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Raccolta di poesie di Silva Bettuzzi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Scacciapensieri

Interno avvolgimento
a gravi o lievi involti - voglia
di morbidezza a fragili pensieri?-
teneramente appare
gonfiore trasparente a pois
di parvenza lunare

ripiegato a strati, per difendere
da tremiti, sussulti, soprassalti
turbamenti inattesi, cuori
di sottile cristallo, steli
esili, oggetti tecnologici…

È lo spessore bianco d’un silenzio
per caso interrotto, premendo
lunule d’aria tra le dita
con la forza del piacere crescente
in successione rapida
di scoppiettanti crepitii.

Stuzzicante il gioco
mi prende la mano, illude
minuti perplessi, nell’ultimo
clic si conclude
col vacuo disordine
d’incartamenti a pezzi
con il cuore
e le trasparenze, a terra.

Poi volteggia in disparte
con le ali di plastica

Beffardo
un crepitio
di opache consistenze
riaffiora dal parquet ...
scarti, lattine, imballi a pezzi sparsi
da semiaperti involucri straripano
nell'aria della sera, nell'acqua
di falda risorgiva, dentro un greve
mondo al polistirolo, PVC....
D'un tratto mi ravvedo: bandirò
dai miei scacciapensieri
la carta scoppiettina!

*

Insoliti avvistamenti

Era uno dei nostri passatempi preferiti, sciogliere le nuvole con gli occhi: quel divertimento segreto, ancor più esaltato dallo stupore dei testimoni ignari che allibivano di fronte alla nostra misteriosa serietà, culminava quando uno di noi vinceva in un’esplosione di allegria… eri quasi sempre tu, papà! prendevi di mira certe paffute biancorosate gonfie riccioline che disintegravi in un baleno, mentre io, dedicandomi ad imponenti fantasmagorici ghirigori barbuti e solenni, avevo molto più filo da torcere... 

  

Morbidissimi involti di vapori spumanti
albumi di latteo turgore che a strati
in moto veloce eravate i bersagli
di ormai remoti ma ancora intenti sguardi...

 

Vi fermavate sopra le amate cime montane

con fragile grazia, teneri e ignari
dell'imminente abbattimento: era

l'appostamento, la mira - la mia

vittima alla destra del castagno
la tua più alta sulla vetta - e partiva
la raffica degli sguardi proiettili
in nuvolosa dissolvenza, tiratori noi
seduti con gli occhi all'insù
fra i sassi d'un greto oppure al tavolo
di un bar - per te il caffè corretto
a me il tuo cioccolatino - a ripetere
il miracolo dello scioglimento.

 

Avrei potuto giocare per ore

a mirare alle nuvole con te. Ora
è un correre sfinito di violetti
vapori tra lenti intercambiabili,
il socchiuso trascorrere
come da una trappola iperbarica
per non deludere

dietro le nuvole

l’appostamento di un sole illeso

preso di mira

dai temporali…

 

 

*

Autoritratto

C'è stato un tempo morbido

quando trasalivo a una frafalla

sul soffitto o sul filo del telefono,

ritardavo il suono della sveglia

alla rincorsa del giorno

tra le ringhiere infreddolite, riordinavo

ogni briciola in un cerchio pieno

sulla tovaglia.

 

Nella bassa marea dei dormiveglia

speravo il fruscio della risacca

il tocco della vita. La finestra

mi regalava il soffio dei glicini, 

del campanile, della notte.

 

Ora vivo di corsa per non vedermi

in un'altra me stessa

senza nessuna verità,

non ho più fretta di conoscere

la cifra dei colori.

In una pagina ho messo il verde

quello che più mi assomiglia