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Raccolta di poesie di Raffaela Amato
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Incantesimo

Mormora lieve il vento tra le fronde
 cinguettano degli alberi le cime
 giunge lungi il frastuono d’una sega.
 Il tempo passa e tu non vuoi tornare...
 
 Sì cantano le ninfe lungo il fiume  
 immerse mollemente dentro l’acqua
 e intrecciano nei canti i lor sospiri
 mentre io le guardo assorta da la riva.
 
 Seduta sono in mezzo alla verzura
 in luogo pieno d’ombra e di frescura
 le cicale friniscono nascoste
 e il loro cicaleccio non ha soste.
 
 Lontana sono e immemore del male
 osservo ascolto provo a ricordare
 poi resto come presa dall’incanto
 fuori dal tempo e fuori dai pensieri.

*

Diversi

Ha già disperso il pero
 al vento le sue foglie
 e i suoi dorati frutti
 il verde arancio porge.
 Il nespolo frattanto
 le cime tutte adorna
 con tanti bei pennacchi
 fatti di bianchi fior.
 Il loro aspetto muta
 ma quel che più ne importa
 è che essi or sono qua
 per arricchire l’orto
 con la diversità.

*

Il mistero del male

 Ritorna alla mia mente quel sorriso
 che spesso s’accendeva sul bel viso
 poi lama quello sguardo è diventato
 freddo e tagliente come acciaio temprato.
 
 Quando e perché il cambio sia avvenuto
 capire bene ancor non ho potuto
 a svelare non riesco tal mistero
 che strema stanca e annoia il mio pensiero.
 
 Il bene e il male forse sono lati
 d’una medaglia e non son separati
 piuttosto l’uno o l’altro ha il sopravvento
 a seconda di come spira il vento.
 
 Si spiega allor - sebbene con stupore -
 perché il Creato sia pieno di dolore.

*

La strada per la Verità

 Io passo sì gran tempo di mia vita
 a richiamare in mente ogni pensiero
 che faccia luce e che quindi m’invita
 ad arrivare in cima fino al Vero.
 
 Ma sempre questa strada m’è impedita
 ed ogni volta che m’avvio dispero
 di poter ritrovare mai l’uscita
 per ritornare indietro lì dov’ero.
 
 Tutta fossi e d’insidie seminata,
 presenta deviazioni ad ogni passo,
 da mille cocci e sassi è accidentata.
 
 Ha diversi percorsi verso il basso
 ma in salita risulta esser bloccata
 dal grosso ingombro di un enorme masso.

*

Haiku

Dallo spuntone 

di una roccia s'affaccia

foglia di felce.

*

Il lamento di Penelope

Trepide notti vigili in attesa
 lunghi giorni vissuti in mia difesa
 il cuore sempre pieno di speranza
 la mente che spegneva ogni baldanza.
 
 Attesi il tuo ritorno con l’inganno
 tessendo e disfacendo il lungo panno
 il desco da un manipolo occupato
 ognuno sempre pronto per l’agguato.
 
 Alfin sei giunto come uno straniero
 reduce di sventure e prigioniero
 di trame d’incantesimi d’amore
 ma con un solo nome dentro al cuore.
 
 Eppure non mi ha il cuore rivelato
 chi sotto quelle spoglie era celato:
 un tuffo al petto un brivido alla schiena
 non mi hanno sollevata dalla pena.
 
 E questi occhi dal pianto consumati
 - pur conoscendo bene i connotati -
 hanno visto un mendico forestiero
 non l’anima del nobile guerriero.

*

Il trucco

  Mi afferro a un frammento di sogno
  al risveglio, sul far del mattino,
  è un trucco - ma non mi vergogno -
  per averti di nuovo vicino.

*

Plenilunio

  La faccia luminosa della luna
  intera splende nella notte scura
  le sagome dei monti stanno ritte
  come in garitte sentinelle attente.
 
  Nello spesso silenzio che m’assorbe
  immersa sono dentro l’universo
  quasi un fuscello sono senza senso
  ma con coscienza piena d’esser qui.

*

Fiori di agrumi

Fior di limone
il cuore mio è can senza padrone
lo prende chi è disposto all’affezione.
 
Fiore d’arancia
uomo non sia di mente né di pancia
ma un che tra i due estremi si bilancia.
 
Fior di pompelmo
ho tolto la corazza e ho tolto l’elmo
avanti chi vuol fare il tiro a segno.
 
Fior di chinotto
non ho più tanta voglia di strambotto
perché si è fatto avanti un farabutto.
 
Fior di limetta
senza motivo e senza darmi retta
ad una vita grama mi ha costretta.
 
Fiore di agrume
il cuore è come uccello senza piume
ha freddo ed è caduto in mezzo al fiume.

*

Il conto

 Quando la vita ti presenta il conto
 con la nota di quello che t’ha dato
 e all’istante ne esige il pagamento
 non ci provare a dire che ha barato.
 
 Se pur ti sembra con qualche ragione
 che una certa qual fretta essa ci metta
 a scanso di una nuova delusione
 non dir ch’è ingiusto e forse non ti spetta.
 
 Paga in silenzio e resta poi in attesa
 di tutte quelle tratte già spiccate
 per onorar la lista della spesa.
 
 Meglio se per pagare quelle rate
 e evitare ogni tipo di contesa
 risorse avrai da tempo accantonate.

*

Piove


  Picchia la pioggia sopra l’impiantito
  crepita e pilla piena di energia
  poi limpida si sperde per la via
  dove in piccole pozze s’impantana.

*

I morti di Gaza

         (14 gennaio 2009)
 
 Sconcio a Gaza è il bilancio della guerra
 novecento e oltre vittime finora
 circa trecento sono dei bambini.
 
 Tredici i morti nella parte avversa
 con dieci militari e tre civili
 periti in parte per il fuoco amico.
 
 O popolo d'Israele sfortunato
 nella tua storia fatta di dolore
 hai conosciuto la deportazione
 ed ogni tipo di persecuzione.
 
 E' sterminato il numero di quanti
 sono stati innocenti massacrati
 sacrificali vittime immolate
 sopra l'altare gelido dell'Odio.
 
 Meglio di Te chi mai potrà capire
 quanto sono indelebili le macchie
 che hanno prodotto in ogni direzione
 quegli schizzi del sangue dei bambini.

*

La matita

(da un racconto di Paulo Coelho)

Vorrei paragonare la tua vita
a ciò che rappresenta una matita:
qualunque segno grafico essa incida
una mano c’è sempre che la guida.

Se la temperi, è vero, si riduce
ma un miglior risultato poi produce
tu, se la sofferenza ti consuma,
forte diventi e lieve come piuma.

E se con quella non temi di sbagliare
perché una gomma è pronta a cancellare
così errori che son da te commessi
vengano prontamente sempre ammessi.

La matita non punta all’apparenza:
l’anima di grafite è la sua essenza
anche per te non valga sol l’esterno
ma soprattutto ciò che c’è all’interno.

E come quella lascia sempre un segno
al pari la tua vita, con l’impegno,
segni una riga nitida e diritta
dalle azioni corrette sempre scritta.

*

Nel mio giardino

Nel mio giardino
quando porto a spasso i miei pensieri
sento il silenzio
così intenso
che genera presenze:
nel mio giardino
quando porto a spasso i miei pensieri
io sento Dio.

*

Pruno in fiore

Ricamo fine e intricato di trine

- trapuntato d’oro -

la fioritura

del pruno a primavera.

E’ un bianco velo

vaporoso, leggero,

- ampio velo da sposa -

rigato

dal volo intrecciato

di un nugolo vispo

di nere api ronzanti.

Bottino di nettare

e l’aroma intenso del miele!

*

Versi in catene

- Se il dolore si incatena

cessa quasi la sua pena -

così recita un bel motto

di un inglese saggio e dotto,

io col verso l’ho domato

ma gabbato son restato.

*

Il mio vocabolario

Parole metto insieme ad una ad una

facendole passare per la cruna

disposte in fila come in un rosario

per compilare un mio vocabolario.

 

Metto per prima la Malinconia

la musa che m’ispira ogni poesia

e la sistemo insieme a Nostalgia

per quanti se ne sono andati via.

 

Ma prima ancora metto la Bellezza

perché da lei discende ogni salvezza

con l’Armonia che è sua diretta figlia

e perciò così tanto le somiglia.

 

Solidarietà poi segue ad un dipresso

verso chiunque è vilipeso e oppresso

con la Diversità sì tanto irrisa

che è una ricchezza se di quella è intrisa.

 

C’è il Silenzio con la Contemplazione

per sentire con forza l’emozione

che prodiga elargisce la natura

nel miracolo di ogni sua creatura.

 

Ricordo anche il valore del Dolore:

tempera la dolcezza dell’amore

la vecchiaia lo tiene come ostaggio

e ne diventa l’ultimo suo oltraggio.

 

C’è infine una parola che m’avanza

da sempre mia compagna: è la Speranza

quando sembra che tutto sia finito

mi guarda e mi fa cenno con il dito.

*

La via

    Sull’orlo camminiamo di un abisso
    che è scuro scivoloso e senza fondo
    ma se lo sguardo è volto al Crocifisso
    paura non c’è alcuna di sprofondo.

    Amandoci e tenendoci per mano
    - senza lasciare indietro il più piccino -
    un argine faremo tutto umano
    che renderà più facile il cammino.

*

Orfeo

    Ebro di solitudine vagava
    tra anfratti tenebrosi e boschi cupi
    e il nome di Euridice egli gridava
    dall’alto di precipiti dirupi.

    Il vento sibilando sulle chiome
    ripeteva dovunque quel bel nome
    e l’eco si partiva da ogni cosa
    per richiamare la novella sposa.

    Per lungo tempo fu disperazione
    poi diventò una tragica ossessione
    e cielo e terra per la compassione
    gli tolsero il buon uso di ragione.

    Se oggi mi avventuro per il bosco
    nel mormorio di fronde riconosco
    un’eco che susurra lieve e dice
    il nome tanto pianto di Euridice.

*

composizione

    Vorrei usar la lima e lo scalpello
    per le parole del vocabolario:
    nude le farei e senza alcun orpello
    per dire solamente il necessario

    Il ritmo le terrebbe incatenate
    in quella posizion che più s’attaglia
    e tutte resterebbero inchiodate
    come gli anelli di una stessa maglia.

*

il limone di Amalfi

    Del limone non v’è albero più bello
    per ornare con grazia il tuo orticello,
    piegati i rami come verde ombrello
    ombra dona e rifugio ad ogni uccello.

    In primavera effluvi di profumi,
    d’estate succhi magici consumi
    e se i frutti non tutti hai consumato
    d’inverno avrai il giardino illuminato.

*

l’agrumeto dopo la pioggia

Rorido appare in tutto il suo turgore
intriso della pioggia mattutina
che a rivoli giù scorre sul terreno
e in piccoli rigagni si raccoglie.

Stanno le nanosfere luminose
su fili d’erba e cuori di trifoglio
argentea e tenue tramano una tela
trapuntata di perle e di cristalli.

Si esala dai bocci appena schiusi
un esile profumo dolce - amaro,
aroma lieve, etereo, inebriante
frammischiato di muschio e di cedrina.

Gorgheggi, pigolii, canti, richiami
poi trilli modulati a tutta gola
frulli di voli, tramestii di moti
rapidi guizzi tra le foglie morte.

Pendono i frutti gialli e luminosi
dalla cupola verde del fogliame,
lampade tutte accese a illuminare
una festa d’aprile senza il sole.

*

A Pupa

 

                                      A Pupa

                                       Ora riposi all’ombra dei noccioli

                                       fra felci e ciclamini edere e allori,

                                       ti fanno da corona i verdi ulivi

                                       pace e silenzio regnano sovrani.

                                       Quasi per caso accanto a me venisti

                                       per fare un tratto della strada insieme,

                                       i tuoi passi a fianco dei miei passi,

                                       dolce compagna dagli occhi di velluto

                                       e dallo sguardo intelligente e puro.

                                       Caro ricordo serbo nel mio cuore

                                       della gioia festosa ad ogni mio rientro

                                       della tristezza sopra il tuo bel viso

                                       quando da sola e senza me restavi.

                                       Lieve ti sia la terra, mio tesoro,

                                       riposa in pace chè ci rivedremo

                                       e sarà festa ancora come allora.

 

 

*

Anniversario

S’incipria il ciel di cirri di cinigia

lievi vaganti in un’alba di perla

la terra indossa una veletta grigia

nell’ultima giornata della merla:

nel bozzo dei ricordi il cuor s’avvolge

la mente e i suoi pensier tutta coinvolge.

*

Il pastore della meraviglia

Come a Betlemme gli umili pastori

e i sapienti venuti dall’Oriente

io vorrei presentarmi col mio niente

alla Tua grotta, senza orpelli ed ori.

 

Dubbi e dolori lì io lascerei

tal che fuor dai pensieri resterei

e a bocca aperta come quel pastore

farei valere solo il mio stupore.