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Raccolta di poesie di Francesca Luzzio
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Cieli di realtà

Cieli di realtà

 

Ritmo accelerato 

di suono di violini

mi può portare in estasi

verso onirici cieli,

di realtà.

 

Vedere l'anno che scorre, 

il già stato e ciò che sarà,

il tempo eterno e il giorno che verrà.

 

Vedere il pianto di un cuore celeste

che innaffia fragili fiori terrestri,

germoglianti tra letame 

di umana crudeltà.

 

Rallegrare il cuore

e tra nuvole a strisce e di roseo colore

fissare i raggi del sole e tornare...

 

Bisogna raccogliere quei fiori

che hanno per molti strani nomi,

pochi li chiamano amore e carità.

                           (Cerchi ascensionali, ed. Il Convivio)

*

E tu mi chiedi

 E tu mi chiedi perché

 piango e non dico niente,

né vado fuori

nelle vie brulicanti di questa città.

 

L'indifferenza ghiaccia lingua e parole,

ma non riesce ad infreddolire il dolore

fiume in piena che scorre con gli occhi nel cuore:

bussano sempre alla porta fantasmi incolori 

ed io ho paura, lasciami stare!

 

E' un anno che cerco e non riesco

a trovare neanche una promessa

di linfa vitale.

 

Non ho lavoro e mi manca il pane,

ho fame e mordo le mie mani,

ho fame e penso a domani...

 

Chiudi anche la finestra per favore!

Quelle nubi striscianti toccano il davanzale

quasi a volere entrare, 

come i creditori venuti ieri a bussare.

                              (  Cerchi ascensionali, ed. Il Convivio)

                     

*

Melodia

                                                                                Melodia

 

 

Che sensazione, che strana malia

in quest’ora estrema !

 

Inutile fatica

ha svuotato l’energia,

ha sciolto le membra

della vitalità.

..............................

..........Poi...............

uno scroscio lento

suona melodia

 ristora la mente,

 fa rinascere i sentimenti

e immaginifici volti

affollano la mente.

 

Un angelo mi saluta

l’altro suggerisce silenzio:

non serve parlare :

c’è l’eternità.

*

Profumiere#SaveAshrafFaydh

                 PROFUMIERE

 

Sono albero profumiere

di celata essenza,

frutto di pianta profuga

da terra senza olfatto ..., ormai.

Ma io ne spargo gocce

per umana carità,

per espandere profumo poetico

di libertà.

Non serve un guanciale

su cui poggiare la mia cima:

la potatura a capitozza

          sempre

nuovi rami germoglierà.

 

*

Profumiere #SaveAshrafFayadh

Sono albero profumiere

di celata essenza,

frutto di pianta profuga

da terra senza olfatto ..., ormai.

Ma io ne spargo gocce

per umana carità,

per espandere profumo poetico

di libertà.

Non serve un guanciale

su cui poggiare la mia cima:

la potatura a capitozza

          sempre

nuovi rami germoglierà.

*

Indietro#controviolenzadonne

                                                                                   INDIETRO

                                                                                          

                                                                                                     Alle donne offese e violentate

 

                                      Io non so che fine

                                      tu abbia fatto,

                                      né dove sei.

                                     

                                     Tocco le mie guance

                                      rugose e spente

                                      da cicatrici profonde

                                     come quelle dell’anima

                                     che non dimentica mai.

                                   

                                     Vado indietro con la mente,

                                     indietro  con i lamenti

                                     e la tua mano riappare,

                                     gigante, violenta.

                                 

                                    L’alito pieno di sgomento

                                    scivola come vento

                                    sul  vetro ormai bianco,

                                    poi..... si scioglie.....

                                    in rivoli di pianto

                                   che chiedono perché.

 

 

                                                           Francesca  Luzzio

 

*

Non voglio

                                                              NON  VOGLIO

 

 

 

Non voglio far  niente

per asciugare gli occhi,

non voglio far niente

per dissipare la nebbia,

fantasmi di memorie

non  rimosse

che corrono veloci

senza controllo nella strada

priva di frontiere.

In questa condizione

di stabilito niente

sento nell’alba oscure

minacce

di tiepido sole.

 

 

 

                                         Francesca Luzzio

*

Tutto regolare

  

TUTTO REGOLARE

 

 Una palla cade e rimbomba,

lassù,

nel piano  sovrastante della mente

ed  emette un suono,

quale cadenza ritmica di tamburo

che si accorda appieno

all’esecuzione musicale

di quell’unico violino,

vento che s’infiltra e sibila

da quella porta senza cardini e freno,

in perenne disarmonia con il piano...forte

dell’orologio murale.

Improvvisa suona una sirena:

torna tutto regolare

per necessità. 

                                                          Francesca luzzio

*

Io non ti cullo

 

IO NON TI CULLO

 

 

 

 

 

Gioco con il tuo sorriso e  un lieve dondolio

 

accresce l’ineffabile luce dei tuoi occhi blu.

 

 

 

Ma io non ti cullo, piccolo mio

 

  la terra ti mostra la sua affabile ospitalità.

 

 

 

Dondolio, oscillazione di oggetti dubbiosi nel cadere

 

 Boato improvviso, inatteso,mai sentito!

 

 

 

Ombra di paura oscura lo sguardo

 

atteggia le labbra a continuo pianto.

 

 

 

Ti stringo  in consustanziale unità, esco nella strada,

 

ormai troppo piena di umana infelicità.

 

 

 

Cadono i muri, si svelano gli arcani

 

gli scrigni segreti dell’intimità.

 

 

 

Tu guardi attonito il brulichio umano di lamenti

 

le mura squarciate che piangono dolenti il perduto pudore:

 

 

 

mostrano  lì, in posa, il tuo peluche, senza più occhi, né mani.

 

 

 

                                      

 

 

 

 

 

                                                                                            

 

 

 

 

*

Al piccolo Stefano

A l piccolo Stefano

 

Sei come una virgola

che ti muovi sul foglio

del tuo lungo domani

e crei pause tra frasi e pensieri

che non riesci neanche a dire .

Gattoni,farfugli parole e suoni,

ma soprattutto sorridi

e il tuo sorriso cancella

noie e pensieri,

spalanca porte  dorate

di felicità.

                                                                                                                

*

espansione sentimentale

Espansione sentimentale

 

 

 

Velocità,corsa

ebbrezza di volo in autostrada

 la mano distesa nonsi arrende

rompe e prende il caldo vento.

 

Ghost,

musica malinconica,sensuale,struggente

anima nascosta d’infranto amore

ti lasci andare,scivolare a piedi nudi

sul parabrezza frontale,

fumo etereo di sigaretta

vaporizza vecchi- nuovi, eterni pensieri.

 

La tragica bellezza dura ancora

ascolti la stessa musica

rivivi amori, tangibili sensazioni,

 

Fumo denso in lontananza

esala: non è incendio,sono fantasmi

di pensieri, di espansioni sentimentali

evaporanti verso metafisiche essenze

pregne di calde verità.

 

                                                    FRANCESCA LUZZIO

*

A,Roberta,che cerca il suo futuro

A Roberta, che cerca il suo futuro



Non giocare con
bambole sorridenti
vestiti di lustrini luccicanti illusioni:
nell’apparenza esauriscono
la loro funzione.

La brezza è leggera.
Ascolta la sua voce:
rinfresca il corpo
e suggerisce pensieri.


Sono ideali veri
azzannate da lupi famelici
che tu devi imparare
a domare.

Le tue idee sono
cavalli in corsa
senza redini e cavalieri
nell’immensa prateria
del tuo domani.

Impara a cavalcarli:
cercano un sentiero
su cui normalmente
camminare.





FRANCESCA LUZZIO















*

Il diciottesimo compleanno

Il diciottesimo compleanno

                                                                                              Ad Andrea che non c’è più

                                                                                                  (5\8\10)

 

Nell’atmosfera trasognata del futuro

vivevi sogni di piccola entità:

un motore, un giubbotto

e su, via, si va!

A diciotto anni confuse

 le scelte grandi da fare

forse è anche meglio adesso

non pensare .

 

Dolce e pietosa la brezza del mare

accarezza le guance, i desideri, gli amori

bianchi palloncini che volano ormai

senza legami.

 

Memoria pura, puri sogni

fosfemi baluginanti nel cielo blu

avvolti da nube eterea

che vaga nel mistero

dell’immensità.

 

Andrea hai smesso di salire

l’impervia roccia del divenire

tocchi il punto senza tempo, nè spazialità.

 

Lo senti?

Lenta la risacca del mare

si unisce alle cicale ed ai gabbiani:

è preludio di sinfonia

che ascolti ormai lassù,

unica grande scelta

che anzi tempo

hai voluto fare tu.

 

 

                                                                        Francesca Luzzio

 


*

il canto dell’orca

                                                Il canto dell’orca

 

 

 

 Testarda e vanesia, priva di domani sei andata.

Anima migrante, zingara di professione

cammini nella larga strada senza direzione,

in una incessante movida di illusioni, credulità, ingenue passioni.

 

Mi chiedo dove vai se non hai  sicura meta.

Intensi fumi annebbiano la tua coscienza

e la tua bellezza li rende ancor più densi perché mente

a chi cerca con fatica di carpire e dare un senso al tuo avvenire.

 

Anche se ti mostri nuda non potrai  invaghire:

nessuno può soddisfare il tuo assetato ardore di felicità.

Fermati, l’astrale contemplazione di stelle e costellazioni

ti farà sentire il canto dell’orca,

respiro della terra, alito animale, originario nutrimento,

 a chi con singhiozzo affannoso  chiede pietà.

 

 Francesca Luzzio

 

 


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Compito in classe

Canzone tragica

                                            A Stella,offesa nella sua dignità di donna.

 

 

In questo momento dissennato della notte

ascolto te , Stella

diva con voce di contralto

che nel teatro costruito dalla mente

canti crudi stilemi

memoria iterativa dell’aria

di un melodramma che una volta,

pudica, mi sussurrasti appena.

 

La costante fluidità di ritmo

l’assenza di varietà di toni

ripropone l’inconfessabile tema

del giglio senza petali

il giorno della prima comunione

 

 

Francesca Luzzio

 


*

A Lucina, mia madre

A LUCINA, mia madre

E’marzo inoltrato
ma non sembra primavera stamattina
e con pena mi rimetto nel solito cammino


Indosso il tuo cappotto buono, di qualità
e risento il tuo odore, la tua presenza
costante e schiva .


Il tuo cappotto non è la tua eternità
è solo consistenza di odori
in questa terrestrità.


Tu mi coccoli, mi metti il fiocco…
Memoria d’olfatto.
Appena toglierò il cappotto, sparirà?






FRANCESCA LUZZIO

*

Crono-valzer »
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