I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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xxxix
Ancora una volta, cuore in putrefazione. Ancora una volta, è un'illusione spezzata che me lo sta strappando, mettendo su di un piedistallo a terminare la sua marcescenza. Ancora una volta, zappo nei sentimenti, scavo e rivolto cercando invano la fonte di quest'amarezza. Ancora una volta, affondo dentro non sapendone il perché. Provo a sorridere, ma dentro ho una tribù di mille lillipuziani che con minuscole corde acchiappano la mia felicità e la massacrano, la prendono a calci per poi sputarci sopra. Muoio nel gridare, ma nessuno, neppur io, le mie urla sa ascoltare.
Id: 9986 Data: 10/09/2011 05:23:08
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xxxviii
In viaggio. Voglia di riflettere su questa Spagna che è diventata la mia terra e chissà per quanto ancora lo sarà. Su questa lingua che si è fatta mia senza che glielo chiedessi. Su questa Castiglia arida e piana, su questa musica di radice che accomuna. Voglia di riflettere su quanto tutto ciò mi abbia penetrata, quanto sia mio ora, quanto mi trattenga qui. Quando andrò via, quanto trascinerò con me? Sarà il mio cuore pieno di Spagna?
Id: 9892 Data: 03/09/2011 15:17:23
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Il mercoledì notte
Il mercoledì notte Lavapiés profuma di libertà, l'aria è piena di parole magiche ed il suolo si muove a ritmo di chitarra. Neppure le macchine fanno rumore, a volte mi sembrano grilli e gli ubriachi saggi professori di chimiche campestri. I bidoni sono bauli di legno che nascondono ricchezze dimenticate, foulardes con campanelli e lettere di amicizie antiche. I filtri delle sigarette mi raccontano la storia di Pollicino e mi guidano al mio piccolo rifugio di caramelle e cioccolato.
Il mercoledì notte Lavapiés mi ricorda i sogni che sognavo da bambina, dove le streghe erano buone, tutti andavano nudi senza indossare gli strati della civilizzazione, dove crescevano fiori tra il cemento e con un solo tocco l'asfalto diventava multicolore.
Il mercoledì notte torno a casa più leggera, sogno di più e dormo meglio, penso a voi, sorrido e divento più bella. M'accoccolo sotto le coperte ed il mio cuscino diventa una giostra di ricordi ed emozioni.
Id: 9891 Data: 03/09/2011 15:16:44
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xxxvi
Non ti conosco, silenzioso uomo armato di chitarra; nulla so di te, eppur ti cerco. Ti cerco tra i colori di Lavapiés, le facce di mille conosciuti. È stata la fortuna a portarmi a te, Dea malvagia, nemica della Pace, saccheggiatrice di speranza. Mi ha portata a te occhi neri di pece, creatore delle mie più recenti impazienze. Lascia che parli con te un'altra volta, galante pirata delle mie passeggiate; lascia che ti spieghi ciò che mi provoca la tua presenza. Non voglio che, pensandomi, rievocherai quelle altrui parole spedite in un messaggio elettronico. Lascia che ti conosca, strumentista mediterraneo, che scopra la fusione di culture che regna sulla tua pelle; lascia che ti doni il più bel ricordo di me e non quelle quattro parole slacciate in una domenica alcolica, incapaci di descriverti la mia intimità di zingara allegra.
Id: 9831 Data: 30/08/2011 21:18:23
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xxxv
Sono arrivata a sentire con una tale intensità che ora tutto mi scorre sulla pelle. Le cose, gli avvenimenti, le persone mi hanno penetrata talmente tanto che ora mi lasciano fredda. Sono una scarpa usata, un lobo dilatato, un paio di pantaloni vecchi, un cane maltrattato. Sono la vagina di una puttana. Quando tutto filtra in profondità, dopo, è necessario avere ogni giorno di più per tornare a percepire la realtà con tanta forza.
Id: 9813 Data: 29/08/2011 09:07:01
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xxxiv
Dopo il Marocco, tutto sembra silenzioso e freddo. Gli sconosciuti non mi salutano per strada ed i bambini sono di nuovo annoiati. Dopo il Marocco, cammino più lenta e mi guardo di più attorno. Dopo il Marocco, vivo in una bolla di sapone nella quale nessuno può penetrare. In metro ascolto la parola shukran e sorrido. Sono stati solo due giorni, ma ora mi sento appartenere al mondo un poco di più.
Id: 9812 Data: 29/08/2011 09:06:11
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xxxiii
Sono in un altro continente e mi sento a casa. Io, che appartengo a un luogo solo durante il viaggio. Sono nomade, zingara apolide, con sangue viandante nelle vene, irrequietezza che mi è organica, spostarsi una mia necessità fisiologica. La mia aria, i chilometri percorsi; il mio cibo, le altre razze; mi disseta la diversità. Sarò mai sazia? Non credo, non voglio riempirmi, preferisco trascinarmi questo spirito errante e pellegrino fino alle colonne di Ercole, fino alla fine del mondo, fino alla fine del tempo.
Id: 9797 Data: 27/08/2011 12:32:54
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xxxii
Voci di mujaheddin. Piastrelle. More principesse che ti scrutano di soppiatto. I bambini urlano felici, piccole bande di frenetici pirati che scagliano lame al suolo, che hanno creato dal nulla la loro passione. Li guardo incantata, li registro per serbare un minuscolo ricordo di questa breve permanenza qui. Popolo accogliente, che profuma di spezie e pane appena sfornato, che ti saluta con malizia, ma ti abbraccia con onestà. Il silenzio non esiste a Tangeri, brulichio di voci e musica; l'oscurità non esiste a Tangeri, sfumano i colori del giorno e s'accendono, scintillanti, le insegne dei negozi, le luci delle case. La nostalgia non esiste a Tangeri, l'Africa è troppo viva per struggersi nel ricordo, troppo vera per annegare nel passato.
Id: 9796 Data: 27/08/2011 12:31:34
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xxiv
In metro ero seduta vicino ad un uomo anziano. Ho sentito l'odore di mio nonno. Non credevo di conoscerlo, non credevo che l'olfatto potesse avere una memoria più saggia della mia.
Id: 9781 Data: 25/08/2011 23:48:32
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Sono donna
Ho taciuto: sono riuscita ad ascoltare il mio corpo. Gridava, strillava, gemeva per quelle mutilazioni inflittegli. Credevo di curarlo, lo stavo reprimendo.
Id: 9780 Data: 25/08/2011 23:46:24
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xx
Voglio vivere dove si respira meticciato; sentirlo nella pelle, nelle vene. Dimenticare il concetto di razza in un'esplosione di colori.
Id: 9779 Data: 25/08/2011 23:45:30
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xix
Se il più grande timore è quello d’esser derubati, sarà perché non avete nulla dentro? Le vostre esistenze sono talmente vane che ce ne si può appropriare in un soffio.
Id: 9778 Data: 25/08/2011 23:43:36
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xviii
Rapita da un'orda di rom balcanici, che ballano, cantano, flettono sinuose fisarmoniche. La loro fobia è il mio sogno.
Id: 9777 Data: 25/08/2011 23:42:33
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xvii
Una finora breve esistenza nell'intento d'afferrare parole aliene, per poi scoprire che nella tua lingua ti penetrano di più, squarciano, invadono i capillari. Sono altrui, ma diventano come tue. Voglio fare mie le parole di quest'universo. Voglio berle, sentirle nella gola, scinderle con i miei enzimi, digerirle per poi sputarle, decantarle per ammaliare questo mondo che scappa da me.
Id: 9776 Data: 25/08/2011 23:35:14
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xv
Ora con i miei miseri venticinque anni di esperienza su questa terra deduco che l'unica maniera per sentirsi bene è lasciare tutto e seguirsi. Andare dove solo l'anima conta, dove ciò che è esterno al nostro io è superfluo e dove ci si completa nell'altro.
Id: 9775 Data: 25/08/2011 23:34:14
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xiv
Morte legalizzata, genocidio. Conseguenza di un sistema costruito sul denaro, sulla razza, sulla paura. Povero e non bianco e lì marcisci.
Id: 9774 Data: 25/08/2011 23:28:47
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xiii
Opposizione a questo canone imposto. Scheletrica, ribellione alla vostra ideale femminilità e vi fa paura. Estremismo da voi voluto che portato all'estremo diventa insurrezione. Reazione all’opulenza che mi circonda; stanca della malattia di quest'universo malato con le mie mani m'ammalo. Sfuggire alla depravazione facendosi del male.
Id: 9773 Data: 25/08/2011 23:27:28
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x
Un'altra volta a getto, non c'è pietà. Vorrei dormire, non pensare, fermare il battito di questo muscolo scomodo, allentare la morsa nel petto, maturare le mie parole, vomitare questo nocciolo che preclude il respirare per sapere che lì qualcuno mi aspetta.
Id: 9771 Data: 25/08/2011 23:24:09
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v
V
Parole, versi e gemiti. La scrittura mi caratterizza. Tornando, la paura. Di perderti, di perdere tutto questo. Brucia lo stomaco, appetito insaziabile di carne umana, mi inumidisco. Voglia di amore, di quelle mani. Sfuma il suo viso, si ficca il tuo nella mia mente. Altro inchiostro, la musica l'ho solo ascoltata, ma anche le orecchie servono, altrimenti tu non saresti nulla, solo l'interruzione di questo lungo silenzio.
Id: 9770 Data: 25/08/2011 23:20:18
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iv
Maledettamente pensare a te. Repulsione. Emicrania. Encefalo che schianta. Ti sento qui, ancora. Ti voglio vomitare.
Id: 9769 Data: 25/08/2011 23:12:38
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ii
Regna il silenzio. Solo il latrare di un cane, veicoli lontani. Sole tiepido, vento lieve che sfiora la pelle. Sospiro, respiro. Scappo da me.
Id: 9768 Data: 25/08/2011 23:09:16
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i
Voglia di averti dentro. Profumo dolce. Corpi avvinghiati. Cielo grigio, terra rossa, ben chiaro il tuo volto. I tuoi sorrisi abbozzati, le tue fughe, la mia impazienza. Sto scappando da te quando sei tutto ciò che voglio. Ma soffoco. Nodo alla gola il tuo ricordo, brividi e umori caldi il pensiero di te. Lo sto facendo per sopravvivere, per difendermi, per conservare un po' di amore per me stessa. Organi che soffrono. Il corpo è livido. Gli occhi umidi. È sofferenza ciò che mi dai, bruciore violento, implosione di sangue che sgorga. Eppure solo anelo un altro attimo di te.
Id: 9767 Data: 25/08/2011 23:07:48
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