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Raccolta di poesie di Basilio Conato
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Poeti

 POETI

 

 Oh .. il poeta

mica si può accontentare di una civetta qualsiasi,

o magari di un semplice gufo.

Figurarsi poi se gli basta un barbagianni.

No, no. Per il poeta ci vuole come minimo l'upupa.

Upupa.

U - pu - pa.

Upupa, upupa ... upupa sa di parapà perepè papà pupù.

Upupa !

Civetta invece non sa di niente.

Si, forse solo un pochino di bicicletta.

E il barbagianni è un attaccapanni.

(E se in più ci metti che già in antichissime leggende della transnistria i gufi compaiono solo raramente...)

No, no, non ci possono essere dubbi:

nella poesia ci sta giusta giusta un'upupa.

Ma mica un'upupa normale -ma va' là, non scherziamo-,

magari un'upupa simpatica, o spiritosa,

o forse allegra, divertente, gaia? 

-che ne dici di: un po' scema?

Macchè ... l'upupa, lo sanno tutti, è un ilare uccello.

E già te li vedi in giro, poeti ed uccelli:

-Uè, upupa, come va?

- Bah, oggi sono un po' ilare, e tu?

Sempre ispirato?

 

***

Ago '07

*

Noi siamo quelli

NOI SIAMO QUELLI

  

Noi siamo quelli col camice bianco,

      sulla banchina, all'arrivo del treno.

      E su quel treno - dalla banchina -

      ci avete visto arrivare,

      nei vostri camici bianchi,

      nei nostri vestiti di stracci.

E decidiamo dei loro destini,

      nei loro vestiti di stracci,

      nei nostri camici bianchi.

E decidiamo dei nostri destini,

      guardando camici bianchi

      e vestiti di stracci.

Li accompagnamo in silenzio

      e li spingiamo ed urliamo.

E come loro - tra loro - entriamo all'inferno,

      e insieme a noi anche loro entreranno all'inferno,

      ed anche voi - con loro - siete entrati all'inferno.

Ci spogliamo di tutto

      e facciamo cumuli delle nostre piccole cose

      - cumuli d'ori, e di stracci,

      e capelli.

E non abbiamo più nome:

      e abitiamo così lontano dal campo,

      nel campo,

      a pochi metri dal campo.

Dio è con noi così come dice la fibbia della nostra cintura.

      Ed è contro di noi, e non gli importa di noi.

      Lui non c'è:

E' al sicuro in Egitto -

      e lascia di nuovo il suo Erode a far scempio di noi

      Arimane.

E piangiamo e li straziamo

      e coltiviamo gerani.

Noi siamo quelli.

      E non siamo cambiati.

Padri e figli dei campi ad un tempo.

      Innocenti.

      Colpevoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Gen/Mag '08