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Raccolta di poesie di Marco Raiti
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Uomo bianco hai parlato con lingua biforcuta

L’umanità tace
Il silenzio si diffonde silenzioso
nelle strade, nelle spiagge nei vicoli,
nei casolari antichi,
nelle piazze metropolitane infette:
come mostro alieno,
come brezza funesta
come canto di morte.
Il capo indiano
avvolto dalla nebbia
resta immobile.
Più non si ode
Il fischio del treno
che va sempre
verso l’ovest
per portare il progresso.
“ UOMO BIIANCO
HAI PARLATO CON BIFORCUTA ANCORA UNA VOLTA “
“ CONI TUOI FUCILI,
HAI AMMAZZATO MILIONI DI GROSSI BISONTI.
ORA NON RIESCI A FAR FUORI
UN ESSERE INFINITAMENTE PICCOLO
… MA COSI LETALE “
Ma nei suoi occhi
Non c’è riflessi di rivalsa o vendetta.
Poi lo sciamano tace pensieroso
e si alza per fare la danza della pioggia
che laverà la terra da ogni virus.
“ NON TEMERE,
ANCORA UNA VOLTA CE LA FARAI,
UOMO BIANCO,
MA TIENI A MENTE QUESTO MESSAGGIO.
POTREBBE ESSERE L’ULTIMO.

***

Sembra un alba normale
fuori il cinguettio degli uccellini
Domina sul silenzio umano.

Ocram Itiar

*

Vasco ... dal mare dell’eterno »
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L’ultima immagine »
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Tu ... la poesia »
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Ho bussato alla tua porta ... »
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Esci dalla grotta dei sogni »
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Solo »
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Non basta ... questa pioggia »
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Immagine nella memoria »
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Tu ... unico raggio di sole »
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*

Sei ancora viva ...

Sei ancora viva …
Sei ancora viva …
dentro di me,
l’amore non può cessare all'improvviso,
quando il cuore smette di battere,
il sangue di pulsare
e il corpo diviene di cera:
ammasso immemore di carne ed ossa
truccato dalla vanità umana
per l’ultima esposizione oltre il vetro
(macabro rituale).

***

Sei ancora viva … lontano
in qualche luogo,
in qualche tempo.
E’ per questo che io ti cercherò.
Un giorno ti troverò.
Mi siederò a parlare con te delle nostre cose.
Ti chiederò come stai.
Ti racconterò di Gabriele.

***

Sei ancora viva dentro di me,
nella mia disperazione,
nel mio ricordo
nel mio amore,
e quel cordone d’amore che ci lega,
non è mai stato reciso,
e ora vince la morte.

*

Aspetterò

Aspetterò ...
Aspetterò che il tuo cuore oda la voce del mio,
Aspetterò silenzioso,
come il germoglio attende la primavera,
come il cucciolo di passerò nel nido aspetta la mamma
che è volata in cielo per procurargli il cibo.
Come il giorno aspetta l'alba
Come Penolepe pazienta nella sua attesa,
come l'amore aspetta l'amore.
***
Un giorno, vedrai,
anche il tuo cuore comprenderà la lingua del mio

Ocram Itiar

*

Ruberò il tuo cuore


Ruberò il tuo cuore

Ruberò il tuo cuore,
lo farò volando con ali del sogno
nella tua camera a notte fonda.
Varcherò silenzioso la soglia
e poi accarezzerò il tuo viso ed i tuoi capelli
fino ai primi chiarori del giorno.
***
Sarò la tua ombra muto e silenzioso
***
Ti proteggerò dai pericoli della vita e dal freddo
cingendoti le spalle come angelo custode
***
Di soppiatto,
ti sussurrerò alla mente e al cuore il mio amore
senza che tu oda alcun suono.
Marco Raiti

*

Essere nel vento ed essere di vento.


Litorali umidi e solitari,
fantasmi sbiaditi d’immagini estive.
Le onde si infrangono sulla spiaggia
spandendo malinconica schiuma.
Essere nel vento ed essere di vento
( l’anima più leggera dell’aria).
Il corpo muta col tempo,
l’anima, se esiste, no.

*

Vorrei...


Vorrei...
che lo spazio si fermasse,
che il tempo si assottigliasse
e la vita fosse
un eterno ciclo delle ore più calde e liete del giorno
dense di urla di bambini.

*

Confronto


Guardavo...
le punte immobili dei cipressi
che vegliano il sonno
di coloro che più non si leveranno
...in quella spenta sera
di un fradicio giorno.
Nell’auto, noi,
esclusi dal resto,
ma coinvolti nell’umore,
a trascinare una storia
tra i timori e le speranze del futuro.
Mi volsi a confrontare la vita
che lentamente si consumava lì
e la morte,
che marmoree scritte proclamavano là.

*

Ciliegi in fiore sul colle della mia infanzia


Una nuova stagione fiorisce
e mi coglie incolto e stepposo
come la valle dove giaceva la mia illusione.
Il fiume ha continuato a levigare i ciottoli della ghiaia
e la trasparenza dell’acqua sembra immutata.
Ma nella luce di un tramonto
che si cala tiepido sui colli imbruniti,
si affacciano alla memoria
indorati campi cinti da fragranti pergole,
che si smarriscono poi tra grovigli d’erbacee.
Come una gemma di sogni mai fiorita.
Il cielo ha aperto il tetto della casa
che pur logora e tremolante
regge l’ultimo filo di speranza.

*

A mia nonna


Una fredda fotografia sulla lastra di marmo.
“HIC IACET IN PACE”
l’epigrafe scolpita nel mio cuore.
Riposa... ora,
nel silenzio dei morti,
tra i sussurri dei vivi
che si apprestano a cambiare i fiori appassiti nei vasi.
Riposa la tua anima
nell’ultima dimora comune
immersa nella vergine quiete della campagna
da dove ha origine la nostra stirpe.
Cheta i sussulti della vita
lì, tra la tua gente,
vicino a tuo figlio
e a fianco di tuo marito.
Così come ti aveva visto il nostro mondo.
Io, il cucciolo preferito della nidiata,
mi poso davanti alla tua tomba;
la memoria cancella il muto ritratto
e la tua immagine mi si impone davanti
così forte e bruna,
vestita del tuo mondo di grano
tra albe e tramonti di zolle sudate
o in domestici tepori accanto al camino
mentre la focaccina cuoce nei testi di terra.

***

Finì... un triste giorno di febbraio
che il cielo aveva vestito di bianco lutto
...finì.
Guardavo il tuo corpo di cera
incapace d’ingoiare lacrime.

***

Prego Dio affinché la tua saggezza mi guidi
e mi consiglio con te incurante del tuo presente.

*

Notte nel cuore di Tellaro


Dalla piazzetta stretta,
in giù,
s’imbocca il carrobietto.
Mite e tiepida luce
di lanterne antiche
c’illumina il cammino
e dietro gli angoli s’agguantano
spettri e fantasmi di pirati antichi.
Più irta si fa la strada
più pendenza hanno gli scalini
e più ti cingono gli archi
con paterni abbracci.
Poi si giunge alla terrazzetta
davanti all’umile chiesetta
dove segni e disegni di gesso
dividono il lastricato,
prove di giochi, urla e salti di fanciulli
che il trascorso giorno ha avuto in dono.
Indi,
poggiati i gomiti sul muro di cinta,
muti si sta a contemplare il buio.
Si discerne nell’oscurità:
di tormentati scogli,
ombre confuse giù in basso,
pioventi e violenti dirupi a manca
e innanzi, alzando gli occhi,
mal s’intravede
la retta linea che terra alle isole congiunge.
Brillano in danza le lontane luci di Portovenere
e l’eterno scandisce la lampada del faro.
Porta la mente a dì più freschi
quando, nell’aria assai più frizza,
l’infuocato carro discendeva,
a guisa di rovente palla
nelle acque si tuffava colorandole di sangue.
Passata la diletta sosta,
davanti al sacro tempio
la strada ci cala
e, giù in fondo,
nell’ansa a spillo
dove s’incunea il mare,
fedeli scafi posano nella quiete
ad attender ora
di nuove marine aurore
di pescator partenti.
Per risalire su nella scogliera
dov’è confine estremo
l’infinito mare
e sovente amanti s’adagiano
coperti dal celeste manto.

(Tellaro è un delizioso borgo ligure nel comune di Lerici(SP))

*

Notte nel porto


Riverberi galleggianti di luci
che danzano come odalische
sulla cresta scura dell’acqua.
Sfuggenti fari di veicoli
tra gli intervalli delle palme
che cingono la strada,
tanto rade quanto vicine.
Castelli di luci sulla costa
e bastimenti imbanditi
come alberi di Natale;
filari di lampioni.
Il porto dorme la sua notte,
tace i suoi affanni
e le sue diurne fatiche,
mentre l’anima posa nella quiete,
mostra la veste romantica
a coppie di innamorati
che amoreggiano sul molo.
Io unico testimone del tuo monologo.

***

Riposto hai molta più fiducia in me
di quella che avresti dovuto trovare in te.
Curioso... memoria affianca
la casa ora fredda e cadavere
(che pare difficile credere sia stata viva)
al lento rullio delle lievi pieghe del mare,
là, già fuori dal chiarore dei riflessi.

*

Romanico arco


Acrobazie di rondini
sopra il romanico arco,
che si staglia mitico
(scrigno d’arcaici misteri)
là ad occidente,
dove un lembo di cereo rosa tra il perla
tradisce il recente tramonto.
Lungo prospettiche linee,
palazzi, case moderne ed antiche
fuggono insieme alla vita intera,
laggiù verso la mesta luce
a carpire gli ultimi respiri del giorno.
Bagnato dall’incertezza,
il mondo sembra spegnersi.
***
Ed io, lì, ad attendere che la tua natura cambi.
Come se si potesse mettere il giogo ad un’idea
e costringerla ad arare i campi dell’imprevedibilità.

*

L’ombra della sera


La speranza vola oltre l’orizzonte marino…
per tutta la vita.
Quando poi scende la penombra della sera…
tutto diventa più confuso nel malinconico crepuscolo
…e la certezza diventa timore, …paura dell’ignoto.

*

La vita e la morte


La vita e la morte
procedono a braccetto
lungo tutto il tempo.
S’ignorano,
non si guardano,
sembra che l’una non si accorga dell’altra.
La prima
bionda… stupenda.
La seconda bruna,
altrettanto meravigliosa
…nel suo genere.
Poi d’improvviso si voltano,
…si guardano,
…si baciano.

*

Ali di gabbiani


Ali di gabbiani laggiù
dove un tenue crema pastello
ha preso il posto
di un più violento rosso sanguineo.
L’orizzonte cela i miei domani
e la speranza brama
affinché,
una di quelle ombre che volteggiano laggiù
dove la retta linea confina la prateria delle verdi acque,
sia la mia anima.