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Raccolta di poesie di Cristiano Zoli
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Un eco acutissimo ritorna

Guarda come ci osservano le cose
nel loro resistere alla pioggia e al vento
per affermare una testarda verità
C’è in loro una grande devozione
per l’eterno e per l’istante
e forse per quel bagliore che stupisce
e vibra in noi fino alle ossa
E’ sotto questo sguardo necessario
che nasce quel nostro grido visionario
- e un eco acutissimo ritorna -
nella carne che respira attorno ai versi
c’é una traccia remotissima di noi
che ora è fecondata e nasce a nuova vita

*

La bellezza che spunta

la bellezza che spunta ogni mattina sulla riva
è nella volpe rossa che viene
ed é nella civetta bianca che ritorna
è nel latrare dei cani sempre stupiti
che la luna scompaia chissadove
e che anche oggi il sole sia venuto
Anche le piante hanno un umido risveglio
ma le radici per prime iniziano il lavoro
E tra quelle siamo noi
che praticando un’antichissima alchimia
fondiamo nel calore della terra
un po’ di cenere con le foglie morte
e con la forza semplicissima del sale
otteniamo questa lieve ma tenace corda
che ci unisce.
E’ semplice l’amore se ci credi
quando ancora sotterraneo e muto spunta
e ogni cosa percepisce e vibra
alla ricerca di un uguale che ogni giorno trova

*

lo spazio che viviamo

lo spazio che viviamo non è il tutto
ma quella parte che per noi è vita
proprio come il mio salice e il tuo tiglio
Andiamo nel profondo per trovare
linfa e sangue insieme a generare
un immenso fermento.permanente
come tra rami e vento si fa festa
e nella terra aumenta a dismisura
nostro il groviglio che ci dà ragione
di una e di altre vite ancora.
Solo chi ha radici sente la distanza
come divina forza che richiama
come un abbraccio liquido che scioglie
nella più oscura luce la paura.

*

una devota fame

una devota fame mi possiede e cura
e insieme un po’ mi uccide
poichè quando l’amore è cosi grande
la distanza strappa le radici
e tutto sembra destinato un po’ a morire
anche se appaiono freschissimi i tuoi fiori
anche se tutto intorno ancor germoglia
Eppure quel mi spinge a scrivere é la gioia
questa corsa soave verso noi
Mi commuove questo tuo portarmi in me
nei luoghi più profondi
Tu
Tu che mi porti in me
nei luoghi più profondi e sconosciuti
nei luoghi dove non mi ero mai saputo
e tu mia sposa che in tutto questo
in me ti riconosci
Forse siamo un oceano notturno
siamo lo spazio che c’è
fra l’oceano e la luna
mentre stiamo qui
seduti insieme
Ma nel pensarlo sono lacrime di stelle
quelle che rompono la perfezione della notte
e ti pongo una mano semplicissima ma calda
sul fianco e ti stringo più vicina a me.

*

C’è un dio del desiderio che in me arranca

C’è un dio del desiderio che in me arranca
in questa carne unica e divisa eppure universale
in questa carne unica ed incisa da un ricordo
strappato alla più antica corteccia di memoria
cosi traversando a balzi le stagioni
son giunto in questo autunno
a questa epifania remota
al battesimo di una cosa ricca e nuova
senza confine alcuno nemmeno un orizzonte
in uno spazio tempo dilatato in cui avviene
un legarsi dei corpi che ha per scopo
il non appartenere più ad alcuno
il nostro modo di esserci per sempre

*

L’amore, il nostro, comincia da un luogo di leggenda

L’amore, il nostro,
comincia da un luogo di leggenda
un Qui un Istante che si è dilatato
una luce che illumina l’autunno
partendo da Un ancora e divenendo
Un sempre.
Da sempre in moto
prima nello spazio e poi qui sulla terra
traversando le montagne e i fiumi
e poi i ricordi, le visioni, i suoni,
tutto cio’ che le mani hanno toccato e
i piedi camminato.
I profumi che ci hanno inebriato
I canti che le orecchie hanno ascoltato.
I sapori che sulla lingua son venuti e quelli
che se ne sono andati alcuni mai cosi fugaci
e altri con radici che basta solo
un battito di ciglia per gustarli ancora.
E poi tutto quello che è avvenuto in noi
prima e dopo e intorno agli occhi.
e ora finite le parole inizia
il nostro canto che ci riempie
Si In quel vuoto della pelle siamo
il vento.

*

Ti scrivo tra le righe

Ti scrivo tra le righe e cosi’ vivo
un’altra vita mai cosi lontana
ma insieme le parole fanno traccia
cosi ogni giorno inauguro un cammino
un mio sentiero nostro.
Cammino in te e dentro tue radici
e spiego a tutti l’invincibile dolcezza
di un mondo a parte eppure cosi denso
dove fra cielo e terra ancora accade
di miracolare
andando vecchio e stanco
eppur cosi vitale.

*

io sono sempre

Io sono sempre dove tutto resta
nell’apparente calma viene
un canto sottoforma di vento
C’é a volte una semplicità del dono
che scambia che si fa coraggio
allora fra tana e desiderio
la corsa é a quattro zampe
si va verso il destino dell’incontro
che é vivo sente e bacia i cori ed i silenzi
distingue i valori della forma del creato
che vengono per vita di un istante
senza peso alcuno come nuvole effimere
nel cielo
C’é il solo fuoco che puo’ far paura
quando costringe la mano all’apertura
a lasciare la presa aprire il pugno
Allora vieni
facciamo insieme i gesti di preghiera
muoviamo nostre labbra a canto
facciamo del tuo profumo respiro nostro
uniamoci nel vento del garbino
che ci chiama e ci sorprende
a metà di tutta l’aria

*

posso solo raccontarti

posso solo raccontarti di quel poco
di quando mi svegliai ed ero già di là
in uno splendore di bagliori senza pari
nella mia nitidezza di un verde singolare
in un trionfo di semplicità fiorita
Nel bosco tutto era divenuto un volto
il vento naturale dell’amore dettava il ritmo
come un respiro o un sospiro a cui partecipavo
dove è l’inizio? domandavo e mi si rispondeva
che chi cerca a sua volta vien cercato cosi
nel volo l’uccello puo’ essere uccellato

*

se vieni col languore

se vieni col languore dell’assenza e con tuo canto
ti accogliero’ nella mia tenda di rami e foglie profumate
con otto gocce di miele ed una mandorla ti sfamero’
te pellegrina e tigre dell’essenza dal cuore balbettante
Poi nella notte mi nutriro’ ai tuoi seni cosi ripieni d’innocenza


*

ho messo un vaso dentro la foresta

ho messo un vaso dentro la foresta
un po’ di terra e un seme per ricordo
di quella forza bassa che mi hai dato
per benedire il seme tuo più bianco
con acqua e rose abbiamo poi figliato
e alle pendici del tuo monte sulla pieve
O mia adorata fame che mi uccide
mi neghi il pane ma dentro
ho il tuo lievito che cresce
sarà un canto amarostico
che nasce
e quando verrà udito
tutto sarà coro e
seguendo le linee delle mani
ci troveremo noi fratelli e sposi
con tutto cio’ che vive sotto il cielo.

*

c’é sempre un altro me

C’é sempre un altro me che mi disordina
eppure mi somiglia.
Lo stato del tremore mattutino un’ansia liquida
un ricordo recente che plana sulla nuca.
Ci sarebbe la voglia di una tiepida sutura
per questa ferita materna che non se ne è andata
Poi sento il sangue che si accende
se ti penso

*

mentre spicco il mio volo

mentre spicco il mio volo di mattina
dentro una dolcissima arietta farfallina
viene una luce e chiama ad un inseguimento
di un chiarore nuovo. Il cielo densissimo anche
chiama ad un respiro inconcepito
Nel latrare dei cani al dio Nessuno
l’istante é pervenuto ad un cominciamento
di trama e ordito verso una tela celeste
ancora non saputa

*

Ho fatto il possibile

ho fatto il possibile per avere una vita libera un'innocenza clandestina aderendo dopo le lotte armate di violenza alle cospirazioni degli angeli agli scontri nei vicoli di notte tra giovani stregoni streghe schiavi e polizia ho disegnato una geometria della passione ma con il passo incerto e un po’ sperduto del desiderio folle e marginale voglio solo vedere ora quanto é lungo il vivere la morte in questo amore che gocciola elisir da un magico alambicco Dove sono i sogni dei poveri? al piano di sopra o al piano di sotto? Io non voglio granchè solo piccole indomabili eresie mentre ti scrivo tra le tue righe nel solco profondo delle tue mammelle. Forse ho cambiato idea sai? Sull’incenerimento di me stesso Vorrei piuttosto che tu mi attendessi fatto d’ossa e poi fare di me degli strumenti a soffio per il vento quando tira forte. Sarebbe la mia voce tutta nuova. per te. solo per te.

*

la forma del respiro

la forma del respiro non è una
si sposa all’improvviso con lo sguardo
che parte ben oltre le finestre del pensiero lungo la via dei canti
sul bordo delle parole inizia il suono a volte involontario
nascente da una forza inappagata che si esprime con mezzi di fortuna
tra il dire e il nascondimento
C’è qualcosa di sacro nella balbuzie della mente
Una incertezza ingenua e radicata che nasce con il sentimento
Le ombre fanno festa controluce
grandiscono e spariscono in un battito cardiaco
Qualcosa nuota nell’acqua dentro gli occhi
Una disinfezione prima del vedere
oh! grande natura grande movimento
accoglimi in tuo seno benedetto fammi parte di te
come se fossi un vecchio girasole
cosi sensibile alla luce e cosi cieco.

*

il bel velluto della tua grazia

il bel velluto della tua grazia
mi si offriva contro come una viola
appena sotto l’ombelico
formando come un grumo di radici
che cercano le origini nel seme
solo il ricordo in questo mare di mattina
genera quel moto ondulatorio
fra te e la terra densa

*

Per adesso tutto quello che sappiamo

per adesso é tutto quello che sappiamo
una manciata di particelle elementari
che vibrano che fluttuano in bilico
fra esistere e non esistere. Ci sono
anche se sembrano non esserci.
Si sposano divorziano, fuggono
lontano, appaiono in più luoghi
allo stesso tempo. Hanno un loro
alfabeto luminoso per raccontare
cio’ che c’é d’immenso nella storia
delle galassie, delle stelle innumerevoli
e fugaci. Ma anche delle montagne,
dei campi di grano, dei sorrisi dei ragazzi
alle feste, e di quel cielo nero che protegge
l’intimità della notte.
liberamente tratto e messo in versi da : Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli Ed. Adelphi

*

Si cresce imparando

SI CRESCE IMPARANDO NEL BIANCO
E LASCIANDO AFFIORARE IN NOI
TUTTO CIO CHE SIAMO.
Nel bianco degli occhi si stampa
tutto l’universo. Come è intenso il vento
della memoria di oggi. come porta sorrisi
e cenere e amore dal tempo a ritroso
Accarezzo le piccole pere e i fichi infantili
ancor pieni di latte e poi c’è una chiocciola
che mi scruta coi suoi occhi sottili. Quando
morirà la dipingero’ coi colori per vetro
lucenti. E sarà la bellezza più lenta.
Perfetta.

*

La notte ecco che viene

La notte ecco che viene con la sua pelle blu
se ci passi sopra le dita accarezzi la fine delle cose
Prendi la carta e scrivi con l”inchiostro del pensiero
poi strappa e deglutisci e digerisci. Ecco che viene
L”albachiara dolce e ruvida con le sue gocce di giorno.
E con lei questo miracolo delle parole
Segrete anche a me stesso eppure vive

*

Siamo avvolti in un mistero

Siamo avvolti in un mistero che canta una domanda
ed è solo cantando che possiamo rispondere
è una risposta che si costruisce con gli incontri e i legami
più di noi lo sanno gli animali sopratutto le femmine
Il volo della civetta cosi silente
Il becco del picchio penetrante
La piccola maestà dell’upupa
Tutti modi per creare pertugi mettere il naso
tra le fessure e i segreti dell invisibile
Non ci fossero i colori
Il rosso del sangue Il blu del cielo
Il verde dell’amica clorofilla
non si sta in ginocchio per preghiera ma per estatica bellezza
quella che piega il collo dei neonati nell’osservare il primo mondo
è una piccola pace che si sente e che ti fa dire
io sono insieme mondo non c’é alcun lutto
nel cadere delle foglie

*

Nel fiume verde

Nel fiume verde si bagnano
i bambini zingari dalla pelle d'ambra
oh! come vorrei che mi accogliessero tra loro
tra i gridi, gli spruzzi, e le pipi segrete
e i brividi
di gioia.

*

la tua cima

La tua cima controluce si fa cielo
e canta con le foglie le vocali verdissime
spargi nell’aria una minuscola pioggia
di particelle elementari
intrecciate tutte con i nodi di minuscole funi vegetali
Salice che sali con i tuoi vestiti di lana dei pioppi
Altissimi
Sulla terra umida e intima delle tue radici
Profondissime
Li
con la testa contro le ginocchia
un uomo un vecchio
Si rannicchia
Si raduna
Cerca nel legno vivo
un segno della madre che risale
si insemina nel ventre fatto nudo
poi s’inchiocchiocciola e scende
al fiume verde
dove volano gli uccelli pescatori
giallissimi e anche azzurri
quando sorge il vento basso nella valle
S’inchina
prende con il cavo delle mani
la pozione di terrafoglia bruna
e l’introduce nei luoghi sacri della bocca
Al sapore di misticanza d’erbe nel palato
l’estasi perviene e tutto canta
anche la pietra con le sue tracce che spiegano i destini
Sale ora dalla sua bocca il canto muto
nei mille luoghi dello spazio che si sgrana
senza alcun luogo altro che quello visto dai tuoi occhi
svela la trama in cui noi siamo fatti di noi stessi
mischiati in quella immensa e sacra polvere di stelle
immersi in un dolcissimo dolore ed una lancinante gioia
Siamo tutti nati da un seme celeste
senza alcuna fine in assoluta e innocente libertà
avvolti in questa natura che ci ha fatto e che ci porta
sospesi fra tre mondi e una futura nostalgia
Tu brilli del mio medesimo mistero mentre ti invito
forse a danzare nella mia stessa danza
e a cantare dentro il mio stesso canto

*

C’é un tempo del segreto


C’è un tempo del segreto svelato finalmente
anche a noi stessi in questo arrendersi
a un’altra dimensione
che attraversa sottotraccia l’accadere
Non più un corpo d’abitare
ma un’infinita sete di parole inebriate
uno sguardo diretto chissadove
un qui e un ora per ogni istante
un minuscolo grido interiore
una festa un ballo e un dolcissimo lutto
un panieri di vimini dove mettere gli intrecci
le voci i sassi due chiocciole e una foglia
da riportare nei ritorni verso casa
riporre le lacrime nello scrigno dei gioielli
e poi ricominciare in questo tempo astrale
eterno che non conosce la parola Addio



*

Anche se non é il Nilo

Anche se questo in cui mi bagno non è il Nilo
io sento uno sprofondore che mi accoglie
e mi consacra alla fertilità predestinata
Da qui la prospettiva è più perfetta
c’é una strada che conduce verso il mare
e c’é una voce che canta il paesaggio
e io che sono insieme canto perchè so
che nessun viaggio puo’ essere intrapreso
se prima non è stato sognato e poi cantato
Ma
in nessun luogo c’è per me salvezza
solo girasoli e silenzi e intorno ombre oscure
La mia parola è sotterranea e umidissima
eppure nell’attrito lontano dalle mani
con questo sfrigolio del corpo acceso
ecco che viene di sorpresa un tardo fuoco
Ora ci sono mani che stringon tra le dita
indici e pollici a catturare i semi e viene
un soffio un desiderio di godere entrando
nella terra che ti somiglia tanto

*

Un vetro ci separa

La maga s’insinua nella mia memoria
e fa si che i tuoi ricordi sembrano miei


Stanotte ho sentito nel bosco
un lunghissimo grido d’amore
tra la volpe e la donna
una complicità sonora e
selvaggia impudicizia.


Ho usato la mente e tutto il corpo
per accogliere e digerire insieme
il nuovo autunno la nuova morte provvisoria
è di colore bruno e ha il giallo per amico
Nel masticare legno io mi avvolgo
nel piccolo mistero della riva altra
dove la tua assenza si è fatta
come un vetro che da tutto separa

*

Vieni teniamoci per mano

Vieni teniamoci per mano in quest’istante
di rivelazione tra gli alberi e le foglie
Se chiudi gli occhi stringi le dita tra le dita
tieni il respiro in serbo
P
r
e
c
i
p
i
t
i
sotto le radici e puoi vedere il mondo
che ti manca e che ti nutre come una
Madre
ora prima degli occhi tu la senti venire.

*

L’Eremita

nel silenzio della luce, un’altra quiete viene
in questo autunno mi abita un annuncio
-stipula una resa arrenditi al suo canto-
percorri coi tuoi piedi quel cammino
vaga odora copriti di luce e di semplicità
varca confini inconosciuti incarna l’eremita
sii te stesso e quindi mangia l’erba fino alle radici
perchè é li che troverai sostanza
quel sale della terra che accomuna
e se ogni sera alla linea d’orizzonte
sorgerà il miraggio. Benedici e Canta
seduto e albero tra gli alberi
fatti carezza bacia le foglie cadute ad una a una
sono vite che cercano una vita sottoterra
un desiderio sacro di fertilità.
Un dolce lume arreso ti veglierà le notti.
Vai
il tempo brucia

*

ci sono dappertutto le tue mani

odora di bianco la macchia nel cielo
nell’attimo il respiro che si perde
immerso nelle ombre senza braccia
c’é i canto di un uccello senza razza
in questa ampiezza immensa
eppure esigua. Ci sono dappertutto
le tue mani.

*

viene una luce

Viene una luce in forma di coraggio
anche l’aria d’un tratto prende forma
una invincibile grazia mi pervade
ed un ringraziamento magro sale
dalle corde della gola fino al cielo

*

Non ridere

Non ridere
ti ho vista nuda
camminare sulle acque del mio fiume stamattina
e tutto il verde calmo ti avvolgeva
E poi saliva un canto nella forma della fuga
era di noi che sparlavano gli uccelli
le gazze ladre i corvi le cornacchie
tutte a cianciare di questo antico nuovo amore
Io me ne stavo seduto sulla riva
e veniva il tuo profumo nella bocca
come un latte appena munto un erba nuova

*

Non ridere

Non ridere
ti ho vista nuda
camminare sulle acque del mio fiume stamattina
e tutto il verde calmo ti avvolgeva
E poi saliva un canto nella forma della fuga
era di noi che sparlavano gli uccelli
le gazze ladre i corvi le cornacchie
tutte a cianciare di questo antico nuovo amore
Io me ne stavo seduto sulla riva
e veniva il tuo profumo nella bocca
come un latte appena munto un erba nuova

*

Se solo segui con la mano il fiore

Se solo segui con la mano il fiore
accarezzi lo stelo e lo percorri
e giunta alla terra un po sprofondi
inizi un percorso di radici
di madri antiche e nuove
di sembianze ancora sconosciute
Nella mandragora di cui tu hai le forme
c’è tutto quel mistero che ci lega
quella magia antichissima che vive
componendo un bacio con le dita

*

Di nuovo il vento

Di nuovo il vento mi porta tue parole
tu sai come le porta? In nuvole di senso
Mi sento avvolto da tutto il tuo respiro
e poi tu entri inaspettata e parli
chi sei? chiedo ogni volta
e tu - Aman son io che parlo a te-
Vieni, tu che possiedi la perfezione
della chiocciola che fai della lentezza
un canto
una scia d’argento che è umida d’amore
Vieni, tu che vivi a contatto con le foglie
e che percorri il legno in tutte le sue rughe
con i tuoi occhi come un cannocchiale
Vieni tu che sei movenza ineludilibile
nell’aria traccia quel confine fra me e te
cosi labile da sembrare un quasi nulla
Chi sei ?ripeto e poi mi unisco al canto
Io
sono
insieme
Viene una pioggia sottilissima quasi un pianto
delicatissimo per noi
e io ti bacio nella bocca più segreta
con la mia mistura dolcissima
ed impura.

*

Neiye N°8


fa che tutto il tuo sapere
accumulato in mezzo al petto
assimilando l’ultima goccia di rugiada
poi esploda e frantumi l’ordine già dato
cedendo il passo alle giovani parole
ancora libere da ogni liturgia
non c’é poesia lo sai senza un’armonica eresia
e l’armonia non nasce mai dalla potenza umana
ma dai frammenti d’ una verità che viene
molto prima degli occhi e forse ha tana dentro
un cuore che si riconosce in tutto cio’ che pulsa
insieme a tutto cio’ che noi chiamiamo amore.

*

il trauma della neve


Il trauma della neve fu perfetto
ristabilendo l’equilibrio interno/esterno
il colore del ghiaccio in tra pupille rendeva
glabro il paesaggio.
fu rimandato il cominciamento
delle foglie
la terra con le sue dita di radici
voleva nutrimento dalle madri
e tutte le madri erano accorse
in festa di colori e di odori e di sapori
il sabba venne poi circum navigato
dalla saggina delle scope e dalle piante
con le radici piu profonde già bagnate
dalle acque del ventre gravido di Terra

*

cantico dei cantici via chat


I
Stamperemo le nostre parole
d’oro e menta e gelsomino
frazionate in minuscoli biglietti
con le ali e i sogni più riposti
e a una a una davvero scenderanno
nelle fenditure della corteccia
e cosi in noi davvero scenderemo
dentro le cavità nostre della pelle.


II

Io ti leggo perchè in te vivo
ti leggo perchè in te vedo
ti leggo perchè in te sento
scrivi sulle tavolette tue di
cera una volta e dunque ci
sarà di certo una musica
leggera e balleremo con i
piedi nudi i cimbali i tamburi
perchè arriva Ederlezi e noi
con lei felici pieni di fiori.


III
dietro di te avanza un mondo
nuovo e appena nato pieno
del latte e d’innocenza di te
madre di te bambina astuta
che sotterri in un luogo a te
già noto tutte le emozioni per
quando viene poi quel tempo
vuoto in cui sarà una rosa il
solo gesto che si compirà

IV
sto riponendo tutte le emozioni
nel luogo più segreto e nascosto..
sarà per poi sognarle e dargli fiato
e svegliarmi con le luci sulle mani.
ti scrivo sopra le emozioni che hai
riposto sopra le quali tengo le mie
mani per riscaldarle fin dentro l’ossa

V


Si, ci parleremo e scriveremo in questo
nuovo alfabeto che ci abita e illumina
Nasceranno arcobaleni dal cammino.
lungo il fiume dagli aironi.Avro’ il calore
delle tue emozioni e la pelle sorridente
Stasera io saro’ all’albero con le ali
trasparenti frughero’ tra i ripostigli
della neve trovero’ le nostre impronte
Sotto gli occhi stupiti della civetta bianca