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Raccolta di poesie di rasimaco
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Non ho mai voluto nulla

*

Non ho mai voluto nulla

niente che non fosse mio...

solo le mie semplici cose,

una penna ed un foglio per scrivere,

un desco per il desinare la sera,

ed una finestra

da cui guardare la piana ininterrotta.

Vedere al tramonto quel sole

stanco adagiarsi lento sull'azzurro

e sentire il profumo del pane appena sfornato.


Non ho mai voluto nulla...

non quadri o sfarzosi osanna,

solo voci argentine d'infanti

in giochi festosi intenti

ed il loro richiamo

-Nonno vieni a giocare con noi!-

 

Non ho mai voluto nulla

se non poter dire di me

senza chiasso e senza allori

semplicemente così ...

 

come sono io...

*

Ricordi di casa

*
Io nato al caldo alito dello scirocco
e vissuto tra le nebbie stagnanti
ho cercato te
terra mia.
Sono ancora calde le ceneri nella conca,
come sono ancora vive
tra le rughe e le ginestre
le mie memorie.
Son fermi là
appesi a quelle canne del dammuso
i ricordi del pani cunsatu e delle panelle fumanti
che lo zio Cola preparava al mattino.
Ora ti ho ritrovato terra mia
ed ho compreso il senso
del canto delle cicale
e del profumo delle tue zagare.
 
Riproposta

*

Notti insonni

*
Mentre l’ultima luce
indica la via all’anima,
un vortice malato
imperla il filo
d’un’esistenza smarrita
e nell’eco d’un groviglio d’occhi
rantola un pensiero mai compreso.
I sogni sono leggenda,
uguali a quelli di domani,
uguali a quelli di sempre
come la solitudine che
dalla sua tomba
esce al mattino per rientrarci
la sera…
 
Da "Sussurri al vento" ed. 2009

*

Cade dal ramo il frutto

*

Accarezzi questa solitudine
e nella consapevolezza d’esser

cerchi il suono di una campana

ed il fumo di un camino.

 

Sono lontani ormai

i tempi della legna

che scoppiettando

bruciava allegra.

 

Solo il ricordo resta

del libeccio a raffica

or ti stringe tra le braccia

il gelo della bora …

 

La nostra storia

è grido d’egoismo

d’autodifesa gesto inconsulto,

radice e singolarità.

 

*

Leggenda

*

Gelide sono le tue lacrime

come gelido è il tuo cuore

o Dea,

korè non torna

ed il tuo pianto fiocca

nella sera

a raffiche di greco,

sotto la Montagna di Marzo.

I nostri fuochi sono accesi

e brillano da lontano

nella notte a scaldar

la fonte del tuo dolore

e scioglier la bianca coltre.

Sorridi ora o Dea

il tuo paniere è colmo

 

al ritorno di Korè doni …

 

P.S. : Demetra e Persefone un mito che si perpetua di anno in anno…

 

*

Libero di sperare

*

È cartapesta

questo straccio che ti copre

promessa mai mantenuta

non libertà tra i fratelli.

 

Batti il pugno sulla prora

ombra che spingi

il legno della speranza

e volgi lo sguardo

 

a quella tua terra che è là

dove si chiude l’orizzonte

sotto quel cielo

che si colora al mattino.

 

Un delfino vuole spazi

non rigide gabbie

e neanche desideri alla luna

solo il suo mare.

 

*

Quanto duro era…

*

Chino è il suo capo

come curva è la sua schiena,

 

sole

è il suo calvario

dietro il ciuco e le sue bisacce.

 

Sale

a quel cocuzzolo con le sue case

calcinate nel crepuscolo

*

Occhi che non hanno mai visto

*

Ho giocato con te sulla sabbia

fratello

ho visto il tuo sorriso

gentile ed innocente

incresparsi

su quel viso da bambino

non diverso.

 

Ho anche compreso

i tuoi crucci e le tue paure

le tue gioie e le tue speranze.

 

Non ho mai capito

a chi i tuoi sogni

erano molesti solo perché …

 

tu eri diverso.

*

Erano frammenti

*

Erano frammenti

anche i canti

intorno ad un fuoco

e di allora non ho più ricordi

se non stracci

anneriti e logori

e pianti di bambini

dal ventre gonfio.

Ed io ora

ricordo i miei sospiri

tessendo i fili del mio pensiero

legati con parole mai dette

or divenuti sogni

ad occhi aperti.

Da “Voci e volti del passato”

*

Per te amore mio

*

Ho plasmato ricordi

nell’azzurro di un cielo

al sorgere dell’alba

ed ho rinnegato ancelle

di spine in corone che

non hanno calzato fronti...

 

per te amore mio.

 

Ho contato ragioni d’essere

nel grigio di un inverno

ed ho masticato foglie

d’alloro nella speranza

e nei sogni dell’essere…

 

per te amore mio.

 

Ed infine ho gioito

nella mia estate

chiamando vento e

petali alla danza…

 

sempre per te amore mio.

*

2 Febbraio 1954

*

Era calato il sole sul mare

ed il freddo si faceva già sentire.

Si cenava presto d'inverno

dopo il calar del sole.

'Nnuzza aveva sparecchiato e

s'era seduta alla conca

che mia madre aveva acceso prima.

In un angolo mio padre e Paolino,

in attesa del comunicato,

parlavano dell'annata dei limoni

e di come se n'erano raccolti pochi.

Mia madre e 'Nnuzza,

rammendando calzini sempre bucati,

si raccontavano fatti accaduti la scorsa estate.

Io, in un altro angolo,

sfogliavo svogliatamente l'Iliade...

non potevo nè dovevo

entrare nei discorsi dei grandi.

 

Il tempo scorreva inesorabile

era già l'ora d'andare a dormire

per i carusi.

N.B. 'Nnuzza = Annuccia;

Carusi = ragazzini;

Conca = braciere.

Da "Voci e volti del passato"

*

Vorrei dire ancora...

*

Vorrei dire una parola ancora

e di quel volo che tanto

ho sognato ed amato.

 

Vorrei sentire ancora

di quei fiori liberi il profumo

anche quando da minacciose nubi pressati.

 

Vorrei sentire ancora

di quell'erta dura il peso

e dell'attesa la levità

 

e trovare ancora

il tempo per restare

chè credo mai tardi sia...

 

l'attender primule a primavera.

 

*

Il mio sorriso

*

Il mio sorriso non ha abiti di circostanza

guarda lontano

oltre la cresta dei monti e

si veste del canto.

 

E quando nelle sere d'inverno

le brezze notturne del Grilli

mi dicon di te

sollevo le fronde aprendo il sipario.

*

Sotto le pietre d’Ilio

*

L'emozione rompe la parola

la porta in preghiera

ed a mani giunte

parla di speranza

di fronte a quei resti diroccati.

Guardo queste mani

sanno di scavi e chiodi arrugginiti.

Guardo le crepe

e penso ai volti che hanno chiuso gli occhi

nel pianto.

 

Ogni parola ha la sua terra

ed ogni lacrima il suo pianto

come ogni figlio la sua Ecuba.

 

Da “Voci e volti del passato”

 

*

E sono tornato di nuovo...

*

E sono tornato di nuovo a questa mia terra

straniero a casa mia

stanco delle mie stesse parole,
stanco ma con il verde della speranza.
La sinusoide della parola si perde
ai confini dell'orizzonte
e la mia parola continua nella sua recita.


Ed i fatti?


Non ci sono fatti
solo recite da copione
prima dell'entrata in scena
e senza imposizione alcuna.

 

*

Visioni

*

Non li ho mai visti

così colmi di luce quei tuoi occhi

allo scoccar del giorno,

come non ho mai sentito così dolce

l'argentino suono delle tue labbra

tra le ombre della sera e

le mie dita non sanno

descriver il tempo del tuo essermi accanto.

 

Inverno muto

questo silenzio di notti di ghiaccio.

 

*

C’est assez

*
Mi servono poche parole,
appena qualche verso
per esporre il mio silenzio.
Ho tutto il resto,
il ronzio delle api 
o il canto dell'ape regina a primavera,
il gorgoglio d'una roggia
o lo scrosciar delle sue acque
sui sassi in fondo all'ansa.
E quando l'afa incombe
d'un bogolar la frescura
che con il gracidar delle rane
ed il frinir dei grilli
riempion l'aria d'allegra festa.

Agli altri lascio
l'onor dei pulpiti ed il fragor degli applausi
delle palandrane in prima fila.

 

*

E la neve continuava a fioccare

27 Gennaio 1945

*
Il silenzio ormai non ha più segreti

la memoria è colma di ceneri

e del tanfo dei fumi.
Ho respirato piano per non sentire il vento

e la neve continuava a fioccare

in quel gelido inverno.

Anche le preghiere son state vane

-paura e tremore-

fantasmi, troppi fantasmi

e le mie ossa al punto d'arrivo.

Lo sguardo fisso a quel cielo pieno di stelle

ma solo... per altri.

Ed il cuore continua a battere

tra le assi malferme...

-paura e tremore-

ormai il tempo si è fermato

davanti a quel vagone

ed alla scritta:

"Arbeit macht frei"

 

*

Le mani dell’uomo

*

Ho guardato spesso oltre la cresta

di quel vecchio Grilli

tutto sbrecciato e ridotto male,

le mani dell'uomo sono sempre state

cattive.

Hanno scavato anche nelle sabbie

cavando fuori l'anima

e non so cos'altro,

ora

cercano anche in quel mare

carpendogli quell'azzurro intenso

che la tempesta non ha saputo cancellare.

*

Petit onze: Primavera

*

Dal

fondo dello

stagno verde si

chiude ormai la vernal

stagione .

*

Madone in Peraulis

*
E guardo ancora quelle scale senza tempo

fredde come

i cupi tetti colorati di bianco

e quegli alberi che gemono
per i rami intirizziti

e la caduta delle foglie…

presente e passato che danzano

in una folata di bora.

 

E quell'aria gravida di gelo

che

scricchiola al nostro passare

su un ponte che ci porta lontani.

 

Noi s'andava a

Madone in Peraulis.

Da "Voci e volti del passato" (Dicembre 1971)

*

Il sorgere del sole

*

Ho cercato ricordi della vita passata,

ho scavato nelle memorie,

ho annullato il tempo.

Nulla dal nulla riemerge

e l'eco delle cose va

di parete in parete

ricordandoti che sei nato.

Ritornerò a volare tra le nebbie

e del mattino avrò le stimmate,

vedrò ancora

 

il sorgere del sole.

*

La verità?

*

Potrete leggerla ,se volete

e quando volete ,vestiti magari

con l'abito della domenica,

bello sicuramente ma...

gelido come quella tramontana

che dal nord incessante soffia.

 

Ed io scrivo.

 

Scrivo

di quelle case del sud,

dove un urlo monocorde imperava,

pianto di secoli d'abbandono

e di sangue.

 

Scrivo

su quell'orizzonte incerto

sgranando un rosario di parole

che lente vanno e d'orrori dicono.

 

Scrivo

di fragili speranze

di ferite e lacrime salate

che pinto han quell'arida terra.

Da "Voci e volti del passato" (Novembre 1982)

*

D’umanità granulo

*

Braccia stente ed appassite

bruciano d'arsura.

Piccole, leggere

cacciate dal ramo

 

son foglie
come spazio infinito,

son terra

come cielo aperto,

armonia

di suoni nell'aria

e grido che si ripercuote

di roccia in roccia,

di sabbia in sabbia.

D'umanità granulo in frantumi...

Da “voci e volti del passato”(Novembre 1982)

*

Il mio canto

*

Levo il mio canto

perchè verde è la mia terra
ed io straniero in terra d'altri,
fuori del tutto e dello spazio.
Il mio canto

è il mio respiro,
è la voce del dolore,
il sordo dolore dell'altrui.

 

Sono straniero

con la mia lingua e le mie emozioni.

*

Italo cuore

 

*

Hai corso

e corri ancora,

piccolo ed indomito

italo cuore,

il tuo petto offrendo

al bieco invasore.

Il capo mai piegato hai

al duro scherno

che lo stranier tallone

impose.

Del color del sangue

d'italica stirpe

su barricate caduta

le camicie hai tinto e

del dolor hai fatto

scorta, stringendo denti

e pugni al duro giogo.

Ed alfin hai vinto

sulla turpe tirannia

facendo Una

questa Italia Nostra.



*

Guardando il tempo che passa...

*

Silenziosi sono i miei sogni

e vivo ancor di essi e per essi,

non ho guardiani alle sbarre

e l'impazzire lo lascio agli altri.



Non m'importa della pioggia

nè del freddo o del troppo caldo

mi rintano se serve in casa

o me ne vado all'ombra d'una pergola.



Vivo di quel poco che mi basta

senza badar al tempo

ed alle sue brutture.



Con un battito di ciglia ed un sorriso

guardo sempre dalla finestra

quella gente che corre e si dispera



senza saper che si vive una volta sola.

 

*

Partendo

Era plumbeo il cielo e...

sotto il fico, vicino al pergolato

ho raccolto tutti i miei averi

e nella sacca da viaggio
ho aggiunto tre cose
la mia malinconia

per ricordarmi della mia casa lontana,
un sorriso per chiunque

si sentisse solo come me
ed uno spicchio di cielo

per sperare ancora.

Dimenticavo ...
il mio primo dente da latte
a ricordarmi di quand'ero felice

come porta fortuna.



*

Piccoli sassi

Il levarsi di una vela

che si staglia

su una sottile linea punteggiata

(orizzonte?) forse...

 

è il mio cammino

segnato dal duro scherno della vita?

Una scia e tanti perchè,

specchio privo di finzioni.

 

Lungo e paziente

e senza inciampi è il mio sentiero

ed ignoro parole

che come piccoli sassi

hanno inciso.

*

Un uomo in maschera

Ho scritto poesie,

forse, anzi sicuramente,

non son poesie...

parole buttate qua e là,
parole che cercano,

parole che vogliono dire...

cosa poi?

Non saprei ...

ma come tanti le ho scritte.

Ho cercato di capire,

d'imboccare il sentiero giusto,

ho guardato in lungo ed in largo

ed ho descritto cose che

non han più senso.
Ora che la sera cala

con il suo buio ed il suo gelo
vado ancora cercando qualcosa

da dire...

ma non so cosa anche se

dentro di me so già cos'é.

*

Sensazione

Una voce di donna

graffiante e rabbiosa

e null'altro

in quella sera scabra e fredda,

non c'era nessuno là nella piazza

solo un cane scodinzolante

per un tozzo di pane.

Mi son guardato intorno

era solo una sensazione...

 

e quegli occhi scuri in attesa

di quel tozzo di pane.



*

Ritorno al passato

Son venuto solo oggi

come un passante per caso,

c'erano solo fiori appassiti sulla tua tomba

e tutt'intorno erba alta,

la tua voce solo un sussurro

ricordo ormai lontano.

 

La notte fa freddo

sotto quella lapide bianca

ed il silenzio ti tiene compagnia

 

 

oh madre.

*

Dimmi dell’amore...

Dimmi dell'amore tu che sai,

dimmi

- è vero quel che dicono?-

Ho sentito un rintocco

ed il cuore che batteva forte

la prima volta

e di notte ho sognato campanelli dorati suonare.

Era l'infinito

a venirmi incontro a grandi passi

e silenziosi e pacati erano i miei moti

attimo dopo attimo vissuti

ed or che la canizie incede

sorrido ai ricordi andati.

*

Fragile foglia

 

*** *** ***
Come albero che un impietoso

inverno spoglia,
come piccola e fragile foglia,
che impetuoso vento stacca

e porta via,
così tu donna

per oscura e malvagia mano

indifesa giaci.

 

Sono uomini quelli
che senza rimorsi hanno

flagellato il tuo inerme corpo?
Sono uomini quelli

che biechi e laidi hanno

inferto lividi alla tua carne arresa?

 

P.S.

" contro la violenza e femminicidio sulle donne"



*

Non c’è nessuno

Non c’è nessuno

e la piana dorme,
una mano senza nome
accarezza l'aria,
canta l'acqua della sorgente,
ma non c’è nessuno ad ascoltare
né a parlare.

Ed i miei passi si ripetono
nel ritorno a vecchie memorie.

Sono loro,
sono i passi di questa notte,
quelli che spingono a correre
ad andare avanti.

In fondo allo zaino,
i miei pensieri.



*

Immensa distesa

Cristalline son l'acque tue

e come specchio a perdersi

vanno

in quel sottile fil d'orizzonte

ch'il pensier mio agogna

e dove tra lor pugnano

evanescenti giganti

serenità infonde.

*

Landa sconfinata

Ho ascoltato le parole della sera
quando il mio canto era quasi un sussurro.
Ho visto gli alberi all'inbrunire
e gli uccelli muti per timore.
Il suono lontano di una kora

e l'aspro passo dell'odio dell'uomo

mi portavan l'eco di remote memorie.

 

Quanti volti a me cari...

 

Nota:
Da “Voci e volti del passato”

La kora è uno strumento musicale mandinka.

*

Le trait-d’union

Un tono si leva

flebile, come volo di farfalla

e poi in crescendo

alto.

Non cerco tra le cose andate

non cerco tra le cose che verranno

cerco solo il mio canto.

L'ho sempre cercato

nelle sere e nelle notti

quando la solitudine batteva

con le sue nocche ossute

alla porta.

Mancava sempre qualcosa

allora

e spesso non sapevi neanche cosa.

 

Mancava le trait-d'union con la realtà.

*

Terra d’amore

Squarciate le viscere

urla nel campo la terra

un cane abbaia nel suo dolore.

Sogni d'amore

ci sono stati per quella terra

ora tutto tace

anche se della nostalgia si leva il canto.

 

Il pianto dell'autunno

non ha più lacrime

troppi occhi si sono inginocchiati.

Forse ...

dagli abissi dell'anima

giungerà

quel dire che tanto hai cercato

quell'abbraccio alla tua zolla

che t'è mancato.

*

Lustru e scuru

Cala l'ummira supra a sta trazzera
chi ddi pruvulazzu janca eni
e u suli orammai stancu sta calannu.

 

N'aceddu scavannu canta

'ntò menzu a fogghi sicchi

cu tanta raggia e senza tempu

comu l'omini ca vannu e venunu

e puru chi sunnu suli o 'ncumpagnia

sunnu sempri omini ca vannu e venunu.


Orammai 'ntà stu lustru e scuru
l'urtimu raggiu di suli ristau

e puru niatri ora

turnamu a casa

comu dd'aceddu ca si 'ntana 'ntà lu nidu.

Traduzione:

Penombra

Calan le ombre su questo sentiero

di polvere bianco

e sta calando anche il sole ormai stanco.

Tra le foglie secche

un uccello razzolando canta

con tanta rabbia e senza tempo

come uomini che vanno e vengono

e che sia da soli che in compagnia

son sempre uomini che vanno e vengono.

Ormai nella penombra

l'ultimo raggio di sole è rimasto

e pure noi ora

ritorniamo a casa

come quell'uccello che si rintana nel suo nido

*

Pensieri, riflessioni e dubbi

E siamo uomini ancora assetati

e come abissi tessiamo canti

ad un mare inclemente

che inghiotte sogni.

Son grida di guerra ancora lontane

son mille e mille le voci

che gridan forte

vogliamo la pace e pace sia.

Ed io

guardo l'acqua che lenta scorre

e che,

di venti e tormente incurante,

di salto in salto al mare va,

ed anch'io pensoso

pellegrino vado.

*

Erano bambini

Ed erano bambini

quelli della vecchia Torrenova

quella che nel silenzio della sera

s'addormentava intorno alla conca
con nuvole ferme, sopra quell'orizzonte
su un mare di fuoco e con il giorno
che pian piano svaniva.

Erano bambini

ognuno con il suo nome scritto

su un pezzo di carta davanti la scuola

e con in tasca un lapis spesso spuntato

e negli occhi il tempo verde dei prati.

Li ho visti nascere e poi crescere

credendo che la notte avrebbe portato doni ,

poveri ma doni,
nella sacca di babbo natale.
Li ho visti andare in Chiesa
e credere in quel Dio che li aveva dimenticati.

Il vento ora scompiglia

i loro capelli, anch'essi poveri,
ed i cani abbaiano ancora

al rumore delle ruote del carretto.



*

Tu non sai

Grida là

sul campo arato un corvo

e s'alzano impauriti in volo

i merli.

Tu non sai...
io conosco solo la notte atra

che non offre rifugio

e del giorno

solo le ore grigie.

Tu non sai
ma la mia casa, è laggiù:
là dove scorre la roggia bianca
e la vigna ora riposa
al riparo della gelida bora.
Tu non sai

come la garzetta

timida atterra sull'acqua

dove ora tutto è bianco

ed anche i rami han perso le foglie

dove il pioppo si staglia

tra i filari addormentati.

*

L’eco d’una risacca

E mi giunge l'eco d'una risacca

di quelle onde anomale

d'un autunno che a grandi passi

volge.

Ed il sentiero

mi parla e mi dice

di lacrime dolci,

mentre nel silenzio s'ode

il gocciolar di pioggia fine

sui colli ameni.

Il mio pensiero ora

d'un fitto manto di nebbia avvolto

a dar colore ad una vita

torna.

*

Sei così

Sei così lontana...
evanescente.


Eppur presente
in un sogno appena interrotto
in un tempo che non è mai stato

in un luogo che non è mai esistito.


Sei.

Sei così
come ti ho sognata
in una notte sul finire
diafana
al primo chiarore
d'un'alba sul nascer.

*

Rosso sulla piana

Davanti alla tua porta ho perso
quel tempo che ti chiesi e non ho più.
Aspetta - mi hai detto - il tempo è nato cieco
ed il tarlo che rode il legno è alla fine.

 

Aspetta, ora, questo mio saluto,
antico attimo di un sorriso aperto.
Tra i rami che il vento scuote e spoglia
ho trovato qualcosa di dimenticato.



Lasciami guardare, anche se non vuoi, ti prego,
ancora una volta il tramonto sulla piana
a chè possa rimanere impresso quel
rosso che mai ho dimenticato.

*

Il senso del vuoto

E foglie nel vespero cadenti,

echi lontani

che della notte recano il peso,

attimi inutili senza parole,

fuochi fatui

d'un amore al palo.

*

Color seppia

Color seppia era l'angolo

picchiettato di verde e di ortensie

angolo di sogni e di chimere

dove note intonano i fiori

carezzati dal vento

e dov'anche i ciottoli sorridono.

 

In bianco e nero
dettagli minuti di vite

lontane e qui riunite
in salvo come in un cassetto.

*

Rimango

Guardo quella linea sottile

a divider un cielo che lentamente scolora.

 

Ancorate le mani ad un pensiero.

 

Luce

sul sentiero dell'eco

che di te rimanda

raggi di sole.

*

Anima in attesa

L'anima in attesa

dell'ascolto di parole d'un tempo,

mani che cercano

un caffè dimenticato

ed il rammarico d'un immaginar mancato.

E roridi ricordi

ormai sbiaditi

accanto a me seduti

tra le crepe d'una vecchia panchina

sparsi.

Pure le tamerici

come allora

insieme all'ombra piangono

come su un album di vecchie foto.

*

Ottobre

Ed è ricordo amaro del silenzio

in quest'eremo,

dove il tuono mai rimbomba,

il narrarmi colore

in questo intenso ottobre.



Rimango luce di primo albore

e degli ultimi fiori

respiro.

*

Sogni e fiori di pesco

Ed è sotto quegli abeti che io attenderò

per il mio pugno di terra

ad una tomba di perle...



e saranno i sogni a parlare per noi.



Indosserò un abito verde per l'occasione

sì di colore verde

quel colore carpito

ad un arcobaleno di speranze.

E dopo...

quando vedremo i fiori di pesco in boccio

saranno ancora solo i sogni

a parlare di noi.

*

Un pensiero e l’oltre

Per tutta la durata del giorno

risuonano

frenetici

i miei passi a labbra strette

saltano sotto l'arco sensibile

gradevoli come pensiero che sfiora

la trama d'un sorriso di sera

ed al mattino

per quell'altra vita una promessa.

*

Son tanti gli anni...

Son tanti gli anni

ma ancor d'essi io vivo
ed in eterna dedica

io canto.


Ascolto una brezza che sa d'antico
ed alla fine del viale,
rimango in attesa.



Son tanti gli anni
in cui sprofondano i miei pensieri
andando lontano ad una riva.

*

Ho dedicato un fiore

Ho dedicato un fiore a chi mi ha dato

e nel pallore del giorno
ho visto un airone volare
bianco come l'alba che sorge
ed i piedi palmati rosa.

Ho dedicato un fiore a chi m'ha sorriso

e con gli occhi l'ho carezzato

perchè con capelli rosso fuoco

m'ha scaldato il cuore.

Ho dedicato un fiore a chi

ha voluto il cielo

per un suo volo onirico

in cui qualcuno canta in solitario.

(ma eran proprio rosso fuoco?)



*

Im-provvisamente

Ed è sorbendo un caffè

che ho capito

il ricordo d'un battito di ciglia

e d'un esploder di luce

 

in un disegno a matita

nel turgore spontaneo delle sfumature.

 

Non eran solo fiori al mercato...

*

Attesa

Ho atteso a lungo l’arrivo dell’alba
in quel deserto di sale e sole
dove sono nate le mie certezze...
anni forgiati nell'assenza
migrare senza mai barlume.

Pulsa, ora, il sangue
mentre dei segni attendo
l'ultimo richiamo

d'un'altra vita istmo.

*

Quel filo del caso

Solo un filo mi ha dato

questa notte di pioggia

ed il mio volo s'è interrotto

su un campo di grano

arato da poco.



Un'ape si è posata

su fiori che del rimorso

han tutta l'aria,

ma sulle foglie lacrima

un nulla tanto atteso.

Volano ora ottusi

angoli infranti da pieghe improvvise

e i giochi son fatti

come lusinghe imburrate per caso.

*

La ferocia dell’assassino

La ferocia dell'assassino

non si placa nella sera

nè si addomestica con le parole.

Spero in altro,

in quello scorrere impetuoso

di quel fiume che d'umanità si veste,

e che in autunno le foglie colora

...il tempo...

quel tempo che passa dicendo

cadrà la pioggia e laverà tutto.

L'occhio cade sulla pianura

ed il fumo che da essa s'alza dice

la ferocia dell'assassino non si placa

ancora

ed io cammino sull'orma delle lacrime.

*

Cammino

Cammino

e penso all'ultimo caffè bevuto

guardando fuori dalla finestra.

Cammino

e penso alle fosse riempite in tutta fretta

e dove altri non dovevano porre l'occhio.

Cammino

e ripenso a quei volti smunti e muti

con braccia e mani scomposte.

Cammino

e guardo ancora alla mia destra in cerca

d'un volto amico ormai divenuto foto sbiadita.

Cammino

ed ancora una volta il volto d'Ashanti

dall'alto mi sorride nostalgico...

 

era molto alto Ashanti.

 

Da “Voci e volti del passato”

 

*

Ho messo un segno

Ho messo un segno

ad una sola perlina della tua collana

a sfiorar l'aroma della tua pelle.

Non un buco nè margini

tristezza in occhi di momenti andati

e sulla soglia dell'attimo

una parola in regalo

ed un bacio da un angolo dell'anima.

Ho sognato inutilmente le tue carezze

ma so per certo di un'altra vita

e riscrivo

di te gazzella ed io capriolo.

*

Sera

E nelle ore di ponente

che scorra nelle vene il sangue

attendo

e non sento i passi che da laggiù

alla lontananza ignari vanno.

L'ora delle ipocrisie è scoccata

al di là di esse

la verità,

con le sue tempeste

e le sue calme di vento

nel cigolio d'un cuore

che nella notte arranca.

Nulla di ciò che abbiamo

è nostro

neanche il respiro che dà vita.

*

Il seme smarrito

Dov'è caduto il seme?
Dove il sole ha riscaldato un letto?
Forse...
parlano gli uomini (o almeno presunti tali).
Altri esseri?

Leggende da mille e una notte!



Forse...


era uno gnometto con la sua gobba!

Ruggiva come un leone

ma era solo uno gnometto.


Sul mio sentiero
ora crescono di nuovo i fiori
li raccoglierò, un giorno, per il mio amore.

 

Da "Fatti e misfatti"

*

Umani

Sono entrato in chiesa stamane,

tanti corpi ma nessun'anima,

anche i muri della navata

sembrava fossero altrove.



Ho messo tre soldini nella cassetta delle offerte

pensando al dopo...

quanti secoli!



Quanti secoli cullati in un grembo

che anche alla luce di una fiamma trema.

Come tremano il nulla, l'aria

quando nel silenzio Eolo canta

ed Aìtna brontola.



E

sono i ricordi lontani della mia infanzia

a dirmi di passi,

di quei passi malfermi lungo la navata

e di quei visi segnati

visi stravolti, umani.

*

Mondo aperto

Un giro di forme,

distanza di decimi lievitati

con al centro grani

e poi ancora grani sollevati,

antichi suoni,

passaggio obbligato

sulle spalle del tempo

nel suo nascere e morire.

 

L'alfa è sempre stato

mistero...

*

Inutili parole

Il dolore non c’è

è rimasto all’ultima fermata

di quel bus che t’ha portata via.

 

Come in un film

hai raccolto la paura

sotto i lampioni spenti

ed all’orlo di una parete annerita

hai scavato un buco per seppellirla.

 

Ed ora spalmi parole di miele

dicendo addio

in questa prateria di sole

dove anche le ombre

lacrimano.

 

 

Palermo, 20 febbraio 1963

 

*

Caro mare

Caro mare,

per i tuoi figli ormai morto

senza crepe e senza onde,

ho aspettato invano l'arrivo delle navi

mentre il mio grano marcisce

ed innocenti di colpa muoiono di fame.

Ho chiamato a lungo

ed il silenzio con le sue spirali

è stato solo eco di parole.



Tutto è in fiamme

sol cenere rimane di ciò ch'era vita e rigoglio.

*

Disincanto

Vorrei leggere nell'anima del tempo

la carenatura d'un gozzo

vederne le accese venature

straripanti in un tappeto vermiglio.

 

Vorrei sfiorare le cicatrici dei ricordi

nelle sue modanature più profonde,

leggerne significati e intenti

nell'intrigo di parole mai dette.

 

Vorrei, infine guardare

quell'orizzonte maculato e

segnarne il susseguirsi dei punti

da te e da me desiderati

 

...resi idolo d'amore.

 

*

Dopo la tempesta...

Ho ascoltato a lungo il canto delle acque,
ed ho sentito le note cadere

una dopo l'altra

goccia dopo goccia...

è venuto fuori un germoglio,
nuova essenza... nuova vita...
non paura...
ed ho sentito l’escluso con le sue speranze
umana effigie del dubbio divenire,
unica verità,
esistenza glabra tra le bufere
quando forti venti soffiano
sul nostro mare.

*

Volto in ombra

È nella piana che regna il silenzio

ormai,


e continuano a cader le foglie
in quest'autunno triste
di parole e gesti.

 

Siamo soliti spinger ciò che non va
tra un sospiro e l'altro.

Sento il silenzio

che gelido ci sfiora e ghermisce
spazzando gioie e distribuendo dolori.

 

Un satiro danza felice,

ebbro canta il suo errare
leggendo illeggibili segni
da una mano inclemente tracciati.

*

Nel nome di ...

Ed è nel nome di un volto

che invoco il buio.

 

Io so di quante

copiose verità siano composte

ansie celate e del come

danzino i respiri

raccogliendo occhi

che non hanno visto

o non han voluto.

 

Ormai son vicine le fonti

che alle ombre daran luce.

Tutto ha un significato

come il volo degli uccelli in stormo.

*

Colore...


Mi son sempre chiesto del colore
della parola
luce che filtra nel silenzio insondabile...
trascorro la mia notte
tirando a me reti ed ignorando
finzioni d'alto bordo.
Fui grande in altra vita
di anni e di racconti,
fragile di potenza e di maestoso volo,
volli esser aquila
l'umana essenza dimenticando
ed oggi...
nel caveau delle mie parole
torno e non conosco ancora
il color della parola.

*

Ramo di corallo

Ramo di corallo era il mio pensiero

e tale rimase nel tempo della rinascita.
Volli il dilagare delle acque
e fu diluvio di parole
e canto triste d'un usignolo

quando venne la sera.

*

Ricordo una casetta

A volte ritorno su quella viuzza stretta,

dove a stento si passava con la vecchia moto,
ricordo ancora una finestra verde ed una porta

e le sedie davanti al bar

e torno a guardare...

ora non c'è più quella casetta di pietra e mattoni...
ed i miei ricordi si perdono tra le mura

di quel palazzo, cominciato e mai finito...

così come son svaniti nel nulla
ricordi
d'un luogo che il tempo s'è portato via.

*

Avrei voluto

Avrei voluto sorridere guardando la luna

avrei voluto scrivere tra le braccia dell'onda

avrei voluto crescere come vulcanica cima.

Ma ho solo lasciato correre ciò che spontaneo stride

cercando spine d'agave e cocci di vetro

colorati d'acrilico.

*

La notte del pensiero

Si fatica a genuflettere

stanche ossa

calcinate dal corso di eventi

che corrosive asperità

regalano ad ogni passo,

insicuro ed incerto,

nella sera che sempre prima

comincia a calare

il suo sipario su questa tribuna

per oratori muti e

spettatori sordi.

 

è notte per il pensiero.

 

*

Dove...

C'era una casetta laggiù,

in un punto a mezza costa

non so dove,

fatta di tufo e pietre e calce,

le scorreva accanto un rigagnolo

l'acqua morta (la chiamavano)

sorgeva spontanea non so da dove

e sempre spontanea s'inabissava

non so dove...

Ricordi...

vecchi ricordi che a sprazzi e barlumi

mi portano lontano

non so dove...

A volte ci penso e m'arrovello

Dove son finiti i miei ricordi?

E ripenso a volti e figure,

che andavano e venivano

difficile a dirsi dove o da dove.

*

Viandante senza meta

Ho sorriso a lungo

pensando all'anno in cui,

vicino al sentiero del serro di zia Nora,

il vecchio pesco fuori tempo era fiorito.

 

Là sorge ancora l'acqua del canneto

che scorre rotolando tra i sassi

per andare al suo rigagnolo nascosto.

 

Ed era cresciuto anche il muschio

sulle vecchie pietre con le incisioni,

che qualcuno aveva lasciate là

per te che saresti passato dopo

viandante senza meta.

 

E tu...

immancabilmente sei giunto

solo, senza bisacce e senza meta.

 

*

Allo specchio

Sono rimasto in piedi

solo di fronte a me stesso

ma solo e sempre solo.

 

Ho guardato il mio corpo allo specchio
controfigura di un ritorno mancato

ed ho lasciato le mie vesti

nella vecchia casa

dove solo un cane era rimasto

seguendo un buco aperto.

 

Non ci sono steccati

dove le idee danzano

ed i calabroni ronzano.

*

Ricordando il caro vecchio Grilli

Appena un passo a destra,
e nel grido dell'anima

un pensiero nella notte scivola.
Ed i ricordi?

Saranno sempre avvolti dalla nebbia
ricordi ora belli ora tristi
che si drizzano nell'ora del risveglio.
Dai miei pensieri nasceranno riflessioni

che cercheranno volti,

eventi e racconti,
e nello slideshow di quei lineamenti
forse un singhiozzo

forse a lungo trattenuto

nel silenzio la sua voce leverà.

E con i ricordi

sfumeranno i colori dell'albeggio
su quel vecchio caro Grilli*.

 

*Grilli è il nome antico di un monte del mio paese natale.

*

Chiacchiere

Parlate pure di me

ma senza abbassar la voce

chiamatemi se volete

sto nella stanza accanto

ascolto l’eco delle parole

ombra forzata di un nome.

Non siate fantasmi

di un sorriso ma

sorriso della verità

pensate

è la vostra ora

intanto m’allontano

ed alla vita faccio rientro.

*

Misticanze

Ed erano grigie le pietre del sentiero

com'erano grigi i pensieri nell'albeggiar dei colli

irreale quel discontinuo
succedersi di ombre e di chiari...


allora le rondini erano sopra di noi

allora i voli mendicavano

lusinghe.

*

Ascolta il vento

Ascolta il vento

con esso c'è chi va e non torna

se ne va, attraverso il tempo
e nella sua bisaccia

c'è il sorriso del cielo.

 

È la mia vita

che come foglia che cade

fa la sua strada insieme ai sogni
come le note d'un vecchio violino.

Ora lo sai

il mio cammino è solo agli inizi

e pesano già

le angosce dell'ansia.

 

Il mio cammino...

ultimo

prima del grande orizzonte.

*

Era inverno allora...

Un dubbio invade i pensieri

che a lungo

nelle trame del tempo hanno scavato

trovando solo d'un colore il nero fossile.

Era inverno allora

ed il grigio imperava,

lungo i muri l'eco del silenzio

rimbalzava dando

strane ed incomprensibili forme.

 

Era inverno allora

ed il dubbio insoluto

rimaneva...

*

Vivo dentro un’ecclissi

Un sacrestano con la sua croce

candele accese ed incensi

e presto annotterà tra i cipressi

com’è già notte sui volti.

 

Una vita se ne va

un’altra ne verrà

e saranno compleanni

candeline ed evviva

 

e tutto prosegue all’infinito

con pezzi di cuore strappati a morsi,

ricordi svaniti nell’ultima pagina

bruciata nell’evanescenza del tempo.

 

Un altro brandello di carta

da aggiungere ai ricordi

un altro filmato

che s’inabissa nell’ecclissi …

 

*

La parola ed i silenzi

In un addio, in ginocchio sulle illusioni,

congedo per un occhio bagnato,

una parola si ferma a mezz’aria

oscilla nei suoni

demolendo grigiori d’anima

e nel suo infrangersi

sulle più intime scogliere

apre varchi incontaminati

dove spazia un pensiero indagatore.

Forse … sintesi d’armonia

ma nei silenzi

si perdono fotogrammi di turbamenti.

*

Una foto in bianco e nero

Una foto in bianco e nero

Erano alveoli rotti

in quel rosso di sera

a parlar d'acqua ed altro ancora.

 

Erano percezioni

silenzi d'occhi muti

come fiori sconosciuti

tatuati sulla schiena...

 

ed io

sorridendo penso

a quell'oro di sera andato in fumo

chè lo scirocco l'aveva guastato.

 

In ogni rosa

uno straccio di verità

si nasconde sempre

e come una spina

o prima o dopo punge...

*

Se il buio

Dalla sua arida ed arsa terra

guarda ciò che rimane

dei giorni quando le gambe

ridono senza dolori

ed abita tra le sue mani

lo sconcio di una crepa sul muro.

Tutto un vuoto in quella crepa

fatta di buio e d’ipocrisia,

di speranze e regole selvagge,

anche la fitta al cuore

che non vorrebbe pensieri,

anche se del futuro

c’è l’ombra ormai

dietro la casa di sabbia.

*

Piange l’ora

Piange l’ora

cadendo con le altre

in un campo di margherite

dove non nascono sogni.

 

E si canta il non ascolto

di una gemma mai canuta,

anomalia non voluta

lo scender della nostra acqua

 

verso un mare che

non cela la sua eterna onda

e sussurri aria ad uno zufolo

che non traduce nota.

 

Si canta di quell’orizzonte

ma si guarda al remo che ti spinge

mentre tutto scorre

in attimi che non tornano.

 

*

Chissà perchè

Chissà perchè

 

guardi in uno specchio

parole scritte a strati

dove c’era un sorriso

è rimasta ora una smorfia.

 

Chissà perché

 

tutti hanno la bocca di miele

per paura che si sciolga

quella corona che tiene su

i sogni che sfumano.

 

Chissà perché

 

ci sono immagini

talvolta aspre talvolta soavi

a ricordarti che sei sul guado

e che non sei solo.

 

*

Ho sognato

Ho sognato

la mia stessa felicità,

ho sognato

una casetta sulle pendici ed un camino acceso

era un sogno semplice

ed era vero.

Ora

cammino sulle orme dei miei stessi passi
ed un giorno

quando le sabbie bianche

canteranno della risacca

ed il principe

farà rimbombare il gong nella sala grande

i volti ricorderanno

l'immagine

d'un amore senza alfa e senza omega.

*

L’esser soli

Verrà la nebbia ai primi freddi

ci sarà la legna ad ardere

ed il calice colmo

e sentirai meno d’esser solo.

 

Ma quando ti sveglierai

al mattino sentirai che

la bruma è già passata

ed è solo gelo nelle ossa.

 

Il gelo del tuo esser solo…

 

*

Tela

Tratteggio un cielo

con mano che di tempesta

ha i colori quando

 

stinge sulla bocca

parola che dice amore

e semi sparge sulle orme dei baci

 

l'acqua che è più azzurra

in quel mare dove si schiude l’alba

quando il mio pensiero a te vola.

*

Un ultimo sguardo

Stringo la mano che mi solleva

dalla passione che mi costringe,

voglio guardare lontano

dove si nasconde la sera,

voglio vedere le sue ombre

prigioniere dibattersi

nella notte aspettando

un’aurora che ritarda

e che mai più si sporgerà

da questa finestra ormai socchiusa.

*

Vita e parola

É la vita che va e non si ferma mai

palpebre di silenzio

ed in un soffio la parola

che plana e ruota

tutt'intorno alle cose.

La parola...

mistero ed espressione di mille pensieri,

suono

dove il respiro da fonte alla voce,

ecclisse

del frastuono di secoli di barbarie.

Ed è la vita

ch'ancora va e non si ferma mai.

*

Orrore a Raštani

Anche tu in quell'ieri
ch'ancora alla mente s'attarda hai visto

ciò che non era

ma tu sai che era

e ti sei chiesto...

 

Quante domande
a ricordi non-ricordi...

ed hai pensato a come non vedere
e con occhi non tuoi...
occhi che incespicavano

al gelido soffio d'una bora inclemente.

E tace, ora che l’inverno è
ormai trascorso,

l'anima di quei segni che inciso hanno
che guardato ed osservato hanno

ciò che la vita in serbo dona
in un cartone ad un clochard per caso.

Da "Voci e volti del passato”

*

Eresia

E suonano eresia,

le nostre parole,

luce di un incontro

in una cattedrale non prevista,

la nostra storia

una coreografia di Nureyev.

 

Ed il tempo nel tempo

ha scagliato un raggio

sotto ceneri e polvere da anni annegato.

 

Ignari noi
guardiamo una luna
che silente sorge e silente tramonta
come parole sussurate al vento.

*

Forse non basta

Forse non basta

vederti riflessa

dove l’empireo

si colora al giorno,

deserti aridi

sono del tempo

i nostri respiri.

Forse non basta

guardarti composta

in una grandezza

dove battito d’ala

porta amore

e dove il silenzio

abbraccia l’inverno.

 

Forse non basta…

*

Divagazioni nel silenzio

E non sai se il giorno verrà

nè se ci sarà...

potrei andare avanti così

a lungo

e non fermarmi mai

oppure chiedere – posso fermarmi? -

Il luccichio dei muri è lì dove finisce il vicolo

ed il sentiero s'inerpica tra gli alberi

su per il monte,

il mio monte dove riposano i miei

sogni di bambino.

E continui a chiederti

- dove sono

le tante farfalle che a primavera inondavano la valle?-

*

Intimo nell’intimo

Andrò sul mio sentiero

dritto dove porta la nebbia

ed il sorriso muore.

La mia caduta sarà sollievo,

a stento darò avvio alle danze

sapendo della tua solitudine.

In essa mi raggomitolo

come nel bozzolo d’un bacio

 

fuggendo il nulla …

*

Nuances

E traduco vagiti

su queste cose che piangono,

un futuro uscito

da quella porta chiusa,

il pianto mai salva

da un tempo intrecciato

di onde e di mare,

presente che cresce

fino a diventar

canuto domani.

 

Opaco è l’attimo

che scorre e che va…

*

Senryu

Oro di sera_

in un bianco mattino

magia d'inverno

 

*

Senza parole

Guardavo come in una foto

quella distesa immensa

sentivo il profumo dei fiori,
correndo ai margini tra crepe e colori

io
che delle notti senza luna

avevo conosciuto

l'alba triste e malinconica

della colza in fiore.

*

Il pensiero sotto la coltre

Sotto l’aspra coltre

di quella polvere di cui il tempo

ampiamente

t’ha ricoperto e che

né maestrale né bora

hanno mai smosso

mormora vita.

Essenza e spazi,

pozze e scoglio,

e note di una sinfonia

che parla d’intimo,

ampliano orizzonti

popolati di confini

stranamente infissi

l’uno accanto all’altro.

 

I confini di te stesso …

 

*

La vecchia panchina

Son ritornato oggi

a quella vecchia panchina tra le due siepi,

era sempre là...

sull'asse c'era ancora inciso

quel nome a grafia incerta e tremolante.

Chissà chi l'aveva inciso...

e ricordo ancora la foto che avevo scattato

da allora tanto tempo è trascorso

e sbiadita ed a chiazze è ormai,

la siepe di sinistra era bassa ed irregolare

e piangevano le tamerici

ma allora verdi eran gli anni

ed anche la panchina

di verde era vestita ...

*

Ricorda

Il sonno dei tuoi avi

oggi

ricorda figlio

di questa Italia.

Ricorda i tuoi sacrifici

tuoi

perché li hai avuti in dono

da chi per te è morto

su quelle barricate di Roma

o sui verdi siculi campi

o tra l’aspre alpine forre

arroccato.

Ricordalo nel quotidie

di quei fratelli che oggi

sulle sperdute terre afgane

i loro sogni lasciano.

Non importa se

a Lampedusa o a Tarvisio

nati

Ricorda …

 

Loro son la tua patria.

 

*

Da troppo tempo


*

Da troppe stagioni già cammino

e mentre l’attimo rimane a guardare

assorta è la mia stanza

al pensiero dell’ultima estate.

 

Nello sfondo dei tuoi occhi

leggo la mia malinconia

che spegne piano l’ardore

dei colori del giorno.

 

Un silenzio unico e smarrito

in un tempo amaro

unge di sussulti le rughe

con i segni delle sue incisioni.

 

Ora mi fermo …

 

Ché questi occhi che hanno catturato l’alba

vogliono tornare a riempirsi

di quelle piccole cose

che abbiamo ambito.

*

*

Voglio vivere

Voglio vivere

senza il bisogno di optare

senza cercare gli odori

senza aspettare il giorno migliore.

Voglio vivere

guardando il sole sorgere,

senza lo stimolo ad altro,

e nel limpido

vederlo tramontare.

Voglio vivere

guardando il mare e

come un bambino

giocare con l’acqua ed un secchiello.

Voglio vivere

prendendo quello che Dio dà

senza null’altro chiedere

e gustando la follia di un respiro.

 

P.S. …questo ho letto in uno sguardo: lo sguardo di una bimba affetta da Neuroblastoma …

 

*

Riflessi d’acqua

Riflessi d’acqua in quegli occhi

dove ancor vivono

favole che da bambino sognavi

ora ti resta solo una povera cagna

 

che hai preso a prestito dalla vita

per goderti la sera il tuo calice dorato

affondando nei suoi sguardi

i tuoi dispiaceri.

 

Corri senza parlare ascoltando

il respiro del vento tra i filari,

corri al vecchio ruscello e

sciogli le tue costrizioni.

 

*

Il vero della vita

É luce in fondo...

ultimo raggio dei molti anni al buio

(non molti invero ma tanti come peso)

che come in una morsa

han tenuto stretta la mia vita.

Il tempo ...

è di nuovo tornato ad esser sereno

non più mugugni e piovaschi

solo luce... e le mie parole.

Un palco dove non si recita a soggetto

ma si vive

il vero della vita.

Quella vita che non è solo sogni ed illusioni

è quella goccia di speranze che

ci tiene dritti e sempre in attesa.

*

Un biglietto da timbrare

Cancella ogni fremito

il ricordo del tuo sorriso

nel mio bagaglio leggero

il regalo di una domenica

 

un biglietto da timbrare.

 

Annego nel fischio di quel treno

tutte le nostalgie che la bora

sui ricordi spinge ormai

papillon di memoria divenuti.

 

Ricalco il tempo con una matita

che lascia un segno amaro

una tristezza infinita

fatta di canti e scommesse col destino.

 

*

Ascolterò il mare

Anni son passati

e mesi e giorni ancora seguiranno

tolto quel velo d'illusione

rimane il senso del vuoto.

 

Futili saranno i motivi

che si rincorreranno

in spazi sempre più ristretti

dove lascerò il mio bagaglio triste.

 

Ai consigli non darò peso,

spazzati via i propositi

ascolterò il mare e le sue voci

ed il vuoto d’un calice

 

riempirà di caldo il mio cuore...

*

Ora è autunno

L’odore di legna che arde,

e giorni sempre più corti

e loro stanno là,

 

quei giovani d'altri tempi,

 

intorno a quel camino

dove insieme ai ricordi

d’altri tempi e d’altri giorni parlano.

 

Antichi suoni che dicono

di storie di mare e di tempeste,

di viaggi lunghi una vita,

 

d’amori che hanno lasciato

il segno sui ciottoli della riva

in graffi di cuori trafitti.

 

Ora è autunno

 

e tutto sembra irreale

nel mulinar delle foglie

oltre la finestra…

 

e loro stanno ancora là

con la loro pipa

e gli occhi acquosi…

*

Stazioni

Ho visto tante stazioni in vita mia,

andar e partir di treni,

volti a volte tristi ed a volte sorridenti

ma in particolare ne ricordo una

con un corpo bambino e la madre gravida.

Era un giorno privo di suoni

le ginocchia, le spalle, la mente

tutto

mi parlava chiedendomi

-perchè-


Risposte non c'erano.



E continuavo a guardare quella gente

salire e scendere, scendere e salire

un moto perpetuo senza perchè.



Sono rientrato in casa mia strusciando
i piedi sul lastricato e ad occhi bassi...


quel giorno era morta mia madre...

*

La piana d’estate

E si perde nella castità della piana

il mio sguardo

quella piana che fuma d'afrore

prosperosa ed assente

nel canto delle cicale

e nelle lungaggini dello scirocco.

Ho smesso di parlare e continuo

a non parlare guardando le formiche,

loro non hanno parole

conoscono solo il loro aire impersonale

fatto di fatica e d'indifferenza.
Il respiro ora è corto

e le parole non hanno senso
mentre si spegne nell'afrore

il tempo.

*

Trasparenza

A volte il mio pensiero vaga

si perde...

non sa cosa esprimere e si chiede

-Cosa dico o dirò? Devo andare o no?

E se vado ... dove?-

Ho messo la scarpa destra

dove non lascia impronte

ed il mio andare è senza meta

come quando si raggiunge la maggior età

coscienti solo d'un'omega

senza futuro.



Allora...

alzo lo sguardo ed il corvo è là

come sempre e dovunque

ghignante sul filo dell'alta tenzione...

Pensate che sia matto?

No! Siete in errore!



Vedo ciò che altri non vedono.

*

Capolinea

M’aggrappo a ciò che resta

raccogliendo i miei cenci

e sotterrando le mie armi,

come barca in disarmo

definitivamente in porto,

nel desiderio di te

lancio l’ultimo dado.

Scorrono immagini

di ciò che fu vita e

sento riaffiorar la nostalgia

mentre da vecchi ricordi

la mia memoria è scossa.

 

Ho lasciato troppe cose

dimenticate al caso

e forse per un vecchio tram

al capolinea ormai

è giunta l’ora.

 

*

Vecchio

Ti ho visto uomo…

 

vecchio

e senza più alcun da chiamare

non sembra neanche

eppur è vero…

 

Annoti ancora emozioni

pensando con un gesto di pudore

al tempo dissipato ed

esausto preghi nel silenzio.

 

Tra le tue rughe t’aggiri

or che hai finito di credere

ai richiami di primavera

ed alle fandonie di un sorriso.

 

 

*

Senza catene

Vado avanti questa sera

intonando il mio peana,

 

non è gioia o esaltazione

ma lenta nota di preghiera,

 

e la ferita arde

là dove... tra le canne si muove il vento

 

mentre un imberbe pargolo

urla il suo dolore.

 

Spegne la paura tra sorrisi e lazzi

questo tempo pagliaccio

 

incorniciando una lacrima

che mal celata muore.

 

 

*

Sensazioni

Come ombra in ascolto,

di armonie tribali

ho sentito il fremito,

nell’orizzonte dei ricordi

perso,
racconto il giorno

e prendendo l’anima

in intime percezioni

mi raccolgo.

*

Ordino le mie cose

Ho chiamato una presenza

dove il tuo sorriso nasce

e poi dove paco s’acqueta.

 

Raccogliendo i miei pensieri

in questo tempo di luce

copro di giallo la fronte

 

ed al vento offro il mio bicchiere

brindando al canto dei flauti

e nella pace m’attardo tra i ricordi.

 

Ora che sei ferma

sullo sfondo della sera

mi sveglia il tuo sospiro.

 

*

Le verità celate

C’è una fonte

dove, pellegrini di sè,

giungono i polsi stretti

di questa grama vita

che ha visto altri orizzonti

dove non c’era ombra

in cui rifugiarsi.

Tace quel tutto

in cui si chiude l’attesa

di quella speranza che purifica

e che ti riporta il sapore

del vero nome delle cose.

 

Ora si prolunga sui passi

la stanchezza delle parole

e la senti nel soffio a spegner

candeline sempre più caparbie.

 

*

Il compromesso

Simbolo di sconfitta
è sempre il compromesso
nel pudore verso te stesso.

E canti le tue ragioni

note di un pentagramma

ormai stinto

tra le maglie del tuo essere

come il fumo che accarezza

mani ormai rugose

del suo acre aroma impregnate.

 

*

29 febbraio

La luce sarebbe stata donna

se non t'avesse detto

 

-spogliati-

 

Era figlia del sole,

quell'Ilios vestito d'oro,

straniero nell'ordine delle cose

ma pur sempre

guida

nel cammino dei misteri.

 

*

Un sorriso

Ho sbirciato dentro la mia bisaccia

e poi

guardando al cielo ho pensato

nulla mai accade per caso

dentro c'era la mia musica preferita.



Era suono di cornamuse antiche

di quando un Natale

ho ricevuto in dono qualcosa di speciale.



Era un sorriso

che m'avrebbe accompagnato per la vita.

*

Quanti nomi

Dove son nato

cresce la ginestra,

e di tanto in tanto

ci ritorno

vagando con il pensiero e

leggendo numeri per la via.

Quanti nomi …

alcuni dimenticati

altri ancora vivi e con un volto,

gente che va,

gente che viene,

volti tristi e volti allegri,

sorrisi

che ormai solo smorfie sono.

Quanti nomi …

Ma forse ho dimenticato un nome

forse il più importante

forse non è più neanche un ricordo

forse …

 

*

Pensiero di bimbo

Terso e nitido

come squarcio sulla carena

è il pizzo del prete

nella sua gelida e bianca livrea

e spicca stamane

stagliandosi su quell'azzurro

che non conosce screzi

ed è

come il tuo pensiero di bimbo

 

*

Figlio delle acque

Discosta le valve

di questo manto di lava

respiro di pensieri

che da quell’alveo senza fine

rovente in superficie sale

dove speranze e rassegnazione

contrastano il passo

e secca e languore sono.

Apri il tuo cuore,

o figlio delle correnti

che nostalgico occhio

ad acqua di monte volgi,

pensa

e poi canta

di questo viver

che nascita e morte è

in una sacca del tempo

in cui sospeso vivi.

 

*

Insicurezza

Un mondo a sé

oltre questa monotonia di rumori

che aspetta solo un tuo cenno

e non dirmi che la via è sgombra

restano sempre i tuoi autunni
d'impazienza e sofferenza.

Cerchi di mettere insieme le tessere

di questo puzzle ma hai paura,

la paura che possano

scrivere un quadro diverso,

la paura che possano darti

una meridiana in cui le ore non siano più tali

ed in cui non ci sia più

il significato del profumo di una rosa

e gli attimi di trepidazione

si trasformino in congedi.

*

Fugacità

Queste mani hanno stretto il mio giorno

quando il dolore forzò la rugiada
e dentro il cuore esplose il primo amore.

 

Mi dissero

"esiste la felicità"

un giorno ed io cantai un De Profundis,

al secondo vidi la vela levarsi ai venti di ponente.

 

Con la bisaccia piena

ho ascoltato le nenie che il timore dettava

ed ho affrontato il destino a fronte alta

sciogliendo della vita il nodo

 

quella "fugacità" che porta

un istante d'esistenza per poi

reindirizzarla nel "non esistere".



*

Un giorno: 2 novembre

Saranno le porte a dir di me

ed il lasciarmi

in divenire d'occhi dissipati

a recar

gli ultimi suoni d'una carezza.



All'aurora

solo la bellezza della prima luce

sarà pura.

 

Laggiù

tra le ombre dei grigi cipressi

assonnati elenchi

di non più tra noi

  • ditelo agli altri -

 

diranno.

 

*

Esule

Ed esule

mi son portato dietro i miei ricordi,

i miei morti

son rimasti laggiù nelle gole,

laggiù sotto il cipresso grande.

 

Non ascolto il rumore

della prima luce quando all'alba irrompe,

ma guardo là

dietro l'ultima curva del sentiero

per vedere i nodi contorti dell'ulivo

stagliarsi al cielo,

 

e pensare

a quanto il mio volto ingrigisce

nel tempo di una carezza.

 

*

La casa della collina

E nella casa era luce,

una culla oscillava.



Esistenza in attesa

d'un domani in arrivo.



Contro l'azzurro cielo

alla finestra si stagliava

l'esile braccio d'un albero.



Un canto lieve

era nenia al sonno d'un bimbo

nel luccicar dell'ultimo raggio

che nella polla si specchiava.

*

Ferite

Foglie nel vento,

azzurre

con l'occhio del sole

che immane sovrasta

nell'agonia primordiale dei suoni.

 

Tracce,

solo tracce
del ricordo del canto d'una cicala.

*

Elicriso

Immobile nella calura
d'un estivo meriggio,
occhi stesi ad un cielo

di nuvole che scorrono,
mi sveglio
da un tutto ch'è senso di vita.



Spenta al tramonto

è la trama del giorno,

ali di gabbiano lente vanno

e nel fremito instancabile

d'una foglia

si spegne anche la sera.

*

Parlami

Parlami,

parlami di te.
Parlami dei tuoi sogni,
di quando ti senti sola.
E di quando

tra un pianto e l'altro
sfogli una margherita


chiedendoti

da quali amari ricordi
la tua ansia nasca.

Parlami,
prima che la luna
leggera come un'ombra,

fugga,
con la tua voce calda
come una notte di mezz'agosto.
Dimmi dei tuoi desideri
e chiedi alla primavera
di riempire i tuoi sogni.

Son persi i pensieri?
E nelle notti buie
son svaniti i sogni tuoi?

*

Sillabe

Sillabe...

a comporre voci profonde,
scucite a tratti,
balbettanti,

ma mai disperse al vento

da mille e mille derive
tentate per soffocar nel petto

quel grido terso e forte.

*

Ho cercato

Ho cercato

amore sotto le mura di Troia

ho trovato solo mosche asfittiche

bianche larve come molliche

lasciate là solo per gli uccelli.

 

Ho cercato

amore sui campi innevati

ho trovato solo sussurri di vento

che l'acre olezzo mi recavan

d'antiche sfingi addormentate.

 

Ho cercato

amore nella terra del sole

pensando infine d'averlo trovato

solo dopo ho scoperto che era

pia illusione d'un povero credulo.

 

N.B.: Poesia  già pubblicata nell'aprile del 2020

*

A fridda negghia passa a manu ’e lavuri

S'aisa ri malincunia u mè cantu

'ntà nù spicu appinnuliuni sugnu
e dintra 'on pugnu chiusu strinciu 'u tò pinseri

 

agghisannu 'u miu
a priari ddu tunnu 'i celu

unni s'astuta u focu e 'a luci nasci.


'U
n c'é virdi sutta stà negghia
sulu rispiru r'un dumani chi tonna
ogni vota chi pozzu chiamariti amuri.

 

E 'ntà stù ran silenziu c'allonga 'u passu

scutamu i noti du Patretennu
e cugghiemu i frutti dà stasciuni d'oru.

 

E la fridda negghia passa a manu 'e lavuri.

Traduzione:

 

La fredda bruma cederà al biondo grano...

 

S'alza malinconico il mio canto

 

sull’orlo sospeso rimango
e dentro un pugno chiuso stringo

 

 

 

il tuo pensiero elevando il mio
alla preghiera
verso quella Volta dove
s'estingue la fiamma e luce nasce.

 


Non un verde sotto la bruma
solo il respiro di un domani che torna
ogni volta che posso chiamarti amore.

 

 

 

E nell'immensità di un silenzio ch'allunga il passo

 

ascolteremo le note dell'eternità
e raccoglieremo i frutti della stagione d'oro.

 

 

 

E la fredda bruma cederà al biondo grano.

 

 



*

Il tuo peccato

Ed è in quell'angusto triangolo

dove il tuo pensier s'annida

 

disattenzione d'estasi

declino dell'incerto

biancore di baci giovani …

 

-è là il tuo peccato-

 

l'aver creduto nelle ali

d'una canizie di passione pregna

d'orizzonte breve sogno

 

 

*

Pensieri in un giorno senza vento


Ho attraversato un tunnel di specchi
senza proferir sillaba alcuna,
poi ...

mi son sciolto in uno sproloquio
senza fine.

Parole... sì! Tante parole,

forse vere o forse no
come quell'orizzonte che cela le mie disavventure
dietro un punto di domanda.

Oltre la siepe

c'è stato sempre un sorriso
non un regalo qualsiasi .
Forse il più bello dei regali
come un bacio dato

senza l'ausilio della mente.

*

Profugo

La tua povertà

fratello

con esili dita

impugna il tuo canto

di malinconia,

e l’essenza delle cose

si riflette in quest’azzurro

negando il tuo pensiero

che sa di fame.

Ed è la tua povertà sempre

a spingerti al lucore

sotto mentite spoglie celato

a scoprirne dopo

la falsità del sorriso.

Ed è sempre quella fame,

molesta amica

di un tempo troppo cresciuto

che ti conduce a queste spiagge nemiche

reietto.

 

*

Il mio t’amo

S’apre al petto

il mio respiro

 

al frusciar d’un bacio

quando nell’assenza le mani stendi

 

a chieder nell’aurora

una veste bianca.

 

Ed è il mio ti amo

a parlar di fede.

 

Ed è il mio mattino

a intinger colori al tuo sorriso.

 

*

Un fiore

Selvaggio è il mio amore

come selvagge, dure e tristi

sono le mie notti

 

sarai primavera quando

per me s’addolcirà l’ora

ed in quell’istante

 

ti darò un fiore.

 

*

Viaggio

Porto la mia terra in un sacchetto

il viaggio è lungo

ed impervio il sentiero



e guardo in alto su nel cielo

il sole che segue le mie orme

ed inclinando i suoi raggi

tesse i miei pensieri.



Vado,

contento del mio rinascere

come i germogli del fiordaliso

quando i petali son caduti.


Il giardino ora lacrima

lento e triste nella sera

per una pioggia che non viene.

 

*

Ipocrisia

La tua libertà non canto

ma la mia anima lavo

sciogliendo lacrime forzate

dove tutto s’acquieta.

*

Lontano e stridulo

Lontano e stridulo

sento il suono dei tuoi pensieri

non cerco la gioia dei tuoi occhi

né il piacere delle tue parole

l’acredine delle cose

mi suscita odori di radici

con frutti e bacche ancora acerbi.

Importa poco difendere il confine

quando il barbaro ha invaso

la pianura

e s’odono gemiti levarsi.

 

Oltre la statura delle parole

c’è il sorriso della verità.

 

*

A ché t’affanni?

Sei nato a primavera

ché la brezza speranze recava

e lontano crepuscoli non erano

 

ora tutto è velato

 

ed a sentieri di guerra

l’avidità ti conduce

e là dimentichi

l’uomo che eri.

 

Le cose son sempre le stesse

 

per esse annulli

la quiete dei giorni

ed idoli all’odio innalzi.

 

Come a seno materno

ad esse t’aggrappi

e non sai uomo…

 

prima o dopo le perderai.

 

*

Amo …

Amo il tuo silenzio

in cui diafana si perde

la parola

ed i tuoi pensieri

prendono forma

in un vortice

che sa d’amore.

 

Amo la luce dei tuoi occhi

che come raggio

di lontane

stelle filanti

al mio cuor ch’errabondo

nei suoi meandri s’agita

la via illumina.

 

*

A caso

Forse non hai ben compreso

o uomo

che l’andar dal neurologo

non ti salva,

tu guardi in viso la morte

sdentata e cieca,

cerchi d’evitarla e

ne hai paura,

lei, sai, non ti cerca

ma ti prende a caso

come quando si raccoglie

fiori in un campo

che ne è pieno.

 

*

Autodifesa

Dimentico del “se”

cortecce di ragione graffio

cercando qualcosa

che non so cosa sia,

penso a verità e

la mia illusione continuo.

 

Fuori della mia cuccia

guardo

 

occhi famelici e zanne di lupo.

*

Lento appassire

E tra le mura di casa

si mettono insieme i respiri

chiudendosi la porta dietro

per non sentire il frastuono

del tuo sgomento

quando senti la nera signora

che da vicino ti pressa.

È notte quando la fronte

dei tuoi capelli si fa scudo

bagnando cuscini

ma lei è sempre là

beffarda e sorridente.

 

Sa aspettare la nera signora…

 

*

Guardandosi dentro

Di notte quando muta il vento

e s’arcua la malinconia,

lo sgomento prende la coscienza
ed anche la memoria se …

si ha qualche fardello

che rumina tra le idee.

Nessuno lo dice

ma tutti lo guardano

e si fanno coraggio

rispondendosi a vicenda

fino a strapparsi

i confini delle lacrime.

Mettere ordine ai pensieri?

Forse sarebbe bene!

Loro stanno là relegati

in quelle stanche cellule

che non lasciano dormire la notte

e straziano

sferragliando in quel tunnel

dove a stento si forma la parola.

 

 

*

Il prezzo del tempo

Le pagine del mio libro son diventate gialle

l'ittero del tempo ha colpito a fondo

ed il mio sguardo vibra di beffa...



di sensazionale c'è solo l'alba che

quando al mattino sorge torna a

ricordarmi che c'è un giorno ancora.



Il mio viso... le mie mani

le pieghe dei pantaloni... tutto...

compreso nel prezzo.

*

Il pallore dell’inverno

Un inverno e poi sole...

sole da abbacinare occhi stanchi.

 

Oltre le cime tremanti d'alberi

torbidi umori si muovono,

incontrollati ed incontrollabili

nonostante il futuro delle tecnologie

e questi occhi son sempre più stanchi

nonostante la speranza.



Ma il sudario dovrà aspettare

tra un gioco e l'altro d'esseri

dal grandangolo rimasti esclusi...

*

Clochard

Ti cammini accanto,

enfio di solitudine

ma senza rabbia,

ti vedi lontano

nel turgore perso

ululare per i dolori al vento

nelle notti di luna piena.

 

E silente è la tua voce

mentre si perde in sussurri,

non canta più l'amore

parla solo

il silenzio ed il suo simulacro.

 

 

*

Ad un nuovo rifugio

Il tuo lamento

sia sempre il sorriso,

il tuo pianto

solo rugiada di notte,

il tuo silenzio

tutte le parole del mondo,

il gelido inverno

calore per l’anima,

 

e quando

 

tutto sarà crollato

le ali del tuo pensiero

ti porteranno lontana

 

ad un nuovo rifugio…

*

È facile?

Com’è facile

brandire la voce

e gioirne sentendola.

 

Com’è facile

guardare un’ombra

e sapere ch’è la tua.

 

Com’è facile

starti dietro

guardandoti allo specchio.

 

Scivola tutto

in questo grande canalone

anche i rampini da roccia.

 

*

Aspettare un ritorno

Aspettare un ritorno

ignaro

che forse non avverrà mai,

sarà l’ultimo dei giorni.

Ormai questi

si fanno sempre più radi

e rarefatti

come l’aria di montagna

quando si sale in quota.

Aspettare un’alba

che stenta sempre di più

a sorgere diventa

ogni dì più duro

come più arduo è

il seder sul davanzale

d’una porta e fissare

tutto il nulla che passa

nell’occhio bianco d’uno spiraglio.

 

 

*

Terribile inganno l’uguaglianza

L’eco  grida i limiti dell’uomo

che  vede e tesse altri sé stesso

e non accetta il pranzar a prezzo fisso

al solito posto dietro l’angolo.

 

Piangono in abito scuro,

come richiesto dall’etichetta,

le voci inutilmente nella loro valle

deserta ed abbandonata

 

Sei troppo vecchio!

dicono

se accetti l’arroganza

e non reagisci più al sorpruso.

 

 

*

Notte

Si spensero le luci quando

la notte crollò sul mio fragile andare.

Gridai "Aiuto"

il silenzio mi rispose muto.

 

Guardai,

sperando nella luce

di un'alba ancora lontana,

il buio non guarda nessuno,

il buio si tinge di nero.

 

Spero ancora in quella luce

la vidi bianca,

bella come latte appena munto

ma allora ero appena nato

e non pioveva sui vetri.

 

Ora la pioggia batte e

spinge dirompendo tutto quello che incontra.



*

Libertà

Stretto al bisogno

senza più la falcata

rincorri attimi

di desideri velati

 

tra caparbie montagne

e gracchiar di corvi

dove aquila impera

aspra natura or t’inchioda.

 

Libertà è

anche il seguir un volo

lo sferragliar d’un treno o

solo sogni oltre quel confine.

*

Sottocoperta

Sorriso aspro il tuo

spento come l’ultima speranza

spezzata come un’onda

sulla scogliera dell’andar via.

 

Indifferenza

di un’occhiata tra i banchi

dove lo sguardo fa da scalmo

al remo ch’inane spinge,

 

quando ti volgi al sud

ed è tempo di bonaccia

o lo scirocco l’unica vela

ormai sfilacciata tende.

*

Tornerò … Venezia

Gela il fiato

su chiodi infissi

come bricole in acqua

a segnar la via.

 

Vado lasciando una foto

in fila ad un finestrino

sguardo perso al piccolo molo

attracco divenuto sogno.

 

Tornerò … Venezia

un giorno senza vento

quando i soffiatori

saranno a riposo.

*

Ricordi di altre vite

Ricordo

una casa sul mare

e la sua assenza è stata sempre

un esodo da un altro esodo.

In questo si riassume la mia vita

come un pesce in un mare caldo

non un tetto per riparo,

ma un letto ogni sera diverso

e vestiti logori …

stinti … su un ripiano posti,

tutto da rifare

in quell'altra vita,

una stagione che dura

più di una stagione.

Un anticipo è stata la primavera

ma ora siamo in autunno

e cadono

mulinando le foglie

ed i verdi diventano rossi.

 

E i miei lunari

si sono adagiati

gli uni accanto agli altri

in una lunga serie infinita di contrasti.

*

Il mio vecchio albero

Il mio vecchio albero era rimasto ancora là,

capo chino ed occhi tristi,

non aveva sogni

quando venne la notte,

solo il latrato lontano d'un cane

cantava per lui.



Neanche il ricordo d'un grembo materno

solo l'odore d'arso

di questa terra malata

e penduli erano i suoi rami ormai spogli.

*

Ed il mio canto si leva…

Oltre quel ghiaccio che mi stringe

esiste quel confine di sassi

che lacera l’urlo di libertà

che dal canto mio si leva.

 

Nella fine del nostro giorno

è la nascita della primavera

il perpetuarsi del nostro domani

il rinascere nei figli dei nostri figli.

 

E continua a levarsi il mio canto

mentre sferraglia un treno,

che porta via i sogni

ch’invano stringo nel pugno chiuso.

 

*

Oltre l’invisibile

Oltre l’invisibile

è il mio tropico

mentre scrivo tra le ciglia

ciò che tu mai hai visto.

 

Sbarco su quella meridiana

i miei lunari mentre

il giorno apre le sue braccia

ad occhi in preghiera …

 

porta via quel calice

colmo di ferite e guarda

sulla mia via pozze d’acqua
che sanno di salsedine …

 

*

Quante parole...

Non voglio dire la mia

ho già ascoltato troppe voci

e da sotto il fogliame guardo
quel grigiore che tutto ammanta

su questa terra dove non crescono ulivi.


Ho affondato i miei pensieri
dove dell'inizio non c'era traccia,

ho cercato il perchè delle lusinghe

e mi chiedo se c'è stato e se c'è un motivo

o se è stato solo un'illusione.



Ora devo andare

dove mi porteranno i piedi

dove sarò ancora una volta solo,

solo con tutto il peso dell'indifferenza

di chi parla pronunciando parole

pescate al mercato delle pulci.

*

Nessuno sa...

A nessuno importa

se scorre il mio sangue
colorando di rosso questa gelida terra.

A nessuno importa
quanto larghe son le mie ferite

io non sapevo

non sapevo d'aver un fratello di nome Caino.

Nessuno sa nè saprà mai delle mie preghiere

nella notte e nel silenzio rotto dagli scoppi

e dal crepitio del nudo acciaio.

Ormai lo so
sorride la nera signora che accanto attende

mentre scivola nel palmo senza più presa

l'arma fatale

e scorre il mio sangue e l'occhio non vede

nè l'oltre nè il già.

 

"Dal racconto di una donna ucraina che ha assistito agli ultimi istanti di vita del fratello colpito a morte da un russo..."

*

Ho letto un epitaffio

Ho letto un epitaffio

su questa terra desolata per tante croci,

orfani e terra in fiamme,

vedove e volti rigati,

lapidi gelide al tatto.

 

Ho letto un epitaffio

per questo mondo in frantumi,

per questo mondo

che non è più libero da catene,

respiro d'anime in volo.

 

Ho letto il mio epitaffio

scritto quando ero verde di speranze

e guardavo un cielo terso e lindo

che si levava su orizzonti infiniti.

*

Estemporanee in fermento


Hanno donato anche un vecchio cuore
che non ha visto estati,
ha viaggiato tanto prima
e non si sa come ora s'è fermato.
*
Cadono...
cadono i sogni e le illusioni
cade tutto come cadono le foglie
e tutto diventa inutile
quando le rincorri nel vento.
*
Era affilata
la lama che ha reciso il pensiero
di quell'immagine rinchiusa
tra le sbarre d'un camino
che non ha fiamme a riscaldare.

*

Restare …?

Cola tra le dita

un contorno di mare
quando ti ansima contro

una raffica che sa di sale.

Restare …?

è solo una speranza d’inverno

quando cessano

tra conati e sentenze

predoni di magre rapine

su nature genuflesse.

 

La vostra

è come quella di Pirro
lentamente si consuma

e come burro si scioglie.

 

*

Suono di campane…(nunzio sempre di qualcosa di nuovo)

Nel sacchetto della medicina,

tra le cianfrusaglie che fecondano

le consapevolezze,

dolorosa eredità

che accompagna l’uomo,

tra l’altro…

ho dimenticato pure

il suono delle campane.

 

Mi nutro di radici

su cui poggiano ricordi

e rimangono statici

gli equilibri della ragione

ed il senso

di una giustizia non sempre equa.

 

E ad ogni traguardo

sorrido

pensando alla tappa successiva

come quando la pioggia batte

e noi s’attende

qualcosa di diverso

magari un sole anche se incerto.

 

 

*

Questo soffio

Questo soffio

che da sempre aggressivo

lascia parole

al crepitio dei fuochi

che accendono nostalgie

che della terra tua narrano.

 

Questo soffio

che ti porta i suoi aromi

ora dolci e profumati

ora salsi e d’aspro olenti

nei tuoi ricordi scava

incessante.

 

E sempre questo soffio

costante ed impetuoso

parla di me e del mio pensiero.

 

*

Sapore d’autunno

E c'è sapore d'autunno

sui viottoli che portano alla vecchia casa,

con tante foglie

sparse sulla terra stanca ed arsa.

 

Ora

ansimano i giorni sotto il pergolato

e le parole

sono avvolte in un fazzoletto

che conserverò sotto la neve

quando verrà l'inverno.

 

Ed intanto

sull'alto pioppo un corvo gracchia

comprende il mio linguaggio

ed è bene

perchè l'anima dell'autunno

mormora

e presto porterà freddo e neve.

 

*

Il volto del buio

Non ho sere per questo autunno

e la notte giunge inattesa

 

verde e genuflessa.

 

Parlo di colori

con i miei occhi

tracciando disegni d'ombre

dove la cenere conserva ancora

tracce dell'antico richiamo.

 

E torno ad ascoltare

il racconto delle case

chiudendo la finestra

e bramando il volto del buio.

 

*

Occorre

Occorre che qualcuno dica
che oltre quella siepe

c'è ancora qualcosa che valga.

 

Un suono dolce ed una filastrocca magari,

bambini che ridono

come oggetti in una stanza

ed il senso d'un limite che si allunga,
ed io che osservo questo protrarsi
senza mai parlare...

 

penso.

 

*

Cercando

Sull'ultimo foglio

sillabe immobili

a misura di un tempo

e di uno sguardo che veglia

su ore che corrono.

 

E tu?

Tu dormi serena,

alba d'un nuovo giorno.


Voce e labbra.

 

Alfabeto di un amore,

stagione di un volto

che domani sarà sorriso

e memoria.

*

Metrica d’attimi

È solo metrica d'attimi

nell'immagine sgualcita di un bacio

lontano ricordo di sguardi

conclusione di respiri in affanno.

 

Ed io ho acceso la luce

su sorrisi ad una scheggia di me

nel niente idea del tanto.

 

Ho fatto tesoro

delle spighe raccolte

stipando grani in silos di speranze

 

e nel silenzio

narrando d'un insieme

io scrivo.

 

*

Ho corso

Ho corso libero gioiendo,

il contatore dei giorni ho ignorato

e nascondendo tra le mani

un frammento eroso di sogno

son stato custode della fiaccola.



Il tempo se n'è andato

con i suoi pesi e le sue carrette

ed or cose nuove attendo.



Cori di voci saranno nel tempio

all'aprirsi del primo germoglio.

Tutti gli orizzonti

avranno la stessa lingua

e degli stessi colori dell'arcobaleno

si coloreranno.

*

Ciò che nessuno sa

Aspetto...

ma non so ancora cosa

andare vestito di tutto punto



e dove?



Caro mio paese

oggi hanno lasciato solo rifiuti,

dietro casa

c'era anche un tubo,



residuato o atto a sputar veleni?



Vorrei tornare alla vecchia casa

anche solo per una boccata d'aria

anche se vestito di tutto punto.



*

La mia verità

Mi hanno raccontato tante cose

quando ero piccolo ed imberbe

 

dovevo credere

erano i grandi a dirle.

 

Ora che son grande

devo ascoltare gli altri

 

perché loro dicono il vero…

 

ma quando potrò dire

io

la mia verità?

 

 

*

Giustizia

Guarderemo le viti

ed i loro germogli

o il loro pianto

quando saranno ferite

e da esse comprenderemo

quel grido che si leva

da una, cento, mille voci

e faremo leva

sul cuore della terra

per portare un pensiero

sulla tomba dove

dimenticata giace

 

giustizia.

 

*

Al mio funerale

Ci sarò anch’io al mio funerale

per i vostri visi mesti

impassibile sorriderò

ed invisibile

ascolterò le vostre chiacchiere

cercando di capire

se ho perso o vinto

nell’ultima scommessa.

Ma prima mi piacerebbe ascoltare

un’ultima volta

la quinta di Beethoven

ed il suono del mare quando batte

sotto il muraglione brullo

dove nascevano i capperi

prima del salso dei vostri pensieri.

 

 

*

Lasciatemi sognare

Lasciatemi sognare

or che il cielo s'è imbiancato sul mio capo

e l'orizzonte è sempre più stretto ai miei occhi.

 

Lasciatemi sognare

tra le mie parole, i miei silenzi

ed i miei pensieri.

 

Lasciate che il mio respiro sempre più ansante

sia libero e senza freni

ed il mio passo

anche se traballante

vaghi tra gli angoli d'una casa

anch'essa bianca d'anni e crepe.



Lasciatemi sognare

nella mia solitudine.

*

La bambola di stracci

Hai sporcato le tue mani

svuotando sacche di memoria

per l'immagine d'un tintinnio.

 

Hai preso terra di tutti

dimenticando volti scarni

e labbra screpolate.

 

La terra è dei suoi figli

come i figli son terra d'una madre.

Era giusto il pianto d'una madre

cui avevi tolto un figlio?

 

Lo sguardo triste d'una bimba

seguirà sempre la mano

di chi gli ha portato via

la sua povera bambola di stracci.

*

Ho lasciato una rosa

Ho lasciato una rosa

...dove una donna gravida e dolorante

ha perso il respiro,

dove un bimbo smunto e malato

ha implorato tra le lacrime muto

pietà.

 

Ho lasciato una rosa

dove uomini un tempo liberi

hanno morso il ferro

per vivere ancora un istante.

 

Ho lasciato una rosa

dove esseri umani erano solo

numeri

nella bocca d'un forno.

*

Nel silenzio

Nel silenzio

una domanda un po’ diversa,

non una risposta…

trenta secondi di buio

dal quale estraniarsi

e veder le cose da lontano,

per chiedersi

dov’è lo stop o

se si vuole il break

a tante visioni che fanno

da ponte ai sogni

traghetto instancabile

tra realtà ed impossibile…

bisognerebbe amar di più

quel silenzio…

 

un giorno potrebbe dare

la risposta voluta.

 

 

*

Giornata di vento

C’è vento sulla piana

scirocco che già dall’alba

continua senza pausa

il suo bizzarro soffiare …

le mie emozioni si fermano

sulla sponda del ruscello

in un mormorio

d’acqua che scorre.

 

*

Di fronte alle evidenze

Uno sguardo gettato

oltre la finestra

ed anche oltre i cumuli

d’immondizia e di bugie

che negli spazi più oscuri

sono sempre stimolo.

Non c’è più ritorno

da quei quartieri

dove la condanna è a vita…

 

pensare…

 

e poi girarsi,

chiudere la finestra

è come chiudersi dentro.

 

*

Basta poco

Mi basta una ciotola

di zuppa e poter vedere

altri occhi che guardano

ognuno per i fatti suoi,

non si cercano grandi cose

ma solo un respiro lento

e la profondità di un sorriso

mentre l’ultimo raggio

si ritira nella sera.

 

 

 

*

Silenzio e sogno

Ho voluto esser silenzio

pur lavandomi di parole.



Son partito con il primo treno

e fui assenza dura e dolore.



Diventai sogno che vaga

su queste lande desolate.

*

La casa delle bambole

È ora il mio pensiero quello che dice

- Basta! -

Ha riposato abbastanza la coscienza

nel suo sacrario.

Ha guardato a lungo gatti

dileguarsi all'alba

e carezzato tanto la voce della follia.

Ora è giunta l'ora di partire

anche se Epulone mi alletta

ed i desideri sono tanti.

Cambierò rotta solo quando sentirò

il fischio d'un treno in arrivo

e guarderò per l'ultima volta

la casa delle bambole.



Ah! Sì!

Quelle vecchie bambole rimaste sole

senza più nessuno che tiri i loro fili.



*

Nel mio giardino

Nel mio giardino

stamane ho piantato un ciliegio…

non l’ho piantato per i suoi frutti

o per sentire la sua carne

crepitare d’inverno,

ma per vederlo crescere

e sentirne il profumo

finché potrò…

 

 

*

Namibia

Deserto

ed i suoi lunghi silenzi,

deserto

una lingua comune,

un lungo guardare

arco lunare e tanti pensieri.

Ho avuto paura

di quella lunga colonna e

di ciò che nascondeva,

i due opposti

solitudine ed angoscia

ed io in mezzo

randagio da sempre.

Parole

ed il ticchettar dei secondi,

clessidra che si svuota in attesa,

vuoto a perdere d'un discorso,

ed ancora il silenzio

senza timbri e senza visti...

 

solo deserto e lunghi silenzi.

Da "Voci e volti del passato"

*

Rane

 

Ho amato la pioggia

 

perchè nettava il lerciume,

 

ho amato i raggi del sole

 

che asciugavano il bagnato

 

 

 

ed ho amato il soffio del vento anche quando urlava

 

 

 

perchè era il simbolo dell'alito divino.

 

Ed or che alla fine son giunto,

 

stanco, annoiato ed infastidito,

 

ho lasciato quella vecchia palude

 

dove rane

 

notte e giorno gracidavano

 

senza sapere se

 

creavano suoni o rumori molesti.

 

*

Se il tempo…

Mi è stato dato un motivo

per andare al mare,

forse due per aspettare che il tempo

mi dia un domani,

in ogni caso

aspetterò comunque

che siano andate via

con l’acqua del fiume

le mie nostalgie

per andare a pesca…

 

*

Non so sorridere

Non so sorridere

per un centimetro di sole

che batte sul mio cammino

anche se dovrei…

Non so sorridere

per una visita inaspettata

anche se piacevole…

Non so sorridere

se non quando mi ricordo di te.

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-03.07.2011

*

Derive

Di una vita

ormai resta solo

un legno alla deriva

ed un nome dimenticato,

ha avuto la sua rivalsa

questo mare

che si sporge ancora sui suoi scogli

sbattendoli con le sue onde

come quando al maestrale

lui

solo grande sovrano

s’arrende…

 

*

Illogico pensare

Ho visto uscire la luna stasera

senza permesso

ed è una vita che sprango porte

per poi vederle aprire senza chiavi

 

com’è arduo

cercarne il motivo

quando la risposta ce l’hai in tasca.

 

*

Non fa differenza

Non fa differenza

esser bambini o adulti

donne o vecchi quando

per nome hai un numero

per chiunque sei il trecentosei

o il novecentoquattro

non fa differenza

resti solo e sempre un numero.

*

Attesa

Si ferma fino all'alba il sorriso

su una lettiga …

poi è notte

notte di traumi

notte su un volto di donna

che da ragazzo hai amato.

Sei solo e non c’è nessuno

neanche un cane di parente.

Forse abbiamo parenti

da qualche parte

parenti che vedi solo quando muori

e che si chiedono

- ma questo chi era?

Mostrano visi contriti

mentre nel silenzio pensano

ai fatti loro ed a come

si stava meglio a casa.

 

*

Idee e pensieri

E grigia è

la tua anima

che nel giorno più bello

si colora con i resti

d’un gioioso convivio.

Non c’è raggio di sole

a spennellare le tue idee

né arcobaleno

a rallegrare i tuoi pensieri

che nel giro di vita

si consumano

tra nebbie di vetro e di cemento.

Ora sopravvivi

inaccessibile ed a patti

con ciò che rimane del passato.

 

Pbbl.scrivere-08.09.2011

 

*

Notte di dolore

*

Rugghia feroce stanotte

il mare

dove la nave ha innalzato la vela

ed i flutti hanno eretto barriera.

 

Non è secco di rugiada

e gronda ancora sangue

quell'arto che aveva ancora

voglia di vivere ed il dolore

ancora impera e bussa alle porte.

 

E ... uomo continuo

a capo chino ad andare...

a vivere nell'estinguersi del tempo

l'occhio volgendo all'onda selvaggia.

 

Da "Ombre sul sentiero"

*

Quella vecchia conchiglia

Ho guardato in faccia il mare

avevo voglia di vederlo

e mi sorrideva in sogno,

non volevo le solite curve

e neanche distese verdi,

sentivo sempre il suo suono

nell’oblio del tempo

ormai quasi agli ultimi granelli.

Forse qualcosa in tasca

me l’ha ricordato …

 

quella vecchia conchiglia sbrecciata.

 

 

*

Predicatore

Parli

e continui a parlare …

parole, tante parole

che cadono

in un vuoto senza confini.

I pensieri sono fissi

appesi alle pareti

come tanti quadri

inutili

come manifesti elettorali.

E la polvere continua

ad accumularsi

là dove prima c’era

il lucido dei palcoscenici …

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-15.09.2011

*

Resti di zolfo e di piombo

Nel campo …

il pensiero

unica cosa rimasta viva

ma anche quello

scema lentamente

come la speranza.

Era stato solo l’inizio.

Tronchi anneriti intorno

e case dirute …

 

là una culla piange il suo bambino

 

il freddo nelle ossa

e quel fischio lancinante

sopra il crepitio

 

bombe che tutto squarciano.

 

Fiamme e fumo e lamenti

ad invocar una madre

anche se già morta.

Lungo travi annerite

si conserva l’orma crudele

del piombo e del silenzio

che parla di morte.

La coltre del tempo

misericordiosa cela

resti di zolfo e di piombo.

*

Ormai è sera

Lontano nei campi

il vento semina folate,

piange la porta della cantina,

guaisce un cane sulla strada,

chiude una finestra curiosa

la vecchia dirimpettaia

ed asmatico si ritira il giorno

 

ormai è sera. 

 

 

Pbbl.scrivere-06.02.2009

 

*

Saprò ricordare

Nel perimetro dei miei pensieri

partoriti nelle notti di luna

saprò ricordarti

parlando con gli alberi.

Saprò ricordare ogni tuo gesto

anche nel semplice

volger lo sguardo …

e saprò ancora ricordare

un dono nel sorriso

come quello dell’ostrica

quando dona la sua perla.

Saprò ricordare

nella mia gioia ormai seduta

anche se tu dovessi dimenticarmi…

 

 

Pbbl.scrivere-01.10.2011

*

Esito (31 maggio 2022)

Lieve soffio...

l’aria.

Chissà quando vestirò di gioia e non di dolore...

mare grande

questo sciabordio di pensieri,

e dai fondali dell'intimo
mani sommerse e poi...

e poi mani che dragano il corpo,

le due facce della luna,

l'una nera,

l'altra sempre ridente,

chissà perchè...

ed io verde di speranza

ancora incredulo

d'un esito positivo vedo il risvolto.

*

La voce della ragione

Il tuo correre s’è chiuso

tra le intenzioni

sotto una lapide

dove tu l’hai costretto

per paura dei fantasmi.

L’hai messo alle corde gridando

fermati! –

e sognando un amore

l’hai ridotto in schiavitù.

Ora sei in pace con te

e con il tuo pensiero

che brucia ceri

davanti a simulacri di sentenze

di un cosmo ormai asservito

ma sogni ancora

di stendere le tue ali oltre

i confini del possibile.

*

Battaglie di pensiero

Cominciavamo a contare ogni cosa

dopo l’amputazione del pensiero e

seguivamo la pioggia

portata dagli angeli.

Senza nome era il cardo

che qua e là indisturbato

ed incurante dei piedi

cresceva in quella stagione

dai colori strani

e non s’aveva più voce

per gridare la verità

mentre dilagava il terrore.

 

Era il ’68

ed eravamo stanchi

di barricate al pensiero.

 

*

Acqua

La gente spera nell’acqua

guardando verso il cielo

in preda all’afa

ed il migrante spera che finisca presto

quest’inferno di umidità

guardando a riva

 

quanti desideri …

e tutti diversi.

 

*

Alla ricerca di me stesso

Cerco un volto

ospite

in questo mondo

di nebbie riciclate

che ad ogni istante

trasformandosi vagano

ad altre terre dirottate.

Cerco quell’ospite

sotto i pini

testimoni innocenti

di amori

che hanno lasciato impronte

e lo cerco ancora

dove vegliano custodi

le vecchie torri ormai smerlate

del luogo natio …

 

ricordi sbiaditi

ma mai cancellati.

 

 

 

Pbbl.scrivere-22.09.2011

*

Dopo l’uragano

Ho guardato negli occhi l’uragano

l'ho visto giungere con tutti i semi del dolore.

Le sabbie son divenute il mio talamo

e quando l'alba giunse

con le sue calde carezze

portò con sè il silenzio.

Nella mia casa ora
c'è la pace e l'oblio impera

ed anche gli alberi hanno perso i colori.

Non ci sono cancelli

nè muri nè porte dove le sabbie cantano

ed i ritmi della sera

si perdono nel suono del ngoni.

 

Nota: Ngoni, rudimentale strumento a corda che accompagnava i

           canti di dolore.

 

Da "voci e volti del passato"

*

Acque

Acque che irrompono,

impetuose come la tua lingua,

arroganti come i tuoi gesti,

dietro una lapide (la tua)

corrono

per fermarsi alla fine

lungo le possenti braccia

della vanità.

S'è alzato il livello ormai

e gli alberi sono vicini

si fermano lambendo

i tuoi piedi da impiccato

nella tua stessa lingua.

*

Tempo di marea

Per la durata di un tempo

parliamo

una lingua sconosciuta

che non conosce dei,

che ricorda le antiche pietre

e della distanza annulla i numeri.

 

Abbiamo lacrime che parlano di vita
e nell'ora del tramonto,

quando l'usignolo leva la sua voce,

affondiamo le radici nella fiducia.

 

Io sono l'allodola del mattino

memoria al sorgere del sole

tremula foglia al soffio lieve.

*

Ora che il tempo si veste d’inverno

Forse si sta dove ci sono altri luoghi

come in quei giorni

che cadevano d'inverno

e noi contavamo i passi della bora.

 

Ora guardiamo le case,

piccole luci nella sera

con tante anime che entrano ed escono.

 

E che parlano chiamando per nome

chi accendeva il camino

ed ora canta

nelle cattedrali del cielo.

 

Così dicono di noi

ora che siamo andati lontano.

*

Vento

Sembra voglia rosicchiare queste mura

il vento

e sulla piana battere il grano maturo.

Le zagare ormai

hanno perso petali ed alla fine cadute.

In aria annaspano

mani e pensieri seguendo rotte sconosciute.

Parole mai dette

che dicono più di un oratore da foro.

I silenzi

si son lasciati convertire

da quell'aria impetuosa che imperterrita

sulla piana imperversa.

Un cielo pietoso

versa una lacrima a quella luce che lo vela.

*

Aedi

Sono custodi della parola,

la curano,

l'accarezzano,

ne gustano il suono.

Segnano il ritmo delle risacche

quando il pensiero vola

ed i destini si compiono.

 

La catarsi

si ripete verso dopo verso

e l'eco del tempo ne riporta la memoria

nel cadere dei giorni.

 

Sono anima delle vite

soffio d'infanzie espanse

in rughe profonde degli archi temporali.

*

I segni delle stelle

Il tempo ha lasciato le sue orme

come la nera sciara sul passo incerto.

 

Ci sono orme dovunque,

franano sentieri e mete

imprimendo segni

che danno volti alle pietre.

 

Sono i segni delle stelle

a dar un soffio di vita.

 

L'anima aliena vibra.

*

Calda estate

Abbiamo ricomposto nenie

indossando calighe tra i sassi,

coreuti tra la folla

abbiamo dimenticato la nostra identità.

Là! Lontano,

sul serro da 'za Nora

vanno formiche in coppia,

son rimaste solo pietre miliari

querce ed ulivi secolari

a contare i passi

sullo sfondo di quel cielo trasparente.

Cicale e grilli

cantano

facendo coro all'afa che opprime

mentre l'ombra rimane fissa

attaccata al suo terreno.

*

Alba a Moon Valley

L’alba nel suo indorar

era come un abbraccio di madre

quando nelle fredde notti

il tempo gelava il respiro.

Lingua e canto alle stelle,

null'altro

se non che quella sua litania

prima del tramonto.

Si ripetevano

prostrazioni e dubbi

ed il passato riesumava

memorie d'una lampada

in un dormiveglia senza parole.

Ed erano sguardi

che si facevano voce

parlando l'idioma della terra.

 

Da “Voci e volti del passato”

 

*

Attualità

Sento il freddo di questi giorni,

arreso

raggomitolo le mie ossa

 

poggiando una guancia vizza

al mio prossimo compleanno,

ciò che rimane è solo poco tempo

 

rubato al fuoco dei bivacchi.

Stasera aprirò l’ultimo giornale

vi leggerò del temporale

 

o, se volete, della battaglia

che c’è stata ieri

con le forze di gheddafi

 

ma non chiedetemi dei fiori

che ormai crescono stenti

per il poco amore.

 

Il cielo ormai si avvicina alla sera

con i suoi colori che piangono

un grigio fumo pieno di tristezza.

 

Scritta e pubblicata il 21/09/2011

 

*

Verso la mia terra

Verso la mia terra

ho solo uno sguardo di nostalgia

senza parole

 

non ho del fuoco

ma tra le mie ciglia arde il pensiero

verso la mia casa.

 

A quel congedo

ripenso di tanto in tanto e

desideri antichi

 

risalgono la china

della lunga separazione

perché tu mi sei nel cuore

 

e rimani solo leggenda.

 

*

In silenzio onora i morti

Un nome

un indirizzo

qualcuno un fiore

 

ma su tutti il silenzio

labbra serrate

nel culto della sopravvivenza.

 

Non ci sono scuse

in un orizzonte

da ciminiere popolato

 

non ci sono scuse

davanti ad un blocco di cemento

da scheletri popolato

 

e noi inerti guardiamo

illusi del

- Non è cosa mia -

 

*

In cerchio sotto il cappello

Un raptus deborda in deliri ed urli,

la foglia ride soddisfatta

ed io conto i fiocchi di neve

nel silenzio.

 

Ma

 

sarà solo e sempre il tempo

a dare il ritmo alle vibrazioni

d'una lingua ormai desueta.

 

*

Un giorno sarai vinto …

Hai corroso la carne innocente

lapidando le giovani speranze

 

la fiaccola della vita

hai spento e senza misericordia

 

di lacrime ti sei nutrito

saziando la tua crudeltà.

 

Un giorno sarai vinto

e la primavera tornerà

 

a portare le rondini e

con esse un sorriso

 

a quelle creature

cui tutto hai negato.

 

*

Eroe mancato

Rimase l’inverno

a coprir speranze,

attracco senza molo

dove cime s’annodano

a bitte d’illusioni.

Il resto d’un vissuto

da eroe a pochi cents

si consuma ora

su lande desolate

mentre la bora soffia

sempre dallo stesso lato

e tra un uragano e l’altro

i sentimenti scoppiano

naufragando frammenti

su litorali in disuso.

 

Da “Voci e volti del passato”

*

C’è stato

Materia trepidante

erano

quando anche i silenzi

crollavano

in un inutile e caotico

inizio di ricordi,

di occhi che cercavano

una via dove oggi sono

solo ruderi e ombre

e su questo paesaggio

al suono di folate

appassisce un sorriso…

dramma d’un anniversario

ormai dimenticato.

 

Da “Voci e volti del passato”

*

Prospettive

E colori di solitudine

spennellano

ritratti di donne e di bambini

traumi

di nuove società in marcia

sospese in un quesito

vuoto di prospettive.

 

Sono l’essenza

delle nuove giovani vite …

*

Io ci sarò

A capo chino

muto

all’aria tersa

nel sospiro

scontroso del mattino

io ci sarò

a veder l’aurora

e guarderò quel sorgere

insieme di speranze

battuto come la scogliera

ma sempre pronto

al nuovo sorgere.

 

*

Nella sera

Appena distinguibile nell’oscurità
si delinea la tua sagoma
isola

 

fertile d’incanti

e di misteri

invisibile ma presente


con i tuoi aromi
e le tue scogliere

di te oggi canta

 

quella vecchia nenia che giunge

insieme a raffiche di maestrale

quando sibila dietro al faro.

 

N. : … alla mia terra

*

Petali

Fiori appassiti ormai

come i fiori di cactus

che vivono un giorno

 

e si torna sui propri passi

non si vorrebbe

invecchiare così

 

mentre danzano i petali,

ora rossi ora gialli,

fiori che sanno di sogno,

 

dicono di un sorriso

che fa dimenticare i grigi

tra baci e sogni.

 

E si salgono

i gradini della cattedrale

a sentire il profumo dei monti

 

ed ascoltare

ancora una volta

la preghiera della sera …

 

*

Soldato bambino

Nel passato

obici e cannoni

distruzione e sangue e forse

 

ancora non intenzionale
quella moneta da testa o croce
tra le dita

 

Non facile la scelta quando

ti guizzano come fantasmi

la gola secca per la paura

 

e crampi allo stomaco per la fame

e dietro l’esili tue spalle

la confusione dei tuoi giorni.

 

Da “voci e volti del passato”

*

Solo le unghie

Solo le unghie restano

del gran malessere

ormai lontano da tutti

te ne vai e nel bosco

pensi a cosa sia

o a cosa possa significare

quel male mattutino

quando ti svegliano le campane

a ricordarti d’esser in questo

mondo fatto di polvere

ed in cui polvere ti annullerai.

 

Solo le unghie restano…

come la sabbia alla fine dello scivolo.

*

Un foglio ingiallito

Ho visto...

il freddo dell'acciaio sulla schiena
ha lasciato il segno.

Erano sei

e nel sangue gorgogliava

il rantolo.



Straniero e sconosciuto

ho guardato non visto.

Sei madri

nell'agonia dell'orrore

e sotto gli occhi il dolore.



L'orma del ruandeli
flagello e fiamma

su sei resti fumanti
e unico sopravvissuto

l'odore acre di carne bruciata.

Da “Voci e volti del passato”

*

Collera e Pace

La collera impera

a ritroso nel tempo si varcano confini

si sdradicano dalle radici gli alberi.

Piangono le terre invase

dai pendii lacrime cocenti gocciolano.
Sull'asfalto tra schegge e materie fumanti
scorre a fiotti il sangue


gli eroi saliranno sul podio dei morenti
e staccheranno la falce alla morte.
I nuovi germogli saran salvi

dall'empietà dell'invasore torvo.


Gli eroi

ora cederanno il passo alla pace.

*

La meta

Smussando creste d'onda

divenni ciottolo al sole.

Le illusioni sono acqua che scorre

su un palato asciutto,

il primo e l'ultimo desiderio,

una meta

nascosta dietro l'ultima curva.

Quando ci saranno i vespri

l'alloro fiorirà

e le sue bacche saranno

l'ornamento di questo andare.

Le mie campane

hanno rotto il silenzio.

*

Ricordi di casa

Io nato al caldo alito dello scirocco

e vissuto tra le nebbie stagnanti

ho cercato te

terra mia.

Sono ancora calde le ceneri nella conca,

come sono ancora vive

tra le rughe e le ginestre

le mie memorie.

Son fermi là

appesi a quelle canne del dammuso

i ricordi del pani cunsatu e delle panelle fumanti

che lo zio Cola preparava al mattino.

Ora ti ho ritrovato terra mia

ed ho compreso il senso

del canto delle cicale

e del profumo delle tue zagare.

*

Rimando

Sono muro che guarda

una terra umida verde di prati.

Sosto

sorbendo tutto il calore dell'alba

ma

non ci sono raggi all'orizzonte

e l'attesa

si fa sempre più lunga e grigia.

Attendo ancora

che il secolo traspiri umanità che non vedo.

Sì! Quella stessa che vive

rintanata nei suoi cunicoli.

Ridicola facciata

di una cattedrale dissacrata,

maschera senza contorno e senza crepe.

 

La nebbia non ha mai voluto questo.

*

Sira di frivaru

Stasira chi di nenti eni vistuta

pari na puisia lu tempu

chi lentu curri e nuddu u ferma.



Comu nu lamentu,

quannu 'nte notti d'immernu

a nivi cari,

'nte mura di sti quattru casi

u ventu

ribbumma e porta ummiri,

chi du suli iannu

sulu nu rivordu.



Vardu

da finestra ddi poviri cristi 'ncuttunati

chi si nni vannu a spassu

comu ca fussi jornu

e pensu

a quantu fussi bellu

s'agghiurnassi l'arba rirennu.

*

Un segno del tempo

Questo è il segno che incisi sull’albero

andando via da una terra amara
sotto un cielo di primavera

verde di speranze.


Azzurre

garrivano rondini

che presto sarebbero andate via.

 

Non c'erano solo sentieri

ma strade

tante strade che mani stanche

di tanti colori

avevano dipinto.

 

Nel prato cadevano lacrime

versate da occhi di ghiaccio

avevano chiesto un sogno

circonciso dal tempo.

 

*

Dietro la finestra

Piove!

Ed io guardo tra le gocce

questa primavera che ancora non c'è.

Attraverso con lo sguardo

quest'alba lattiginosa

con la voglia di starmene qui

al chiuso

fuori da questo mondo untuoso

e ricco di acidi saturi ed insaturi.

Alzo il calice

e brindo al nuovo giorno

senza la speranza che sia diverso

e magari con qualche rondine in più

in volo

ed in caccia a becco aperto.

In lontananza

sventola ancora la bandiera

sopra la porta del Municipio

è rimasta anch'essa senza medaglie

chè se l'è portate via l'ultima crisi.



*

C’era un tempo un sorriso

C'era un tempo un sorriso...

un sorriso per ogni cosa.

C'era una rosa in quel giardino

ed era rossa, rossa

come un tramonto di mezzagosto.

 

C'era sì! Quel sorriso...

ma al ritmo d'un tremore

come neve al sole s'è spento.

 

Or c'è ancora una rosa in quel giardino

una rosa bianca, bianca

come il tremore delle mie mani.

Bianca come la gracilità

che giorno dopo giorno

queste membra invade

ed insicuro il passo rende...

 

... e soffro quest'orrendo dolore

dall'amaro gusto del metallo

c'attanaglia il mio ventre

ed imprigiona i miei arti.

*

L’arte dei pupari

È diverso,

guardando l’insieme da lontano,

il concettuale dalla realtà.

Sfiori le ambizioni

ed alla fine tiri le somme

come quando annaffi la vita

raccontando storie

di allevatori di parole

o di acconciatori d’idee

o di chiunque abbia qualcosa da dire.

Parole addestrate a colpire

a fondo e senza ritegno.

Si tirano i fili senza far muovere

una sola marionetta

 

l’arte dei pupari

non è la mia …

 

 

*

Dolore e rinascita

La tempesta si scioglie

e le sue lacrime fischiano

sull’arsa terra cadendo.

 

Di dolore s’inzuppano

le sue zolle e gioia

cedono ai tuoi germogli

 

e sotto le rocche del capo

imperterrito il mare rumoreggia…

e l’indifferenza impregna

 

pareti dove

preghiera e suono

di campane fanno eco.

*

Solo se Dio vuole

Scricchiolano i sassi

sotto i tuoi passi

e del tuo passare

poco rimane.

Tu uomo sai

su cosa poggia il tuo piede,

tu uomo sai

cosa hai tra le mani

e cosa si nasconde

tra le tue parole.

Anche il tuo sorriso poi

è un’incombenza

qualcosa che deve apparire,

qualcosa che deve conquistare

 

senza badare a spese.

 

Povero uomo

verso il luccicar degli ori

teso… ma come dice

una vecchia preghiera

sulle sabbie scritta…

 

- solo se Dio vuole -

*

La conoscenza?

Nel turgore della tua anima

di ricordi disegnati

il peso grava

e nel delirio delle ore

tra nebbiose ragioni

e contorti cavilli

rade restano le tue idee

sfoltite sul tableau

chiamato vita.

 

E la conoscenza?

Puoi dirmi qualcosa di essa?

 

È solo orpello

dipinto di grigio

tendente al nero.

Non si vestirà mai di verde

ché più essa è grande

più avrai coscienza

e maggiori saranno i dubbi.

 

*

In riva al lago

Il lago è fermo

nella sua pallida livrea

tra le canne che fremono

ed io vedo petali

che cadono.

L’inverno non è stato

così buono per la rosa,

solo un cattivo commiato

tra il rosso infuocato

ed il verde primavera.

 

Chissà se torneranno le rondini…

*

Quel camminare scalzo

Tu che sei informità

povero ed imberbe illuso

che ne sai

di quel camminare scalzo

tra cardi e baciapiedi,

tra ginestre ed oleandri,

tra aromi d’origano e di mentuccia

ch’alle efflorescenze

del cappero spontaneo

e della nepitella s’uniscono…

 

che ne sai?

 

Mi manca

quel camminare scalzo

come il sole al giorno

quando gli orizzonti

la nebbia oscura…

 

 

*

Il canto della cincia

Ascolto il canto della cincia

come ascolto

il ribatter dell’onda,

non conosco il suo linguaggio

ma cerco d’immaginare

il suo messaggio perdersi

nel silenzio del mattino.

C’è un giardino tutto suo

in cui non posso entrare…

 

e torno ad immaginare.

 

 

P.S. ... a volte anche un particolare insignificante, quale il canto di una cincia, può portare a riflettere...

*

Volti del passato

Siede sulla difformità del muro

che ostinato sull’onda s’erge,

di quell’ombra incurante

che distorta incombe

ed il balsamo del pensiero

nei ricordi rotola la sua sequenza.

In quegli occhi acquosi

anni… tanti anni

tutti passati sotto quell’arco bianco

che ora adorna il suo capo

e nulla torna dalla deriva

solo qualche alga

ma nessuno di quei volti

ormai svaniti

come nebbiolina di primavera

al primo raggio di sole.

 

 

*

Attrazione

Ed è valzer

nenia con brio che muta

al ritmo dei cimbali

 

 -forse speranza?-

 

e tu ascolti

nel soqquadro dei sensi

sfumato all’alba

smembrato

in quei vapori

che di Venere hanno il dolore.

Saltano i ballerini dell’un-due-trè

 

 -vale ancora qualcosa questo danzare in fuga?-

 

Sempreverde

è il colore del dopo

quando scatta l’ultimo istante

tra due poli che s’attraggono

pur allontanandosi…

 

 

*

La gloria

Gioisce la gloria

bistrattata dall’eroe

che l’ha costretta a cingere

di corone la sua fronte

mentre lui cade

stramazzando colpito

sorridendo

con uno sguardo al cielo

 

*

Meglio …

Non importa avere occhi

e poi

per vedere cosa?

Nuvole o azzurri intensi?

Guardare orizzonti e

descriverli a chi

non ha occhi e cuore

per apprezzarli?

Forse meglio un bianco

senza colori e senza linee

e suoni che esprimano

il silenzio

come un corpo nudo

che esprime le sue linee

attraverso il lino

che l’avvolge…

*

Il cerchio

Non un gesto né una parola

solo uno sguardo

quasi un voler dire

-è il senso non senso della vita-

I nostri sentieri sono tracciati

su impervi pendii

ci portano verso nuove mete

verso ciò che crediamo nuovo

non vedendo il cerchio che si chiude.

 

 

*

Il tempo assoluto signore

Io sono qui

ad aspettare un arrivo

sono qui

ad aspettare la prima luce…

 

volgo lo sguardo

indietro

 

era un giorno come un altro

nulla di diverso

e se n’è andato via

via ad accumularsi agli altri

mentre il nuovo giunge

ancor più annoiato

del già trascorso…

 

è come cambiar l’abito

di cui varia solo il colore …

 

*

Dove la neve cade

È tornata a fiorire la forsizia

ed ormai la primavera fa capolino

ma non c'è gioia nei canti degli uccelli.

Laggiù ad est

dove ancor la neve cade

urla e pianti s'odono per la battaglia che infuria.
Ora anche dal mare giunge

il mortal boato dell'invasore

e la morte scivola furtiva ed inesorabile

tra quelle anime che libertà agognano.

*

E poi lacrime...

E bambini  e donne di Mariupol, 
hanno inutilmente atteso
una primavera calda e
desiderato un sole ridente.
La barbarie ha mille volti,
mentre il sangue gela nella neve
e s'ode cupo il ruggire dei carri.
Non più nenie a cullare volti spauriti
non più sorrisi ad accoglier compagni stanchi
solo l'atroce orrore che dilaga tra le macerie senza più vita.
Una carezza (e non sempre) e poi...
e poi null'altro 
solo una carezza prima della tristezza immane...
e poi lacrime... 

 

--- la follia umana non ha limiti ---

*

Dopo la tempesta

Placato ormai è

del suo furore il mare

non scuote più

onde ingorde con le sue ire.

 

Placato ormai giace

quieto

e rinasce la speranza

per chi in cerca va della sua sponda.

 

*

La verità

Lui dice la sua verità

o forse ancor meglio

quella verità che tutti conoscono

ma di cui nessuno vuol parlare.

 

È scomoda la verità

anche ai potenti

 

ma è la verità…

 

e sa di lapidi e d’incensi.

 

P.S. …a Saviano

 

*

Chiuso per ferie

Ci piace

camminare in quel corridoio

dove i muri sono

tronchi d’alberi ed il tetto

è di frondosi rami.

Odoriamo di muschio profumato

sotto gli occhi increduli

d’un assonnato ghiro

e gli aceri fanno ombra

a pensieri che inutilmente bussano

cercando d’uscire

a goder del canto della natura.

Non sanno leggere

il cartello dice

 

-chiuso per ferie-

*

Il mio esserti

Ogni tuo granello

è parte di me,

e senso puro del mio esserti

è la nostalgia

dei tuoi aromi.

 

Mi nutro dei ricordi

ed assaporo l’approdo

baciando l’orma

di quando ti lasciai …

 

dormirò alfin in pace

nell’abbraccio tuo.

 

... alla mia terra”

*

La trama del silenzio

China il suo incedere il silenzio

 

nel silenzio si grida

ciò che si pensava fosse

uno dei piaceri più intimi

ed io m’arrovello cercando

un perché alle mie parole.

 

Sono piccole

non roboanti

non stendono tappeti

sono quelle di tutti i giorni

senza aureole

o bordi dorati.

 

Sono la trama d’un tessuto

che ha per nome

 

-silenzio-

 

 

*

La casa delle stagioni

Sono passate

ed ora son chiuse le porte

di quella casa

dove ammucchiate giacciono

confuse stagioni.

Una per ogni cosa

la prima

per lo sbocciar dei sogni

la seconda

per l’esploder dei colori

ancora una

per il loro appassire

ed infine una

per il gelido soffio

che chiude ogni cosa.

Ed ora son là a rivestirsi

della fredda coltre

ch’il tempo regala.

 

 

*

Ritorni

Ritorni al profumo di zagara

ritorni in quest’estate

di pagine di verità

 

ritorni

in questo volo d’uccelli

e di canti di cicale

 

ritorni ai miei ricordi

con un sorriso d’occhi

che s’apre

quando il primo albore spinge

le ombre della notte buia.

 

E ritorni

perché così era scritto

nel grande libro dei miei giorni.

 

 

*

Al Cantara: le gole…

E gli altopiani piangono

gocce d’amore

aspettano un sorriso

 

aspettano

la tortora al mattino

per la rugiada e la sera

per il saluto,

 

ricordano parole

lontane mai dimenticate

riscoprendo

la forza del pensiero

 

e tornano al loro silenzio

a godere dell’incavo scavato

dal canto di un uccello

che lascia il nido.

 

E loro

continuano

a ricordare le parole.

 

Una vecchia leggenda narra di due innamorati che per non separarsi

si nascosero in quelle gole da cui non vennero più fuori...

 

*

Ucraina (Україна )

Non ho mai detto del dolore intenso

vivo...

forte e palpitante

ma oltre la siepe vedo fiori

e fiori ed ancora fiori sul dolore,

un mare di fiori

da coglier e da raccogliere

e farne un fascio

da deporre.

E la mente s'imbarca alla violenza del male

che opprime ed uccide,

che scoppia come mina al largo.

La mano tende dove la ferita

slarga e deborda

in una conta inesorabile ed infinita

di milioni di anime alla deriva.

Tende ancora la mano un cuore gonfio d'ira

ma a rispondere c'é solo...

il crepitio dell'acciaio.

*

Il sentiero

Continuo a correre

sospeso

in un silenzio che parla d’inverni

eppure siamo in agosto

non ho mai saputo

quanto è lungo questo sentiero

il tempo di un respiro?

O di un temporale d’estate?

Forse di una pedalata

tra i campi di primavera

rossi di papaveri…

 

dietro

rimane una noce tarlata

da scorci di paesaggio.

 

*

Mi manca un sorriso

Ho spinto la sedia

guardando la notte

ed ho visto Sirio ridere al giorno.

Mi manca un sorriso

nella serie infinita di uno

per ogni occasione

e lo cerco tra le cianfrusaglie

nascoste in cantina…

 

ma la luce

non s’accende

ed io resto

con il dubbio di quel sorriso

che mi manca.

 

 

 

Pbbl.scrivere-03.03.2012

*

Il giorno del riposo

Quando le ombre

attraverseranno le pianure

ed incontrastate

il mio cammino custodiranno

 

ogni cosa perderà il suo senso

anche il mio errare

sarà da dimenticare

perché anch’esso senza senso.

 

Allungherò la mano

verso di te

e le mie dita meditabonde

sul tuo seno si poseranno

 

il messaggio allora sarà scritto

e leggerò l’alba nei tuoi occhi

e tu saprai

ch’era tutto vero.

 

 

Pbbl.scrivere-07.10.2011

*

Vanghèli ed i suoi sogni

Vanghèli sorrideva sempre la sera

sempre sotto quello stesso cielo

che l'aveva visto nascere.

 

E sorrideva anche

la sera che giunsero i cani

dalla terra delle lune

mentre la sua Akehamuk

suonava l'imzad.

 

Il nulla cadde sul sentiero delle sabbie

ed il vento soffiò la polvere

attraverso le crepe,

poi la notte avvolse i suoi sogni.

 

Vanghèli sorride ancora

... e non sa perchè.

 

Da "Voci e volti del passato"

... la storia si ripete

 

*

Il dire … eco della facciata

Guardo questo scenario

godendone la vista,

mentre come un macigno

cala il sipario.

I motti non hanno l’ardire

e conservano l’acredine.

Quel sipario

non s’apre solo con la ciliegina

ed il motto

non ha la forza del suo colore.

Il sorriso sorge spontaneo

mentre il predicatore s’erge

impappagallito e gongolante

della sua platea e gli occhi

rimbombano

sulle pareti fasulle dell’ipocrisia.

 

 

*

Propositi e… spropositi

Dove sono andati i tuoi propositi

piccolo sgorbio

che dalla tana in cui

immagazzini le tue mielate facce

costruisci il tuo palco

di parole senza fondo?

 

Eri tu il costruttore del mondo?

O il salvatore dell’universo?

 

Forse i “mea culpa”

sono finiti nella tasca di dietro

 

dimenticati.

 

*

Hai

Hai dissacrato i padri

Hai tolto la benda

alla tua falsa nettezza

hai guardato negli occhi di satana

emulandone i paradigmi

e le sue moine

ed ora …

guarda alla fame di questo mondo

e ricorda

 

e poi …

rifletti sulle nuove miserie.

 

 

*

Vuoto a perdere … come dire parole senz’anima

Ed è un vuoto a perdere

questa stagione violentata,

senza parole e senza silenzio.

Io sono altrove

ma lo sento il ronzio diffuso

della menzogna che canta

suadente e briosa

da cui c’è da imparare

 

sì …

perché le parole non bastano mai

 

ed io credo ancora

a tutto ciò che si dice.

 

*

Correre non ci salva

Oggi inseguiamo l’attimo

sempre in fuga dal presente

finché ci sarà quel caro

e mai dimenticato infinito

ad attendere i nostri contorni

abbozzati nel rimpianto.

E continuiamo a correre

lasciando disabitato

il nostro “quotidie”

ed immaginando sempre

alla prossima svolta

un giardino più bello.

 

*

Epicuro aveva ragione?

Prendo oggi

quello che la vita mi da

spiccando il volo e

sorridendo senza pensare

a quando saranno finiti

i miei transumati inverni.

Come un tritura carte

ingoio i miei spazi,

lacrima il mio occhio

alla tristezza del mondo

mentre alla quiete m’avvio

al fioco tremolar d’una lucerna.

*

Il vecchio puledro

È alle spalle ciò che ormai resta

di sogni e di futuri.

Rami spogli e

colline ormai dirute

dall’intemperie e dagli anni

sono recinto dove

recalcitrante scalpita

il vecchio puledro mai domo.

 

*

È l’uomo … ad aver paura

È l’uomo

ad aver paura

per le sue malefatte

quando tra le radici dell’olmo

s’acquatta in attesa

e la terra si apre

dove il fulmine

ha lasciato l’impronta

e l’acqua, che a fiotti scorre,

invade l’ingombro sentiero.

 

È l’uomo

ad aver paura

ormai accasciato

da famelici occhi braccato

per anni di raffiche

a quest’inerme terra

inflitte.

 

*

Alba d’autunno

È senza vento quest’alba

ferma sui primi raggi

a scrutare il vuoto

del silenzio in bilico

come in attesa …

 

ed il giuggiolo lancia

il suo disegno in aria

mentre s’apre grigio

questo fosco autunno …

 

 

 

*

Tempo perso

Centellino mattini

gesticolando a ritroso
con il pensiero stretto
in un pugno di conchiglie
a consumare idee

frullando e

rifrullando propositi.

Ma ora tace

il giallo dello sdegno

pensiero fisso

per tutte quelle volte

che ho scremato il mio tempo

dormendo randagio

sulla panchina dei sogni

stretto al mio cartone di vita

ignorando la nebbia
della sera che cala.

 

 

*

Di verità ignorate si può anche vivere

Mi nutro della tua negazione

differente da ogni differenza

facendo a pezzi

opinioni e protagonismo

del mio essere venduto a peso

senza il buongusto di dire grazie

all’eccitazione di un momento

che reclama viveri

per tante verità ignorate.

*

Offerta

Ho offerto rose

intrecciate ad aghi di pino

le prime perché

in questa stagione sono più belle,

i secondi perché

hanno un profumo intenso

 

davanti alla porta di casa ho messo

ciò che il sole ci ha donato

il calore di un sorriso

 

per te

viandante che passi …

 

 

*

Nero come la crisi

È la fratina infreddolita e tremula

che batte i denti sui vetri

dopo avere guardato

quest’orizzonte messo di traverso

con un sole che nasce già pallido

ed esangue si spegne.

 

Era nata con altro auspicio

quando stendeva il suo canto

all’alba correndo felice

senza nebbie e senza tuoni.

 

Ora anche i suoi sogni

si sono tinti del nero scialle

della vedova senza figli quando

salmodia le sue lacrime

sussurrando a bassa voce.

 

 

 

 

*

Condivisione

Guardiamoci

nel come vorremmo essere

 

abbaglio di un sapore dolce
maturato nel buio della notte

quando il volto accarezza

l’ultimo soffio di passione …


e andiamo dove cresce
il primo assaggio del giorno

che esplode dal semicerchio

cui s’appendono le nostre vite …

 

solo l’amore

è sapido di luce gialla.

 

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-12.04.2012

*

Pensiero

Questa luce che così intensa

spulcia le idee degli occhi

togliendo impurità alle pagine

d’un libro mai aperto,

 

strappa un foglio la volta

ingrigendo il custodire

geloso di un corso

quasi al terminal ormai stinto.

*

Finestra sulla valle di Lusevera

Conduci questa voce

con la dolcezza delle note

che, come una preghiera nella sera,

ad una finestra sulla valle

diffonda il profumo verde

della notte immensa.

 

Sorride come un ospite

il bosco che respira

nella brezza d’un borino

mentre un brivido scuote

la mia schiena china.

*

Sudario...

È un sudario

quello che copre la tua bocca

mentre sciorini le tue parole.

 

Una parte della vita

che urla la sua rabbia

prima di meritata estinzione

tra le stigee melme.

 

Pensa...

livore ... null'altro che livore

corona a malsani pensieri

e grezze manie d'immenso...

 

ma d'immenso c'è solo l'abisso

d'un'incolmabile vacuità.

*

Il mio malanno

Eppure a fine gennaio

è tornato a soleggiare

prima che la vecchia vite

si risvegliasse

a ricordarmi che l’inverno

si avviava ormai al suo tramonto.

Ma il mio malanno

va oltre l’orizzonte quando

s’ode il crepitio dietro la schiena

a dirmi con un brivido

ch’è ora di chiuder la finestra…

 

*

Fui uomo

Fui uomo quando

il tremor mortis chiese il suo pegno

ed il dolore invase la mente.

Ho avuto paura il giorno del grande vento

mentre indifferente osservavo

lo scorrer dei grani.

 

Ora è dura pietra

il corpo,

grezzo marmo appena inciso,
scultura mal riuscita

la mia carne che come barca in disarmo
riposa.

 

Vela ormai a brandelli

agogna inane il morire del tempo.

 

*

È più bello …

Più bello è il vivere in fiera,

assenze ed essenze

del non ho visto,

del “neòteros”.

Eppure la mia ribalta

m’ha costretto a scegliere

l’asserzione o il diniego,

l’esistere o soltanto il vegetare,

il partire come un bambino

o soltanto l’indugiare,

in quell’attesa, che della vacuità

ha il sapore, della prossima stagione.

Ogni immaginare va oltre

il dire …

resta solo sogno

 

realtà virtuale dei desideri –

 

ed io mi lascio cadere

nell’accadrà…

 

 

Pbbl.scrivere-26.04.2012

*

Dal mio oblò ti parlo

Ed è disabitata

questa ombra che s’allunga

mentre l’argine si sgretola

lasciando al fiume

i tuoi sedimenti

che il sapore hanno

di un altrove visto in fiera.

Corri per la china

rincorrendo i tuoi rancori

ma non trovi la risposta

che ti verrà resa con gl’interessi

la prossima stagione quando

il giardino si vestirà a festa.

Allora avrai dimenticato

il colore degli insetti

che hanno torturato le tue notti

ed il fragore della tempesta

quando cruenta s’abbatteva

con i suoi sbuffi ed i suoi lamenti

senza angoli di sole.

 

 

Pbbl.scrivere-03.05.2012

*

Pasta vecchia

Sono pasta vecchia

riposo solo nella tomba e

ora che la notte è sempre più vicina

vorrei avere i giorni

consumati nell'attesa,

recuperare gli istanti di fermo stazione

e con quelli acquistare un biglietto,

un sospiro ed un sorriso

che s'allunghi sulla piana

ora che nasce il giorno,

sperando che questo sia ancora lungo.

 

 

 

 

*

Ore di luce

A me bastano poche ore di luce

con quelle avrò di che sognare,

vedrò pascoli con tante erbe

vedrò colline  vicine e lontane,

guarderò gli alberi

vestirsi per poi spogliarsi

e vedrò anche te

nell'azzurro di questa stagione.

 

Sai resta ancora luce per ritornare a vederti

resta ancora luce per assaggiare un tramonto

resta ancora luce per sorridere insieme.

 

 

N.d.a. : … alla mia terra.

*

Il tuo tempo

Godine fin che vuoi

io sono aria che passa

ciò che nessuno mai pagherà

 

tu invece resterai là

ad angolo di strada a segnare

il cammino per il viandante.

 

Sì!

Io sono il tempo

il viandante sono io.

 

Il viandante è il tempo

ed io sono il tempo

il tuo tempo.

 

 

*

Come le rondini

Il mio lavoro s’è fermato

vedendo
un nido sotto il cornicione

era abbandonato

ed anche io ora sto andando via

legando le mie occhiate

a quei tralicci dove

le rondini

tornano a riposar le ali.

Le ho viste spesso

quest’anno

e sempre mi son chiesto

se anch’io come loro

sarò sempre nave sulle onde.

 

*

La “V” di verità

Pronuncia la “V” di verità

fatta a pezzi

non chiedere il perché

la verità

non te la diranno mai.

 

Nella rete della loro mania

del prezzo fisso

è rimasto imbrigliato

il pesce più grosso

quello delle tante parole.

 

E le parole sono volate via

disperse in venti d’autunno

inevitabile epilogo

per fatti rinsecchiti al sole.

 

Ho rimesso il mio abito di pace

i dardi sono ormai inutili

le spoglie del nemico giacciono

imbiancate al suolo.

 

*

Era primavera

E polvere si stende stenta

e bigia sulle parole

non c’è più un sole a stemperar
la memoria …


allora era primavera

anche se era altra

da ciò che m’era orizzonte,

 

era cielo amabile oltre

la triste cera del giorno

con il brulicar dei sensi.

 

Ora raccolgo solo conchiglie

finché non giunge il vespro,

poi alzerò lo sguardo a quel cielo

rimasto ancora amabile.

 

*

L’uomo e le sue stagioni

e come fiera in agguato

giunge improvviso

quest’autunno fardello impietoso,

e vacilla la primavera

tra le sue fugaci gioie

che come caduche foglie

il verde lascian degl’orizzonti

ché l’inverno col suo grigio manto

è già in arrivo.

 

Tra i rami spenti s’annida ancor

l’allodola

di sparute larve in cerca …

 

 

 

 

*

La fortuna

La fortuna è come l’aria

la puoi toccare

o sfiorare,

la puoi accarezzare

o respirare,

è come una bella donna

che ti sorride e t’ammalia

ma non saprai quando

l’attimo ti si porgerà sul palmo

e se …

ti si porgerà mai.

 

*

Impressioni d’inverno

Non c’è inverno senza

brezze sottili e polveri

che permeano e contaminano
primavere non più tali.

 

E soleggiati sentieri e scorci
s’aggrappano ad un gennaio

di brevi tramonti
nel magenta effusi

d’intristiti alberi

mentre lontano s’ode
nell’aria tersa
il rumoreggiar dell’onda

sotto i pontili del vecchio molo.


E si schiudono

i miei pensieri al tempo …

 

 

*

Figlio dell’amore

Ha riposto la sua faretra

come quell’ansa di fiume

dove allenta la sua corsa

l’acqua e

dove stagnano le libellule

gironzolanti in cerca

senza posa e senza festa.

 

Veste l’abito da lavoro

tra le chiacchiere della gente

mentre grida allo scandalo

lui … fariseo che

era figlio dell’amore

ed in nome dell’amore

elargiva compensi

d’alto protagonismo.

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-24.05.2012

*

Cambio d’abito

Vesti l’abito da festa

per comprimere i tuoi pensieri

 

ma la sera

 

quando rientri nei tuoi panni

comprendi quanto

 

ti sia costosa

quella cravatta a prestito.

 

 

 

Pbbl.scrivere-26.05.2012

*

4 novembre

Da quest’uscio

son passate tante anime,

anime sante

ma anche esseri ch’hanno circuito

di tutto,

pure gli scarti del vicolo,

vicolo che è solo istante.

 

Istante trascorso sottocasa,

il tempo d’un caffè al volo

preso scartando le carte

in un solitario durato una vita.

 

Ed oggi,

quattro novembre,

si chiude quella ferita

scoprendo il pieno di tanti vuoti

dov’hanno trovato rifugio

i pensieri più intimi e celati

 

-i sogni di un tempo-

 

 

*

Che verità?

Che l’astrofisica regoli il mondo

si dice,

che l’arcobaleno porti la tregua

si dice,

che il sole sorga ogni giorno

si dice,

 

ma la vera verità

viene mai detta?

 

Essa è come un cubo a sei facce

ne mostra sempre cinque

e la sesta

rimane sempre nascosta.

 

 

 

 

*

Di sera

Guardo spesso ed a lungo tra le stelle

in cerca d'un angolo

in cui posare i miei pensieri.

Guardo anche di tanto in tanto

le creste del Grilli ...

 

Desiderio o follia?

O forse voglia di tornare?

 

C'è sempre la brezza che accarezza

i suoi ruvidi fianchi e di fronte

le balze di San Marco

e sentieri che si snodano tra gli ulivi

dalle foglie appuntite.

E poi le case

sparute, di pietra,

e tegole annerite nel verde assolato.



*

Nassirya

Caddero uno sull’altro

e non ditemi ch’erano mercenari …

 

Caddero con l’occhio semichiuso al cielo

mormorando tutta la tempesta

ch’era nel cuore.

 

Erano figli nostri

Erano fratelli.

 

Il loro cammino ormai

è solo corteccia di tiglio

e per quando avranno freddo

ci sarà solo un drappo di tre colori.

 

Ed il loro giuramento?

Giace sbiadito sotto i loro nomi …

 

 

 

Pbbl.scrivere-08.06.2012

*

Ho vissuto ( ma era un dono?)

Quando son nato m’hanno detto

ch’era stato un dono,

un dono di Dio …

 

ero piccolo

non mi reggevo in piedi,

guardavo già il sentiero,

ma ero un dono,

un dono di Dio.

 

Ho creduto senza chiedermi

guardando oltre il sentiero.

Ho avuto paura di morire

un giorno e m’hanno detto

 

-è umano!-

 

Ho preso a prestito

ciò che m’hanno offerto

pronto sempre a ripagare

questo era il sentiero …

 

ma era un dono,

un dono di Dio.

 

Pbbl.scrivere-17.06.2012

*

Verso nuovi lidi

Cammino davanti ai pensieri

e sorrido pensando,

guardo quel viso di luna

che sta andando via

 

e sento tutta

del suo andar la tristezza.

Quanta malinconia

 

- in ogni partire …-

 

è come spinger lo sguardo

da una finestra ch’ogni mane

aprivi e chiuderla

per guardare altrove.

 

Una stanza nuova

dove non sai …

 

 

 

Pbbl.scrivere-19.06.2012

 

*

Sole che sbiadisce

Si è stanchi ormai

come spine conficcate,

come vecchie barche sull’arenile

o come vecchi gabbiani

raggrinziti sullo scoglio.

 

E sono stanco anch’io

per tutte le vite che ho visto,

che mi sono sfuggite

tra le dita e che

sono andate

ad ammucchiarsi là

dove il sole cade.

 

Guardo ancora oggi ma

non mi parla d’aurora

quel sorgere lento.

 

 

 

*

Solo nuances (la morte di due amanti)

Il suono del liuto giunge

ancora …

desiderio?

Forse no … solo “nuances”

 

Si stringono le braccia

a colmare aria o forse

non serve appendere festoni

a celebrar feste

su questa sfera dove

alberga il nero ormai.

 

La melodia continua

corteggiando il fiore

mentre si spegne

nella tristezza

il canto …

 

ho appena intravisto

il sorriso beffardo

della nera signora

che canta la storia

di ognuno di noi.

 

 

Pbbl.scrivere-29.06.2012

*

Tre momenti

*

E tutto è movenza,

viaggio interiore prima di

lasciare il quotidiano al testimone.

Ritroverò con le mie occhiaie vuote

le nicchie dove son rimasto

acquattato nel mio dolore,

e ritornerò ad assaporare

i desideri intatti

così come li ho lasciati.

*

È necessità quasi umana
quasi un lungo elastico istante
questo raccolglier molliche
sulla rampa di una scala.

*

Ora dormi bimba

sul palmo della mia mano

poggia i tuoi sogni

a custodirli

ci penserà il tempo.

*

 

P.S. una partenza, una vita ed una ninna nanna

Pbbl.scrivere-26.01.2012

*

La pioggia non viene sola

La pioggia è stanca di cadere

ci trasformiamo in tralicci morbidi

per sorreggerla

e lasciamo un mondo che d’antico

ormai ha poco.

 

Siamo ombre di questo passato

che credevamo

divenisse luce ed impero,

che avesse ritmo e melodia,

ma il tuono ci ha regalato solo

un arcobaleno viandante.

*

Una voce, la ragione, i dubbi …

Si sente una voce

quando sale dalla terra,

è un richiamo intimo

nel sibilar del vento,

e s’ode anche il brusio

d’altre voci.

 

Tra le note variano i dubbi

ed anche il loro significato

ha una ragione, a noi celata

ma chiara nella sera,

che luccica come una stella

appena apparsa.

 

Sola la ragione

danza tra le foglie,

d’umido della notte intrise,

mosse a snocciolar litanie

di un credo di cui appena

se ne percepisce il senso …

 

e dietro gli alberi indifferente

spicca lo scintillio di una luna

che inosservante passa.

 

Pbbl.scrivere-10.07.2012

 

*

In memoria

Fosca è l’alba immota

nella sua gelida coltre

come sangue rappreso

ad una ferita slabbrata.

 

Si stringe tra le sue piume

un pettirosso spaurito

a ricordarmi

un inverno d’altri tempi.

 

Allora erano altri anni

allora tu eri vivo e

sulle tue labbra

non c’era il tuo peana.

 

Sei stato un uomo libero

tra i liberi aria nell’aria

ed il tuo okomfo

era appeso al tuo fianco.

 

Ora tutto s’è fermato

come acqua nella gora

i tuoi occhi son rimasti fissi

al rosso di quell’orizzonte dove

 

il tuo okomfo è stato infisso

nell’arsa terra che tanto amavi …

 

Da “Voci e volti del passato”

Pbbl.scrivere-02.02.2012

*

Vorrei...

Vorrei sapere dei granuli

scivolati tra le dita e,

come l'acqua dei torrenti,

mai più ritornati.

Sì!

Di quei granuli

che, le tante storie

di uomini e non, narrano.

Storie

perse nei labirinti del tempo.

E ...

ritornare indietro

per vedere dove l'alfa

squarciando le tenebre sorse

e sentir dell'immensità

l'effluvio.

*

Meridiana

Guardo spesso

ora che non sorride più il sole

indietro,

alla mia memoria,

rivedo la mia lunga corsa

in questa terra di nostalgie.

 

Guardo anche verso

gli accidenti del sentiero

ch’al corpo stanco

serban le due rive.

 

Forse il tuo corpo vivrà

nel grande mare

ma il mio

diventerà mare …

 

 

*

Foglie

Il silenzio si stende e

tra le nebbie canta la sua nenia

all’ombra del salice

dove le foglie finiscono di morire.

 

Che strano mondo

quello dei desideri che ardono

soffocati

sotto questo sole arancio
da una messa in scena.

 

Ghiaccio che si scioglie

di un mondo che non mi parla

e che quando lo fa

dice poco della solitudine.

 

e le foglie rimangono sempre là

prigioniere

come la mia anima.

 

 

Pbbl.scrivere-26.08.2012

*

Piccoli, grandi, vecchi …

Io sono di terra

essenza di carne su cui cammini …

 

e guardo il sentiero

tra i muri dove tutti passano

piccoli, grandi, vecchi …

e problemi nei loro pensieri

 

piccoli, grandi, vecchi …

 

e di questo andare e venire

raccolgo i colori

 

vorrei fossero rosa e verde

 

ma, ahimé!

Sono quasi tutti sul grigio

ed a volte anche peggio

 

sul nero.

 

 

*

Il sorriso del destino

Passavo di rado

davanti casa sua e lui era là,

sempre seduto davanti la porta,

sempre sorridente

con la sua vita in mano.

 

Mi divertiva il sorriso di Peppi

era innocente

come quello terso e lindo

di un bambino.

 

Senza volerlo sorridevo anch’io

guardando il bianco dei suoi denti.

 

Era senza malizia il suo sorriso

non pensava mai

a ciò che sarebbe stato

 

solo al presente

solo alle sue “monachedde”

 

e quando alzava lo sguardo

leggevi la sua gioia

 

la gioia di una luce

la luce del poco …

 

NB: le "Monachedde" in siciliano sono le capinere.

 

Da “Voci e volti del passato”

 

Pbbl.scrivere-31.08.2012

 

*

Parole nel silenzio

Il cemento parla,

sottovoce nel silenzio,

con il fragore del temporale

nel buio della notte,

come i battiti del tuo cuore

quando ripensi ad un bacio

che avresti voluto dare

ma che ti è rimasto sulle labbra.

 

Ritorno ancora sulla quiete

dove fiorì il tuo amore,

eri luce,

il tutto ed il nulla.

 

 

 

Pbbl.scrivere-05.09.2012

*

Sole d’inverno

Mi mortifica questo sole

che pallido ed ostinato

ferma il giorno che svanisce

 

ed io

 

nella malinconia

d’una campana lontana

cedendo al suo volere

in silenzio m’avvio

ai miei pensieri.

 

*

È giunto il tempo

Questa vigna,

maniacale nel suo allineamento,

che da anni

 

si muove al vento

o respira la notte

quando tutto è silenzio

e nel buio

s’ode solo il fremito dell’erba,

 

mi dice che

ormai è giunto il tempo …

 

Il tempo di raccogliere

tra le rughe di questa terra

le mie cose.

 

Cose d’un tempo,

di sorrisi e di lunghi sguardi,

cose che riportano

pensieri e riflessioni.

 

E quando

sarà pieno il mio fardello

farò la mia vendemmia.

 

*

Acqua fresca

Sono tornato

là dove nel silenzio l’acqua

faceva il salto

in quel baratro sconfinato,

là dove la terra si apriva

a far uscir le sue lacrime.

Lacrime d’amore per i suoi figli

dimenticati e sparsi

come ceneri al vento.

Di qualcuno era rimasto il nome

di qualche altro neanche quello.

 

Ma io son tornato

a riveder le zolle che m’han cresciuto ...

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-09.09.2012

*

E verrà il tempo

Verrà

il tempo in cui gli umili

della mietitura agli arnesi

porranno mano.

 

S’allungherà

l’ombra sull’argine

dove indisturbata

l’indifferenza scorre.

 

E tante fluiranno

lacrime nella valle e sui fiori

ma tu clochard ramingo

avrai il sorriso della tua libertà.

*

Il gusto della vittoria

Quando sibilava incessante la bufera

dell'urlo del vento non ho avuto paura

ed il gelo dei ghiacci mi ha dato forza.

E quando l'afa del rosso

ha seccato la mia gola

ho succhiato sassi e masticato l'amaro delle foglie

per lenire l'istinto,

ed ho guardato dritto negli occhi il mio nemico

che, vinto, ha chinato il capo.

Ho purificato due volte la mia acqua

ed ho pagato a caro prezzo la mia libertà



ma quando mi alzo la mattina

mastico ancora il gusto della vittoria.

*

Tramonto, uno dei tanti

La notte ora è più lunga

come quest'attesa su un binario morto

il grande camino è acceso

ed io mi narro nei tuoi occhi di giada.

Con la mia solita stretta al cuore cammino

e vago per vicoli e case nella nebbia.

*

Terzista

Corri

e corri ancora

là dove la terra

stupita ti guarda.

 

Semina il tuo grano

ma solo dal tuo sacco

germogliar deve

la parola …

 

o rimarrai sempre

terzista a pagamento.

 

 

Nota: dedicata a chi attinge alle greppie altrui.

*

Praia

Calda e forte,

sensuale come una donna

nel pieno rigoglio.

 

Mi portano gli effluvi

di quella spiaggia abbandonata

sempre battuta dal levante

e dalle sue onde.

 

E quando

lo scirocco imperversa

e si chiude in gola il respiro

senti dentro tutto il ruvido

delle reti stese al sole

e guardi le palme

inchinarsi al suo volere

mormorando sibilline.

 

 

 

Pbbl.scrivere-16.09.2012

*

Considerazioni

S’è accesa anche stanotte

là, sulla collina

del vecchio casolar la luce …

 

e nella nebbia ch’avanza

s’affievolisce la danza

di quel fumo gracile

che dal camino s’alza.

 

Sulle mie spalle

un brivido …

sarà freddo?

O forse

pensieri che tremano …

 

chiudo la mia finestra

spingendo fuori il brusio che

da questo meschino mondo

 

nella sera s’alza.

 

 

 

Pbbl.scrivere-21.09.2012

*

21 giugno...

E venne quel giorno d'estate

(Vanghèli sorrideva sempre pensando

alle foglie cadute ieri)

i gatti annusavano il vento

ed il gallo marrano continuava a coccolare

le sue chiocce madri.

 

Sulla piana ormai restavano

scoperte più lapidi che sassi ed

al malinconico tocco

rispondeva sempre il frinire dei grilli.

 

Quanti stracci neri

e tutti appesi alle finestre.

 

Era il 21 giugno d'un anno andato a male.

Da "Voci e volti del passato"

*

Il senso delle cose

Furono i miei occhi a morire

quando

non vidi più il colore della terra

e la linea scura del tempo

allungarsi davanti a me.

 

Crollare o chinarsi stanco

e placare i sogni al nascere

è lasciare agli altri

il bisbiglio delle cose.

 

Mutare rotta in un oceano

di pensieri in tempesta

quando urla il fragore delle acque

che spingono

 

o voler schivare

irti monti che sinistri incombono

com’in morsa i visceri stringendo

sarebbe sensato …

 

ma l’io rigetta

 

 

*

Le tue paure

È lunga questa notte

come un inverno senza luna,

e nulla ti copre

se non il vertice della tua paura.

Il sonno che ormai a tratti rabbrividisce

sosta nei lunghi corridoi

dove un letto muto cammina

rimarginando silenzi.

E tu

come scoglio in angoscia

resti a guardare

questo andar senza perché …

 

 

Pbbl.scrivere-25.09.2012

*

Ricordo ancora...

Ricordo ancora quelle creste

e gli alberi

e l'erba sotto i piedi,

il sorriso di uno specchio d'acqua

ed il beccheggiare d'un respiro.

Il racconto di passeggiate

antelucane,

e lo stupore per la natura che avvolgeva i pensieri.

E la musica

e la danza frenetica di Ara

ascoltata la sera

per una resa più cheta

ai bui d'un sogno...

 

*

L’ombra ed il sentiero

Il gelsomino è stato germoglio

quando sulla terra era notte,

ora l'autunno cresce

come l'erba dei prati di montagna.

Io sono nato ch'era quasi alla fine

il gelo delle notti m'ha nutrito

e quando dal disgelo

è nata primavera ho visto

il sentiero tracciato e la mia ombra

seguirlo.

*

Fonemi

Sì...!

Erano solo fonemi

generati da labbra mute,

certezze o incertezze

racchiuse nello scrigno che tutto

vede e prevede.

 

Ed era pura follia

pensare che domani

avrei pensato

o forse un semplice pensiero

che mi ha ridato lucidità

nel credere che il domani

è già trascorso

mentre …

 

illusi

lo attendiamo ancora

come ultimo volo alla speranza.

 

 

Pbbl.scrivere-04.10.2012

*

I miei prati

Ora li vedo,

cristallizzati,

remoti come l’aroma

portato dai venti di quell’Africa

che tanto lontana non è.

 

E sono quei prati,

stenti, colorati di arso

che qua e là si macchiano di verde.

 

Colore delle tue speranze

di quando pargolo

ci giocavi spensierato

e ad ogni sorgere sorridevi.

 

Ora li vedo,

cristallizzati,

stretti nella morsa del tempo

come curve

del giorno e della notte.

 

 

 

Pbbl.scrivere-11.10.2012

*

Altro tempo

E sono ombra di me stesso

ombra di una terra di fuoco,

Ahaggar

là dove la verde Abalesa respira

e dove Tin Hinan riposa.

Occhi di uno stelo di rovo

in un miraggio di fonte

assorto cammino

e come fiore muto mi lascio al vento.

 

Ho visto gli occhi del cielo

lasciare la terra

 

qua

non ci son spighe da vendere.

 

 

Da "Voci e volti del passato"

 

*

La spada del giusto

Ed i tuoi canti per me saranno profumo

e svanirà nell’alba il velo che è timore,

riderò delle paure quando il primo sogno

salirà la scala dei narcisi.

 

Le viole avranno un fremito

e sarà piacere oscuro

portar ghirlande di delusione

là dove assisa sta la pazienza.

 

Urlerò il mio silenzio

qual canto in tuo onore e vedrò

angeli volare con ali d’argento

recando in mano la spada del giusto.

 

 

 

Pbbl.scrivere-12.10.2012

*

Caro prezzo d’un palco

Siamo lontani dalla buonuscita,

vita moltiplicata nella sterilità

dell’opulenza che imputridisce

e la coscienza è solo mare …

 

sì! Un mare d’incongruenza.

 

Ridi pagliaccio …

tra le tinte del tuo sorriso

la tua solitudine.

 

Hai la tua bella facciata

e gongoli nel tuo nulla

ma la sera piangi

sulla lapide della tua felicità.

 

Il prezzo della tua gloria.

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-17.10.2012

*

Vuoti geometrici

Si strutturano pensieri a caso

tra i due estremi della banalità,

spazio sempre più ristretto

da lacci dai colori sgargianti,

e sempre più disperato è il grido

del naufrago che affonda.

 

E sempre più

la quiete ingorda,

come pace sazia e falsa,

su questa distesa di nulla

che tutto ingoia,

come scusa non richiesta

si posa.

 

 

 

Pbbl.scrivere-20.10.2012

*

Quel giorno …

Quanta gioia ho visto

nei tuoi occhi al sole appena sorto

in quella cornice che il giorno porgea.

 

Quanta gioia nell’incognita

che porta tremore al destino

e che disfa trame nel silenzio sorte.

 

Avremo millenni ad occhi chiusi

ogni volta che penserai ai vuoti

del vento ed ai golfi aperti

 

dal sussurrar amore

dove riposa l’anima.

 

Il tempo chiudendo lo spiraglio

ci dirà della notte e del giorno

ci darà la luce ed il buio

 

e condenserà le paure in un bacio.

 

 

 

Pbbl.scrivere-23.10.2012

*

Dove volano le nuvole

In estasi profonda corre la mente

dove realtà non giunge …

dove i giorni e le notti

sorridono,

 

carta da zucchero per ciò che fu

nell’opulenza dell’essere.

 

E corre come nuvole in cielo

che, bizzarre e sparse,

a fugar tempesta vanno …

 

*

Recita a soggetto

Vanghèli parlava da solo

ed il suo arrivo era sempre un accento

sì … di gioia su quell’ultima

vocale che corteggiava la terra

su cui trepidi riposavano

i tuoi sospiri …

 

e parlava anche di fili scoperti

su cui stendeva parole

dirette al tuo cuore

 

quasi a voler camuffare

quel battito violento

ch’improvviso esplodeva

sol ad un’occhiata.

 

E si perdevan nell’aria

quelle note d’amore arpeggiate

come una recita a soggetto

a platea vuota …

 

 

Da “Voci e volti del passato”

Pbbl.scrivere-01.11.2012

*

Sentori di una tarda primavera

Non è ancora fiorita

la forsizia,

ora che il giorno scioglie i fumi

cadenzato e lento batte il remo

spruzzi di schiuma spezzata

scagliando a poppa.

 

Rompe il suo volo

un gabbiano per un’insperata

preda in tuffo

mentre gocciola il sole

sorrisi a chi lacera la notte.

 

Sei tornata primavera

ma …

d’un falso tepore hai il sapore.

 

 

Pbbl.scrivere-23.03.2012

*

Dal pulpito sul quale stai

Scende la cappa sulle cose

come un foglio che volteggia

prima di cadere.

 

Metti in conto anche questo

scrivendo i tuoi appunti

sulla tavola che regge i tuoi gomiti.

 

Ripensa alle rondini

di quando era primavera

e rifletti sul tempo che scorre

sulle cianfrusaglie mentre

osservi quel volo di ritorno.

 

Scivola con la mente

sulle cose che ti hanno sorriso

ma anche

sulla forma che ha la tristezza

e guardala negli occhi

scendendo per le scale.

 

Quel pulpito, e tu lo sai,

non era per te …

 

Pbbl.scrivere-24.03.2012

 

*

Notturni

Un foglio oggi
spiegazzato … trito …
un altro anche domani,
malridotto.

 

Come fulmini
a scandire un temporale
s’abbattono i giorni
nati per rimescolarsi
e ritornare.

 

Sono quel serbatoio
di sensazioni e di sogni
nel riverbero che porta la luce.
Chissà se rivedrò il mio domani …

 

 

 

 

*

8 dicembre

Che dire del mare fermo o

d'un orizzonte vago?

Ora non canta più il merlo sul fico

ed anche la vecchia ghiandaia

sente il freddo di questo inverno.

Là...

ci sono tutti

allineati come soldatini in parata

quegli anni

di cui tutti parlano.

*

Corrugazioni

Il giorno tuo è scaduto

nell’imbelle mano della notte,

nel sudario s’annida

l’acaro del livore che lega le campane

prima della resurrezione,

ma giunge da lontano l’olezzo

che porta solo un nome.

 

Il tuo …

 

inciso su una lapide,

resti sedimentati d’una facciata,

ed una data

ormai illeggibile

 

con sotto la corona d’alloro

dell’ultima cena e dell’aspide

ch’in essa alberga.

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-14.11.2012

*

Senza titolo 29

Il flauto addolcirà le mie sere

mentre spargo le parole al vento

ed a piene mani semino

il gelsomino bianco della mia terra.

 

Una lacrima scende sulle vie del nulla.

*

Vaniloquio

È finita la farsa,

burla che solo a tergo

si poteva creare.

 

Cosa fare dietro le quinte?

E la maschera?

Continuare a tirare le fila

e di esili pupi celare

le verità rudi e storpie?

 

Forse ancor meglio

porre fine al primo atto

calando quel sipario

che divide i liberi voli

da quelle vette tronfie.

 

Sì! Si aprano i cancelli

il verbo urente scalpita

nella fucina incidendo le coscienze

prima di divenire

vaniloquio.

 

 

Pbbl.scrivere-17.11.2012

*

Viaggio

E son venuto da solo

a questo mondo,

senza pagare niente per il viaggio

ed ho visto

tutto quello che c’era da vedere,

il bello ed il brutto,

sorrisi di gioia e pianti di dolore.

Ho visto dipinti i colori

della fame e quelli della sete

e nessuno mai girarsi indietro

in un sorriso di pietà.

Si ! ho visto tutto

ed ora il momento è giunto

che mi vede alla fine del viaggio,

senza nessun saluto alla stazione.

*

Grigio

Ho comprato un barattolo di prugne,

oggi,

non c'erano sogni dentro.

Stasera fa freddo tra queste mura

ed i sogni sono spariti,

lo avverto dai piedi sempre in movimento,

lo avverto dal silenzio che grava

sulle pareti

nonostante la musichetta lontana

che arriva dall'incrocio.

È il vecchio che strimpella

la sua chitarra

con il suo asciugamani scuro sul collo

e la tazza bianca a terra.

 

È tutto grigio intorno

come la nebbia che sale.

*

Il mio nulla

I miei cenci sono tutti qua

raccolti tra le gambe,

non ci sono impronte intorno

il mio nulla è avvolto

dentro una tasca dello zaino.

Lo tengo stretto il mio nulla

poca roba

ma è mio solo mio.

Quante presentazioni e rappresentazioni

tutte orme sacrificali,

pimpanti espressioni a quel dio podio

che or t'incensa e doman t'infanga.

 

Ma il mio nulla resiste

impavido dentro la mia sacca lisa.

*

23 luglio 2013

Passi... solo passi

impronte immobili

dietro un confessionale

ed una rosa appassita

in un portafiori asciutto.

Passi ... ed ancora passi

rimbombo in una cattedrale vuota

ed un ciarlare di pensieri

in un bisbiglio sussurrato.

Passi ... ormai lenti

ed una lingua che ripete sempre

le stesse cose

ad un orecchio sordo, distante ed ottuso.

Un tempo tutto era rose e fiori

e sul rovescio il distacco dalla vita

*

Mai

I giorni scorreranno

sulle palpebre e sui simulacri,

anche su quelli più avvenenti,

 

la polvere si depositerà

ogni cosa seppellendo

sotto le scorie del tempo,

 

così come la distanza

velerà l’orizzonte

e per il cesto oltre l’orlo

le parole aspre saranno pressa.

 

Ma tutto ciò

non velerà mai le carezze

del giglio chiamato amore

e l’alga del desiderio

che da esso germoglia.

 

 

*

Cortigiana

Segui l’orma della starna

e del suo canto appena spento,

come pure l’ululato alla luna

che lascia il suo nostalgico segno

nel chiarore della notte …

 

ma non lasciano tratto

i tuoi lai

che simili a querulo latrato

nella valle si diffondono.

 

Sei come una bella donna

che della cedevol banchina

non ha il coraggio ma

tra le callosità degli sguardi celandosi

la sua mancia intasca.

 

Non guarirai mai

dal tuo mal d’amor venduto …

 

 

 

Pbbl.scrivere-23.11.2012

*

Come in quel novembre

Signori si scende!

Questa …

è l’ultima fermata

capolinea.

 

Raccogliete le vostre cose

prima di scendere

potrebbero tornarvi utili

al prossimo freddo.

 

E non dimenticate

la borsa dei danari

vi servirà

per riporre le mance …

 

E sulla trama come

in quel novembre scalzo

lunghi silenzi

tornano a stendersi.

 

 

Pbbl.scrivere-16.04.2012

*

Queste mani

Guardale queste mani

sono grandi, sono grosse

il freddo ferro dei cannoni

hanno toccato.

 

Il muro che ti circonda

hanno alzato e quell’orizzonte

al grido di “terra , terra”

hanno rotto

 

ed il drappo della resa

prima della sera

serrandosi caparbie

hanno sventolato.

 

Il tremito che le scuote

è vetro ormai ed ha

il profumo della terra ed

il sapore del vento che gela il respiro.

 

 

 

Pbbl.scrivere-19.04.2012

*

Come l’aria

E sono acqua

in questo scorrere

sempre diverso

sempre più lento.

 

E sono aria che

s’espande al mattino

e che torna a chiudersi

a sera.

 

E sono terra

di cui vestirò domani

le moine del tempo

(ore inutili … illusioni)

 

Vuoti a perdere senza speranza

inseguendo il giorno

 

 

*

Quando verranno le ombre

Sarà la sera a dire di noi

saranno i tuoi occhi

a contar le stelle nel momento

dell’orgoglio ed opaco

sarà il ricordo dei torti.

 

Verranno attimi in cui le spine

si spezzeranno spuntate

ed a patirne non sarà il cuore

e tutto si dissolverà

nelle bufere del

-fu una volta –

 

Tutto se lo vorrai

resterà sull’orlo

come un germoglio

appena nato e senza tristezza.

 

Tutto se lo vorrai

sarà cuore

e sarà anche parola

in un silenzio muto di occhi …

*

Raccolta

Raccogli polvere tra le dita

quella polvere da te stesso prodotta

 

Vaghi nel vago

ed i tuoi strali dividono la virgola

 

Senza il punto vanno

oltre le barriere

 

Che ormai rotte

olezzi d’essenza seminano

 

Domani … l’operatore

avrà il suo bel da fare.

 

 

 

Pbbl.scrivere-16.12.2012

*

Canto di nostalgia

Canta il torrente alla vecchia rupe

delle ferite racconta il vento

delle primavere ormai

non c'è più ricordo.

 

Il vecchio pozzo è asciutto

ed in secca è rimasta

una secchia arrugginita.

 

Il sentiero non conduce a nulla

sterpi ed erbacce l'hanno invaso.

 

Il mio silenzio

è canto di nostalgia

per quelle quattro mura

semidiroccate,

 

le mie parole

sono lacrime di luna

tra le canne del serro da za Nora.

*

Ragne

Restiamo …

ed è festa di colori

per un ritorno inatteso.

 

Nessuno bussa due volte alla porta

così

quando ti tocca spegnerai la candela

 

che stanca ancora

guarda la tua via reggendo

un moccolo a pensieri contorti.

 

Era la tua testa a far male

ma ora va già meglio

è stato solo un subbuglio.

 

Lo stupore ha

di nuovo assunto il suo ruolo

 

ed or dirige le danze

per dar letizia agl’intervenuti.

 

*

Sui campi del nulla

Come cime di rami dissepolti

s’animano queste anime

in fila in attesa

d’un posto in Paradiso.

 

Sorridono beate

sedute sul crinale

nella melodia del salmo

che salvarle dovrebbe.

 

Preghiera

o paura di morire?

 

Io sono la folla

la voce che viene dalla piana

dove incespica il tuo peccato.

 

E tu continui a pregare

alle raffiche della consunzione

genuflessa anima

di nulla vestita.

 

Le tue son parole

ormai piene di fede o di nulla …

 

Pbbl.scrivere-25.12.2012

*

Quel luogo che t’ha visto nascere

La scodella è vuota,

cerchi tornando là dove

la tua strada s’è aperta,

e prima di notte scriverai

un nuovo capitolo, suonando

un campanello che t’è stato duro.

 

Dell’esser suo amico

conscio

la mano con dolcezza

al cancello poggi, tracciando

fantasie che nell’alba

solo vaghi ritorni saranno.

 

Quel luogo che t’ha visto nascere,

nella polvere del vinto

vero vincitor,

è rimasto sempre più solo,

mentre nell’aridità si spegne

anche la speranza.

 

 

Pbbl.scrivere-31.12.2012

 

*

Una mattina come un’altra

In stazione stamane è tutto fermo

s’agghinda la cassiera

per i primi clienti.

 

Apre la porta il sole

entrando con un raggio

e nell’aria stantia

non ci son spifferi.

 

S’ode solo il rumore

dell’anta che cigola

e lo stridio d’un treno sui binari …

 

I pensieri non fanno rumore

 

*

La pietra

C’era una pietra lungo il sentiero

dove s’allunga l’occhio

in cerca di ricordi.

 

Ora è forse tardi per rispolverarli,

qualcosa è rimasto a sbirciare

fuori dal buco.

 

Qualcuno di essi ritorna ancora

verso i luoghi che videro

i miei giochi piccoli e sinceri.

 

Il braccio dell’orologio s’è fermato

sulle dodici com’anche quella lacrima

aggrappata alle ciglia d’una madre.

 

Ormai sul vecchio piedistallo c’è

una figura grigia, stinta per il tempo,

i miei ricordi …

 

si son fermati là.

Da "Voci e volti del passato"

 

 

Pbbl.scrivere-13.01.2013

*

E neve … è venuta giù!

Nulla è rimasto di ciò ch’era,
interrogativi …

solo interrogativi.

 

La neve ha coperto

il crollo del bagliore

e le domande lasciano segni

sul tuo farfugliare indistinto.

 

La neve

è tangibile con il suo gelido tocco

ed un giorno sarà manto

al tuo giardino.

 

Non fioriranno più

i maliosi papaveri e sarà spento

il sorriso della terra

ad accoglierti costretta.

 

 

 

 

Pbbl.scrivere-17.01.2013

*

Cercando ancora

Eccolo qua il tuo correre

lungo questo filare

il sapere di ogni tronco,

l’insenature e vederne il germoglio

ed il crescere ed il morire.

 

Laggiù lontano

presso il sentiero battuto

ti vedo emergere dal verde

ed inseguire la tua voglia …

 

Il sapere o il credere?

 

Chissà … cerca ancora

forse avrai fortuna ad incontrare

il vecchio saggio ma

non la certezza.

 

 

Pbbl.scrivere-20.01.2013

*

Sulla terra di nessuno

Siamo rondini senz’ali

il nostro garrire si perde al vento

come il lamento delle nostre corde

d’eterni confini ormai stanche.

 

Nessuno vede

ed i pensieri vanno

come tempo che scorre

 

testimoni sempre impassibili

un cielo immobile

e quello Iudrio

ch'eterno al mar fluido va.

 

Da “Voci e volti del passato”

Pbbl.scrivere-02.02.2013

*

Canto nostalgico

È questo mare

a dirmi del sicano antico

quando le brezze sue

nella sera spirano.

 

Il volo del gabbiano

la gioia porterà dei ricordi

e la vecchia vela sfilacciata

sarà per me ritorno.

 

E quando bacerò

i tuoi piedi o terra

del mio amor saprai

quanto fu grande.

 

 

Pbbl.scrivere-06.02.2013

*

I sogni non fanno fiori

Solo son partito smussando estremi da sogno

in ginocchio ho pregato chiuso nella notte

incidendo su un foglio

tutto il mio amore come un fiore

che cosciente sa d’un incerto domani.

 

E s’è allungato anche il cingolo dello stupore

e non riesco ad urlare nei tuoi occhi

come fa il vento e perderò anch’io petali

come quell’ultima rosa che non t’ho regalato.

*

Al gelo

Eravamo come quell’inverno

a riscaldarci in trincea

il brandy in tasca

moriva goccia a goccia.

 

Ed il muso del lupo

spiava a bordo campo

e la neve inclemente

ghiacciava i pensieri.

 

Eravamo spalla a spalla

ad attender il palo dei soccorsi

e vivevamo dentro lo stesso respiro.

 

Da “Voci e volti del passato”

*

Senza parole

Metterai la mano in tasca

a cercare due spiccioli

sono quelli che la tua anima

t’ha lasciato quando

al mercato del pesce se n’è andata

a riempir le crepe lasciate dal fumo

 

-il fumo delle tue parole-

 

 

Pbbl.scrivere-29.12.2012

*

Carnevale

Era carnevale

quante maschere nella navata

e tutte sembravano vere

quante verità uccise

dietro una maschera senza sospiri.

 

Ora siamo sull'orlo

e tra un fuscello e l'altro

sul fondo raschio un benvenuto

son rimaste solo

ombre che schiariscono lentamente

come nebbia al primo sole.

*

Rispondo con un fiore

Ho parlato al vento

e lui m'ha risposto con un fischio

ho mostrato il candore dei miei denti

ed ho visto il rosso delle tue labbra

ero pazzo d'amore

e non lo sapevo.

Oggi riscrivo la felicità

un cielo naturale e voci argentine

due guance rosse ed il sorriso

di due bimbi.

 

Benvenuto sia l'albero della cuccagna...

*

De consumptis

Ho esaurito le parole
e solo ora la mia bocca tace.

Come castelli di sabbia

sotto la forza dell'onda

si sono sgretolati idee e propositi.

 

La colonna era forte nella notte fredda

e tutto sorreggeva,

ora ha perso la sua rigidità

ed accasciata giace.

 

E giace immota

anche l'ultima goccia.

 

Sarà il mio silenzio

a macerare le durezze

del granito che mi circonda.

*

Il tempo degli amori.

Nella piana non serve tirar le redini

tanto siamo sempre in ritardo

e sulla roggia il tempo crolla

le trote, ormai, sono andate via.

 

È il tempo degli amori

e quando sorgerà la luna

si riuniranno laggiù dopo il salto

dove le acque son più profonde.

 

Inizieranno le danze

in una sarabanda

ch'all'ultimo confine le porterà.

 

Sarà il disgelo a dare i frutti

come una fumata prima dell'alba.

 

*

Reminiscenze

Ho sognato un bacio

il bacio della rispettabilità,

in un mare che puntava le sue onde

su scogli del silenzio.

 

Ho attraversato un guado

il guado sul fiume dell'indifferenza

dove anche i demoni

diventavano angeli.

 

Il mio pensiero ha urlato

contro il lento scorrere del tempo

e le sue malefatte

sgranando rosari d'insolenze.

 

Son riuscito solo a rimanere

fuori dal gregge della stoltezza

ed a cancellare

la coscienza dei moralisti.

*

Risveglio di primavera

E rinasco in questo mattino.

Fuori ...

gemmano i rami,

una rondine smarrita garrisce

ed il sole s'alza sonnacchioso.

 

Ho creduto ai sogni

allo scorrer all'infinito delle acque

e mi son vestito di bianco

come alle sue nozze

una sposa.

 

Eran tanti i presenti

sull'erba qualche stilla di rugiada

gocce cadute da occhi inumiditi

che hanno letto emozioni

nell'attesa.

*

Dentro la notte

Dentro la notte, al buio della parola,

aspettavamo,

e l'acqua era come l'aria

non conoscevamo i sogni

anche se erano gli unici possibili.

 

Il cielo è rimasto sempre alto su di noi

e nell'abisso dell'impossibile

erano sprofondate le nostre idee,

unica traccia di noi

in quell'orizzonte di tempeste.

 

Ascoltavamo

ma senza nulla chiedere

il rombo del tuono

quando la luce s'apriva

in mille e mille rivoli bianchi.

Da “Voci e volti del passato”

*

Il mio mondo.

Il mio sentiero è là

dove al frinire delle cicale

il frinire dei grilli risponde.

 

Tra l'essere e l'oblio

ho scelto la mia luce
che sorge sempre ad est

dove il sicano pose la sua pietra.


La mia casa è laggiù
lontana nel tempo
ma sullo scoglio duro

e vicina al tramonto.

 

Il mio mondo è una terra nuova

con un letto da campo ed un cielo di stelle.

 

*

… Forse …

Sorrido

-forse, penseranno, è matto-

Mentre guardo l’acqua

cammino nel vuoto.

Anch’essa sorride

pensando a noi.

È sera d’inverno e l’acqua gela

nel suo natural contenitore

dopo l’ansa a gomito e

dietro ancora quante storie

tutte trascorse …

forse

mai più si ripeteranno

ma domani tornerà di nuovo

il sole

forse …

 

*

Un sorriso di vita

Ed il tuo cuor che batte

a quel verone

l’occhio spaurito volge.

 

Tra quelle nuvole si perde

il tuo sguardo da bambino

d’un sorriso in cerca …

 

un sorriso di vita.

 

E siamo giorni che scorrono

in un lento rosario

di quelle labbra amate all’eterna ricerca.

 

Labbra che ci dicano “amore”

labbra che ci diano speranza

labbra che ci cantino una ninna nanna.

 

 

 

Pbbl.scrivere-06.03.2013

 

*

Mezzo pieno

Volano basse stasera le rondini

la primavera ha chiuso le porte

 

tra le crepe del cielo

danzano i soli di un'illusione ottica.

*

Sensus?

Conobbi il mondo

enigma e metafora

fu la fine.

*

Viaggio senza ritorno

Quanto passato tra questi capelli grigi,

non stupirti dei ricordi

sono quei qualcuno

diventati ombre al tramonto.

 

Un niente sotto una lapide

un’idea ad illuminare il respiro

presenza ed assenza il pensiero

che diventa freddo nel toccare terra.

 

Ed i cipressi impassibili guardano

i tanti viaggi senza ritorno,

sorridono dall’alto accennando un saluto

mentre un refolo scompiglia loro la chioma.

 

 

Pbbl.scrivere-15.03.2012

*

Ricordi

Tra questi ciottoli si perdono i miei giochi

quando bambino sorridevo alla vita.

 

Ricordo di te il sorriso

come della tua mamma la lunga treccia.

 

Ricordo le risa innocenti

quando correvi dietro alle lucertole

ed al gatto legavi la coda.

 

Sì, ricordo ancora la sua mano gentile

porgermi quella cioccolata calda

quando fuori era tempesta ed urlava il vento.

 

Da “Voci e volti del passato”

Pbbl.scrivere-01.04.2013

*

Anche la speranza

In questa città morta,

dove anche i muri sono ombre

di sussurri e di folate

che si perdono nei vortici,

 

non ci sono lapidi

 

ma solo bare in attesa,

corpi che guardano

una Bibbia od un Corano

aspettando la resurrezione.

 

-La speranza è l’ultima a morire-

 

Dicono in tanti,

ma quando tu sei già morto

sbattendo le ciglia ed aspirando aria

anche la speranza

è già chiusa in una bara.

 

L’immenso spazio della notte

ha ingoiato i suoi tempi

ed è rimasta solo polvere

e qualche promessa dimenticata.

 

Da “Voci e volti del passato”

Pbbl.scrivere-04.04.2013

*

Ricordi e non-ricordi

Siamo rimasti qui a dir
della vita e del vino

di notti senza stelle

mentre il respiro invecchia

su lastre senza appigli.


Tutto racconta di noi
anche l'erba delle aiuole

che parla in un sussurro

al vento che la spinge

della solitudine nel buio.

Altre vite ci saranno

e tanti ricordi ancora

quando poggerem la fronte

sulla fredda mano

ma nessun d'essi

della nostra mente

sarà conforto.

*

Nuda

È firmato il tuo vestito,

una delle più in voga la targhetta,

eppure sei nuda nella tua semplicità

 

-come se la firma fosse solo fittizia-

 

come il tuo cammino a mezza strada

simile ad un treno che corre sui binari

tra due città diverse e lontane.

*

Giocatore di scacchi

Ed era la parola poetica a dire di me,

era un tacito accordo

tra me ed il pensiero pressante

come fumando l'ultima sigaretta

del condannato.

 

Avevo sospeso il fumo e la sua aureola

guardando la barca lontana nella baia,

chissà se e dove andava

e se tutto aveva un senso.

 

Avevo ancora la mano sulla fronte

guardando quel niente di nuovo

dal piccolo uomo rimasto fermo al palo

come un giocatore di scacchi

perplesso sull'ultima mossa.

*

Pensieri di vento

E senza tregua soffia, crudele, la bora

porta con sè aromi di quell'est lontano

e l'occhio gelido dell'innevata steppa.

Riempirà di sogni i vostri sonni

e sulle mani avrete l'urlo della tempesta,

e nelle notti di luna

la quiete calerà il suo sipario.



Cadrà la neve con chicchi grossi

il bordo dei fossi tracimando

conoscerete l'ombra che rincorre i desideri

e sarete vestiti della vostra stessa anima.

*

Il vuoto no …

Ed il vuoto è senza confini

come un baratro senza ritorno,

neanche una stella vorrebbe entrarci

anche se non ha paura dei grandi silenzi

ma essi parlano

e dicono cose che gli altri non sanno

 

ma il vuoto no …

si riempie solo di pensieri

 

 

 

Pbbl.scrivere-15.04.2013

*

Una sera sul sentiero

Apparve il signore dei ricordi tra gli ulivi del Grilli,
in sogno ho rivisto i fiori del terrazzo da zà N
ora
e poi...

una lacrima

quando il tramonto si chiudeva

sulla rosea tua guancia.



Era già il tempo delle viole
e piangevano le tamerici...

*

L’uomo ed il tempo

E resta mattino

questo giorno che non vuol morire

rimane sospeso

come un grappolo d’uva al suo tralcio

sconfinato

come la notte che non s’acqueta.

 

Da lontano giunge

pietrificato nella sua stessa forza

l’urlo d’una campana

segno d’un dolce richiamo.

 

Sul sentiero passa

nella sua palandrana stretto

un signore in nero

e nel soffio del vento sorride

dicendoti

io sono il tempo anche tu come me

passerai …

 

*

Debiti

Ho pagato anche per le ciliege oggi,

domani sarà la volta delle cipolle

e forse dopo

i miei occhi piangeranno

per i debiti insoluti.

 

Da "Una stella cadente"

*

Debiti Ho pagato anche per le ciliege oggi, domani sarà la v

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