre andavamo a trovare il cielo.

Riprendiamo il cammino.

 

*

Ancora il mattino ha il tuo sorriso

Ancora il mattino ha il tuo sorriso.

 

Quella sera.

Al mare, ho rivisto te,

In un gesto di tenerezza che immaginavo rapito.

Invece eri tu,

A venirmi accanto di nuovo,

Senza vento e mentre solitaria era la mia notte;

Come da molte notti ormai.

Ondivago nello spazio dove appena terra e luna

S’incontrano.

Cedendo colore, chiedendo amore.

Sei la porta del vento, non sei

Uno spaventapasseri, ma scheletro del mare, e

Odore del mare è il tuo profumo

Che espandi anche qui, vicino,

In questo mare d’acqua dolce

Che viviamo sul cuscino.

In quel campo infinito ed immenso

Ci ha incontrato l’amore.

Ero come di neve, freddo che tu hai fatto sciogliere.

Il suolo della mia terra mi ha assorbito.

Ritorno, verso il sole.

Ancora il mattino ha il tuo sorriso.

 

*

Se l’acqua morisse

Se l’acqua morisse

 

E se morisse l’acqua, in

Questo mare, che diventerebbe autostrada per i migranti;

Se morisse anche il lago,

Questi uomini, non avrebbero nemmeno

Il vino, un incontro,

Una parola d’amore, una lacrima

Esaurtita, senza l’acqua del perdono

Uomini di ghiaccio, sciolti come erba spogliata.

Migranti di suoli inquinati.

Ma va bene a qualcuno,

Amico del caos,

Di scenari senza vita

Dalla Libia all’America, in un mondo piccolo,

Che ci sta anche nella tua tasca, oramai,

E che ti sorride, figlia,  mentre apri

La tua  finestra, fra fiori di limoni e gelsomini.

Sorridi, mentre il vento ti chiede chi sei.

E tu rimani, con gli occhi fissi nel buio,

Ad ascoltare la parola del tuo amato lago.

Ancora risuona il canto delle onde:

Al tramonto l'acqua non è ancora morta.

 

*

Come acqua le tue parole

Come acqua le tue parole

 

Vino, colore del lago,

Nell’incendio del tramonto

Dove il porpora lascia cantare il rosa

E il profumo di mughetto,

Ti cambia il marzapane.

Soffia il tuo perdono, accarezza

Le mie mani

Di povero pescatore, colpevoli, per aver sottratto

I tuoi figli da questi gabbiani

E dalla tua mano tesa; accarezzava il cielo questo

Vino. Il miracolo avviene nel bicchiere,

Dove la porpora si cambia in viola,

Mentre dicevi di conoscermi

E mi afferravi con le mani di un minatore,

In lotta dissodare la terra, nuda,

E per uscire dal documento dell’isolamento.

Il passero gioiva nel vento

E così io sono

Mentre passo accanto alla torre

Mentre rivolgo il pensiero a Dio

O a te, passero del mio amore.

Il tuo cinguettio

Parole per la mia anima.

Il mio corpo si fa come l’acqua

Di questo lago.

*

E poi si accende la gioia

E poi si accende la gioia

 

La bellezza è come la verità,

Silenziosa, non urla, non scalcia in bocca,

Un retrogusto minerale, che pulisce anche

Le increspature calcaree piu’ dure,

Quelle che il tempo a fatica smussa

Dentro di noi.

E poi si accende ancora la gioia

Che si lascia sfogliare, di cui,

A poco a poco,

Non faresti mai a meno.

E come, a questo punto, come quella volta,

Era il venticinque di aprile,

La gioia della libertà

Di ritrovarsi ad amarsi.

Ripetizione voluta, alla faccia di chi mi chiede

Le rime, come quella volta,

Con il tuo infinito silenzio.

Albeggiava, ricordo, mentre

Stavamo, forse, per lasciarci.

*

Di luna calante

Di luna calante

 

Addormentata sulla luna come in un letto,

Calante altalena di sogni passeggeri

Di chi non ha parenti, come me,

E ti vede così in alto

Da perdermi come l’Orlando

Alla ricerca dell’incontro con la tua

Mano.

Solo il pensiero si fa ferita, di non incontrarti

In questo viaggio.

Luna pungente che appari dopo la burrasca

Mentre il mio lago piange le tue onde

Devastante forza a memoria del tuo sacro

Raccolgo frammenti di forza ancora vivi

Che spingono il verde delle colline

E un nuovo mare

Dove siede il mio animo

Ancora trasognato nel verde dei campi

Che circondano la nostra casa.

E non è colpa del lago ma della tua forza di luna,

Se anche il mio animo s’assopisce in un ricordo

Che il denaro non corrode.

Io ti darei anche quello che non ho

Per correre con la tua mano tra le verdi onde

Di queste colline incantate

Dove la luna calante ammonisce

Il nostro delirante progresso.

Indovina chi viene a casa felice dalla collina,

Giovinezza scende e mi aiuta a guarire

*

Ombra sulla luna

Ombra sulla luna

 

E quando finisce d’ondeggiare il sole

Divento di questo lago che poi si fa mare

E si fa fiume prima di andare

Nella pianura accogliente, il segreto del nostro amore.

Così, ritorno, io, tra depressione ed esaltazione;

Legato con i fili d’erba che dalle colline

Salgono alla montagna, come raggi di sole tra stelle

In una rete d’infinito.

Come un mughetto che sembra muovere gli occhi

Al suo risveglio e vede il movimento azzurro, grande Lago,

Delle tue acque, dove ritrovo la voce e la forza dei miei morti.

E in questa voce che risuona vecchiezza  trovo il canto

Di quel mediterraneo all’alba,

Che squarcia di luce il buio di cui noi tutti siamo vestiti.

E mi consolo parlando di te,

Rivolto a questa farfalla,

Anche se non ci sei, sulla via del sogno,

Ombra proiettata sulla luna,

Luce che mi ricorda la nostra vita.

*

Sei la mia piccola goccia

Sei la mia piccola goccia

 

Goccia cade sopra il giardino.

Una dopo l’altra; rinascono emozioni

Sopite nel verde di questo prato

Un po’ logoro, attraversato

Dalla gioia dei tuoi passi

Che, nudi, scivolano tra l’erba

E mi fanno sentire come colui che ha messo nella buca

Il talento che non era il suo.

E mentre il vestito tuo si faceva di pioggia

Io cercavo di non lasciarmi sottrarre

Anche quello che non ho.

Così, mi sostengo al crocefisso

Generoso verso le nostre colline

Di Castelnuovo,

Verdi come la linfa di una giovane donna

Che sogna l’eterno.

E quando vieni a visitarmi,

Seppure in sogno molte volte ormai,

Amata figlia,

Sei come il vino buono che scaccia le tristezze.

E rinasco al bagliore del lampo

Dopo una guerra vinta

Con la notte.

*

La croce di fuoco

La croce di fuoco

 

Non so se l’amore vincerà per sempre.

Questo azzurro Madonna che

Vedo nel tuo colore,

Grande lago

M’interroga sul destino

Di richiesta d’aiuto in questo momento

Di vuoto dell’anima.

A Te le mie mani

Così che dal mio deserto risplendano i fiori.

Hai mai visto rifiorire il deserto?

Ero cieco e mi hai toccato l’anima,

Avevo sete

E non trovavo piu’ acqua.

Le mie mani erano bucate, ma non dai tuoi chiodi.

Ricordi di chi mi aveva amato,

Trapassati nell’increspatura delle onde

Del tuo infinito azzurro, lago.

Non vedo piu’ nulla in questo deserto.

E forse è un bene.

Prima che rifiorisca non voglio piu’

Sentire dolore.

*

La Delusione

La delusione

 

Vorrei levigare la tua delusione

Sino a farla sopraffare dalla forza dell’onda

E per questo prego i signori

Che governano le acque

Dispensando la giusta benedizione

Per soccorrere il sofferente in Dio,

Per la limpidezza del nostro esserci

Ancora .

Insieme a quest’onda  la regina dei mari,

Per difenderci dalla delusione

Che non vuole togliere le impurità

Rimastre dentro,

Mentre penso tanto al futuro,

Bloccato nelle mie umane incapacità

Di comprendere la tua delusione, sino in fondo.

E per questo ti chiedo scusa.

Ma quando sarà tutto al suo posto,

Prego di ritrovare in noi

La forza di cancellare questo debito

Che porto con te.

E ogni giorno mi rendo conto

Che sto invecchiando, lasciando andare alla terra

Foglie secche, fiori, rami secchi, tutto quello che più non serve.

E’ un dono alla madre, tutti i pesi

Che stiamo portando, li potremo donare alla madre

E farli diventare germogli. Vorrei diventare nuovo seme.

Per un nuovo noi.

*

E’ sufficiente

E’sufficiente

 

Con gli occhi della neve,

Sorrido a questo nuovo inizio,

In una coda invernale sorprendente

Straneante in  primavera,

Offerto dal lago ai miei pensieri.

Mi ricorda il bianco del corredo da sposa

Di mia madre, questo bianco in su la cima,

Ripiegato perfettamente nel baule,

Risultato dell’eredità di mondi in via di scomparsa.

Lontani da qui,

Da questo lago che riflette la cima innevata come se fosse

Un Papa benedicente, con il sui candido zucchetto.

Si disperde l’animo mio

Mentre un filo dei tuoi capelli

Piu’ tagliente dell’acciaio

Spezza le catene di oggi.

E se tornassi indietro un solo giorno

Vorrei tornare all’inizio,

Ad abbracciarti tutte le notti,

A raccontarti i segreti della mia anima,

Come un filo penzolante

Fra i rami della tua bellezza.

E scopro ancora che mi basta rimanere

Abbracciato a questa terra

Al tuo amore

Che appare e scompare.

Come la neve. E’ sufficiente, per amare di nuovo

*

Tra vecchio e nuovo

Tra vecchio e nuovo

 

Confondo oggi con ieri

mi innalzo di pensieri

questa bandiera di rigogliose viole

mi sento come in una illusione

sempre piu’ complicato capirsi

dietro ai sorrisi

nascondo il rabbuio

di questi giorni tesi

e nelle mie mani non trovo niente

solo una indecifrabile vecchiaia.

Evaderei nella nebbia

per tornare a respirare

tutto mi complica la vita

in questo improbabile esistere.

I miei occhi vedono solo la memoria.

Nella confusione di questa notte

inciampo tra parole

che cercano il nuovo

tra l’antico.

*

Infinito silenzioso

Infinito silenzioso

 

Il mio silenzio vicino a te

E’ come quello dell’infinito

Silenzio riempito da stelle

Che vibrano con membrane d’amore

Sorride mentre lo guarda

Anche il pescatore dalla sua barca

Mentre di notte si reca al lavoro

Come un barista di pianoba.r

Note confuse dalla sua barca

Salgono al cielo dipinto dal buio

Sfumato, come in penombra, sto

A giocarmi il posto migliore  con il gatto

Che non ne vuole sapere nell’indolenza sua felina

Di attivare energie  inutilmente protese

Nel quotidiano fare.

Ieri ti ho vista ancora esplorare

Il  tuo vero, un intimo desiderio di toccarmi.

Ma io a volte rimango come senza speranza

Rivolto al tramonto di questa mia vita

Assalito quasi dai molti che ho conosciuto

E che l’anno già lasciata. Come se la mia umanità

Non appartenesse a nessuno.

In questo passa il mio novecento

E si tramuta in soffio anche il suo vento,

Appena percepito

Da questo gatto immobile,

Riottoso di lasciare a me il suo bel posto e

Rimango così , meravigliato da questo aspetto

Di ricerca d’equilibrio, intimità che anche tu forse desideri,

Forse con nostalgica bramosia dei nostri primi incontri.

Di quell’energia che io vorrei riprovare,  ed ancora ed ancora,

Vorrei che la distanza tra noi si riducesse a niente

Ad un soffio impalpabile, per annullare i rancori,

Tra di noi. Nel silenzioso infinito.

 

*

Primavera

Primavera

 

Anche un pesce di profondità

È sensibile alla luce

Seppur fioca

Che nelle profondità dell’animo umano

Come anche nel mio

Si ritrova

Nel silenzio della campagna

Non ti scordar di me

Di questi occhi verdi

Come l’erba di primavera

*

Pescatori di Lavarelli

Pescatori di lavarelli

 

Tu che mi dici amore

Sai come di terramara,

Di vendemmia finita

Di esauste vigne

Attese in preghiera dal Signore

Setaccia la vita

Ogni giorno il nostro coraggio

Per seminare vento

Nel solco del campo di foraggio

Mi sento a volte guizzante come il lavarello

Che popola questa nostra casa e nuota nel tuo seno

Il lago!

Ed e’ questo lago

Che avanza in questa pagina

Quando le preoccupazioni conquistano

Il nostro cuore

Mi stanca l’attesa

Lo so che a volte sono come un’isola

Fatta di rocce e basalti

Il fuoco mi crea

E mi distrugge

Sali sulla barca e tira con me

I pesci.

*

A poco a poco

A poco a poco
 
pian piano, a poco a poco
stai uscendo dalla mia vita
che era anche tua
questa e' la tua decisione che sento
e che rispetto
non voglio fermare niente
solo il ricordo di quanto c'è stato di bello
come dormire insieme, cercarsi
amarsi prima noi di tutto
ora
non riconosco piu' niente
se non il pianto
che mi accompagna ormai in ogni
solitaria sera
che mi ricorda l'eterno
riposo con chi mi ha voluto
veramente bene.
E in questo sconfinato mare
che racchiude il mio corpo
e il ricordo delle tue feroci
parole
prima del lavoro
e diventi come polvere da sparo
quando si parla dei figli
i tuoi
io
sto alla finestra
come un gatto che immagina il mondo
se non fosse per Maria
il mio giorno non sarebbe
piu' creato.

*

Una tazza di te’

Una tazza di te’

 

Mi fa male il cuore

Vedere passare il tempo come

In una prigione

Non sento ne vedo amore

Come onde del mare

Che si rincorrono quasi

La spiaggia fosse

Un lago di luce

Che oggi è spenta dentro di me

Questa luce lucente

Ferita da troppi se io

E non mi sento neanche un cavaliere

Della collina santa

Piuttosto un fantasma della reazione

Piccolo borghese

Di un tempo.

Se tu non fossi compagna

Nella mia stanzetta azzurra

Forse ti avrei scelto comunque

Compagna di un viaggio come questo

Di sola andata

E sto piangendo dentro di me

Mentre rido per ostentare i

Miei denti mozzati

Anche se sono stanco

Di salire verso di te e il tuo orgoglio.

Mi fa male il cuore

Non sentire il canto dei tuoi passi

A me accanto.

Il tuo passo è così dolce

Che porterebbe una tazza di té

Senza versarlo.

Non ho piu' il cuore.

*

Riflessi di lago

Riflessi di  lago

 

Accendono i miei passi

Dolci riflessi di lago, scivolano su timide

Onde che parlano come voci al cuore.

Amiche di giovani stagioni.

Riflessi di lago appartengono a molti cammini. In albe e tramonti.  

Ormai, esposti in un verso sognante, d’armonico calore.

Dalla montagna s’infrange sul volto un bellissimo freddo vento.

Accarezza i nostri complessi pensieri. E ci trova

Intrecciati come inscindibili, questo vento,

Reti di gardesani da nodi unite dalle loro mani.

E ci vediamo così riflessi nelle tue acque pescose,

Che abbondanti appartengono alla terra.

Riflessi di rose

All’alba trafiggono persino il buio di questa notte.

Accompagna un pensoso racconto 

Questo  profondo e silenzioso buio. E mi ricorda

Libertà, parola che raccontavi  

Nel rivedere la tua Argentina adolescenza, intensa come

I bagliori di giovinezza che arrossavano le tue guance.

Persino turbavano la luna in quiete.

Apparente. Come non ho paura delle tue parole

D’abbandono. S'intrecciano al nostro resta

I due corpi. Sono campane, legate da mani inebriate. E noi due

Diventiamo

Riflessi di lago .

*

Terranova

Terranova

 

Gela la terra quasi all’alba.

Come libro di marmo,

Una cattedrale antica,

Rappresento la nostra storia.

Migliaia sono i pinnacoli

Che abbiamo innalzato per frangere il vento

Della storia.

Non ho mai smesso di camminare

Verso le mie radici

Di accoglienza e condivisione ,

Mentre vedo mezzo vuoto

Il mio bicchiere quotidiano di latte.

Non sono mai stato un sanguinario

Nè ho dormito come un profugo

Da te,

Con la valigia in mano.

Aspetto ancora il fuoco dei tuoi fianchi,

Che torni dall’esilio l’amore,

Mentre il silenzio fra noi è il vero velo.

E vengo per portarti la mano.

Forse è dall’infanzia che ti cerco

E aspetto che si apra la rosa

Mentre la terra gela all’albeggiare.

E cerco di disegnare ancora

Una mia nuova terra con te.

*

La tua dolcezza

La tua dolcezza

 

Cosa ho sempre amato di te?

La tua dolcezza

Quando riesce ad emergere dalle paure delle sabbie

Di pietra.

Ti amo nella libertà di sentimenti maturi

Come due usignoli

Che si incontrano in un giardino

Con l’ultimo beccheggiare dei ricordi

Come le onde del lago

Dicono grazie al bacio che le accompagna

Ancora al mattino

Risveglio di un’aria d’amore

Che tutto ricuce

In un rinato colore

T’immagino danzare

Nella tua taranta solare

Ho finito di peccare

E ti amo vivace e geniale

Generosa e vanitosa

Una rosa

Finita nella mia mano

Da un labirinto lontano.

*

Volero’ all’alba#GiornoMemoria

Volero’ all’alba

 

Volerò all’alba

Per incontrarti al di la del sogno

Insieme a te in una mongolfiera, in un mattino

Come Babbo Natale

Passando dal camino.

Fiera

Inizia la gioia sui nostri volti

Nonostante senta il mio cuore diviso

Come il mio paese

In cinque parti

Se penso che il mare non è poi cosi blu

E le alghe intrise di grida

Di vite trattenute dalle onde che il mare

Ha rilasciato sulla spiaggia incantata

Io conosco la vostra forza

L’ardore dei vostri sogni

La gioia dei vostri volti

Abbraccio la mia luce in questo

Nuovo mattino con te

E mi dico se possiamo cambiare la storia

Come quella volta con Radestky l’impiccatore

Volerò all’alba con te

Mio amore.

*

Perdono

Perdono

 

Come in una poesia cinese

Il mare è un albero e i migranti

Come foglie staccate dal vento

Libera energia che vola nell’azzurro

Foglia umana che appartiene al cielo

Cerca terra sicura

Senza frusta o catene 

Tranquilla come la libertà che va cercando

Un altro mondo possibile

Ti sostengo anche se la fine si avvicina

Compagni nella debolezza

Di non assomigliare allo stesso dio

Compagni nella solitudine

Che esclude dal cibo

Mentre lente parole d’amore

Circondano il corpo

Privato di vita

*

Memoria

Memoria

 

Adesso che incanutisco

E sempre piu’ stancheggio

Le mie membra desiderano toccare

Come un azzurrocielo

Il tuo biancheggiante cuore

Rivedo la gioventu’ passare

Le mancate risate svanire

Ciotole d’arcobaleno riapparire

Sopra il lago meravigliato di stupore

Sei donna in questo verso

Increspatura d’onda bianca come la neve

Che accarezza il marelago

Come colpo di vento

Apri la tua casa

E il tuo cestino di parole

Sanno di frutta appena colta

Di mele e di arance

Chissa’ perché mi consumo tra le lacrime

Mentre ti guardo al risveglio

Saccheggio la mia giovinezza

Di ricordi mitici

In un hola, hola,

Che per oggi mi basta

Nel mio giorno della memoria

*

Alle fronde degli alberi

Alle fronde degli alberi

 

Alle fronde degli alberi

Appesa al cielo

La luna

Desta meraviglia con il suo mantello

A chi guarda dal mare

Da una barca leggera

Desta speranza

Nel viaggiare.

Ti aspetto dolcemente

Come un fazzoletto sbandierato

In attesa del tuo ritorno.

Nel cuore distratto

Non poteva mancare

Il canto dell’uomo

Che non ti vuole lasciare.

Parole inutili come cemento

Avvolgono questo tempo

Disumano come pochi

Io sono in attesa di un’isola in mezzo al mare

Mentre guardo a nord e mi considerano del

Sud, come polvere da sparo.

Dai tuoi fianchi

Escono rose

Esce ancora la parola amore.

Io non posso piu' piangere

Il mio futuro nel becco di un passero.

*

Un soffio, si spegne la luce.

Un soffio, si spegne la luce.

 

Un soffio, si spegne la luce.

Stai ad attendere ancora passi leggeri.

Speranza di cammini nella semplicità

Del cuore.

Ti trovo onda matura

Come vestita di grano, dorata e impavida

Conquistatrice del sole

Con le tue mani che ancora profumano

Di materno.

Sviluppo il mio spartito da note di petto

Le piu’ vicine al cuore.

Così sei diventata la mia patria.

Mi hai messo dolcemente un dito sulla bocca

Cercavo l’infinito e mi hai conosciuto nella notte

I muri sono fatti per essere superati

Non per uccidere i fratelli Cervi

Così non so che cosa sarà

Se scavalcheremo o meno anche noi

Questo muro

Come i profughi di Pinochet

So che volevo dimettermi

Dal mestiere di vivere

Maledicendo il cielo che non trovavo

Adesso so

Che voglio rompere tutti gli specchi

Non voglio essere un’immagine riflessa

Cio’ che bisogna sapere e’ sulle tue labbra

Che si aprono in un sorriso.

*

Santo Natale 2018

Santo  Natale 2018

 

Sempre c’era la neve in quel tempo

Nella festa di Cavalcaselle,

Quando sferragliavano solo tre automobili futuriste

Nella campagna abbracciata al lago,

Ansiosa di sviluppo e benessere

Al silenzio dei cannoni.

Sulla cima di una rosa ho appeso il tuo nome.

La tua pelle catturata dal sole

Era il profumo della campagna nella sera.

Un giorno di festa,

Ricordando quella neve,

Attesa con la certezza di bambini

Che cercano nei sogni Babbo Natale.

Oggi appendo le mie parole

Agli alberi di mele rosse,

Come alberi di Natale

Mentre il mio nome

Del ghiaccio è prigione.

E mi intrattiene la luna

Con la sua luce in un campo.

*

Marco Polo errante

Marco Polo errante

 

Se tutto in questo mondo non è che illusione

Non mi resta che un sogno.

Sognarti in mezzo alla nebbia che sale dal fiume

Al cielo in questa stagione.

Ricordi di particelle in scambio

Tra anime profonde,

Luci che passano sciogliendo il tessuto

Dei veli di cera

Che abbiamo davanti.

Il futuro immagino in te,

Nella ricerca di una inusitata magrezza.

Ti raccolgo come spiga di grano

Frumento che imbiondisci i campi a giugno

Festa del pane quotidiano

Festa di noi poveri

Che ogni giorno lo desideriamo.

Talvolta la sera

Mi rifugio in un angolo

Sulla sedia davanti a casa

In gioiosa attesa di te.

E mi ritrovo Marco Polo

Con la nostra casa aperta a tutti

E a questo viaggio nell’ignota vita

Che chiamiamo futuro.

Invitami al tuo banchetto

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

*

Il freddo nel vento

Il freddo nel vento

 

Un confuso mare di sfumature

In un’insalata caprese ripresa all’orizzonte

Di un viaggio iniziatico

Verso Pompei alle radici del mito

La rinascita in Dioniso

Vengo da tempi antichi

Ancora richiesto nell’oggi

Canta l’oracolo sempiterno d’amore

Mentre viene la sera

Di Marte risplendente e mi prende

In un abbraccio io contadino del mondo

Pieno di loto e di fango

Braccio dolente di natura accogliente

Capisco anch’io cafone dell’universo

Gli arcobaleni di menzogne

Di questo tempo di parolai e scommettitori

Banchieri del nulla, promettitori per un giorno

Solo l’infinito dei tuoi occhi

Mi ridesta da questa visione

Mentre le finestre si scuotono

Sbattute dal vento freddo

*

Così come la Goccia

Così come la goccia

 

Aria silente, parola sospesa

Dal peso della pressione atmosferica.

Ancora il cuore chiede amore.

Ti incontro con un mazzo di colori,

Come fiori del giardino di Babuk.

Luce che sgorga dal cuore.

Nulla ruba il tempo al tuo contratto d’amore.

Si veste di roccia il sentimento

Che scende nelle tombe di chi mi ha amato

E preceduto.

Ancora ti ho sognato,

Come oceano fiorito, immenso d'ardore.

Così mi parlava quell’onda, vestita d’Atlantico

Di Mar del Plata.

Ti attendo con il cappello in mano,

Come campo d’inverno la mano amica

Di chi lo rinnova.

Dubbi che non rinnovano colori.

Ma io sono come quella piccola goccia

Che frantumerà la roccia.

*

Rosa a Novembre

Rosa a novembre

 

Ancora una rosa

L'ultima, fiorita a novembre, lascia

Il profumo in un mattino

Finalmente invernale.

E' come con te. Ho condiviso

Con tutte le spine

Questo autunnale profumo

Senza coglierla dal ramo

Profumo di amore lontano.

Ti ammiro. Intensa e fragrante

Nel nostro prato verdeggiante.

Tu del colore di perla.

Come luna lunare,

Brillante di luce attonita.

Disperata sull’infinito silenzio

Di un mondo nuovo

Che tarda ad arrivare.

*

Come sul Carso

Come sul Carso

 

Non ci sono piu’ i grilli

Nelle trincee del Carso

A cantare pace,

Appena percepita dai nostri orecchi,

Urlata distante da farneticanti lupi travestiti da agnelli,

Che non si lasciano sedurre dalle sirene del male.

Questo verde lasciato marcire

In un riarso campo della mente, ritorna,

Come sul San Michele.

Ci ripete la nostra storia

Dalla quale ancora non vogliamo imparare.

Mite il mio sorriso si rivolge a te

In questo braccio di lago

Che ci racconta di gioia.

Una nuvola biancheggia in cielo

Attraversa il tuo sguardo

Li è la direzione delle preghiere.

 

*

Halleluja

Halleluja

 

L’ultima volta che ti ho sentito cantare

Era ieri sera , adagiata nella quiete

Dell’ultima ora,

Attardata dalla fine del tepore estivo.

Non volevi rientrare .

Ascoltavi le campane cantare la loro anima,

Di la dalla torre ,

In questo nostro castello fortezza

Che ci sembra a volte la vita .

Riprendevi una canzone d’argentina giovinezza

Davanti all’azzurro oceano.

Stavi. Seduta al pensiero

Di una scelta da fare.

E quando ancora appoggi la testa

Sulla mia spalla,

Si rinnova questa scelta.

E gli anni si schiacciano, non contano.

E si schianta in un canto

Lo specchio del tempo.

*

I giorni in terra e le notti in cielo

I giorni in terra e le notti in cielo

 

Perenni azzurri in terra i giorni

Attraversano saliscendi d’energie rinnovabili

Come le notti si tramutano poi in cielo

Ma rimanendo se stessi

Schiudono i pensieri al giardino della nostra memoria

Libertà è una parola d’affetto

Sorseggiata piano in un bicchiere di champagne

Mentre l’edera avanza a coprire la casa

E la notte ci chiede chi siamo

Mentre il mare finisce nell’onda

Che s’adagia sulla riva

Sembra come se la nostra vita
Fosse un buffo insieme di dubbi

Ma come l’onda non ha confini

La mia passione non ha orizzonti

*

Se ti sentisse il diavolo

Se ti sentisse il diavolo

 

Se ti sentisse il diavolo

Abbandonerebbe la terra

Madre della nostra vita

E che quando tu mi sorridi

Le rare volte che questo adesso accade

Dimentico la terra e il suo richiamo

E torno a disegnare progetti

Per la nostra casa

Per le meraviglie che porta l’acqua che sgorga

Dalla tua bocca

Cerco nella taranta la nostra vita

E ti chiedo ancora di parlarmi

Nell’unica lingua che sa di divino

Amore

E mi sento allora come il re della terra

Anche se ho solo un paio di scarpe

Per camminarla tutta

E mi basta mangiare pane e luna

E non ti serve chiedere allo specchio

Quanto sei bella

Basta il mio sguardo

Quando incontra il tuo sorriso.

*

La notte delle stelle cadenti

La notte delle stelle cadenti

 

Non ti dirò piu’ niente

Te lo dimostrero’ coi fatti.

Sono quell’uomo vestito di scarpe rotte

Che passa davanti al giardino

E incontra la sua rosa

In un brillante mattino.

Ho fame del tuo buon grano

Che si trasforma in pane.

Ho impegnato il mio destino

Per colmare i miei occhi

Del tuo amore.

Per unmio errore l'ho sostituto col vino.

Confesso che ho peccato.

Come questo pane spezzo nel sogno

Per ritrovare quel frumento

Che sa quasi di divino.

Non voglio dirti che sono fatto come i fiaschi

Ma solo che ti vorrei assaggiare ancora.

Mentre piango, cadono le stelle

Nella notte di San Lorenzo.

Sei un fiore di ragazza

Bellezza del mio mattino.

*

Oltre la civetta

Oltre la civetta

 

Nel buio, oltre la civetta.

Ieri sera il suo squittio forava la barriera dei sensi,

Addormentati dopo il calar

Del sole.

Mentre pensavo come il percorso del divenire

Avanzi, immutabile. Noi accettiamo

Fino a che ogni cosa si reintegri nell’essenza.

Impossibile arrestarlo, come fermare con le mani il vento

Del sentire del cuore, titubante per un nuovo inizio.

Non rimproverarmi perché bevo il vino!

Era sull’arca, ai tempi di Noè.

Non chiedo altro che di sentir uscire il mio nome dalle tue labbra

Oltre il sogno, la civetta.

E’ vero. Forse, in parte, ho passato la mia vita

Dormendo, ma ora attendo il risveglio.

Mentre guardo i tuoi occhi, luccicano.

Nascondono  l’amarezza per il tempo perduto.

*

Nella sera, il silenzio

Nella sera, il silenzio

  

Nella sera, il silenzio racconta.

Per un attimo, se chiudo gli occhi,

Gusto il fresco sapore del vento

Dalla montagna.

La calma si fa in me.

Ritorno su sentieri di comunicazione,

Interrotti fra di noi.

Diversità che ci rendono felici

A volte si intrecciano come i rami di gelsomino

Con il pino che circonda la siepe

Di bellezza

Nel nostro giardino.

Sarò felice e soddisfatto di rimanere con te

A tracciare rotte nuove per la nostra vita.

Mi troverai ancora nel nostro letto

Ad aspettarti .

Sono saldo anche in questo momento

Di cattiva sorte.

Sta fiera della nostra seta

Nel silenzio della sera.

Beviamo ancora insieme

Il vino come stella che rischiara  

La notte. Nettare di sole.

*

Ombre Morte

Ombre morte

 

Ho pensato un ricordo di noi, c'era il mare

Mentre migravo per incontrarmi con la notte

Nella tardecita qui, invece, sul lago.

Rincorrevo ombre morte .

A tratti il cuore sobbalzava nel pensiero

Di questo ricordo

Che sussurrava di noi,

Ad un orecchio distante,

Un po’ assopito dalla malinconia

Di questo tramonto di lago estivo, straneante.

E non vorrei averti detto tutte le parole

Che non si dovrebbero neanche immaginare ad un amante.

Ma che sono state dette per curare ferite aperte

Col coltello della gelosia

O della pigrizia di voler amare.

E ancora. Non hai svoltato dietro l’angolo, per questo ti amo.

Muto riguardo il pensiero di questo ricordo

Arrivato, forse, ma non credo, ad un capolinea.

E non mi chiedo dove sarà il futuro.

Se ancora ci sarai, se ci sarà un noi,

Per noi .

M’infurierò solo per un giorno

Di mancata felicità, d’ora in poi.

Sei ragione per vivere, se devo vivere.

Ho sognato di me da bambino

Forse già ti cercavo.

*

Un Canto nel Cielo

Un canto nel cielo

 

Se ti amo,

Certamente, come posso non amarti

Sei così dentro la vita che mi accompagni

Anche quando io sono in un altro mondo

Mentre il Mediterraneo passa dalla mia vita

E l’Oceano mi chiama

Come una calamita

Come i tuoi occhi neri come la notte

Che illuminano questo mare

Solo la proteggo dal vento

Questa mia anima, timorosa delle spine

Che ancora trattiene il cuore

Ho raccolto ieri ancora una scheggia

Dal vetro rotto del nostro stare insieme

Spero sia l’ultima

Ho dimenticato il caldo dell’estate

Per sognare un nuovo autunno insieme

Insieme seppur deboli ci sosteniano

E diventiamo piu’ forti del diamante

La solitudine viaggia dai nostri cuori

Distante muore nel tramonto.

*

Passi di Notte

Passi di notte

 

Ti sentivo camminare nel tramonto,

Rincorrere con il canto

Lo scivolar del sole.

Nello spazio improvvisamente aperto

Le tue braccia accoglienti

Dirigevano la pace con lo sguardo.

Un volo di rondine accompagnava questo canto,

Dai campi d’intorno dove imbiondisce

Il frumento.

Passi.

Da questo punto in poi attraverso

Una linea d’ombra, nei ricordi

Mentre dolcemente mi perdo

In questo mare di verde.

Rivedi tutto

Ricomponi il colore dei tuoi occhi

Mentre vieni da me

Fragrante e mollissima

Come un’onda pacifica.

Riempi la riva e te ne vai.

Ritorni nel mare,

Che per noi è questo lago.

 

*

La Felicità

La felicità

 

Sei mai stata felice?

Io si

Ogni volta che incontro la tua mano

Farsi strada con il mio corpo

Giocare con il lago

A disegnare onde sullo specchio

Con questo tempo di banalità

Crocevia forse di cambiamento

Si lo dico forte

Sono felice del tuo sentimento

Un bene che si espande

Come un lichene

Dopo l’eruzione del vulcano

Profondo come solo un concerto

Di stelle divine

Note espresse da un sognatore, forse,

Mentre leggo sulla spiaggia

E ti aspetto per il caffè

Sei il mio mare e il mio paradiso

Dietro a te avanzano i miei sogni

Ancora.

*

Azzurro d’Argentina

Azzurro d’Argentina

 

Io e te qui, sto , forse,

In mezzo a un sogno

Davanti al mare di Mar del Plata

Azzurro turchese che ci chiama

Come la bandiera argentina

Il sole splendeva sull’uovo di Pasqua

Come la redenzione a Natale

Dopo aver raggiunto quel campo

Che distende e rilassa

Nel verde dietro casa.

Basta conflitti

Solo pace e mare

Lavato l’odio dal cuore

Al tramonto aspetto la luna

Che ha i tuoi occhi

E non c’ è piu’ la morte

In questo azzurro Madonna

Santa Maria dei vicoli.

*

In un Soffio

In un soffio

 

Un soffio

E comincia un temporale estivo.

Mi appassiona lo scambio dell’aria;

Poco parlare con i miei simili.

Trovo nella dedizione di questo cane

Un’ intelligenza superiore,

Non di questo mondo.

Se fossimo tutti cani probabilmente

Vivremmo meglio.

E tu saresti piu’ felice?

Come un dono di Dio

Così bello il tuo volto felice

Distoglie la mia ombra

Mentre camminiamo in questo parco

Dove si piegano su di noi

Anche gli alberi per consolarci.

E il cuore si fa flauto,

Le mani, nacchere.

I piedi volano al ritmo della taranta.

Non ho debiti da rimborsare.

Il mio crocifisso mi segue sempre

Così felice il mio soffio

Ti segue anche nel mare.

*

Il Grano

Il grano

 

Ti cerco oltre ogni mio dubbio.

Ogni mio oltre,

Oltre la quiete,

Oltre la pace,

Oltre l’interminabile apparente pesantezza

Di questi giorni.

E mentre ti cerco ancora tra le righe

Della mia mano

La linea scorre della vita.

Questa vita che infinite allegrezze

Dona all’animo mio.

Vivo, di appagamenti della tua presenza,

Del tuo sorriso sul mare tempestoso,

Di questa colazione apparecchiata insieme

Ancora non paga dell’oggi.

E ridiamo, insieme, ancora.

In un soffio si apre il grano

Al nostro passaggio.

*

Fame di Vita

Fame di vita

 

Sono sempre stato affamato di vita

Di scoprire un intorno di opportunità

Anche adesso

Mi ritorna il senso della ricerca

Nonostante sia stato fermo con il mio risotto

Alla pescatora. Ho cavalcato il mondo

Anche con le tue gambe

Insieme

Cercando, forse invano, di non spezzare

I nostri cuori

Il tuo di madre, il mio, forse, di vento.

E quante volte abbiamo bevuto dell’acqua degli oceani

Senza quella sensazione dolce di appagamento

Del lavoro compiuto

E sono così passato attraverso la follia

In un ramo caduto

Galleggiando spesso tra le nuvole

Nel tentativo di riparare il dolore

Per un gesto distratto

Adesso la mia ombra rivela la mia figura

In un sottile alito di vento

Che ci trova ancora insieme in questo lago

Anche se non mi ami piu’

Forse

Ma mi conforta ancora sentirti vicino

Udire la tua voce

Abbracciarti in un momento infinito

E questa mia figura

Che se ne va nella pioggia

Non è per sempre, mentre aspetto il Natale

*

Quando Scompare il Giorno

Quando scompare il giorno

 

Quando l’anima aspetta un bacio

Risuona il cantico dei cantici;

Chiome di alberi nel vento

Come mani verso il cielo ,

Frigge l’attesa di un gesto grande

Dall’immenso azzurro.

Sotto, il mare è nudo .

Confonde ricordi

E di la sale un’ode all’uomo antico.

Migranti come escrementi d’universo,

Come non fossero mai esistiti.

Semplici parole d’accoglienza, preziose

Zattere in questo intervallo del mondo,

Sono come la cioccolata attesa da noi quel giorno

Ad Anzio, dagli Americani.

Bruciavano i nostri cuori di speranza

Mentre fuggivamo la morte che correva

Sulla cresta dell’onda.

Ora è cambiato il tempo

Per noi

Ha portato acque di pace sinora.

Anche l’acqua soffre in questo mare

Nostrum, ci accomuna un grande bacio.

L’acqua e’ nostra madre,

Unisce il nostro viaggiare

Anche se il sole scompare.

*

Ancora nell’Universo

Ancora nell’universo

 

Sono stanco di non trovarti

Di soffrire per amarti

Immaginarti senza seguito

Nella costanza dei giorni di questo tempo

Vorrei amarti ancora

Per lasciarti

Se vuoi andare a volare

Senza di me

Non ho paura di restare

In questo orizzonte da solo

Troverò il modo di cavarmela

Come sempre

Non so se abbiamo una storia fortunata

L’amore è qui se lo vuoi

In questo letto che ti aspetta

Sempre la rosa rinasce ad ogni primavera

Mentre il vento di scirocco

Riporta il mio inesperto amore

E col cuore guardo lontano

E non voglio immaginare di aver costruito

Per distruggere

Siamo vissuti insieme...

Dividendo il sorriso e il soffio della brezza

Il nostro amore era al di là del tempo

Una rosa madida di rugiada

Ci siamo uniti all’esplodere dell’universo

*

Il Carillon della Sera

Il carillon della sera

 

La campana suonava la vita

Con il suo inconfondibile carillon

Mi accarezza il vecchio volto

Con la sua dolcezza infinita

Dalla torre antica

Uno sbuffo d’allegrezza rapita

Ritorna in tutto il paese

Per fermarsi tra le mie dita

Siamo la stessa cosa tu ed io

Soldati dell’amore senza oblio

Ogni giorno incontriamo una parola

Che racchiude il nostro corpo nel nido

Sei mia e non mia

Molte volte moglie

Che con la tua voce riempi il vento

Del suo vuoto

Una donna che mi accoglie

Anche nei miei giri a vuoto

Per un solo istante davanti alle tue labbra

Ogni giorno con limoni

Anche se sono un uomo stanco

Di camminare tra giardini

E profumi di libertà

Come una farfalla che pensa al domani

Mentre mi mangi e mi bevi

*

Desiderio Trafitto

Desiderio trafitto

 

Potrei parlare all’infinito

Di come sono mature le more

Di un giardino incantato

Che trova posto nel mio cuore

Di questi fiori d’estate

Che ammorbidiscono appena un poco

Questo ardore

Che non trova sfogo

Se non camminando sulla montagna

Insieme alla mia compagna

Incontro un peso

Ma lo abbandono da quando sono asceso

E se questo percorso lo trovi un po’ scosceso

Ripensa al giorno del nostro primo incontro

Mai avrei pensato a giorni di scontro

Mi emozionavo di fronte all’impresa

E non sentivo la mia vita incompresa

Da chi mi sente come il canto del bandito

E tutte le notti passate a cercare

Di riscaldare questo amore

Il mio desiderio trafitto

Da un uomo sconfitto

Non morirò per il dolore

Ma aspettero’ ancora in questo straneante albore

Un cavaliere che non muore

*

Come un Pesce

 

Come un pesce

 

Non muore anche se mi hai ferito.

Non abbandona il campo

Anche se non avrei voglia nemmeno di vederti,

Non muore chi ogni giorno prega con le stelle

Anche se il presente appare come acqua stagnante,

Zanzare che ti succhiano senza dare

In cambio amore.

Non muore questo lago

Grande come il mare anche se in secca.

Non muore questo alpino

Anche se è senza di te

Per un giorno

Che vale come un infinito senza ritorno;

Non muore chi ti ha dato sempre aiuto

E che sempre è stato al tuo fianco,

Perché aveva visto

Uno spirito indomito,

Forte come pochi.

Non muore perché non chiede niente in cambio,

La gratuità, questo è amore.

Il cuore.

Fa male al passaggio di questa luna senza domani.

Oggi non muore il mio dolore

Aspetto un tramonto

Un sogno in questo mare.

 

*

La Via Giusta

La via giusta

 

La via giusta passa, attraversa noi

Un gioco di veli

Che scioglie la nostra nudità

E restiamo come una rosa senza petali

Trasporta la nostra anima

Come fosse un treno

In questo secolo ancora mietitore di vite

In cerca di pace

E il nostro giardino canta in un tripudio

Nel vederci ancora accanto

Mentre si alza il velo dal tempio

E le tue parole diventano oro

Profumo per il mio spirito

Anche noi siamo sbocciati di nuovo

Su cuori feriti

E in questa magia hai ritrovato la strada.

Il nostro amore è come questo tempo

Senza primavera, senza autunno, è sempre nuovo.

*

Il Cuore Oltre

Il cuore oltre

 

Hai aperto la mano e vola la nostra vita.

Corre; lo dicevi ieri ammirata del lago.

Un gabbiano apre le sue ali

Nel cielo di questo lago.

Coltivo il fiore della passione e

Tra i tuoi occhi che vedo

Come due stelle alpine

Aperte sull’infinito,

Cerco l’alba della mia vita.

Ci vuole fortuna per incontrarsi.

A volte non immagini

Le mille sfumature che può avere un cuore.

Un gioco di mandala

Duri a morire tra il vento della montagna

Che li spazza e ritornano, sempre,

Quante sono le vie del dharma.

Ogni tua parola mi sostiene

Attraversa questa debole corazza

Che mi consegna al tempo

Mentre affioro tra profonde rocce ancestrali

Vecchie come il mondo.

Sogno di questa ritrovata pace

Come la vigna in attesa dell’uva.

*

Inquietudini Contemporanee

Inquietudini contemporanee

 

Contemporaneo al viaggio,

Percorso insieme al vento in giorni

Attesi come si attende il pane

Dall’uscita del forno,

Ancora fammi riprendere il centro

Del tuo cuore.

Ricordati quando mangiavo il tuo corpo

Di notte intera

Nell'aria la tua mano leggera

Disegnava foglie di arabeschi.

Sul progetto una casa, indefinito terreno

Che insieme attraversavamo

Nel parco, per la prima volta.

Con le rondini poco a poco ritorna quel pane.

Ieri non c’erano parole a condire

La nostra insalata di pomodori.

Solo cuori che si toccavano come allora e

Le inquietudini s’alzavano in volo.

La tua pelle splende candida come la neve

Oltre la luna profumi primaverili di futuro.

*

Nubi a Tratti

Nubi a tratti

 

La pioggia asciuga la sete dei miei occhi

Torna nella nube il tratto di pensieri

Che arrivano da lontano

Mi piacerebbe darti l’amicizia

Parlarti nel tuo mese odoroso di rosa

Sono parole per l’anima

Mentre mi ritrovo in un sogno

Seduto colla camicia aperta in un verde bosco

E ti rivedo come da bambino

Il tuo viso e il budino

Mentre sta per giungere l’autunno anche sulle mie gambe

E i capelli si staccano dai rami

Resta l’oceano dal quale tu sei venuta

Per spezzare le nubi

Che rattrappiscono le mie ossa

Con la loro umidità

Come a Buenos Ayres d’inverno

Sono tuo e di tutti  allo stesso tempo

Mentre dal fiume guardiamo a noi stessi

Ci accoglie il lago

E non manchiamo alla nostra promessa

A tratti, le nubi, se ne vanno.

E la morte non ha piu’ un letto.

*

L’Airone

L’Airone

 

Mi sono ricordato del tuo gesto

Il volo dell’airone me lo ha fatto venire

Di nuovo alla memoria

Quando hai aperto le tue braccia come grandi ali

Per incontrarmi.

Ieri, maestoso, imprevedibile, sul fiume

Attendendo la sottile pioggia di primavera

Il lago roteava nel suo lieve moto

Onde come al ritmo musicale di dio

Che respiravi

Nella frizzante aria del tramonto

Chiedendo ad Ogun di fermare la sua fierezza

E lasciarti aprire alla dolcezza di uno sguardo

Cercava armonia il tuo pensiero

Mentre si liberava dalle nubi del temporale

Così rossa era la tua anima

Prima del volo dell’airone

Solo la bellezza ora ti riempie

Infinita pace in un tramonto rosa

E la tua anima è chiusa

In un corpo di luce.

*

Io Resisto

Io Resisto

 

Lo penso veramente, a volte

I momenti magici esistono come ieri

In riva al lago mentre evaporava il giorno

Abbagliandoci dei colori estivi,

Luci di un’anima nel tramonto.

Tutto l’intorno improvvisamente tacito ,

Abbondante di suoni di folaghe

Una volta fummo poeti di una terra sconfitta

Che meraviglia oggi passeggiare

In riva al lago

Curiosi rami del giardino si protendono

Verso il benace marino

Per veder i germani volare

Mentre nidi di rondine riempiono

Alberi ospitali.

Anche io un tempo fui albero per te.

Che tu arrivi tutti i giorni

Lo desidero piu’ del mio stesso risveglio,

Parla la tua lingua al mio cuore,

Ridesta il girasole.

Accende il tramonto il volo dei gabbiani.

Ti attendo fissando lo sguardo dalla finestra

Resisto.

*

Il Tuo Vino

Il tuo vino

 

Pensavo ieri sera al tuo vino

Al suo profumo

Alla sua bellezza quasi trascendente,

Pare piu’ gocce di cielo

Sangue di Dio versato nel bicchiere per la morte del figlio

Che sangue della Terra,

Lavoro che non è dell’uomo

Ormai da tempo sommessa bellezza

Al destino .

E questo tuo vino e’ anche mio sangue e

Per questo Dioniso unisce Apollo, risorgendo ricordi

Continuamente mentre spesso la sabbia

Trasforma pensieri di sole lasciati

In gocce il vento li trasporta

E il mio volto riceve

*

Nell’onda di un albero

Nell'onda di un albero
 
Nell’onda un albero

Sono felice di amarti, anche se

Non mi cerchi

Sono dentro, nell’albero della creazione

Anche se non ancora, per fortuna, zed,

Un’onda incessante mentre 

Temo di esaurirmi , nell’energia senza ricordo

Ma tu mi consoli

E io non ho piu’ paura

*

Foglie nuove

Foglie nuove

 

Tutto è pronto per l’arrivo delle rondini

È passata anche la tempesta  e un sole inatteso

Grazia le nostre umidità

Asciuga il nostro dolore per le persone

Che abbiamo perso e che sentiamo ancora presenti

Come si fa a reggere tutto questo dolore

D’assenza di voci, silenzio parlante di vita

Rondini che garriscono chissà a chi

Per adesso

Uno straccio asciuga i preziosi vetri che accolgono

Il vino , nostro sangue , e sonorità diverse

Da forma a forma onda da onda

Benedico la tua vicinanza

Da quindici anni

Vita che passa nascosta dai sorrisi

A volte nascondi l’amarezza tra le mani e negli

Occhi degli altri ti affanni a cercare gioia

Il tempo non è passato invano  per noi

Ricurvo cerco le erbacce da togliere

Mentre il tempo si ritira

Di nuovo, ci sono le foglie.

*

Quando c’erano le anguille

Quando c’erano le anguille

 

Quando c’erano le anguille

Anch’io dipingevo colori del sole

Sulle arene in riva al lago

Mentre lievemente l’acqua scivolava

Sui nostri corpi rendendoli impermeabili

Alla morte, almeno mi sembrava.

Respiriamo acqua e aria al lieve ritmo della vita

Accanto alla montagna

Un paio di scarpe per il lavoro e uno per la gioia

Qui siamo tutti fratelli Benace marino

Non c’è panico per uomini dispersi

Nel tuo azzurro movimento

Il canto proviene dalle tue rive

Fatte di limoni , olivi e viti

Rompe il silenzio dei nostri duri cuori

La luce d’ognuno accoglie in pace

E tu risuoni nel dono della vita

La’ fuori , nel campo, ti distendi e ti rilassi

Per diventare incenso e salire al cielo.

 

*

Il Rabarbaro

Il Rabarbaro

 

Quasi volesse afferrare l’aria

Il cavallo al galoppo nella nostra brughiera

Circondata da vecchie vigne e vivaci gazze

Spezzava i neri sogni

Scavalcando l’onda delle maree.

Vedi il mondo in una Parra violetta

Che respira nel tuo vaso

Davanti a casa lieta

Mentre appena ieri la pioggia aveva incollato

Le nostre speranze, come foglie, sull’asfalto.

E come il rabarbaro che abbonda sul nostro Monte Baldo

Innevato

Cresce in luoghi asperrimi

Non abbiamo paura delle difficoltà

E mi fai capire che l’amore è bello quando si raccoglie

E diventa poi dolce come il rabarbaro

Appartiene ai nostri monti

E l’amore ha un sapore acidulo, come il rabarbaro.

*

Gli Eroidi

Gli Eroidi

 

Ti amo come ti si può amare,  primo giorno

Di primavera

Con il mio linguaggio nudo e crudo

Puo’ piacere o meno.

Come le piante ogni volta rifioriscono

Di nuovo all’energia

Anche se l’inverno le ha maltrattate

Dopo la buriana

Vogliono sempre farsi notare

Anche se il gelo è ancora presente

Nelle notti di campagna

Come il mandorlo o la forsizia

Compagna della bellezza fugace

Di questo profumo intenso

Alle idi di marzo,

Anche se gelide ancora,

Con i suoi rami allungati verso il cielo

Che Dio ricompenso’ vestendola di sole

Fragranza a sorpresa.

Come i fiori di mandorlo di Fillide in questo tardo

Inverno

Che Mosè raccolse quel giorno

In attesa che la speranza si compisse

*

Il Corvo

Il corvo

 

Un corvo giocava con un gruppo di piccioni

A prendersi il miglio rimasto

In strada

Vedo a volte la mia vita

Liscia come un foglio di carta e tagliente

Al tempo stesso

Immagino i tuoi fiammeggianti capelli

Come la splendente livrea di un pavone

Mentre ti amo di due amori

Uno di padre

E uno da amico

Il miglio sarà sempre con il tuo sorriso

Mentre io mi nutro vedendo

Il tuo impegno

Mentre parlo al mattino di questa nebbia

Che incede nel giorno festante

Di primavera

Mentre guardo fuori dalla nostra stanza

Questa campagna incantata

E mi domando se la tua bellezza salverà il

Mio mondo e darà senso alla fine

Di questo viaggiare tra corvi.

*

Cuando todo calla

Cuando todo calla

 

Non mi hai piu’ detto ti amo

E ti raccolgo anche in questo verso

Uno spazio d’amore

Che vuole abbracciare tutto il lago

E’ sempre la mia fede

Cercare di incontrarti in uno sguardo

Breve  battito di ciglia

Infinito mondo d’energie

Terra alla terra

Vigne ritornate a fiorire in primavera

Dopo il sonno dell’inverno

Ad ogni stagione per liberare il nostro

Prigioniero amore

Appeso come su quella croce

Mentre ancora viviamo insieme

Sorseggiando bicchieri di vento del nord

Che increspano d’azzurro il lago

Cuando todo calla .

*

E ti desti all’improvviso

E ti desti all’improvviso

 

Prima del solito sono arrivate

Erano, un incredibile gaiezza,

Ricordi tuffati in un abbraccio di caffelatte

Infanzia nella neve

Esausto di correre come i bambini

Per giocare nel campo d’ulivi

Camminiamo da soli come l’ulivo nel campo

Da secoli abbarbicato alla terra

Vita che ci chiede gioia

Parole di speranza figlie dell’olio

Tra le onde del lago che si increspa

Accogliendo cheto il vento di oggi

Per sempre nel tempo lasciamo il ricordo

Di un canto di pace urlato dall’ulivo

E ti guardo da questa collina

Da questo monte delle grazie

Da questo piccolo grande borgo di pianura

Immerso nella bufera dei venti

Ti guardo come il merlo del nostro giardino

D’improvviso ti desti tra le viole.

*

Va pensiero

 

Va pensiero

 

Io sono una persona comune

Come un operaio qualsiasi che si sveglia al mattino

Sono una ruota del carro

Che vuole raggiungerti vestito a festa

Tra  sogni che ancora ci aiutano

Mentre fiori e fuoco illuminano il cielo

In questo passaggio terreno

Sono comune come il nostro cane

O questo gatto soriano

Niente di speciale

Tu sei speciale che dai la vita

E la porti tutta intorno

Io mi vesto di foglie

Come l’albero in primavera

Sono a volte come l’olivo che non invecchia

A volte un arbusto in esilio

Trasportato senza meta dal vento

Ma poi tu mi fermi

Mi dici aspetta

Non ti dimenticare di chi chiede la pace

Va il pensiero

Sulle tue ali dorate

*

Un verso di pace

Un verso di pace

 

Quando penso che ti meriti il meglio

Vedo che le azioni sono insufficienti

A rappresentare il frastagliato universo

Di molti sentimenti

Alla fine c’è sempre una coperta corta

Che lascia scoperti i piedi

Il raccoglitore di ossa non traccia orizzonti

Ti passa accanto, ti sfiora quasi come una delicata

Madre

Soffia a volte il vento dell’escluso

In questo suo respiro

Escluso dalla vita che non troverò in nessun numero di telefono

Né vorrei privarti della libertà di volare

Ma solo gli uragani riescono a portare al cielo

Le pietre alzandole da questa terra

Non ho mai incontrato una stella

Eppure mi hai tolto dal mio silenzio

Di questi giorni

Per regalarmi di nuovo me stesso

Tu sei tu e non assomigli a nessuno

Di quelli che ho conosciuto

Colmi di promesse

Come uno stelo d’erba che aspetta il sole

Per salire al mondo

Hai tracciato ricordi che rimarranno per sempre

Come le pietre delle antiche strade romane

Sei un verso di pace.

Mentre sto erogando benzina

*

Il sorriso in ogni giorno

Il sorriso in ogni giorno

 

 

I sorrisi di chi si ama

Sono rugiada per il deserto

Corsa delle gambe

Che vogliono volarti incontro

Desiderio per le mani

Di toccare il tuo corpo

Sono orecchie che ascoltano la fatica

Di ogni giorno

Sono impronte che restano sulle pareti bianche

Della nostra casa

Una melodia che suona un allegro canto

Viviamo insieme dividendo il sorriso con il vento

Siamo vele aperte in questo grande lago

Vita passeggera di un treno a volte ombra

Dopo mille notti nere

E poi ancora tu che mi descrivi

In un sorriso di pioggia

E non mi sento piu’ sconfitto

Anche se non sai parlarmi

Parlano i tuoi capelli

Il sorriso dei tuoi occhi

Il mio cuore continua ad amarti

Sei il mio balcone sull’oceano.

*

Il Ghiaccio

Il Ghiaccio

 

Spesso il ghiaccio e’ come il marmo

Duro così tanto da non permeare i fiori

Ranuncoli che sembrano rose rosse

Di primavera tremante al gelo della mattina

Quasi timorosa di incontrare il sole

Troppo caldo per loro

La terra mi fa da casa , con il suo tepore

Mi rassicura piu’ del mare

D’improvviso mi accogli con finimondi di fuoco

Mentre assomigli quasi alla vetta di un albero

Lontana dalle radici

Ma questo spesso ghiaccio ancora non basta

Per creare incantesimo eterno

Ancora dentro l’anima si sente

Il chiaro di luna

*

Il Cuore

Il Cuore

 

Il cuore

Muore se non tocca piu’ le montagne

Raccolte come dei gatti bianchi

E’ questa nuova neve scesa oggi

Che non ci trova

Se tu fossi ancora di cuore

Su questa strada non ci sarebbe un bivio

Per ritornare nel bosco

Ma per rivedere il mare

Cammina lentamente questo mio cuore

Senza di te

Lento come il volo dell’albatros

Che plana dolcemente sull’amato lago

Come la falce della luna che sorge dal nulla

E sembra una falce pronta per mietere il grano maturo

Del nostro amore

Ritrovato nel cuore silenzioso

Gelato di grida di rondini festanti

*

Se Avanzi

Se avanzi

 

Se avanzi vedi la fine del buio

Se avanzi qualcuno potrebbe mangiare

Se avanzi miglioriamo entrambi

Se avanzi prendi nota

Non lasciare indietro fantasmi

Distruggo lastre di strada ogni giorno

Per portare il pane anche ai miei passeri

Restano anche le piante

Se avanzi non lasciare mai pezzi di libertà

Sono figlio di un secolo di fuoco

Non risparmio il vino

Non avanza mai

Se avanzi non lasciarmi dietro

Fianco a fianco

Da liberi e uguali

Scopriamo un piatto nuovo

Come la speranza senza avanzi

*

Cavalli andalusi

Cavalli andalusi

 

Le stelle cadono nel lago.

Si rompe il cielo per illuminare la profondità

Di sentimenti nascosti.

Ancora tu non c’eri a tendermi la mano,

Vidi in questo ribollire di stelle

Il mio vestito nuovo,

Cerco invano proporzione

Tra sorriso e tuo cuore.

Di nuovo creo il mio fango,

Mentre aspetto il soffio della vita.

Vedo la tua figura sfuggente

Come l’amore durevole che imploro

Nel buio come oro che

Questo lago scalda,

Affinchè la noia non possa sopraggiungere.

Mi raccolgo su cavalli andalusi

Per cercarti tra le stelle,

Rinnovato Orlando furioso,

Mentre il lago non parla.

Curo la mia anima dall’aporia della mente.

*

Diorissimo

Diorissimo

 

Un profumo accosta la vita all’infanzia

Note di cuore e di testa

E mi sarebbe piaciuto essere un naso

Anche se una pianta di mughetto

Era ai piedi della Croce

E si piego’ per non soffrire

Come il mughetto dolcezza di seta

Rende la tua pelle fragrante al mio tocco

Ricordi mentre l’aria tiepida di queste notti

Evoca il tuo mondo

Apparente solamente dimenticato

In un profumo

Riacceso dal ricordo di allora

La tua terra ritorna

In un profumo di mughetto

Mentre ti lasci pescare

Dall’amore

E poi ti vedo come il sole.

*

Come la tua casa

Come la tua casa

 

Accanto un gabbiano tuonava.

La sua voce scuoteva il silenzio del lago;

Era un risveglio tra le folaghe

Vestite da pulcinella

Che si rincorrevano per sfuggire all’umidità

Del mattino.

Il profeta raccontava di quando si pescavano ancora

Le anguille.

Al largo tornava qualche rara barca di pescatori

Vuota del loro bottino

Di anime guizzanti.

Ti riposi dentro un tronco cavo

Come la tua casa,

Mentre ti vesti di pace e di azzurro,

E scavi percorsi nella tua trincea quotidiana.

L’anima in alto, come una bandiera impavida.

Libero il mio verso e tu

Sciogli la luna.

*

Tu ed Io

Tu ed io

 

Guardo la solitudine quando si presenta

Come adesso, con il suo viso arancione,

Eppure farei carte false per uscirne

Mentre osservo il mio mondo interno

Riaccendo le luci per un attimo spente

Spogliate del profumo della tua compagnia

Come se tutto quello che per me ora ha senso

Si riducesse a noi due

Non è un bisogno di accudimento,

Non ho bisogno di una mamma,

Ma, forse, di inclusione e appartenenza.

Mi interessa di noi

E di interessarti

Non mi manca l’autostima , anzi.

Condividere, star bene insieme.

Tu ed io .

Tutte le notti sogno lo stesso

Di essere essenziale per te, abbandonare

Le ferite ai piedi dell’albero

Mentre una nube accompagna il mio sonno

Profondo

L’unica cosa che sa di meraviglia

La tua mano ancora nella mia.

*

Cammino di Odu

Cammino di Odu

 

Arriva come un anziano conosciuto,

Per questo ti accetto,

Il tuo sorriso era previsto,

Anche se il mio Babalao voleva

Giocare a nascondino

Confondendomi con dolci massaggi

E sussurrando parole al miele

Nel mio orecchio. Ha ragione d’essere questo

Vecchio, per mostrarmi il cammino.

Disvela. Il segreto è il ritorno alla terra,

Restituiamo energia.

Saravà Oxumarè, guardiano dell’arco-iris!

*

Il Caboclo

Il Caboclo

 

Anche il caffe’ era stanco ieri sera ,nella tazzina

Al solito bar. Lo zucchero era sceso velocemente

Senza rispettare i canonici 

Otto secondi.

L’amarezza del caffè intorbidiva il mio sentimento

Nessuno intorno

Solo io e Xangò.

Quasi mi stesse chiedendo il miracolo di pinocchio

Di diventare umano

Per poter abbracciare suo papa’

Con la parola negli occhi

E l’allegria nel cuore.

Echi di guerre lontane salivano dalla tazzina

Tra es e super-io

Nella convinzione-speranza di dominare gli archetipi

Della natura umana.

Come a Salvador il Pae dos santos

Leggendo i buzios divinava sul nostro amore

Dove un tempo c’era il mattatoio degli schiavi.

Ora è la banca per molti di noi

E io mi sento come il caboclo

Ne’ totalmente indio, né totalmente europeo

Ma come colui che onora la via del cuore.

*

Respiro di Mare

Respiro di Mare

 

Il mare rincorre il tuo respiro

Richiama la forza della tua presenza

Nel giorno di Jemanja.

Polvere d’arena giunge sino a noi, nel nord.

Come lacrima d’acqua salata

Il tuo volto irradia onde gioiose

Sapendomi felice nella tua cura.

Le nostre vele ancora dispiegano movimento,

Instancabile flusso in un quotidiano strappato,

Fili di luce nuova , in un respiro,

Agiscono sui nostri corpi

Vicino all’urna del vino.

Il respiro di mare  nel tuo sorriso.

*

Epifania.

Epifania.

 

In questo luogo si scioglie il tempo

E lo spazio s’allarga a’ pensieri, attardati

Ad immaginare il notturno di luna piena.

La chiave, Chopin. Intanto il furore del giorno s’acheta.

Ti vedo stendere lenzuola come abbracci bianchi. Sul filo un equilibrista,

Disegna passato e presente.

Il merlo sostava lungo la nostra siepe.

Con il suo becco arancione - giallo, pareva

Messaggero di neve, splendido nella sua nera livrea.

Nel nostro amore c’era un intero paese

Come fosse un presepe,

Dove l’aria buona è di nuovo e di antico:

Un messaggio rinnovato e senza fine.

Non c’era niente nel nostro amore prima,

Ne’ tu ne’ io, né figli o parenti o genitori,

O Terra.

Tu di la , io al di qua di una sostanza che ci accomuna al mondo,

Fatti di acqua e non di buio.

E non riusciamo ad abbandonarci

Uniti l’uno all’altro, non ostante.

Ci cerchiamo con la disperazione espressa in un bacio

E quante volte abbiamo maledetto insieme

Questo amore che ci collega

Ma salendo vicino alla torre dal poggio

Insieme volge il guardo nostro

Alle montagne innevate, alla verde pianura,

Ci incontra negli occhi, sospesi per un attimo felici

Di essere ancora meraviglia l’uno per l’altro.

Da quel dolce giorno al porto

Ho riascoltato il mormorio della speranza,

Dolce come l’Epifania oggi.  

βγαινω στην επιφανεια , vengo in superficie.

*

Riflessi di lago

Riflessi di  lago

 

Accendono i miei passi

Dolci riflessi di lago

Canto di voci sublimi

Amici di giovani stagioni

Riflessi di lago appartengono alle moltitudini

Ormai in un verso sognante armonico

Mentre dalla montagna un bellissimo freddo vento

Accarezza i nostri volti

Intrecciati come i nodi inscindibili

Di reti di pescatori gardesani

E ci vediamo riflessi nelle tue acque

Che appartengono alla terra

Riflessi di sfumature di rosa

All’alba si incendiano squarciando il buio della notte

Ha accompagnato il nostro pensare

Questo  profondo e silenzioso buio

Libertà e’ una parola, mi raccontavi mentre

La tua Argentina adolescenza rivedeva ricordi intensi

Che turbavano la quiete della luna

E non ho paura delle tue parole

Perché alla fine si intrecciano nel nostro restare

Come campane legate da due mani inebriate, noi due

Riflessi di lago.  

*

Duramadre

Duramadre

 

Ed infine ti sorride questo universo

Se tu lo studi dappresso

Un universo apparentemente sommesso non depresso

Dalla duramadre,  

Gigante come nuvole a forma di cipresso,

infiammata dolorosa come un ascesso.

Sei in un dolce verso che esce dalla mia camicia stirata

Al mattino presto

E mi sveglio solo per sentirti parole d’amore

Dopo che ti sei appoggiata la notte

Sopra il mio cuore.

Ed attendo con ansia di chiaccherare

Prima di poterti baciare.

E risuona tutto il mondo nel suo giro immenso

Tra note che mi vogliono conquistare.

Invece s’infiamma la dura

Ma la vita è anche compromesso

E mi dispiace doverti lasciare

Mentre invece vorrei restare.

Tra le mani vorrei tenere

Il tuo argentino mondo

Di pace furibondo

Questo mondo del tuo cuore

Con il peso sulla colonna vertebrale

Dove no comment vuol dire amare

*

Mississippi Blues

Mississippi Blues

 

Serata di Dicembre da ultimo drink

Togliere, scavare, ammorbidire,

Atmosfera quasi jazz mentre scende la neve.

Copre il brolo antico,

In silenzio, come la mia anima,

Raccolta nel pensiero di questa stagione

D’ascolto , dipinta di ricordo.

Aiuta emozioni a risorgere e mi prendi per un sorriso

Nuovo come neve che scende

Attesa da molti anni,

Bianca come questo foglio di carta,

Che mi chiede di tracciare rotte nello spirito.

Aspetto infine di ritrovarti,

Collina dopo collina,

Spiaggia dopo spiaggia,

Sopra il mio ventre che sa di melograno maturo

Il nostro mondo è fatto d’olivi, di limoni,

D’uva e granturco, di girasoli e contadini,

Dono di pace e utopico, emblema del vivere insieme.

Non ci siamo mai arresi tu ed io.

E in questo felice momento di tempo sospeso

Abbiamo ritrovato il nostro sentiero.

E’ la stagione del sorriso

In questo blues de pays, sorregge un timido sguardo

Rivolto al futuro. Ti aspetto di nuovo a tavola

Amica della terra, come la fontana di neve

Come corpo e scrittura, due sogni nella stessa direzione.

*

Scogliera di Cornovaglia

Scogliera di Cornovaglia

 

Mi aspetti seduta sul divano

E ti scateni

Come una tempesta d’inverno

Sulle coste della Cornovaglia

E poi trasmigri

Tutto scorre nel flusso dell’energia

Molecole in balia

Delle vibrazioni cosmiche

Una fiamma antica amica delle stelle

Ridevi parlando della tua passione

Per i tarocchi

Mentre manca la cometa sull’albero

Mentre l’altalena vuota cerca tenerezza

D’un tratto, come su un tavolo nuovo

Per la nostra cucina

Mentre canta la pearà

Mi dici che lavori

E ti lamenti del posto che manca

E io ti dico addio e nello stesso istante

Ti amo

*

Noi come Migranti d’Amore

Noi come Migranti d'Amore

 

E’ vero che i progetti nascono con entusiasmo

Che ci tiene ancora uniti

E non ti sento, sai, come un pugnale

Nel mio costato.

Vorrei ritornasse quel fuoco.

Mi ricorda questo cielo innevato splendente

Come eravamo noi e tu

Eri come la spuma del mare

Che accarezzava la spiaggia lunare,

Nera di vulcano a El Hierro.

In questo oceano inesaurito ci troviamo adesso di confine

Tra il cuore e lavorare,

Le nubi spezzate dell’amore. Ma

Un verso  appiana il rumore,

Ti toglie gli enigmi dal cuore

Che rendono difficile l’accogliere per ore.

Noi come migranti di questo infinito mare,

La vita scoperta,

E sogni da conquistare.

Sono venuto a te come gli Argonauti

Alla ricerca del Vello d’Oro.

E l’eco di quella partenza

Risuona ancora nell’orizzonte.

Non temo i tuoi rancori, mio dolce amore.

Eravamo come due stranieri su un barcone

Ora siamo rose bianche di questo giardino.

Di notte mi sveglia il pensare

A quello spazio incognito

Da illuminare.

E nel sogno mi spoglio della mia solitudine

E ti torno a cercare.

*

A mia zia Angelina

A mia zia Angelina

 

Mi sarai sempre cara, anche nel ricordo, tra

Innumerevoli goccioline del tempo

Che mi hanno tramandato dell’altro secolo,

Della tua vita con mio nonno, tuo zio,

Che non ho mai incontrato,

Di quando il progresso non c’era

E circolavano solo tre automobili

In questo nostro paese di pianura,

Non c’era ancora la televisione e il frigo

E tu andavi al lago

In bicicletta

Come tutte le tue compagne

Di vita.

Stai li, in quella casetta verde da piu’ di centanni

E ogni volta che ti incontro

Mi sorride la tua melodia e si apre un canto.

Siamo vissuti insieme in questi

Ultimi anni .

Il paese è cresciuto

Un parco nuovo, poesie di seta,

Ti capisco se vuoi chiudere gli occhi

E salutare il mondo.

Sei una colomba bianca

Pronta per volare, per espanderti nell’universo

Freme la terra per accoglierti in pace.

*

Rosso di sera

Rosso di sera

 

Se ci dobbiamo lasciare

Che sia dolce come nuotare

Se devi andartene via

Che sia come volare

Se non ci dobbiamo piu’ amare

Che non sia come votare

Ma se ancora senti dentro

Un lume risuonare

Allora forse si puo’ ancora sperare

E ritentare

Come la natura nel periodo invernale

Apparentemente spoglia di fiori e di frutti

Va a dormire per riposare

Forse sembra anche per morire

Ma questo freddo che arriva

Vuole risvegliare

I sensi assopiti all’ultimo colore

Che ridiventi rosso

Come il nostro amore

*

Superluna

Superluna

 

Alle volte i pensieri evaporano presto

Come le bollicine nel bicchiere di champagne

Sembra sentire il canto del mare e la risacca

Come quel giorno d’estate a Piombino

E di vedere la spuma levarsi al modo delle tende

Che si aprono per far entrare un sole nuovo

In casa

Rinfreschiamo le pareti di questo amore

Mentre il gatto si stiracchia al rinnovato tepore del mattino

Ti sento ancora mia

Mentre il tuo cuore racconta di volersene andare via

Aspetto la luna al suo perigeo

Mentre fantastico pensieri di speranza

Di attenzioni per i bambini , di gioia per il Natale

Forse siamo alla massima distanza

Ma ancora sorge il sole a salutare la luna

Vicini ed allo stesso tempo distanti, in mezzo noi

Canto la tua natura libera

I tuoi occchi splendenti

Il tuo sorriso che mi manca.

*

Come la Neve

Come la neve

 

Questo è il nostro tempo

Come di montagna che scaliamo

Quotidianamente  rischiando su ogni appiglio

Certo o incerto

Mare di salute per noi due

Due pianeti in prova di rotazione

Tra coperte distese di antico cotone

Bianche come gigli in fiore

Abbracciate da un’alba senza uguali

Che incontriamo in questo rinnovato Natale

E ci fanno ancora sognare.

Passeggiamo in cerca di un fiore

Tra le stelle

Che ci riscaldi ancora il cuore

Mentre il lupo incontra la sua luna

Piano piano la terra ci richiama

Ti concedo ancora amore

E si rinsalda, riscuote il dolore

Una moneta nuova per questo tempo

Ritrovo con te ancora il tuo soffio

Nel tuo riso freddo l’abbondanza di nuove stagioni

Che arrivano come la neve

Improvvise e inaspettate carezze di vecchiaia

*

Fiume Mincio

Fiume Mincio

 

Posso ancora molto forte diventare

Come l’orso polare

Ma non nella mia forza di uomo,

Se nel mio spirito, diventando anziano.

Aspetto di rinascere con il freddo di questo inverno.

Un freddo che mi ha forgiato

Sin da quando sono nato,

Dalla neve educato.

Tu invece sai di caldo,

Profumi come d’umido della Boca a gennaio

Mentre chiudo la finestra ora

Per respirare il vento,

Testimone di questo tempo

In ricerca dell’armonia

Con il tuo regno interiore

Ed il mio vagabondante viaggio in saldo.

Dopo aver parlato con le piante,

I grandi tigli secolari che adornano maestose rive,

Mentre s’alza la foschia mattutina di questo fiume Mincio,

Dimmelo tu , che guarisci le anime ,

Perché tremo ancora davanti al nostro amore,

Mi gioco la vita per un chicco di caffè

Nel quotidiano rumore, penso

Per ritornare al cuore.

*

Il Tuo Braccio Caldo

Il tuo braccio caldo

 

La neve era avvolgente ieri sera,

Così come il tuo braccio caldo che mi serrava

E rincuorava nel fisico,

Mentre mi raccontavi del tuo desiderio di abbandonare

Questo pianeta spegnente

E ricolmare energia un altro ambiente.

Eravamo al parco ieri sera,

A guardarci nel tempo della luna

Fatto di giorno e notte.

Poca cosa se lo paragoni al tempo della terra

O a quello della morte.

Mentre camminiamo sulla via delle creste

Con le tue scarpe nuove,

Allegria di dieci euro,

Strappate dalla corteccia della quercia,

Tu e la mia mano,

Unite alle sette della sera.

Ci giuriamo ancora amore ,

Un miracolo dinanzi alla torre

Che ci lega ad un bacio.

Alla nostra età piu’ di una promessa.

E quando dormiremo tuttavia piu’ di molte ore

Allora la neve ci ridarà il suo candore,

Come onda che attraversa l’oceano

Dal quale proviene il tuo incessante eterno amore.

*

E l’Aurora Sorge Ancora

 

E l’aurora sorge ancora

 

Ancora una volta temiamo lo sterminatore

Ancora sangue innocente

Su questi tavoli che aspettano la cena nuziale

Da molto tempo, piu’ di quanto sia presente

Questo olivo millenario

Che ha visto crescere e cambiare

La nostra campagna

Perché ancora non si può parlare altro

Che di pace

Non sono bastati tutti i Radestky

Che sono passati di qua?

Tu pensi al futuro

Mentre sorge l’aurora

Ed io mi sento come un carovaniere

Nell’apparente silenzioso deserto

La tua strada è piu’ ampia di questo orizzonte

Solare che ci lascia il lago

Avvolto in un vento di scirocco

Sei la mia ellisse cara figlia

Che arriva come te, ragazza traboccante d’amore

Per questa vita

Mentre io arrivo, arrivo, arrivo,

A poco a poco a capirti

Nel silenzio di questo notturno deserto

Fiore rosso di passione

E ti vedo sempre piu’ bella

Ferma nel tempo, carezza di luna.

 

*

Indipendenza

Indipendenza

 

Il mio vestito è essere felici,

Abbandonare il di qua o il di la.

Sono come l’uva, vorrei essere,  

Difficile da domare come il pinot nero

Elegante come un vino del Libano

Austero come un vino ebreo

Nato da suolo arabo

Nella mezzaluna fertile

Vissuto ramingo senza conoscere frontiere,

Per tessere racconti di storie

Che cominciano con te,

Senza confini di filo spinato

Sono una vigna

Sul cocuzzolo  del colle

Adorno le colline di pace

Come la casa alla quale sogno di tornare

E trovarti

E camminare insieme nella gioia i questo tempo

Come cuccioli d’agnello

Al largo dai lupi

Per farci volere bene.

Questa è l’indipendenza per me;

È pomeriggio e ti sento

Come in un giorno felice,

Indipendente dal tempo.

Amo il tuo sguardo in questo autunno.

Questo e ‘ il nostro Olimpo

E noi siamo semidei.

*

Risonanze

Risonanze

 

Ricrearsi con il suono

Delle nostre voci

In questo mondo fatto di risonanze

Di fondo;

Parole e voci ci avvolgono in lontananza

Vibrazioni e risonanze  accompagnano senza fine

La misura del nostro tempo, come la

Produzione.

Ti ho riconosciuto subito in un passo,

Sei proprio tu quella voce

Che attraversa il muro

Immergendosi nel lago incantato:

Tra colline, boschi ed acque

Ritrovo il tuo passo

Scendo nel pozzo del cuore , accompagnato

Dal tuo canto d’amore.

Ti sento ancor prima che io nascessi

Chiare, fresche, dolci acque.

Trasparenze in sembianze mitologiche

Che l’ascolto delle nostre voci rassicura.

Il nostro ritmo nel canto ritrovato

Qui

Mentre in montagna scende la prima neve.

*

La Bellezza

La Bellezza

 

Chiedi al cielo che ti ha creato

All’orizzonte che ti ha guidato

A questo lago che ti ha amato

Alla tua casa che ti ha aspettato.

Chiedi un sogno che non si può chiedere

Chiedi ad una stella di non brillare?

Chiedi a questo sentiero di camminare

In fianco al tuo passo per non volertene andare

Mi ritrovo nell’ombra accanto al sole

Il buio mi confonde e trovo le parole

In un cassetto antico

Proprio li, era sotto al fico

Dove noi passavamo momenti di racconto

Fino al tramonto

Dall’alba vedevo una bellezza

Senza confronto

E non mi rendevo conto

Di questa ricchezza

Sin che non ho chiesto al tramonto

Di pagare il mio conto.

*

Giallo di Sera

Giallo di sera

 

I tuoi occhi raggiavano come spicchi di luna crescente

Nella campagna autunnale di ieri,

Attraversata dal risorgimento italiano,

Con tuoni e fulmini

Di giovani arrembanti

Ad un futuro di nazione.

Così ti vedevo attorniata

Dal vestito d’oro

Che le vigne indossano in questa stagione sui colli di Custoza.

Ti ascolta anche tua madre

E tuo padre gioisce nel vederti cresciuta

Nella terra dei nonni,

Matrigna per loro.

Dimenticare la dittatura del vento Atlantico

Il sapore dello smog  che rende anche diverso Buenos Ayres.

Non è facile un programma di rinascita. Da sola una piccola donna.

Apparentemente fragile ma di volontà senza uguali.

La collina sembrava un universo vestito di giallo,

In questo nuovo paese, ritrovato, c’era spazio per la tua gioia,

Anche se non era la Recoleta,

Né un pensiero tanguero sulla Boca.

“Que se jo, viste?”

Alle cinque della sera quando esci di casa

Incontri profumi e abiti nuovi

Non il colore rosso delle foglie di Malbec in autunno,

Che sembrano tanti cuori accesi e dipinti sulla vita.

Il suono ti accoglie allegro, come  

Voci di una lingua di dentro, già nota e antica

In parte riconosciuta, di quei migranti italiani,

Sulla maligna via della Boca.

*

Il Melograno Agados

Il Melograno Agados

 

E’ un opinione e non un fatto quello che sentiamo oggi

Che cominciano i giorni del miele

Ma non sono per noi

Confido ancora nella magia dall’imparare la pazienza

Nell’attesa della stagione di mezzo

Che ci offre tutto il suo caldo splendore

Senza fretta di analizzare

Pensieri che si rincorrono come onde

Davanti alla scogliera inaccessibile

Del tuo amore

A questo penso stamattina

Mentre comincia a spegnersi l’energia del mondo

Che a poco a poco

S’inoltra nel capricorno

Verso il solstizio d’inverno .

Tutto decade per tornare alla terra

Compresa la nostra energia che si affievolisce

Mi piacerebbe che il rumore dell’onda

Sovrastasse quello dei tuoi pensieri

Essere io quell’onda

Il presente è il tuo potere

E come un cristallo scompone la luce

Così mi sento in cerca d’amore

Sposta desideri ossessivi nell’onda accogliente

Soffia sulle nubi che diventano leggere

Raccogli dal melograno l’antica forza

Inscriviamoci insieme di nuovo

Alla vita

*

Non ti darò moneta

Non ti darò moneta

 

Non ti darò moneta, ma sentimenti sì

Sino a placare la tua sete di rivincita

Così sembrava per un attimo, chiudendo gli occhi,

Assaporando il profumo che veniva dalla collina,

Di essere al mare, mentre il pescivendolo reclamizzava la sua

Preziosa dispensa

Fatta di calamari, pesci pelagici, buonumore

Ed ero invece a Castelnuovo, inebriato dalle voci

Del mercato, qui come alla Bucheria

Ma nella città martire del Radetsky

Mi uccidi piu’ facilmente con le parole amare

Mentre t’immagino come un verso d’amore

Quando ti appoggi sulla mia spalla

Nella notte tranquilla

Fra te e me due vite non bastano

Per ricucire esperienze

Di qua e di là dal mare

Apro ancora una finestra sull’amore

Mentre la luna rossa dipinge i miei occhi

Sussurrando parole dolci chiedendomi chi sono

Ed appoggio le mie inquietudini nel lago

Dissolte disappaiono

Come figure ormai solo dolci del mio infantile passato

Mentre rimpiango di non aver conosciuto

Mio nonno

Alfiere di un tempo di ferro

Anche qui a Castelnuovo.

Ormai sei al centro del mio universo

In questo cielo trapunto di stelle

I tuoi capelli sono ali d’angelo.

*

Blu di Domenica

Blu di domenica

 

Nella tua anima i colori di noi due

Insieme uniti come il lago dopo la burrasca

Al blu della montagna e al cielo, di blu cobalto, e

Noi siamo come sospesi in questo avvolgente d’azzurro,

Attraversati dolcemente dall’energia

Dell’onda.

Da una riva all’altra risuona ancora la voce del sentimento

Di gaiezza si riempie il nostro corpo, e il nostro passo.

Era vuoto il nostro amore

Prima del vento.

Asciugato, imbastardito  da violente nuvole di calore.

Sembrava un infinito mare di magma,

Incandescente anima ferita.

A ricomporre la tua anima il sorriso del nord

Tornato a spezzare il gelo del cuore.

In questo principio l’autunno ci accarezza di foglie vive.

Accetto gli infiniti colori della tua anima,

Mentre soffriggo la cipolla, infine anch’essa piegata

All’avvolgente glicerina del cuore.

E’ di nuovo primavera in questo primo quasi autunno  

Di luna piena. O fine estate.

Mi ritrovo col sorriso in questo infinito mare di blu

Qui davanti ai miei occhi

Che mi riporta in paradiso. Nel mio diario

Questa domenica ha un sapore speciale.

*

Il Creato

Il Creato

 

E quando si alza nel cielo l’astro brillante che noi

Chiamiamo luna per fare il suo lavoro da tutti i tempi d’uomo conosciuti, la sera,

Finalmente il sole rivolge il suo tempo al riposo,

Lasciandoci oggi per tuffarsi nel lago che lo accende  

Con un grande abbraccio.

Così penso a noi due, sempre diversi ma uniti,

Insieme sole e luna che si toccano al tramonto e coesistono.  

Rinfresca il suo calore, il Sole, al riposo nel lago,

Donando infiniti ricordi che , forse, un giorno saranno amori.

Giovinezza e distese di diamanti purissimi,

Preziosi gioielli che adornano l’acqua di mille sfumature d’allegria,

E aprono finalmente anche il nostro cuore alla gratitudine per questo creato.

Abbiamo un futuro, che non è solo di parole,

Ma tu infine parla, raccontami del tuo cuore

Affinchè sappia farne tesoro, così come di questo viaggio incominciato,

Sulla riva del lago, un’altra volta

Insieme.

*

Il Carillon al Vespro

Il carillon al vespro

 

Noi due in un tocco di sole

Appena accarezzato da un timido vento di scirocco

Tra i tuoi capelli

Che attraversano la campagna, per te magica,

Assorbita nel ritmo della Capital federal

Non distinguevi estate e autunno

Inverno e primavera

La fioritura dell’uva e la vendemmia

Il lago di sera

E il profumo di smog attraversava

La tua figura di adolescente

Ribelle d’amore

Come una malattia senza esito

Grande come le mura di Dubrovnik

Bianche come scogliere di Dover.

Incontro di due mani in cerca di stelle

Ci rassegnamo alle dolcezze dell’amore

Mentre il carillon della torre suona l’ora del vespro

Ed allevia la nostra nostalgia che sale al cielo

Sogni di ritorni a Mar del Plata

E di ritrovare tutto come prima

Così da sempre scorre l’acqua dell’oceano Garda

Che d’estate il sole tramuta in stelle

Al riflesso nel tramonto

Tra limoni e olivi

Tra vigne e granturco

Scorre anche la nostra vita.

*

Quando Saro’ Sera

Quando saro’ sera

 

Quando sarò sera

E tu sarai ancora mattino

Arriverà il vento

Che ti parlerà di noi

E  una carezza che è in un soffio

Ti ricorderà del noi

Non appena appenderemo anche l’ultimo flauto

Ai rami dei salici

Dopo aver cantato

Anche contro il nemico

Le ultime note d’amore

Alla riconsegna del cuore

Alla terra che ci ha coltivato

Ed insegnato

Con quanta pazienza possibile

Un canto amato

La tua bellezza è purezza

Enjoy

Anima dei miei giorni

Ricordati di questi giorni con orgoglio

Di quando neanche il vento sollevava

La nostra anima

In esilio davanti al lago

E sarà perdonato l’ultimo peccato

Attraverso lacrime e sorrisi

*

Papageno

Papageno

 

Mi ricordo di quella sera in Brasile

Davanti al golfo di Iguazu’

Brillavi come una stella del cielo

E io ti cantavo di Caruso

La dove il mare luccica

Uno sterminato indefinibile brillore

Avvolgeva una magia della vita

In questo posto noi due da soli

Davanti al piano

In Brasile , ti voglio bene, sai

E tu non smettevi di guardarmi in questo

Azzurro

Mentre mi aspettavi per contare emozioni

Che facevano fuggire i pensieri

In quella notte d’America

Non pensavamo altro che alla felicità

Ed un sogno si apriva tra le note

D’avorio bianco e nero di quel piano

Inimmaginabile latitudine d’Italia

Nei nostri cuori uniti in un volo

Interminabile Papageno nel Paradiso

*

Nuvola d’Aria

Nuvola d’Aria

 

Una nuvola d’aria raggiunge  la mia deriva

Si apre in un sorriso il tuo volto

Che bella testa!

Come il basilico che rinasce con un po’ d’acqua

Il tempo è sospeso come il giudizio

Non mi vedo ancora addomesticato

Ai tuoi umori

Ecco, ti porto il profumo dalla terra di notte

Prima di abbandonarmi a ricordi di specchi

Nel tuo abbraccio caldo

Che sa di brioches

Come l’Italia

Il piu’ bel paese del mondo.

*

Dopo il Temporale

Dopo il Temporale

 

Il sonno dell’alcol dura poco

Poi ritornano i fantasmi e con essi il ricordo

Di chi non c’è piu’

Parole come fantasmi, aria che si srotola in un vortice

Ed io ci finisco dentro

Lentamente ritorno grazie al tuo stare con me

E ripongo nel cassetto la mia inquietudine

Mio padre era un acquaiolo e mia madre una stella brillante

Noi siamo come aquiloni in un cielo senza nubi

Ancora le prove di questo mondo terribile

Non ci hanno distrutto

Il lago non è a pagamento ancora

Rimpiango Marettimo e la riva degli Achei

Stiamo ancora insieme

Anche dopo il temporale   

Sento il tuo cuore dentro il mio

Avanza in un lampo la primavera.

*

Il Sole raccoglie le tue Mani

Il sole raccoglie le tue mani

 

Ogni giorno guardo dentro di me

Per fare cose nuove

Per sognare di chiudere le ferite

Che ci portiamo dentro.

Non mi vergogno di dirti che ancora ti desidero.

Nonostante sembra non cambiare niente

Qualcosa si muove.

Nel silenzio condanno la mia sofferenza

La faccio uscire dalle mie mani

A volte prendendo a pugni l’aria.

Basta che mi guardi gli occhi

E vedrai il desiderio di godere .

La felicità è un sogno,

La sofferenza ancora presente, solo

Il lago ci invita nelle sue acque

Per risorgere.

Ogni giorno cerco una foglia di basilico

O di menta, o di lavanda

Porto dentro di me il profumo

Della tua presenza.

Passi quasi senza darti peso,

Con gli altri.

Con me ostenti inquietudini sul futuro.

Sei venuta inattesa nella mia anima

Dall’Argentina mi ha stupito la tua forza,

Le tue braccia che mi avvolgono,

Il tuo calore di amante sincera.

Non voglio un naufragio nel lago.

Non è ancora tempo.

Esiste ancora un noi

Se lo desideriamo.

Il sole raccoglie le tue mani.  

*

Diamante

Diamante

 

Ho chiesto ancora una notte alla luna

Questa notte

Per ritrovarci nella tende al risveglio

Insieme dipinti da luce e gioia.

Aspetto il tuo passo sul pontile

Risuona felice

Mentre il gabbiano toglie il suo pranzo all’anatra.

Pensieri in fumo tra germogli e radici

Ritocchi

Ad un aquerello al lume di candela.

Il mio orto è attraversato da una luce remota

Mentre un profumo d’incenso scioglie le ombre.

Riesco finalmente a vederti oltre la cenere

Come diamante prezioso,

Dissolto il vento.

Spigolature della mente ,

Dirai,

Mentre a fatica ci districhiamo tra gomitoli di parole.

Sei la mia quotidiana trincea

Mentre la bellezza della luna nuova

Riflette d’antico splendore

La mia anima.

*

La parola e’ poesia

La parola e’ poesia

 

La parola è poesia

E nel tuo sguardo c’è tutto un libro

Gesti consueti che vogliono trasmigrare

Come il corredo da sposa nel baule

Mentre il tango ti ammalia

E ti invoca

Di ritornare

Ma queste acque ancora parlano di universi

Di infinitesime energie positive

Ali per la nostra mente

Come il profumo dei limoni inebria

Toglie vecchi pensieri dallo scaffale

Di questi giorni assaliti dal vento di sabbia

Ti tocco ancora con un dito

E la gemma di rosa nuovamente si apre

I colori gli stessi di allora

La rosa di tuo padre

Non mi inebria il vino amato senza il tuo volto

Sono i giorni della rosa e del gelsomino

Che adorna il tuo gazebo

Per spezzare il digiuno d’amore

Fra di noi

*

Crepuscolo

Crepuscolo

 

Se tutto cade , la tua onda mi rigenera

Come il salice piangente

Di quest’albero centenario

In riva al lago

Curvo quasi a toccare l’acqua

Di una vita nuova

Si risolleva all’ombra della frescura

Al crepuscolo della sera

Mi guardo intorno

Ormai non ho quasi piu’ parenti

Che solo te

Lo sai che non ho un cuore di pietra

Allora beviamo insieme di questo azzurro

Come nuvole al crepuscolo

Rivolte alla montagna

Da ogni parte c’è la luce di Dio

Mentre tutto si compie in questo tempo

Che è la nostra pagina

Ancora sono infuocato di desiderio

In questo crepuscolo che mi accoglie

E che non ha piu’ spessore

Ti trovo ancora fra le mie mani

Al crepuscolo la gioia

*

Il Pane di Tutti i Giorni

Il pane di tutti i giorni

 

Ti racconto questa favola che ieri mi ha

Portato la pioggia

All’orecchio narrava il filo della pazienza

Ancora non completamente deformato

Da quotidiane spigolature

Rabbuiamenti di coscienza, siamo

Come girasoli che si muovono verso la luce,

Per Maryam, come gli alpini prima dell’Ortigara

Ventimila son partiti, ventimila sono morti.

Invoco la madre di tutti,

Respiro del nostro tempo

Luce della comprensione

Che srotoli gomitoli di spine

Per te ho lasciato il mio tutto

E ho incontrato sassi e spine sul mio cammino

Mentre il limone e il pane mi parlavano d’amore

Sul tuo lago, ponte tra infanzia e vecchiaia

Mi serviva un letto dove dormire

E mi hai dato la tua anima

La mia tenda resiste alla bufera di lago

Ma non alla mancanza dei tuoi occhi

Ti desidero come si puo’ desiderare

Il pane di tutti i giorni

Come mettere sotto i mattoni il proprio ego

Come l’alba ogni giorno abbracciata alla tua buona onda

Così racconta il lago

Mente i piccoli cigni stanno liberando il colore del loro pelo

Libera le lacrime per far crescere i fiori

Il tempo non saccheggia la nostra giovinezza

Spalanca le porte alla pioggia.

*

Accettami

Accettami

 

Le mie parole sono come carezze di un padre

I miei gesti rivolti al bene

Il mio animo si meraviglia per poco.

Io sono questo.

A dispetto della elaborazione della mente.

Non so che significa maltrattare ma comunicare si;

Non ho muri in testa.

Insegnami pure la vita, se vuoi, a modo tuo

Ma accettami definitivamente.

Non ti dimentichi mai del cibo per il cane e per il gatto.

Io sono io.

Ogni posto per me e’ una miniera

E ti raccolgo in ogni posto,

In ogni pensiero, se sei ancora con me,

Il romanticismo, l'amore, sono queste le cose

Che ci tengono in vita

Come il vento e il lago intrecciano le loro mani

Siamo noi due,

Mentre il filo spinato e’ sempre pronto

A recintare i nostri cuori.

Ogni giorno ci sollecita

E sono ancora meravigliato di vedere come resistiamo

Al tifone delle parole.

Apriamoci al respiro, al grande gesto di fiducia,  

E a quella parola che ancora crea magia

Fra di noi . Ti amo.

*

I Nodi del Passato

I Nodi del Passato

 

Cosa cerco se non benessere per noi

In un tramonto sul lago che sembra non finire mai

Guardando i cigni piccoli diventare adulti

Mentre muta il colore del loro vestito

E’ davvero un’avventura il tempo che sto vivendo

Assieme a te

Vorrei tanto ricomporre il colore della tua anima

Scrivo questa notte

Senza bavaglio e probabilmente, ma spero di no

Fuori tempo

Mentre ti invito nella mia grotta di sale

In questo momento di sconforto su noi

Supponiamo per un momento di essere guariti

Entrambi dai nostri profondi mali

E supponiamo che di nuovo la nostra vita salga

Senza sale d’attesa per un bacio od un abbraccio

E supponiamo di vestirci di nuovo

Come per occasioni inedite per sorgere di nuovo

Utopia forse immaginarlo adesso

Supponi l’incredibile, ripartire.

In qualche modo ci apparteniamo ancora

Come il tramonto appartiene al lago

Per ritrovarsi al mattino

Insieme, di nuovo.

Toccami, e sentirai suonare ancora le campane

Canto al tuo dolore, per cambiarlo come per magia

Aiutami, Signore a scioglierle i nodi del passato.

*

Di Luna Piena

Di Luna Piena

T’immagino ancora felice
Distesa al sole di Marettimo nel Mediterraneo di Ulisse
O come quel giorno a El Hierro
Ultimo scoglio vulcanico d’Europa prima del grande tuffo nell’ignoto.
Come il tuffo nella nostra strada d’ogni giorno
Percorsa a volte senza chiarezza
In vista dell’attesa luce
Anche per noi che viviamo ancora qui
Insieme vestiti d’amore
E sogni di gioia,
Mentre la candela a fatica
Rischiara l’ignoto
Delle nostre paure.
Ed allora metto gli occhiali all’indietro
E ti rivedo in montagna
A sorridere di niente
In armonia con me.
Scusami, perdonami degli infiniti errori
Causati dalla mia ignoranza, ma sono ancora pulito,
o presunzione, se vuoi, di insegnarti il giusto
Modo , mentre rivedo il tuo nome all’infinito
Nella mia anima stamattina
E le tue mani accarezzarmi
Come in riva al lago quel giorno, era appena ieri,
Il fuoco non è ancora spento
Le lacrime si.
Pezzi di una storia vera
Nella luce della luna piena.

*

Bagno Mexico

 

Bagno Mexico

 

 

 

Erano mitici quegli anni settanta

 

Per me poco piu’ che bambino un mese al mare

 

Al bagno Mexico al limitare della Versilia

 

Coperto di sole e rugiada di gioia

 

A giocare con le palline di plastica sulla sabbia

 

Metà colorate e metà no, con le foto dei ciclisti

 

C’erano anche le biglie di vetro mentre aspettavo

 

Di asciugarmi al sole

 

E mangiavo il bombolone alla crema

 

La sabbia era calda come la nostra voglia di crescere.

 

Giorni felici.

 

 

 

*

Spine

Spine

 

Quanti sono i pensieri che affollano i miei sogni

Non li conosco nemmeno tutti

Come un pastore invece riconosce le sue pecore

Una per una

E le abbraccia. Sono d’amore e d’esilio

D’esilio per le preoccupazioni che viviamo

Insieme. Vorrei invece amarti e perdermi tra le tue braccia

E i tuoi sorrisi

*

Le Cose Giuste

Le cose giuste

 

Non avevo niente da chiedere

Alla vita se non che le nostre parole fossero d’intesa.

C’è stato un momento

Fra noi nel quale tutto sembrava semplice e fantastico.

Per noi il meglio.

Adesso ogni cosa sembra complicata.

Capirsi non è scontato

Così come fare le cose giuste la seconda volta.

Sicuramente non ho mai pensato prima

A me stesso.

E così passa la vita, aprendo solchi e cicatrici,

E pochi giorni passano sorridendo tra noi

Nonostante l’acqua che diamo al nostro giardino.

Solo io e te in questo progetto

D’amore che sta finendo, forse.

Uno spazio per noi che siamo di seconda scelta.

Oggi vivo senza gioia,

E vorrei invece incontrare sempre la luce

Mentre vorrei ancora coglierti col cuore.

Sei giunta totalmente inattesa.

Dalla testa ai piedi sono diventato te. 

Di me non rimane che il nome. 

La volontà l'hai tu. Tu sola esisti. 

Io sono scomparso come una goccia d'aceto 

In un oceano di miele.

*

Alla fine della Scala

Alla fine della scala

 

Non so piu’ da dove viene

Tutto questo dolore intorno

Disperso e frantumato nei flutti del lago.

Non so piu’ cosa dicono di te le rondini

Ritornate dal sud come le onde sulla spiaggia

Ogni volta incessantemente per ascoltare

Il canto del tuo amore.

Forse so che il mio cuore

Non basta piu’

E vorrebbe che solo la data del tuo amore

Coincidesse con quella della mia nascita

Cammino mentre non vedo ancora la fine

Della scala

Mentre la linea dell’orizzonte si piega

Al mio sguardo incessante

Come medicina per la mia anima

Sono i tuoi occhi

E in questo alito di vento caldo

Che viene dal lago nostalgico

Mi pare di sentire il tuo respiro

E si accende il desiderio di te.

*

Il Canto del Lago

Il canto del lago

 

L’età del tuo volto

E’ come l’età della terra

Le lacrime, sono di gioia

Come acqua senza fine.

Ti ho raccolta da Mar del Plata

Dove scorre la corrente fredda delle Malvinas.

E tu noi hai piu’ età

Come i mari oceani

Come i tuoi occhi buoni

Ho scritto sopra il vento

Le note del nostro amore.

Così parla il lago

Che vuole che tu cammini sulla sua acqua

E non affondare

Come la pazzia che c’è in te

Si trasforma in bellezza senza fine

Non voglio essere colomba di pace

Ma come vulcano nel giorno della rivoluzione

Come il sigaro del Che

Una leggenda senza fine

*

Il Re del Tempo

Il re del tempo

 

Torno sempre in questo braccio di lago

Che assomiglia al mare

Incrocio i miei sguardi

Con le tue mani ancora morbide

Che sembrano ancora di ventenne

E mi domando se posso dirti che non sei sola

In questo mondo

E tu convincerti

Di quanto siamo necessari ancora l’uno per l’altro

In questo mare ignoto che sembra un lago

Dove noi corriamo come due piccole zattere

Nell’oscuro del domani

Ed allora ancora una volta mi meraviglio

Di questi sentimenti che si aprono

Alla vita come un arcobaleno di colori

E suoni melodiosi

Come il carillon di mezzogiorno che risuona

Dalla nostra torre

Guardo i tuoi occhi ed immagino la tua Buenos Ayres

Un giardino di fiori che cerca in un abito nuovo

La speranza di gioia

E ti apri in un sorriso

E io mi sento il re del tempo

E non ho piu’ paura.

*

Zanna Bianca

Zanna Bianca

 

Quante volte ho letto questo libro

E sognato Zanna Bianca.

Ora e’ su uno scaffale in penombra

Sta li,

Come la mia vita, né tutta al sole

Ne’ tutta all’ombra.

Poi tu mi hai raccolto

E coi tuoi occhi grandi di piccola donna

Mi hai fatto vedere il mondo

Dalla tua prospettiva

Cerco di capirti nell’oggi

Giacchè la tua epoca non mi da appartenenza

So che ho molte contraddizioni

Ma sono un uomo del resto

Mentre Zanna Bianca no

Lui è puro amore

E ti vedo ancora dietro la finestra

Della mia prima piccola casa

Canta anche la mia mente

Felice di incontrarti come il cane scappato di casa

E tornato per sua volontà

Dal suo amico umano

Il tuo ridere dissolve la tempesta

Mentre nella metamorfosi ti rivedo

Come una piccola perla di questa rara collana

E i miei occhi brillano

Mentre ricordo Zanna Bianca

*

Atabaques

Atabaques

 

Sento il fruscio dell’acqua che  accarezza questi

Piccoli ciotoli bianchi

In riva al lago immenso.

Avvolge di nostalgia questa giornata

Di ricordi dolci come una epoca quasi inimmaginata

Quando i pensieri erano leggeri come bolle di sapone

E noi pensavamo di cambiare il mondo.

Che piccoli questi cigni attorno ai loro genitori!

E di questa bellezza che ancora si presenta

Dinanzi a noi

Ci nutriamo nell’oggi.

Cambia, tutto cambia, un tango, la miseria,

I sogni di pace perduta.

Aspetto sull’onda dei ricordi i secoli davanti e

La tua mano si posa nella mia

Quasi tu avessi colto la mia debolezza.

Non possiedo che il vento

Di questo lago e sono un viaggiatore

Ai margini nel tuo cuore.

Per questo ancora non dimentico e gioisco

Per la tua casa pulita

Per il profumo d’incenso

E non metto un desiderio in valigia

Ma ti ascolto suonare il tamburo

E richiamare le forze.

Atabaques ci condurrà a ritrovare

La prima relazione col mondo.

Io qui mi ritrovo

E tu mi sorridi

*

La Bestemmia

La bestemmia

 

Se ti sentisse dio mentre bestemmi

Tu che non sei neanche credente

Non ti riconoscerebbe neanche come uomo

Un giglio bruciato dal sole

Di una vita mai cominciata

Di un esistere pendolante

Come in un moto perpetuo

Nel pendolo di Foucault

E non riesci a direzionarti con le tue ali

Di ape timorosa

Mentre trovi anche all’Equatore

Un modo per riposare.

La rotazione non c’è  qui

E tu ti fermi, come in una stazione con binario morto

Ad osservare il tempo

Passare davanti

Io non ho bisogno di una religione

Per credere in dio

Mi basta un giorno di pace ed impegno

Di rose e profumi

E così che le braccia si muovono da sole

Da un pezzo di legno

Come Pinocchio

Cio’ che le fa muovere in una parola

E’ amore.  

*

Nella mia Valle

Nella mia valle

 

Nella mia valle c’è posto per tutti

Per i mille colori di un arcobaleno

Sorto anche senza le piccole gocce d’acqua

Che si infrangono contro il sole

C’è posto anche per me e per te

Che abbiamo bisogno di poco

Una parola buona, un gesto di amicizia, un sorriso

E’ questa la mia valle

Ne’ larga ne’ stretta

Dove riposa il tempo come una farfalla

La mia valle è blu come il tuo mantello

E’ un canto di gioia per la vita che la attraversa

E mentre tu continui a lavorare, lavorare, lavorare

Per il paio di calze di lana che ti ha chiesto lei

Il tuo amore vola e’ libertà che cresce ancora

Ed un po’ ne arriva anche a me

Ed è sufficiente per far ripartire la sorgente secca

Ho posato l’orecchio sulla madre terra

E ho sentito ancora battere il tuo cuore

Mi fa visita nell’oscurità del mio pensiero

E riaccende l’arcobaleno sopra la mia valle

Terra mia adorata.

E'  arrivato già domani.

 

*

La Pannocchia di Granturco

La pannocchia di granturco


Quando sollevo lo sguardo dalla carta sul tavolo

Mi permeano le sottili labbra del tuo sorriso

Così forti nell’affrontare

Il senso del dovere

Sempre piu’ raro nel mondo umano

Si tira il freno per risparmiarsi

Per una solidarietà concessa alla legge del sangue

A una sorella, a uno zio,

Dovremmo imparare dai cani

Ad amare per sempre

Ed allora ritrovo nel tuo viso

Una luna buona e bella

Come una pannocchia di granturco

Buona per il pane di noi poveri

La polenta magica

Di mais antico.

Nessuno piu’ seminava mais per polenta

Quando nessuno seminava piu’ amore

Nella nostra casa solo ombre

Dentro il cuore

Come se la vita fosse fatta , i figli, di promesse mancate ai

Contadini

Dietro il campo di granturco che sa di casa nostra.

E mi identifico con questa terra

In questo tuo sorriso paradigmatico

Nel sole che riscalda

Una imperfetta destinazione di vita.

 

*

Adesso

E' così adesso

 

Ti amo senza speranza

Senza domandarmi del futuro che è già domani

Ti amo senza un motivo preciso

Come la nascita del cosmo

È così adesso

Non recito frasi a soggetto

Ma scrivo per sciogliere le malinconiche ebbrezze della mia anima

Un mattino non avevo piu’ entusiasmo e voglia

Ma solamente un’infinita necessità di diventare nuvola

Liberarmi da questo corpo che mi chiede energia

Ad ogni passo

E respirare la sostanza del bello e dell’infinito

Non ho speranza nel chiederti di modificare le tue alternanze

Ci saranno sempre come, speriamo, ci saranno sempre le stagioni

E così ad ogni inverno seguirà il miracolo della primavera

Del risveglio dei fiori e del sublime in noi

Del ritorno dell’estate e della magia del dolce tepore dell’autunno

La mia stagione preferita anche se non c’è

In casa nostra un caminetto dove scaldare il nostro pane d’amore

Mi domando che sarà di questa evoluzione corporea

Mentre mi cattura il profumo dei fiori di limone

Quello che so

Mia amata

E’ che quella speranza che non mi appartiene forse mi fa vedere

Il tuo vero amore

Chissà se anche tu senti quello che io sento

Nella tua diversità di linguaggio

Di corpo, di senso, di sentimento

Argentina come la bellezza di questo primo mattino

Un grande e placido fiume come il Rio Negro

Che sarebbe piaciuto navigare anche ad Ulisse

Per raggiungere il sommo della tua bellezza.  

*

Noi Come Frutti

Noi come frutti

 

Non finirà anche se lo so che

Non sarà immutabile

Questo stato d’energia.

Raccolgo le ombre per metterle nel caffe’

Di questa vita che ci insegue

Come un’onda con l’altra

Per giungere a riva

E poi ripartire

Sempre con te e non sono arrabbiato

Con Dio

Se non ci sarò piu’,

Cosa resterà e’ il profumo di questa rosa

Che ci ricorda

Degli angeli che ci hanno accompagnato

Sin qui a questo punto

E sarà la tua risata

A tenermi sveglio sino all’ultimo

Mio silenzio

Di questa sera che non vorrei finisse mai

Con il mio corpo

Dentro il tuo corpo

Per sempre vivrai.

*

Il Giardino dei Ciliegi

Il giardino dei ciliegi

 

Un uccellino è venuto a parlarmi

In sogno mentre incontravo mia madre

Era il nostro merlo Francesco

Col becco arancione e splendente nella sua livrea nera

Del colore dello spazio profondo

Come i miei immaginati sogni.

Ero sciolto nello sguardo verso il mare

Ieri a Piombino.

In un angolo di mondo che ci ritrovava in quiete

Ho scoperto di nuovo i colori del tuo amore

In una fiamma che ha ripreso vigore

Dentro il mio cuore.

Nessun’altra luce potrà cucinare altro cibo.

Non è necessario.

Solo il tuo abbraccio.

Si è aperto il giardino dei ciliegi in fiore.

Ti amo come e piu’ della libertà

Ti amo non solo di un amore di passione

Ma anche di un amore di rispetto.

L’amore è un mare senza costa

E io non ho piu’ bisogno di ostentare

La mia ruota di pavone.

Mi affido al vento di tempesta

Con speranza e fiducia

Come i fiori del ciliegio

Nonostante il freddo di questi giorni

*

Festa a Dubrovnik

Festa a Dubrovnik

 

Tra il vento di Dubrovnik tengo distante

La follia tra la gente

Del mio tempo

Mentre il passato avvolge la tregua dei nostri giorni

E la bora gentilmente non ci ferisce.

Assaggio fragole impensabili in questa latitudine,

Sconosciute come il paradiso che abbiamo scoperto,

Fatto di fichi, arance, limoni e olive,

Di un popolo ospitale

Che offre la  propria dispensa

Al cercatore di pace.

E mi ricorda il mio lago

Questo braccio di mare azzurro

Cavalcato da gabbiani veloci e

Pensieri felici.

Il rumore della nostra guerra interiore è distante.

In questa terra carsica che assorbe tutto,

Ritrovo te stessa nella luce del tramonto

Che nasconde chi ha vinto e chi ha perso.

Ti attendo fissando la strada d’acqua

E quella del cielo mentre aspettiamo

Di tornare a casa,

Mentre il vento si abbraccia al pino.

*

Il Gabbiano del Lago

Il Gabbiano del lago

 

Le ali me le ha date il tuo sorriso.

I sogni, la mia infanzia,

La felicità il Grande Lago.

Così non vorrei mai scendere

Da quest’albero paziente,

Un vecchissimo pino marittimo, credo,

Dove mi sono nascosto per fuggire al tempo;

E’ sempre stato qui a specchiarsi in questo cielo ribaltato

Credo.

Lo incontravo da piccolo quando mia madre

Mi regalava una passeggiata

Su questa riva che mi pareva incantata.

Un pino marittimo, qui, al nord,

Terra d’abeti e di faggi.

Terra di neve ed abbracci

Per chi è andato via.

Ma io l’ho amato tanto

Questo Grande Lago

E l’ho ritrovato adesso

In un sabato di Aprile

Mentre il gabbiano percorreva

Un braccio d’orizzonte e nuvole

Come un timoniere che guida tra le onde

La sua nave con sicurezza.

Musica per le mie orecchie

Quel garrire giovanile del gabbiano.

Adesso che ancora il Paese dormicchia

Come nell’acqua una pietra lucente.

*

Lascia che il Vento

Lascia che il vento

 

Lascia che il vento faccia il suo lavoro

Che apra la tenda per far entrare il sole.

Non fa freddo in questo inizio di primavera

Mentre stai al tavolo della colazione;

E quando ci sediamo faccia a faccia

Non sembriamo fatti di zucchero filato

O vecchie bambole di porcellana

Come putti siciliani,

Con le guance dipinte di rosso.

Lascia che il vento faccia il suo lavoro

Che smussi la tagliente roccia,

Che arrivi al nostro cuore.

Lascia che  risuoni il suo canto

Di ritrovate speranze e di candore

Lascia che ci riporti all’essenza del nostro amore

Che prenda le nostre tracce nella pietra

Che ravvivi la nostra debolezza.

Lascia che il vento ci rallegri

E parli alla nostra essenza.

*

Gli Occhi delle Donne

Gli occhi delle donne

 

Gli occhi delle donne sono angoli di cielo

Gli occhi dei bambini

Colorati palloncini

Le tue mani che mi sfiorano

Come vento che accarezza le chiome degli alberi

Dei tigli maestosi che si affacciano in questo pezzetto di lago

Che sembra un mare

Mi ricordano profumi di more

Sono nel mio ricordo

Un uomo della terra

E del suo sangue il vino

Mentre ti racconto da distanze siderali

E amo i tuoi occhi

Perle di cuore

Nonostante la mia epoca sconfitta

Dal dolore

Dei bambini siriani

E dai miei viziati quotidiani

Mentre la tenerezza delle spine di Cristo

Vuole ancora rinnovarci l’amore

Mi stanca attendere l’inattendibile

Mentre la cicala canta sulla mia valigia

*

Il Grido

Il Grido

 

Se ci sono sempre e’ perché non mi interessano

Vittorie o sconfitte, io con te

Mi sono messo in cammino e ascolto

La voce della luna

Che mi racconta del vento e dei prati

Di appassionate montagne e di cura

Di queste distese di granturco e di vigne

Di giallo e di verde 

Sotto un cielo azzurro madonna

Impavido come il tuo cavalcare la vita

Come il desiderio di fluire e di armonia

Tra di noi  che siamo carbone e diamante

Voce dello stesso vulcano

Anche se spesso giochiamo a nascondino

Appariamo e ci nascondiamo

E a me sembra di non trovarmi nella tua mente

Energia liberata dalla nostra corporea limitatezza

Liberi dall’io e dal tu

E quando saremo infine come la neve

Che arricchisce la montagna della sua bianchezza

Non smetterai piu’ di riconoscere il nostro amore

Anche se io sarò muto in quel tempo

Lingua assente di suoni

Ma domani ci sarò, non temere, e non scriverò addii sui vetri

Sporchi della polvere d’ogni giorno

Canterò solo la ritrovata nostra nudezza

Luce dei miei occhi

All’alba salirà il nostro grido.

*

Non Pensare

Non Pensare 

 

Ascolta il suono della campana

Non pensare ai mille problemi ed alla responsabilità

Che ti corrode dentro

Per un attimo vola e lascia il corpo

All’abbraccio dell’oblio

Non pensare che senza di te il mondo non giri

Abbassa la voce, non urlare, non sbattere i pugni

Guarda come corrono le nuvole nel cielo

La libertà non si può imprigionare

Per fortuna

Ascolta la voce delle piante

Impara dagli animali e dalla loro dedizione

Non pensare di avere un compito particolare

Siamo un riflesso nello specchio senza corporeità

Cerco quanto piu’ posso di essere solidale

Cerco la quiete in questo mare

Canto la tua forza maschile

Di donna della fine del mondo

Il tuo sorriso nato sull’Oceano

La tua voglia di pace, siamo come frammenti d’acciaio

Attratti dalla calamita dell’amore

L’unica causa è il cuore

Nel balzo del tempo il mio contante è il tuo sorriso

*

Poesia per Cristina

Poesia per Cristina

 

Non ti voltare indietro mai, figlia,

Se non per corrermi incontro ed abbracciarmi

E non aver paura di avere dei sogni

Non aver paura della vita, anche se molti ne ruba,

Immagina di essere sempre come al principio,

Di avermi sempre al tuo fianco

Di incontrarmi ad ogni bivio e ad ogni strada

Che ti sembra senza uscita

Non far cambiare il tuo volto dal quotidiano arrembaggio

E considera che tutto è caduco

E vale poco

Ma per me il tuo sorriso mi riempie le tasche

Mi risveglia dal torpore primaverile

Ci sarò sempre nel futuro e quando non mi vedrai

Sono sicuro che mi sognerai

Ci sarò nel destino delle tue parole

Ci sarò in un piccolo angolo della tua mente

Che sarà sempre per noi

E mi sentirai ancora infuriarmi per scalzare la tua pigrizia

Come l’amore condiviso

Ti porterò sempre in qualsiasi mondo me ne andrò

Non dimenticarti delle tue belle ali

Del coraggio di attaccare la vita

Vivi con gli occhi bene aperti

Non saziarti mai se non di conoscenza

Allora la tua pietra diventerà testata d’angolo

*

Come il Grano alla Spiga

Come il grano alla spiga

 

Oggi non ho voglia di declinare il verbo avere

Ma di sentire, giocare, amare

Di portarti al mare e stare sulla spiaggia

Per dimenticare il tempo che passa

Per gioire di noi stessi

Che non siamo cinquantenni dismessi

Ma foglie vive.

Camminiamo orgogliosi sulla nostra strada

A testa alta

Per questo siamo stati creati

Come per scrivere un poema andaluso.

Viviamo facendo sogni

E piantando radici

Dalla luna nel vento con slancio non umano.

Eravamo silenzio, per vestirci di luce

Siamo foglie vive di alberi di ciliegio.

Ogni giorno esco di casa con l’entusiasmo

Di chi non vuol cedere alla solitudine

E poi ti ritrovo.

Non assomigli a nessun ciliegio se non al mio

E se potessi un’altra volta rifarei il viaggio con te.

Non mi sono mai separato dalla terra,

Forse per questo sembro a volte poco propenso al riso

Ma io non cerco un nido pietoso

Quello che mi anima e’ l’ebbrezza d’amore

Ti cerco in un bacio eterno quanto la prova del tempo.

Sei come il cavallo che afferra l’aria al galoppo

E ti guardo mentre insegni a volare ai tuoi passeri

Ed apro gli occhi per non vedere le ombre

Sui nostri passi

Il mio cuore ti appartiene, come il grano alla spiga.

Vedere te, al mio sguardo dà luce.

*

Come Ginestre di Lago

 

Come ginestre di lago

 

Parlami ancora con la voce del flauto

Quella che mi ha incantato quando mi hai sorriso

Quella prima volta

Sussurrami ancora, ti prego, i racconti della tua infanzia argentina.

Trattieni il fiato quando ti tocco con l’essenza di lago che

Adorna il tuo viso con doni di speranza.

E vienimi vicino col profumo della neve, lo senti, è

Portato dal vento della nostra montagna

Che si specchia nell’accogliente abbraccio

Di queste eterne acque .

E ‘ un buon pastore, questo lago, che conduce le pecore al sicuro ovile.

Sei mia tra questi sassi eocenici e basalti vulcanici, tu che

Hai lasciato una terra che non era la tua. Spesso ti ho rincorso.

Abbiamo mescolato libertà  ed orgoglio

Per vivere insieme, anche se non era necessario

Al nostro stare bene.

Io col mio mondo, tu con la tua vita.

E   mentre la mia pelle vibra al passaggio delle tue unghie

Come un’arpa diventa il mio corpo, quasi un miracolo. Oggi anche i

Pensieri sono infinitamente leggeri

Nella nostra casa. 

Giorno dopo giorno sbocciano nuovi fiori e  

Anche il profumo del mare

Giunge sino a qui, insieme alle ginestre odorose di lago.

Lo senti mentre stai piantando  il basilico in giardino?

Il mondo rinasce mentre inseguo l’acqua per tornare al cuore.

*

Dove Vado

Dove vado

 

Mi domando dove vado mentre scende il vento da est.

Il generale è ancora vivo

E mi coglie impreparato alla riflessione.

Vorrei vivere come un giovane anche se la mia macchina

Fisica mi mostrera’ con crudezza limiti che la mia volontà

O forse è meglio dire caparbietà,

Non vuole immaginare.

Vado avanti anche se di Dio non sappiamo niente

Come dell’onda che continua nella sua incessante energia

A toccare terre emerse, e non sappiamo il motivo di questo movimento,

Illusione di stabilità?

E sulla frontiera della spiaggia emersa dell’anima

Si insinua la marea

Sola immagine di forza eterna, da sempre viva e modificante.

Mi domando dove vado in un momento

Di assenza di te.

Cammino scalzo, svestito di me, in attesa di essere vestito

Di vento

Cammino nella speranza di non perdere niente, sono un caminante senza destino

Sul “camino por Santiago”.

E ti sussurro come se fossi la mia  Compostela,

Alla fine del mondo per Erodoto e i Greci.

Forse è vero che il destino non sta nelle stelle

Ma in noi stessi, mi dico, mentre inciampo sul pavimento sconnesso

Di questa calle di città, che attraverso frettoloso senza rimpianto

E trovo il bivio sulla mia strada , dove vado me lo dice il cuore

Mentre la primavera abbraccia i tuoi sogni

E bacia la tua stanchezza.

La mia gioventù e’ stata anche troppo seria

Vissuta senza scherzo.

Non mi sono mai vestito da carnevale.

Il vento produce il suo canto

Attraversando lo spazio intorno a noi

Mentre sorge un nuovo sole.

Il vento riammassa le ombre.

*

L’Oceano e il Mediterraneo

L'Oceano e il Mediterraneo

 

Se potessi ancora ricominciare 

Da quello sguardo che ci ha incastrato

Quando eravamo al lago,

E non gli abbiamo chiesto niente,

Perchè non cercavamo come bisogno l'amore,

Come invece spesso fanno gli amanti,

Ti direi che è quasi un miracolo

Quello che stiamo vivendo nonostante le

Nostre differenze, che mi sembra sono come quelle 

Che tu oggi hai raccontato parlando dei mari della tua vita,

Tu, nata a Buenos Ayres, sei fatta di forza d'Oceano, mare della tua Giovinezza, io sono come il vecchio Mediterraneo , tuo 

Mare di oggi, stanco di millenarie promesse mancate

Mare chiuso, a volte anche per la speranza, come quella di molti Nicola e Bart.

Ma è la luce di entrambi i mari che ci accomuna, che la gente vede

Nei nostri sguardi, quando ci incontra insieme, e lascio allora che irrompa  la Speranza, di guarire per sempre, nei nostri cuori, che  

Le insistenti zanzare delle piccole incomprensioni ,

Cercano  di portare fuori pista.

E mentre rifletto su questi mistero che ancora oggi ci lega dopo

Dieci anni, resto meravigliato davanti a quel posto,

Dove inizio' tutto,

Davanti al Grande lago. Tu l'hai accolto  come dono prezioso, quasi come Persona, e alla sua rassicurante azzurra forza

Ci richiamiamo,

Per spezzare la linea delle incomprensioni. Siamo qui in pace,

In questo profondo d'azzurro amore.

Davanti alla vita che scompare e riappare, incessante, come tra i Magredi della Tua antica patria friulana,

Davanti al traguardo raggiunto,

Alla voglia di continuare. In un soffio, siamo d'eterno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Di Corsa

Di Corsa

 

Di corsa questi giorni di febbraio

Come il passo dei bersaglieri

Scandiscono il nostro incontro con il tempo.

Ti stai preparando all’ oltre indefinito

E mi fa paura questa immagine.

Non posso determinare l’ignoto

Come un navigatore del mare oceano,

Non trovo approdi ma un sentimento di condivisione.

Luci che sbocciano in questa aria di primavera.

I tuoi bei capelli e la tua voce di soprano

Arrivava persino a Dio

E resta l’eco sulle pareti di casa tua

Come dei fiori nei quadri di tuo padre.

Così a passo di corsa trascorre il suo momento la vita

Come se fosse un bersagliere.

Sono i giorni della fede e del perdono,

Della preparazione al caldo abbraccio dell’eterno,

Come ad un’altra nascita,

Mentre mi rimane il profumo del tuo canto.

Siamo tutti legati in questo mondo alla stessa sorte

E questo corpo ci riunirà alla luce

Mentre l’ultimo mattino perderà la sua tristezza.

*

Brina ancora sulle Gemme di Lago

 

Brina ancora sulle gemme di lago  

 

Siamo come i due occhi di un bel viso bizantino

Entrambi aperti con lo sguardo nella stessa direzione, lì, davanti, alla stessa distanza,

Come un campo arato con cura dal contadino che prepara la semina

Per un nuovo raccolto di mais.

Siamo del lago, del Benace marino, impetuoso ed imprevedibile, come la vita sa essere.

Per tutte le volte che ancora

Sarà necessario togliere la brina dall’architrave

Della nostra vita

Che rende di ghiaccio una parte dei nostri sentimenti

Per imparare ad amarci meglio

Io ci sarò.

Come il contadino spera che le gazze non scendano a mangiare i suoi semi

Io spero che non siano piu’ ragioni alla collera fra di noi.

Risorgere.

Sento che la mia vita attende ancora risposte

Mentre ti vedo come mia madre reclinata a cucire

E non voglio vivere per il pane o per un piatto di pasta

Ma per un arcobaleno di gioia che squarci le tende

Sui nostri sguardi.

Come la gemma in attesa di diventare frutto

Trepida per evitare le brume di una prima – vera

Quanto vorrei fuggire per sempre dall’ombra,

Dall’ondeggiare dei sentimenti! A volte sono

Velo, a volte mi veste la luce.

Voglio volare, non voglio morire prima di sbocciare.

*

Il Gioco del Mondo

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Il Gioco del Mondo

 

Non riesco a semplificare i pensieri sottili

Che addensano le mie cellule come inestricabili radici

Di incomunicabili percorsi che arrivano da un lontano

Dove,

Un tentativo di declinare sentimenti secondo una scala

Di infinitesimi giochi d’energie, non mi riesce. Sono come la Regina della Notte

Che urla le ragioni del nostro stare insieme

Con una voce di testa nella speranza di convincere anche l’ultimo

Baluardo di cellula ancora dubbioso.

Ma tu sei distante.

Non ti chiedo poi molto, anzi, non chiedo per niente.

Respiro solo l’attesa di incontrarti,

Come un destriero attende il suo cavaliere con devozione. Sono come un mulino

Che gira da solo, in apparenza forte e senza bisogno di niente

Ma senza la forza dell’acqua e del vento

Non riesco a ruotare. Accarezzami, te ne prego

Raccontami di queste panchine dove gli amanti si stringono

In un abbraccio appena sussurrato e ancora viviamo per questo noi,

Trascurato da questo apparentemente ineludibile gioco del mondo.

Tra pietre e vento cresce la mimosa che ingentilisce la mia ossessione d’amore

Mentre scrivo sui muri la mia ansia di ribellione e leggo che la poesia abbraccia

Cio’ che il confine divide..

*

Il Sogno di una Piccola Buca

Il sogno di una piccola buca

 

Mentre sogno mi vedo come una piccola buca di terra

Che vuole contenere lo sterminato universo, e ti raccontavo mentre

Sul mio tavolino ancora c’è il tuo carillon fatto di cavalli su una giostra.

Respiro la mia nudità interiore come avvertimento

Al mio sogno che non sia sovrumano e

Ti guardo quando la luna esce allo scoperto

E mi sembra quasi di esserci sopra, lì davanti a questa grandezza

Che si manifesta di fronte alla torre.

Mi racconta dei nontiscordardime, delle lucciole di maggio

Delle passeggiate notturne da piccolo

Nella campagna vicino a casa nostra che ci accoglieva teneramente quasi consapevole

Del suo ruolo di custode della nostra fanciullesca grazia.

Ti attendo a letto mentre mi dici che stai lavorando

E sei connessa con il mondo, come la piccola buca di terra contieni

Un universo fatto d’amore mentre ancora il nostro piccolo lume

Non smette di emettere luce

Ti amo anche oltre i confini di me stesso

Della mia fisicità alienata dal quotidiano e ritrovo la chiave che apre la porta

Dei sogni, protesa sull’azzurro.

*

Paese senza Amore

Paese senza amore

 

Gestisco questi momenti di attesa con la fiducia del

Falegname che spera sempre di ricavare dal legno che sta lavorando

Una figura positiva e mi sembra proprio

Un mestiere sacro forse piu’ del mio che sta perdendo

L’anima sua e mentre mi domando che sarà di questi giovani

Allineati a prima mattina in attesa dell’autobus

Quasi simili ad uno stormo di passeri appollaiato sui fili piu’ alti

Dei tralicci della luce in attesa di spiccare il volo tutti insieme

Ti guardo ancora con spirito di conquista  

Con giovanile voluttà un desiderio fuggevole che dura in eterno.

Liberate le spiagge d’Italia da queste balene senza rotta

Affinchè questi passeri possano creare il loro nido

E noi alberi millenari messi a riposo dopo l’ultimo raccolto di olive.

Il mio cuore sarà così in ogni forma che ritrova amore nel mio Paese

Come in un verde pascolo per riposare e in nome del

Grande gesto volate passeri nel vostro tempo,

Io sarò in quiete ad ammirarvi , ad applaudire i vostri progetti

E sarà il miracolo piu’ grande il nostro ritrovato amore.

     

*

Bianca Neve

Bianca Neve

 

Assorbo il tuo canto

Felice su questa bianca neve

E ti illumini mentre rinasci.

Le faglie nell’anima si stanno chetando

Mentre ancora il profumo di rosa

Inebria di nuovo e fresco il quotiano nostro calpestio di questa terra

Che ci lega al cielo, tra i giardini di questo febbraio

Siamo come migranti in un universo vuoto di vita

E’ solo il sentimento l’energia che resterà di noi

Noi siamo della stirpe di Oxossi, della stirpe degli alberi,

Non dimenticare il volo che abbiamo fatto

Per giungere sin qui

Su questa bianca neve

Condividiamo il pensiero stesso dell’amore

Nel fluire non frenabile della nostra vita

Abbiamo perso tutto prima di ritrovarci

E ci siamo rimessi in cammino.

Da dove vengo? Mi chiedi spesso

Forse dal profumo del dragoncello del tuo giardino o dal pino mugo

Che proviene dalla foresta qui davanti

O forse provengo dall’adorato basilico.

E' la primavera che ci regala il suo aroma.

*

Parole per mia Madre

Parole per mia madre

 

Ciao,

Forse tu hai ragione che qualcosa in me perché io viva in fondo deve morire

Ancora, sono attraversato da immagini sovrapposte di te e di lei.

Ti vedo immaginata nella tua Buenos Ayres

Come fiore che non vuole sbocciare per non crescere

Per partire

Viaggiatrice inversa rispetto a chi ti a preceduta

Nell’aria il segno della speranza con nell’animo l’eterno.

Non muore mai infatti chi come te si affida con fiducia

All’amore, mentre forse in me

Qualcosa ancora deve abbandonare

Quel legame ombelicale che mi vincola ancora alla tenerezza

Di mia madre.

Ho onorato molto la sua memoria e adesso canto la bellezza

Della tua immagine bianca come la luce della luna

Compagna del quotidiano divenire ,

Che unisci energia e chiarezza di visione mentre a volte io

Sono confuso da antiche ombre.

Non offenderti madre mia se il sole è nella mia stanza ogni giorno.

Saprò ancora sorprenderti con il mio vivo ricordo mentre

Salto di ramo in ramo come uno scoiattolo ebbro di primavera

E da ogni parte c’è la luce, cara madre mia,

Non sfumera’ per sempre il vostro esempio d’impegno

Non abbiate paura

Noi ci amiamo senza condizione, di me da piccolo nell’oggi

Rimane il colloquio con la tua anima

Che raccolgo ancora con il mio cuore.

Non è stato vano il tuo sacrificio

La morte non ha vinto il tuo desiderio di vita

Che continua ancora, mentre soffia lieve

Una fresca brezza dal lago.

*

La Mia Strada

La mia strada

 

L’energia è la mia strada

Come di luna piena attraverso stati di coscienza

Per leggere profondità scomode

Non raccontabili tracce di indistinto

Che albergano nel mio profondo, forse  

Retaggio di mancanze d’ autostima

Mentre intorno non riuscivo ad esprimere me stesso.

Come non ringraziarti per questa opportunità di camminare insieme

Al dio del vento Jansà

E non ho ancora bisogno di consultare il mio babalao

Per scoprire il mio limite.

Libertà è una parola che può costare molto

E il sé mi tormenta come un punteruolo.

Ma io sto con il vento, con Jansà, continuiamo a volare insieme

E d’incanto ridà speranza al mio viaggio

Così sotterro le volubili bizzarrie del mio ego che mi fa prigione

Mi chiede di andare oltre il limite del conosciuto mentre

La notte non si cura dei miei pensieri e perennemente

Si trasforma in giorno, Chissà se è vero che siamo solo una

Delle multiformi espressioni della vita

E se fossimo fiore o cavallo, luce o tenebra

Ancora il soffio ci racconterebbe di esperienze magnifiche

Contabilmente mi sento in debito

Con ciò che appare senza forma, un quasi corpo.

Come la luce o l’onda, mentre mi riscopro nella passione,

E ripeto al mio io che nessuna onda è niente senza l’immenso mare che genera

La sua forza e ciò mi rende piu’ tranquillo

Mentre aspetto il tuo ritorno Xangò si apre in un sorriso.  

Verrà l’amore e avrà il tuo volto mentre il corpo sogna qualcuno

Che lo stringa senza tregua.

*

Come il Titanic

Come il Titanic

 

Cosa sento per te ?

La disperazione di amarti per il poco tempo che abbiamo

Per stare un po’ tra noi

E’ quello che mi manca a questo punto del nostro momento

Mi manca la fusione tra noi

Come il ghiaccio e il sole

Vorrei respirarti in ogni momento

E non sto bene perché sento ogni parola slegata dal filo

Che lega il palloncino

Se dico acqua pensi vino , se dico verde pensi rosso

Forse è la mia mente che rielabora e trucca

Che cospira con il tempo

Soltanto nella notte ritrovo lo spazio

Sei speciale per la mia vita e lo sai

Imploro tanto la luce ad ogni sguardo

Che si posa nei tuoi occhi

Per abbracciare il tuo corpo come un naufrago

Del Titanic con la zattera che lo sorregge

Mentre sotto c’è l’abisso organizzato dalla mente

Ti amo come il silenzio di questa notte

Di campagna, mentre aspetto di nuovo il giorno

Per la festa dei nostri corpi e nessuna promessa

Resta inevasa. Vorrei che le me parole si mescolassero

Come acqua nel tuo vino.

*

Il Canto del Gallo

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Il Canto del Gallo

 

Non è che ho paura di morire, è che mi fa morire

La mancanza della tua tenerezza. Il soffio del flauto

Accompagna questi pensieri mentre arriva il canto del gallo

E ti prendo per mano per portarti via, lontano,

Con infinita dolcezza contadina, andiamo,

Ci vediamo in un film perché la vita è bella

In memoria del nostro passato di stella.

E’,la voce dell’oboe che vuole che tu ti disveli

Da mille deliri manageriali

Per vedere chi sei nell’essenza, tenero pezzo di cielo

Felice come non mai, come quel giorno ad Iguazu’

Come il passero tra la polvere d’acqua della  cascata

Ed ancora ed ancora, per sempre vorrei portarti via

Con me e ti porterei al mare, là dietro a Mar del Plata

Con il suo fulgore e la febbrile allegria cantata dal bandeonion.

Vorrei per sempre che tu fossi baciata

Dal sole, come in memoria di quanto dura per sempre e non mai muore

Un incorruttibile fiore

Che perenne continua a sbocciare,

Per amare anche la follia

Di chi come me ti vuole portar via.

In volo, insieme, su un fantastico aquilone,

Per stare sempre bene,

Come il primo giorno nel quale ci siamo incrociati

E non ci siamo piu’ slegati.

Una leggenda questo nostro amore

Piu’ resistente di mille affanni di cuore

Che continua a vibrare e cantare

Come le note del piano che fanno salire

Al cielo la nostra preghiera all’amore.

Ascoltala, questa preghiera, o mio Signore.

Non farla volare via, anche dalla mia lucida follia.

Da questa vita insieme, poesia infinita d’energia sacra,

Umore di luce e bagliore di stelle.

Vita sacra come la gioia di averti

Pur tra i tremori del domani, di mille e piu’ notti.

Come questa dove sento la vita che avanza, con la nostra speranza,

Con il nostro orgoglio di dare sempre il meglio per tutti i bambini,

Per ogni sogno sognato o da sognare, anche qui in riva a questo mare.

Poesia di vita, che ci ricorda la vostra dolcezza,

Infinita,

La vostra leggiera gaiezza, la voglia di conquista

Di un posto nel mondo, dopo l’olocausto del novecento,.

E mentre finisce la notte e aspetto il canto del gallo,

Arriva il mio gatto dalla campagna d’intorno,

Per raccontarmi le magnifiche storie che ha sentito

Al chiaro di luna, disteso tra i falò.    

*

Nella Mia Testa

 

 

 

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Nella mia testa

 

Non so cosa ci sia nella mia testa

L’inno del Piave mi adorna d’immagini di giovinezza quando

Le montagne erano la mia casa

L’Adamello maestoso, il Catinaccio, la Marmolada con

La valle dei Ghiacci, la solidarietà che si respirava ad ogni passo

Mentre ancora non conoscevo la tua bellezza argentina

Passo per volare  nella infinita dolcezza

Di un abbraccio candido come la neve

Come quella incessante dell’ottantasette

Ancora la ritrovo dentro

Il rifugio Vicenza, il Lagazuoi ,

Non mi lamento per il mio oggi, solo affronto con fatica

Queste tappe in quotidiana salita

Forse nella mia testa c’è voglia di giovinezza

Di parole che lasciano il segno

Di solidarietà profonda come quella tra le montagne

E mentre scrivo la commozione riesce a trattenersi a stento

A volte penso che sei l’unica a capirmi

Quando si è stati in cielo

Si fa fatica a reggere il quotidiano

Dove quasi ti considerano un matto se provi a parlare

Con persone frettolose e distanti,

Che si dicono fratelli nel genere umano.

E mentre trattengo la voce quasi sussurrando nella penna

Lacrime di gioia

Ti vedo come una stella alpina in cima alla rupe dei miei pensieri,

E trattengo ancora la vita tra le mie mani

In un mondo di muri inumani.  

*

Come Nuvole di Piume

 

 

 

Come nuvole di piume

 

Nella morbidezza ritrovo  il tuo senso

Come nuvole di piume che ci avvolgono di tenerezza

Finalmente la luce ritorna e ravviva le nostre radici.

Come le piante si risvegliano per specchiarsi nel lago

Anche noi siamo pronti e abbracciamo il nostro cammino.

Siamo come diamante duro. Un uomo e una donna.

Il lago ci accoglie  con un eterno sorriso,

Condividiamo il presente e il sonno ti avvolge ancora a me. Siamo

Come nuvole di piume e io

Volevo essere il primo a vedere i tuoi occhi,  prima del sorgere dell'alba che sgretola l’incanto.

Sei calda come la seta 

E ritrovo il sole nel tuo corpo, ricordo di un’estate del nord.

Impossibile dimenticare queste carezze che non mi danno paura di amarti,

Mentre le voci di dentro si smussano e si spengono,

A poco a poco,

Come la cenere nel camino.

Dormi ancora ed assapora finalmente la tua gioia.

Nella nostra valle ai piedi della montagna sentivo solo il profumo

Del vento freddo

Forse la notte è davvero vita e tu mi dai il tuo corpo, caldo di energia, ancora questa notte.

*

Nella Tua Cura

Nella tua cura

 

Ci sono momenti nei quali riconosco i segni della tua

Indiscutibile grandezza di persona non usuale

E mi riscalda l’anima molto piu’

Di un tortino al cioccolato sapere che ci sei

Che sono importante nel tuo quotidiano;

Mi adopero ogni giorno per crescere, smussando, correggendo,

Una parola gentile mi apre

Un sorriso mi conquista, costo così poco.

Di questo vivo oggi mentre ancora percorro il sentiero

Del pellegrino e mi riappari come eravamo a Marettimo

Sull’isola dove il profumo del timo abbracciava le nostre parole

E ti vedevo come una perla del mare accanto a me.

Mi piacerebbe tornare all’Isola Sacra

Mentre chiedo ancora di rinnovare il coraggio del guerriero

Che lega il nostro viaggio e vedo il nostro volto

Dipinto sulla luna che sorge  

Mentre cerco un linguaggio nuovo in un verso libero come il nostro

Volo insieme

E per proteggermi dalla caduta al suolo semino margherite perché diventino

Un materasso di fiori.

Tu sei come sei, come nuvola di pioggia leggiera

E la vita la tua essenza. Ho fame del tuo amore piu’ che del tortino.

Ci sono cure che tardano a produrre i loro miglioramenti

Mentre la tua no, la tocco col cuore

La tua cura e’ amore e perdono il mio dolore.

*

La Festa del Sogno

La festa del sogno

 

E quante sono le sfumature di verde, della speranza!

Anche oggi mi è venuto a trovare il merlo Francesco,

Col suo becco arancione e la nera livrea, si è posato

Sulla siepe verde e mi ha guardato curioso

Era qualche tempo che non parlavo con lui

E mi ha ridato speranza questa visita di primo mattino

Al primo raggio di sole

Che ha illuminato il nostro universo

E ho rivisto il campo di granoturco che una volta

Arrivava sino in paese

E poi il merlo è volato nel sole, e mi ha riportato alla coscienza

Nel mondo simile al sogno che ho sognato

E mi ha detto che non c’è un abisso in realtà

Degno di essere sperimentato per perdere la vita

Abbasso le armi del sospetto  a priori

Lavo il fantasma mio intimo e segreto

Mi illumino del tuo viso

Mentre ti vedo far colazione e sul tuo tavolo

Non ci sono mai domande ma solo sorrisi

La caffettiera canta il suo inno alla gioia

E il nostro letto diventa vascello

Ci porta per mari sconosciuti e mi sembra di essere nel giardino

Delle beatitudini mentre confabulo con Francesco.

*

La Giovinezza

La Giovinezza

 

Ancora si legge la giovinezza nelle mie gambe

Nelle mie braccia e nel mio cuore

Non mi sento corrisposto dallo stato anagrafico di cinquantenne

Se non per la maggiore capacità espressiva 

Di sottili energie che tu chiami sentimenti

E questo mi rallegra nella opportunità di risolvere quesiti

Che ogni giorno la vita ti fa vedere come apparentemente inestricabili

E ci rende a volte impotenti come i gabbiani ipotetici di Giorgio

Incapaci di volare e dispiegare le ali, quasi come per esplodere in volo.

Ti chiedo solo di essermi vicino, nella buona o nella sorte non favorevole,

Di soffiare insieme a me le vele della speranza

Di bere insieme umore di stelle, chiedo alla luna di regalarmi ancora un sogno

E di cantare insieme l’inno del nostro cuore.

Siamo come di notte gli alberi col vento,

Mossi insieme allo stesso ritmo del soffio di Dio, campagna con boschi,

Mentre dormo inquieto e nel respiro io ti sento

Mentre soffia piu’ forte e diventa tempesta che urla il suo lamento.

Tu silenziosa aspetti il risveglio,

Scintillante d’amore come in un appello

Alla luna, sul monte, piena di questo argenteo vento che disegna file perle  

Sui tuoi capelli liberi.

Riposo il cuore mentre volo e tocco il cielo.

Divento un gabbiano vero. Ho lasciato la mia anima accanto alla luce

Di questa luna, per ritrovare il tuo corpo

In un silenzioso incontro. Continuerò a scrivere il tuo nome

Sulla neve e la notte è magica fra di noi.

*

La Fine del Mondo

La fine del Mondo

 

Un meraviglioso vento di primavera

Scuote la nostra vallata distesa tra la montagna e il  lago.

Arriva nel profondo dell’anima questo vento;

E’ dalla torre viscontea che si getta per arrivare sino a noi.

Ancora ci richiama come il canto delle sirene per mostrarci il viaggio,

Per raggiungere quella linea tra il lago e il cielo

Che ci vede camminare insieme.

Aspettiamo il tramonto attraversati da questo sole invernale

Mentre tutto l’intorno si veste d’azzurro

L’acqua del lago, le montagne, il cielo

Dove noi camminiamo insieme. Ma  

Siamo già nel cielo, sin da quando cominciamo a scrutare l’orizzonte,

Sin dal primo dei nostri giorni,

Ad alzarci  dalla madre terra per diventare uomini.

Raccolgo come il tesoro piu’ prezioso questi attimi di pace

L’inverno, qui, è magico e tu sei calda come la mia terra

Mentre s’acheta il fuoco dentro me.

Noi siamo qui, dentro l’antica onda del sempre, mentre il liuto

Aspetta di essere suonato

Per mostrare la dolcezza del tuo sorriso al sole che va a dormire

Ad ovest, verso l’Argentina, verso la fine del mondo.

Non voglio vivere senza di te, perché sarebbe tutto cruento e duro

Qui le confuse strade della città spianano il passo all’infinito e in questo

Tramonto che sa di magia

Ancora canto la nostra nostalgia. Declino la notte scendendo dal tetto

Come spazzacamino per parlare coi gatti

E mi raccontano di te e mi perdo in questo abisso

Di profumi senza fine.

Ormai non c'è piu' dubbio. Questa è la mia casa e tu sei la mia terra.

*

Classe Millenovecentosessantadue

Classe millenovecentosessantadue

 

Il mio mondo si sta mescolando con quelli di noi che

Hanno già attraversato la linea dell’orizzonte

Dato che oggi ci hanno chiesto l’ecocert.

E vedo l’entusiasmo che animava la nostra società,

Non ancora liquida, dove amori incerti rappresentano il presente,

Man mano che avanza il tempo, e, come sempre, dissolve il passato, evaporare nel silenzio.

E’ sempre stato così, da quando comanda il tempo. Cambiano solo i nomi della mia ansia

E anche se cerco di costruire trincee fortificate vedo poi come tutto sia fragile ed umano.

Quello che ci distingue è ancora l’amore

Che non è frutto di un prestito a rientro , almeno mi pare

E se stiamo cercando, noi che già siamo stati delusi, di costruire fiducia sufficiente

A debellar le nubi all’orizzonte

Mi sembra sia quasi una notizia da prima pagina.

Non chiedo niente al nostro amore, solo la libertà di amarti senza finalità .

Ogni giorno da una scoperta, come per magia, bianca.

Anche il nostro amore  è affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, l’ho imparato.

Non sono confuso sul futuro che ci aspetta

Cerco di rendere ogni giorno bella la nostra convivenza

Al di là delle fragilità e dei caratteri individuali

Con un piccolo fiore di carta, magari,

Con una poesia,

Senza battere i pugni sul tavolo o urlare perché tutto è caduco

E ciò che rimane oggi come allora è in una parola,

Mentre non ho ancora i capelli colore della neve,

Siamo liberi di amarci e non mi sento uomo ad una dimensione.

*

Ode alla Pastiera

Ode alla Pastiera

 

E’ un universo di profumi in un paradiso di sensazioni

Espressione di sentimento e di ringraziamento

A Napoli è un monumento

Di fronte a lei qualsiasi dolce impallidisce

E non parlo di donna o uomo ma di elaborati fatti a mano

La ricchezza d’ingredienti e’ musica soave

Sinfonia di componimenti tra i piu’ sublimi esistenti

E’ nel canto di Partenope la tua essenza  sette doni forse greci

Di perfezione e buona fortuna, la farina, la ricotta , le uova, il grano nel latte cotto,

Fior d’arancio e le spezie, ed infine zucchero dolce bianco,  

Ed io canto alla Sirena la fortuna di averti conosciuta

Pastiera napoletana o amalfitana, sia di chi tu sia

Sei la piu’ buona che ci sia

Se persino alla tiranna d’Austria Maria Teresa un sorriso le strappasti

Per la  Pasqua ti proponiamo e come vessillo ti adoriamo

Simbolo di risorgimento del nostro popolo ed anche umano!

*

La Pasticceria Maggiani

La pasticceria Maggiani

 

Mi viene in mente quando avevo dieci anni

Ed eravamo a Marina di Carrara

A fare lo struscio prima di andare al mare

Era d’obbligo fermarsi alla pasticceria Maggiani

Uno scrigno di colori e profumi

E mi sentivo già grande col mio gingerino e il babà

In tua compagnia

Tutti ti chiamavano ragioniere e ti salutavano come una star

Al passaggio tuo e di Whisky , uno dei primi dalmata che vedevo

Ogni volta puntualmente al compleanno e ad ogni onomastico un biglietto d’auguri

Oggi forse un sms

Mi sentivo felice ed attorniato da sensazioni positive

Di voglia di crescere

In quel piccolo paradiso che era la pasticceria Maggiani

C’eravate tutti allora, papa’ mamma, zii, cugini

Dietro le Apuane di Michelangelo  e davanti il mare

Ero colmo di sogni come adesso

Anche se alle volte assomigli piu’ ad una pista di slalom

Ed io devo evitare i paletti

Per raggiungere il nostro traguardo.

*

Gli Occhi di Angelo

 

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Gli occhi di Angelo

 

Come ha fatto Angelo a morire

Se non si nega a nessuno un fido di cassa, una carta di credito

Ma Angelo non è morto , ha solo lasciato

Il suo corpo in questo mondo lacerato

Angelo è come i giovani che scappano da questa terra

In cerca di fortuna

Terra di lupi, amara e dolcissima 

Angelo è scappato in cielo

Via da questo ambiente di slot machine, di oroscopi di capodanno, di fumo e sigarette,

Angelo era come un gatto umano, si adattava

Ma aveva finito le sue sette vite di randagio

Mi resterà sempre nel cuore quello sguardo quasi stupito

Del clamore del suo stato

Di migrante italiano,

Non riconosciuto dalla pietà di questo paese devastato

Italia amara terra in declino

Angelo è mio fratello, aveva freddo  e non aveva un cappotto

Nell’ultima notte prima di scappare

In alto, dove si realizzano i sogni,

Come un palloncino felice

Di abbandonare questo mondo lunare.

Era come Gesu’ e non l’abbiamo riconosciuto

Ma nemmeno questa volta Erode ha vinto.

*

T’Immagino d’Eterno

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T’immagino d’eterno

 

Ti conosco da quando sono nato eppure ogni volta sei meraviglia

Mi rimani dentro quando sono distante

A telefono spento

T’immagino come sei profondissimo e d’azzurro

Quiete e tempesta come solo sei tu

Vento di libertà che soffia dalle tue montagne

Che ti circondano e ti fanno una donna bella

Sei custode della mia anima,  sentiero per i miei passi

Amico di serate magiche e complice

Come un buon compagno al quale affidare il cuore

Ed è cosa rara di questi tempi

Ritrovo nella tua bufera l’orgoglio di essere uomo

E il posto nel mio Presepe

Mentre ogni giorno esco di casa in camicia e cravatta

E mi riesce sempre piu’ difficile lasciare la tua sagoma

Il tuo pensiero riempie la mia quotidiana solitudine

Come un angelo silenzioso custode la mia anima.

So di non essere eterno

E dentro il mio cuore graffiano i ricordi di chi non c’è piu’

Ma il tuo amore morde le mie labbra

E sei parte ormai anche tu di questo mosaico

Di questo lago che ti ha accolto come migrante in cerca d’anima

Forse siamo stati scelti da lui, perché anche se ci siamo affrontati spesso  a muso duro,

Urlati addosso, alla fine restiamo. La sua acqua sceglie e non incatena all’immobilità del suolo, ma

Ha disegnato per noi un altro pezzo di cielo.

*

Come un Olivo

L’Olio d’Oliva e la Poesia

 

 

Come un olivo

 

E’ in albero che mi sto trasformando

Pian piano sento di diventare ulivo

Oxossi mi sta lavorando dentro

Per portarmi con se

Nel mondo di movimenti infinitesimi

Come quelli della foresta.

Ogni mia cellula sente il suo richiamo

E non poteva essere diversamente per noi

Uomini del Mediterraneo.

E come da queste preziose colline gardesane d’intorno che racchiudono il sommo lago

Ti ritrovo millenario a ricordarmi del Golgota

E qui la mia storia si completa

In questo specchio d’acqua proteso a nord

Ponte d’antiche culture tra sud e nord d’Europa.

E distillo ancora gocce di vita, nonostante,

Incomincio ad indossare il tuo vestito

E canto la tua ode.

Sono come un pastore errante tra le brughiere.

Mentre fra poco tutto farà scuro

Brilla nel cielo la cometa

E bramo la luce dalla lampada con il tuo olio

Per rientrare all'ovile.

*

Il Nemico

Il nemico

 

Il mio nemico sono le parole vuote di colore

Sillabe frastagliate come stile di quest’epoca di giovani contro

Ma nel sessantotto non tagliavamo teste

Costruivamo sogni , magari poi sciolti nel fumo dell'oppio, ma

Il mio nemico è anche chi continua a guardare in basso camminando

Sul cellulare

Anziché comunicare e rivolgere a Dio lo sguardo.

Mi manca il calore dell’anima

Di quella  goccia che rompe anche il marmo piu’ duro

Il mio nemico è questa burocrazia asfissiante

E’ l’assenza di gentilezza nel quotidiano

La mancanza di rispetto per chi è anziano

Le mille giustificazioni per non portare a termine il proprio mestiere

Il mio nemico è la freddezza di chi governa

In questo paese del sole

E del mare

E del non riconoscere valore al merito

All’impegno

Il mio nemico e chi chiede e pretende come dato per scontato

Le continue richieste di cose materiali

Mentre lo spirito grida come l’urlo di Munch

E la terra lo sente

Vorrei abitare tra le pieghe del tempo

Per recuperare i momenti non vissuti

Per dirti tutti quei ti amo rimasti nel vento

L’unica cosa che vorrei misurare è solo il nostro amore

E non la produzione

Stiamo vivendo insieme ogni pezzo di tempo misura della nostra fatica

Per uscire dalla trappola della produzione  

E se non misurassimo piu’ il tempo?

*

Le Passioni

Le Passioni

 

Accendo un incenso per ringraziarti

Della tua passione per la vita e la gioia

E non mi sento sfollato dal tuo cuore

Ma un cavallo ebbro di felicità

Che corre nel suo prato senza pausa.

Devo dirti che ho ritrovato quella grinta che mi sembrava persa

Come mangiata dalla nera energia dell’universo

Per questo non voglio piu’ vendere a sconto l'ultimo mio tempo

Ne’ sentirmi come un limone spremuto

Mentre sono come un alpino nella neve.

Accolgo nell’alba il momento per uscire dalla trincea

Di questo sentimento

E vorrei essere come i girasoli di Van Gogh

Per seguire la mia stella

Mentre aspetto il 2 febbraio la rinascita nella festa di Jemanja’.

La prego per rinnovare il coraggio

Di combattere in questa vita

Mentre la musica dell’oboe dolcissima governa i miei occhi

Che non vogliono perdersi nemmeno un minuto

Di questo prezioso colore d’incenso

Che è la vita con te.

E tu sei come un oboe riemerso.

Aspetto che si alzi il soffio del vento

Che porti via questa sabbia che ancora rende anonimo un pezzo del nostro cammino.

E’ dalle imperfezioni che nasce la vita

Come bollicine di champagne dal bicchiere .

E le tue parole di comando diventano poesia.

*

Il Parco

Il Parco

 

Eravamo  due onde in ricerca

Di un posto tranquillo e della felicità

Possibile dopo una giovinezza familiare

Passata tra speranze e tumulti.

Tu addirittura uscisti dalla fine del mondo

Da una adolescente nazione.

Scegliesti una vedova nostalgica del suo passato

Di gloria, stanca dell’oggi, di occasioni mancate e di indossare consunti vestiti.

Io ti aspettavo nel parco

Che allora non c’era e solo potevamo immaginare

Un’offerta di vita così ampia ma anche dolorosa

Memoria di chi non è piu’ con noi.

E oggi che il parco sorride  

Si ricostruisce un giovanile sentimento di gioia

Che scavalca l’oppressione di onde scure

E che è il tuo mestiere

Io? Costruisco ponti e comunico

Mentre tu infondi gioia persino ai sassi

E così non ho piu’ paura delle parole

Di chiamare le cose con il loro nome

Muffe le muffe, tumori i tumori,

Senza aggettivi nobili o benigni.

Non ho paura delle parole ma di restare senza il tuo amore.

Cerco dove finisce l’onda e dove finisce il mare

Per incontrarti ancora piu’ di cento mille volte

E l’onda mi insegna che non ha piu’ confini

Mi parla del tuo infinito amore

E finalmente mi sento in quiete

Sulle tue labbra odora il profumo di gioia

Il vento si scuote e vola il mio cuore e

Se ci fosse la neve sarebbe tutto perfetto.

*

Se Io Sono un Uomo

Se io sono un uomo

 

Se io sono un uomo lo devo anche a te

Che sei la mia compagna

Direi a volte ombra

Perchè mi segui in distanza ma ti vorrei

Invece piu’ vicina

Mai come madre che a volte mi manca moltissimo

In questo affetto a prescindere

Sempre come accompagnatrice di una volontà di migliorare

Ed è questo che conta

Mi fai stare meglio

Di come molte volte entro a casa

E’ per questo che ti ringrazio

Per questa capacità di non farmi abbrutire preso dal quotidiano delirio

Di un mondo che comincia a sfuggirmi

Ma spesso ti sento come la moka del caffe’

Calda, accogliente, profumata, attenzione,

Non decaffeinata però

E mi riscaldi il cuore quando meno me lo aspetto

A volte mi tocchi dopo un battibecco

E lo sai che con te, che sei il mio cuore, odio le discussioni lunghe su cio’ che è stato detto

Anche sul tuo affilato silenzio.

Sono un uomo, e ti amo, ancora di piu’

Quando lasci correre i miei errori.

*

L’ Ago nel Pagliaio

L’ ago nel pagliaio

 

Se ti dicessi che molte volte

Mi viene voglia di scappare da questo mondo

Per incontrare altre esperienze

Significative per calore umano sarebbe forse

Solo una parziale ammissione di un sentimento

Di finitezza

Di non finito

Che mi accoglie al mattino soprattutto e mi fa molte volte

Domandare quale sia il senso della nostra sfida come coppia

Sai che stiamo salendo montagne e sentieri difficili

Come quello della ricostruzione di una famiglia

E quanti sono, innumerevoli come le aperture d’ali delle farfalle,

I tentativi per recuperare alle nostre vite le positività che abbiamo

Anche se i cassetti

Rimangono spesso chiusi e le tasche vuote di sentimento,  

Non hanno voglia di svuotarsi, di colmarsi di nuove gemme d’amore.

Ed ogni tanto la mia macchina batte in testa

Per segnalarmi che il tempo sta finendo

In un lembo della memoria fatta di desideri

Che ancora mi fanno restare giovane

Come quello di continuare a vedere il tuo sorriso

In acque profonde

A cercare ancora l’ago nel pagliaio.

*

Luna Lucente

Luna lucente

 

 

Sentimenti giovanili riaffiorano in perdute stanze

Raggiunti dalla calinverna che decora l’intorno

Come se la natura tutta avesse indossato una tovaglia di pizzo di murano

Per invitare alla festa dei cuori il genere umano.

Ho raccolto ogni cuore per portartelo sul tavolo

Ti racconto il presepe come se fossimo dentro la palla della neve

E Dio stesse giocando con il nostro presente.

Accendo ancora il fuoco del camino

Che mi piacerebbe avere nel nostro soggiorno

Per raccontare favole a colui che viene

Mentre attendo ancora il nostro bambino.

Ecco il mio nome

Portato dall’angelo

E si placa il finimondo di fuoco

Che resiste nel mondo.

D’azzurro Madonna anche il lago è rivestito

Accoglie il mio corpo che diventa concime

Per questo giardino e come la calinverna che si scioglie

Pulisco la mia anima  e divento luna lucente.

*

La vita e’ Sogno

La vita è sogno

 

Non riesco ancora a chiudere i conti con il giorno

Appena trascorso, che mi attraversa un nuovo oggi e rallenta

L’accordo con il Signore del mondo sottile. Attendo il ritorno del gatto

Di casa dalla campagna circostante

Divenuta il suo campo di svago.

Il silenzio mi entra dentro al punto che erode la quiete di questo scenario immobile.

Fa poco freddo, mite inverno. Stanotte fanno fortuna anche i clochard.

In città non mi ritrovo.

Ed ecco che viene a chiamarmi

Per entrare festoso in casa.

Tutto riposa,  mi faccio come di pietra

In questa notte di attesa,

Dove tutto appare al proprio posto

Come se fosse il disegno di Dio, e vorrei assomigliare all’Eterno.

Nemmeno un’anima che parli con senso inappropriato sotto questa volta celeste.

Neanche gli animali si fanno sentire,

Come se la vita si fosse fermata.

Ritrovo il senso di appartenenza

All’umano concerto delle nazioni,

In questa pace di campagna, combattuta e sognata.

Anche le parole qui sembra vogliano stare tra di loro

Per raccontarsi, prima ancora di rendersi manifeste

E perdere un pò di senso del sacro che attraversa il silenzio nella città dei consumi.

Invoco la vita tra le mie mani

E tu mi raggiungi accanto, vieni, accendiamo il caffè

E torniamo a sognare.

*

Linee Dentro il Cuore

Linee dentro il cuore

 

Ho cercato di dipingere la luce della nostra anima attraverso

L’azzurro del lago,

Colori, tempesta, nubi, come linee di faglia dentro il cuore

Per descriverci oggi

Ed ho usato anche vernice in puro colore  

Per far risaltare la nostra tavolozza

Anche quando le ombre piu’ nere

Non facevano intravvedere alcun lampo di luce.

E così siamo stati un faro l’un per l’altro

Come se fossimo onde verso un oceano buio

E siamo rimasti fedeli a noi stessi

Quasi fossimo il centro del mondo

E tutto ruotasse intorno

Inzuppati d’umore e luce,

Come a Iguazu’ nel Paradiso in terra

E poi ci siamo rivolti all’interno

Quasi per scappare

Dai molti nodi che impedivano

Alle nostra scarpe di camminare

E  mentre il tempo attraversava inutilmente

I nostri segreti

Era l’amarezza che nascondeva i tuoi occhi neri luccicanti.

Forse ho passato la vita

Dormendo

Ma non vorrei che le mie mani restassero inutilmente

Vuote.

*

Donna del Vento

Donna del Vento  

 

In questo sconfinato mare colmo di bisogno

Del tuo amore ti descrivo come la foglia che se ne

Vuole andare

Da questo ramo per viaggiare accompagnata

Dal vento che fa strada insieme con un canto

Ricordando la tua bellezza a tutto il mondo

Come una cometa venuta ad annunciare

Il bene piu’ profondo.

Ed io sono come l’albero spoglio di nidi

E mi sento a terra senza il tuo abito solare

Non volo senza poterti decantare.

Come una volta quando da me volevi studiare

Ma eri ancora una piccola gemma di questo tempo

Mentre ora sei una donna del vento

Di passaggio in un momento.

Apri la porta della mia casa

Entri veloce in un istante e porti i sogni del mio sentimento

Li porti via con te con il generale inverno

Che soffia e pare un lamento.

E non so in che paese ti poserai

Piccola foglia verde

Mentre io sarò ad aspettare il tuo ritardo

E mentre ruota tutto intorno

Io festeggio ancora il tuo ritorno.  

*

Prima che il Lago Geli

Prima che il lago geli

 

Se stasera siamo ancora noi due allora

C’è ancora speranza. Un atto di fede nel ricomporci

Dopo l’ultimo sprizz che cerca di dividerci, tu di là

Io di qua, a rimuginare su ferite antiche

Dolori che associo alle genti passate

Scomparse, uomini addetti al cambio dei cavalli

Oppure ad aggiustare le reti da pesca

In questo scenario che ripercorre la mia storia umana

Lago fatto di canne ed acquitrini

Dove folaghe e germani aspettano il domani

Prima che il lago geli di nuovo.

E se mi infurio non è per il profumo delle tue parole

Ma perché ce l’ho con la vita

Che mi ha tolto genitori, nonni, parenti,

Una moltitudine di infinito affetto,

Come la neve ormai scomparsa che da ragazzo scendeva sempre

E sembrava una coperta di protettivo cotone .

E tu mi accompagni, mano nella mano, attraverso

Questo percorso fatto di canali  e di acqua

Tra luci di vecchi lampioni

Tirati a lucido

Per illuminare passi, che avanzano uno dopo l’altro

Prima i tuoi, accanto i miei.

*

La Mia Casa il Tuo Tempo

La mia casa il tuo tempo

 

E’ nelle notti come questa che ti riscopro.

Non termina di meravigliare l’abbondanza

Del tuo amore per quello che io sono

E sono disvelato dalla tua bellezza,

Specchio dei tuoi sogni mentre

Gioco con i rimandi di fotografie come scatti dell’anima,

Rivolti a fissare nel sempre l’adesso

Il qui e ora.

E condivido la luce del tuo grande cuore

E me la porto dietro

Segretamente cucita in una tasca del mio vestito

Del matrimonio di cinque anni addietro.

Una bellezza che mi taglia il cuore

Che mi attraversa d’amore

Come la torta di compleanno

Ed è un mistero,

Mentre scrivo nel silenzio di questo mondo immobile

Apparentemente in attesa, che mi circonda

Qui in campagna. Nella mia casa

Abito il tuo tempo e questo silenzio mi parla

E mi racconta della fiducia e della speranza

E non ho piu’ paura delle tue parole anche se

A volte mi toccano come spine

Ti racconto in questo silenzio raccolto dal vento

Che mi viene a trovare.

*

Profumo di Zagara

Profumo di Zagara

 

Assolutamente pura come il ricordo di albe e tramonti

Di qua e di la luoghi apparentemente distanti

Incomunicabili similmente alla dichiarazione per il fisco

Ma tu scavalchi le paure

E l’essenza di zagara sfavilla di bianco

I tuoi occhi lucenti di commozione

Eravamo a Pantelleria,

Nel sogno mediterraneo

A convertire la nostra precarietà

In una solida sedia di legno

E mentre paghi la bolletta della luce, penso agli altri,

Coloro che mungono le nuvole.

E qui mi rivolgo, all’onda della spiaggia

E lascio la mia preghiera

Alla forza del mare e ti aspetto

Senza spazientirmi per i tuoi ritardi

E poi in casa rilassati, come un giardino in fiore

Accogli i miei doni

E vieni insieme a me a guardare lo spettacolo del tramonto, mentre

Accarezzo lentamente la tua mano quasi coperta di rugiada,

E ti vorrei parlare come il flauto,

Rassicurare come la voce del violino,

Dirti che cio’ che conta siamo alla fine noi due

E finalmente respirare la stessa aria

Dallo stesso cuore.      

*

Andiamo Avanti

Andiamo avanti

 

Non c’è autunno per il giardino del nostro amore

Come infiniti frutti concede la stagione

Della nostra libertà al nostro cuore

Che sempre piu’ meraviglia

Di questo rinnovato stupore

Ed aggiunge allegria e toglie dolore

Dagli infiniti vetri rotti

Dalle scarpe consunte

Dai peccati d’orgoglio e da presunzioni quotidiane

Immotivate se non dal disturbo di piccoli

Elfi dispettosi.

Possiamo solo volare, solo stare insieme io e te,

Andare avanti ed andare in alto.

Tutte le lacrime versate sono diventate perline di ghiaccio

Ed hanno adornato il tuo collo di una collana risplendente

E dice che sempre piu’ diventiamo noi

E mi terrai ancora con te,

Prima di lasciarmi andare in cima alla montagna,

E pregherai così la Signora della Neve

Dovunque sarà una visione del nostro insieme

Lavoro e scavo sotto la cenere

E trovo il diamante, una rosa ancora

Che sboccia nel tuo giardino d’inverno

Io sono quel che so di essere

Accanto al tuo amore

Mi vesto d’eterno.  

*

Il Vento dell’Artico

Il vento dell’Artico

 

 

Emerge ancora il tuo volto

Dal vento che sta cambiando in Artico da Africano

E con queste sfumature di rosa che ritorno alla tua figura

Leggera e allegra di devastante voglia di vivere

E ti vedo su quel ramo dell’albero ormai spoglio

Di capelli inutili

Che guardi curiosa il movimento del Paese

Che ha accolto anche te in questo tuo viaggio

Il parco che ora è quasi pronto e che tu hai solo

Intuito

E la tua passione per la poesia, per il viaggio

Come quella volta che leggesti

Al mio particolare matrimonio,

Il tuo volto che riaffiora dal vento del nord

E che ti fa bella ancora come un fiore

Vedo solo le tue orme piccine

Rimanere nella neve ancora per poco

Vorrei ancora incontrarti lungo questa mia via

Non per un'udienza,  ma solo per toccare la tua dolcezza

Adesso che arriva il tempo della rinascita,

Arriva Natale,  

E  sono stato comunque contento di averti conosciuto

Anche se mi prende la nostalgia, soprattutto

Quando vedo il colore rosa del tramonto che mi parla ancora

Di te, che vivi in quiete , appena mossa da questo vento dell’Artico.

Così scrive il Sufi: nasciamo senza portare  nulla, moriamo senza poter 

Portare nulla,ed in mezzo,  nell'eterno che si ricongiunge nel breve 

Battito delle ciglia, litighiamo per  possedere qualcosa. Io almeno

Ho consciuto la tua allegria.

*

La Grande Luna

La Grande Luna

 

Trattengo emozioni nell’incontrarti

Per paura che evaporino e sciolgano

La loro densità organolettica

In un rapido volo di farfalla

Quanto dura? Ti domando sempre, ma quando

Ritrovo il pulsare del tempo in una pausa

Dal ronzio del quotidiano,

Molesto come può essere la visita notturna

Di una zanzara a novembre,

Mi apri al ricordo delle trippe di freddi inverni passati

Insieme a mia nonna, a ripercorrere l’ottocento

La vita di mio nonno che mai conobbi,

Viandante scapigliato di un mondo feroce, e tu allora

Mi sorridi con questa tua linea originale di denti bianchi,

Quasi di derivazione india mapuche,

E i tuoi occhi neri bellissimi

Come perle di fiume

Esplodono di speranza nel vedermi felice,

Che mi riveste come a primavera, mentre

Guardo passare la Grande Luna,

Attraversare il cielo simile alla grande nave che solcò l’oceano

Per raggiungere l’Argentina querida.

E sento il grande spirito parlare al nostro cuore

E non posso immaginare il mondo senza cielo

Senza il tuo sorriso che si apre come il sipario

A teatro e mi abbraccia per sempre.

 

*

Bolle di Sapone

Bolle di sapone

 

Scorre il tuo dito sulla mia pelle e mi piace sentire

La differenza del tuo passo in queste immagini

Di assenza di neve

Riscalda la tua energia

Risolve in bolle di sapone

Mille pensieri intrecciati come nodi

Apparentemente inestricabili come radici di mangrovie

Aiuta anche il profumo di questo mandarino

Ed ecco riscopro il giardino della tua bellezza

In un angolo di lago

Attraversato da una famiglia di anatroccoli

Tutti al passo dietro la madre

In cerca di rifugio dal freddo

Ed io apro la porta a questo inebriante profumo del mondo

E ti sento ancorata alla mia patria

Del cuore

In lontananza la cima della montagna

Suggerisce affetto e protezione

E ti tocco come farebbe un suonatore di vina

Per scoprire l’armonia

Una strada possibile per togliermi

Dal disincanto e meravigliarmi ancora

*

Tu

TU

 

Tu sei mio padre e mia madre

Tu sei mia figlia che vive lontano

Tu sei come il carro che il cuore conduce

In cerca del figlio della luce

Come il Natale che sta arrivando di gran carriera

E ci ascolta per una notte di preghiera intera.

Mentre dormi tranquilla

Ti sento felice

E apro la porta del cuore

Per far entrare il silenzio.

Io sono silenzio

Sei l’unica che capisce la mia nudità interiore

Il segreto del mio respiro

La strada che sto cercando.

Prendo in ostaggio la bufera

Di vento Iansà

Per cancellare il mio tormento

Per smettere di rompere specchi invano

Per ritrovar la strada con la luce accesa

Di te che mi aspetti

Con la lampada di sale protesa

A rischiarare il buio

Di questo ultimo inverno.

*

Nuovo Avvento

Nuovo avvento

 

La mitezza di questo momento

Assorbe ogni pentimento

Che risuona lento come un lamento

Nell’antifona di un gregoriano vecchio canto.

Per espander la nostra gioia nel firmamento

In poco tempo abbiamo ribaltato

La roccia consunta e slabbrata

Rinnovato un logoro vestito

Ritorto fili di cotone pregiato

Per una luce che ci ha illuinato

Il percorso di quotidiana salita

Improntato a spronare la nostra fatica.

E mite ti so, come un destriero di razza forse infine addomesticato

Contento di leggere negli occhi

Un rinnovato approccio di vita che spero duri molto nel tempo

Come la luce che attraversa l’infinito e posa il suo bagliore

Nel mio cuore che chiede qual è la differenza

Tra te e questo cielo buio di luna grande e sorridente

E il mio cuore risponde che la differenza  è che quando tu ridi

Mio amore,  io il cielo lo dimentico

E godo di questo momento che ritrovo finalmente autentico

*

Il Mare e il Sangue

Il mare e il sangue

 

Due mari che non si mescolano

È perché le loro acque hanno diversa

Densità

Ma non i miei pensieri che corrono insieme

A questo sogno d’armonia

Di mescolarsi a prescindere dalla densità della legge del sangue.

Ma forse non è così

Il mio sangue e’ come quello di quell’uomo sulla croce

E’ vero che manca anche a me il pane di mia madre

Ma è nostalgia di giovinezza

Non feroce rivendicazione di una ormonale battaglia per

La supremazia su di te.

Alla fine verrà la mia terra a ricoprirmi

Per scaldarmi nell’infinito viaggio senza ritorno

Ma prima vorrei riuscire a mescolare le acque dei due mari

Con te che mi accompagni mentre

Resta nel suo chiuso silenzio chi non vuole

Mescolarsi. Forse paure antiche di perdite possenti

Forse l’ombra proiettata dalla luna piena

Su quel navigare fin troppo tranquillo

Sono come un profugo nella notte

Cammino scalzo

Aspetto e non spazientirti.

*

La Nebbia di Oggi

La nebbia di oggi

 

Piango il rispetto che non ho piu’

Solo la tua rude secchezza e non mi arrivano che briciole

Leccate subito dal cane.

Mi immergo nella nebbia che ritrovo

Sulla strada del mio percorso,

Non riesco piu’ a fermare la luna piena

Che attraversa il mio campo arato appieno dalla vita

E mi perdo tra sentieri, tra labirinti, senza uscita, rivolto

Ad  approdi che non mi hanno mai accolto.

Ti incontro tra la nebbia dell’oggi, e

Mi sciolgo come il burro nella pentola

Attento a non provocare il nero, perchè

Dopo di te sarò mistero.

Vorrei sentirti ancora come un tempo

Come la voce dell’usignolo contento

Piango dentro e ritrovo la mia sconfitta

Dentro come uomo

Che ha sete di notti piene del tuo amore

Mentre passa questa stagione

Di prove e more.

Cosa pensi, ti vorrei ritrovare

Come appena sbocciata tra il vento in un fiore.

Aspetto e poi sogno il tuo amore, che non ha rispetto,

Ma lo vuole, rimuovi la crosta

Che indurisce il tuo pane

*

Adolescenza

Adolescenza

 

Dovrei essere piu’ rude del velluto

Che  indosso

Piu’ egoista che lungimirante

Veramente piu’ frivolo

Che attento a ciò che dura

Dovrei essere piu’ impusivo

Perche’ solo così potrei avere l’attenzione

Invece di parlare quasi sottovoce

Con tono conciliatorio

Di argomenti futili

Perché non mi interessa

Rivaleggiare in eloquenza

Con i piu’ giovani , mi vestirò in vecchiaia

Con il tabarro dei miei avi

E indosserò l’aurora per inneggiare ancora

Al mio domani

Il mio cuore batte ancora forte ed è pieno d’amore

Mentre al mattino guardo Vega e Orione

Splendere nella mia ragione

Al di la’ di te, moglie mia, non ho il paradiso

Di cui mi sono sempre vestito

Ma un tenue vino, vino di colore e odor di rosa, mescolato all'acqua

Che ti mostra ancora stella fra raggi di sole

E tu sei come la tinta che dura

Io ho dato il segnale

Io ho onorato lo stemma portando la sedia

Dalla casa di mia madre ad un’altra casa…a un muro,

Io ho radunato i bambini per il tuo compleanno.

Aspetto il principio che venga a cercarmi e vivrò fino alla morte

In principio era il Verbo,

Il Verbo era presso Dio

E il Verbo era Dio.

*

A mia Nonna

A mia nonna

 

Ho voglia di lesso e pearà.

Erano il segno della stagione autunnale

Nella mia infanzia fatti da mia nonna

Che da sempre aveva ristorante

E mi raccontava favole di uomini con i baffi

E l’ambiente della sua osteria,

Era il tempo dei melograni

Di quando sempre nevicava alla festa dell’antica fiera di Cavalcaselle

In novembre,

La corsa podistica, i bivacchi sul colle San Lorenzo, l’esposizione delle macchine agricole e il mercato.  

Non c’è piu’ la neve da tempo

E neanche tu ad insegnarmi a fare il vino con il grappolo d’uva

Nel passaverdura. Mentre mi pare ancora di annusare dietro l’angolo

Il profumo delle tue trippe

E ti vedo far colazione con vino, brodo e formaggio grana.

Serenità raggiunta dopo un delirio di vita

Amo ancora così ricordarti e vederti apparire

Tra le pieghe del legno di noce della tua tavola da rispetto

Arrivata sino a me e che mi racconta

Della tua favola, del lesso e della pearà

Che facevi con il midollo e del risotto con i funghi, il castagnaccio

E della procedura del brodo, che durava due giorni,

Inondando la tua cucina

Di profumi di gioia. Autunno d’una volta.

*

La tua Bocca sa di Pesca

La tua bocca sa di pesca

 

La tua bocca sa di pesca

Incoraggia ad apprendere

Raccogli le mie ossa  e accarezzi

Questo corpo così assetato e stanco

Forse non arriverà fino all’acqua del mare

Nel viaggio della speranza qualche volta accade

Che ci troviamo da soli

Ed allora tu sei come il giardiniere

Apri la porta del giardino e fai sbocciare

Mille rose

E mi dai ancora un cartello di benvenuto

E la tua bocca di pesca

S’illumina d’amore

Come il pianista sull’oceano di ghiaccio

Fondi le durezze del cuore

E ci imbarchiamo ancora insieme

Su questo piroscafo da anni incagliato

Non ho soldi e vivo alla giornata

Giardiniere, io non sono un ladro di fiori

Io stesso sono una rosa

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

 

*

Non Dimenticarmi

Non dimenticarmi - llegar a viejo  

 

Non ti dimenticare mai di me

Anche se ormai appartengo al tempo della morte

Anche se comunico attraverso i sogni

E il destino mi ha privato troppo presto

Della gioia di poter invecchiare

Non ti dimenticare mai di me

Della mia energia di combattente per il futuro

Di ragazzo che ha attraversato la linea del tempo

Della guerra impossibile da vincere

Dell’abbandono totale e di genitori, i tuoi nonni,

troppo presto catturati dalla presa dell’oblio

di quell’assurda guerra, un’altra del novecento infame

per noi terroni in cerca del pane.

Non dimenticarti mai del piacere che mi faceva la tua compagnia

E della tua piccola perla del cielo

Che veniva a far festa nella nostra umile regione

Del cuore

Non ti dimenticare mai di ricordare il valore di quello

Che tutti sarete un giorno

Del valore della vecchiaia e di come si dovrebbe stare

Dopo una vita di sacrifici

E di speranze di pace

Adesso ti lascio, esco da questo sogno condiviso

Ritorno nella terra del sempre

Ma non ti dimenticare

Papa’

*

I Rancori

I rancori

 

Sfumato, come in penombra

A giocarmi il posto migliore  con il gatto

Che non ne vuole sapere nell’indolenza sua felina

Di attivare energie  inutilmente protese

Nel quotidiano fare.

Ieri ti ho vista ancora esplorare

Il  tuo vero, un intimo desiderio di toccarmi.

Ma io a volte rimango come senza speranza

Rivolto al tramonto di questa mia vita

Assalito quasi dai molti che ho conosciuto

E che l’anno già lasciata. Come se la mia umanità

Non appartenesse a nessuno.

In questo passa il mio novecento

E si tramuta in soffio anche il suo vento,

Appena percepito

Da questo gatto immobile,

Riottoso di lasciare a me il suo bel posto e

Rimango così , meravigliato da questo aspetto

Di ricerca d’equilibrio, intimità che anche tu forse desideri,

Forse con nostalgica bramosia dei nostri primi incontri.

Di quell’energia che io vorrei riprovare,  ed ancora ed ancora,

Vorrei che la distanza tra noi si riducesse a niente

Ad un soffio impalpabile, per annullare i rancori,

Tra di noi.

*

Ricordo di Tuo Padre

Ricordo di tuo padre

 

Un silenzioso filo sottile

Ancora raccoglie i miei pochi

Umori di gioia

E non ti vedo tra le righe

Di questo piccolo esempio di indivisibile

Amore di padre

Esporre fuori il tuo orgoglio

Per me che aspetto come se fosse

Acqua di pioggia attesa

Da molte lune

Di poggiare i miei occhi

Nei tuoi.

Così scopro le mie notti assenti

Della tua presenza

Di figlia

Di ago in un pagliaio

Che cerco invano

Prima che arrivi il tempo

Di questo uragano.

*

Lieve Ode agli Spaghetti al Pomodoro

Lieve ode agli spaghetti al pomodoro

 

Che bello quando arrivano fumanti

Ancora belli sulla tavola

Semplici come la carezza di una madre

Con il sangue della fatica accarezzati

Dal rosso mantello incorniciati!

Cosi famoso è lo spaghetto,

Come simbolo di progresso

Che il basilico arricchisce e poi diventa

Enorme successo.

E’ come l’inno nazionale

Di Mameli a squarcia gola

Per noi italiani che ne andiamo

Fieri e tutto il mondo

Ci invidia questa fumante gioia

Che sia salsa, passata o in pezzettoni

Tutti i piatti rende buoni

E ti fa passar la noia.

Io vi canto ma non così felice

Un ricordo struggente e deferente

Mi conduce ad Amatrice.

*

Scarpe Rotte

Scarpe rotte

 

Che ti devo dire se le tue nuove

Scarpe si sono già rotte.

Forse non era destino

Come scarpe rotte di vita

Come piedi che non vogliono saperne

Di calcare un suolo non loro, scarpe

Messe in un angolo senza ringraziamento

Come forse saremo noi da anziani

In questo paese che non accoglie i

Giovani

E quindi ?

Ti riportero’ in quella pagina

Iniziale, quella da cui tutto

Ha tratto origine

Il tuo percorso ai Tre Marchetti

Dietro l’Arena della magia

Celeste come l’Aida

Gli sforzi per incontrare

Un tempo felice

E’ la tua Argentina

Che sento anche un po’ mia

Dove le persone ti fermano per strada

Perché sei italiano

E ti chiedono notizie

Di quel paese amato

Già, il tuo libro continua a sfogliare pagine

E racconti,

Si accompagna con i miei tentativi

Di comunicare

La bellezza dei tuoi movimenti,

In casa.

*

Il Sogno nel Bosco

Il sogno nel bosco

 

La mia anima respira e ti

Prego per riscoprire il senso

Del essere noi

Una fusione insieme, una confusione

Nella vita

Che parte dal cuore .

E’ come se fossi nell’ora media

E mentre risuona la lode nel tuo

Santo nome

Respiro quest’aria e alzo gli occhi.

Ti offro i miei vestiti sudati del giorno

La polvere in essi, che

Dilata il mio cuore,

Accogli il mio buio

Sono affranto e sfinito

Dal dolore d’intorno.

E nel mondo ti cerco, risvegliami

Sia gloria nel tuo nome

Perdona il male che ti ho fatto

Aiutami dammi ancora il tuo amore

Grido per te

Mio dolce signore,

Pianto i miei passi accanto

Al tuo volto, profondi respiri

Sui nostri sospiri

Ti volti, dal fondo ti vedo

Cerco la casa nel folto del mondo

Mi vedo in un sogno nel bosco

Accarezzo il tuo volto

Bianco come la luna

Ritorneremo   

*

Tempi Inquieti

Tempi inquieti

 

Ovunqe il silenzio racconta di terre inquiete

Ovunque rivolgo lo sguardo

Si alza il velo dal volto d’ogni uomo

Riposano bimbi

Ovunque feriti che raccontano

D’infanzie spaccate

Tra bombe e macerie

A Ninive e in Italia

Non gridano piu’ voci

Felici.

Sembra lontana l’Europa

Vista dalla spiaggia

Di Bodrum un tempo festosa

Con gli occhi del bimbo che parte.

Mi dispiace mio bimbo

Di non darti il sole

Mi dispiace vederti soffrire

Non e’ colpa dell’acqua o della terra

Malvagia ma di uomini squali

E del filo spinato che circonda

Tempi inquieti.

Mi apro al mondo e mi faccio

Silenzio, mentre l’inverno

Si affaccia, d’incanto.

Aspetto l’autunno e mi vesto d’immenso

In un mondo non mio un bimbo

Vestito di luce son io

Mentre lascio la storia e mi affido

Alla tua memoria.

*

La Pace non è Vinta

La pace non è vinta

 

La pace non è vinta

Ancora mentre risuona il passo

Di guerre antiche

In questo tempo disumano

Di materiale pornografico

Come vedere bambini ridotti

A lumicini

La pace non è ancora vinta

Mentre la guerra se la ride

Mentre non riusciamo ad uscire

Dal labirinto delle circostanze

Perché non sei tu a guidarci

Luna, che abiti la mia stessa vita

Io mi guardo dentro

Me stesso

E ritrovo il bambino

Nel mio cuore

Per lavare tutto il rancore

Che circonda questa terra

Faccio aquiloni e aspetto Dio

E non tremo in questo mondo

Mentre accendo una candela

Per riscaldare un muro freddo.

 

*

Come Fili d’Erba

Come fili d’erba

 

Sottili fili d’erba

Dai campi d’intorno emergono ormai maturi

E pronti per la raccolta.

Esperienze vitali

Indefinite in attesa

Del sole, che le avvolga

Come in un abbraccio morbido

E rassicurante.

Ondeggia l’erba al ritmo della tempesta

Di vento

Dal lago di sotto quasi cogliendo il mio bisogno

Di refresh.

Sembra attraversata, come accarezzata da una

Grande mano, l’erba, che mi solleva e mi protegge ancora e

Colgo il senso profondamente fisico della tua assente presenza

In questa stanza a metà dove quel che

Manca è il tuo corpo

Vicino al mio.

Ancora si sente il tuo profumo

Anche se non ci sei,

Sono ancora innamorato

E ti vedo in questo riflesso dorato

Del mio lago incantato.

Il cielo offre la pioggia al

Tuo amore che è come alchimia

Per ci cerca pace mentre aspetto il Natale.

*

Allora come Oggi

Allora come oggi

 

Mi ricordo

Quando mi parlavi dell’otto settembre del quarantatre

Delle macerie intorno all’idea d’Italia

Di tuo padre morto il 27 dicembre

E di quella madre

Che viveva con due figlie piccole

Da proteggere dai branchi di lupi

Nazisti

Perchè era la moglie di un socialista

E di quei due figli giovani

Introvabili

Che combattevano con i partigiani

A vent’anni

E mi ricordo anche quando mi racconti

Di tua madre che sotto le bombe

Degli alleati e tu piccola stella piangente

Ti diceva non avere paura

Invece di consolarti

E di come le chiesero

Di guidare la resistenza

Mi ricordo di questa speranza

Ritrovata nel buio

Di una apparente notte senza

Fine

E poi venne di nuovo l’alba

E con essa la gioia

E riusciste indenni

Ad attraversare la porta

Di quel freddissimo inverno

 

*

Una Porta Aperta

Una porta aperta

 

Penso alla Siria di Sandro

Saade ed al suo vigneto

Fantastico di Lattakia

E mentre considero che ormai

Neanche i fantasmi

Escono piu’ dalla Siria

Immagino la speranza in questo nome

Dato alla stella pu’ brillante

In tutto il cielo

Nero

Seiros ardente e risplendente

Apre la porta

Alla luce che entra

E brucia il nero velo

Come da una crepa prima sottile poi sempre piu’

Incontrollabile

E li sconquassa questa luce che abbaglia

Toglie dalla strada i bimbi

E il velo alla bellezza che adorna

Le madri arabe

Allah e’ grande

In questo mare ed abbraccia la luce

Della porta sulla pace

E bacio il Libano

Sulla tua bocca Argentina

Della diaspora in noi come in loro

E ancora continuo e ti adoro

Ed amo ascoltare i tuoi racconti

Mentre rivedo anche nei miei

Ti ascolto

Non smetto di dirti grazie

Ed il naufragare m’è dolce

In questa immensa e infinita luce

*

L’Intermediario

L’intermediario

 

Luce ed ombra  emergono

Dal cerchio

Che cura.

Ci siamo radicati tanto

In tutti questi anni

Nella consapevolezza del bisogno di

Chiarificazione

Necessario per compiere

Il nostro destino

E mentre ci liberiamo dal conosciuto

Spazzando via le morte foglie

Ascolto le voci

Del messaggero fra mondi

Che ci racconta sempre

Del flusso interconnesso della vita.

E’ il tempo di Oxumarè l’intermedario

Che ci ricarica di nuovo

Tra terra e cielo e

Scorre di nuovo l’ordine che

Riunifica il maschile con il femminile

Energia per abbracciare gli opposti

Che in noi si nascondono tra i fondali del teatro

Tra luce ed ombra

Della vita

Che il limone assorbe

In questo giardino di ricordi

Che chiamo resistenza

All’infausto, all’assenza di pace.

A te San Bartolomeo affidiamo

La nostra speranza.

*

Beyrout Oggi

Beyrout oggi

 

Un’altra stella si è spenta

Rendendo ancor piu’ solitario l’universo

Mondo

Di un grande uomo del Mediterraneo

Tornato nelle braccia del Padre

In volo d’angelo piange il mondo

La sua scomparsa

Come la pace ancora manca all’aurora

Il suo impatto scava nella vita

Passa tra macerie lasciate da predoni

E’ come il profumo dei limoni

Che non abbandona questo grande lago

E il suo azzurro manto

Lasciato da Dio come consegna

E testimonianza del suo passaggio

Scosta rovine di civiltà

Sorride ai bambini ancora

Invia profumi di speranza

Libertà e’ una grande parola

E pace il suo testimone

E Michel suo figlio

Togli il velo dal suo volto

Anche se tutto sfuma e passa

In questo tempo

La tua bellezza non si disfa

Prima che il tempo iniziasse io bruciai e divenni cenere. 

Mi tuffai nel fuoco e divenni una rosa,

Dice il Sufi,

Pace e gloria a Michel

Torna a Dio e il cuore

Vola.  

 

Per Michel de Bustros

*

Con il Tuo Cielo

Con il tuo cielo

 

Sto dove si toccano le parole

Con il tuo cielo

In quella parte di orizzonte sospeso

Che recita di tramonto

Parole come tremanti su un nero

Traguardo che attende di cadere

Sotto forma di pioggia,

E per fare in noi luce

Ogni volta sbraniamo le nostre anime

Impastiamo il nostro ego

Di cellulosa e lavatrici.

Sto dentro la riva del lago infinito

Tocco la tua carne per cadere

Nell’oblio della mia memoria

Che attende solo pace

Ed attimi d’eterno

Presente

Come i tuoi fiori che s’aprono

Miracolo di fraganze e natura

Nel tuo giardino interiore

Aria di tempesta.

*

I Ricordi Notturni

 

I ricordi notturni

 

E di cosa siamo noi vestiti

Se non di tempo e di sole

Di gioia e dolore

Di passione e umiltà

Di more e di gelsi

E poi come bolle di sapone

Scoppiano i ricordi

Come portati via dal dio del vento

Jansa’

Che pulisce ogni mio tormento

Visioni notturne

Di tartarughe e squali

Mentre giochiamo col destino

Come a nascondino

Per non farci prendere

Mentre Castelnuovo sorride

Nel tuo viso

E la tua bocca restituisce

Un canto d’Argentina

Tra la Pampa e la Patagonia

La tua Capital

Buenos Ayres e il lago

Nuovo specchio per la tua anima

E siamo come forme in un sogno

Già sognato

*

Il Tempo Addosso

Il tempo addosso

 

Possiamo permetterci di lavorare

Di amare

Di giocare

Possiamo permetterci ancora

Di sognare

E possiamo permetterci

Di abbracciarci

Come giovani in sentiero

Percorso con la tasca vuota

Al di la’del tempo

Che ci scorre addosso

Come un vestito leggero

Di lana di cucciolo d’alpaca,

Da mille e piu’ anni  d’uomo

E di vento impetuoso

E possiamo ancora permetterci di non

Far morire il sorriso

Ne’ la speranza,

Io sono in questo vortice,

E tu sei distante

Come sopra le pareti,

Ma ti ritrovo ancora

Nella purezza del cristallo

Che adorna il tuo collo

Sinuoso e gentile

E nel fremito della terra madre

Che ci accoglie con il suo calore.

*

Come Cicale sull’Acqua

Come cicale sull’acqua

 

Cantiamo

Forte sfregando anche noi

Le nostre ali immaginarie come cicale

Sull’acqua sinchè c’è fiato

Come sfida al grande astro

Che ci governa

Prima che ci sciolga il calore

Del sole

Mentre l’acqua ci avvisa

Del cambiamento

Prima delle burrasche d’autunno

Prima che tu parta in un momento

In alto sopra

Gli alberi della pineta

In cerca di un nido

Riparato

Ho già visto troppe morti

Per preoccuparmi

Mentre il vento a Tratto Spino

Spettina i tuoi capelli di genziane.

Ai tuoi piedi il grande lago

E passa la vita.

Fai piano, disturbala poco mentre sta

Riposando e viaggiando

Con sua madre.

Io sono solo un uomo.

*

Elegia per Susanna

Elegia per Susanna

 

Ieri ho visto una tortora

Scendere ad ali spiegate

Sopra il filo della luce

Davanti a casa

E ti ho immaginata,

Come i tuoi occhi.

Pensavo alla tua vita

Al tuo impegno per riuscire

All’orgoglio di tuo padre

Alla tua voglia di sorridere

Non so perché, se ci sia un disegno

O meno

Perché te ne sei andata

Su un carro di fuoco

Non so e sono senza parole.

*

I Dettagli

I Dettagli

 

Sono stanco del quotidiano arrembaggio

Ai dettagli che ci fanno

Diversi

E immagini da qui andando con la mente

Al tramonto del sole

Il tuo continente

Argentina querida!

Tra le fiamme del Garda che va a riposare con te

Stanca del navigare in terre dall’odore di lichene

Accogli la mia pietas

E sorridi nel vedere le piccole rose

Sbocciare ancora in questo giardino

Bianche come quelle di tuo padre per te.

Dettagli

Che fanno la differenza e che

Riempiono di nuovo

Il tuo albero interiore

Devi avere una terra

Che non sia in questa

Pagina

*

L’ Edera

L’edera

 

Ogni giorno passo davanti

Alla casa senza piu’ vita

Abbandonata da volti di uomo

Ed ogni giorno sempre piu’ forte

L’edera ricopre con la sua energia

Ogni piccolo dettaglio di muro

O finestra

Facendone la propria

Casa.

Così è il mio cuore oggi

Davanti alla fine della vita

Nel tuo corpo,

Che ritrova un senso

Nella metamorfosi di questa casa.

E la morte è un sogno

Un soffio appena intenso,

E mi sono fatto silenzio

E davanti a te prendo un pezzo

Di questa verità

Che riflette le stelle.

Ad ogni stagione l’acero

Rimette il suo vestito di foglie rosse,

Come la vigna

Si adorna d’uva

Così il mio dolore d’oggi

Non mi farà piu’

Male pensando

Ai doni del tuo sorriso.

*

Forever

Forever

 

Ne’ piu’ mai ascolterai

Lo stridore di masochistici commenti

Sulla tua vita d’impegno

Che ti fanno rendere insonne

L’abbraccio della notte.

Per sempre sosterrai la dignità

Del tuo mondo visibile

Delle tue innumerevoli opere

Belle e giuste

Che tanta parte della tua vita

Interiore e non solo

Richiede al tuo esistere.

Per sempre seguirò le tue colorate

Espressioni di vita

Attraversare come sottili ali di vento

Spiragli nel muro

Che Jansà pulirà

Con il suo soffio di libertà.

E insieme allora offriremo l’acarajè da Bahia,

Per sempre libera dal dominio

Mentre l’eco del vento sulla parete

Ti fa afferrare l’aria

Dividendo insieme il soffio della brezza

E il tuo sorriso che ogni giorno vissuto

Insieme mi regali

Ai miei versi mette ancora ali

E come un tappeto di rose t’accoglie

Ad hortus conclusus

Chiudi gli occhi e manda un saluto al mondo

Che nasce di nuovo davanti a noi

E il ventre dell’albero è colmo

Di melograni, fichi, gelsi e arance .

Ho sognato con te questa notte.

Forever.

*

Cantico al Lago

Cantico al lago 
 
 Come qui 
Ancora dopo milioni di anni
Sono a cantarti per il tuo 
Lieve passaggio inusualmente imperdibile
Qui 
Tra i limoni che ti conoscono
Da sempre e i fiori della vite
Che preannuncia abbondanza,  ancora
Esistono uomini che vivono nel rispetto
Del tuo messaggio
Grande lago e tu 
Mi regali ancora  profumi di vita
Ad ogni incantato angolo
Che ti attraversa 
Festoso e gioioso,  sublime 
Come pochi con i tuoi tramonti, su questa terra
Che mi adagiano tranquillo e mi rivestono
Di nuovo
Per aspettare il tuo ritorno
Con l’olivo in mano
E il basilico nel cestino
Il tuo ritorno
Nella mia ombra
Che sorride davanti ai tuoi occhi
Grandi come perle  di lago.

*

Emozioni

Emozioni

 

Cosa mi emoziona ancora?

La storia del sacrificio dei semplici

Del mio paese,

Ancora sconosciuta

Dei loro sogni e delle loro vite

Spezzate in nome della barbarie

Mi emozionano i giovani

Curiosi

Mi emoziona percepire le differenze

Nel profumo del vento

Mi emoziona un minuto

Di pace con te

Che vale per l’eternità.

*

Parole come Ombra

Parole come ombra

 

Le parole fanno ombra

Al mio corpo

Ai piedi dell’albero sacro

Dormiente in attesa

Del suo rebirthing

E mi aiuta l’ottimismo

Di antiche icone  e di

Occhi grandi aperti

Su un articolato complesso di macerie

Di società umane

Organizzate come alveari

Dove la luce non passa, mentre io

Sogno un rebirthing

Del mio spirito, mi vedo come aquila

Assetato di altezza e

Ti ascolto, ecco

Vedo l’impenetrabile tua

Leggerezza che non sa il senso

Di un atteggiamento ostile, ti

Asciugo il tuo dolore

Con oli profumati di vita.

Non desidero di stare

Solo in questa waste land.

Rifiorisco come il ciliegio

Ad ogni stagione.

*

Cibo, pace e libertà

Cibo, pace e libertà

 

Cerco la vita nell’energia

Degli Orixa da Bahia

Cerco l’onore nel cibo

Che vive nel mio dio

Senza temere dell’ira

O cadere nel vuoto

Di regole che la libertà ispira

Per nutrirsi senza paura

Nè dello sdegno del cuore

Del rabbino o del muezzin

Del vegano o del papista

Del sagrista o del buddhista

Per un precetto violato,

Per un velo alzato

Ma del cibo benedetto

Che si trova nell’Eletto

Con il dovuto rispetto

Per un sacrificio muto

Di chi non ha parola

Di chi vive nel dovere

Per il cibo dell’uomo

Mentre rifletto

Su quello che sono

Sulla pace che anelo

Da cuore sincero

Su un cibo che unisce

Come un filo di un tessuto

Di regale aspetto

Per un giorno all’Eletto.

Prego contro la religione di Stato

Nel rispetto universale

Per l’uomo libero e per il nostro

Stato. Juntos somos fortes.

  

*

Shalom

Shalom

Calma il tuo sguardo e

Il tuo pensiero, fai volare

Il tuo destriero

Solleva il corpo dal mondo inferiore

Raggiungi come meta

Il tuo Signore

E ascolta il canto del tuo passero

Mentre si spegne il lume

Di una vita che scorre

Come un fiume

Aumenta l’energia

Di uno sguardo in armonia

Raccogli spighe di grano

In uno sforzo sovrumano

Prega per la mia mente

Perché resti sovrana

In un giorno di calma

In questa estate padana.

 

*

Vento a San Zeno

Vento a San Zeno

 

Assaggio il profumo

Del vento che scende dalla cima

Di paleolitiche montagne

Sacre per l’uomo

Che lasciava impronte di mani

In volte improbabili come

Cappelle Sistina per ringraziare

Di essere in un mondo ostile

E di questo ringrazio ancora

Gli stessi spiriti di luce

Che mi guidano in boschi

Impervi e senza apparente

Sfogo

Per il mio mortale umore

Cangiante come il colore

Di un’alba fantastica

Tra queste montagne

Tra questo lago

Che accoglie il ritmo

Di ondeggianti vite

Che tu

Chiami umane.

*

Corde Vuote

Corde vuote

 

Sono nel sukun

Come in un viaggio iniziatico

Alla ricerca del mio maestro Gabriel Mandel

Kan

Trovo ciliegi in fiore

Ad ogni angolo

Della mia esperienza

Nel cosmo

E prego roteando

Cercando il fulcro

Dell’animo inquieto

Sospeso come

Tra terra e cielo

Corde che non legano

Esperienze umane

Di breve durata

Assorbite dal niente

In un gioco di falene

Attorno ad un faro

Rondo’ estivo

Di inutili nenie

Come di balie

Senza piu’ bambini

In un vuoto

Infinito

 

*

Il Mio Cuore

Il mio cuore
 

Sono della montagna

Un fiore del freddo

Nato in questa valle

Forse per me

Troppo calda

Ti prego ascoltami

Concedimi alla roccia

Per questa infinita volta

Fammi andare in alto

Dove il soffio è buono

L’aria cristallina

Il vento amico

Ascoltami, ti prego

Se mi sei fratello

Lasciami andare

Tra queste rocce

La mia dimora

*

Il Pesco e il Gelsomino

Il  pesco e il gelsomino

 

Quando il giorno chiude i suoi occhi

Stanchi

Ancora incontro le tue braccia

Avvolte a me e uno sguardo

Felice

Mi avvicina come

A mia madre.

Così ancora

Rivolto a settentrione cerco

L’aria vitale

Nell’abbraccio del mondo

Alla sua luna che sorge.

E mentre ti scorgo

Di la’ dal giardino

Immagino il tuo volto

Accarezzare il gelsomino.

Guardo al passato

E a sanare le ferite

Della mia mancata infanzia.

Saluto mia madre,

Che vive in uno specchio

E ha il volto della mia vecchiaia.

Saluto mio padre

Che dorme profondo,

Mentre fiorisce il pesco

Mi tolgo gli abiti

Che mi vestono.

*

Il Merlo

Il merlo

 

Il mio letto è

Come di ghiaccio

Fredda la mia anima che

Non sente il calore

Della vita.

Sfido l’impossibile

Della mia mente.

Respiro per l’anima,

Sogno gli angeli intorno

A me mentre

La luna nera condiziona

La magia del mio viaggio

All’indietro come

Il gambero.

Numeri e conoscenza non sorreggono

La mia ricerca

Interiore ricerca di fioritura

Per il mio ciliegio.

Ancora ti sento come tentativo

Di vicina voglia di gioire.

Piano piano il mago

Riapre la porta

Chiusa come sbattuta

Dal freddo vento dell’est.

Il mio cuore non mi basta piu’.

La cosa piu' bella del nostro amore e' che esso

Non ha razionalita' ne' logica

L’amora indossa il tuo profumo.

Profuma

Come un te’ alla menta.

Io ti vorrei donare

l’intero nostro viaggio come

Risarcimento per ricominciare.

Al di fuori dell’amore, non chiedo nulla

Fiore del deserto.

L’amore e’ inciso

Sulle piume dei merli

Neri che scendono nel nostro giardino.

*

Ode a Xangò

Ode a Xangò

 

Ecco, tu sei la giusta azione,

Il fuoco dal profondo,

L'essere umano valoroso

Che onora le virtù universali,

Saldo come la montagna,

Il fuoco dal profondo che

Si sprigiona in fulmini, tuoni e vulcani.

 

Eppure sei anche

Dolcezza infinita

Tenera leggiadria

In un mondo precario

E fragile sguardo

Alla ricerca d’amore

Fragile quanto le tue piccole

Leve.

 

Ecco, tu sei il mio compagno cane

Che ritorna quando si perde

Esempio positivo come nei sogni

Natura spirito del divino

Amore  nel tuo giorno

Nato da stelle.

 

Piccolo Xangò.

*

I Padri e i Figli

I Padri e i  Figli

 

Oggi siamo presenti

E ci meravigliamo dell’oblio,

Del passo del tempo,

Irrefrenabile,

Come lo sgomento

Dell’ineluttabile sensazione

Di determinatezza

Per la morte dei nostri padri.

 

E mentre ascoltiamo

La voce dell’assenza

Riconsegnamo il corpo

Con riconoscenza

Per la vita vissuta

Per le esperienze apprese

Per un dolce ritorno

A te, nostro Dio, di gentilezza adorno.

 

E ricordo ogni giorno passato

Seppure storto,

Per piu’ di mille volte grazie a Te è risorto

Ed ogni tuo amato sguardo

Non fa piangere la morte che ti ha

Seguito

Anche se il destino ti ha fatto

Un crudele torto.

 

Adesso è ancor piu’ bello

Il tuo orizzonte

E mi sembra di vederti al mattino uscire

Dal nostro Baldo monte

Il tuo bel viso color avoro

Riflette la tua natura colma di lavoro

Anche se non vedo piu’ il tuo volto

Piu’ del Sole risplende  la tua figura.

*

Ode alla Pizza

Ode alla Pizza

 

La vita e’ come la pizza

Creativa, gustosa

Buona ed impastata

A lungo, nel forno caldo

Esce da ingredienti semplici

Farina , acqua, pomodoro, pazienza,

e tutti applaudono

quando arriva la pizza
invenzione d’Italia

importante come la voce sul filo

di Meucci

La pizza e’ come le nostre montagne, il nostro lago

A volte basta nominarla

Per far aprire un sorriso importante

Per risolvere un problema

Anche quando sei distante

In luoghi non abbagliati

Poi che sono servo del Sole

La pizza ne è messaggero

Abbondante gioia che rompe

Se hai il cuore di pietra

Questo è la pizza

Che ci aiuta ancora

Mentre tutto sfuma nel tempo

Un universo d’amore.

 

*

Buco Nero

Buco nero

 

Sono come in un buco

Nero

Tutta la mia luce non esce

Dal mio corpo, da me non senti

Muta parola non scalfita

Dall’acqua che purifica.

Antichi fiumi che si aprono

Placidamente dondolanti

Come il Mississippi

Mi apro al cielo

A questo tramonto infuocato

A questo amico lago

Che mi cerca e mi consola

Come il mio ardente desiderio

Di respirare vita

Di conoscere

Di abbracciare il fratello

Non ce la faccio piu’

Ad ascoltare

Parole in superficie.

*

Veramente Basta

Veramente basta

 

Veramente basta!

Il sesso dei genitori,

Il sangue dei genitori,

Separati risposati,

Irrilevante.

Il concetto di religione come strumento

Per governare le nostre vite

Brusio di fondo di questo povero uomo

Che turba l’equilibrio dell’Universo.

Il principio della libertà del corpo

Di chi aspiriamo ad essere  

Nel quale per caso si nasce.

La vecchiaia come limite

Per il non rispondere

Veramente basta

Basta con la difesa ad oltranza di questo

Cosiddetto homo sapiens

E dei suoi figli

Che guardano sempre piu’ a terra

E mai negli occhi

E basta anche a noi

Che viviamo con numeri

Sempre piu’ con teste chinate

Già pronte a subire

Mentre un tempo il sogno

Era quello di elevarsi per parlare con

Dio!

E veramente basta anche

Con questa presunzione razionale

Che non ci consente nemmeno di decidere

Della nostra vita o

Della nostra modalità di lasciarci

Da questa terra.

Rapporti individuali

Basati sul concetto di sangue

Ricordi ?

Dicevi meravigliata

Nessuno ti saluta per la strada

E io sono qui

A cercare un tratto in questi pavidi giovani

Mentre i poeti, quelli veri,  vengono decapitati, frustati,

Lasciati nell’oblio del senza volto

Mentre ti chiedi qual è la verità

Che non esiste

Quando arriverà il giorno

Nel quale i mitra non saranno esposti

Piu’ nelle bandiere dei popoli?

Ti risposerò allora

Come libero atto di volontà umana

*

La Calda Neve

La calda neve

 

Oggi la mano di Dio si è

Divertita a disegnare una riga bianca

Tra la terra e il cielo azzurri

Come il colore del nostro lago.

E così la neve ha coperto la mia giornata

E’ scesa l’allegria in una tasca stanca

Di tracce difficili da pulire.

Diventa la chiave dei miei sogni questa neve

Un modo per rinominare la realtà

Che mi vede come nella Gloconda di Magritte.

In questo bazar di sentimenti

Ti scrivo e non mi rispondi

Dici che senti qualcosa e non voli con me

E Dio ha pulito il cielo opaco

Corpi nuovi in ombre lontane

Sono dentro il mio cuore.

Trovo i segni di una sottile illusione.

Manca la nostra esperienza nel quadro

Coperto da una tela dipinta

Appoggiato al cavalletto.

In questo mondo disordinato

Come nel tango Cambalace

Manca

La vita che era nostra .

Sconosciuto il significato di questi

Sogni che mi porto dentro

Come quello della mente stessa.

Cerco il ritorno

Come un figliol prodigo

In questo tempo privo di forza

Nel vivere di ogni giorno

Vorrei esser felice,

Arte allo stato puro,

Non sono un poeta dei sogni

Forse non sono

Nemmeno un poeta

Sono un gomitolo

Di rami secchi.

Cerco

La calda neve.

*

La Nebbia

La nebbia

 

Lungo la riva della mia vita

Ho visto la nebbia

Oscurare la tua gioia infinita.

Ci sono anime che hanno

Stelle brillanti nel cuore,

Mentre la mia spesso

Si confonde nel progresso.

Assaporo briciole di baci

E provo a far uscire la tristezza

Da questo cuore maturo.

Voglio piu’ che un amore

Mentre solo la voce mi resta.

Io sono della stirpe di Oxun

Della stirpe degli alberi,

Ti cerco nelle sorgenti infinite

D’acqua e farina

Mentre vedo passare

L’imperfetta ellisse della mia vita.

A volte mi nascondo

Come dietro ad un velo

Per immaginare il tuo mondo

A volte sono specchio per illuminare

Il tuo splendore.

Sono come la polvere

Malinconica espressione di sentimenti

Fermi da tempo

Mentre aspetto che salga la nebbia

Che il vento fluisca

E l’orizzonte ti indichi

L’uomo che sono.

Io sono nudo

Io sono anche il mio dolore .

*

Ogni Giorno

Ogni giorno

 

Ogni giorno

Cerco per ritrovare

Nello sguardo dei tuoi occhi

Da indio

Una luce di gioia

Per me

Che non sono tuo figlio

O tuo padre

O un altro esponente

Della tua razza.

Per me

Che spesso mi sento

Come come una cosa posata

In un angolo e dimenticata

Ora che la culla è vuota

E il bambino è asceso al cielo.

Trascorro i rintocchi delle campane della sera

Scolpendo.

Dormo nella mia stessa ombra.

Aspettandoti

Non vieni piu’

Perché non poggi il tuo viso

Sull’orlo del mio corpo

Per sapere

Come abbiamo potuto nasconderci il suo colore,

Come abbiamo fatto a perdere l’odore?

Dormo nella mia ombra.

Ti cerco ancora,

Anche la notte un po’ alla volta

Lascia il passo al giorno

E va per la sua via

In un canto d’alleluia.

Io ti chiamo

Cerco ancora la luce nascosta.

*

Futuro

Futuro

 

Se ritrovassi i colori brillanti

Allora il nostro inverno

Probabilmente sarebbe finito.

Brillano nella notte

Anche se si confondono,

Mescolati dai rintocchi

Delle campane della torre.

Il freddo di febbraio

Non ha ammutolito ancora

Le nostre voci

Interiori.

Alle volte mi siedo qui davanti

Solo e sembro un salice

Piangente mentre ti guardo

Lavorare e lavorare e lavorare

Mentre al tuo uomo basta poco

Mentre volevo scriverti una poesia

Con un raggio di sole

Per farti riaccendere il cuore.

Sospingo i miei sentimenti

Ancora con un leggero soffio di vento

E volo.

Ti porto con me ancora,

Come tra i mille viaggi che abbiamo camminato,

Ti porto con me

Non mi arrendo

Mentre il futuro ti fa visita

E la primavera bussa mentre qui

E’ magica e immensa.

Canto

La tua leggerezza.

*

Come Stelle

Come stelle

 

Come la stella della mente scende

Nello specchio del cuore

Così

Anch’io vorrei meravigliarti

Ancora consumarti di gioia

Nutrire le tue labbra di carne.

Unirmi in un abbraccio

Miracoloso e profumato

D’antiche fragranze orientali

Mentre leggo le ferite e le bruciature

Che l’esistere ti ha tracciato

Con me.

Ricerco la freschezza dell’acqua limpida

In questo grande immenso azzurro lago

Mentre ti aspetto per volare insieme

Nel freddo del cosmo senza vita.

Nel rumore dei silenzi

Nel ritmo del mondo

Trovo un raccoglitore di sentimenti

Mentre mi affaccio al mondo nuovo.

Tra dita di rose

Accolgo il dono del vuoto

Sogno i tuoi luoghi

E di essere ancora

Con mia madre

Con la valigia  in mano

*

Il Velo #SaveAshrafFayadh

Il Velo

Non basterà mettere il velo

Per salvare coscienze nere

Ingiustificati

Sassi

Di un mondo nero

 

Dipingerò il mio dolore

Con un mondo di colore

Per ricordare la Palestina

E il suo poeta piu’ di prima

 

Anche il mio mondo vive

Con un coltello sopra il cuore

Noi avemmo Radedtsky

Nella nostra Palestina

 

E mentre accolgo il tuo disegno

Non ti basta il mio sdegno

Ma non è certo la morte

La tua ultima consorte

 

Mi ricorderò del mondo libero

E di questo uomo misero

Che ha paura di un poeta

Vero suo profeta

*

E Continui Ancora

 

 

E CONTINUI ANCORA

 

E continui ancora

A mordermi le caviglie,

A tenermi con le briglie

A non vedermi in questo mare

Come infinito e quotidiano amore .

 

Non servono gli speroni

Ma solo che ti abbandoni

Ed invoco una preghiera al cielo

Che lui ci salvi dallo sfacelo.

  

Mentre dal profondo affiora ancora

Una voce che ti implora

Ama, gioca, lavora

Mia nobile arciera.

 

E non voglio piu’ sentire

Dal tuo cuore defluire

Come acqua da un dirupo

Di cui ogni giorno io mi nutro

Parole infami come storielle.

 

Mi fai paura

Hai nascoste nelle tasche mine

Che uccidono la gente

Hai buttato il tuo cuore in una buca

I tuoi baci hanno la tua voce

Che mi arriva stanca e roca.

 

Vieni, andiamo a casa.

Se mi baci

Le tue mine saranno disinnescate

I tuoi fucili

I tuoi papaveri

Il tuo bacio

Diverranno bianche colombe.

 

Sono un vecchio piano

Discordato e molto anziano

Non sentirti braccata

Ma soltanto desiderata.

 

Anche il cielo scoppia in lacrime.

*

Onda Bianca

Onda bianca

 

Raccolgo ogni giorno da queste aiuole

L’onda bianca del nostro sole

E non sapevo che sotto la tua pelle  

Mi accogliesse il tuo corpo con un cesto di stelle.

 

E sto attento per non scalfire

Il tuo riflesso argenteo

Che si specchia nella luna

Amica della buona fortuna.

 

E mentre sono quasi

Cento e settanta anni che

La mia terra respira con un coltello sul cuore

Ci ritroviamo ancora stupiti d’amore.

 

Ti raccolgo nell’orto,  mentre credo ancora

Nella nostra vittoria, scandita dalle bianche coraggiose rose

Che sbocciano leggiadre

Nel ricordo di tuo Padre

 

E ti porgo sulla quotidiana tavola

Raccontando questa favola

Di una ragazza partita

Da una terra infinita.

 

Buon giorno ti dico

E non da buon amico

Ma come anelante amante

Di questo mondo dove volentieri alieno

Le effimere liti di cui non si può fare a meno.

 

Porro miserere mei omnimode peccatoris.

*

Il Mio Io

Il mio io

 

Vieni, siediti un secondo

Ascolta le vibrazioni

Di queste cellule

Come api fuori stagione

Pensano  di trovare

Nella mente da mangiare

Esci dal tuo io

Stai bene senza domandarti

Con chi

Accetta i limiti del tuo

Pensiero

La tua tenacia

Saprà compensarli

Io sono io

Una pietra d’altri tempi

Vivo retaggio di epoche

Vulcaniche

Dove il ritmo della vita

Trova in un sasso riscontro

E chiede il rispetto

Del tempo della morte

Infinita

Io sono prossimo tuo

Come te stesso

Incedo lentamente e levigo

Il mio pensare

Come al ritmo di Oxossi

Ti sento entrare

Nelle mie gambe

Nelle mie mani

Accetto i miei limiti

Io vado, madre mia,

Se non torno

Sarò fiore di questa montagna.  

*

Il Cuore di Maria

Il Cuore di Maria

 

Tra lamiere bruciate

Case dannate

Strade insanguinate

Croci uncinate

Ritorni di memorie

Che pensavamo abbandonate

Abbiamo bisogno

Del tuo cuore

Immacolato

Del tuo coraggioso amore

Nel vedere

Un figlio appeso

Abbiamo bisogno di dare vicinanza  

A chi rimane senza

Al nostro cuore addolorato

Ma che cerca ancora speranza

E ci affidiamo al tuo cuore

Santa vergine

Che cura ferite anche amare

Impensabile solo da pensare

A mente umana 

Mentre la sera

Si allontana, e

Consolaci, nella nostra difficoltà

Quotidiana

Guidaci ad amare

E non abdicare

Sulle strade della vita

In una luce  infinita

*

Radetsky 1848

Radetsky 1848

 

E mentre tu suoni

E a capodanno

Batti le mani

Non ti domandi

Chi fossero quei semplici

Abbruciati un tempo

Figli di un mondo

Che stava nascendo

E come oggi

Non capiste l’incontro

Non serve trovare

L’ingegno per  scrutare

Che sui libri di studio

Non c’è riscontro.

Abbruciati come le case

Di tutto un paese

Colpevole solo

Di amare il suo

Suolo.

*

In Memoria di Me

In memoria di me

 

Dove sono andate

Le anguille del lago

Non si trovano piu’

Dopo il grande temporale

All’interno del canale.

Dove sono andati

I gesti della nostra storia

Le statuette del presepe

Che avevamo da bambini

E dove il crocefisso

Ancora una volta senza pace

Senza casa che lo accolga.

Come allora

Solo una mangiatoia

Ma il sangue dell’unico

Non e’ veleno per anime

Non è storia di disunione

E’ profumo del mondo

Gioia

Di bene profondo.

E dove rimane in questo mondo

Se non nel lago

In attesa li sotto

Nel freddo dell’acqua

Con la madre ed il padre

Solo una mangiatoia

Ci aspetta di nuovo

Mentre la stella

Brilla ancora piu’ bella

*

La Nostra Casa nel Lago

La nostra casa nel lago

 

Accade

Talvolta che

Le nostre energie

Non trovino sbocco ed allora

Sembra tutto vano

Come in questo inizio

Di dicembre

Quando le piccole cose,

Quasi come le mosche inquiete,

Non vogliano saperne

Di stare al loro posto.

E così la mente

Elabora sensazioni infelici

Correlando il presente

Anche se non è il vero.

E così mentre tutto d’intorno

Si rompe,

Vado con il cuore

Al nostro amore

Intatto e lucente

Come un diamante,

Nonostante tutto

Nonostante le infinite discussioni

E diverse visioni

Che ci animano.

Ma quando ci troviamo

Davanti al fiammeggiare del grande lago

Che accoglie al tramonto le nostre

Quotidiane paure

Vediamo aprirsi l’azzurro suo mantello

E prenderci in un grande abbraccio

Per ricevere il sole

Al termine del giorno

Di questo inizio d’inverno

E ci riscalda e ci unisce

In una casa comune.

In pace.

*

Ode al Fiume Mincio

Ode al fiume Mincio

 

E’ finita anche questa notte

Di piena luna

E con essa un altro giorno

Che l’ha preceduta

Diverso

Da molti che ci hanno

Attraversato

In un recente passato.

E ci ha colto l’allegria

Mentre attraversavamo

Questa campagna

Antica

Piena di poesia

Con la natura che va a riposo

Tu conosci il mio cuore

Ed io sperimento

Il tuo amore

Vicino al fiume

Caliginoso e’ il cielo che

Si cambia il velo

Passa dall’Estate

E si muta in inverno,

Accoglie il gelo

E con un sorriso

Senza preavviso

L’alba che nasce

Mi ritrova in fasce.

E tu m’aspetti

E il tuo corpo m’abbraccia

In questa notte di luna

Ritrovo la mia

Fortuna.  

*

Come la Gazza

Come la gazza

 

Non ho né

Più madre ne padre,
Né nonni nè zii

Ma ho te

Nel quotidiano del mio

Caffè

Io vado,

Ogni giorno

Vado per questo mondo

Che mi assale

Sempre in modo diseguale

Ogni giorno Erode

Un po’ mi uccide

Mi toglie la luce

Un sorriso

Come la gazza

Che incontro sulla strada

Della mia fatica

Quotidiana

Ritrovo nella croce

Una forza sospinta

Da aneliti brevi

E mi innalza a Te

Che sei la mia acqua

Oltre le sbarre  

*

La Riconoscenza

La riconoscenza

 

Della riconoscenza

Tutti fanno senza

Non ci ricordiamo

Neanche di chi siamo

Ma sì di

Un problema al giorno e

Ci fa tenere per mano

Ma poi dimentichiamo

Velocemente

Tutto il bene che abbiamo

La riconoscenza è come la neve d’agosto

Arriva inaspettata

Per dissolversi immediata

La riconoscenza dei figli,

Dimenticata,

Del nostro amore,

Un orologio a tempo,

Ma questa riconoscenza

Non ci fa mancare,

Ci fa incontrare,

Aumentare l’amore

Dire grazie al Signore

Per la vita e la gioia

Donare riconoscenza

Per farsi ancora amare e

Per ricordare

Chi nasce serpe è 'nfamo e senza core.

*

Castelnuovo 11 Aprile 1848

Castelnuovo 11 aprile 1848

 

Nel silenzio del vento io

Mi sento

Nel vuoto del cuore

Ascolto

Un germoglio d’amore

E mi ritrovo Curdo

E Libanese

Arabo e francese

Americano e indiano

Israeliano e cristiano

Giapponese e brasiliano

Con i semplici del mio mondo

Gioco

Ad un girotondo

Di pace

Nel silenzio del vento

Vedo il violento

Il suo motto

D’istinto

Piange anche Allah

Per Mohammed

Per Hassan

Per Habiba

Per il presente d’incanto

Piango gli Armeni

E la mia Castelnuovo

Nell’ottocento ferita

Dal Radeski abbrustolita.

Eran piu’ di cento

Bambini e donne spezzati

Dal vento

Il prete deportato

Senza un lamento.

*

Disvelati

Disvelati

 

Sempre ricordero’

Questo volto di pace

Di terra martire eppure

Felice

Sempre amerò la gente

Di queste strade

Di queste piazze

Ancora sosteremo

Sotto i grandi cedri

Vigili come

Grandi balene protettive

Della nostra fragilità

Sapienziale

E ancora il canto di preghiera

Si eleverà a Dio, disvelati,

Per perdonare coloro

Che non sanno

Quello che fanno

*

Tra il Suono e la Luce

Tra il suono e la luce

 

Tra il suono e la luce

Mi accoglie il tuo buio

Di oggi

Invisibile trappola

Di sentimenti deliranti

Avvolti nel profondo fumo

Spessore di riti antichi

Quasi magici

Di sentimenti di cera

Espansione fragile di dubbi

Autentici inviolabili segreti

Umani

Di utopie d’oggi

Calcoli forse inefficaci

Come duri moniti

Aspettano le tue movenze

Di umano felino

Io cerco ancora

Tra il buon Enrico e il salice

Un’impronta d’infinito

Mentre mi inebrio

Del profumo ignoto

Dei tuoi capelli

Fra le mie mani

E mi autentico.

*

Il Ritorno

Il ritorno

 

Del superfluo non resta nulla,

dell’essenza il mistero,

come della nostra energia

non resterà che vibrazioni

delle stelle

un buco nero

di noi stessi

il ricordo dei pronipoti

ricette di piatti

legati alla nostra storia

vita di ogni giorno

che ci regaliamo

in un immenso gioco di fiori

tra sogni e colori

dove la nostra anima

cerca l’eterno

per festeggiare

il ritorno

*

Capirsi

Capirsi

 

Code a tratti,

dipingono la vita,

come in autostrada,

mentre aspetto che il sole mattutino

a fine ottobre

faccia sgorgare una parola gentile

in anfratti umani non degni

del simbolo dell’Uomo

non ti ritrovo

in questo tuo io deciso

con me, che vivo

nel quotidiano delirio amministrativo

che mi regala solamente

parole a metà

mentre mi piacerebbe

quando ti ascolto

sentire sempre parole

di fiori

come io ci provo

e poi c incontriamo

in un mondo nostro

per pochi attimi

d’immensità fuggevole

che mi aiutano a respirare

sentirti vicina

anche mia con le parole

per me

per questo infinito bisogno

di eterna luce

nel mio spazio vitale

le vibrazioni mi aiutano

a dipingere l’equilibrio

tra il gioco e il vissuto

come il gelsomino mi apre

il profumo al mondo

e mi guardo d’intorno

mentre ti offro

ancora una volta

la mia mano

e lo so che non sei

comune

come un pane all’olio

ma mi sforzo di capirti

ora e sempre.

*

La Psicoterapeuta

La psicoterapeuta

 

Sfugge

La vita corrotta dalle piccole cose

Dal quotidiano fastidio

Che ci stacca dai pensieri

Sublimi. Come

Viti che non girano

E non inchiodano

Alla Croce

Speranza di vita

Vera. Oggi ancora gioco

Con le immagini del mio passato

Che tu fai rivivere

Come magia dalla memoria

Cellulare

E rivedo mio padre,

E il Natale di Napoli

Che non ho mai vissuto

Ma che ancora mi agita

E non sapevo perché

O da dove questa energia

Sottile

Sorgesse

Nell’attesa del Natale

Dopo ferragosto

E tu l’hai scoperto

Figlia del ritorno

Nel cuore

*

Vento a Castelnuovo

 

Vento a Castelnuovo.

 

Il vento veniva da Valeggio

Carico di nubi ed umido

Di pioggia,

Scirocco tiepido d’autunno. Da sud, Africano

Probabilmente.

Chiuse lo scuro della nostra

Camera, improvviso,

Protesa sulla torre

Viscontea,

Per segnare così il nostro passaggio

Attraverso vibrazioni

E pensieri.

La mia vibrazione oscilla

Per incontrati,

Con occhi stupiti

Meraviglia di dolci

Studiati

Apposta per il nostro inverno.

Sento il Natale, si fa strada passo a passo,

Con il cuore festante

Per  l’arrivo della nuova

Luce

Mentre piano piano

Marzapane e dolci bruni

Fanno capolino

Sulla nostra tavola.

Così oscillo

Tra passato e futuro

Con un po’ di timore

Di un’eclisse nel cuore.

*

Respiro

 

Respiro  
 
sono qui per te
io lo sono per farmi amare
per giocare
con il tuo gatto
sei la luna piena
di queste notti insonni
so che ci sei
che adesso soffri
per me
pratico il respiro profondo
e chiedo il tuo aiuto
sono qui per guarire
dai miei molti vuoti
non sono un'ombra
sul muro della tua vita
assente
non ho bisogno dell'orgoglio
non c'è posto nel mio
cuore
che ti vuole amare
vorrei farmi amare
mentre arriva l'inverno
e sono tremante
entriamo insieme nel tempio
dell'invisibile mentre il mio cuore
vuole riempirsi
di compassione
svuoto la mia ciotola
dal cibo inutile
per il nuovo pranzo
che mi fa rinascere

*

Il Mio Lago

Il mio lago

 

 In questo infinito deserto

Alberga oggi

L’anima mia e

Non trovo un passo

Per tornare indietro.

Mentre siedo sulla riva

Di questo mare inconcluso

Che chiamiamo lago

Forse dall’argentea acqua

Uno spirito mi giunge

E mi parla di forza,

Mi sorride ancora con dolcezza

Antica.

In un soffio di buona vita

Intravvedo il tuo sguardo,

Una dolcezza smarrita

Nelle curve del tumore;

Mi confondono le stelle

Le voci sorelle

Di un mondo non mio.

Ti sono accanto

E non vedo il tuo io,

Ma il malumore

Dell’oggi trattiene

Speranze di un senso,

Disperato, buonsenso,

In cerca di trame

Per sconfiggere brame.

Occupo un posto

Nel fondo del mare

Di questo lago

Che ancora m’invita

A cercare di amare.

*

La Campana Tibetana

La campana tibetana

 

Sono un grumo di suoni

Un universo di buchi

Da colmare

Sono come una piccola onda

Vuota di forza

Inutile per il suo

Mare.

Sono qui nel centro

Del mio vibrare

Da solo nel ventre del buio

Stella spenta di una via lattea

Che non trova strade

Per ritornare.

Migro

Ancora

Trovo una camicia

Da stirare

E mi sento vuoto

Nel mio presente senza colori.

Una tela che vuole essere

Ridipinta

Per ritrovare

Una campana tibetana.

*

La Vita con Te

La vita con te.

 

La vita è

In uno sbattito di ciglia

In una marmellata gustata

Con il dito

In un sorriso catturato

Nel momento del bisogno

La vita è in un palmo

Di mano che si salda

Con un altro

Palmo di mano

Magari il tuo

Che sta ancora nel mio

Perché la nostra vita

È anche un dolce mormorio

Di frasi gentili

Che cercano il nostro cuore

Un cuore buono che si rivolge

Sempre al perdono

La vita è in uno scoglio

Che ci attrae per dare il meglio

Per essere superato

Ed al mare aperto

Accompagnato

La vita e’ il mio destino

Di navigante in cerca di luce

Di comune cittadino

Del tuo amante latino.

*

Aquilone

AQUILONE

 

Figlia mia

Che voli via

Non so neanche

Piu’ chi tu sia

Gioca nel mondo

Meno rotondo

Gioca adesso

Perché poi è

Lo stesso

Sii felice

Guardami sempre

Arricchisci la mente

D’impegno costante

E studia il tuo uomo

Combatti l’affanno

E la pigrizia del corpo

Che fa gran danno

Aiuta tuo padre

A vivere contento

Istanti di vita

Che durano

Un momento.

 

*

Povero Cristo

Povero Cristo

 

Povero Cristo

Scomparso dai muri

Di classi di bambini

Chiuso in buie scatole

Che si ergono da desolate pianure

Dove alberga l’indifferenza del cuore

Povero Cristo

Per l’amore che di hai donato

Ed appena fuori non si trova piu’

Sostituito da smartphone e tablet

Che ti hanno tolto l’anima

Ed il senso del tuo miracolo

E se fosse tutto un sogno?

Un incubo?

Di una società di orchi?

Dalla terra di mezzo giunge una luce

Nel giorno della natività di Maria

Beata luce di speranza

Quando anche da lei è sorto

Il sole di giustizia

Che oggi abbandoniamo

In un mare infinito di corpi

Senza speranza

Noi sappiamo che tutto

Concorre al bene

Non abbiamo paura .

*

ciao

Ciao
 
non c'è un prato piu' verde dell'amore che provo per te
un cuore piu' tenero del mio che ti aspetta
per amarti sempre per pulire e soffiare
sulle tue paure del cuore
per aiutarti a scavalcare gli ostacoli
dell'improvviso silenzio
dell'onda che non si alza minacciosa
non un solo soffio di vento che si trasforma
in uragano
non una spina pronta per darti pena nel corpo
non una parola detta
per amareggiare il tuo spirito
non c'è un uomo piu' deluso di me
nel vedere la sabbia tornare
al mare
il rosa vestirsi di nero
la lampada spegnersi con un soffio
appena percettibile
non c'è nessun lamento
nel mio cuore per insoddisfazioni
per cose che ti ho chiesto
c'è solo una grande voglia di parlare, di curiosità e di fare
insieme

*

Migrante

Migrante

 

Siamo nel flusso cosmico

Tutti come piccoli

Pesci

Accumunati dal destino

Di vivere

L’oggi

Insieme per dirigerci

Verso il porto nascosto

Di un sereno riposo

Mentre l’ombra avanza

E le nebbie rivolgono

Il nostro pensiero

All’infinito

Di oggi non c’è

Traccia sulla sabbia

Solo corpi di migranti

Avvolti nel silenzio

Che marchiamo

Di parole

sconosciute ragnatele

*

La Creazione

La Creazione

 

Come la riconoscenza

È la sensibilità

E non serve essere poeti

Per avere l’una e

L’altra

Ma uomini attenti

O donne

Di questo tempo

Che scivola via

Come un vecchio madrigale

Tedesco

Forse piu’ che in ogni epoca

Oggi

Gatti e cani

Hanno piu’ di questa preziosa

Moneta

Che noi umani

E io non trovo motivi

Perche’ il Creatore festeggi

E si senta felice

Di ciò che ha compiuto

Nella terra di Cristo.

*

Portami Via

 

Portami via

 

Mi interessa la tua compagnia

Prima che il vento

Mi porti via

E con esso le innumerevoli volte

Che ti ho guardato negli occhi

E pensato con il mio corpo.

Ci sono ancora

Molte migliaia di sassi

Che forse dovremo spostare

Senza sapere

Se sarà sufficiente

Per farci andare

Insieme al sole

Di questo lago

Che è nostro padre

E nostra madre.

*

La Gatta

 

La Gatta

 

Sei piu’ simile a una gatta,

Che a una volpe,

Una gatta raggiunge sempre

L’obiettivo che si pone,

E se crede di non riuscire,

Dopo aver mirato e calcolato,

Annusato ed interpretato,

Anche l’aria intorno,

Rinuncia e se ne

Va.

Come una gatta anche tu

Leggera nelle tue movenze

Intime di felino

Mi giri intorno

Libera di spirito.

E mi guardi con occhi

Che hanno già risposte

Ritorni, dopo un viaggio,

E non per il cibo,

Ma perché vuoi, liberamente

Ancora.

*

Come le Meduse

Come le Meduse

 

I pensieri

Arrivano in superficie

Al ritmo del movimento

Delle meduse.

Così si aprono i tentacoli

Della mia mente

Incapaci di abbandonarmi

In questa notte

Dove non scorgo

La luce.

Mi vedo quasi

Distante

Come sonnolenta presenza

Che combatte presagi tristi

E io non intendo soccombere

Ma voglio lottare

Ancora

Per una parola

Che racconta la mia vita

Sinora,

Amore.

*

Sto

Sto

 

Sto

In cerca della mia anima

Circondato da fragranze

Di sandalo

Sulla linea del deserto

Interiore

Senza un vero progetto

A medio termine

Eppure

Sto

Abbagliato dai raggi d’infinito

Toccando la tua pelle di rugiada

Evaporando

Quasi

Al mattino presto

Quando la notte

Si scambia con il giorno

E sento il primo canto

Del gallo al sole

Sto

Come il poeta curdo senza patria

In cerca dell’anima

Smarrita

Sto come l’aquila

Che vive sulle vette

Dall’alto osservo

I pascoli.

*

La Fortuna

La Fortuna

 

E quando ammiro lo splendido

Tramonto qui davanti

Al Gardesana di Torri

Del Benace marino

Tra reale e magia

La nostaglia  mi prende

Ed assaggiamo insieme

Allora

Un pezzo d’infinito

Alle otto della sera,

Così  mi ricordo della fortuna

Di averti ancora accanto

E di potere inebriare il mio

Spirito

Di questa immensa luce

Straneante

Che mi parla di Dio

Del romanzo della vita

E mi rianima

Folgorato da sostanza sconfinata

In questo braccio di lago

Che sembra un mare.

Non ho piu’ paura

Del gioco del mondo

Della corda piu’ corta

Del futuro in una serata

Che ricorderò sempre magica

Come il tuo sorriso

Che si apre ai raggi del sole

Che scompare dietro Toscolano,

Di la’ dal lago

Dove immagino la casa

Del generale romano.

In così pochi luoghi al mondo

Ormai di questo mondo devastato

Non e’ l’acciaio di New York

Non è la freddezza tedesca

Trovo sempre il cuore,

Un cuore argentino

In radici italiane.

Sogno,

Di una serata di

Fine agosto.

*

Il Cimitero di Castelnuovo

Il cimitero di Castelnuovo

 

Ci sono piu’ sorrisi

Al camposanto

Che negli atti

Tra vivi

Pensavo ieri

Tra le urne a Castelnuovo

Mentre il mio passo

Attraversava la ghiaia

In rispettoso silenzio.

Ed andavo alle esperienze

Di famiglie e fratelli

Di condomini e paesi

Mentre tornavo alle

Apparenze

Di società senza coscienze.

E poi ci sciogliamo

Nel vento

Tutti insieme

Uomini dell’ottocento

E del novecento,

Coi baffi  all’insu’

A cercare un mondo

Immaginato anche solo

Per un momento,

Dove vive il ricordo

Nel tuo sorriso

E nei tuoi occhi azzurri,

Giovani di cent'anni

Di uomini antichi

Quando non c’era

Nemmeno un frigo in casa.

Gia’

Chissà perche i morti sorridono

Forse

Per richiamarci ad una

Parola divina

Pace.

*

Ondeggio

Ondeggio

 

Ondeggio,

Tra il tuo amore

E non è uno stato incerto

Ma un dolce sognare

Se oggi io sono

E ti ritrovo nel mare,

Mi piacerebbe continuare

A rimirare.

Ondeggio tra un lagheggiare

Ed un altro,

Col tuo pensiero,

Beccheggio come il passero

In cerca di cibo,

E trova il coraggio.

Busso e mi riapri

Togli le ragnatele

Dal pensiero di oggi

E mi abbagli ancora,

Lucente ramo

D’infinita passione .

E balliamo gioiosi

Sulla spiaggia, che dici?

Sei contenta dell’oggi

E dei momenti felici.

*

Stanca è la Terra

Stanca e’ la terra.

 

La terra è stanca

Di alzare croci

Al cielo

Anziché aquiloni

Di bambini afghani

O brasiliani

O indiani

O africani.

 

La terra è stanca

Di essere violentata

Da mano umana

Insensibile

Che allontana

Dall’universo mondo

Chi è vagabondo

Ed insegue il sottomondo.

 

La terra è stanca

E non vede l’ora

Di ritornare

Com’era

Fiera di Dio

Del suo messaggio

Di pace e coraggio

E ci porta tutti insieme

Come un solo equipaggio.

*

Dimmi Dove

Dimmi dove

 

Dimmi dove

Posso immaginarti

Senza cadere

Nel silenzio del vuoto

Dell’innominabile disturbo

Di scorie dell’anima

Che non si cancellano

Ancora

Dimmi dove

Posso immaginarti ancora

Senza macchie sul tuo vestito rosso

Del nostro matrimonio

Natalizio

Che aveva voglia di aprire

Strade non attraversate

Dai nostri passi

E dimmi dove

Potrei ancora vederti

Se non accanto a me

In un pomeriggio assolato

Di luglio inoltrato

Mentre i nostri piedi

Accarezzano ancora una volta

La magica arena

Di questo braccio di lago

Che sembra un mare.

*

Fessure

Fessure

 

Sembra che si chiudano

Le fessure dell’anima

Aperte da punte di freccia

Avvelenate dal tempo.

Dentro la roccia

Ci arrampichiamo ad incastro

E vediamo la cima

Del paradiso

Mentre s’illumina l’orizzonte

Ed ammorbidisce il rosso fuoco

Che brucia la nostra anima.

Facciamo un po’ di griglia

Stasera

E mi dici con entusiasmo

Che bello pensarlo

E spendiamo i nostri crediti

Per ristorare il cuore.

*

Fermo Posta il Cuore

Fermo Posta il Cuore

 

Sono tornato piu’

Volte al tuo indirizzo

Un fermo posta quasi

Introvabile per chi cerca

Di andarsene

Un cuore ancora palpitante

Come un girasole che segue

Il suo astro

Starei sempre in questa valle

Dove mi intende ogni

Singolo seme e

Sa chi sono,

E cosa davvero voglio

E che mi purifica è

Il profumo della ginestra

E che mi piace l’energia vitale

Dei pesci in gruppo.

Sono stanco di accendere luci

Che non rischiarano

Il buio,

Ho bisogno di parole

Che profumino come la menta e il timo

Che mi avvolgano come

Il gelsomino

E che mi facciano sentire

Di questo nostro mondo

E non un anonimo

Fermo posta.

*

Una Parola in Piu’

Una parola in piu’

 

Qual è la strada da percorrere

Quando non vedi

Altro che buio

E la via è nel verbo

Che si fece carne

Io sono il senza limiti

Soffio divino che sgorga

Dalla roccia del tempo

Senza fine ne corruzione

Io sono ancora il sacro

Che si trova

Nella vita

Nei piccoli pesci

Come nelle grandi

Mante

Io sono la pazienza

Di Oxossi

La linfa che canta,

Che passa dai piccoli licheni

In alta montagna

Alle grandi querce secolari

La parola giusta

Del tuo rispetto

Io sono un ponte e non il fine

Attraversami

Dalla tua nube oscura

E cado come goccia pesante

Io in realtà

Non esisto. Detto questo

Il grande lago aprì

Il suo dolce mantello azzurro

Per accogliere la parola

Di speranza, il grido dei popoli

Senza fine

Nel grande giubileo

Della misericordia.

Per guarire

Mentre lo spirito aleggiava

Sopra le acque

*

Il Luneggiare di Castelnuovo

Il Luneggiare di Castelnuovo

 

Sotto la luna piena

Di queste serate magiche

Di luglio estivo

Concepisco il mutare

Dei nostri passi

Sotto questo luneggiare

Intenso come se fosse

Un sole acceso.

 

E tocco con mano

Il tuo costato

La tua carne

Devastata

E mi vergogno

Di me stesso

Mentre cammino

Nel silenzioso infinito

Della sera di Dio

Che mi cerca con la sua forza.

 

E fu sera e fu mattina

E fu di nuovo vita

Fra di noi

Sotto la torre

Di Castelnuovo

E così immagino

Il non creato

Come una goccia

Che diventa mare

Quasi dal niente .

 

Il segreto dell’acqua  

Che diventa energia

Che vince l’inverno,

Il limitato io,

E respiro il risveglio

Del mio prana,

E ritrovo i pesci

Nella polla d’acqua

Che non ho mai avuto

Da bambino,

Mentre aspettiamo

Il ritorno delle rondini

Sulla torre di Castelnuovo.

 

E mi riunisco a Te

In una visione piu’ ampia,

Discendo verso le forme

E abbandono i demoni

E ritrovo Eros

Supero i confini

Per raggiungere Shiva.

*

Anemos

ANEMOS

 

Ora mi tiene l'onda e mi avvolgono

I venti

Sulla spiaggia

Non trovo il vecchio saggio, il

Preto velho

Che mi potrebbe aiutare

Con i suoi insegnamenti

E sto

In attesa, come la foglia al ramo

Di ritrovare

Una delicata mano

Che mi faccia ritornare

Ad amare .

E fuori dal regno

Dell’esistenza reale

Non trovo pace o vento o pioggia

Per rivolare

Ma spero ancora

Di ritrovar lo spunto

Per un altro trono

Nel mio cuor compunto

E spero in te

Amore mio

Che tu possa essere ancora

Al fianco mio.

*

Acqua Pazza

Acqua Pazza

 

E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco,

Era cosa molto buona.

Ma poi arrivarono

I predicatori di Morte,

Gli angeli del demonio

E tutto si trasformò in buio,

Nero assoluto

Le acque come pazze si ammalarono

Del sangue degli innocenti

E la pace e la bellezza vennero

Sottomessi al giogo

Dell’Innominabile

E tollerati i predicatori e i cattivi

Maestri

Così finì l’età dell’oro

E la barbarie non ebbe fine

Sinchè i bambini si ribellarono

Ai predicatori  neri

E una nuova società

Prese forma

Nel nome del Padre

*

Calmeggiati

Calmeggiati

 

Calmeggiati.

Ritrova la tua armonia

E inebriati di questo sfavillante

Brulicare del sole all’ora in cui

Tutto si compie

Per ritrovare la luna.

Combatti i piccoli demoni

Che balzano dall’acqua

Come frecce argentate

All’ultima luce, quasi come

Sardelle di lago, o come gocce di lacrime

Di madreperla,

E le guardo

Mentre paiono dipingere stati emotivi

Che ricordano il tuo passato,

Sotto la croce del Sud.

Ritorna dal tuo viaggio

Sciamanico

E rivolgiti ai nostri occhi,

Incantati per quanta vita ancora

Non finisce di sorprenderci.

I figli, le persone, noi stessi.

Calmeggiati ed assapora il profumo

Di questo antico specchio d’acque e il suo

Intorno

Che ci è sempre amico,

I fichi, la campagna, queste bellissime balle di fieno

Che sembrano palle di

Un grande biliardo

Visto dal cielo,

Che ci invita a giocare

Con noi stessi,

Figli a nostra volta,

Di un albero gigante, interminabile ascensore

Verso il cielo,  come la vita di Angelina

Che ha quasi cento anni e

Canta Volare .

*

Rebirthing

Rebirthing

 

La tua voce è come

Il canto delle piante

Ecco perché

Mi piace sentirla per primo

Stordirmi quasi

Del suono delle vibrazioni

Piuttosto che soffermarmi

Sui segni cuneiformi

Di un linguaggio corrotto

Da Babele sino ad oggi.

E mi innalzo sulla cima

Della torre

E recito il mio Dikkir

Ringrazio in nome di Dio

Del Dio di Abramo

Dhikr as-sadr,

Ricordo nel petto

Il soffio divino

E ti aspetto

Metto il soffio al largo

E rinasco.

 

*

La Rosa Bianca

La rosa bianca

 

Pace e liberta, progresso e tolleranza

Non sembra siano progetti

All’ordine del giorno

Della politica dell’oggi.

Manca uno spirito forte,

Un cuore tenero,

Per opporsi allo stile di vita

Di moderni nazisti

Che vogliono sottomettere la liberta’

Dell’uomo, mentre anche la memoria

Si eclissa, e nuove pulizie etniche

Si mostrano nella loro quotidiana violenza.

Che cosa ancora serve

Per scuotere stanche coscienze?

Siamo tutti una cosa sola.

Nein Isis.

 

*

Come Fakir

Come fakir

 

Sono come fakir

Non possiedo nulla

Altro che la mia sabbia

Sferzata dal vento

D’occidente

Nemmeno me stesso possiedo

Le mie ossa sono di Dio

E nemmeno

Una pianta o un cane.

Svuoto il cassetto

Del cuore

Costruisco ponti .

*

Saper Aspettare

Saper Aspettare

 

Ho trovato il mio vento

E so in che porto

Voglio andare

La mia inquietudine

S’acheta

Cerco la voce

Del risveglio

In silenzio

Tocco la forza

Che mi fa vibrare

E raccolgo i sassi

Dal mio intestino

Purifico con l’incenso

La mia parola

Ritorno nel mondo

Consapevole

L’acqua mi ascolta

Ascolto la forza

E aspetto.

*

Babayaga

Babayaga

 

Basta,

Lasciami in pace,

Trovati un’altra anima

La mia è stanca

Di sentire il tuo puzzolente

Alito

Ritrovo il soffio del divino

Tra le piante che mi circondano

E che mi trattano

Come uno di loro

Invoco Oxum

Perche’ tu mi lasci

E ritornare

Nella sua luce abbagliante

Dopo il mio percorso

Nel buio

Ammaliante.

Non ce la faccio piu’

Ad essere la tua

Vassilissa

Io ho bisogno di luce.

*

Rinascere

Rinascere

 

Con la pazienza di Oxossi

Aspetto che Nana’

Si trasformi

Apra le braccia in un grande

Volo

Immenso

Come il nostro amore

E si chiudano le ferite

Causate dai nostri piccoli demoni

Ritrovo nel canto

Delle piante

Le lagrime della tua

Esperienza

Sottile

E io piego il mio capo

E curvo la schiena dritta

Presuntuosa di voler

Raggiungere Dio

E accetto la mia imperfezione

E te la porgo in dono

Per una nuova vita

Per rinascere.

*

Una Vita Rock

Una vita rock

 

Generazione di sconvolti,

Sconvolti dal divorzio,

Dal non contare quasi piu’

Niente in casa

Dal tempo della plata dulce e poi

Dal rientro drammatico

 

Generazione di sconvolti

Da una vita troppo rock

Per essere inutile

 

Dal crollo del muro

Di Berlino

Dal saldo e stralcio

Dal mito dello yuppismo

 

Dai tradimenti dei sogni

Di questo oggi europeo

Di quando ci sentivamo

Liberi e fieri

 

Generazione di sconvolti

Da figli tecnologici

Anime fragili

In un tempo depresso

 

Sconvolti dal lavoro

Dal mito rovesciato

Dalle prospettive degenerate

In una sola generazione

Di sconvolti ma eroi

Come siamo noi

*

Come le Vongole

Come le vongole

 

Come vongole abbarbicate

Allo scoglio

Così mi rivolgo

Alla nostra storia

Insieme.

Come quella magica sera

In Brasile sotto le

Quattro stelle di Iguazu

Accanto al pianoforte

In questo emisfero

Così distante dal nostro lago.

Cantavo felice

Ricordando il tuo viaggio

Tra le note di Caruso

E mi sentivo in cielo

Raggiunto da un sogno

Il cuore rigonfio

Di mai finito amore.

Scivola il tempo

Dalle note di un tango,

Scivola tra le tempeste delle

Gelosie

Che rendono difficile

Vivere un clima.

Ma io resisto

Abbarbicato allo scoglio

Come la vongola

Che non vuole lasciare

Il suo mare.

*

La Vita

La vita

 

Lodato sia il coraggio

E nostra sorella la tolleranza

Che tutti i contorni

Di nostra vita

Magnifica in guisa

Infinita

 

Lodato sia l’amore

Che viene sempre dal tuo

Cuore

Un gesto di riscatto

Che pulisce ogni anfratto

 

Lodato sia il fuoco sacro

Nostro amico e compagno

Nella vita come nella morte

Non ci lascia mai

Nello stagno

 

Ma io lodo anche la speranza

Che spero sempre sia

In abbondanza

E come il cielo ed il creato

Mi ricorda sempre

Di quando sono nato.

  

*

Lo Sciamano

Lo sciamano

 

In fondo al bivio

Non c’era che luce

Questione di toni

E mezzi toni

O forse solo

Di acqua di colonia

 

Sui muretti a secco

Dei terrazzi di Volargne

S’incontrava di rado

Lo sciamano scappava dal mondo

 

Poi si è fermato

Di fronte ai miei occhi

Ha spalancato il suo volto

E mi ha ricreato

 

Nuova materia

Come da un fulmine

Trionfa la vita proiezione

Infinita

*

Il Vento

Il Vento

 

Il vento

Si è portato via

Ogni tuo bacio

Come in un lamento

 

Si è fermata anche la farina

Non lievita piu’

In cucina

 

Le coperte sono riposte

In un angolo del cuore

Dove non arrivano

Neanche le mie parole

 

Eppure potrebbe ancora sgorgare

L’amore

Trattenuto nelle vene

Di uno spento ardore

 

Sono ancora io

Quello che ti ha incontrato

In quell’ottobre

Profumato

 

E sul lago ti ho incontrato

La mia regina

D’incenso

 

Mi son sentito fortunato

Poi tormentato

Ma ti ho sempre desiderato

 

Anche se ho vagato

Nei bui spazi della mia mente

Dove le onde della notte

Hanno predominato

Sull’incenso profumato

*

Sei Tu la Luna

Sei tu la luna

 

Sei tu la luna

Che con la tua eclisse

Governi ancora

La mia fortuna

 

E mentre accolgo

Il divenire e le ombre

Ti sogno di notte

Lassu’

Mia luna

 

Come il gatto carillon

E il pupazzo nell’ampolla

Ti vedo così

Ancora con le trecce lunge

 

Mi giro un attimo

Ed è già l’alba

Svanisce il sogno

Che il tempo sia fermo

*

Il Paese di Seta

Il Paese di seta

  

Una volta era di casa

L’albero della vita

Di ogni famiglia

Abbondava.

 

Accompagnavano la serata 

A Castelnuovo, ma del  

Sentiero dei gelsi

Rimane ora poco sulle rive

Del lago azzurro.

 

E il baco magico non dimora piu’

Nella sua casa di fata

Per dare pane e lavoro

Agli uomini dell’eterna

Pianura.

 

Ricordo il tuo racconto

Di mio nonno e delle filande

Cime  di cattedrali

Gotiche che gareggiavano

Con l’antica torre

Di Castelnuovo,

Paese di seta.

*

Il Mio Sole

Il mio sole

 

Il mio sole ha due occhi

Come perle

Occhi da indio e vestito

Di madreperla

 

Il mio sole m’incanta con

Il suo sorriso

E mi riscalda 

Con la sua pazienza

 

Il mio sole mi fa rivivere

Mille e mille volte

Anche quando mi prende

Questa antica voglia

Di solitudine

 

Il mio sole mi vive

Accanto e cerca il mio

Bene

Anche quando soffre

Per le ombre del mio

Destino

 

E’ ancora mio il mio sole

E profuma come il gelsomino

Mentre la mia testa sparisce

E mi ritrova

Tra schegge di ghiaccio

 

Il mio sole prega

Perché io riviva

E piange al mio fianco

Perché  mi ridesti.

*

Per mia Figlia

Per mia figlia

 

La vita non ti aspetta,

Corre inesorabile,

Col suo bagaglio di consistenze,

Esperienze importanti e inutili.

 

Ma sempre ti richiede uno slancio

Per poter superare l’ostacolo

Per la realizzazione di un

Progetto.

 

E questo essere incalzati

E’ bello e stimolante

Apre nuove curiosità

Ti obbliga a rivedere.

 

Ma chi vuole star fuori

Da questo cerchio

Non può vivere d’attesa

Perché anche la polvere

Non è per sempre.

 

Immergiti dunque

Con animo aperto e coraggioso

Trova il rispetto

Di noi anziani

E rimani giovane nel tuo spirito.

*

Figli del Mondo

Figli del mondo

 

Ne piu’ mai ti cercherò

Tra coloro che tu dici

Esser vivi.

 

Io non credo che per esser felici

Occorra dimostrare

Di esser venuti alla luce

Uscendo da qualche buco.

 

Tutti per me son figli,

E figlie,

Come le foglie che appartengono

All’albero frondoso.

 

Mio padre è il mio sole e mia madre

La luna, mentre l’acqua mi da ossigeno

E il mio vino il mio sangue.

 

Cammino ogni giorno

Come sospeso sull’acqua, in

Attesa di un segno, che ti faccia

Cambiare.

 

E vedo mio padre nel monte Baldo

E mia madre nel forte balì

Non sento nel sangue

La legge di un figlio

Che non vuole star qui.

*

A Mia Nonna Gina

A mia non nonna Gina

 

 

Torno nel paese dei limoni

Odorosi

Del limpido cielo azzurro

Madonna.

 

Torno tra i miei giovanili campi

Di soffioni

Che ancora resistono

Al ritmo della trasformazione.

 

Ma tu non ci sei piu’

Giovane ragazza della

Liberazione.

 

E io ti piango e ti ricordo

Perche’ il tuo esempio

Viva.

 

Adalgisa (Gina) Vassanelli in Montini, vedova giovane e con cinque figli, fu chiamata a fondare

Il CLN a Peschiera del Garda

*

Niente Cambia

Niente cambia

 

E dunque niente cambia

Ancora si nega l’Olocausto

Con bugie infantili

Mentre la pace si allontana

 

Acclamiamo la luce

Rinnoviamo la fede

Apriamo i nostri cuori

 

Come un barcone assalito da lupi

Ancora di sangue e’ colorato

Il mantello dell’alba

 

Poco conta da dove sale

L’alito caldo del drago

Se la fede non ci salva

 

Poco conta vivere

Se siamo come automi

E non abitiamo

La città dell’anima

*

Io Pure Sarò Vigna

Io pure sarò vigna

 

Io pure sarò vigna,

E per il torchio sarà colto il mio frutto,

E come vino nuovo sarò custodito

In vasi eterni.

 

Il tuo succo sarà il mio sangue

La tua fragranza la mia costanza

Il tuo profumo la mia riconoscenza

 

E quando sarò esausto ritornerò alla terra

Come concime buono per riprendere

Il ciclo di vita

 

E le rondini attraverseranno la mia valle

Per portarti un messaggio in volo

Perché da li si ritorna

E non sei piu’ solo

 

*

Donare e Ricevere

Donare e ricevere

 

Non chiedo  la strada a chi già la conosce,

Ma a chi come me la sta cercando.

E sono in cammino,

Con il passo delle radici.

 

Ricevo da te, prendo, accolgo il tuo

Amore

Oggi un vestito di fragole.

 

Accolgo la luna nel campo

A campo San Martino

E mi spoglio del mantello.

 

Così guarisco le mie radici, e perdono

Le tue ingiustizie

Di alfiere del cambiamento.

 

S’acheta la disarmonia del pendolo

Mentre ascolto la sinfonia

Del campanile della Chiesa.

 

Ricevo il meglio della tua storia

E si apre il sentiero

Mentre mi doni ancora luce.

 

Radici che camminano.

Qui a Castelnuovo.

*

Rosso Assoluto

Rosso Assoluto

 

 

Così è il Mare , rosso assoluto

Come il colore

Di questo nostro tramonto

In questo preciso istante

Che vede il sole piangere .

 

Solo lui ancora può

Perché abbiamo finito anche

Le nostre sindoni,

per questi fratelli umani

 

Siamo corpi alla deriva

In un mare di facce

Il mare è rosso

E il mio cuore devastato

*

Fortunato

Fortunato

 

A volte ti vedo

E ti sento anche

Di la’ del cancello.

 

Io sto li davanti

Come Xangò quando vuole uscire

E ti immagino ancora.

 

Sento la tua voce un po’ stridula

Come quando te ne sei andata

Su di un carro di fuoco.

 

Inutile dirti che mi manchi

Come la fine del mio

Romanzo d’appendice.

 

Magnifique!

 

Come la vita che mi hai donato

E io fatico a ringraziare

Come in una vuota chiesa.

 

Per chiamarmi fortunato.

 

Ricordo quando venivo

A darti da mangiare

Ero felice perché mi sembrava

Di ricambiare.

 

Poi sei voluta andartene

Dal tuo unico compagno

E la nostalgia è grande

Per il tuo ritorno.

*

Nonostante Tutto

Nonostante tutto

 

Nonostante tutto è arrivato

Il vento

Freddo come un pezzo

Di vita senza te

Come queste mani che non stringono piu’

Una giornata indimenticabile

Da tempo

 

Nonostante tutto

Le parole e i gesti mancati

Da entrambi

Ti sento ancora dentro

 

Sono qui, davanti al nostro

Lago

Ti aspetto

*

La Follia

La Follia

 

Insana follia dell’Anticristo

Alza il velo del tempio

Nella Gerusalemme celeste

Ovunque imperano i cattivi maestri.

 

Le vele del sapere sono rinchiuse in

Oasi secche abbandonate nel deserto che

Non abbeverano piu’ i figli dei Magi. Qui

Regna l’indifferenza di applicativi in facebook

Per la quotidianità.

 

Abbiamo nostalgia di questa mancanza

Ogni giorno la follia agitata dall’Anticristo

Fa vedere nuovi risvolti

Impensabili.

 

E noi muti e silenziosi

Smagati e sgomenti di fronte a tanto male

Aspettiamo il Messia

Come Andromeda.

 

Ma nel mio lago risplende

Una forza antica

Una pace d’azzurro invade l’aria

Di una luce sovrumana.

 

E questo nero di seppia si stinge

Evapora dalla bandiera che

Ritrova brillanti colori

Dei giardini di fiori.

*

Sarava’

Sarava’

 

Primavera.

 

Non farti vincere dallo scoramento

Per la mia doppia vita,

Non è niente di

Importante.

 

Piccoli sassi

Di un sentiero ignoto,

Abbandonato dalla luce.

 

Arrivo ad un lampione

Che ancora offende

Questa tua anima

E ti sento. 

 

Inondami di amore

Per il mio essere mutevole.

Risorgo in te

Come un fiore

A primavera.

 

Sarava’  .

*

Fiori di Carne

Fiori di carne

 

Parole nel ventre di tutti,

ostacoli che non incidono nella nostra mente

e nei nostri cuori.

 

Voglia di pace e fraternità

pur tra mille colori.

Fiori di carne noi siamo.

 

Grovigli di umane esperienze

Tra passati distanti ritrovano essenze

Perdute nei campi.

 

Non ti posso amare da lontano.

Vorrei vedere i tuoi occhi

Contenti

Di toccarmi la mano.

 

Tu sei indivisibile

Amore eterno esperienza fragile

Come il corpo dell’uomo.

*

La Felicità

La felicità

 

Oggi il traffico

È gentile

E io mi sento come

In una luna di fiori.

 

Novità zero

Ma questo non è sempre

Un male.

 

E ti penso unita a me

Nella mia valigia di vita

Mentre percorriamo le strade

Della fantasia.

 

Un tocco ci sfiora sulla spalla

Mentre penso al primo bacio

Che mi hai dato

Sul lago.

 

E i fiori profumano d’intenso

Ripercorro la nostra vita

D’impegno

E vedo il cartello in portoghese.

 

Eravamo a Juazeiro

Terra del Sertao brasileiro

Aqui trabaja gente feliz

In ordinato equilibrio umano.

 

Era scritto nel municipio in stile coloniale

Portoghese

Forse non siamo per l’uno

Ma per il tutto

*

Il Vento di Roseto

Il vento di Roseto

 

  

Era splendido l’albeggiare di Roseto

Sulle spiagge degli Achei

Quando giungemmo dalla nostra pianura

Paludosa e fredda.

Il mare di Ulisse si vestiva di luce

E tu eri figlia del Sole.

Esprimevi una sfavillante

Allegria.

 

Il cielo era benevolo e  

Ospitava il tuo corpo  e ti sentivi

Come in braccio a tua madre.

 

Il vento accompagnava

In un dolce respiro

Il nostro pensiero,

 

Passo dopo passo,

Sulla riviera degli Achei,

Rivolto al giorno

Anche se di un sommesso festeggiare.

 

Entrammo in casa,

Il colonnello e l’argentina

Davanti al mare di Calypso,

Racconti avvolti nella Roseto avita.

 

Non ci sono piu’ oggi solo le otto case

Del tempo aulico dei Manera,

Mentre tu, Elèna, incantata, dal tuo balcone

Dicevi che in casa entra il mare di Ogigia.

 

Da questo balcone si vede il mondo

E invoco cose ormai scomparse, immagino

L’Argentina, 

E ringrazio in un canto, per il mio esistere,

Oxalà il Cielo e Oduduà la Terra

Iemanja l’acqua vitale.

 

E Iansà era benigno mentre guardavo le onde,

Abbigliate da  pecore, attraversare,

Come dei bianchi ricami, una tavola azzurra,

Deti Joné, davanti a me.

 

E ti vedevo eterna e felice compagna,

Con Nanà,  nel pianeta vivente.

Raggi di un’unica luce.

*

L’infinito

L’infinito

 

Quando esploro l’infinito

Ti prego di sospendere il giudizio,

Anche se la mia anima piange

Il ricordo di mia madre.

 

Il mio nome è Carlo.

 

Non ho compilato un diario interiore.

Muta strada

Di un lungo sudario,

Di zolfo e nichel.

 

Percorro la via della scoperta.

E ogni giorno testimonia

La difficoltà di emergere.

 

Dalla tolda dei sentimenti

Guidi la nave del cuore,

Mentre si approssima il sogno,

Di un quieto riposo.

 

Incomincio ad imparare

Dal tuo splendido sorriso.

Apri le porte oscure.

Sollevi la polvere dall’io.

 

Ami l’imperfetto che sono

*

Asperger

Asperger

 

Io ti cerco in ogni dettaglio

Guardo e comunico

Con il sottile piuttosto che

Con l’evanescente.

 

Sono emozioni ossessive e ansiose

Talvolta

Testimoni di una ricerca

Di benessere inquieto.

 

Così sto

Prigioniero di apparenti folli dettagli

Accarezzando il tuo inconsapevole

E incommensurato amore.

 

Anche se non penso

Di essere un professore

Ma un lago di pace

Nella mia amigdala.

 

Mi opprime il ricordo

Che sento sempre vivo

Rimembro nell’ippocampo

Con i miei avi.

 

La mia unicità

E’ nella diversità

Supero l’ansia dell’oggi

Del quotidiano incedere.

 

Tu dici che io sono Asperger

Ma io mi accetto per quello che sono

Un uomo

Curioso ricercatore della serenità.

*

Coraggio

Coraggio è parola che dà orgoglio

abbiamo bisogno di coraggio

per vivere ed essere felici

dobbiamo al coraggio

la forza di non essere titubanti

chiediamo ai cieli

che mai venga a mancarci

il coraggio per lottare

È con il coraggio

che continuiamo ad andare avanti

Lodato, poi, sia il coraggio

che riusciamo ad incontrare

e che ci spinge a muoverci,

che ci fa andare oltre,

ci dà la luce del credere!

 

Orazione dei figli

in onore di Iemanja

*

Finalmente

Finalmente

 

Dalle periferie di questo tempo

Urlano risonanze

Nucleari di smarriti

Antigoni.

 

Sottili rimembranze

Di tessuti consunti dal deserto

Nel quale per anni hanno vissuto

Coscienze assopite.

 

Mai tempi simili

Si fissarono tra gli uomini

E nessuno sa quando

Ne da dove comparvero.

 

Il mio lago ascolta

Mute risonanze del cretaceo mentre

Sorge l’alba il giorno dopo

Ed ancora ringrazia

Per questa vita.

 

Il suo azzurro vello

Aspetta l’ira di Ogum,

Orixa ferreiro, che vaga

Per le brumaie incolte

Del nostro esistere.

 

Ogum apri le nostre porte

Alla fortuna

Aiutaci con la tua spada e spronaci ad andare

Oltre, verso la meta.

 

Tacciono le risonanze

E divorata dall’Uruboro

L’energia disponibile

Per l’interazione.

 

Risorge l’eterno ciclo

Naturale delle cose ad una ottava

Superiore dove la scienza

E’ connessa con la coscienza

E l’uomo ritrova se’ stesso.

 

Finalmente

*

Il Mio e il Tuo

Il mio e il tuo

Siamo in un cerchio
Un cerchio che cura
Il mio e il tuo
Svaniscono diluiti

Finalmente guardiamo avanti
Con gli stessi sguardi
Occhi che non hanno
Retrovisori di posizione

La nostra forma si sfalda nelle trasparenza
dei colori spesso diluiti
E diventiamo come acquerelli
Astratti

Il punto e la linea
Non attraversano piu’ il nostro
Orizzonte di sassi
Siamo intrisi di materia
Colorante

Diluizioni come improvvisazioni
Poetiche sul nostro
Destino s’incrociano con atomi
Ove il nostro legame
E’ ormai l’antimateria

*

Dov’è la Luna

Dov'è la Luna

 

Figlia 

E ‘ il flauto celtico

Che ci indica la strada

Dritta

Dopo curve e tornanti

Dell’anima

Saliamo come monaci di Camaldoli

Sulla scala a Dio

Ma e’ te che cerco

Il tuo amore

Il tuo sguardo felice

Adulta bambina

Nella sabbia del mondo

Ti lascio un canto

Con il flauto celtico

Vieni

Mano nella mano

Ti guido nel mondo

Non avere

Paura

Non siamo bottiglie

Sospinte dalla corrente

Alla deriva

Dei continenti

Siamo io e te

Come quando

Da piccola

Salivi sulle

Mie spalle

E ti sentivi

Gigante

Dov’è la luna?

Lassù

Quasi la tocchi

E ti apri

In un sorriso.

*

Dio non Uccide

Dio non uccide

 

Dios no mata.

Era scritto sui muri,

Con inchiostro rosso del sangue,

Dei prigionieri.

In un carcere d’Argentina.

Terra sorella. Antico lager d’anime gentili.

Oggi il lager è il mondo,

E il filo spinato circonda

Le nostre anime

Anelanti alla pace.

Dio non uccide. Ma ama il diverso.

Uomini bui campeggiano

Oscurando il sole. No.

Non sarà catturata

La libertà dell’anima.

Anche se ora vedo

Mute anime che solcano

Un triste azzurro lago.

*

Appartenere

Appartenere

 

Una tela di ragno

Unisce le nostre

Vite

Al sogno quotidiano

Di un meriggio di

Quiete.

Rappresa alla parete

Una macchia sanguigna

Aspetta

D’essere cancellata.

Lo specchio vicino

Fora la barriera

Dei sensi

Addormentati

Al tepido sole.

Lucertole sbucano

Dal muro incancrenito

Annerito dagli anni

Passati ad ascoltare

Mille e piu’ voci

Di una moltitudine

Invisibile

In riva al lago

*

Come l’Aria

Come l’aria

 

Impalpabile e vitale,

 

Sottile e presente

 

Indispensabile.

 

Ma inafferrabile.

 

Sei come l’aria.

 

Figlia

 

Di un destino antico,

 

Amico anche,

 

Che ti portò

 

Dal tuo mondo

 

Immenso.

 

Qui.

 

Sul Benace marino.

 

Tu sei forza e costanza,

 

Coraggio,

 

In ogni circostanza.

 

Sembri assente,

 

Ma ci sei.

 

Anche ora

 

Mi avvolgi

 

Col tuo profumo.

 

E mi sento in pace.

*

Cristiano

Cristiano

 

C’è una cosa che accomuna

Il cristiano e il musulmano

Nessuno è tornato

Dal paradiso stellato

 

Ne’ il cristiano né il musulmano

Ci hanno raccontato

Delle vergini, quaranta, che hanno

Incontrato

 

La gioia della pace

Il libro della cultura

E’ chiuso sulla pagina

Della tolleranza

 

Perché

Fratelli nella carne umana

Si continua con questo scempio?

 

E ti sento mentre gioco

Gioco

E mi stupisco un poco

Della mia anima

Bambina

 

Mi piace il tuo tocco

Che mi accarezza come un fiocco

E trovo il tuo gelato

Ancora nel mio palato.

 

Così mi incontro

Con l’amico cristiano e musulmano

E cito la luce del vino

Del’antico  poeta ricciolino

 

Il vino del nostro destino

E’ del paese dei Magi,

Con portinnesti americani,

Di storia europea

E robustezza israeliani

 

Il vino della pace

Per tutti eleva a Dio

E non piu’ confondo

Il pensier mio  

*

Il Bar

Il bar

 

Mi si apre il cuore

Quando, talvolta, scendo dopo il lavoro

Nel bar del centro

A Castelnuovo.

Un’atmosfera calda nonostante la fretta

Colora l’ambiente intorno

E ascolto

Storie giurassiche di uomini,

Quasi fossili.

Sorrido alla vista di un presepe a Natale

Che mi ricorda mio padre.

Mi dispiace un po’ lasciare questo luogo

Dove mi sento come Gesu’ nel tempio,

Felice di udire accenti originari,

Di uomini quasi fantasmi.

E io sono accolto

Come uno di loro,

Come un lenzuolo bianco

Riposto asciutto e profumato

Tra le amorevoli braccia

Di una donna.

Come un figliol prodigo,

Di ritorno da un fumoso passato,

A casa, dove non si fa tendenza,

Nel bar di Castelnuovo,

Dove tutte le storie

Sanno di cannella ed alpini.

Io, so di questa terra.

Io sono qui,

Statuetta nel presepe,

Come nei quartieri spagnoli,

E vedo passare

Il teatro del mondo assieme a mio padre.

*

la notte di Mefistofele

La Notte di Mefistofele

 

La notte è

Di Mefistofele oggiu

e io la seguo

 

Ma non contratto

La mia anima

Lui lo sa

 

Sento 

Il divino arrivare

in ogni momento

 

 

Ma io non cedo

E non sostengo

Il suo progetto

 

Nella foresta siano tutti liberi

Ugusli

E gioiosi

 

Non sei tu

Il signore del mondo

Ma un ouverture di bambini

 

Vittoria!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ù

*

Il Mio Vino

Il mio vino

 

Il mio vino non è alcol.

 

Accompagna i miei giorni

Raccontando storie fantastiche

Di uomini e territori.

 

Il mio vino non è un diavolo

Perché si vuole far conoscere,

A poco a poco.

 

Non è superbo ma umile,

Quasi sussurra

Esperienze che diventano favole.

 

Non urla, non combatte,

Si vuol far ascoltare.

 

Il mio vino piuttosto è

Un amico perché ti accoglie

In pace.

 

Il racconto del mio vino

Non è vestito sgargiante,

Non è preceduto da clamore,

Ma è frutto del cuore.

 

E di amore.

*

La Luce della Vita

La luce della vita

 

Ti amo.

In questo forse risiede una lucida

Follia di vita.

 

Una speranza di unire due mondi diversi

Ed opposti talvolta.

 

La luce della vita

Ci coglie impreparati a sostenere lo sforzo

Di un universo, il nostro quotidiano, anelante di risposte e richieste.

 

Però, noi, stiamo,

Testimoni di un’unica speranza e

Volontà d’unione.

 

Il nostro cuore si scuote.

 

Si uniscono le nostre dita,

Le tue labbra alle mie,

Morbide pagine di un libro

Di gioia.

 

Il tuo amore per me

Non scivola via,

Non si lava con il sapone.

 

Diventa una seconda pelle.

Mi accarezza di pulito.

E i tuoi occhi risplendono.

 

Ed allontanano i demoni.

*

Il Pane di Tutti i Giorni

Il pane di tutti i giorni

 

Non manca mai il pane

Di tutti i giorni

E non finisco mai

Di rendere grazie.

 

Il mio pane di gioia

Come un cielo stellato

Ti guarda incantato

Davanti al creato.

 

Il mio pane mi fa sentire

Un uomo fortunato

Un pane sacro

Sin da quando sono nato.

 

Grazie a questo pane e alla sua acqua

Alla buona farina

Ti abbraccio ogni mattina.

 

E’ un pane buono

come l’uomo che sono

E capisco i tuoi capricci

Mentre gli occhi ti stropicci.

 

Ma se sento il profumo

Che proviene dal forno

Ringrazio il mio Dio

Perché lo sento intorno.

*

Ode al Pesto

Ode al Pesto

 

Ti onoro o pesto

Genovese d’elezione

Ma indiano di formazione

Col tuo basilico sacro.

 

Onoro te e la tua terra,

Meraviglioso riscatto

Dal mare insidioso.

 

Abbondi su di me

O pesto profumato

Raccogli gli umori

Di un tempo inascoltato.

 

Ti amo piu’ dell’oro

Pesto genovese,

Perché sei piu’ prezioso

Di un grande tesoro.

 

E questo io dico

In un’ode speciale

Ad un sincero amico

Per natura conviviale!

 

*

Che Strano Oggi

Che strano oggi

 

Che strano

Oggi nessuno si lamenta

Del freddo che fa

 

Del latte tiepido invece che caldo

Del giorno piu’ corto

Della notte

 

Neanche tu

Ti lamenti

Di come va la vita

 

E non dici neanche

Una parolaccia

Stranamente

 

Oggi non è il tempo

Del lamento

Nemmeno per il vento.

 

Allora, forse, vinciamo.

*

Insperata

Insperata

 

In mezzo a grandi fili d’erba

Cresceva il mio sogno

Di vederti ed immaginarti un giorno.

 

Così sei arrivata

Ed era quasi a Natale

Insperata.

 

Non una commissione di reimpiego

O una lucida

Occupazione di routine.

 

Insperata come l’alba di ogni

Giorno

Che mi riconcilia con il mondo.

 

Ed adesso?

Nella nebbia della rugiada

Ho sentito il tuo tocco.

 

Lieve , svanito con il sole

Caldo

Di una mattina di febbraio.

 

Il fiume evapora

E io ti penso,

Furioso d’amore.

 

Declino la mia storia misteriosa

E ti ritrovo in pancia

Nessuno sa come.

 

Figlia.

*

Una Donna

Una donna

 

Tacchi a spillo

Calze a rete

Passo svelto

Con sicurezza.

 

Sguardi distratti

Dalla strada

Nella foschia

Mattutina.

 

Labbra di fuoco

Passeggia nell’arida

Distesa,

Ingolfata dal fumo

Soffocante

D’afa e smog.

 

Suoni abbaglianti

Incidono i tessuti

Del cervello esasperato,

Nella natura

Artificiale

Di palazzi cadenti

Immersi nel sole

D’aprile.

 

A Padova.

*

Le Margherite Gialle

Le margherite gialle

 

Ti piaceva il giallo,

chissà perché,

me lo sono chiesto molte volte

 

Quasi se ci fosse un nesso tra

Questa tua scelta

E la tua poetica umana

 

Adoravi le margherite

Gialle

Lungo il sentiero dell’esistere di madre

 

Una nuvola di giallo

Intrisa di passione vera

Per una vita da sarta

 

Incessante sviluppo di sensazioni

Cromatiche

Sulla tavola monocromatica

 

Si susseguivano incalzanti

Al ritmo del suono giallo

Puro spirito del tuo tempo umano

*

La mia Ricerca

La mia ricerca

 

Segmentato tra mille percorsi

Battuto da un sole accecante

Frastagliato, come pochi

Pezzi di carta.

 

Vedo vele arabe, solcano il Mediterraneo,

Autostrada di pace

E lavoro.

 

E  mi vedo in ricerca, insieme a loro,

Una pressione del pollice,

E dalla penna escono ancora

Segni cuneiformi, serie infinite di racconti nuovi.

 

Ma non sono solo conoscenza,

E ti vorrei raccontare

Di tutti gli infiniti profumi

Che mi fanno ricordare di te,

 

Anche quando non ci sei,

E sono il mezzo torbido

Per rischiarare le tenebre.


*

Azzurro

Azzurro

 

E vorrei lasciarmi

sfuggire

Dissolvere

per raggiungere

L’infinitesimo

Algoritmo della gioia

*

Se si Potesse

Se si potesse

 

Se si potesse fare con tranquillità

Vivere in pace

Insieme in gioia,

 

Senza gli affanni

Di questo tempo materiale

Saremmo migliori

Ed anche i nostri figli,

 

Ci manca un’energia antica

Una spiritualità nuova

L’emozione di un ritorno.

 

E le nostre braccia sono distese

Come a San Pietro,

Per accogliere in un lungo abbraccio

La nostra umanità, per raggiungere l’anima.

 

E così mi sento oggi,

 

Come un pianoforte con molte corde, silenzioso che

Suggerisce quiete e

Mi sento in pausa, tra una battuta e l'altra,

Di un'esecuzione musicale, lunga come la vita.

*

La Luce

La Luce

 

Sconfino

Per tornare ogni giorno

Dalla terra di mezzo

Dal luogo della mia memoria

Sempre viva

 

Pensieri di luce

Mi scuotono

Piu’ delle parole che ti dico.

 

Ogni giorno

Ricerco piccole conquiste

Per sconfiggere la mia durezza.

 

Incrostazioni che devono essere

Sciolte

Mi tolgono gioia.

 

E tu ogni volta mi doni amore

Figure di luce

E mi riporti dall’altra parte.

 

 

2015  anno della LUCE

*

Ti Aspetto

Ti aspetto

 

Ti aspetto

Come l’inverno aspetta l’estate

Per farsi scaldare il cuore.

 

Ti aspetto

Come mio padre aspettava

Il suo dolore.

 

Ti aspetto

Come l’orizzonte aspetta

Di mescolarsi con l’infinito.

 

Ti aspetto

Come il caffè ogni mattina aspetta

Di abbracciarsi al mio latte.

 

Ti aspetto

Non solo nei sogni ma anche

Qui nel vivo presente .

 

Ti aspetto

Con i fiori in mano

Tu che arrivi da Buenos Aires.

 

Ti aspetto come un lampo

Che segue al tuono

In un caldo suono.

 

Come un re segue un do.

*

Inverno

Inverno

 

Sotto le ceneri

Dorme innocuo

Il calore

Di passioni

Di sentimenti

Vivi.

In questa stagione

Che mi rivolge alla fine

Sento l’inverno

Spegnermi l’anima.

Mi vedo in un vecchio

Mille rughe sulla fronte

Scavate dal tempo

Impietoso.

Mille righe di dolori.

Mille righe di pensieri

Scavate nella fronte

Di ogni uomo.

Ancora mi ergo

Per mille rughe di speranza

Nel futuro.

Il vento scava

A dicembre

Sulle nostre fronti

Di uomini.

Mille arabeschi.

Avanti, avanti

A tempo di marcia

Come nella quinta.

Sempre avanti

Avanti,

Sino a quando?

 

*

Per Elisa

Per Elisa

 

Scivola

Lentamente via

Il mio tempo

Dalle mani

Che cercano

Di stringere

Attimi

In un palmo

Ascoltando

Per Elisa.

Abbandonata

Dai suoi petali

La rosa perde

Di ora

In ora

Freschezza.

Nostalgia del ricordo

Di giorni felici

In questo tempo

Che precede la Pasqua.

È diventato ormai comune

Come

Risorgere.

Simile

Al mio intimo

Silenzio

È anche quello

Del rubinetto

Finalmente

Appisolatosi.

 

 

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Elisa era una mia carissima amica morta all'età di 22 anni di meningite. Frequentavamo assieme l'università

*

Il Ricordo di Maria Pasquinelli

Il ricordo di Maria Pasquinelli

 

Avremmo potuto cantare

Anche con il piede straniero

Dentro il cuore.

 

Avremmo potuto cantare

La libertà del nostro corpo

Di scegliere di morire.

 

Contro l’oppressore.

Come i martiri

di Ventotene.

 

Avremmo potuto cantare

Per difendere il nostro ricordo

La nostra dignità di italiani.

 

Avremmo potuto cantare,

Anche se non sono fascista

O comunista.

 

Avremmo potuto cantare

Per non viver come bruti,

Per far nascere un fiore

Dal pantano.

 

O come fece mia nonna

Semplice vedova,

Della lotta parigiana.

 

Avremmo potuto cantare

Per far insegnare ai nostri figli

Ad amare l’Italia.

 

Avremmo potuto cantare

Per Marzabotto, per Acqui ,

per la Bergamo.

 

Avremmo potuto cantare

Invece di rubare

Continuamente la nostra grandezza.

*

Come Tralci alle Viti

Come tralci alle viti

 

  

La notte è una scatola

E noi ci cadiamo dentro,

Come un bimbo nel suo gelato alla crema. 

 

Caja la tarde.

 

Il sogno lascia spazio ai demoni.

Mi alzo aspettandoti nel parco Incantato.

 

Sento la musica dei tuoi passi

Che si avvicina, per sussurrarmi

Parole d’amore.

 

Un vento arriva, caldo, dal lago.

E, improvviso.

Piove.

 

Inaspettato.

 

Mi dici ridendo.

Come la storia della nostra unione,

Offre sfumature irrepetibili.

 

E ancora ci cerchiamo.

Incontrando pace con i nostri corpi,

Che si legano, come tralci alle viti.

*

Solo Tu

Solo tu

 

Solo tu sai amarmi

Di un vero amore infinito.

 

Solo tu sai gioire

Con me nella verita’

 

Non esiste uomo,

Fratello, figli, parenti

Che possono confrontarsi con

Questa purezza.

 

Che resterà per sempre

In ricordo di noi, al di là dei soldi.

 

Questa è la nostra eredità

La sconfitta della legge

Del sangue

Che non ha eroi.

 

Non ci sono padri distanti

Che non sentono i figli

Non si preoccupano di un esempio

Che non sentono.

 

Si può essere padri importanti

Anche senza la legge del sangue

 

Non ci sono fratelli

Che amano i fratelli, solidali

Nelle fortune avverse

Come nelle famiglie

E noi siamo insieme.

 

Mentre le nostre camice bianche

S’incrociano come due colombe

In un abbraccio senza tempo.

*

Alla Fine

Alla fine

 

Alla fine mi rimane il cuore

Un sentimento d’infinito amore

Anche dopo quasi centanni.

 

Venivi dalla Rioja

Da terre d’olive e vino

Andando verso il mattino.

 

E vivesti in un mondo nuovo

Felice incontro alla vita che ti chiamava

Forte ed indomita.

 

Che donna sei stata

In quel momento dove era il principio

L’inizio di tutto.

 

E il ricordo del tuo esempio

Della tua libertà

Ha riempito il mio tempo.

 

Ed ora ti vedo, in alto ancora

E piango la vita

Qui nel tuo tempio.

 

 

 

----

la nonna di Alejandra è stata davevro una persona particolare, piccolina, minuta ma fortissima , di famiglia benestante in Spagna, ha voluto emigrare in Argentina ai primi del novecento. Penso sia anche stata una delle prime donne  a divorziare...

 

*

L’Albero delle Scarpe

L’albero delle scarpe

 

L’albero delle scarpe

Sta li

Con i migliaia di passi

Percorsi nel bosco

E la nostra vita

Lo segue

In un percorso

Come un mantra

Accolgo la difficoltà

Di vivere

Oggi

Che mi separa da te

Amata figlia

Unisco

Il mio dolore

All’esperienza

Di molti

Che cercano il sole

La meta è li

Davanti

Sul’albero delle scarpe

Oggi non cammino

Sul sentiero

Del pellegrino

Sono fermo

In muta attesa

Di un tramonto

Qui

Sul lago

Di attesa

Di te

Una corda lega

Le scarpe di tutti

Come la vita

Propone

Un solo cammino

Al viandante

Il mio mosaico

Sta finendo

Ancora manca

Un paio di scarpe

All’albero della vita

Che ci lega

Le tue.

*

Nuovo Orizzonte

Nuovo orizzonte

 

Troverai il tuo equilibrio.

 

Probabilmente sara’ tardi

E mi troverai tra la nube

E l’altare.

 

Allora aprirai le tue braccia

Come un grande aquilone immenso

Volerai nel cielo infinito

Come un arista sopra una fune

Camminerai nell’imprevisto

Senza il timore dei pavidi.

 

Ma, forse, io non sarò

Piu’ li a guardarti

Attenderai da sola , nel tuo cuore

Una parola che scuote alla novità.

 

Le tue ali di pietra

Diventeranno vellutati petali di rosa.

Sul tuo ventre

La luna disegnerà il suo volto

Nell’attesa dell’unica parola

Di quella parola che ti scalda ancora

Il sogno di un equilibrio

Adulto.

 

Papa’.

*

La Speranza

La Speranza

 

Eppure, nonostante tutto,

Spero ancora.

In una parola, nella sensibilità per chi soffre.

 

Anche se viviamo come lucciole

Nel buio,

Anche se le nostre corde

Non reggono piu’ leggeri aquiloni

Nel cielo azzurro.

 

Anche se questi giovani

Che lasciano il nostro nido

Ancorato al nostro albero

Non sono presenti,

O poco.

 

Io ancora spero. Nella nostra,

Forse, unione.

E tutti i miei morti mi parlano

Per rassicurarmi.

 

Mi sento accarezzare, mentre vedo zia Consiglia

Che mi prepara le sue

Fenomenali pizzette, felice di

Vedermi arrivare dal mare,

Mentre, contento,

Mi saziavo con una susina dorata.

Raccolta nel brolo dietro la casa

Di via Capanne, a Marina.

 

Ancora tu non c’eri a tendermi la mano

In questo mare di Versilia,

Nel bagno Mexico.

Non c’eri a far vibrare il mio arco.

 

Spero ancora in una vita migliore

In un domani di sentimenti non

Impastati di ius sanguinis,

Ma che tu ti accorga di chi io

Sono veramente.

 

Spero ancora, nonostante tutto,

Nonostante le parole,

Che non trovo.

 

Adesso.  

*

Mio Novecento

Mio Novecento

 

Mi ricordo che ho vissuto

Vicino alla ferrovia nel novecento.

Mi ricordo da bambino

Mio padre che mi portava ad ascoltare

Il treno, lui che da Napoli, lo ha preso

Per il Nord.

 

Il treno del

Riscatto, la bellezza del viaggio

Negli occhi di un giovane

Ad appena dieci anni dalla fine,

Dalla fine del mondo, da tutto quel negativo,

Da tutto quel dolore, infame, 

In cerca di speranza

E di dolcezza, come in una musica

Nostalgica.

 

Così quando incontrò mia mamma

Nel parco delle rimembranze

E le chiese il foulard rosso

Perché si era fatto male ad un dito

Nell’altro secolo,

Gli si strinse il cuore, per aver

Capito

Che il tempo della valigia di cartone

Era finito.

 

Era il momento di costruire la speranza,

Per un domani migliore,

Aveva trovato il Paradiso, sul lago,

E mia madre la pace,

Dopo la guerra partigiana, con sua mamma

Che guardava crescere

Figli in parte distanti e le piccole davanti

Alla porta di casa

Mentre ascoltava Radio Londra.

 

Ora sono pietre silenziose,

E tu hai il simbolo della speranza, tu

Il loro anello di promessa, tu

Che sei giunta, inaspettata,

Dalla terra d’Argentina.

Dalla fine del mondo.

*

Mi Dispiace

Mi dispiace

 

Non cercarmi quando sto male

Ma quando ci sono

Non cercarmi a posteriori

Ma parlami prima.

 

Non serve che tu ti dispiaccia

Ma bevi dalla mia vita

Accogli ancora di me il meglio.

 

Nel tramonto del corpo

Intervieni a sostegno

Risveglia la tua energia.

 

Forse non te ne sei ancora accorta

Ma anticipa la conclusione

E parlami.

 

Tu sei soltanto

Quando smetti di pensare

Penetra nel mio cuore

E non lasciarmi.

*

Il Pendolo del Cuore

Il pendolo del cuore

 

Oscilli tra ossigeno e zolfo.

Ieri eravamo insieme,

E dicevi solo cose buone.

 

Oggi torna il pendolo del cuore,

Sospendendo il tuo amore.

E’ nel momento del risveglio.

 

Siamo al punto zero.

Noi che camminiamo tra i mondi

Abbiamo fame di luce.

 

Ancora dobbiamo apprendere,

Le nostre energie.

Se tu sei il fiore della vita,

 

Vieni con me.

Nel mio lago azzurro madonna,

Per abbracciare il sogno.

 

 

 

*

Il Mestriere di Uomo

Il mestiere di uomo

 

Ancorato alla terra madre

Nel ventre aspetto di rinascere.

 

Ti vedo come una pannocchia di granturco

Maturare al sole

Mentre sfidi i venti bollenti,

Uomo nella trincea del tempo,

Mentre ogni giorno togli sassi dal tuo campo,

Aprendoti al mestiere di uomo solidale,

Tra una ferita e l’altra,

Mentre rifiorisce il deserto del tuo

Cuore e ridiventi buon grano per il bene.

 

Sei tu, la lampada per i miei passi,

Luce del mio orizzonte,

Acqua per le mie mani

Che mi detergono il volto

Madido del sudore dell’oggi,

Dove ho praticato il mio mestiere di uomo.

 

Camminando tra sassi e spine

Ti ho ritrovato accanto, e mi conforti e mi Consoli

Con il tuo esempio, con il tuo costato Devastato,

Le tue mani inchiodate alla croce,

Perché hai ancora fiducia che il terreno

Produrrà frutto.

 

Presso di te è la pace

Ed il riposo dopo il giorno

Trascorso nella speranza.

*

La Sera di Bardolino

La sera  di Bardolino

 

Amica sera.

Dolcissima,

Come ricordo

D’amori perduti.

Ci aiuti.

Inebriante,

Seducente come sempre,

Come solo sei

Tu.

Immobile,

Quasi riottosa

Ti lasci affascinare.

A tratti

Solo dal vento sfiorare

E sembri di velluto.

Giochi

Con le nostre vite:

Cògli sguardi

Desideri

Carezze.

In un attimo unisci

Tenerezze.

Forse un giorno

Saranno amori.

Spasmi gelidi

Pulsanti di vita

In te si posano

E vivono.

 

*

La Notte

La notte

 

Il buio ritorna e con esso

I problemi di sempre.

 

Non ti vedo oggi qui con me,

In questa notte figlia di altre

Migliaia di notti già trascorse

Nel tempo dell’attesa.

 

E io veglio, perché mi manca

Il respiro.

 

Il corpo del sogno  non si apre

Piu’. Forse perché ricordo

Quando nacqui senza ossigeno,

Tra la vita e la morte.

 

Come, sospeso,

Tra il ventre e il cielo.

 

La luna sembra oggi una mucca felice

Che mi guarda serena,

Mentre io ancora aspetto

Di stringerti la mano,

Di vederti al risveglio

Con il tuo pigiama di cui non conosco

La forma.

 

Con il tuo sorriso,

Che rimane attaccato alla luna.

 

Questa notte.

*

Ritorno a Pai di sopra

Ritorno a Pai di sopra

 

Ascolta.

Il vento porta

La voce di Dio.

Ancora si alza,

Sebbene consunta

Dal tempo,

La voce di un santo.

Di don Pito

Che narra

E benedice.

Gli scalini del tempio

Sono poca cosa

Se ascolti

La voce del giorno

E vedi

La luce del mondo

Da questo balcone

Proteso nell’azzurro.

Tutto è luce d’intorno.

Luce.

Ed ancora luce.

Come a Marettimo

Quel giorno

Dove il tramonto

Ancora ci sorprese

Sulla spiaggia

Degli eroi.

E noi siamo anche quelli

Di El Hierro

L’antica Atlantide.

Scoglio rimasto

Di un mondo inquieto.

E mentre facevo

Questi pensieri

Non m’accorgevo

Che l’ora scappava

Da questo balcone

Che domina il mondo.

Tutto riluce

Nello straneante tramonto

Di un indicibile  lago.

*

Come Ulisse

Come Ulisse

 

Sempre troverai nell’oblio

Ancora una volta tracce della mia anima

In un sorriso

Eterno

Come il trascorrere del tempo

Nella morte, in un orizzonte

Senza piu’ confini.

 

E quando ti chiederai chi io

Sia stato, nelle bambole

Russe troverai il mio passato,

Iconico novecento

Come l’uragano.

 

Io fui di molti

E di nessuno

Come l’animo felice di un uomo.

Ulisse, mi chiamarono gli Dei

E a te giungevo per sciogliere le vele

E vivere un incanto,

per sentirmi amato.

 

Per la prima

Volta lo fui  ed ero felice

Un tempo muto oggi

Ascolta il mio lamento

Di un uomo finito un amore senza tempo.

 

Ecco, per me tu sei, la

Speranza viva, per sentirmi uomo. 

*

Legno Vivo

Legno vivo

 

Pizzicato magico del violino

Voce umana nella nebbia

Di accordi in sol

Chiave dei sogni

Nella toppa della porta

Di casa

Protesa

Sull’azzurro.

*

Tensegrità

Tensegrità

 

Quando vieni ti aprirò la porta

Entra, accomodati, parlami

Raccontami come sarà.

 

I bei monti che mi circondano

Porterò per sempre

Nel mio ricordo.

 

Ti stavo aspettando

Chiudi pure la porta

Oggi fa freddo.

 

Lascio

O forse incontro ancora

Un mondo d’amore.

 

Tensegrità

Sono un viaggiatore in cerca

Di luce.

 

Non sono smagato e dolente

Straccio d’umana deriva.

 

Mi presento da uomo

Come don Juan, libero

Nel mio arbitrio.

 

E ti incontro aperto

Mentre mi trasformo

In un simbolo d’eterno .

*

Ritrovarsi

Ritrovarsi

 

Io sono come prima

Impalpabile flusso d’energia

Sottile onda marina

 

Io ci sono ancora

Inondo la tua mente

Con la mia luce mattutina.

 

Sono la brioches quotidiana

Della tua tavola

Del bel giorno seguente alla sera.

 

Io sto

Con le chiavi in mano

Ancora una volta

Nel tuo mondo umano.

 

Ingrumo spirito e presenza

Sento la necessità della tua

Costanza.

 

Non trovo il mio corpo

Non sento

Le mie gambe.

 

Sento lontano il tuo profumo

Di rose appena colte

E sono ormai

Un fratello minore.

 

Non trovo la via

Per risorgere al mondo

L’approdo è distante.

 

Ti ritroverò.

*

Tu sei con Me

Tu sei con me

 

Ho scambiato

La mia anima

Per un tuo sorriso

Questa notte.

Ascolto note

Sublimi

In un monastero

Nascosto nella roccia.

E quando ascolto

Mute preghiere

Sussurrate appena

Rivedo il mio

Percorso.

E penso sia buono

E giusto

Il nostro amore.

Misuro i nostri passi

Tocco corde

Di attimi felici

Nonostante l’oggi.

Un fumo

M’avvolge.

Ti rivedo in un passo.

Mi rivolgi

Uno sguardo

Seducente

Comunicante

Come solo sai tu.

Mi riscaldi il cuore

In un valzer armonico

Che non è tango

Ma gioia.

Ancora ti prego

Parlami.

Accoglimi per quello

Che sono.

Non mi cambiare.

Forse mi vedi un quadro barocco,

A volte un po’ astratto.

Un sentimento di gioia

Si apre.

Mi inonda ,

Confonde pensieri,

L’oggi con ieri.

Il principio del corpo,

La nostra storia

In un passo..

Titano

*

Alle Vele del Lago

Alle vele del lago

 

 

Indosso

 

Il mantello delle feste

 

Per raggiungerti

 

Così in alto

 

Sommo lago .

 

Nell’eremo

 

Del cuore

 

Ritrovo emozioni

 

Colori di una tela

 

Che traccia  una vita

 

Ancora una volta

 

Il vento

 

Racconta

 

Sfoglia

 

Pagine

 

Che sanno di terra

 

E quando tutto

 

Si fa silenzio

 

Non mi spaurisco

 

Nel mio corpo

 

Ferito

 

Pronta e’ l’ampolla

 

Con l’olio sacro

 

Aggiungo un canto

 

E ti benedico

 

Raggiungo un fico

 

Un limone

 

La vite mi adorna

 

E non provo timore

 

Ti guardo dall’alto

 

Veglio

 

Mi sveglio

 

Ritrovo un rifugio

 

In te mi trasfiguro

 

E ritorno uomo

 

Sentimenti d’immenso

 

S’aprono agli occhi

 

Se sai guardare

 

Alle vele del lago

*

La Voce di Oxùm

La Voce di Oxùm

 

La voce del lago è quella di Oxùm,

Signora delle acque dolci, Orixa dei laghi, dei fiumi e delle cascate, ed è come quella

Di una donna bella, una meravigliosa voce Che canta al suo Dio e

Che si innamora allo specchio.

 

E’ nel suono di queste onde che accarezzano

La spiaggia sassosa in inverno.

 

Il lago vuole essere ammirato

E gode delle poesie di tutti gli amanti che lo Hanno incontrato.

 

E anche noi godiamo di questa pace e di Questa voce,

Che è un canto di speranza.

 

Siamo arrivati qui

Dopo aver percorso il deserto,

Esser giunti assetati ed incerti, aver visto

Con paura sgretolarsi

Il nostro presente.

 

C’è la sua energia nell’aria

L’energia della Dolce Madre Oxùm.

 

E la voce del lago ci rianima

E ci accoglie, con un sorriso

Infinito.

 

E indossiamo collane di perline gialle

In tuo onore, Dea del Lago.

 

A te offriamo champagne e

Tenere rose gialle,

Perché sei sinonimo di vita,

Incarnazione di questo lago

Elegante e sensuale.

 

Oxum Gbo’. Le acque di Oxùm

Saranno sempre abbondanti

 

Filha di Oxùm.

*

La tardecita di Buenos Aires

La tardecita di Buenos Aires

 

Attraverso un sentiero.

Mi porta a te.

Percorro strade,

Inusuali.

Col passo del gambero.

Torno indietro,

Svolto,

Un bivio mi confonde.

Trovo una luce.

Una meta

Conduce

Al lago di sempre.

Qui io respiro.

E tu ti ritrovi.

Ricordi

Nel lago d’incanto.

Dal tuo mondo

Infranto

Ritrovi un fiore,

Una viola,

Un bagliore.

Ti sento accanto.

Veglio,

Mi accogli,

E ti trovo in un rumore,

Un fiore raccolto,

Una pianta spuntata,

Un bicchiere infranto.

Un bagliore d’amore,

M’acceca.

In un ritmo,

Sento il tuo cuore.

Mi ami.

Ti voglio.

Buenos Aires querida.

Appari, scompari.

Ritorni, ritorno.

Piume in un sogno,

All’alba di un giorno

Ancora sul lago.

*

Rose Damascene

Rose damascene.

 

E’ ancora un uomo quello che avanza a Kobane,

Guernica di oggi?

Un branco di licantropi assetati di sangue

La stringono.

 

Non c’è niente di umano nelle loro bandiere,

Nella guerra di donne contro donne, nella

Sete del califfo di Bagdad, piccola pietra nera

In un universo di colori.

 

Muto vento caldo del deserto.

 

Ma la tempesta del bene

Arriverà anche sulle colline di Kobane

Dove sbocceranno idee nuove di pace.

 

E il tuo dolce sorriso di madre Arin

Non si disperderà nei mantelli neri

Di donne oggetto

Di una sharia fuori dal tempo.

Per questo io piango il mondo in cui

A Fez le donne dell’Islam aprivano università,

 

E prima i Romani facevano grande il vino Siriano.

Quale uomo sta nelle trincee,

Fianco a fianco con i Curdi,

In nome della civiltà della tolleranza e Dell’amore?

Non ho avuto la fortuna di conoscerti Arin,

Di poter scambiare un dialogo sui tuoi sogni

Di madre per una vita migliore.

 

Per espellere l’indifferenza per la parola pace.

Basta con queste barbe insolenti.

Quale uomo vive in terre d’antica civiltà,

Dove guarderanno gli occhi di Ceylan?

 

I tagliagole stanno facendo il lavoro sporco.

Ma Dio è piu’ grande

E il tuo corpo ha  cambiato

In un fiorito prato

Di rose di Damasco,

Su cui felici giocano i bambini curdi.

 

Io non riesco piu’ a piangere

Mentre il sole e la luna si eclissano

Perché non siete piu,

E il Tigri e l’Eufrate mescolano le loro acque

Con il vostro nobile sangue.

Sulla via di Damasco,

Saulo, perché mi perseguiti ancora?

Oggi siamo tutti Curdi.

 

Dalla Siria, come dice il mio amico Sandro Saade,

non escono neanche i fantasmi.

 

6 ottobre 2014

*

Io Sono

Io sono

 

Io sono colui che

Viene per tenerti in braccio e ancora

Cullarti.

 

Io sono colui che ti ha

Cresciuto per guardarti

Bambina.

 

Camminiamo insieme nel nuovo mondo

Bambina mia

Tu che siedi distante

Sul ramo del pero e guardi ammaliante

La terra a ponente.

 

Io sono il filo che ti lega

Al palloncino rosso

L’acqua della tua sete

La luce, anche quanto è corta ,

Dei nostri giorni insieme.

 

Io sono qui

A tenderti la mano

Prima di scoccare la freccia

Nel tempo umano.

 

Io sono tuo padre

La tua sedia di legno

Un fuoco che arde

Anche se lontano

*

Basilico Verde

il mio primo libro, Basilico Verde, da questa poesia

 Basilico verde

 

 

Ho addosso un vestito nuovo,

Il tuo amore.

 

Profuma come il basilico verde,

Appena colto,

Nel nostro orto,

Solare.

 

E come le tue carezze

Mi scivolano intorno,

Mi sembrano

Levigare il mio corpo,

Al ritmo della risacca,

Che accarezza e bacia

L’arena, qui a Peschiera.

 

Scivolano anche i nostri passi,

Uno dopo l’altro, lievemente sospesi,

Come su un tappeto magico,

Di rose e girasoli.

 

Ad ombra segue ombra,

E i nostri sguardi accompagnano i giorni.

 

Insieme.

 

*

In memoria

In memoria

 

Ancora attoniti ci lascia

La morte.

 

Ricordo la tua allegra

Gioia nella vita

Che non ha riempito

Il cassetto vuoto

Di mia madre.

 

Ma lei era figlia di una

Lupa

Che ha vissuto in un

Mondo difficile.

 

Non volevi morire

Come non volevano morire

I tredici angeli dell’antica Ninive,

Felici davanti alla partita,

Falciati dallo sterminatore

di Parigi.

 

Un tempo la biblioteca

Era sinonimo di cultura

A Ninive  un tempo capitale

Del mondo.

 

E oggi che tutto sta crollando

Ancora la tua morte

Risuona viva

E i tuoi sacrifici

Per un nostro mondo

Migliore

 

Pace e fortuna a Ninive

Come per questo mondo buio

Dove il risuonar di passi

Oscuri

Non fa diventare vecchi i giovani.