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Raccolta di poesie di Perlanera Uno
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

È l’ora

È l'ora in cui ai bambini si racconta

la fiaba per sfatare la paura

del buio da affrontare, il solitario

silenzio dove l'anima si smura.

 

È l'ora delle stelle e pure il cielo

disegna coi cristalli le sue fole

più belle, dentro i sogni di chi spera

nel nuovo giorno o un dio cui crede ancora.

 

Se poi la luna piena ti trascina

in una notte insonne, senza via

di scampo, forse è solamente il tempo

di farti un viaggio con la fantasia.

*

Tre gradi sottozero

Tre gradi sotto zero ed un cartone

farà da materasso , da piumone,

a un povero viandante senzatetto

che ha perso oppure rinunciato a tutto.

 

È l'una e un quarto e il quarto di una luna

smaltata graffia il velo della nebbia,

i sogni, come nuvole di sabbia,

trasformano il giaciglio in calda lana.

 

Un po' più in là da un uscio si sprigiona

il fumo di un camino che profuma

di casa, di chi ha avuto la fortuna

d'avere una famiglia più vicina.

 

*

Di notti in cui vorresti

Una di quelle notti in cui la pioggia
s'infila dentro l'ombra dei pensieri
dall'impeto battente sulla spiaggia
deserta, ai muti passi solitari.

Di quelle che si appendono al soffitto
di un cielo scanzonato in ogni dove
da stille luccicanti, con un getto
sfocato che il silenzio rende greve.

Una di quelle illuni, dove guardi
lo spazio tra le palpebre socchiuse
riempirsi di una favola e ti mordi
le labbra, sprofondando senza prese.

Di notti in cui vorresti - e sposti il velo
dell'acqua tremebonda che s'intreccia
col mare - ti cullasse come un bimbo
nel grembo cancellando ogni tua traccia.

Vorresti arrampicarti sopra al fiato
spezzato, risalendo col pensiero
le gocce, sorpassare pure il cielo
e come i sogni andartene in un volo.

*

Ed è già notte

La luna è sprofondata dentro al pozzo

coi desideri e ieri è ormai lontano

più delle stelle, meglio andarci piano

con la speranza, è spenta già da un pezzo.

 

L'arazzo delle nuvole nel cielo

tessuto da un gomitolo di sole

s'arrotola al tramonto, svela il filo

sottile della notte e vedi il gelo

tarpare le ali ai sogni e ad ogni volo.

 

Anche stanotte il sibilo del vento

è un canto amaro in cerca di dolcezza,

che vaga sopra e sotto il firmamento

in cui singhiozza l'alba che si spezza

in meno di un istante ed è già notte.

 

Poi il gelo immenso e l'intima tristezza.

 

*

Non ci siamo persi abbastanza

Ma noi non ci siamo persi abbastanza
per aver voglia di cercarci ancora
nel limite sbiadito della sera
e dare agli occhi un fiato di speranza.

Il cielo è senza squarci, senza scorci
d'azzurro nel suo fumido respiro
di grigio opaco mescolato al nero
che scivola tra i fili del pensiero.

Ma non ci siamo persi poi abbastanza
se stare insieme è come per favore
e si rimane soli a percepire
il freddo in cui si spezzano le ore.

*

Frammenti lucenti

Frammenti lucenti, poi spenti
di sguardi posati negli occhi,
tra i fiocchi di neve, gli specchi
di spicchi di sole spioventi.

Non senti quei venti, l'inventi,
t'invento, m'inventi, sappiamo
del tempo che sbrana i momenti
così verso il nulla corriamo.

Un fiume di stille brucianti
rincalza scalzando dal petto
i battiti, scorre gli eventi
d'istanti rimpianti sul letto.

Mi getto in quel fiotto di luce
che illumina come le stelle
nel buio, i miei sogni ristretti
dal flusso dei giorni corrotti.

Frammenti di luce e di brace,
di voci, ritorni, bisbigli
di vento al profumo di pace
che sola, in te stessa raccogli.

 

*

La notte si è sottratta allo stupore

La notte si è sottratta allo stupore
stellare e dal suo cielo buio pesto
si butta a scrosci, lampi, gocce nere,
malauguratamente è sorta presto.

Il sole si è schiantato sugli scogli
lanciando una miriade di cristalli
e in quei riflessi rossi quasi pare
un cuore fatto a pezzi sopra al mare.

Non peso più il valore, non ho fede
nelle parole, stimo solo i gesti
compiuti, i soli degni d'importanza
in questo mondo d'anime e apparenza.

Ormai sono giocattoli che incastro
per passatempo dentro il breve lampo
di vita consacrata già al suo buio
silenzio chiuso in fondo al calamaio.

Furono lame o balsamo a seconda
di come le prendevo, affranta o illusa,
ma adesso non c'è più nessuna scusa:
non fanno la realtà che mi sprofonda.

*

Nell’ombra della pioggia

Voilà, un'irriverente riverenza
alla platea dei bipedi che danza
in punta ai passi in una melodia
tra veli e vezzi di una fredda scia.

Consulterai l'oracolo cinese,
l'oroscopo del giorno per un mese?
Che cosa speri mai di tirar fuori,
la luce da un imbroglio di colori?

Un altro sole scivola in silenzio
coi petali lasciandoci alle spine
del fiato appesantito dell'inverno
che ci sorprende al suono di campane.

Il piano sfuma le ultime due note
sui toni della mia malinconia
e mi attorciglia l'anima al pensiero
di questa impronta che non va più via.

Immagini sfumate come un sogno
vagheggiano sull'aria della sera,
dai muri ai luccicori dentro agli occhi,
dal fiume alla sua curva più severa.

Cammino, mi trascino, fa lo stesso,
col cielo che mi piove ad ogni passo
la notte sconfinata e mi confina
nell'ombra della pioggia e m'incatena.


*** *** *** *** *** *** ***


“Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra. Se una Zolla viene portata da un’onda del Mare, l’Europa ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o una Magione amica, o la tua stessa Casa. Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: Essa suona per te.”
John Donne 
- Per chi suona la campana, Hemingway- In memoria di G. M.

*

e non so dire


Respirano le nuvole sul vento
smaltato dai bagliori dell'aurora
i sogni abbandonati sul cuscino
tra i miei silenzi e lacrime d'argento.

Ricordo il dormitorio troppo ampio
per i miei brevi anni su due dita
di vita ed una suora comprensiva
dei miei timori in quella prima notte
lontana dalla mamma e si sedette
sul letto ad insegnarmi una preghiera:


***

- Sono sicura che c'è un angelo con me
che mi cammina al fianco muto, soave, bianco.
E se aiuto io gli chiedo, lui m'aiuta e non lo vedo -.


***


Ricordo che il mattino successivo
cercavo tutt'intorno un qualche esempio
dal tatto muto, candido e soave,
mai avevo visto, sai, neanche la neve.

Ma in terra nulla che rassomigliasse
all'angelo implorato nella prece
"Ti sarà sempre accanto se lo chiami",
mi aveva assicurato sottovoce.

Allora scoprii il mare e il suo respiro
portò lo sguardo fino all'orizzonte
fra nuvole bianchissime...stupita
pensai fossero quelle le sue impronte.

Ieri, seguendo l'alito marino
sono tornata lì come da un lampo
sospinta all'improvviso e non so dire
come quel suo respiro squarcia il tempo,
e non so dire quanto mi è importante
il suo respiro...mi ricama il vento.



*

Sotto le pietre

Mi passa come un'ombra nello sguardo
il volo di una tortora, un ricordo
in fuga verso cieli d'infinito
a ricamare chissà quale ordito.

Sotto le pietre dormono i miei giorni
bagnati dal silenzio della luna,
attorno, nuovi fili d'erba inermi
si piegano al paesaggio della brina.

Il tempo sfuma i tiepidi acquerelli
d'aurora che si è stesa all'orizzonte
col sole che si appoggia sui fardelli
di vite col sudore nella fronte.

Sotto le pietre dormono quei cari
sorrisi che mi guardano da foto
protesi dalle croci, tra gli amari
sguardi del cielo e gemme di rosari.


Citazione: 
"E' dell'inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei ricchi"
- Victor Hugo -


*

In riva al mare?

In riva al mare parlano i ricordi
di lunghi giorni dai tramonti arancio,
lo slancio dell'infanzia, gli occhi acerbi,
la croce, il sogno, i dubbi e la sua voce
salata sormontò pure l'altare.

Dalla scogliera all'ombra della sera
che ingigantiva come la paura
del buio, non sfumava nel solaio
del cielo la mia semplice preghiera.
L'onda che m'abbracciava dalla riva,
sembrava avesse la parola viva.

Poi nelle sue tempeste il mio tormento,
l'abisso di correnti in fondo al cuore,
il crollo dei castelli, il sedimento
dei giorni sulle pietre silenziose
e l'anima in un alito di vento,
un vortice in balìa del sentimento.

Una scintilla brilla nel suo sguardo
universale e poi l'affida al nero.
In riva al mare? Il volto dell'Amore
con tutto il suo insondabile mistero.


*

Così distante, tu...

Si accendono i ventagli dei lampioni
soffiati dalla polvere di luna
fossilizzata nella volta bruna,
respiro d'ombra in cui si specchia il sole.

Lei dorme inerme, ignara del pallore
glaciale di quei sogni che frantuma
quando risuona e affila la sua lama
svegliando al buio il tempo che non muore.

Stanotte chiama a tutto tondo l'astro
dorato e lega il nastro della vita
sul velo di una pagina di giorno
al perno del mistero che la ruota.

Così lontano, tu, così vicino
mentre lo smalto nero della notte
riflette le tue impronte e il cuore batte
più forte al malinconico pensiero.

La nostalgia si affaccia dal mio sguardo
nel buio illuminato da un ricordo
che albeggia tra le palpebre e le stille
silenti fanno tue le mie pupille.

Così distante, tu, così...

*

Di un mattino come tanti

Cinguettano chissà quali parole
fra i rami di un boschetto semispoglio
di fronde, sembra scendere anche un lieve
barbaglio azzurro da silenti fole.

E' l'alba di un mattino come tanti
che inizia la commedia della vita
con i festosi guizzi d'ali e canti
e ancora conti gli anni sulle dita
della piccola mano e il tuo sorriso
è un pigolo pulcino che ritorna
dal nido depredato all'infinita
tristezza che ti aprì gli occhi alla vita.

Un attimo s'è accesa anche la luna
per orientarti in questo immenso nero
ti ha stretto un nodo in gola poi la notte
ti piove il cielo sopra le lenzuola.

*

Non so di quante volte

Non so di quante nuvole ha disfatto
e ritessuto l'alito del cielo
per stendere stasera il suo lenzuolo
che m'incammina come vagabonda
lungo la sponda di un torrente in piena
con un barulme d'anima di luna.

E mi trascina dentro la mia ombra
dove ridonda il suono dei pensieri,
fra luoghi solitari ed i sapori
nostalgici di tempo e di colori.

Non so di quante volte lo attraverso
quel buio mentre il cielo dorme ancora,
cercando le illusioni che ho già perso
sui passi del respiro dell'aurora.


*

Ed ha tremato

Ed ha tremato quando con un ago
le ha trapassato il cuore dalla schiena
e l'ha appuntata sopra la parete
che ancora le vibravano le ali.

La vita spenta in punta delle dita
macchiava come polvere da sparo.
Un battito di luce arcobaleno
fu l'ultimo sussulto del respiro.

*

Mare negli occhi

Mare negli occhi, il tempo mi trascina
come la bruma al passo della luna
di sabbia sbriciolata sulla piena
dei flutti che si schiantano a catena.

Respiro il mare, bevo il suo sapore
salato ed aspro, il gusto che sprigiona
mi spezza le parole sul palato
con una pietra che non ho ingerito.

Mare negli occhi, il buio si avvicina,
il vento strappa gli ultimi brandelli
dell'anima, il dolore si confonde
col tempestoso battito dell'onde.

Sale da dentro il ritmo del rumore,
l'andirivieni della greve pena
legata nel fondale dall'abisso
più gelido di quella luna piena.

Mare negli occhi, l'acqua nel respiro
attorcigliato al flusso che mi sbatte
contro gli scogli il cuore, lo trascina
dal buio all'infinito della notte.

*

Lo so che non potrò

Lo so che non potrò dimenticare
e mi fa così male nel respiro
l'idea di te, le notti fonde e amare
in cui riemergi dentro ogni pensiero.

Mi butto dentro pozzi di parole
cercando un interesse che non trovo
per non sentire dentro il mio dolore
a cui non so com'è che sopravvivo.

Lo so che non potrò mai cancellare
dai sogni il desiderio del tuo sguardo
che abbassa gli occhi miei con il silenzio
mordendomi le labbra al tuo ricordo.


*

E’ la mia solitudine

Ad uno ad uno cadono i pensieri
tarpati da un anelito glaciale,
la primavera sboccia sui sentieri,
ma il tempo dentro me resta invernale.

I sogni come bolle di sapone
mi scoppiano improvvisi tra le mani
nel buio della notte ed un magone
è l'unica certezza di domani.

Amica mia, non posso darti torto
sul niente che ti posso confidare,
non c'è parola o gesto di conforto
per addolcire le mie stille amare.

L'amore come un male si è ritorto
che è meglio tener dentro ogni emozione
del cuore e fare finta sia già morto,
perchè per me non c'è altra soluzione.

E' la mia solitudine il sostegno
a cui mi aggrappo per rialzarmi sola,
la sofferenza che mi scava il segno
è impronta della vita che s'invola.

*

Una notte maledetta!

Maledetta questa fretta
che mi soffoca il respiro
dentro al buio che m'aspetta
col suo morso di vampiro,

che m'assorbe mentre inietta
l'amarissimo sapore
ignorando poi la fretta
quando mi divora il cuore.

Maledetto pure il passo
che costringe il mio cammino
a ingerire come un sasso
questo anelito divino.

Nello scorrere dell'ore
fra i pensieri ha seminato
quale brivido d'amore
che m'aspira tutto il fiato.

Maledetta questa notte
col suo gemito lunare
che raggiunge le mie grotte
dove sola voglio stare.

Lo sia pure la mia penna
che continua a lacrimare
il Tamigi, il Po, La Senna,
quattro quarti d'ogni mare.

Maledetto questo pianto
che mi soffoca la gola
e il mio cuore che soltanto
cerca te e non si consola.

*

Il volo


Finalmente una fuga dal mondo
e nessuno importuna il sussurro
del grecale che passa giocondo
tra le fronde degli olmi e l'azzurro.

Come fossi su un altro pianeta
fra i sospiri di questa natura
il respiro del cuore s'allieta
disbrogliando sgomento e paura.

Non mi va di seguire la gente
dietro mode del tempo che trova,
solo il vento discioglie tormente
e i colori alla luce rinnova.

Totalmente al di fuori di schemi,
finalmente lontana da tutto,
mi dispoglio di dubbi e problemi
apro l'ali e sul vento mi butto

in un sogno così irrazionale,
ma mi piace sentirlo davvero;
chiudo gli occhi, mi abbraccia il grecale...
Sto volando con lui sul pensiero.

*

Fai conto che non sono

Fai conto che non sono in questo istante;
non colgo il senso della tua parola
che mi rimbalza addosso fra le tante
e adesso voglio piangere da sola.

Inutile spiegarti, cosa dire
a te che non sai leggere il dolore
di chi brucia momenti sulle pire
fra impronte d'amarezza e dissapore.

Fai conto d'esser sola, non ti sento;
son persa nei meandri del mio cuore
e il fumo che negli occhi soffia il vento
è troppo denso e intenso di rumore.

Il sole è freddo senza il suo sorriso
ed i suoi raggi sembra siano lame
con cui colpisce i sogni miei deciso
a dissiparne le più lievi trame.

Fai conto che non sono in questo istante,
non mendico nessuna comprensione;
sto chiusa dentro me, troppo distante
dal suono d'ogni tono di ragione.

*

Poesicidio

S'aggrappa la notte ai lampioni
tra fiati di nuvole tetre
pesanti di cupe intenzioni
che sembrano piume le pietre.

Tra segni di sogni scroscianti
invidie e perfidie velate,
di baci di Giuda, gli amanti,
baldorie di glorie incensate.

La Dea si nasconde tra il folto
stuprata da turpi deliri,
gemendo nel cuore sconvolto,
stravolta da inganni e raggiri.

La senti? Singulta silente
lontana dal triste banchetto
che ancora consuma gaudente
le spoglie lasciate al suo letto.

*

Nel silenzio del nero

Dunque è così che viene all'improvviso
la voglia di gettare tutto al vento
se il pianto fermo in gola sento intriso
del retrogusto amaro di un tormento.

Dimenticare il giorno quando è sera
e sciogliere la notte sul mattino
se il sole che risorge è una megera
che mi cancella i sogni dal cuscino.

Dunque è così che ci si sente soli
col vuoto che ti svela d'esser niente
e di un dolore muto ti consoli
d'intorpidire il cuore con la mente.

Dormire. Solo questo. Scivolare
sull'onda che trasporta ogni destino
come un fuscello spento sopra al mare
potrebbe esser nemmeno un burattino.

Non colorare sogni, non fermare
nessuna fantasia dentro al pensiero
e quelle gocce d'ambra tanto care
dissolverle in silenzio nel mio nero.


*

Un filo di parole

E' pieno questo vuoto di tristezza
malinconia che mi singulta il cuore,
è fiore di cristallo che si spezza
la lacrima di cui non sai il rumore.

Frammenti sul riflesso di una brezza
ti passeranno accanto in un pensiero
sarà rugiada, oppure pioggia grezza
che in rivi scorrerà lungo il sentiero.

Malinconia che giace nel fondale
il velo del silenzio all'improvviso
si strappa e l'aspra lacrima di sale
mi traccia un altro solco lungo il viso.

Nel vento della sera una carezza
raccoglie ogni frammento cristallino
mi stringe in sogno con la sua dolcezza
e mi fa compagnia sino al mattino.

E' piena questa notte di rumore
ma il taciturno spazio siderale
con polvere di sogni dentro al cuore
prosciuga le mie lacrime di sale.

E il sogno si prolunga lungo il giorno
dov'è che s'apre il varco del confine?
Se è parte di realtà che ruota intorno
e in ogni istante mi sussurra infine...

E' pieno questo vuoto di dolcezza
che giunge da un anelito lontano
un filo di parole sulla brezza
è il sogno che mi tiene per la mano.


*

Scintillìo di cometa

Il sogno in cui mi accoccolo la sera
nella mia passeggiata solitaria
fra un’ombra silenziosa, una ringhiera,
aneliti di nebbia e fili d’aria,

un passo dietro l’altro ed un sospiro
nel mentre sento il vento, chi mi vieta?
Fra i vicoli del buio in cui m’aggiro,
seguo lo scintillìo di una cometa.

E’ voce che accompagna i miei pensieri
fra i nodi attorcigliati della mente,
sciogliendo all’orizzonte cieli neri
mi accende l’infinito dolcemente.

Un passo dietro l’altro insieme al vento
respiro col respiro della sera
questa magia che sa di sentimento
che ferma in me sapori di scogliera.

E come se mi aprisse un varco al cielo
scavalco questo spazio indifferente
il sogno dentro l’anima disvelo
e volo nell’immenso col mio niente.

*

Vermiglio sole


Le seguo con lo sguardo, silenziosa,
le impronte dei tuoi passi nel mio mondo
dai voli dell'aurora più radiosa
ai lecci sul tramonto tremebondo.

Vermiglio sole sciolto sopra al mare
di queste mie inquietudini bambine,
la brezza sospirosa da inspirare
come carezze lievi, adamantine.

Sei qui, sei lì, dovunque va il pensiero
incontro la magia del tuo respiro,
e batte forte il cuore e più leggero
il passo quando all'ombra mi ritiro.

Ti seguo silenziosa e sto in ascolto
raccolta nel mio tempo solitario
e il tuo sussurro che mi sfiora il volto
mi svela un universo straordinario.

Vermiglio sole all'ombra del mio giorno
cui solo il cielo può capirne il senso
di quei silenzi in cui sola ritorno...
soltanto il cielo sa quanto ti penso.

Li seguo con il cuore silenziosa
quei voli di pensieri solitari,
che scrutano la volta tempestosa
che abbracciano nel vento tutti i mari.

Vermiglio sole che mi passi accanto
e accendi il tuo riflesso in ogni cosa,
colori i miei pensieri d'amaranto
con la tua melodia meravigliosa.

Ti seguo silenziosa e sto in ascolto
di tutti i tuoi dolcissimi sussurri
che fanno lieve questo mondo stolto
che riempiono di te quei cieli azzurri.

*

Nel bianco silenzio

Due nuvole scivola il cielo
sereno di dolci emozioni
ravvisano zucchero a velo,
due note di liete canzoni.

Ricordo quei suoni lontani
di visi, sorrisi già spenti,
mio padre, gli amici, i miei cani...
mi piace pensarli contenti.

Nolstalgico sale il pensiero
tra danze di rondini al sole,
il mare sospira leggero
sfiorando il mio canto che vuole

planare laggiù all'orizzonte,
più in là di qualunque ragione
fra stelle che so, son già pronte
per cogliere il muto magone.

Sarà dentro il soffio del vento
con queste parole lasciate
sospinto più in là il mio sgomento
sull'ali di rime alternate.

Sarà leggerezza del cuore
nel pianto volato lontano,
laddove si scioglie il rumore
nel bianco silenzio d'arcano.

*

Luna nera

Il passo della luna s'incammina
lassù fra quelle stelle solitarie
dove la luce chiama adamantina
rendendo queste strade secondarie.

Si porterà sull'umida mattina
tra soffi d'ambra e scintillii di seta
ipnotizzata come una bambina
vorrei tradurlo in suoni di poeta.

Cantalo tu che non so raccontare
questa magia che mi carpisce il cuore
di bisbiglii di foglie tanto care
su pietre levigate dal dolore.

I cerchi d'emozioni dentro al lago
come sussulti d'anima e pensiero
dentro la mente mia un sospiro vago
mi getta nell'abisso del mistero.

Canta per me che non lo so spiegare
con questo mio linguaggio da straniera
e vado solitaria dentro al mare
seguendo in scesa la mia luna nera.

Canta per me la mia maledizione
che è succo di un'amara nostalgia
poichè non son capace a far canzone
di questa vita e darla alla Poesia.

*

Canta d’amore per me

Stasera parla solo la tristezza
sciogliendo le parole sopra al foglio
un soffio dentro l'anima mi spezza
del sole sopra ai rami mi disfoglio.

Le luci spente sotto le mie ciglia
buttate sopra al letto con un laccio
che stringe forte il cuore, lo attorciglia
e a questa notte il mio malore taccio.

Rabbrividisco all'alito del vento
mi sento troppo cucciola stasera
tra lacrime di polvere d'argento
dove la mia tristezza m'acquartiera.

Intreccio quattro fili di pensiero
per costruire un nido nel mio niente
e tu, Poesia, col soffio più leggero
ci culli il cuore, i sogni e la mia mente.

Poesia che mi sei madre in questa vita
e sai ascoltarmi in fondo al sottofondo
stasera che il dolore mi ha stordita
in un abbraccio stringimi al tuo mondo.

Stasera non ho voglia di capire
null'altro che il respiro del tuo fiato,
l'arpa del vento e note delle lire
sinquando il cuore cade addormentato.

E lascio che a parlare sia tristezza
mentre m'annoda corde nella gola
in lontananza il canto di una brezza
ma dentro il mio universo piango sola.












*

Sentieri solitari

Il mondo mio ha sentieri solitari
e nebbie d'inquietudine e tristezza,
con fiumi sotterranei freddi e chiari
i soffi dei pensieri sulla brezza.

Ha boschi ombrosi e notti profumate,
fili d'aurore e gocce di parole,
su tronchi di cortecce scortecciate
riscalda foglie un alito di sole.

Non credere non sappia queste strade
in cui cammino al passo del dolore,
del polverìo che l'anima pervade
lasciandomi mestizia e malumore.

Ma quando viene sera e torno sola
riporto in me ogni impronta ricalcata
il fine cerco dentro la parola
perchè ogni stilla venga consolata.

Non sai di quanti pianti straripanti
raccoglie questo cuore e si trattiene,
li sento nel silenzio ridondanti
e la Poesia in aiuto mi sovviene.

Tramuto ciò che vivo, ciò che penso
di quello che rimane dentro al cuore
e non m'importa se per te è "non senso,
banalità di rima fiore e amore".

Il mondo mio ha sentieri solitari
e nebbie che disciolgo mano a mano,
nel mentre mando giù ricordi amari
con voli di poesia me ne allontano.

*

Carezza di grecale

Di te vesto i silenzi della sera,
nel dar respiro a queste mie parole
con la semplicità, la mia maniera,
per dire tutto quel che il cuore vuole.

Cammino fra i pensieri della notte
e mille volte inciampo sul tuo nome,
mentre l'oscurità ogni cosa inghiotte
tu sei come una stella in cielo, come

quell'acqua che vien giù dalla sorgente
e dolcemente mi cammina accanto
fra taciti quartieri e luci spente
dove le note sue trasforma in canto.

Inciampo mille volte mentre svolto
tra vicoli di cielo e frullar d'ali,
quel canto che nell'anima riascolto
ridonda di sospiri siderali.

Lascia che ancora possa respirare
in questa notte aneliti d'immenso
e sia la voce tua sopra il mio mare
carezza di grecale in cui ti penso.

*

Poesia sul vento

Ti vedo sulla linea d'orizzonte
nel sole che si scioglie dentro al mare
raccolgo nel mio cuore le tue impronte
dai passi del suo azzurro sussurrare.

Si stringono le nuvole sul monte
il vento bisbigliando i tuoi pensieri
mi lascia una carezza sulla fronte
e gli astri che s'accendono leggeri.

Ti sento dalla linea d'orizzonte
nell'eco che mi giunge da lontano
in un rumore d'anima le impronte
di te son questo sogno stretto in mano.

*

L’autunno dietro al vetro


Ricordo il passo d'erbe sfilacciate
d'autunno che scaldava i suoi colori,
scrivendo malinconiche serate
nel fiato di parole uscite fuori.

Ad uno ad uno spetalava fiori
grondanti del respiro della brezza,
che l'aria profumava di sapori
conditi da innocente fanciullezza.

Ad uno ad uno disfogliava rami
svelando nidi vuoti, abbandonati,
le dita che intrecciavano origami
tra foglie d'ombra e veli illuminati.

E nella lontananza dei pensieri
quei freddi temporali repentini
a rigonfiare il fango dei sentieri
con tuoni che impaurivano i bambini.

Ricordo il passo d'erbe sfilacciate
d'autunno che scaldava i suoi colori
ed alitando sopra le vetrate
sfocava tutto il mondo chiuso fuori.

*

Ascoltando la luna

La fila di lampioni, un marciapiede,
un fremito di luce, un fiato in ombra;
la luna in un respiro s`intravvede
sul passo della strada sempre ingombra

di nebbie scivolate dai pensieri,
di dubbi trascinati da parole;
scintilla la rugiada ai desideri
da lontananze in cui bisbiglia il sole.

La roccia sbriciolata dal mio pianto
ha frantumato il peso a questa bruma;
è sabbia di clessidra il lieve canto
di luna e solitudini che illuma.

*

L’assolo sul piolo

Non mi stupisce chi da una parola
vuol giudicare un piccolo universo,
dà fiato alle sue trombe dalla gola
e non capisce che ci si è già perso.

Ascolto silenziosa un altro assolo
della profondità superficiale,
il peso della vita porto in volo,
lo lascio al primo piolo delle scale.

Non nego, non confermo, non rinnego,
in fondo, devo forse dimostrare?
Descrivo quel che sento e penso e prego
che la mia Dea lo possa illuminare.

*

Briciole d’istanti

Le mani in tasca a sbriciolare istanti
per inseguire il filo della luna,
fra mormorii di pioggia luccicanti
e il fiato della sera che s'imbruna.

Senza distanza il mare che ho davanti
inonda l'onda, esonda, si trascina,
sul crespo velo vele di natanti
nel mentre già la notte s'avvicina.

Cammino sulla riva solitaria
dalle mie dita un soffio di pensieri,
s'invola come polvere nell'aria
lasciando qualche briciola di ieri.

*

La voliera

Dov'ero prima ancora che scendessi
fra queste strade senza capir come,
fra spicchi d'occhi e luccichii riflessi
in cerca di noi stessi dentro un nome.

Sussurra stamattina il ponentino
al gatto acciambellato in un'aiola,
abbraccio forse un sogno del cuscino
che ha ancora qualche morbida parola.

Si srotola la luce sul cammino
è una poesia che l'anima mi tocca,
la mano della Dea mi è già vicino
per arginare il fiume quando fiocca.

Dov'ero prima ancora di cadere
dentro la bolla di quest'atmosfera
che alterna cieli chiari a notti nere
se è quell'immensità la mia voliera...

*

Conclusioni di un pensiero a random

Fiumi d`inchiostro e scogli d`alabastro,

la strada stretta, il chiostro sotto l`astro,

chi porta in un canestro sogni al nastro

ed io soltanto l`estro, il mio disastro.


Incastro, scastro, addestro le parole,

stropiccio, straccio, intreccio il mio dolore,

quando mi sento triste abbraccio il sole,

sorrido per celare il male al cuore.


Il dritto, il suo rovescio, il manco, il destro,

distrattamente astratto il mio maldestro

delirio di giocare col pensiero

quando vorrei il suo peso più leggero.

*

Nella magica notte di S. Lorenzo

Incandescenti lucciole di stelle.
Dalla miniera nera l'universo
riversa pioggia d'oro a catinelle
e abbraccia le sue terre in multiverso.

Una magia per il mio immaginario
che ammutolisce innanzi a tal bellezza
dell'incommensurabile scenario
che spazza dal pensiero la tristezza.

E' un'energia che scende silenziosa
che penetra il respiro della pelle
per arrivare all'alma in cui si posa
ove il silenzio è voce delle stelle.

*

Sulla soglia di Caina

Or che mi volgo all'ultimo tramonto
e guardo a retro senza più desiare
come una lama sta sospeso il conto

che spensi vita a chi voleva amare.
Deforme il corpo e pur l'anima mia
che gelosia non seppe dominare

quando m'avvidi ch'ella non fu pia
le mani m'incolpavo del suo sangue.
E le mondavo e più non andò via

la voce che al profondo geme e langue.
Dentr'al mio sguardo mai ci fu più pace
solo memoria del suo volto esangue

che nel mortal pallor m'accusa e tace.

Or che Caina m'apre le sue braccia
e fa sfiorarmi il giro ond'ella giace
ove pensiero parli e bocca taccia

sola coscienza, eterno rimembrare
che l'ingannai coprendomi la faccia
per farne la mia sposa sull'altare.

Prima di lei fu mio quel tradimento
che la costrinse a vie contorte andare...
Amor fu così forte sentimento

'sì periglioso ch'anche un cuor onesto
ch'è fragile, s'impermea di lamento
spino sottile, pur assai molesto!

Or lei vorrei, sia posta in alto loco,
non sia giammai l'inferno onde io resto
a pianger penitente dentro al fuoco

con il tormento mio contrito e mesto.

*

Sorella nera

T'immagino danzar sorella nera
sull'orizzonte scuro dell'ignoto
gli occhi sinceri e l'espressione fiera
di chi i segreti sa dell'infinito.
Il manto ruota in un fruscìo di seta
tra note di una nenia ammaliatrice
e sulle punte tu volteggi fiera
regina della linea di frontiera.
Scandisci il tempo e la tua voce impera,
che in questa vita nulla è da temere
poiché tu plachi l'ansia d'ogni cuore...

Dei nostri giorni restano chimere.

*

Oltre il muro

Un viottolo, la scala sotto l'arco
e poi dall'altra parte la collina,
confina dolcemente in fondo al parco,
infine il varco verso una cascina.

A destra troverai un cancello nero,
un muro con il glicine spiovente,
oltrepassato quello il cimitero
e dopo, forse, puoi trovarci il niente.

Ma se c'è qualche credo nel tuo cuore,
se c'è una fede forte, cristallina,
raggiungi la sorgente dell'amore
e un'altra dimensione che sconfina.