chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Stefano Sabattini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ho visto Freak

Ho visto Freak. Cantava

"Sono un ragazzo di strada"

Voce bellissima. Buono

anche il gruppo. Rock 

duro. Fabio. Nella gente

Maurizio, Giorgio, Gianvi

e le signore,

ho capito che non capivo

a modo mio le sue parole:

"Lardo all'avanguardia"

*

Un libro dentro un albero

Io, dentro di me,

come un albero,

ho un libro.

*

Formicaio

La mia vita è perciò questo formicaio

e il sentiero che mi conduce alla montagna 

del silenzio da cui provengo e verso cui tendo.

 

*

Television

 
 Questa geografia è un campo
interiore
in cui si apre il fiore.
Il canto di un umano, muove la vela,
 la pagina aperta, nell'ignoto agita, onde.
 
 
Un temporale sorprende
l'estate, al largo
 del mare della tranquillità, perduta
 la rotta nella bufera, l'albero cade,
le sarte sparse.
Più tardi,
 
 
Le arie, i temi, le canzoni, quando sono alte
restano vive, anche più tardi del tramonto
del loro tempo, le porta con sè la metrica
custodita nei dischi a trentatre giri,
 
 
il lampo di tracce selvatiche,
inciso, ancora caldo di strada,
sulla pelle dei giovani
giorni. Più tardi,
lucidi come il metallo 
 
cromato
salgono e aperti a corolla,
sullo sfondo il paesaggio lunare,
cui fa eco, in un crocicchio,
 
 
il patto col diavolo, del cantante
il ghigno, vago del fulmine, 
ubriaco di gatti neri, lune storte, neri vinili,
accanto alla puntina del giradischi.
 
 
Sono, inedito pirata, i Television
ritti sul ponte al timone, in alto mare,
amari come le erbe, da soli reggono il libro del rock'n'roll
tra le onde cianotiche, ancora più alte.
 

*

club

ogniuno passate queste porte

non è altro che un uomo

o una donna di ognigiorno

non importa che lavoro

fa o non fa o non ha lavoro

che età ha o qual'è il suo titolo

di studio o quale macchina ha

o cosa ha mangiato e ha bevuto

fino a un'attimo prima di passare

oltre la porta del club. Giles Peterson

su BBC 6 musica.

 

Tu sei tu, dopo la porta del club

ogni uomo e donna è lì così

come è e deve essere,

per tornare a sentire 

una musica che gli

entrò nell'ossso a 12

anni e non abbandona

il midollo neanche se 

a 60. Auspico continui così

anche domani

quando forse... Sai,

amico mio, il vento soffierà

per noi due ancora, se vorrai.

 

Chiedo, amico mio, che  

un lavoro non alienato ci faccia 

tornare a considerarci

umani e non animali semplici

dedicati al puro sostentamento,

ci può aiutare l'ascolto

di Herbie Hancoc, qualsiasi

pezzo solo che ci sia un suo 

asssolo? Eh? Dai proviamo.

 

 

 

*

Suicide il gruppo più vivo che mai

Suicide

 

Martin suona la tastiera e la batteria elettronica

 

Alan canta,

 

il primo disco nel 1976.

 

Suicide

 

sogna, sogna

 

dopo i noci il canale

e tu e io e sogna

per sempre sogna.

 

I tuoi capelli, folta chioma lasci dentro 

il tuo virile fliuire,

e Alan smette

di cantare per sedare la rissa 

sotto il palco.

 

Sogna, leggera sogna

passa il tempio di piante,

per sempre, sogna, tanti

passi e sentieri ho fatto.

per essere qui a 

 

credere nel mio ciuffo

scolorato e nella tua fluente

chioma di sogno.

Sogna un attimo

che mi dura, sogna per

sempre baby sogna.

 

 

 

 

 

 

 

*

alla porta del paradiso

 

Come piove

sul mio viso,

sono davanti

alla porta

del paradiso

" non passi!

Torna in guerra."

come piove,

sulla terra .

 

 

*

la ragazza di Carpi

La vedi?
E' la ragazza
 di Carpi
      ( di cui io sovente
              da qui t'ho parlato)
ella nome ha
       di donna
 A Simona a
 Le mille e una
    notte guarda a
ah te sull'ombra
              del mattino
i capelli ricci 
                 di una giumenta in corsa
 e i sonagli
            a gli zoccoli
                      in salto
                          al traguardo
  dopo il sogno
                     porta
Non ti stupisca
                  che l'arcobaleno
 le doni l'iridi
                  e 'l ventaglio
a le sue labbra
               schiuse il suono
  di ridente ruggiada
( anche se
             non capisci)
a un'altra stagione
a te compresa
              sulla soglia
    della sera
a te brillante
  l'addito
                Espero.
                      

*

boogie woogie all’angolo della strada Van Morrison

Nella curva dell'aria nel vicolo cieco
l'ancia svolta verso il boogie
woogie all'angolo della strada
nel delta del fiume lento
tra le foglie smosse la pelle
gli occhi marroni della regina
la ragazza il cui sorridere
manda in paradiso Jackie
Wilson nelle torrenziali piogge
della settimana astrale le arpe
i timpani a cascata nei giardini
nei prati nei campi degli ottoni
mi ostino Van Morrison a cercare
te fintanto che i dischi continuano
a girare e la voce al cuore
suona corrente di sussurri
singhiozzo singulto salto
e walzer e ritm'n'blues enciclopedico
la rondine in cabrata un seme
nel becco dall'Africa dall'Irlanda
cuce l'idea il pensiero divenuto
in musica numero della natura
dado lanciato nel creato sintagma
ripetuto ricreato ribadito
reiterato ecolalia e dettato
misura della morte e nascita
e rinascita Jimi Hendrix trova funky
Muddy Waters e rifà Dylan
una stagione ben radicata alle nostre
vertebre Gloria dei Doors quella
di Patti Smith lo urlerò tutta la notte
tutto il giorno tutti i giorni ehi
ehi ehi sha la la nell'arteria
del mutamento mantello notturno
fattosi strada nella birra nel wisky
nel bicchiere il blues dei giovani
bianchi ci fa conoscere il blues
dei padri neri in una mescita
fonde la tua lunga cantata
canzone e il vicolo su cui
io trovo me stesso giovane
all'angolo della strada in cerca
di Muddy Waters che suona
il boogie woogie e chitarra e note 


*

John, Eric

Stormi di stelle brillanti la lucida
chitarra il tamburo opaco e le voci
le luci della costa viste dal mare
onde di John Lee Hooker il timbro portante
inganna le correnti profonde abissale
caverna e arco volta siderale cromatico
Clapton alluciolante nella galassia nota
lontana sfiora gli sciami della notte
onde dei cetacei le rotte sul fondo
in stella trasmuta come il toro
che corse sull'acqua portando Europa
nel canone blues in declinazione
sulla corda rotta le storie greche
del mare tornano l'occhio del pesce
la tagliente lama la pelle di luna
i ritmi nostri eterni piano forte
basso cassa e rullante e chitarra
in dodici battute e l'armonica a bocca.

*

facciamo i conti

                                                                   Facciamo i conti

 

 

Con diligenza esemplare
cui sopra
perfino John Ford

a girarti l’inseguimento

anzi è una corriera

che raggiungo in ritardo

a pagarti la rata

e tu mi telefoni Banca

proprio lì mentre guido

un cervello bicamerale

informami che sono

inscritto all’elenco

dei cattivi pagatori

 

vengo da strade di fuoco

io la vita mi gioco

con la metrica giusta

e la lingua chè è una frusta

(Cicoria) canzone tu torni

da me come l’interferenza

 di una radio pirata

privata libera

sì libera

 

farò di tutto

per saldarti mento
chiuso 
nella strada sotterranea

dove il respiro cedo
 a Dicembre
descritto
 in un lascito
di fumo.


*

sun is shining sul mio piatto

SUN IS SHINING SUL MIO PIATTO

 

 

 

Il sole slende il tempo è dolce

Fa che io muova

i piedi nella danza

Al tuo salvataggio sto arrivando

Voglio che tu lo sappia e che tu capisca

Lunedì mattina tu sei nell’arcobaleno

Voglio che tu sappia, sono un’arcobaleno

Anch’io, al salvataggio io sto venendo

Ti farò un cenno e tu capirai

 

 

Oh Marley, oh canzone dal basso

saliente, nel club,

nella strada, in passo

di danza, sasso

lanciato nel mio vuoto,

quanto ti devo,

se non sono impazzito

è stato solo

per un soffio, un solco,

altro non dico, eh Tu

arcobaleno, sul mio piatto

ancora, vivo.

 

“To the rescue here i am

Want you to know

And you understand”

 

 

 


*

la mia vita in un verso

La mia vita in un verso

  

io voglio la mia vita in un verso

mettere, il cristallo,  la neve

in auto sulla provinciale per Reggio,

i fari intuisco, a rotta di collo

(come diciamo noi della bassa),

nel respiro della nebbia cerco,

concitato, di raggiungere

la corriera prima di Bagnolo:

compito, portare i figli a scuola in orario.

 

Sono in ritardo, il vetro bagnato,

la legna che fuma, bruna,

spettri affollati in pubblica piazza,

la scena, la forca, i lupi, i fuochi,

li guardo svelti entrare

con un salto nel creato,

hanno il giubbotto bagnato

la sacca dei libri dietro,

fiori di vita, sospiro, boato,

nuvola che migra nel fiato,

ora cristallo fermo per sempre,

mi tengo nel cuore della mia vita

il verso, per i loro occhi migranti,

su strada gli operai in tuta,

bellezza che resta poi altrimenti muta.

 

 


*

dopo il tuffo

è in questi giorni che
devo ancora una volta io
essere fino al profondo
tra le pareti
d'acqua trasparente
dopo il tuffo a scendere
in apnea afasica affogando
a cercare nel vuoto il senso
a sentire per dono il battito
desiderato tanto
fino a farmi riaffiorare
dai gorghi con una nuova parola
all'improvviso e finalmente
uscita come un'offerta
all'aria a un'altro respiro

*

umane cose

Il principio d'amore
è tra l'umane cose
nei petali delle rose
presi nelle tue mani
mistero e meraviglia
passanti in fuga nel vento
baciarti le soppraciglia
tenerti a me un momento

*

quando sei partito

Ci incontriamo spesso,
sulla dell'est costa,
nella collina di Pesaro-Urbino,
tu stai venendo dalla montagna
alta di Aosta,
e io dalla bassa reggiana,
con, dopo Bologna,
sull'A 14 caffè di rito a Bevano,
entrando in A 1, prima
a Carpi, o Campogalliano.
Potessi terrei la tua mano,
Amico, ma sei lontano,
un uomo fatto di voce,
impasto ... di suono,
non ho mai conosciuto uno -
in tutto questo mondo -
come sei stato tu con me
così buono ...
Non ti vedevo da un anno
istruttore, sai, dicevamo
... Sei in piedi veloce
hai la tua voce ...
A tavola parliamo
con te è un piacere
ancora sano, dici,
stai per pubblicare,
mi fai ancora sbellicare,
dici, la Simoneide;
con un come,
che ancora non ci posso pensare.
Più tardi, sul viale in discesa
che dal dojo arriva giù
fino alla statale,
ci salutiamo. Ma ...
non ti ho ancora chiesto
... cos'hai deciso. Se vuoi
farti o no operare.
Parti un mattino presto,
troppo preciso, vicino
al tuo compleanno ...
All'improvviso a me ...
poi Marco ... sai, mi ha raccontato,
quello che ha visto.
Sono lontano un anno,
dove vorresti andare?
ora sul cellulare, ho quattro
chiamate, e un verdetto
proprio definitivo.
Se mi puoi aspettare,
quando ti verrò a trovare,
ancora tu riderai
con me fratello ...vero?
come tu solo hai saputo fare.
Wasabi ... non è quello.
Quando nelle narici,
sento forte il pizzicare.
Io fino a quel momento,
a te, mi ti tengo,
a me, dentro.

a GianviPELLE, ...

*

soltanto il respiro - calco da Magrelli

CALCO DA VALERIO MAGRELLI

Soltanto il respiro davvero scrive
usando come penna il nostro corpo
e una risata come azione manifesta
nei bar in fabbrica o in un letto
la sua presenza libera nel fiato
e si disperde tra l'incuria di uomini
e dei. Fiume sepolto, basso continuo
nutre un tempo interno, pennemente
disatteso. L'epos, cantato in sordina,
del minuto gesto quotidiano,
vivente...soffio lasciato nel travaglio
di macchine e commerci in via vai,
volante e ruota, rutilante, gas.

Che nel polmone della natura,
- cosa di cui, anche se lo dimentichiamo,
proprio perchè umani noi siamo parte,
- in esercizio costante sostiene ogni
Vita, la nostra e di tutto, e l'accompagna.
Pur inascoltato ed inattuale, è proprio lui
la porta di passaggio, del mondo interno
e dell'esterno. Fugge, pertanto
e sfugge, intanto, dei tigli
il senso ultimo, delle cortecce,
nell'alberato viale e la parola
su manifesti e strilli e propaganda,
sempre più povera, ancor di più evapora.

Soltanto nella risata forte, dentro
l'addome, nella carne muove
- dove è forte ancora la nostra
antica forza vitale - se consapevole,
a chi lo desidera, e ne ha l'urgenza,
alla parola, la precisione permette
di tornare, con il lavoro quotidiano
nel suo fare - poiesis - più
arcaico e felice, una distante
nota d'acqua frusciante
intima e assoluta in continua ricerca.

Perchè nella profondità precisa della parola
ritrovata, il fiume del respiro scorra
alle viventi fonti, si rintani
e poi per sempre vada perduto...
Spesso, ciò che arriva sulla carta
è solo il frammento residuo del suo poema perso,
su cui chini sciventi, scrivendo emisero un sospiro,
chiosa frugale, calco di un racconto
questo è l'indice ultimo degli indici.


con ringraziamento e profonde scusa al poeta Valerio Magrelli.

*

intervallo

sposta la mano dal tasto del piano

appoggia la tazza di caffe paga ed esce

uno misura l'altro nota la distanza tra due edifici

nei palazzi il vetro delle finestre e il muro

un'onda è diversa dall'altra

schiude un fiore di fronte al sole

nucleo elettrone neurone non 

il lento alluciolio della galassia

il passaggio della tartaruga per le ere geologiche

scrivere nell'intervallo

leggere nel tempo che resta.

*

la partita

all'ultimo stadio
si vince o si perde
nei fari la partita

dalla buia stazione
la distanza invincibile
dipartita impartita

*

occhi scuri

Semmai ti dovessi struggere
per amore amore caro
pensa a quegli occhi chiari
pensa a quegli occhi scuri

semmai dovessi piangere
pensa a quegli occhi scuri
che ti hanno tanto guardato
e tu non hai veduto

*

ali replay

Oggi incontro un'ala
che mi porta nel silenzio
un suono selvatico vi passa
è l'ombra che scorre sul campo
un'animale staccarsi dal fosso
e nel respiro volare
le impronte lasciate nel fango
il nido tra le canne intrecciato

*

Avere le ali

oggi nel passo ho un'ombra
che torna nel silenzio
un suono selvatico v'incespica
è l'ala aperta sul campo
vi si trova un animale
staccarsi dal fosso
respirare oltre le impronte
nel fango il nido intrecciato


*

Secchia ponte di S. Giovanni

Blu verde glu di limo
attacatissimo in sospensione
fluida a volte
colore di malta
nell'alveo letto Secchia
ibrido testo liquido
non balneabile quanto
a cani tanto
ad umani noto
per gli annegamenti
folto di vortici
di gorghi copioso
in processione di acque
lente maturo sul ponte
di S.Giovanni pitone
ingrandito sui piani
prova di forza atavica
piegato a Concordia
glu della mia nebbia
nativa scrittura

*

Porto il suono nel tempo

Porto il suono nel tempo
della Vita che lascia
mio padre voce
nel reparto di cura
intensiva lampo
di cuore oh luce
resta non mi lasciare
goccia che cade
nell'acqua del lavandino
tamburo arco fiato
poi piano cambia
nel tempo è pioggia
vento è stato tuono
il principio il numero
il nome la mancanza
confronto al compito
è la voce dei figli
adulti in fuga
nell'aria gialla di sole
il timbro di basso
continuo sotto la cellula
fin dentro all'osso
enzima il passo
oscillante delle lancette
sigla di posa
movimento modo di fare
abito del quotidiano
leggere la Vita
e interrogare il segno
mi ha cambiato
nel tempo nel tempo
è cambiato
il suono che porto
è di mio padre la voce
il tono interno
silente nota pura
che ascolto e riascolto e porto
nel tempo fino a che mi conduce
davanti alle mura
di me stesso della mia scrittura


Babbo giardino stagno
suono che porto nel tempo
sempre cercato
e sfuggito
sei il cantare udito
dietro il roveto spinoso
la voce dell'uomo
che chiama il bambino
in un cortile ghiaioso


28/11/2009






*

farfalla

sogni tu sogni tu
ieri notte tu eri una farfala
che s'appoggiava a un ramo
e diveniva foglia
polvere di porpora
degli occhi
oggi mi guardi controvoglia
e se t'ondeggi
accanto non mi tocchi

*

tecnico automatico

tecnico automatico compito
sopra di te il lavoro
senza tanto decoro
senza fantasticare

la pelle grigio rosa
scatta ratta rappresa
nel punto dov'è più tesa
se la si vuol toccare

sulla tua lingua valle
scrivo una labbra strada
dove la barba è rada
il frutto è da sbucciare

ora si vede esposta
la tua vera natura
sotto l'insellatura
inizia già a sudare

tecnico automatico ordino
dentro di me il lavoro
ora che anch'io m'accoro
mi lascio trasportare.

*

Pioggia (nelle pinete)

Fermo!
per ora (ancora)non piove
(nessuna pioggia nella pineta)
nel parco non piove in città
(in collina) nel centro
commerciale inurbato non piove
(sulla mia testa)nella periferia
suburbana e in tangenziale
nella provincia lontana
non piove sul canale e sullo stagno
(sulla terra)non piove sulla capitale
sul palazzo e sulla casa (dell'uomo)
non piove su stoma e su stame
(non ora)non oggi la favola bella
che ieri m'ha illuso (non ora)
non regge (non oggi) non piove da mesi
(sul campo) lo prova (il video filmato)
il mo volto (l'ho scritto)
il tempo (che passa) sopra come sull'acqua
Ascolto!
(non sento) parole che dici
(umane)da mesi
(da ore)già io lo so
(nessuna pioggia)(da troppo)nelle pinete
su foglie su fiori su (le tempestose)cime
su fiumi su sassi (non piove)
solo i passi (sulla terra)secca
ho sotto gli occhi (scure occhiaie)
le crepe nella terra (sento...)
Respiro...
...
cuore che batte
(espiro)...lungo
...
come in un'altra
lingua...il silenzio
(religioso)...parla
...
sentiero in pineta
piggia improvvisa
suono d'acqua
Vado!!!
svelto (salto) pioggia
(sulla mia testa)
adesso (all'improvviso)
ballo (e salto)e tu balla
con me (con il tuo passo)
sotto la pioggia improvvisa
(il tuo mio balletto) la favola
bella oggi (adesso) piove nei campi
(piove sulla mia bestia)... in fine
la pioggia nelle pinete.

*

estate, chiaro di luna

estate, chiaro di luna, calice
scende calda nella notte
la macchina nuova passata dai soldi
di mio padre e vado a prendere lei
lasciati bere a me
un'altra volta corre sotto spiegati
fari l'asfalto bianco ho
una camicia di lino
io userò te e tu mi userai
dentro l'odore che emana
la notte d'estate
una cupola di stelle
cela la luce elettrica artificiale
vie divise illuminate
solo l'aura chiara, vento
notturno calore sono
sotto da lei
appena apre la portiera
di profumo entra
niente cielo ora noi
siamo legati all'istante.


*

un fantasma

vorresti essere un fantasma
da adesso ed aleggiare
forse lo sei già uno svanito
nel respiro pulito abito chiaro
o voce carpita al buio
caduta di luce
e vento di spavento
o vetro che passeggia
su acque scintilla e sulle donne
dormienti un gioco
di specchi col sole

*

canzoncina

Canzoncina

Di bello hanno la pelle
delicata
dune cammelle
dita e i polsi i lobi
i girocollo
hanno la vita di bello
complicata
da caramelle
e piatti letti tetti
sotto la stella
di bello hanno un ruscello
depurato
che sa la terra
sopra al pizzo al petalo
al gioiello
incastonato
ma sopra a tutto
questo di bello
le donne hanno
la coda di cavallo



Stefano Sabattini