I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Intervento ancora dellAngelo custode
Passando oggi in secondaria via ho visto un trans che fermo ad un lampione con sguardo intenso di malinconia stava intento a... trovare l'occasione.
Un attimo mi sono soffermato vicino a lui immobile in tal posa, giacché questo all'istante ho meditato, come possa che accada una tal cosa.
Un senso di pietà forte ho provato per un mercato indegno e disumano, quando mi son sentito spintonato da uno che m'ha preso per la mano.
Mi son voltato. L'Angelo custode mi trascinava via da quei pensieri che io pensavo fossero da lode perché belli, morali e pur sinceri.
Visto lo sguardo mio meravigliato mi ha detto: 'Mostri umana compassione, ma non vorrei che tu, a me affidato, dovessi profittar... dell'occasione!'
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Accesso al Paradiso
Conosco un certo tipo ch'è davvero persona assai seriosa ed importante, lui dice sempre solamente il vero, impeccabile sempre ed elegante.
E' filosofo, astronomo, scienziato, romanziere, davvero gran scrittore, e dalla mente sua ha ricavato in ogni campo gloria e tanto onore.
Ha sempre in bocca frasi affascinanti e detti che sorprendono gli udenti, scrive poesie magnifiche e brillanti impostate su grandi sentimenti.
E dalla penna sua di gran valore escono frasi immense come il mare e dimostrando grande classe e cuore non s'impegnò giammai nello scherzare.
Ho saputo ch'è morto, ha steso l'ali e ha seguito anche lui stesso destino che tocca a tutti quanti quei mortali quando, c'è il detto, tirano il calzino.
E' volato su in alto al Paradiso ed ha bussato forte a quel portone veramente convinto e assai deciso d'essere accolto in tanta comunione.
Quando san Pietro appare sulla porta lui si presenta con il suo sussiego e sicuro lo è che ciò comporta un 'benvenuto, venga avanti, prego'.
Ma san Pietro si mette sulla soglia e non permette affatto di passare, gli dice: 'Torna in terra ed abbi voglia d'imparare un pochetto anche a scherzare.
Per questa volta ti rimando via in quel mondo dal quale sei venuto per apprendere un poco l'ironia e smetterla di fare il sostenuto.
Ritorna dopo aver questo imparato e non guardarmi con codesto viso, ricordati che sempre fu vietato entrar senza ironia nel Paradiso!'
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Canto dantesco giudicato apocrifo dai critici
Dunque ancora una volta mi fa guida per lo sito infernale il buon Maestro Virgilio che con sue latine grida
a scrivere l'Eneide fu destro. 'In quale cerchio adesso ci si trova?' chiesi a lui del qual conosco l'estro
nella risposta che al mio chieder giova, ed ei rispuose: 'Siam fra gli amatori e quello che tu vedi è Casanova
che più di mille donne fece fuori, o almeno afferma lui, se tu ci credi, un che si dice ch'ebbe grandi amori.'
'Maestro' chiesi allor 'come tu vedi ei se ne fece cinque ogni nottata, vedi un po' se l'accosti e se gli chiedi
come facesse a far ...tal sollazzata e come il dì di poi fosse capace di stare sveglio tutta la giornata.'
S'accostò Casanova assai mordace e disse: 'Nei miei tempi non fu agra l'attività ch'io feci in santa pace,
io non avevo allora il vostro viagra, eppure feci quel che voi non fate neppur un giorno all'anno, per la sagra
dell'amore, così vi sputtanate e la figura mia unica resta per le mie prestazioni che esaltate
quando alle donne io faceo la festa.' Poi rivoltosi a me disse corrusco: 'Tu poco in questo oscuro regno resta,
ti riconosco ben, tu sei un etrusco che si vantò, malgrado la bruttezza di piacere per modo giammai brusco
alle donne, che in grande tenerezza concedettero a te grandi favori, ma io so che racconti un'immondezza
giacché le donne ognor buttavan fuori dal desiato talamo d' amore te che chiedevi ad esse i loro amori.'
Virgilio a me si volse e con dolore mi disse: 'Tu, mendace, che affermavi di concupire delle dame il cuore,
false notizie nel tuo mondo davi, e ti credetter tutti, ingenui e furbi, mentre nella menzogna ti esaltavi.
Vedo che per tal dire tu ti turbi ma il Casanova qui sa quel che dice, ed ora gode che tu ti conturbi
e ti senta fra noi molto infelice. Solo dei sensi avesti tu la pace ed a nessuno che sia onesto lice
d'essere come te tosco mendace che ad ogni passo certe balle trova, vergognati nel cuore tuo che tace!'
Mentre così diceva, il Casanova rideva avanti a me con gran baccano, poiché capito avea che io l'alcova
avevo sempre desiato invano, e in questi casi, ecco quel che accade, mi vergognai che lui mi desse mano
e caddi come corpo morto cade.
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Passione per una vergine
Ti ho vista calda e morbida sul letto ad attendermi già tutta distesa ed io provavo in me un gran diletto molto ardente per te ch'eri in attesa.
Io t'abbracciai con tutto il mio calore e ne provai profonda distensione tanto che tosto, preso da torpore, m'addormentai dopo la gran passione.
...
Per davvero soddisfa, quand' è gelo, star sotto una coperta in lana pura che per me stanco è un riscaldante telo per fare una dormita assai sicura!
NB.Repetita iuvant! Questo per chi l'avesse già letta in altro sito.
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Pasqua ...di resurrezione
La Pasqua s'avvicina a grandi passi e Domenica prossima è la festa, ma noi che l'attendiamo tristri e scassi ci sentiamo in maniera assai funesta. Voglia di avere in manica tant'assi che nel caso non servono, ci resta restare in casa e di sperar che passi questa peste che tanto ci molesta. Ragion per cui pensiamo di ragione nella giornata tanto ch'è agognata da noi che che siamo tutti in ...arrabbiata che questa Festa di resurrezione avvenga come mai per noi lo è stata vale a dire una Pasqua di ... prigione!
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Domenica delle ...Palme!!!
Oggi è una gtande festa religiosa che precede la Pasqua del Signore però questa giornata è assai noiosa e in tristezza passiamo noi le ore. Osserviamo la Festa, è buona cosa, però a vedere il Papa (che è un onore) al centro dell'altare solo in posa ci arreca dentro un senso di dolore. Perciò noi, rispettato ogni precetto e seguita perciò ogni preghiera si potrebbe pensare a questo detto, pur mentre fuori splende primavera, che la festa grandiosa, non son balle, è diventata festa ...delle Palle!!! NB. Una festa grandiosa sulla quale, tanto per un sorriso, si può rispettosamente scherzare. E questo sonetto è per un sorriso (se ci riesce ...).
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Dolore
Stai presso il lago e guardi sulla riva l'onda che si rifrange sopra i sassi.
Ogni ondata è un segno del dolore che poi s'acquieta ove il flusso si spenge.
Forse non sai che l'onda successiva riporterà l'ennesimo dolore che poi si scioglierà lungo la riva.
Subito dopo ancora ne arriva un nuovo ...
e non riposa un solo istante l'onda.
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Sciopero ritirato degli Angeli custodi
Comunicato ha l'Angelo custode ai suoi protetti (il primo sono io) che seguendo qual noi tutte le mode riunito è il sindacato, lode a Iddio.
Sindacati del cielo non son tanti, quel che tutela gli Angeli custodi e quello cui si scrivono i restanti che in paradiso tessono le lodi.
Per i primi interviene san Bernardo che con voce tonante li ha difesi dicendo che per lor non c'è riguardo in quanto sono in terra da indifesi.
Approvato il discorso ha san Patrizio tuonando che non sono tutelati perchè giù nella terra ci hanno il vizio che troppi d'essi sempre son fermati.
Per cui, il dirlo quivi proprio vale, all'unanimità vien proclamato uno sciopero detto generale che anche san Pietro subito ha approvato.
Scossa ha la barba bianca e tosto ha detto: 'Questi poveri Angeli custodi il lavoro lo svolgono perfetto e sono degni al massimo di lodi.
Però, dotati pur di mascherine non possono vagare per il mondo, e fanno tutti quella brutta fine di aver contravvenzioni a tutto tondo.
Perciò ho scritto al presidente Conte la circolare nella quale affermo che per gli Angeli sono grosse onte quelle per cui procedono al lor fermo.'
Il presidente ha ben risposto a questa e dichiarato già in televisione che di Pietro si accetta la richiesta e non si farà più contravvenzione.
Lo sciopero è stato poi annullato dopo del Conte le precisazioni e gli Angeli hanno allor continuato a proseguire nelle lor missioni.
L'Angelo presso me è ritornato per i compiti a lui da Dio assegnati, un poco in fretta poi m'ha salutato tornando a consolare i disperati.
Però è contento per la decisione, ora potrà vagar liberamente senza subire più contravvenzione e questo è un grande passo veramente!
Finalmente giù in terra hanno capito che gli Angeli custodi vagheranno stando a chi soffre sempre più vicino senza periglio ...fatto hanno il vaccino!
Un vaccino che ci hanno in paradiso e che anche noi dovremo un dì trovare, ma intanto, su, facciamoci un sorriso, restiamo in casa se 'un si vol crepare!!!
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Funerale dell’ironia
In tempi ora moderni e in nuova via ove solo il serioso e il dotto avanza è morta abbandonata l'ironia stesa sul letto della propria stanza.
Il commiato le danno i gran soloni rimpiangendola in mezzo a mille elogi, qualcuno addirittura ha i lucciconi e tutti stanno compassati e mogi.
Ma è solo questo il vero interno disco che risuona inespresso dentro ai cuori: 'Io l'ironia davvero non capisco e son contento che sia fatta fuori.'
Ora finti dolenti la seguiamo con lacrime di gioia sol per lei, da qui innanzi, era tempo, noi possiamo scrivere in pace i nostri piagnistei.
Quest'ironia ci dava proprio affanno e scrivevamo versi con paura, or non ci porterà essa più danno e solo leggerete poesia ... pura.
Stenderemo noi tutti una sequela di veri canti per la nostra gente che l'ironia adesso più non vela col suo linguaggio schietto e impertinente.
Mentre la bara cala nella fossa con un gesto espressivo assai dolente chiudiamo in mano un po' di terra mossa mormorando: 'L'è morta finalmente!'
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Davanti a san Pietro
Ho sognato stanotte ch'ero morto e mi trovo san Pietro viso a viso, l'ho guardato, ovviamente 'collo obtorto', e state certi che non gli ho sorriso.
Ero davvero molto indispettito per questa mia improvvisa dipartita, mi sentivo del tutto impoverito per avere lasciato questa vita.
San Pietro mi ha creato rabbia e bile calmo e sereno con la barba bianca, l'ho provocato col mio antico stile sicuro io di farla ancora franca.
'Sei custode da tempo al paradiso e apri la porta a chi ci deve entrare, ma ti presenti incolto nel tuo viso e non mi pare cosa da lodare.
Codesta barba è brutta da vedere' gli ho detto preso tutto da livore, 'hai bisogno d'un abile barbiere che te l'aggiusti, un buon riparatore.
Lo vedi com'è gialla, va ordinata, un estetista esperto nel mestiere saprà farle un'energica lavata ed un ritocco come di dovere.'
S'è inalberato allora il buon san Pietro e ha iniziato le chiavi ad agitare: 'Perfido satanasso, vade retro, io la mia barba me la so curare.
Tu credi sempre d'esser sopraffino ed ora prendi in giro la mia barba con la scusa di dire vino al vino e pane al pane, come ben ti garba.
Tutti i giorni ci ho un bravo parrucchiere che qui nel paradiso è bravo e sveglio, è esteta veramente del mestiere, san Figaro si chiama, ne hai di meglio?'
A questo punto non mi son fermato e gli ho risposto alla maniera irata: 'L'aspetto tuo davvero mi ha stufato, la tua barba vorrei fosse lavata.
Conosco shampoo che fanno a Livorno e produce una schiuma assai gradita, se te ne fai almeno quattro al giorno la tua barba diventerà pulita.'
Il buon Pietro è diventato rosso ed il portone m'ha sbattuto in faccia, era dall'ira fortemente scosso e m'ha urlato: 'Così noi ti si caccia!
Tu torna in terra a sfotter chi ti pare e a fare le figure da marrano, in Paradiso non ti faccio entrare giacché mi prendi per il deretano.
La mia persona devi rispettare come custode in questo luogo eterno, e giacché m'hai voluto criticare non ci penso due volte: va' all'inferno!'
E' stato 'sì potente quel suo grido che all'istante mi sono risvegliato, e per quel sogno dopo un poco rido pure se uno spavento l'ho provato!
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Pensieri al vento
E' l'alba e sono qui nella mia stanza pensando a te, ma questo non lo sai perchè di timidezza me n'avanza, chissà se un dì che t'amo tu saprai. Per ora se ne vanno i miei sospiri e al vento si disperdono nel cielo, sono passioni inutili, ch'io miri alfine di squarciare questo velo. Ma ho paura che se te lo dicessi che t'amo tanto e che ti penso ognora non vorrei proprio tu mi rispondessi: 'Ma piantala e vattene in malora!' I miei sospiri allora in questo caso viandanti resterebbero nel cielo ed io commosso soffierei dal naso la mia tristezza sopra un bianco telo. Quando avessi le lacrime soffiato potrebbr darsi fossi rinfurbito, mandassi a quel paese un brutto fato e ti mordessi con violenza un dito. Naturalmente in modo virtuale lasciandoti un'impronta da serbare, vorrrei farti davvero tanto male e quel dito dovrebbe sanguinare. Sarebbe senza dubbio una vendetta fatta senz'arte, senza la poesia, ma se il mio cuore avesse ancor la fretta d'amare solo te, dolcezza mia? In tal caso mi faccio la domanda che se proprio dicessi che non m'ami, dove sospiri il vento me li manda, ad impigliarsi agli alberi fra i rami? Si, lì appesi purtroppo marciranno e cadran come frutti imputriditi ma il terreno però concimeranno ... Almeno a qualche cosa son serviti!
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Madre
Sta in alto il tuo ricordo. Non compresi grandezza dell'amore che emanavi nel quotidiano gesto. Tardi io l'ho capito e non posso placare il mio rimorso perchè sei solo ombra nel mio cuore nè più posso parlarti. Tu mi senti di certo soffri ancora nel vedere questa lacrima vera di rimpianto per non aver compreso. Ed è dolore nuovo a te che vuoi vedermi senza pena e soffri ancora perch'io soffro per te e non vorresti.
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L’Angelo custode in emergenza
Son prigioniero, sto recluso in casa
irrequieto, anche un po' rincoglionito,
ho la mente impazzita che m'invita
ad uscire malgrado sia proibito.
All'improvviso sento un fruscio d'ali
e vedo apparso l'Angelo custode:
'Ho visto nel tuo mondo tanti mali
e invece tu ti trovo che ti rode.
In Paradiso ho fatto già il vaccino,
ce l'abbiamo da tempo, cosa credi?
perciò posso viaggiare a voi vicino
e sto bene in salute, come vedi.
Vorresti andare a passeggiare fuori
e pensi solo a te, sei un egoista,
non noti che ci son troppi dolori
in questa peste che mai s'era vista?
Pensa che intorno a te c'è tanto male
e rinchiuso continui a lamentare
senza considerar che in ospedale
si sta assai peggio, è da considerare.
Tu invece sbuffi e imprechi con furore
soltanto per restare un poco in casa,
e neppure dimostri un po' di cuore
per la persona da quel male invasa.'
Io gli ho risposto:'Angioletto mio,
tu quel vaccino l'hai potuto fare
ma non posso far come fai tu anch' io
che puoi come ti pare passeggiare.'
Di voce egli ha alzato alquanto il tono
e quasi ha soffocato la mia voce:
'Ma non lo sai che proprio io, si, sono
colpito, ahimè, da questa vostra croce?
Passeggiavo tranquillo per la strada
quando un tale in divisa mi ha fermato
e domandato dove io mai vada
lasciandomi del tutto costernato.
Gli ho risposto:'Io vado a consolare
ogni persona che sta in casa sola,
e che parola ha voglia scambiare
con qualcuno che parla e la consola.'
Ha replicato: 'Lei mi pare un dritto
e dei doveri imposti non s'importa,
e nepure ha quel modulo prescritto
per indicar perchè s'esce di porta.'
Ha poi levato un blocco dal tascone
e m'ha avvertito subito di getto:
'Sono costretto a far contravvenzione
e quindi sull'avviso io la metto.'
Ho raccontato tutto al mio Signore
sperando intervenisse, e sul momento
meravigliato mi ha con tal parole:
'Ha fatto bene, paga e stai più attento!'
Ed ora sto seguendo il suo volere
e accorto sto a non mettermi nei guai,
continuo chi ha bisogno a benvolere
ed esco dove uscir tu non potrai.
Per questo resta in casa, o mio protetto,
e non uscir finchè la peste dura,
ricorda sempre quello che ti ho detto:
la casa è cassaforte assai sicura!'
Con frullo d'ali l'Angelo s'è alzato
per consolare quei che n'han bisogno,
e me per l'emergenza m'ha lasciato ...
aspetto chiuso in casa il suo ritorno!
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Dedicata ai sommi critici di questo sito
Io cerco sempre d'imitar lo stile di chi imperversa a volte in questo sito, però io sento il mio commento vile e rimango per sempre più basito. Se io dovessi commentare adesso il 'Soldati' che scrisse l'Ungaretti, lo commenterei proprio da fesso che dimostra soltanto i suoi difetti mentre altri, che son fenomenali al lor commento metton l'esperienza e sanno fare, e son davvero astrali, commenti belli e senza l'insipienza! Qualcun allor così si fa sentire: 'stan nell'autunno i poveri soldati come le foglie', e questo è un grande dire concesso solo a esperti e preparati. E noi, che non capiam lirica alcuna stiamo stupiti avanti a tanto ingegno, non possiamo evitare la lacuna perchè siam proprio teste, ma di legno!
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Giornata del ricordo di Dante
Mio caro Dante, non t'ho tanto amato come spesso mi vanto io di fare perchè non ti ho neppure rammentato oggi ch'è il giorno tuo per esaltare. Scusami tanto se mi son scordato di cosa che non puoi dimenticare ma il momento è davvero delicato e quindi mi puoi tosto perdonare. Ed io allora in cambio del gran tuono tuo che mandi firmandolo col giglio ti invio questo sonetto indegno in dono del disiato mio da te perdono al figlio al quale tu rispondi con cipiglio: 'Non scriver più sonetti, o 'un ti perdono!' Scialbo sonetto con schema. ABAB, ABAB, CDC, DDC, però l'ho dedicato a Dante, che i sonetti li sapeva scrivere!
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In quel posto al coronavirus!!!
Io sono andato in tasca a amici molti, l'ho detto in faccia e mi son tolto il rode, ma ora, cari amici, fuori i volti, mi rivolgo al 'corona', se mai m'ode? Risposta: ' Tu nessuno mai l'ascolti, se tu non vuoi buscarne proprio sode non fare come fanno tanti stolti che intervengono sempre sulle ...' mode'. Non seguo quel consiglio ed apparire non voglio vile e senza alcun coraggio, perciò io dico: 'Il massimo è morire, ma almeno creperò, sento, da saggio, ed al 'corona' urlo, no al rimpianto: 'va' a prenderlo nel culo tutto quanto!' § Anche se non serve a nulla, io però, a scanso d'equivoci, ce l'ho mandato senza rimpiangere il mio ... 'ardire', però toccandomi i ...cosiddetti, con questo sonetto di schema.: ABAB, ABAB, CDC, DEE
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Ossessione
Vorrei mandare un bacio a te distante nel turbinio di questo gran frangente tramite il mio computer che valente a me obbedisce sempre in ogni istante. Fare questo che è semplice e importante sarebbe cosa bella per la mente libera all'atto e e non già frastornante per la gran confusione ch'è presente. Il cervello è talmente ottenebrato dalle notizie sempre ad ascoltare che si trova davvero scoraggiato e persino ha paura di mandare un saluto al computer, s'è fissato che anche in tal modo il rischio è d'infettare!!! Sonetto con schema: ABBA, ABAB, CDC, DCD, compilato in un momento di pura follia dopo avere girato ben sette canali TV, sempre, naturalmente, con l'ossessiva notizia.
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La fantasia
C'è chi affermava prepotentemente in un tempo lontano dalla pèste che fantasia non serve proprio a niente ma ora che siam proprio nelle péste si può vedere proprio chiaramente che quando siamo in situazioni meste come attuali, e il fatto non lo mente, ci risolvono tutto solo queste intendo dir le forti fantasie per cui tu puoi uscire a passeggiare far per la strada quel che vuoi pazzie girare il mondo in tutte le sue vie senza che alcun ti fermi per multare e potere chi voglia tu abbracciare. Aggiunta: A me però successo è un fatto strano camminavo tenendomi lontano da tutto quanto intorno si trovava e la mia fantasia ben galoppava. Un vigile dell'urbe mi ha fermato e con fare gentil m'ha domandato per qual ragione fossi in loco quello con accesso proibito dal cartello. Mi son accorto che la fantasia nella qual m'ero immerso per volare m'avesse fatto fare questo atto perchè m'aveva proprio assai distratto. Ho dovuto pagar multa salata per quella mia 'sì bella passeggiata e ringrazio, vi piaccia o non vi piaccia, la fantasia per questa figuraccia!
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La mia isola
La mia isola è questa: la mia stanza dove medito solo i miei pensieri, è piccola, però per me n'avanza, ampia da contenere i desideri. Sol con me stesso faccio comunanza, esprimo solo sentimenti veri, di fuchi e vespe faccio gran mattanza, di amici scelgo solo i più sinceri. E non sono mai solo e non lamento la mia sorte e il destino, mi par bello, e se qualcosa avverto di tormento lo scrivo, leggo e ...butto nel cestello senza pubblicar rima che piangente rompa i coglioni alla lettrice gente! Schema del sonetto: ABAB, ABAB, CDC, DEE
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Del lago il flusso d’onda
Del lago il flusso d'onda giunge a riva con murmure che sfiora i tuoi pensieri tesi ad un sogno che va oltre l'acque e trasporta il pensiero ad altri lidi. Le colline dell'Umbria verdeggianti ti carezzano il cuore nel ricordo dei patri Lari, l'ombra ch'è più grata s'insinua alla memoria del passato. Ed i colli toscani ora sovrastano a molcerti nel cuore dolcemente mentre che in fantasia tu sali l'erta fra cipressi che porta a San Miniato. Son questi certamente i tuoi pensieri nel riflusso dell'onda che carezza la tua malinconia entro il confine di quel tuo lago ove s'annega il cuore. (a M.)
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Dimmi se ancora
Dimmi se ancora in riva del tuo lago passeggi a sera e guardi l'altra riva dove sull'acqua tremolano luci nel ventoso serale che t'investe. T'accompagna nel passo lento il cane che non si stacca mai dal tuo cammino senza disturbo, e lascia che i pensieri tuoi sereni si sperdano nell'aria. Chissà poi tu non provi a scavalcare il monte che fa limite al tuo lago e ti perda lontano nel pensiero ad altri lidi, ad altri tuoi ricordi, Aspetto nella sera anch'io distante che mi giunga nel lieve suo stormire quel tuo sorriso che mi fa capire ... se s'ama non esiste lontananza. Risposta: Passeggiare oramai non m'è più dato per il coronaviris sul Maggiore perchè da Conte è stato comandato di stare in casa, s'evita il malore. Ed io rispetto quel comandamento fintanto si dovrà restare chiusi, ma dalle tue parole sono invasa e m'auguro che sempre tu le usi!
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Il lazzeretto
Ho sognato stanotte, che impressioni! dopo aver scorso il libro del Manzoni l'amara sorte che ho vissuto a letto, la peste di quel tempo e il lazzeretto. Io mi trovavo in tristi condizioni con sulla pelle certi bei bubboni senza avere neppure alcun diletto di un Cristoforo frate col suo affetto. M'è apparso invece l'Angelo custode che i vizi miei non li mai perdonati, m'ha detto: 'So che l'animo ti rode d'essere posto qui fra gli appestati, ma m'è d'obbligo l'esserti sincero, questo è quel che ti meriti davvero!' Sonetto: AABB, AABB, CDC, DEE
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Quiete
Dove il cielo si perde all'infinito dietro a quel monte che racchiude il cerchio là tu riposi ormai senza più affanni e trovi pace e quiete finalmente. Non ti disturba il traffico veloce che rasenta le mura e non ti nuoce il vento freddo che imperversa a sera e scuote rami e fischia fra gli ulivi. Soltanto se mi fermo al tuo riposo allora certo rompi la tua quiete e torna la memoria ai tempi assieme quando i passi muovevi sulla terra.
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Le bischerate
Dicono sia gran segno di speranza il vedere persone in comunanza che affacciate festanti nei balconi cantano inni vari e più canzoni. A me sembrano queste bischerate che invece nei TV sono esaltate a dimostrare quasi della gente il contrasto al pericolo immanente. Son gente che assai bene hanno mangiato e che l'applauso l'hanno maneggiato senza però avere da accudire un parente già prossimo a morire. Al quale, ormai morente nel suo letto perverrà quel messaggio tanto letto e scritto a mitigare le sue pene: 'State tranquilli che andrà tutto bene.' E penserà, interpretando il detto che sembrebbe pure a lui perfetto se non giacesse in letto per morire e il suo commento in lirica vuol dire: 'Se invece di cantare dai balconi voi vi deste da fare, gran coglioni a chi è allettato e pur di cure senza e che dimostra a voi tanta pazienza, credete di eseguire ogni comando e state a squarcialogola lì cantando senza avere riguardo per chi muore e giace sofferente nel dolore.' Perciò dico: 'Smettete di cantare e coi malati datevi da fare, non devono crepare in gran gaiezza con la vostra fatal spensieratezza!' '
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Per una giovane amica ammalata
Lo sai che verrà presto primavera e col sole lucente tu potrai tornare alla tua vita, quella vera, e in mezzo a noi di nuovo tu sarai. E' questo che ciascun di noi lo spera che tu dal brutto male guarirai e la tua vita non sarà più sera ma giornata di luce come mai. Dunque nel cuore tuo vi sian conforti e non pensare mai con ansia scura, la speranza e la fede che tu porti vincerà questo male, stai sicura, e se adesso soffrendo lo sopporti poi sarà tua rinascita futura.
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La mia dipartita
Si è sparso nel rione gran sconforto per la notizia, subito diffusa, che per la brutta peste sono morto come putroppo da del tempo s'usa. Per verità soltanto amici veri han sentito notizia che li accora mentre qualcuno invece ha sussurrato sollevato dal fatto: 'ma era l'ora!!!'. Invece sono rintanato in casa e la notizia è falsa, ma non esco perchè la città è tutta invasa da quel virus e guai se io lo pesco! Uscirò dalla casa solo quando il brutto virus sarà ormai sparito e pertanto a quel tempo io rimando il far veder che sono ... rinvivito. Abbraccerò gli amici con affetto (e questo allora si potrà ben fare), altri resteran male, ci scommetto ed io un 'maremeo' potrò lasciare. Per intanto però ho sol da dire se non avete impegni assai gravosi che in casa vi dovete rintanare pur se questo è argomento fra i noiosi. Meglio una situazione certo ingrata anche se un poco ci si può annoiare che uscire poi per passeggiata che guai molto seriosi può apportare. Il mio consiglio è semplice e assai corto: chi tentasse di evadere, perverso, rischierà poi d'uscire, con sconforto, l'ultima volta, in modo assai diverso!
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Un fatto ... scontato!
Succede spesso in questo mondo pazzo che si faccia davvero solo il ...mazzo ed uno dando poi ragione all'altro il quale se la ride, da gran ...scaltro.
E a quello tocca allora di tacere e di prenderlo zitto nel ...sedere pensando da persona di ragione che al mondo c'è ben altra confusione.
A lui conviene quindi stare zitto e andare avanti sempre più diritto e di dare ragione a tutti quanti che accoglieranno ciò lieti e festanti.
E questa verità senza controllo in questo mondo d'idiozie satollo è un fatto che purtroppo è sempre stato e solo poche volte ricordato.
Successe ciò persino al padre Dante contro il quale ne furon dette tante ma quando si provò ad intervenire fu condannato e poi dovè fuggire.
Ma costretto a lasciar la sua Fiorenza lui se ne andò, però non prima senza avere pronunciato con coraggio il ricordato suo grande messaggio. §§§
Il quale io, da piccolo seguace, facendolo a trovare un po' di pace, come poi mi succede ... qualche volta, lo ripeto per l'inclito e l'incolta!
§§§ Ricordo una mia strimpellata d'ieri relativa alla ricorrenza della condanna a Dante Alighieri.
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Sonetto nell’anniversario della condanna di Dante
Oggi ricorre quel feroce giorno in cui Dante Alighieri ebbe condanna non solo di fuggir senza ritorno dalla Fiorenza che i nemici scanna ma d'aver ricevuto qual contorno che non gli apparve certo quale manna se vagar fosse visto qui d'intorno di sua testa farebbero ...capanna. Egli obbedì, non c'era altro da fare e scappò bene accolto e in grandi vanti, quello che disse voglio qui narrare pur se non fosse un dire da eleganti: ' Spero che niuno voglia riportare ch'io vi mando a fa'n culo tutti quanti!!! ' NB: le cronache infatti non riportano questo, ma io sono sicuro che ciò è avvenuto, perchè Dante, da buon Toscano fiorentino, con la sua testa pericolante, prima di partire lo ha espresso sicuramente!!!
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Le suore del convento
Nel festivo mattino ecco le suore disporsi assorte ai lati dell'altare uscendo da due porte laterali in fila indiana con le mani giunte.
Con una sincronia che non ha pari vengono ad abbellire questa messa che il sacerdote entrato dopo loro s'accinge a celebrare sul momento.
Hanno un passo che sembra una poesia, tutte eguali, da destra e da sinistra, non c'è errore del loro movimento e se le sovrapponi son perfette.
Sedute in posa eguale su sgabelli non batton ciglio ed hanno sguardo fisso senza si percepisca un movimento che turbi un'armonia così evidente.
E quando il sacerdote ha terminato s'alzano in piedi in andamento eguale ed in fila scompaion nella porta come tante faville che danzanti
dolcemente si spengono nell'aria.
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Una fiaba ...non troppo fiaba
Un certo Asclepio sempre avea timore ch'ogni atto di lui sol fosse inteso a colpir di qualcuno il proprio onore e per tal fatto stava sempre teso. Viveva nel reame del re Sorte ed assisteva spesso alle parate che il re faceva insieme alla sua corte da applausi grandi sempre contornate. Un dì che avea mangiato un po' di tutto mentre pur che applaudiva alla parata gli capitò di emettere un gran rutto durante del suo re la passeggiata. L'ossessione lo prese: 'Cosa ho fatto! Il re oppure alcun dei cortigiani avran certo sentito quell'impatto, metteranno catene alle mie mani e mi dovranno certo imprigionare.' Da quel giorno lui visse in gran tormento, non riusciva a dormire nè a mangiare e aspettava tremante ogni momento le guardie sempre pronte ad arrestarlo. S'ammalò grave ed ebbe a sentenziare il dottorre: ' Lui ci ha al cervello un tarlo che gl'impedisce a lungo di campare.' Il re seppe del fatto e di persona si recò a trovarlo nel suo letto: ' Tutto quel che tu hai fatto è cosa buona, non fu offensivo quel tuo bel ruttetto! Anzi in mezzo all'applauso generale lo considero un atto tuo d'omaggio, nessun della mia corte s'ebbe a male, orsù, guarisci, torna a noi, coraggio! ' Ma l'Asclepio pensò: ' Il re mi mente, quando sarò guarito lui m'arresta, ma io che sono molto previdente non mi farò da lui ...fare la festa! ' Talmente preso nella sua ossessione non credette al suo re ch'era sincero e risolse la propria situazione col morire di schianto per davvero. Cervellotica questa situazione egli risolse dunque in tal maniera come succede a chi la soluzione fa vedere che modo altro non c'era. Dall'alto Asclepio vide il funerale al quale pure il re con corte arriva, il feretro passava fra due ale di folla che continua l'applaudiva. E pensò sul momento, insoddisfatto degli applausi di tutti al suo passare: ' Davvero sono stato prorpio matto, ma ormai son morto ...niente più da fare! Se potessi tornare in vita in terra magari un rutto in faccia al re farei senza produrmi in testa tale guerra ... ed un altro cervello comprerei! ' NB. Gli umani spesso si fissano e fanno ossessione di cose di nessun valore, anche se sono continuamente rassicurati dagli interessati stessi. Ma quando il baco è entrato nel cervello nessuna rassicurazione serve ed è perfettamente inutile. Una fiaba ...non troppo fiaba!
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Senza luce
Il mio canto è nell'anima soltanto e non lo esprime certo la parola, sta chiuso in essa fra il sorriso e il pianto e sol radente a terra se ne vola. Vocaboli che esprimono il mio canto li scelgo nella nostra lingua sola, che non ha più parole che dian vanto all'anima che solo in sé s'invola. Grande è colui che sa nelle parole trovare il sentimento ch'egli prova e risplender lo fa qual fosse sole che coi suoi raggi spazio in terra trova. Colui che il sentimento non traluce e sol poeta spento, senza luce.
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Chiudete quella porta
Chiudete la porta la porta serrate, vi prego, non voglio che entri un folletto che in mezzo s'insinui alla svelta e faccia all'istante il padrone perchè qui comando sol io. Lasciate che io mi diverta con nuvole mie di pensiero, nessuno si turbi e disturbi soltanto di me sono schiavo. Io caccio folletti intigranti che vogliono togliermi il gusto d'un mio personale pensare lasciandomi vivere folle in mia ...tristezza infinita. Nb. Forse è un lontano omaggio a Palazzeschi (absit iniuria verbis!!!), comunque spero vi sia gradita (ai miei due lettori).
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Il poeta saltimbanco
Canterai nel silenzio il tuo pensiero ascoltando di giorno il 'cri' dei grilli, perdendoti la notte nel suo nero dove nessuna stella in cielo brilli. Vagherai solitario sul sentiero desolato dei sogni ove non trilli alcun suono di passero ciarliero e sentimento alcuno in te t'instilli. Oppure tu godrai del tuo silenzio che canto si farà di gran speranza come fossi pervaso dall'assenzio contro l'oscurantismo e l'ignoranza. Qualsiasi cosa tu, poeta, agogni, sei sempre il saltimbanco dei tuoi sogni. NB: Il poeta fiorentino Aldo Palazzeschi (vissuto il secolo scorso), scrisse una bellissima poesia dal caratterisco suo andamento ironico e al tempo stesso malinconico, sulle sfaccettature del Poeta, dal titolo: 'Chi sono?'. La risposta finale è questa: 'Il saltimbanco dell'anima mia''.
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Dietro la porta chiusa
Quel che il poeta scrive puoi capire soltanto fino al punto che lui vuole, ma non volerti dopo intestardire a avere tutto in luce come il sole. La comprensione tua dovrà finire quando il poeta dire basta suole perchè ha già detto quel che ti vuol dire, il resto lo nasconde ...son viole invisibili dentro il ciuffo d'erba e le foglie che copron la visione, il poeta per sè solo le serba e chiude d'improvviso quel portone dov' entra solo lui coi suoi dolori ... gli altri sono preclusi, restan fuori!
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Incontro con Beatrice
Stanotte ho visto in sogno la Beatrice quella di Dante, donna 'angelicata', d'incontrarla son stato assai felice e con grande stupore l'ho guardata. Era dolce nel viso, ma un 'di dietro' ci aveva di tal lode meritato di misura perfetta per il metro, tal sedere sembrava una mandola ed io mi soffermai solo sul retro! 'Ma di donne che hai visto tu me sola?' lei mi chiese, arrossendo. in bella bocca, e la mia fantasia vieppiù s'invola per cui dico: 'La mano te lo tocca!' E lei: 'Questo tuo gesto potrai fare se non c'è Dante mio, non sono sciocca!' Io lo stesso decido di tentare ed allungo la mano al suo sedere, ma non vi dico che dovei provare ... Non fu una cosa bella da vedere e questo sogno certo non m'allieta pochè tal onta mi toccò di avere. Fra noi s'era interposto il Gran Poeta, ragion per cui, mi ritrovai, par strano, la cosa che non era la mia mèta: il gran culo di Dante proprio in mano!
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Il volo delle ghiandaie
Passano ancora in volo le ghiandaie sull'alta quercia in mezzo a quel podere vicino alla tua casa là in campagna, e c'è ancora il profumo della menta?
Forse tu non ricordi e allontanato hai dalla mente le memorie antiche. Non so che cosa fai, se ancor ci sei, altra cura ti pressa, altri pensieri.
Io però ti ricordo, ora che il tempo ha steso la sua patina sui sogni. Dagli scalini in pietra salutavi la gioventù che in me s'impersonava.
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In memoria
Ogni anno che passa il tuo ricordo affievolisce nella mente. Implacabile il tempo scarnifica memorie ed appiattisce le immagini d'allora. La foto resta solo un po' ingiallita tanti anni fa scattata a Barberino e nell'orto di casa la tua mano tengo forte davanti all'obiettivo. Siamo davvero piccoli ed ignari d'un futuro che come lo sparviero è pronto per ghermire affetti e sogni. NB: scritta nella ricorrenza di un doloroso evento.
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Capelli al vento
Ora è Marzo ventoso e alla memoria ritornano quei tuoi capelli mossi in bicicletta lungo i bei tornanti che raggiungono il passo della Futa.
Quanto muta però la sensazione di quando da un presente che ha un futuro si discende alle stille del passato. Un orizzonte allora di avvenire
con sguardo solo teso nell'avanti. Chissà se tu ricordi quei momenti ma il tempo pure a te avrà tolto ormai ogni futuro che sarà seccato
come le foglie morte nell'inverno.
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Corona e corna
Volendo un re famoso dare la dimissione a me quesito ha poso per mia sostituzione. M'ha detto con sussiego ti dò la mia corona accettala, ti prego, è cosa somma e buona. Pensato ci ho un istante e subito ho risposto: maschera, ti conosco, e so qual è il suo costo. Non voglio sulla testa corone che tu ci hai or specie se si attesta quello che ben tu sai. Perciò tu altri sprona se speranze ce n'hai di dar la tua corona, fregare me non sai. La meninge l'ho buona e dirti pur mi torna: tienti la tua corona, preferirei le corna! Il re piangendo dice: 'sto dire più mi scorna e lascia me infelice con la corona e ...corna!
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Rimpianto del sole
E' ritornato il sole e l'aria brilla di luce nuova e di speranze antiche, i campi si distendono al tepore che investe ogni altra cosa illuminata.
E' tornata nei cuori la speranza per un futuro fervido d'attese e tutti sono gai per questo incanto e serbano nei cuori grande gioia.
Un attimo distraggo il mio pensare e d'improvviso indietro mi rivolgo, cambia allora il sentire e ben m'accorgo che il sole scende e che ritorna il nero.
C'è un confine vicino, e dopo il varco non v'è ragione per alcun ritorno, lo sconforto m'investe impetuoso e penso a quello che sarà il domani.
E rimpiango quel sole 'sì radioso e il pensare a un futuro di speranze, ma il coraggio mi manca in questo istante di ritornare indietro alla sua luce.
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Il vento della sera
Il vento della sera è ritornato col suo soffiare dolce qual carezza e m’ha portato il sorriso toscano su dai monti.
Soffio di primavera mi percuote e di ridenti campi che brillano festosi sotto il sole che dà luce a freschi rivi ed a serene sponde.
Tutto è festa d’intorno e il cielo splende delle ultime luci della sera e avverti dentro uno stupore immenso di primavera quasi.
In quel tramonto un sentimento scende nel petto e allora pensi intensamente a questa terra di bellezza densa ch’ora avverti davvero nell’ora del convivio già imminente.
E immagino però quanto tal senso han già provato quei che più non sono e dormono tranquilli in questa spazio che li vide attivi.
Ed anch’io partirò com’essi un tempo e pur riposerò sotto una terra che non tradisce sempre seme d’immenso
imperitura.
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Sonetto strimpellato
E' un sonetto che sto strimpellando sulla mia malridotta chitarra, io la pizzico di quando in quando e nessuno principio lui narra.
Filosofico non sta parlando e princìpi non mette alla sbarra, a nessuno adesso io mando quel che canta a non fare gazzarra.
Se qualcuno lo legge io spero che comprenda il leggero motivo che qui appare un non-sense davvero
e che io senza scopo qui scrivo. Non appare composto da Omero e soltanto per scherzo lo vivo.
E' un sonetto vago, senza che si interni in disquisizioni filosofiche o principi etici, cantato su una stonata e rappiccicata vecchia chitarra,senza una scopo e un perchè. E però ha diritto di vivere anche lui.
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L’Angelo custode e ...quel che succede
Da qualche giorno l'Angelo custode che veniva a trovarmi molto spesso non me lo trovo accanto e più non s'ode
la sua voce argentina a me dappresso che mi faceva sempre una lagnanza se mi vedeva agire un po' da fesso.
Mi domando perchè questa mancanza di lui al fianco mio, non so ragione, questo mi crea nel cuore gran doglianza
perchè il mio affetto sempre si propone verso lui che il Signore m'ha assegnato quasi scegliendo apposta il più birbone.
Ero ormai dell'assenza rassegnato quando lui d'improvviso ancor m'appare e nell'istante pronto ha salutato.
'Perchè cessato hai tu di volare e m'hai lasciato solo in questo mondo dove ci sono cose da parare
che appaiono ogni giorno tutte intondo a noi sempre tenuti a questa attesa da guerre e malattie, si tocca il fondo,
e tu che fai? Sai dare solo offesa a me cui t'ha assegnato il tuo padrone e mi lasci così, senza difesa,
in questo mondo di desolazione' allora l'ho investito sull'istante senza chiedergli affatto protezione.
Gliel'ho detto in maniera un po' ignorante ed egli mi ha sorriso con affetto 'Lascia dunque ti spieghi in un istante
quello che m'è successo e non ti ho detto ancora perchè tu di già m'investi con la tua ira che ti scoppia in petto.
Al mondo son venute troppe pesti e di nulla ho paura e non mi curo, ho avuto certi sintomi che desti
m'han ricondotto in luogo più sicuro ch'è il Paradiso dove io risiedo e dove pace c'è dentro quel muro.
San Pietro dunque causa ciò io vedo e lui che ben conosce ogni malanno sentenzia: ' Una 'corona' in fondo vedo
alla tua gola che può farti danno e costringerti a far la quarantena perchè se torni in terra te la fanno!
Perciò ritorna al mondo con gran lena immune se ti fanno anche il tampone perchè la cura ch'io ti do è piena
di grazia e di salute, si propone come un immunizzante assai sicuro per cui fuor di pericolo ti pone.'
Ora che sono qua spirito puro e tu hai bisogno di mia compagnia, ecco che ti proteggo e che ti curo
anche se avessi tale malattia.' Commosso gli ho risposto con affetto 'Delle tue decisioni così sia,
nelle tue mani ancora mi rimetto ma fa' cessare questa epidemia che a troppa gente impone bara o letto!'
Mi ha sorriso e ...non è andato via.
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Nuovo canto apocrifo dantesco
Ho sognato di giorno, proprio ieri, intento in consueta pennichella che ero proprio io Dante Alighieri
con il Virgilio a far la gitarella per un cerchio infernale buio e triste senza il conforto manco d'una stella.
Di fronte a cose orrende giammai viste chiesi al Maestro mio che mi guidava per quelle impervie e tenebrose piste
perché mai quella gente si grattava, e per di più bensì potei vedere che in mezzo a un grande scendere di lava
con l'unghie si graffiavano il sedere, Rispuosemi il Maestro: 'In questa riva son anime che in terra il lor parere
dissero sempre come gli veniva, senza mai porre al dir controllo alcuno, ed ora il contrappasso a loro arriva
e non puote più dir parola ognuno, tanto che è sol concesso il gesto muto di quel grattar con unghie che son pruno
ed alcuno non puo' dar loro aiuto. Se or da me tu vuoi aver consiglio io te lo posso dar ben compiaciuto,
in certe situazioni, da coniglio è meglio il comportar che da leone, io te lo dico qual tu fossi un figlio.
La saggezza pertanto ti propone di far silenzio e tener dentro tutto, sarà per te di gran soddisfazione
ricever dal mio dire grande frutto.' 'Maestro' dissi 'per me Babbo sei e io ti seguo in tutto e dappertutto,
io volentieri ti prometterei qualsiasi cosa, or vedi che ti ascolto, e agisco sui tuoi detti come miei
e riconosco quel mio agire stolto. E per questo ti dico, illustre Vate, quel che mi viene in mente, nulla tolto,
tu hai detto delle grandi bischerate che dicono da sempre i moralisti quando sparano simili cazzate.
Ben comportarsi io non li ho mai visti, ragion per cui dalla mia bocca caccio l'urlo che sempre i buoni rende tristi:
Smettila di cianciare, bischeraccio! Dico quel che mi pare e ciò confermo, neppure se mi prendi col tuo laccio
e in propositi miei rimango fermo.” A sentir ciò Virgilio si è scomposto e mi ha gridato, pur restando ermo:
'Toscaccio, ma vai a prenderlo in quel posto!” E' tanto forte il tono di quel grido che pe'l sobbalzo io mi sveglio tosto,
e dopo lo scossone... me la rido
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Angelico antidoto di sicuro effetto
Ho raccontato quivi a tutti quanti come un sogno d'amore rifiutato non si è concluso solo con dei pianti ma su un ponte dell'Arno mi ha portato.
Pensavo alla mia donna, una Beatrice, bella, gentile senza alcun difetto, soavità soltanto il cuor mi dice... sua purezza non fa pensare... al letto!
Poiché l'amore mio le ho espresso indarno e lei con gran dolcezza ha rifiutato, ho deciso che col buttarmi in Arno ogni tormento al cuore avrei levato.
Stavo per saltar giù dalla spalletta del ponte, quello presso le Cascine, quando qualcun mi tocca in tutta fretta con mano delicata e molto fine.
Mi volto, vedo l'Angelo custode che m'invita a non compiere quel gesto dovuto alla passione che mi rode, nel volto è assai severo e molto mesto.
Mi dice: “Giacché vuoi saltar di sotto perché soavità di lei sol vedi, or ti faccio vedere, o sempliciotto, quello che tu non pensi e che non credi.”
E m'ha fatto apparir la sceneggiata della donna soave e deliziosa, sul water posta nella gran ponzata che ogni volta precede... quella cosa.
E pur l'audio mi ha messo l'Angiolino, e mi ha costretto tosto ad ascoltare (non importava aver l'orecchio fino) il suono intenso d'un ... rumoreggiare.
A quel punto mi son guardato attorno e col Custode ho preso a camminare, gli ho detto: “Angelo mio, con lei non torno... neppur quando ha finito... di ponzare!
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Amore
Tu sei l'Amore. Splende nel tuo volto un sorriso che appare dolce brezza e la tua voce innamorato ascolto mentre mi parli con fatal dolcezza.
Quanto del viver mi sarebbe tolto se non provassi quella tenerezza nella quale mi sento sempre avvolto ogni volta che accenno una carezza.
Tu ben conosci cosa sia passione verso chi ami, ed io che sono amato ti guardo con immensa ammirazione.
Nello scrigno del cuore sta fissato il tuo sguardo gentile che innamora... ed io ti penso... sempre, in ogni ora!
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Andazzo generalizzato di alcuni
Per colpir le persone, troppe volte s'usa un subdolo modo, poco umano, e tutte le questioni sono sciolte approfittando del coltello in mano.
Se qualcosa non va si fa ricorso alla favola ch'è proprio modello per scrollare chi mal ci sta sul dorso: la favola del lupo e dell'agnello!
E' sempre la migliore soluzione che troviamo applicata in ogni giorno, stendere liste della proscrizione per chi si vuol levare a noi dintorno!
Tre semplici quartine per dire ancora una volta il mio parere. Chi mi ha attaccato tanto fortemente in gruppo è evidentemente un clan ben riunito che desidera avere una visibilità ampia, e che ha tentato di svilire il mio commento a Isabelle dove avevo esaltato la Poesia dicendo 'questa à Poesia!' e lamendandomi solo per le troppe liriche pubblicate assieme, mentre invece nei commenti in difesa d'Isabelle si è rovesciato tutto, per scopi ben precisi. Penso che Isabelle, alla quale rinnovo i miei complimenti, abbia digerito il 'maleducata' che le le ho dato e accetti la mia amicizia, anche se non sono un poeta ma un semplice solitario strimpellatore.
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Laddio dellAngelo
Vola verso di me l'Angelo mio e gli brilla una lacrima sul volto: “E' venuto il momento dell'addio, or per l'ultima volta qui ti ascolto.
Ti vedo triste, però il mio Signore a te non può lasciarmi sempre accanto, ci sono stato assiduo tante ore, devo andarmene ora, con rimpianto.
Ad altri bisognosi mi ha assegnato, tu hai già buone gambe a camminare, coi miei consigli io ti ho rinforzato e senza me tu puoi continuare.”
“Angelo mio” commosso gli ho risposto “non mi par giusto proprio tu mi lasci e che tu sia mandato in altro posto lasciandomi con altro in tali ambasci.
Io volevo con me tu rimanessi tutta la vita, e non tempi parziali, vorrei che proprio sempre rimanessi mia guida con le tue possenti ali.”
M'ha detto allora: “Vuole il mio Signore assegnarmi ad un altro da seguire, con te io starei bene tutte l'ore, però non posso a Lui disubbidire. “
Poi d'improvviso; “ Se tu vuoi lasciare questa terra e venir nel Paradiso dove là sempre mi potrai trovare, se a tale sorte tu mi fai buon viso,
ebbene, provveduto a farti morto ti ci conduco proprio in quest'istante, e tu potrai aver perciò conforto di vedermi nel ciel glorificante...”
Finir non l'ho lasciato, e la mia mano, quasi seguendo sentimenti... buoni, ha fatto un movimento molto strano e s'è posata proprio sui... coglioni.
A questo punto sono rassegnato e lascio l'angiol mio che se ne vada, gran lacrime di pianto hanno rigato la faccia mia 'sì tanto disperata.
“Voglio restare in questo nostro mondo ancora un poco, Angioletto mio, ma per quanto esso appaia un brutto tondo, spero che mi ci lasci quel buon Dio!”
L'Angelo ha fatto un cenno con la mano e in alto fra le stelle s'è involato in una scia di pianto quasi umano... Mentre s'allontanava l'ho guardato.
Nota:Non me ne vado da solo. Va via anche l'Angelo ...
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LAngelo custode generoso
Da quando canto l'Angelo custode che il Signore al mio fianco m'ha mandato e del quale non sempre tesso lode giacché abbiamo assai spesso bisticciato,
da allora me lo vedo ben richiesto con i commenti e lettere private, specie da donne, 'ma che venga presto!', perché han bisogno d'esser consolate.
C'è chi me lo richiede in malattia che fa star male di mattina e sera, egli fa quel che può, comunque sia per tutti egli distende un preghiera.
Per gli amori perduti dà conforto a chi non trova più la propria pace, spesso serenità conduce in porto e la tristezza addormentata giace.
Se c'è poi chi non tiene alcun lavoro e non ha manco i soldi per la cena, lui bussa a tante porte insieme a loro perché dì ognuno egli sa ben la pena.
Le domande egli osserva a tutti quanti e poi, con il suo tocco fatto d'oro quelle più bisognose mette avanti perché alla fine ottengano il lavoro.
L'Angelo mio custode è proprio un sogno, ogni momento tanto generoso da correr tosto dove c'è bisogno... io sono del suo agire un po' geloso.
Vorrei che fosse a me sempre vicino e lui che sente questa dolce pena di questo suo protetto un po' ...fumino mi rassicura e scappa via con lena.
'Non essere egoista' mi consola, 'puoi restare da solo, tu stai bene, l'Angelo tuo adesso se ne vola a consolare chi ci ha vere pene!'
Ed io lo lascio andare, perché penso che tornerà da me se n'ho bisogno, per tutti egli ha un amore così intenso che è giusto ch'altri provino tal sogno.
Del resto, se ogni tanto m'abbandona, lo ricordo e mi porta un gran conforto, lui sempre nella mente mi risuona ed io l'ascolto sempre... collo obtorto!
Un po' a lasciarmi solo ora si fida e per lo meno ho gran consolazione che quando sta distante non mi sgrida ed io di gioia emetto... un sospirone!
Instancabile corre dappertutto dove è richiesta un parola buona, e se al momento non sa dare frutto la sua preghiera sempre là risuona...
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L’Angelo custode innamorato
L' Angelo mio custode, un gran birbone che il Signore a dispetto mi ha assegnato perché ogni volta a me sempre s'oppone e qualche volta proprio mi ha stufato,
stavolta l'ha mandato il suo Padrone da una mia amica che non stava bene a consolarla per un suo magone che nell'anima ormai da tempo tiene.
Mi sono dunque assai meravigliato che nella sera stessa di missione egli da me non fosse ancor tornato e ciò m' ha dato un po' d'agitazione.
Stamani m'è tornato finalmente e proprio niente domandargli ho osato perché l'ho visto triste veramente, mesto nel volto e, ahimè, molto abbacchiato.
Gli ho domandato solo: “Che è successo, dimmelo pure, non aver censure ti vedo in uno stato assai depresso e sembri trattener lacrime pure.
Dimmi, che fa la dolce amica mia, sei riuscito un pochino a consolarla e le hai portato la speranza... pia di potere assai presto salutarla?”
Non m'ha risposto, ed ancor più triste io l'ho visto che si faceva in volto, tal cose del mio Angelo... mai viste, in quel momento il suo soffrire ho colto.
“Passaci sopra, Angelo, gli ho detto, non ti preoccupare del tuo stato, io l'ho capito in modo assai perfetto che quell'amica mia ti ha innamorato.
Ti capisco, farebbe innamorare chiunque in questa terra la conosca, contro di ciò non c'è nulla da fare... non creder d'aver fatto... cosa losca.
Il Signore che a me ti ha qui mandato capisce quel che in terra può toccare a un Angelo che ormai s'è umanizzato e quindi si può certo innamorare!
E stai tranquillo, quell'amica mia se accorta si sarà di questo stato avrà provato grande un'allegria... un Angelo persino ha innamorato!”
L'Angelo mio mi ha subito sorriso e l'ho visto riprendere il suo aspetto di sempre, e di nuovo il suo bel viso a splendere è tornato, bello e schietto.
Tosto mi ha fatto un cenno con amore e s'è librato in aria alto e diritto per andare lassù, dal suo Signore per relazione far... sul sottoscritto!
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Facciamo un sorriso
Non è certo piacevole per me (e soprattutto per gli altri, a quanto si vede) stare a criticare sempre quello che sembra a me che non vada. E allora facciamoci un bel sorriso con questa 'birichina' strimpellata. Ricordo che per me la parola 'strimpellata' equivale a copyrigt.
Che Angelo mandato m'ha il Signore, un cherubino per davvero adatto per me che mi sta addosso tutte l'ore e talvolta mi fa diventar matto.
Non posso fare nulla di nascosto e me lo trovo sempre tra i... sorvolo, ovunqu'io vada ed in ciascuno posto, se non è quello giusto... non son solo!
Lui m'appare davanti sull'istante alza l'indice in alto, l'ali frulla, come fosse un supremo comandante ed io non posso dire quasi nulla.
Obbedire mi tocca solamente e fare sempre quel che lui comanda, per me Angelo è, ma prepotente... perché il Signore un altro non mi manda?
Passavo ieri da una via ben nota della città vicino al mio paese, vidi gente che lì facea la ruota alla casa di donna assai cortese
che in cambio di biglietti di denaro t'offre l'amore come lei sa fare, io che non sono in questi campi avaro... mi ci volevo anch'io, così, fermare.
Avevo appena spinto quel portone da nessuno esser visto ben sicuro quando mi sento dare un gran spintone con la faccia sbattuta contro il muro.
Mi volto indietro tutto dolorante e chi ti vedo? L'Angelo custode con uno sguardo proprio da birbante che mi fa: 'Dimmi dunque, che ti rode?
Vorresti andare tu da quella donna a buttar via con lei tanti quattrini, possibile non pensi che alla gonna come tutti questi altri burattini?
Spendili meglio i soldi, bischeraccio, ci son nel mondo bimbi che hanno fame, se subito non esci, sai che faccio? Ti lego in casa come un bel salame.
Se vai con lei farai tu ancor cilecca come ogni volta so, quando ci provi, di certa roba in te nulla ci azzecca e deluso e avvilito poi ti trovi.
Adesso, via! Io t'accompagno a casa e poi mi vado un poco a riposare perché tu ci hai la testa alquanto... invasa da idee che mi fan tanto faticare.
Non ce l'aver con me, non ti conviene, sono l'Angelo tuo, sempre controllo, tu lo sai che ti voglio tanto bene ma non mi va ti spennino qual pollo.
Stai pur sicuro, se tu fossi buono a termine portare quell'...'azione', io che sempre il tuo Angelo lo sono... ti ci avrei fatto entrare in quel portone!'
Se qualcuno, maschio o femmina che sia, non conoscesse il significato di 'cilecca', perchè non lo ha mai provato, mi scriva subito ed io gli risponderò premettendo che lo invidio!!!
*
Firenze a sera
E tu, Firenze, ti distendi a sera sui viali nel lume dei lampioni che riflettono luce sopra l'Arno che quietamente scorre verso il mare.
E' illuminato il centro da una luce che rende chiaro il campanile e il Duomo mentre che il Ponte Vecchio si riflette sulle acque fluenti dai pontili.
S'abbrunano dintorno le colline sparse di rare luci che le ombre rompono del notturno imperversare e fan contorno senza al mondo pari.
Nel silenzio distante della notte passeggia Dante lungo i tuoi lungarni e il Magnifico canta nelle ville... il Machiavelli medita il suo dire.
Tu compendi il passato col presente e ridi e piangi per le tue vicende nelle quali però sempre ha brillato l'uomo con la sua forza e l'intelletto.
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Solite facce
Io sono stanco, uscendo un poco fuori, d'incontrar facce solite per via scambiandoci il “buondì” con finti onori... m'è diventata quasi una fobia.
Che dire poi della televisione che dei soliti non sa stare senza, sui fatti s'apre intensa discussione fra facce che con grande supponenza
spiegare sempre sanno ogni mistero che sia delitto, furto od altro fatto, portatori essi sono sol del vero... ogni volta gli stessi, ma che impatto!
Tralascio adesso qui di riportare ogni esempio che stia nell'argomento, il desiderio è solo di scappare e questo lo decido in un momento.
Per più le stesse facce non vedere mi trasferisco in luogo ch'è isolato e finalmente lì posso godere senza tele, e nessuno avrò incontrato!
La mattina, quando mi son svegliato, entro nel bagno per lavarmi il volto e nello specchio subito ho guardato restando per l'immagine sconvolto.
Ho capito in un attimo soltanto che una fobia così non la si caccia e mi son detto fra il sorriso e il pianto: ma vedi un po', sempre la stessa faccia!
*
Apocrifo canto dantesco
Dunque ancora una volta mi fa guida per lo sito infernale il buon Maestro Virgilio che con sue latine grida
a scrivere l'Eneide fu destro. “In quale cerchio adesso ci si trova?” chiesi a lui del qual conosco l'estro
nella risposta che al mio chieder giova, ed ei rispuose: “Siam fra gli amatori e quello che tu vedi è Casanova
che più di mille donne fece fuori, o almeno afferma lui, se tu ci credi, un che si dice ch'ebbe grandi amori.”
“Maestro” chiesi allor “come tu vedi ei se ne fece cinque ogni nottata, vedi un po' se l'accosti e se gli chiedi
come facesse a far ...tal sollazzata e come il dì di poi fosse capace di stare sveglio tutta la giornata.”
S'accostò Casanova assai mordace e disse: “Nei miei tempi non fu agra l'attività ch'io feci in santa pace,
io non avevo allora il vostro viagra, eppure feci quel che voi non fate neppur un giorno all'anno, per la sagra
dell'amore, così vi sputtanate e la figura mia unica resta per le mie prestazioni che esaltate
quando alle donne io faceo la festa.” Poi rivoltosi a me disse corrusco: “Tu poco in questo oscuro regno resta,
ti riconosco ben, tu sei un etrusco che si vantò, malgrado la bruttezza di piacere per modo giammai brusco
alle donne, che in grande tenerezza concedettero a te grandi favori, ma io so che racconti un'immondezza
giacché le donne ognor buttavan fuori dal desiato talamo d' amore te che chiedevi ad esse i loro amori.”
Virgilio a me si volse e con dolore mi disse: “Tu, mendace, che affermavi di concupire delle dame il cuore,
false notizie nel tuo mondo davi, e ti credetter tutti, ingenui e furbi, mentre nella menzogna ti esaltavi.
Vedo che per tal dire tu ti turbi ma il Casanova qui sa quel che dice, ed ora gode che tu ti conturbi
e ti senta fra noi molto infelice. Solo dei sensi avesti tu la pace ed a nessuno che sia onesto lice
d'essere come te tosco mendace che ad ogni passo certe balle trova, vergognati nel cuore tuo che tace!”
Mentre così diceva, il Casanova rideva avanti a me con gran baccano, poiché capito avea che io l'alcova
avevo sempre desiato invano, e in questi casi, ecco quel che accade, mi vergognai che lui mi desse mano
e caddi come corpo morto cade.
*
Questioni importanti davvero
Son costretto a stare in casa e la mente sento invasa da una grande commozione che mi dà televisione.
C'è qualcun preoccupato per l'amaro e triste fato che produce una “corona” virus che poco perdona.
Nel decorso nazionale nostre cose vanno male e non meglio in questa terra col pericolo di guerra.
Ho capito solo adesso quanto invece sia concesso alla mente frastornata da notizia più pacata
dei mass media generosi che noi rendon fiduciosi e ci fanno ben vedere che ben altro è da temere.
Per la guerra e economia preoccupato niuno sia perchè in mezzo a cose tante c'è qualcosa più importante.
Della vita questo è il sugo gran bisticcio è l'avvenuto quello che Morgan investe, questa qui è vera peste!
E' avvenuto, ahimè, sul palco tutto in festa al borotalco che il buon Bugo va a lasciare Morgan solo a canticchiare.
Or continua la “querelle” con rabbrividi alla pelle e chissà per quanto dura scomodar magistratura,
Finalmente l'ho capito e restar non so compito ma una grande agitazione nel mio cuore si propone.
Ed al termine ho compreso e perciò non son più teso da paura per la peste e da guerra, cose meste,
ma perchè cotanto odo per cui chiodo scaccia chiodo e son molto soddisfatto per la piega ha preso il fatto.
Perciò dico a tutti quanti da tai versi portar vanti e cacciare la paura della peste che perdura,
alla guerra non pensare ma davvero cogitare sulle cose più importanti che daranno pure vanti
perchè nulla è più importante d'un fattaccio 'sì eclatante con il quale adesso remo avvenuto qui a Sanremo.
Una lacrima m'asciugo per il Morgan e per Gugo e in continuo seguo il fatto diventar che mi fa matto.
E proseguono quei media a non far morir d'inedia con la peste e con la guerra (questa idea da noi si sterra!)
Ora ho fisso nel cervello questo magico duello fra due illustri sconosciuti che del “colpo” compiaciuti
hanno fatto a noi capire con i media a lor seguire che ci son cose grandiose qui nel mondo e portentose
per cui suscita piacere fra noi tutti qui a vedere che per questa leticata la faccenda s'è cambiata,
e ora tutti a cancellare peste e guerra ed a guardare queste cose sol per noi … Gugo e Morgan grandi eroi!!!
Costretto a passare le giornate chiuso in casa trovo come antidoto alla noia la televisione, dove non sento altro parlare che del festival di Sanremo con un preciso riferimento a quanto è successo sul palco. Ho capito che i fatti di Sanremo hanno la medesima importanza di fatti ben più gravi, vedo che i mass media continuano a seguirli con grande enfasi, e allora ho buttato giù velocemente questi versi (che non sono di sicuro poesia!). Chi vuol capire capisca ...
*
Schiavitù
Sei lontana. Sfiorerò nella notte le tue labbra col costante pensiero a te ormai fisso.
E tu lo sentirai questo mio gesto e anche tu penserai alla nostra simbiosi della mente che ci avvinghia per sempre imponendoci senso di schiavitù che non deprime ma solo esalta.
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E’ scoppiata la guerra mondiale ...
E' scoppiata una guerra mondiale e nessuno s'è accorto di cio', ricordarlo che cosa mai vale cosa fare davvero non so.
Sento intorno un rumore infernale definire il suo rombo non so, e qualcun vi sarà, bene o male, che s'accorga alla fine di ciò.
Dove mai se n'è andata la gente tutta sola nel mondo che sta, non s'accorge di questo frangente e a riposo ancora sarà.
Ora accendo la televisione per guardar se notizie mi da, qui m'accoglie una gran confusione che un terrore maggiore mi fa.
M'hanno detto di stare da solo e mai in gruppo e questo si sa, per quel virus ch' è giunto qui in volo dall'oriente e non se ne va.
Vedo invece un gran pullulare di persone che accanto si stanno senza il corpo volere salvare dal tremendo incombente gran danno.
Mi domando mai cosa succede e se invece nel sogno son solo, il mio occhio stupito ora vede della gente incredibile stuolo.
Un clamore così non l'aspetto e mi chiedo se mai sono pazzo, in sospiro si apre il mio petto e comprendo ora tutto in un razzo.
Non avevo capito ben niente e perciò non mi sento più scemo, mi sollevo, ora appare evidente, è scoppiato per tutti ...Sanremo!!!
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Canzonetta damore in sonetto
Come un soffio di vento a primavera, dolce, leggera ed incantevol brezza, io sento la tua mano questa sera che sul mio volto pone una carezza.
L'ironia che in passato sempre c'era adesso non mi dà più contentezza e si scioglie nel cuore come cera... ma io però di te non ho certezza.
Amore dove sei, dove cammini, qual'è il tuo volto, quale il tuo destino, ti penso assai, ma la speranza è mini
che ti possa incontrar sul mio cammino. Dei sogni del poeta questo è il fato... amare senza essere riamato.
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Dove si perde lombra
Dove si perde l'ombra all'infinito ora tu vaghi e più non sei con noi ma ci guardi e ci segui nel cammino faticoso ch'è nostro e fu pur tuo.
S'attenua nel pensiero ogni memoria cancellata dal vento di stagioni eppure tu rimani nella mente in immagine ferma e ben decisa.
Sarai nel nostro cuore fino al passo che dovremo varcare pure noi quando riapparirà oltre il confine fuori dall'ombra il volto ricercato.
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Sonetto del tempo passato
E' un sonetto del tempo passato che io scrivo soltanto per te, con rimpianto te l'ho dedicato ripensando a quei tanti miei “se”.
Senza i dubbi ti avessi io amato tu saresti a quest'ora con me ma delusa tu allora hai lasciato senza scettro avvilito il tuo re.
E' un sonetto del tempo perduto scritto solo in amara memoria d'un amore che un dì fu creduto
e che invece finì come storia in quegli anni davvero lontani... Nel pensarti ti stringo le mani.
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Il roseto
Ho colto ormai da mesi l'ultima rosa rossa del giardino che a te donai in un tempo ch'era felice.
Ora più non ci sei ed a me ti nascondi e mi sfuggi come se tutto fosse stato solo un passaggio e nulla più.
Guardo il roseto spoglio nell'invernale stagione e penso alla primavera quando rinverdirà rigoglioso.
Ti penso e spero che come il roseto ora spento anche il tuo amore tornerà nella stagione dei fiori.
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Nuova canzonetta
E verso il cielo va questa canzone, volando in alto essa traversa il mondo e a chi l’ascolta subito propone un motivo che si diffonde in tondo.
Al servizio di tutti essa si pone e a chi soffre dell’animo nel fondo per tanti affanni che il destino pone lei porge un suo pensiero ch’è fecondo.
Essa sa sempre dare una speranza a chi cerca risolvere i problemi meditabondo nella propria stanza
e sicura in se stessa e senza temi come una barca con audaci remi raccoglie il sofferente e ancora avanza ...
avanza nel gran mare della vita in mezzo a gioie somme e gran dolori ed è questa una favola infinita
che dà speranza a tanti stanchi cuori con la troppa tristezza ormai abolita che dal vivere li teneva fuori.
Va‘, canzonetta, con la tua missione senza tregua prosegui nel tuo scopo e che per tutti sii consolazione.
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Larrivo di Febbraio
Già s'impone Febbraio con i suoi cieli opachi e pieni di tristezza senza raggi di sole a consolare questo vuoto di giorni freddi e bui.
Torneranno bufere del passato a darmi almeno il segno del ricordo di burrascosi tempi in Appennino che accettavo festoso nel mio cuore
senza pensare al Marzo successivo perchè di tempo ancora ce ne avevo e l'avrei salutato al suo ritorno mentre allora ben altro m'incombeva?
Quando v'è giovinezza c'è il presente che bene o male esso manifesti il suo volere e solo nel pensiero positivo di quello noi cresciamo
e quando viene il successivo Marzo in esso ci buttiamo con vigore ed il futuro appare rigoglioso mentre il presente tutto ci godiamo.
Ora invece latente è la speranza, c'è solo questo mese tempestoso e l'unica speranza nel futuro … è ricordare i tempi del passato!
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Brindisi di compleanno
Fra giorni torna il nuovo compleanno di te che sei sparita all'improvviso da questa casa, i mesi se ne vanno e sempre più ci manca il tuo sorriso.
Le congetture più bizzarre fanno i vicini senza parlarci in viso e questo reca a chi ti ama un danno che noi proviamo per quel loro riso.
Se dunque ci farai questa sorpresa e tornerai fra noi per festeggiare qui troverai la tavola imbandita
con lo spumante pronto da stappare e la nostra speranza sempre tesa a illuderci che mai tu sia partita.
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Monologo con lArno
Passai dal fiume, ma era estate allora, lo vidi in secca, senza invito ai bagni per cui pensai: se mi ci butto ora sul fondo batteranno i miei calcagni.
Il tempo la ferita ha un po' guarito ed ho dato al dolore una lavata e la mia vita ho dunque proseguito, finché proprio stamani t'ho incontrata.
Neppure quasi ti riconoscevo, eri sdentata e tutta spettinata, che il tempo era passato lo sapevo... però...quanto mai brutta t'ho trovata!
Adesso il conto a me perfetto torna perché m'han detto che nessun ti vuole, al marito vorresti far le corna ma non trovi nessun che farle suole.
Che io vi dica questo ora vi basti, coloro ai quali offri i tuoi favori preferiscon restare puri e casti, e dal “fascino” tuo restano fuori.
Se t'avessi sposata, amore mio, ora sarei davvero disperato e nei guai ci sarei soltanto io, con un simile mostro accompagnato.
Ho scampato un pericolo assai grosso ragion per cui dall'Arno son passato ed al fiume ho gridato a più non posso: “Meno male non mi ci son buttato!”
*
Finzione damore
Tu cerchi di nascondere negli occhi la tristezza che ti pervade ognora e pensi che nel mio pensiero sbocchi soltanto un’illusione, ed un’aurora
io veda nel tuo sguardo che non tocchi i miei sensi per quello che t’accora per cui tremano ancora i tuoi ginocchi ed in te leggo tanta pena ancora.
Eppure fingo anch’io, ti do coraggio e dico di vederti molto bene perché ti ha colto di salute un raggio
e stare in questo stato ti conviene. Eppure tutti e due ben lo sappiamo che non si crede a quello che fingiamo.
*
Canzonetta triste
La canzonetta mia che ho già mandata a portare un saluto al mio paese dal viaggio è alla fine ritornata e mi racconta le notizie attese.
'Son passata con volo mio radente dalla tua casa, quella dei ricordi, ora è abitata da straniera gente... sarà meglio che adesso tu la scordi.
Nell'orto che fu bello e assai curato ora cresce l'erbaccia dappertutto, nessuno spazio è stato coltivato, il diospero è secco, senza frutto
e il pozzo non c'è più, eliminato, sulla tua casa già ti ho detto tutto ma tu non rimanerne desolato e cerca di scordare questo lutto.'
'Ma sei passata tu da quel palazzo dove viveva lei con la famiglia, lei che fu il sogno ardente di un ragazzo innamorato delle belle ciglia?'
'Ci son passata, non c'è più la casa, l'hanno abbattuta, ora c'è un villaggio che la campagna intorno ha tutta invasa... di tornar non avresti tu il coraggio.'
'Ma dimmi, sei volata al cimitero a salutar le tombe dei miei cari, sei riuscita a portare il mio pensiero a quei che furon di mia infanzia i Lari?'
'Ci son passata, quelle tombe ancora ci sono, il cimitero s'è ampliato, ti devo dire cosa che t'accora, molti amici d'infanzia ci ho trovato.
A quel paese più non ci pensare, solo un sogno rimane nel pensiero, ora più nulla ci potrai trovare... se non un ampliato cimitero.'
Non tornerò più dunque in dolce volo al mio paese ch'amo e che non scordo, non esiste già più, rimane solo la dolorosa spina del ricordo.
*
Caffè Il legionario
Caffè del 'legionario', vecchio sogno di spemi andate, che però non scordi, io spesso ancora di sedermi agogno ai tuoi tavoli in legno dei ricordi.
Ogni cosa è cambiata, pure il nome, tutto ha preso eleganza e nuovo stile, ed io m'accorgo veramente come tu sembri adesso un falso, ahimè, monile.
Un cameriere con la giacca bianca ossequioso saluta l'avventore, quanto davvero adesso qui mi manca la cameriera con il suo candore,
in abiti normali, amico il viso, che con gran confidenza e simpatia ogni volta mi dava il suo sorriso, mi portava il caffè e... andava via.
Vecchio mio bar, rifugio di avventori tutti italiani, d'un non lunge ieri, ora siedono ai tavoli signori che parlano altra lingua, son stranieri.
Ed un caffè io mi sorbisco solo e guardo le colline a me d'intorno, con la memoria ogni volta volo al mio perduto bar... di un altro giorno!
*
Atmosfere
Mi son perso nel bosco fra le macchie odorose di muschio e di silenzio sotto i rami di alberi frondosi assaporati nel sentor d'incolto.
Poesia proviene dal frusciar del vento leggera brezza che accarezza il cuore, siamo fuori dal mondo, e spazio e tempo appartengono ad altra dimensione.
Un improvviso trillo di fanciulli che avanza lietamente in mezzo al bosco e scavalca ridendo ortiche e rovi rimette in moto il tempo ch'era fermo.
E s'accende improvvisa umanità.
*
Il vento
Non dir più niente. Ascolta solo il vento che fra i rami dei platani trascorre in musica che entra nel tuo cuore addolcendo i dolori e le paure.
Ascoltalo. E' stupenda sinfonia che rompe quel silenzio ch'è tristezza dove entra feroce tutto il male in cui l'animo soffre e si disperde.
Ascolta quel respiro suo profondo col quale spazza via ogni dolore lasciando luogo alla rassegnazione che almeno porta quiete dentro al petto.
Il vento, se lo ascolti, ti sa dare di nuovo la speranza nel futuro in un presente buio e tanto duro. Impara dunque il vento ad ascoltare.
*
Lo strimpellatore
Se qualcuno mi appella qual "poeta" io gli rispondo che non sono tale e che mai ho raggiunto quella meta che ha soffio di bellezza universale. Sono soltanto uno strimpellatore che suona su chitarra assai stonata e che vorrebbe esprimere col cuore i sentimenti suoi, ma fa frittata. E così vago per colline e monti, canto alle stelle, al cielo ed alla luna, alle dolci vallate ed ai tramonti, ma i miei versi non hanno la fortuna di esprimere del cuore il mio sentire, sono dispersi subito nel vento, manco una volta non riuscito a dire in appropriato modo il sentimento. Quindi capite che non son poeta che versi immensi scaglia a tutte l'ore, tale onore non è l'ambita meta: sono soltanto uno strimpellatore.
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Sogno
Navigherò per mari sconfinati sfiorando isole ferme fra i marosi in mezzo a flutti ed acque or tempestose or quiete che ogni volta mi daranno un senso di bellezza senza pari. E approderò infine sopra terre che accoglieranno il lungo navigare mostrando panorami che stupendi il cuore stupefatto inebbrieranno con il loro colore e le vallate. E poi riprenderò questo cammino tornando in mare e poi di nuovo a terra in vortice infinito senza fine e non sarò mai stanco nè deluso. Dopo con forti ali costruite da fantasia che ormai non ha confini volerò verso cieli misteriosi in mezzo ad astri mai ad alcuno noti. E' questo un sogno che riesco a fare standomi quieto nella mia stanzetta rinnovandomi in cuore la speranza che tutto questo non avrà mai fine. Questa forse è visione dell'attesa di tempi nuovi a ognuno destinati e vivo in questo sogno che per tutti sarà l'inizio di una nuova vita.
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La poesia
A volte le poesie escono spontanee senza che tu abbia pensato a un argomento e non avevi desiderio di vuotare l'anima mentre lo scritto avanza senza fatica alcuna facendoti compiacere soddisfatto.
Talvolta invece provi un desiderio intenso di poetare ma il sentire non regge alla parola e resti fermo, immobile con la penna spenta in mano.
Il sentimento brucia e resti con quel dolore intenso per un un lungo tempo fino a che, come ti liberassi da un vomito, non riesci a sbloccarti.
La poesia è sfogo liberatorio ma è anche intenso dolore.
*
Lontane chimere
Ancora vi rivedo dolci colli del mio Mugello ove passai l'infanzia fra intensi verdi e nuvole gioiose in un tempo ch'è sempre più lontano.
Poveri tempi in anni tanto duri ove tutto appariva però bello perchè spensieratezza vi giocava con il sorriso di quegli anni verdi.
C'era un susino presso l'orticello della mia casa che conservo in cuore e quel susino lo rivedo sempre e su esso compendio il mio sentire.
Quando il vento spirava impetuoso io m'immergevo in questa situazione e attendevo il cader delle susine ancora acerbe ma desiderate.
Le potevo raccogliere felice e questo rimembrare tanto esalta la fantasia che brilla nel ricordo, ma il presente ritorna impetuoso
distruggendo memoria così grata e sembra dirmi quasi in ironia ch'altra ora è l'età, non c'è futuro ed il tempo che passa fa i suoi danni.
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Ritorno del sole
E' ritornato un sole in ciel splendente com' io desideravo nel mio cuore e ho ripensato subito, all'istante, al freddo inverno mio sull'Appennino.
Tale contrasto s'agita nel cuore e mi rende angosciato ogni oltre dire, perchè contraddizione ancora noto nel mio sentire che mai più risolvo.
Altri tempi, altra età, cerco capire, di scarni tempi adesso assai rimpianti, ora c'è tutto ma mi manca troppo quel povero mio inverno ch'è passato.
Era un inverno tempestoso e freddo ma il mio ricordo nuota nel rimpianto che non avrò di questo sole amico che pure vedo splendere nel cielo
perchè adesso il futuro è tramontato e non c'è tempo ormai per la speranza, e non mi resta che tornare agli anni quando il futuro c'era all'Appennino!
*
Contraddizioni
Il cielo annuvolato spenge il sole e la notte non vedo più le stelle, eppure è inverno e questo è naturale nella stagione del gran gelo e neve.
Rimpiangevo gli inverni bui e freddi della mia infanzia sotto l'Appennino, ma m'ero abituato adesso agli astri illuminati nella notte chiara.
Innvece ora sento in me il rimpianto di soli risplendenti in cielo aperto e di volte stellate oltre ogni dire e d'un caldo tepore che mi avvolga.
Confuso sono immerso in quei pensieri e mi domando perchè questo avvenga, la risposta mi appare infine chiara e la contraddizione si risolve.
Mi dico, le due età sono diverse, e diversi risultano i pensieri, allora c'era il sogno del futuro, ed appariva tutto da scoprire.
Invece ora non c'è più futuro e non c'è tempo altro di scoprire, ora è soltanto il tempo di un'attesa che già si sa dove ci va a portare.
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Timido e impaurito sonetto
Questo sonetto timido e impaurito lo dedico a coloro che nel cuore ammiran tale genere fornito da Jacopo Lentini con fervore.
Egli si girerebbe inviperito sotto la terra poiché in vita onore ebbe sempre laddove riverito fu da tutti i seguaci con amore
non prevedendo un genere ideato da lui con tanto ingegno e tanta cura da presunti seguaci sia sciupato.
E' uno stile che adesso ha vita dura e che da tale obbrobrio è sol scampato perchè qualcuno c'è ...che l'ha studiato!
*
Giovanili inverni
Questo non è l'inverno che ho vissuto e che mi sta nel cuore con poesia ma è una stagione nella quale il sole protagonista è contro il ricordo.
Il Natale d'un tempo era il Natale col cielo tutto nero e con la neve, e le giornate stavano sul grigio dall'alba ad un tramonto ormai segnato.
I giorni si svolgevan freddi e tetri col vento che spirava impetuoso e nubi accavallate in gran tempesta promettevan saette e cupi tuoni.
Ora c'è il sole che maestoso splende sulle colline di Firenze accese, fa pure freddo, è vero, ma non conta, e in cuore resta sempre l'altro inverno
dei poveri miei anni giovanili quando immerso nei monti d'Appennino godevo inverni freddi miei perduti e li gustavo solo allor felice.
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Inverno
Ora è l'inverno freddo e limaccioso come l'hanno dipinto i suoi pittori e cantato i poeti d'ogni tempo inquadrandolo nella sua natura. Ma non così è l'inverno, quando il sole illumina i suoi rami risecchiti e splende sopra i campi ormai deserti ma pronti ad una nuova fioritura. E' un sole freddo, ma riscalda il cuore a pensare che presto, in un domani, riprenderà la vita campagnola con una vigore ed una forza tale che non farà dimenticar l'inverno con le sue luci basse e abbacinate che danno ai sensi una visione nuova che poi ricorderemo con il nuovo. Sarà se come spenti alla salute passeremo un periodo d'affanno che poi ricorderemo imperituro nel riaffacciarsi d'una vita nuova.
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Balze
Ritorna dunque il tempo giovanile nel camminare ancor per questa balza in mezzo alla natura senza tempo fra macchie, lecci e centenarie querce.
M'inoltravo per questi miei sentieri anni fa molti... e son rimasti in cuore, sembrava di addentrarmi nel passato misterioso, lontano, delle ere.
Ora mi manca il passo fanciullesco di quei giorni distanti dal presente ma soprattutto latita per sempre quel che ormai non c'è più... parlo del sogno.
*
In morte del sonetto
Povero mio sonetto tartassato dai nuovi aedi della 'new poesia' che incantati dal verso 'ermetizzato' ti hanno precluso ogni di fuga via,
tu che un tempo eri assai considerato per musicalità di gran magia, giaci da parte ormai dimenticato in un angolo buio... e cosi sia!
Adesso gli 'ermetisti' imitatori che non sanno né metrica né rima scrivono in prosa e t'hanno fatto fuori
urlando: sei robaccia ormai di prima, ora è tempo del verso con la lima (1) ...la prosa spezzettata avrà gli allori!
Nota dell'autore: (1) lima, in quanto la caratteristica dell'ermetismo (di quello che fa poesia), è di limare il concetto racchiuso nelle frasi, riducendolo al minimo di parole. Questo è un sonetto con schema: ABAB, ABAB, CDC, DDC»
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Arte di poesia e corsa podistica di Maratona
E' un sonetto che ripropongo in questo sito, dato che ce ne sono i motivi!
Chi tanto tempo fa poesia faceva era certo in quest’arte un luminare e nell’anno trecento qui eccelleva Petrarca insieme a Dante da ammirare.
Ma oggi la poesia ci ha una gran leva di aspiranti poeti da guardare per il sacro principio che doveva dare a tutti il diritto di poetare.
Mi par questo un concetto un po’ alla buona per lasciare ad ognuno un po’ di boria, che non s’addice no alla Maratona
dove per quelli c’è soltanto gloria se han fiato, classe e il cuore che funziona ... per chi è pigro di gambe non c’è storia
*
Due poveri sonetti ...superati!
Sembra che la poesia sia diventata un enigma difficile a capire, sol di termini dotti va impastata e versi che ti facciano ingrullire
a interpretarne il senso e la portata, ed il cervello devi tu finire per farne ma davvero una frittata... insomma si riesce ad impazzire.
Tali poeti ammiro veramente ai quali, ahimè, concesse tanto il fato mentr'io mi sento proprio un disgraziato
perché non so capire proprio niente mentre loro hanno tanto meritato d'esser compresi dall'acuta gente.
Io non sono enigmista per natura e scrivo solo quel che in cuore sento, precipua è solamente la mia cura d'esprimere in chiarezza un sentimento,
però comprendo che poesia ch'è pura ora non può piacere e me ne pento e talvolta persino ne ho paura ed avverto soffiare un forte vento
che negli orecchi entra con furore soffiando in essi frase assai graffiante: “Fai ridere se scrivi con il cuore
e tutti ti capiscono all'istante, sei poeta incapace e senza onore... scrivere oscuro, questo è l'importante!”
*
Dal colle dellincontro
Guardo dall'alto colle la distesa che al mio occhio quasi infinita appare in quel momento che, quale sorpresa, mi sembra proprio un variegato mare.
Un susseguirsi di colline verdi s'accavallano in armonia nel piano mentre estasiato ancora tu ti perdi a osservare i paesi che lontano
ti sembrano spiccare da un dipinto d'un pittore davvero tanto ambito e lo sguardo all'istante è poi sospinto verso monti a impedire l'infinito.
Il Convento ho alle spalle e la sua mole sovrasta da quel colle la Fiorenza che appare in lontananza sotto il sole illuminata nella sua potenza
da una luce che già pare invernale soffusa sopra i tetti e i monumenti e avverto che il momento tanto vale, tutto è gran pace, senza turbamenti.
Sono attimi quelli di mistero che avverti solo in certa situazione, è un momento fatato che sincero soltanto poche volte si propone.
*
Una fiaba ... per bambini
Cari bambini, sono il cantastorie, che raccontarvi sempre sa ogni volta e ogni momento le più belle storie, vi vedo attenti, ciascheduno ascolta.
Vi hanno sempre insegnato i grandi saggi che se nel mondo esiste l'ingiustizia, per un po' vince con amari assaggi, ma trionfa alla fine la giustizia.
C'era una volta un uomo buono, Tizio, onesto sempre in ogni propria azione, che mai cedette in vita ad alcun vizio come chi gran rispetto si propone.
Ce n'era invece un altro, un certo Caio, disonesto, cattivo, senza cuore, che sembrava con diavolo far paio, gli altri faceva pianger di dolore.
Del Re si presentò al gran cospetto in modo da poter Tizio infamare soltanto per il gusto del dispetto e riuscì pure a farlo imprigionare.
Non contento del falso che spandeva riuscì persino, è il colmo, a farsi dare quel poco che il buon Tizio possedeva, per poterselo lui dilapidare.
A questo punto voi di già pensate la fine di una storia così triste, bambini, su tal fatto meditate, cose simili sempre si son viste.
Come dicono i saggi qui nel mondo pur se l'ingiusto sembra prevalere, però alla fine, d'ogni fatto in fondo la giustizia riesce a prevalere.
Sulla base di questo intendimento vi racconto la fine della storia secondo quel che io nel cuore sento, la dico chiara, senza però boria.
Della novella questa è conclusione che Caio visse ricco e senza affanni, Tizio invece restò nella prigione fino all'amara fine dei suoi anni.
Ulteriore conclusione:
Non date retta a me, bambini cari, io sono un cantastorie disilluso, credete solo ai saggi senza pari... con tale detto la novella ho chiuso.
*
Atlantide
Io ti sogno, città meravigliosa scomparsa in fondo al mare da millenni, e il mio pensiero corre senza posa alla tua terra, da cui forse venni.
Ti ricordo com'isola di sogno nella quale s'acquieta ogni dolore, e nella fantasia per sempre agogno di ritornare a te con grande amore.
Stando in te scompariva ogni pensiero di morte, di paura, di tormento, da te, io sono certo, quando c'ero, brillava in me la gioia ogni momento.
Lontan da te c'è solo l'ossessione, la paura, sconforto, la possanza d'angoscia esistenziale, l'oppressione che sempre più nel nostro cuore avanza.
Il mare misterioso t'ha inghiottita in un tempo giammai determinato, in qual fondale dunque sei finita per far si che non t'abbia mai trovato?
Ti cerco, e più ti cerco non ti trovo, te ne giaci tranquilla in fondo al mare, e la mia mente fattasi di rovo sempre ti agogna e non ti può trovare.
Davvero ingrata sento questa sorte che non mi fa scoprir quella tua pace... Sarà certo soltanto un dì la morte a condurmi in quel luogo dove giace.
*
Alla ricerca del tempo perduto
Quando arrivi alla svolta della vita solo allora ti accorgi tristemente che ormai la bella favola è finita e allora al tempo perso poni mente.
Quanti giorni perduti malamente in inutile affanno che t'avvita, ora scopri che non valeva niente... non puoi altro che morderti le dita.
Poter tornare indietro e nuove orme lasciare sul cammino che intraprendi, non rifaresti più lo sbaglio enorme
che solo adesso pienamente intendi. Ma è inutile pensare a quel passato... non c'è altra vita, e quel che è stato è stato.
*
Halloween
Sinite parvulos... lasciate che i bambini imparino dalla nostra “saggezza” a scordare le antiche tradizioni e il senso del rispetto verso chi più non è fra noi e che noi abbiamo rispettato.
Lo insegnano ora gli italici amanuensi incolti non conoscitori di tradizioni mentre con foga ineguagliabile degna dell'epiteto d'ignoranza frugano in esteri paesi la possibilità di guadagnare anche nel giorno in cui si ricorda più che in ogni altro chi fu con noi ed ora ci manca.
Correte dunque, bambini, nella vostra innocenza non a portare un fiore alle tombe ma a suonare campanelli per le strade chiedendo dolci e caramelle.
Sinite parvulos... voi siete innocenti, ostaggi inconsapevoli nelle mani di mercanti dell'economia che svendono i nostri defunti pur di riceverne trenta denari. E anche nel domani sarete loro inconsapevoli schiavi. Come lo siamo noi.
*
2 novembre
Nella nebbia del tempo si disperde a poco a poco in lenta lontananza il ricordo di voi che ci lasciaste. E in questo giorno doverosa memoria a tutti appare e traboccano i fiori sulle tombe e mille lumi brillano quasi a rassicurarci per un moto interiore di rimorso che non vi abbiamo mai dimenticato.
*
Cacciatore di anime
Cacciatore di anime m'appari ma sorpassato, tu che vuoi scrutare l'anima agli altri e che soltanto spari con giochi della mente e col pensare.
I tuoi dardi son sempre molti e vari che tu nella faretra sai portare, aspetti lieti, altri molto amari... quest'ultimi vorresti consolare.
Ti sforzi di alleviare, non riesci, ma è cimento che vale anche a te stesso perché frattanto dentro te tu cresci
e fuori solitudine sei messo. Te lo dico all'orecchio: “al tuo fucile, l'animo preferito... è il femminile!”
*
Necrologio
Ed era invero tanto tempo prima dei nostri tempi di sconvolgimento che la poesia veniva scritta in rima ... ma or per essa non è più il momento.
Ragion per cui chi in detta arte è cima non scrive più in tale rapimento, non adopera mai neppur la lima e fa di getto il suo componimento.
Molti capolavori vengon fuori ma spesso e volentieri, cosa ria, quella che inventan tanti illustri autori
riesce un condensato tal d’orrori che comunque si legga par si sia nel necrologio, ahimè, della poesia!
*
Ama il prossimo tuo
Chi il prossimo suo vuole umiliare perché frustrato e pieno di livore profittando d’un suo ingiusto stare conquistato con frode e non valore,
dovrebbe, se ciò possa, un po’ pensare che se così maligno tiene il cuore gli potrebbe un bel giorno capitare di subire anche lui tale... furore.
Per la legge fatal del contrappasso avrà bella lezione, ahi triste lasso, si troverà in mutande quanto a stima
e ben s’accorgerà, del petto lima, d’esser povero fesso senza gloria il qual non passerà certo alla storia!
*
Autopsia del cuore
Mi piacerebbe proprio veramente aprire il petto a tutta questa gente con un bisturi pronto ed affilato in modo che il lor cuore sia osservato
senza barriere, se sia vero o mente e se davvero esprime quel che sente. In tal caso sarei ben contentato, veder se il vero dice... o se ha ingannato.
Non vedo il cuore, s'esso sia bugiardo oppure no, ma se nudo lo guardo posso sapere s'esso sia sincero
e mi esprima il suo senso proprio vero senza ingannarmi, in mezzo a versi vari, con dolori soltanto immaginari!
Bello sarebbe se immediatamente si conoscesse il cuore della gente, ma il cuore è in ogni corpo ben nascosto, non vederlo può l’occhio... è vero o mente? Dalle parole tu non puoi vedere se sono false oppure invece vere.
Non giudicarlo mai dalle parole che la bocca sa dir, da quelle sole, ma prenditi un coltello acuminato e dopo che quel petto avrai sbranato, osserva il cuore messo in bella mostra... quello ch’egli è davvero ti dimostra!
NB.Composizione composta da un sonetto più due sestine.
*
Ballatetta
Tu, ballatetta mia che già n'andasti a trovare i miei morti al mio paese ora ti prego va' da lei cortese, sarà un viaggio lungo assai lontano. A lei che vive e ancor non ci ha lasciato portale il mio saluto e dille che non l'ho dimenticata. Se poi di me non si rammenti lei ricordale quel giorno d'estate piena sotto il noce antico ombroso di poesia giovani i sogni. Lei ti sorriderà e tu a me porta quel suo sorriso. Ma nel ritorno tu non t'affaticare... vai leggera.
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Incipit vita nova
Io da sempre mi sento clandestino su questa Terra che mi accolse ignara contro mia volontà, questo è il destino che certo non mi dà sorte preclara.
Mi concesse la Terra pane e vino ed accanto mi pose gente cara, per ciò ringrazio dono tal divino ma per il resto ebbi la sorte amara.
Io sono un clandestino in questa Terra che mi sopporta, ma rimango in guerra con convenzioni, genti, ipocrisie
che fanno ansiose le giornate mie. Oramai ho toccato proprio il fondo... anima clandestina in questo mondo.
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Congresso dei migliori usciti da scuole di poesia
Al congresso di “scuole di poesia” che si tiene a Parigi nella Torre si riunisce una splendida genìa che il poetico nuovo vuol proporre.
Dir sempre bene, sia pur come sia, della lirica ch'altri san disporre anche se questa fosse porcheria e in tal maniera in simpatia noi porre. Sempre gradito sia l'elaborato da me corretto come ci riesco e dimostrando come io ne esco
riscritto fu il testo un po' antiquato compilato da un certo San Francesco che apparve di gran lunga superato.
Dello strazio prodotto a quel suo canto il “poverello” n'ebbe poi sentore, tali parole sue disse soltanto: “Laudato sempre sia lo mio Signore!” Se si vuole definiamo pure questa lirica un sonetto caudato. Al famoso congresso parigino nei locali della torre Eiffel partecipano i migliori elementi delle scuole di poesia. Nei sette giorni del congresso hanno elogiato migliaia di poesie senza criticarne alcuna, però, fedeli ai propri moderni principi, hanno dedicato quasi un quarto d'ora a correggere in gruppo il famoso ”cantico delle creature”che san Francesco scrisse tantissimi anni fa. Ed era dunque tempo che una nuova tebaide iniziasse questo nuovo corso ...
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Commenti ...ad hoc
Mi diverto talvolta a commentare la verità dicendo,che contrasta le attese del poeta che lunare si pensa e fatto della miglior pasta,
C'è però chi mai questo lo sa fare e convinto piacere alla gran casta prova tutte le frasi ad elogiare in ogni modo, e questo a lui gli basta.
E il poeta felice gli risponde per quel grande commento a lui fornito facendo incrementare i suoi lettori
per cui nel suo cervello si diffonde l'idea d'essere proprio il più gradito e non s'accorge ... di star tutto fuori!
Certi commenti su poesie che mostrano chiara la loro vacuità, fanno veramente pensare che i commentatori, bocciati nelle loro opere, cerchino un riscatto ed un eventuale positivo ritorno in questa maniera, aspettando una simile risposta alle loro “opere”, o al limite una lettura Colpisce inoltre talvolta, oltre che il numero delle letture, quello dei commenti, per cui basta ringraziare l'eventuale commentatore per raddoppiare. E il commentatore, di fronte a tale eventualità, manifesterà altro giudizio ancora, l'elogiato risponderà ...e via di seguito, fino ad avere un numero di commenti assai ...proficuo!
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Poesia ...strampalata all’impronta
La polemica infuria e la pia Franca gode di tutti quanti quei messaggi che le piovono addosso e non si stanca di ringraziare e attende nuovi ...assaggi.
Abbiamo appreso e ciò ci ha reso lieti che son gradite scuole di poesia per le quali non vanno posti veti perchè insegnano a farla e così sia,
L'unico non d'accordo è il Terracciano che i suoi libelli lancia sulle scuole ma lui, ben lo sappiamo, è un tipo strano che contrastare tutto sempre suole.
E pure io stavolta son convinto d'eliminar la rima (a cosa serve?) per cui mi sento questa volta vinto ed accetto di tutti la gran “verve” .
Per cui confermo l'eliminazione dell'endecasillabo e la rima ch'ora mi fanno proprio compassione (perchè non me n'accorsi un poco prima?)
L'unico modo di poetar con l'ali è di scrivere un brano solo in prosa senza errori che sian grammaticali e dopo spezzettarlo, grande cosa!
Iscrivetevi tutti ad una scuola dove s'impari tutto di poesia, e questa è la maniera unica e sola per intrapender questa grande via.
E dobbiamo isolare il Terracciano con quell'endecasillabo che esalta e rendere il suo stile brutto e vano che con quei suoi sonetti assai risalta.
A qualcuno che ha polemizzato ricordando persin nostro Signore che dagli umani è stato generato possiamo dire: è questo un disonore?
Invece gli citiamo tale detto che nel folto scegliamo, e sono tanti: lascia stare il Signore benedetto e gioca invece come vuoi coi fanti.
Meglio lasciare poi la religione e confermar quel fiorentino detto che adesso nella mente si propone e che in conclusione quivi metto:
“Caro amico che scrivi quella cosa e sei sempre contrario a tutte l'ore ti dedico in finale questa rosa: “che c'entra il culo con le quarantore?”
NB. Se non si capisse quel famoso detto fiorentino “ che centr'egli il culo con le quarantore” posso anche su richiesta, spiegarlo!
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Scuole di poesia
Per Klara Rubino
Poichè mi sento dentro il cuor poeta ma non ho frequentato alcuna scuola ora che ho in tasca un pochi di quattrini ho potuto raggiunger tale meta.
Mi sono iscritto a scuola ove poesia insegnan tosto a chi la vuole fare e devo dirvi in tutta fede mia che ce n'ho io di cose da imparare!
Poichè di rime non capisco niente e quell' endecasillabo m'accora loro m'hanno insegnato immantinente il metodo che serve a farli fora.
Basta scrivere un pezzo che sia in prosa sopra un foglio di carta per intero e poi copiare tosto quella cosa spezzettandola tutta per davvero.
Devo dopo inviare quel che ho scritto al sito che m'ha accolto fra le braccia, commentato sarò, ne ho ben diritto, ma la vera POESIA tosto mi caccia!
Ho scritto questa scherzosa poesia, e ho rammentato Klara Rubino senza assolutamente riferrmi a lei, solamente per il fatto che essa ha confessato di frequentare una scuola di poesia. Ma la POESIA è un qualcosa di intimo, di profondo, che appartiene all'anima dell'individuo, è innata e non può essere insegnata in alcun modo, come invece può essere insegnato l'inglese, il latino, il portoricano. Mi fa sorridere quell' assurdo insegnamento che lei descrive e che non porta a nulla (la lunghezza dei versi, sul quale argomento chiede lumi), ed ancor più le raccomando di non farsi fuorviare dal giudizio d'incompetenti “allievi” che vorrebbero imparare ad essere poeti e che non hanno capito di essere totalmente fuori strada. Avranno più successo dandosi all'ippica. Quello si. Klara invece ha la posia nell'anima, e deve avere fiducia solo in questo.
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Ottobre
L'autunno dunque ormai si fa sentire e l'aria ha un suo sapore da gustare, respiri il vento che dai monti scende e lo ispiri contento nei polmoni.
L'estate se n'è andata ormai davvero con la sua afa e il forte solleone che bruciava le messi sopra i campi e il caldo lascia il posto ad un tepore.
Verrà di poi l'inverno tanto crudo col suo freddo che penetra le ossa, e con le sue tempeste ci ricorda cos'è la vita e come abbia fine.
Ma intanto noi godiamo questo Ottobre coi suoi colori vivi e risplendenti, e lo esaltiamo lieti nel pensiero. Al dopo penseremo ... quando arriva!
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Le tue mani
Le tue mani, ricordo le tue mani, mani dolci, le dita affusolate, diafane mani speme d'un domani, mani nel cuore mio sempre posate.
Nei giochi di memoria ormai lontani le tue sembianze sono allontanate... ma le mani non son ricordi vani sempre dalla mia mente ripensate.
Docili al tatto io le carezzavo con dolcezza infinita e la speranza che tanto viva dentro me provavo
fu distrutta... dal tempo e da distanza. Ma quelle mani tue, vorrei sapessi le ho qui davanti, come le vedessi1
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Dedicata ad Antonio Terracciano
Mi mentovo, sentiva nel mio core un dolo che non oso confessare e non sapea capir questo dolore da quale parte avea lo tartassare.
Cogitai ch'esso fusse per amore che doveami tale rimpiagare ch'io portava a madonna Vanna Fiore che abitava nel proprio castellare.
E fu per me sincera medicina quando seppi dal potestà in magione che sapea il volgo che la piccioncina
oltre ad esser con sposo in comunione contava di suoi ganzi una dozzina e non avea in necesse altre persone.
NB: Poichè ho un formidabile intuito che madre natura mi ha dato, ho capito all'istante quale è il linguaggio nei sonetti che piace ad Antonio, e pertano, pur non esagerando, gliene dedico uno. Se lui trova parole più auliche, proceda pure!
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Sonetto senza tutto e...riparazione.
Questo è un sonetto fatto senza rima e m'è venuto in mente all'improvviso, son tutti endecasillabi, notate, ma manca di tal genere l'essenza.
Mi son detto: io debbo ciò tentare perchè è invalso oramai l'uso nefasto di chiamare sonetto ogni creazione sia pure un madrigale ...con terzine!
Anch'io che ho dissacrato il mio sonetto dove manca la rima ch'è essenziale mi accorgo son caduto, poverello,
in trappola che appare evidenziata poiché manca l'essenza del sonetto che essenziale risulta: il proprio schema!
RIPARAZIONE
RAGION PER CUI, CRETINO MI SON DETTO, ALMENO TU RISPETTALO IL SONETTO CHIEDO PERDONO E FACCIO COME PRIMA E INTANTO RICOMINCIO CON LA RIMA!
SE IN TAL GENERE DO SCHEMA PERFETTO QUALCUNO FARA' CRITICHE, SCOMMETTO, PERCHE' IN METRICA LUI NON E' UNA CIMA E DEL SONETTO MOLTO POCO ...LIMA!
IL SONETTO CHE HO SCRITTO E' UNA CIOFECA CHE ALLA POESIA SOLTANTO DANNI RECA SE SI DISTACCA COM' E' CONCEPITO
DA LLA FAMOSA SCUOLA, E RIVERITO SE SCRITTO NELLA FORMA SUA CHE ARRECA UN SENSO DI PIACERE CH'E' INFINITO.
Bisogna studiare bene quelle che sono le regole del sonetto e non attribuire il nome di tale genere a certe composizioni che non appartemgono di sicuro a tale stile!
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Autunno a Firenze
Firenze stende ancora il suo sorriso a un autunno ancor denso d'una luce intensa che ricopre i suoi bugnati e illumina festosa i monumenti.
La cattedrale e il campanil di Giotto pullulano di turisti che estasiati guardano lo splendore di quei luoghi e lo fissano intensi nella mente.
Ricorderanno poi, tornati a casa, l'immortale sapore degli istanti a Firenze trascorsi in un autunno di luce intensa che non ha confini.
NB. Quasi contravvenendo ai miei principi, stamani ho pubblicato due poesie. Spero però di essere rimasto entro le regole e la comprensione dei lettori.
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Rimembranza
Forse tu non ricordi. Altri pensieri altri affanni hanno scosso la tua vita e a distanza di tanto non hai tempo per rammentarti di quel sogno antico.
Un freddo inverno e neve imperversava quel giorno in cui la sera già discesa livide ombre dipingeva intorno e ognuno al focolare suo anelava.
C'incontrammo sorpresi sulla via deserta per il ghiaccio, neve e vento e lì restammo mano nella mano esposti all'intemperia e innamorati.
Non so quanto si stette assieme uniti, ricordo che alla fine dell'incontro ci riscuotemmo carichi di neve... Amore e gioventù non han timori.
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Sonetto più due quartine
Scrissi un tempo un sonetto assai stonato e per tale espressione del mio stile da molti sono stato commentato persino da un gran Dante assai gentile
al quale piacque tutto quell'errato ed aprì dell'elogio le sue pile affermando che un premio fosse dato ad un sonetto tanto signorile.
E tutti riconobbero il commento e scrissero: se questo dice Dante che in tale carme espresse il suo tormento
vuol dire ch'esso è bello ed elegante, e Dante, visto tutto, in un momento espresse il suo parere sull'istante;
“Se voi volete dir che è gran poesia quella che da un eccelso è commentata vi voglio dire la sentenza mia: non l'ho neppur letta od ascoltata!
Ne dissi bene solo per scherzare e per vedere vostre reazioni per cui solo mi resta commentare che siete veramente dei minchioni!!!
Scherzoso sonetto più due quartine per dimostrare che la Poesia deve esprimersi con la sua voce soltanto, senza bisogno di essere premiata da grandi ( nella fattispecie addirittura Dante Alighieri!)che si possono magari divertire a sfottere,
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Amica ironia
E tu, amica ironia, ancor mi tenti coi tuoi sorrisi di sarcasmo pieni giacché irresistibile tu senti il mio bisogno di sputar veleni.
Eppure tu lo sai che i sentimenti dentro al mio cuor sarebbero sereni senza che mi turbassero tormenti... ma tu dentro di me sempre intervieni.
E allora sputo il rospo dalla bocca ed il sarcasmo parte e tosto tocca il bersaglio al momento ricercato.
Ma lì felicità non ho trovato e neppure un sorriso mai mi scocca la tua ironia. Mi sento inappagato.
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La rima
Cos'è la rima? Ciò che oramai resta a poeti un pochino passatelli che tentano con essa ch'è una festa di non far perlomeno gran sfracelli.
E' stato detto, questa è rimanenza che a loro spetta poi che si son persi almeno a dimostrare che d'essenza di poesia ricopron stanchi versi.
E chi legge può dire: son di fuori e nel concetto molto superati però sanno inquadrare i loro cuori in versi dalla rima contornati.
Vi son quei che lo stile sanno imporre volgendolo in poesia quello ch'è prosa usando versi splendidi proporre senza rimare, e questo è buona cosa.
La gran massa fa prosa spezzettata dove non senti un'ombra di poesia e crede che quest'arte l'ha trovata pubblicando una tale porcheria.
Ragion per cui si torna a quanto prima col poeta che il verso lo riveste con quel che gli rimane, con la rima, ed è questa un ben sicura veste!
NB. L'espressione 'prosa spezzettata' non è originale di questo autore, ma si sa bene a chi deve addebitarsi!
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Lendecasillabo
"Cos'è l'endecasillabo?" mi ha chiesto un bambino che ha letto una poesia con un accento assai curioso e desto cui risposi con molta ritrosia. E mi misi a spiegar noiosamente tutto quel che sapevo su quel verso, (glielo esposi però tecnicamente e dopo il suo sorriso sono perso). Infati, udita tanta spiegazione fatta da me con toni altisonanti e che ho invece intesa in precisione ho sentito le risa sue sonanti. Il bimbo mi ha risposto: "Gran minchione, non hai capito un accidente nulla, m'hai dato questa grande spiegazione che è quella che in cervello ti riflulla. Se fossi stato almeno un po' più saggio avresti detto in modo assai sincero dimostrando sagacia e pur coraggio che tale verso è bello ed anche vero, esprimere egli sa gioia e dolore e commuove chi legge in tali accenti purch' egli esprima il palpito del cuore e il tecnicismo butti ai quattro venti!"
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Pensieri Settembrini
Già a Luino il Settembre s'è inoltrato con una luce che niuno pensava che brilla sopra un lago calmo e quieto neppure modulato dalla brezza. Il cielo si dimentica le nubi e il sole brilla e domina maestoso coi suoi raggi possenti ma ciascuno meravigliato pensa ad un futuro di tempestose volte e d'una pioggia continua ed insistente senza fine che a molti porterà solo rimpianto d'un tempo che sembrò rinnovellato. E Firenze che fa? Da qui la penso nel settembrino cielo ormai distesa coi suoi colori splendidi immortali sui monumenti aperti sotto il sole. E la mente ritorna ai luoghi amati e ai rumori adorati nel mattino nei mercati rionali e sulle strade coperte già da un traffico veloce. Domani poi chissà, avverrà quello che ciascuno nel cuore pensa e spera, e l'inverno verrà con i suoi freddi per lasciar posto a nuova primavera.
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Canto silenzioso
Canterai nel silenzio il tuo pensiero ascoltando di giorno il 'cri' dei grilli, perdendoti la notte nel suo nero dove nessuna stella in cielo brilli.
Vagherai solitario sul sentiero desolato dei sogni ove non trilli alcun suono di passero ciarliero e sentimento alcuno in te t'istilli.
Oppure tu godrai del tuo silenzio che canto si farà di gran speranza divenendo per te forza d'assenzio
contro l'oscurantismo e l'ignoranza. Qualsiasi cosa tu, poeta, agogni, sei sempre il saltimbanco dei tuoi sogni!
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Il vento della sera
Il vento della sera è ritornato col suo soffiare dolce qual carezza e m’ha portato il sorriso toscano su dai monti.
Soffio di primavera mi percuote e di ridenti campi che brillano festosi sotto il sole che dà luce a freschi rivi ed a serene sponde.
Tutto è festa d’intorno e il cielo splende delle ultime luci della sera e avverti dentro uno stupore immenso di primavera.
In quel tramonto un sentimento scende nel petto e allora pensi intensamente a questa terra di bellezza densa ch’ora avverti davvero nell’ora del convivio già imminente.
E immagino però quanto tal senso han già provato quei che più non sono e dormono tranquilli in questa spazio che li vide attivi.
Ed anch’io partirò com’essi un tempo e pur riposerò sotto una terra che non tradisce sempre seme d’immenso
imperitura.
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Serale di fine agosto a Firenze
Il fine agosto stende le sue luci ancora incerte sopra le colline mentre Firenze inizia a risvegliarsi dal riposo notturno lentamente.
Si accende qualche lume ai casolari dei dintorni ove gente mattiniera si prepara al lavoro giornaliero e già la quiete è rotta dai rumori.
Firenze ora comincia ad animarsi nelle sue piazze e lungo i suoi viali ove cessano i lumi del lampione che illuminò il silenzio della notte.
L'Arno continua nel suo corso quieto e si fan chiari intanto i monumenti con i bugnati dei palazzi antichi, già Firenze riprende il suo splendore.
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Per un viottolo di campagna
O viottolo silente campagnolo in mezzo a prati e boschi tutto solo
com'è bello il sorriso del tuo verde dove l'occhio nostalgico si perde!
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Sonetto più quartine
Mi sforzo di trovare un argomento per un sonetto o altro da inviare ma dentro al petto sento sol tormento perché nessun motivo so trovare.
E allora mi rivolgo al sentimento che sempre qualche idea ti può portare e ne approfitto proprio sul momento che finalmente io potrò poetare.
Penso al caldo che fuori è ben feroce e mi costringe in casa a far poesie, sento però nel cuore poi una voce
che dice: c’è chi vive in traversie peggiori assai del caldo che non nuoce, son le bombe scagliate nelle vie!
Infatti in qualche parte della terra c’è un grande bombardare con violenza poiché da molto tempo c’è una guerra, dai mass- media ne abbiamo ...conoscenza.
Quella guerra ci appare assai distante e la sentiamo per televisione, di certo ora ci sembra più importante il calcio della prima divisione.
E c’era, ma è passato, il carnevale e ad altri aspetti s’ha da dedicarci, l’attesa ferragosto ora prevale con un lauto pranzo a rimpinzarci.
Da noi va tutto bene, chiuderanno aziende, ed operai disoccupati, attentati ci sono e ci saranno e treni dal binario son sbandati.
Liberamente fuori passeggiamo, non ci molesta alcuno per la via, se qualcosa di anomalo notiamo ... basta ch’essa riguardi sol ... vossia.
E tutto quel che avviene tocca agli altri e noi viviamo lieti nella vita, nel vivere bisogna stare scaltri ... la guerra ...da tant’anni essa è finita!
Scaramuccia qua e là c’è in questo mondo ma ben lontana e noi non ci riguarda, l’importante è che non ci giri in tondo, punta da un’altra parte e a noi non guarda!
E lo diciamo tutti quanti in coro noi che siamo i gaudenti in questa terra, pensiamo a folleggiar (poco lavoro), si preoccupi lui ...se ci ha la guerra!
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Senza spazio per volare
Non lancerò più le canzoni al vento con l’intento raggiungano le stelle e omaggino col loro sentimento tutto il creato e quelle cose belle.
Un tempo c’era spazio ove volare con leggerezza in corsa su nei cieli liberi fino in alto di portare il nostro sogno che nessuno celi.
Ora più non si giunge a quelle altezze perché il pensiero batte contro troppi sentimenti confusi e scorrettezze che creano in spazio veri e propri intoppi.
Si prende a spunto sentimenti d’altre parti e seguendo più facile via si fanno creazioni che pur scaltre fanno credere questa sia poesia.
E noi che abbiamo un Dante ed un Petrarca e pure nell’ermetica si vale cerchiamo entrare con la gobba carca in questa confusione universale.
Ragion per cui, come qualcuno ha detto, non si capisce più che sia Poesia e è molto meglio dormicchiare a letto senza la rabbia e la ...malinconia!
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Ama il prossimo tuo
Chi il prossimo suo vuole umiliare perché frustrato e pieno di livore profittando d’un suo ingiusto stare conquistato con frode e non valore,
dovrebbe, se ciò possa, un po’ pensare che se così maligno tiene il cuore gli potrebbe un bel giorno capitare di subire anche lui tale... furore.
Per la legge fatal del contrappasso avrà bella lezione, ahi triste lasso, si troverà in mutande quanto a stima
e ben s’accorgerà, del petto lima, d’esser povero fesso senza gloria il qual non passerà certo alla storia!
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La luce nel bosco
La luce che accesa nel bosco vi brilla qual faro in mistero dal basso sorpreso la guardo con senso impaurito davvero. Accesa l'avrà il boscaiolo che passa la notte nel bosco oppur qualche altra magia purtroppo che io non conosco. Dall'ansia io sono stravolto pensando a un mistero 'sì grosso, paura si legge sul volto che tutto nel corpo mi ha scosso. Chi ha acceso la luce nel bosco che brilla con tanta magia, è fiamma che la fantasia sconvolge con quasi terrore, forse è proiezione dell'anima mia.
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Carezze
Ti carezzerò con una mano ruvida di lunga esperienza ed il tuo volto si colorerà per questo dopo che l’ansia il dolore e la depressione vi avevano steso una patina di sofferenza grigia.
Tornerai rosea come nei giorni migliori e la felicità ricomincerà a splendere sul tuo viso tranquillo e ritroverai quella serenità che io con la mia lunga esperienza non sono riuscito mai a raggiungere.
E la donerò tutta a te. Sperando finalmente valga.
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Brindisi di compleanno
Fra giorni torna il nuovo compleanno di te che sei sparita all'improvviso da questa casa, i mesi se ne vanno e sempre più ci manca il tuo sorriso.
Le congetture più bizzarre fanno i vicini senza parlarci in viso e questo reca a chi ti ama un danno che noi proviamo per quel loro riso.
Se dunque ci farai questa sorpresa e tornerai fra noi per festeggiare qui troverai la tavola imbandita
con lo spumante pronto da stappare e la nostra speranza sempre tesa a illuderci che mai tu sia partita.
NB. Ancora un vero sonetto, nella norma, come penso dovuto. Se qualcuno, solo nella forma, vi trovi errori e difetti, è pregato di farmeli presenti. Mi saranno utili. Grazie.
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Bucolica
S'è distesa l'estate lungo i campi e già ridono i prati sotto il sole con i monti al confine illuminati in una luce splendida e grandiosa.
Procedo per un viottolo silvestre sotto il canto dei passeri sui rami frondosi delle querce e dei cipressi e sento anch'io canzoni nel mio cuore.
E mi domando tu cosa farai se il sole pure a te brilla nell'anima e penso se tu fossi con me insieme godremmo insieme il dono di natura.
La mano ti terrei stretta alla mia e uniti noi cammineremmo avanti in mezzo a un verde vivo e rigoglioso e in simbiosi saremmo come sempre.
Mi basta di provare questo incanto di fantasia con te lungo i ruscelli per sentirti vicina come sempre nell'incanto d'un giorno dell'estate.
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Canto damore
Questo sonetto mio dolce d'amore non voglio che lo legga tu soltanto, voglio invece che il moto del mio cuore sia inteso pur da altri, col mio pianto.
Tale ricordo porterà l'odore a noi di boschi dal fatale incanto e di prati che a primavera il fiore ricopre con il suo ridente manto.
Accompagnami dunque sul sentiero che ci porta sul lago del rimpianto, ci sembrerà che ancora tutto vero
sia l'antico sapor del vecchio canto, quando camminavamo in mezzo all'erba... però la vita altri destini serba.
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Seguito un po pettegolo di Passeggiando con Proust
Forse è discorso da individuo puro ma io, che sono ingenuo, no non curo, penso sian solo dei pettegolezzi e che una lancia a suo favore spezzi.
Però a un certo punto, a una strettoria che passar consentiva un po' appicciati ho chiesto a Proust, co' una speranza mia che dato che eravamo appiccicati
mi avesse consentito per piacere ch'io rivolgessi questo mio sedere a strusciare sul muro laterale ed egli mi ha risposto, meno male,
'Fai pure, amico mio, come tì aggrada, ma di dirti io sono compiaciuto che bene oppure male che ti vada dopo farai ricerca del perduto
tempo passato, e il fatto si propone con duplice soltanto soluzione, per cui adesso di pensarlo vale non saper se fai bene oppure male!'
NB: Schersosissima strimpellata in quartine ...a Proust, che ha tuttoil mio rispetto.
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Passeggiando con Proust
Insieme a Marcel Proust che ho conosciuto durante un sogno ieri, ho passeggiato discutendo sul tempo che perduto fu da me nella vita che ho passato.
Attento lui davvero m'ha ascoltato del divagare mio ben compiaciuto poi d'improvviso egli s'è fermato e m'ha detto: “Capisco col mio fiuto
che ricerchi quel tempo che perdesti ed ora tu correggerlo vorresti, ma per quanto ti sforzi tu a cercare
quell'orma certo non la troveresti nemmeno l'universo a scandagliare, scomparsa è ormai e niente ci puoi fare!”
NB. Data l'impostazione del sito, ripropongo questo mio antico sonetto, ove si evince che il tempo perduto è perduto e che ben poco si può fare per riacquistarlo. E se me lo dice Proust ...
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Passione per una vergine
Ti ho vista calda e morbida sul letto ad attendermi già tutta distesa ed io provavo in me un gran diletto molto ardente per te ch'eri in attesa.
Io t'abbracciai con tutto il mio calore e ne provai profonda distensione tanto che tosto, preso da torpore, m'addormentai dopo la gran passione.
...
Per davvero soddisfa, quand' è gelo, star sotto una coperta in lana pura che per me stanco è un riscaldante telo per fare una dormita assai sicura!
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LAngelo custode
Che Angelo mandato m' ha il Signore, un cherubino per davvero adatto per me che mi sta addosso tutte l'ore e talvolta mi fa diventar matto.
Non posso fare nulla di nascosto e me lo trovo sempre tra i... sorvolo, ovunqu'io vada ed in ciascuno posto, se non è quello giusto... non son solo!
Lui m'appare davanti sull'istante alza l'indice in alto, l'ali frulla, come fosse un supremo comandante ed io non posso dire quasi nulla.
Obbedire mi tocca solamente e fare sempre quel che lui comanda, per me Angelo è, ma prepotente... perché il Signore un altro non mi manda?
Passavo ieri da una via ben nota della città vicino al mio paese, vidi gente che lì facea la ruota alla casa di donna assai cortese
che in cambio di biglietti di denaro t'offre l'amore come lei sa fare, io che non sono in questi campi avaro... mi ci volevo anch'io, così, fermare.
Avevo appena spinto quel portone da nessuno esser visto ben sicuro quando mi sento dare un gran spintone con la faccia sbattuta contro il muro.
Mi volto indietro tutto dolorante e chi ti vedo? L'Angelo custode con uno sguardo proprio da birbante che mi fa: “Dimmi dunque, che ti rode?
Vorresti andare tu da quella donna a buttar via con lei tanti quattrini, possibile non pensi che alla gonna come tutti questi altri burattini?
Spendili meglio i soldi, bischeraccio, ci son nel mondo bimbi che hanno fame, se subito non esci, sai che faccio? Ti lego in casa come un bel salame.
Se vai con lei farai tu ancor cilecca come ogni volta so, quando ci provi, di certa roba in te nulla ci azzecca e deluso e avvilito poi ti trovi.
Adesso, via! Io t'accompagno a casa e poi mi vado un poco a riposare perché tu ci hai la testa alquanto... invasa da idee che mi fan tanto faticare.
Non ce l'aver con me, non ti conviene, sono l'Angelo tuo, sempre controllo, tu lo sai che ti voglio tanto bene ma non mi va ti spennino qual pollo.
Stai pur sicuro, se tu fossi buono a termine portare quell'... “azione”, io che sempre il tuo Angelo lo sono... ti ci avrei fatto entrare in quel portone!”
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Il volo delle ghiandaie
Passano ancora in volo le ghiandaie sull'alta quercia in mezzo a quel podere vicino alla tua casa là in campagna, e c'è ancora il profumo della menta?
Forse tu non ricordi e allontanato hai dalla mente le memorie antiche. Non so che cosa fai, se ancor ci sei, altra cura ti pressa, altri pensieri.
Io però ti ricordo, ora che il tempo ha steso la sua patina sui sogni. Dagli scalini in pietra salutavi la gioventù che in me s'impersonava.
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Armonie della natura
Questo Maggio (era l'ora) sembra darci l'auspicato tepore a primavera, possiamo finalmente rallegrarci e uscire un po' leggeri anche alla sera.
Vado per campi verdi sotto il sole ridenti nella quiete mattutina e quasi sento odore di viole nell'aria divenuta sopraffina.
Mi circondano liete le colline nel loro verde agli occhi assai gradito, le più distanti formano un confine di là dal quale avverto l'infinito.
Pensieri tristi son volati via e ogni angoscia riposa e non si sente, c'è solo un poco di malinconia che t'entra, è naturale, nella mente.
E allora resto nell'ammirazione di quel che vedo e in cuore me lo gusto, godo dentro di me quest'emozione e nulla scrivo... mi par proprio giusto!
NB. E invece il viziaccio d'imbrattare la carta ha preso il sopravvento!
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Balze
Ritorna dunque il tempo giovanile nel camminare ancor per questa balza in mezzo alla natura senza tempo fra macchie, lecci e centenarie querce.
M'inoltravo per questi miei sentieri anni fa molti... e son rimasti in cuore, sembrava di addentrarmi nel passato misterioso, lontano, delle ere.
Ora mi manca il passo fanciullesco di quei giorni distanti dal presente ma soprattutto latita per sempre quel che ormai non c'è più... parlo del sogno.
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Battito del cuore
Tu non senti il mio cuore come batte sei lontana.
Poco giunge il rumore attenuato dalla distanza lento.
E credi intensamente non ti pensi perché il cuore che ama sempre dici enormemente batte e il suo pulsare l’amato già lo avverte ove si trova.
Allora mi rivolgo al vento amico e gli dico il battito del cuore portalo a lei sulle tue ali svelte.
Ed egli si fa carico di questo e il ritmo del mio cuore a lei conduce.
Lo sente ed è felice.
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Andiamo
Prendi le tue carabattole e andiamo, basteranno poche le essenziali quelle strettamente necessarie. Scaleremo assieme maestose montagne di sogni, ci soffermeremo su estesi laghi di fantasia, navigheremo fiumi di speranze, voleremo con ali leggere in infiniti spazi radiosi. E non avremo bisogno di altro. Ci basterà questa illusione per sopravvivere.
NB. Oggi, non secondo le mie tendenze e i miei principi, ho pubblicato ben due 'poesie'. Sono rimasto comunque entro le raccomandazioni della Redazione del sito! E questa strimpellata è addirittura senza schemi metrici!!!
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Necrologio della poesia ( almeno una parte)
Ed era invero tanto tempo prima dei nostri tempi di sconvolgimento che la poesia veniva scritta in rima ... ma or per essa non è più il momento.
Ragion per cui chi in detta arte è cima non scrive più in tale rapimento, non adopera mai neppur la lima e fa di getto il suo componimento.
Molti capolavori vengon fuori ma spesso e volentieri, cosa ria, quella che inventan tanti illustri autori
riesce un condensato tal d’orrori che comunque si legga par si sia nel necrologio, ahimè, della poesia!
NB:E' il solito tartassato e ormai dimenticato sonetto nella sua regola fissa e obbligata.
*
Abbasso la metrica e la rima!
Hanno troppa ragione quei poeti nostri grandi maestri e correttori a dire che la metrica e la rima ingabbiano il pensiero e la poesia.
Infatti che valore ha scriver verso in metrica ed in rima, che disastro, occorre un nuovo metodo diverso ... sol così di poesia si vede l’astro!
Dante ed i sommi in era pur lontana scrissero versi alquanto accomodati ed ebbero successo, che fortuna, ma troppo invero son considerati.
Tanto stupendo, lo dobbiamo dire è scrivere un pensiero adesso in prosa che poi provvederemo a spezzettare andando a capo, e assai verrà allungato.
La poesia in tal caso molto vale ed è gustata dagli intenditori, basta Ungaretti, e poi segua Montale, ma certi imitatori ...stiano fuori!
Che dire di quel genere orientale che riempie ogni sito di poesia e che in lirica certo è eccezionale, attualmente il più grande che vi sia.
Domina specialmente qui da noi che ben poco copiamo allo straniero, ma questa volta il giapponese puoi vedere superato per davvero!
Il fatto è che costa assai fatica scrivere in cinque sillabe due versi intervallati, e farlo è grande impresa, da un verso addirittura settenario!
Visti gli esempi assai meravigliosi di poesia senza metrica né rima ch’è lo sforzo di chi non la sa fare abbandoniamo questo antico stile
e proponiamo al prossimo avvenire una novella forma di poesia per chi ad ogni costo vuol riuscire molto sfruttando il fisico e la mente.
Si ponga del poeta nell’assetto sentendosi per tale sforzo stanco, scriva soltanto il titolo in grassetto e il susseguente lasci pure in bianco!
NB. Una strimpellata ironica (credo) in endecasillabi in parte rimati e in parte no, ma sempre all'insegna della musicalità. La rima assieme alle sillabe (decasillabi, endecasillabi, senari, ottonari o altro) rende una musicalità che non sono in grado di dare poeti improvvisati che spezzettano una pessima prosa. Inoltre la musicalità del verso la si deve sentire nell'intimo, senza ricorrere a quel forzato rimare secondo studi imparati dai libri (es: iato, sinafele, sillabe tronche, enjambement etc.), mentre la sanno dare, essenziale alla poesia, tanti bravi noti ermetici. La rima ordinata è sempre criticata da tutti quegli improvvisati poeti che non la sanno esercitare malgrado lo vorrebbero, e quindi la criticano e si lasciano andare a certi orrori spezzettando una prosa a piacere. Non costa sforzo intellettuale e fatica, scrivere in rima si! E se ne vedono gli effetti ...
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Corna cimiteriali
Son stato l'altro giorno al cimitero e ho osservato le tombe e le persone vestite tutte in compostezza e nero, piangevano il dolore con passione.
Mi sono soffermato su una coppia che portava un pensiero ad un defunto e a questo punto il cuore mi si scoppia per essere dal dialogo assai punto.
Diceva lei ed accennava al morto: 'Lo vedi, poveraccio, lui da vivo ha sempre lavorato 'collo obtorto' ed io invece assai mi divertivo
mentre era assente, in tante liete ore. Tu attendevi per strada ch'egli uscisse e salivi da me per far l'amore, così il rapporto nostro crebbe e visse.'
Rispose lui: 'Me lo ricordo bene, ed un poco rischiare mi turbava e mi creava a volte delle pene temendo che un po' prima lui tornava.
Ora però non ho questo timore perché alla fine proprio se n'è andato ed io vengo da te a tutte l'ore senza trovare il letto ch'è occupato.
Questo favore lui ci volle fare e di questo davvero gli son grato, prima del carnevale di crepare lasciandomi con te non mascherato.
Ora vengo da te quanto mi pare e davvero la cosa, sai, mi torna, il suo ritratto vuoi tu lucidare e con questo gli lucidi le corna!'
Sapendo che anche io dovrò morire ho rapido pensato in quegl'istanti che al camposanto non vorrò finire per non subire anch'io cotali pianti.
Però, pensa e ripensa nella testa io mi buco il cervello in questi rovi, e di sperare quindi non mi resta che il mio corpo sparisca e non si trovi!
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Sempre le stesse facce
Io sono stanco, uscendo un poco fuori, d'incontrar facce solite per via scambiandoci il 'buondì' con finti onori... m'è diventata quasi una fobia.
Che dire poi della televisione che dei soliti non sa stare senza, sui fatti s'apre intensa discussione fra facce che con grande supponenza
spiegare sempre sanno ogni mistero che sia delitto, furto od altro fatto, portatori essi sono sol del vero... ogni volta gli stessi, ma che impatto!
Tralascio adesso qui di riportare ogni esempio che stia nell'argomento, il desiderio è solo di scappare e questo lo decido in un momento.
Per più le stesse facce non vedere mi trasferisco in luogo ch'è isolato e finalmente lì posso godere senza tele, e nessuno avrò incontrato!
La mattina, quando mi son svegliato, entro nel bagno per lavarmi il volto e nello specchio subito ho guardato restando per l'immagine sconvolto.
Ho capito in un attimo soltanto che una fobia così non la si caccia e mi son detto fra il sorriso e il pianto: ma vedi un po', sempre la stessa faccia!
*
Il vento della sera
Il vento della sera è ritornato col suo soffiare dolce qual carezza e m’ha portato il sorriso toscano su dai monti.
Soffio di primavera mi percuote e di ridenti campi che brillano festosi sotto il sole che dà luce a freschi rivi ed a serene sponde.
Tutto è festa d’intorno e il cielo splende delle ultime luci della sera e avverti dentro uno stupore immenso di primavera.
In quel tramonto un sentimento scende nel petto e allora pensi intensamente a questa terra di bellezza densa che tu avverti davvero nell'ora del convivio già imminente.
E immagino però quanto tal senso han già provato quei che più non sono e dormono tranquilli in questa spazio che li vide attivi.
Ed anch’io partirò com’essi un tempo e pur riposerò sotto una terra che non tradisce sempre seme d’immenso
imperitura.
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Alba a Luino
E' sorta l'alba. Il monte Lema in alto domina la città con la sua mole nascosta in vetta da una bianca nube che la circonda come in un abbraccio.
Or si desta Luino dal suo sonno e lentamente crescono i rumori nelle sue piazze e vie finora vuote addormentate nel fluir del lago.
Entrano i bus nel parco alla stazione e ne scendono svelti i pendolari che si apprestano ai treni già in partenza con un brusio sommesso nel silenzio.
Fra non molto apriranno anche i negozi col forte sferragliare dei bandoni e la città riprenderà il suo volto di sempre nell'affanno quotidiano.
Solo nel lago stanno quiete l'onde che riflettono mosso il Limidario, per il resto è iniziato il movimento ... La vita in pieno pulserà fra istanti.
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In vacanza a Luino
Luino il suo sorriso ora nasconde sotto un cielo incupito e nuvolaglie in immagine ormai senza colore con i passanti rapidi che vanno.
Freddo e anche triste appare agli occhi il lago attorniato da scoloriti monti e il battello che appare in lontananza sulle acque agitate ora verdastre.
Lo sciabordio dell'onda sulla riva mi risuona impietoso e senza stile mentre dal cielo tanto annuvolato scende una pioggia fastidiosa e lenta.
Ma certo sopra a tutto splende il sole e il pensiero m'immerge con speranza così come le nubi della vita scompariranno per far posto all'astro.
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La coerenza
La coerenza è virtù di gran spessore che almeno in tempi andati era sentita, oggi la si decanta a tutte l'ore ma, ahimè, davvero poco vien seguita.
Oggi si elogia tanto il suo splendore ma s'opera tutt'altro nella vita, vale solo il capriccio ch'è nel cuore e allora la coerenza è già finita. Da pochi essa è tenuta in sommo pregio e molti la deridono coi fatti rendendo un così grande acuto spregio
ai suoi seguaci ritenuti matti perchè temendo paia un tornaconto non la mettono manco proprio in conto.
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Allaria aperta
Sono stato stamani a passeggiare della Toscana mia lungo i suoi prati, io vedevo dovunque un verdeggiare d'erbe ridenti al sol, fiori sbocciati.
Gode la mente il bello nel guardare e alla natura gli occhi sono grati giacché con grande amore sa mostrare tutto ciò che può renderci estasiati.
E quando non avevo il sole in fronte che mi feriva col suo gran splendore ho guardato lontano, all'orizzonte
dove perdersi sa questo mio cuore. Sfumato in lontananza, quasi un mito ho creduto di coglier... l'infinito.
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Pasqua 2019
Verrà la Pasqua col suo cielo aperto ed un caldo sorriso sopra i prati di margherite densi in mezzo al verde che erompe in un colore ardente e vivo.
Volteggeranno rondini su in alto in fantasiosi ritmi musicali e il sole splenderà sire assoluto carezzando la terra dolcemente.
E sciamerà la gente per le strade fermandosi ai sagrati delle chiese in mezzo a squilli di campane a festa che inondano le piazze e in ogni vico.
Questa è la Pasqua in cuore dei bambini ed anch'io così un tempo la provavo felice negli affetti familiari intorno al desco a nuovo apparecchiato.
Ora è diverso. L'ansie dentro al cuore adulti ormai e consci degli affanni ci fan sentire Pasqua attenuata dai fatti intorno e dalla nostra vita.
Con me tu ci sarai. Mano per mano ricorderemo quel buon tempo antico e insieme forse ancora spereremo nel sogno di una Pasqua più serena.
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Pasqua di resurrezione
La Pasqua e' festa di resurrezione ed in tale concetto celebrata, ma adesso non c'è più questa opinione e si pensa soltanto a una mangiata.
Il mangiare e' una gran soddisfazione e un tempo cosa 'sì desiderata da profittare in simile ocasione per compensare fame un po' arretrata.
Ma oggi ci si sfama, bene o male, e non siamo in quel tempo ormai lontano ov'era atteso sempre il carnevale
ed è persino in voga anche il vegano ragion per cui conviene pane e sale mangiare per la Pasqua, e questo vale
perche' un nuovo orizzonte a noi ci apre per farci assomigliare a delle capre o di mangiare insetti aver coraggio per trasformarsi in uno scarafaggio!
Avvenne invero tal trasformazione e fu d'un tal boemo l'opinione, ragion per cui lo dico tondo tondo: non c'e'nulla di nuovo in questo mondo!
nb. Il grande Kafka descrisse in un suo racconto a trasformazione in scarafaggio del protagonista Gregorio Samsa. Questa stramba strimpellata si compone di un sonetto più due quartine.
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Il Potere
Sempre vi fu chi allergico al Potere che presiede coi dogmi suoi sovrano non seppe a tale giogo soggiacere e contro con coraggio alzò la mano.
Ma quell’arto ben tosto fu mozzato dallo stesso Potere con violenza e il protestare parve terminato con tal dimostrazione di potenza.
E il Potere affermò: con tale esempio salvato abbiamo la democrazia, occorre proseguire nello scempio di chi s’oppone, in fede e così sia.
Scoppia l’applauso in toto generale da parte degli adepti alla gran Face che reggono con gioia l’orinale per il suo getto, e Lui se ne compiace.
Ed è per i suoi sudditi un gran dono sentirsi da Colui tanto bagnare, gli avversi dovran chiedere perdono e il Potere ancor più dovrà regnare.
E sempre il Gran Potere è coccolato e la ressa dei sudditi è costante per baciare la mano a quel gran Fato e riceverne il premio ...è l’importante.
E continuano allora i leccamenti al Potere per grandi ricompense, di grande gloria questi son momenti per coloro che siedono a tal mense.
E il coraggioso al quale fu mozzata la mano perché aveva protestato è data l’ulteriore gran mazzata: vien condannato a morte e eliminato!
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Desolazione
Stasera non ho voglia di poetare e di dire parole vecchie o nuove, stasera non riesco a districare questa malinconia che tutto muove.
Son solo i miei pensieri a meditare che non hanno riposo in alcun 'dove', la nostalgia mi sa bene avvinghiare e nelle spire sue m'impone prove.
L'amica ironia m'ha abbandonato e sono qui, da solo e senza amici, mentre cerco dal cuore disperato
fare uscire mie frasi più felici, che però, nella loro immediatezza son cancellate dalla mia tristezza
*
Mattinata a Luino
Sorge l’alba ed in alto il monte Lema s’ingrazia della luce e già scintilla la sua chioma nevosa.
Il Limidario bianco si distende nelle onde del lago fluttuando con la sua mole immensa che si rovescia in esso.
Osservo che la piazza si colora di traffico e rumori e la visione è letizia al mio cuore.
E intanto t’amo.
NB: Il monte Lema e il Limidario sono due montagne che attorniano Luino, cittadina sul lago Maggiore.
*
Innata intuizione psicologica
O mia bella e gentile ragazza che ogni giorno io vedo passare, sei davvero di classe, altra razza e regina tu sembri all’andare.
Nel mio cuore per te ho ogni elogio e mi appari miraggio fatato quando entri nel bar “L’orologio” ordinando un caffè ben macchiato.
Lo sorbisci con fascino fino e ti osservo in sospiro ogni giorno, nel vederti in tal modo divino io m’incanto e il domani ci torno.
Chi sarai? Certamente un portento di cultura, parlarti vorrei, titubante non trovo il momento salutarti, eppur sempre ci sei!
Finalmente però l’occasione di parlarle si è presentata, a spostarmi le do uno spintone, di caffè lei è tutta macchiata.
Sto per chiederle scusa e asciugarla, l’occasione alla fine ho trovata ora posso negli occhi guardarla, in quegli occhi suoi dolci di fata.
Non ho tempo di aprire la bocca che lei tosto si mette ad urlare e i più grossi improperi mi tocca in quel piccolo bar sopportare.
“Gran cafone, ignorante e buzzurro, vedi il danno che tu hai provocato al mio abito tinto d’azzurro, bellimbusto e imbecille sei nato!
Ed adesso io vado al lavoro dopo tutto quel ch’è qui successo riportando da tutti disdoro, gran cretino, ma vattene al cesso!
Come faccio al lavoro ad andare così concia con questi indumenti, son l’addetta i locali a spazzare e dar cencio su quei pavimenti!
Che diranno a quel gran istituto dove svolgo un lavoro importante, io dirò che son stata macchiata da persona cafona e ignorante!”
Gli improperi davvero son tanti coi clienti che stanno voltati ed io resto in sentiti rimpianti per i sogni che via sono volati.
Soprattutto però mi consolo nel vedermi così competente di riuscire con sguardo uno solo a capire perfetta la gente!
*
Autopsia del cuore
Mi piacerebbe proprio veramente aprire il petto a tutta questa gente con un bisturi pronto ed affilato in modo che il lor cuore sia osservato
senza barriere, se sia vero o mente e se davvero esprime quel che sente. In tal caso sarei ben contentato, veder se il vero dice... o se ha ingannato.
Non vedo il cuore, s'esso sia bugiardo oppure no, ma se nudo lo guardo posso sapere s'esso sia sincero
e mi esprima il suo senso proprio vero senza ingannarmi, in mezzo a versi vari, con dolori soltanto immaginari!
Bello sarebbe se immediatamente si conoscesse il cuore della gente, ma il cuore è in ogni corpo ben nascosto, non vederlo può l’occhio... è vero o mente? Dalle parole tu non puoi vedere se sono false oppure invece vere.
Non giudicarlo mai dalle parole che la bocca sa dir, da quelle sole, ma prenditi un coltello acuminato e dopo che quel petto avrai sbranato, osserva il cuore messo in bella mostra... quello ch’egli è davvero ti dimostra!
Nb. Sonetto più due senari.
*
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
'Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi' così scriveva Cesare Pavese, ma io credo che quando l'ora scocchi di essa tanto amare sian l'attese.
Non venne a lui la morte, ma in ginocchi lui stesso andò a trovarla a proprie spese pensando innamorato a quei grand' occhi che sul volto di lei stampare intese.
L' orbite della morte sono vuote, verrà, però a trovarla non mi reco spontaneamente e affermo in queste note
ch' essa mi sa l'immagine d'un cieco orrido e con un ghigno triste e indegno... i tuoi occhi, mia cara, non le assegno!
*
Come si deve scrivere una poesia
Emergenti poeti, ora un consiglio io voglio darvi, e non mi ringraziate, scrivete le poesie con grande piglio oscuro che neppur voi lo capiate.
Se dovete descrivere i tramonti non dite mai: “Il sole si perdeva nella rossastra luce in mezzo ai monti mentre la sera intorno discendeva”.
Dite invece: “La palla si bruciava dell'infuocato oggetto a me lontana e un languore allo stomaco lasciava come Chianti non ber, ma acqua piovana”.
E se dovete poi parlar d'amore a una fanciulla oppure a una tardona che v'abbia preso anche per celia il cuore non le dite: “Il poeta ora ti dona
del sentimento proprio questo fiore che è simbolo di quel che per te provo, passa con me tante felici ore, carezzami con rosa e non col rovo!”
E invece dite a lei con frase oscura: “Come all'asino dato fu quel cardo che lo saziò per una fame dura così tu che mi scruti con quel guardo
prenditi tosto questo cavolfiore!” E così proseguite in ogni verso sia parliate di occasi oppur d'amore, del cielo nuvoloso oppure terso.
Il tramonto io l'ho chiamato “occaso” e voi seguite me e avrete frutti, meglio che le parole siano a caso piuttosto che chiamarle come tutti.
Queste poesie avranno un gran successo che vi trasporterà solo alla gloria, orsù, ragazzi, alzatevi dal cesso e sarete immortali nella storia!
*
Sere di Luino nel ricordo
A Luino di sera già le strade sono deserte e il lago dorme quieto se calma sta la luna oppure è mosso se il cielo ha scure nubi di tempesta e allora tutto intorno fa sentire lo sciabordare intenso dell’onde che si frangono alla riva.
A Luino di sera c’è silenzio e tutto dorme e tutto sembra quieto mentre intanto sulla città assopita uniforme si stende l’umidore che dal lago è prodotto e pare in terra pioggia anche se il cielo è stato sempre sgombro e neppure una nuvola v’appare.
Soltanto quando in aria c’è chiarore se volgi l’occhio intorno puoi vedere un Limidario enorme misterioso e avvolto nella notte il monte Lema dominante Luino
che ormai giace indifferente e assorta nel suo sonno.
A Luino di sera c’è silenzio e il lago si riposa quieta o intensa frangendo sulla riva il flusso d’onda ...
NB. A dimostrazione che non scrivo solo sonetti e che considero anche altre forme d'espressione poetica oltre la rima ... 'e questo sia suggel \ che l'uomo sganni'
*
Sonetto ...ottimistico!
Si libra sulle ali il mio sonetto e vola intorno al mondo per guardare l’umanità che faccia, ed io l’aspetto perché egli mi deve ragguagliare.
Ritorna a me e sembra un poveretto che nulla ormai può più desiderare, è spento, affaticato, assai negletto e non ha neppur voglia di parlare.
Ma io lo spingo tosto a riferirmi e lui mi dice: 'Ho visto solo mali e se non vuoi ancora tu ferirmi
mettimi pure in stalla coi maiali, per il mondo però più non spedirmi e per favore tagliami le ali!'.
NB: Io non sono capace di tagliare le ali al sonetto, quindi ci pensi qualche altro!
*
Il figliol prodigo
Dice il Vangelo (domenica scorsa) che il figlio che fu prodigo è tornato, dopo la pena già oramai trascorsa dal padre assai gaudente fu abbracciato.
Tutto è in gran festa, aperta fu la borsa e s'indisse un gran pranzo rinomato, ma il buon fratello gli arrivò di corsa e disse: “Ma che cosa ha riguardato?”
Il padre gli spiegò quella ragione e il figlio l'accettò, come doveva, e dì ogni cosa ebbe spiegazione,
ma nella stalla c'era confusione con il vitello grasso che piangeva dicendo: “In tutta questa esaltazione
dalla parte del padre e dei suoi servi che anelano del pasto ora abbondare è una cosa che proprio mi dà ai nervi che per contentar tutti ho da crepare!”
Si tratta di una scherzosa poesia che mi è venuta in mente dopo avere ascoltato il Vangelo di domenica scorsa. Ripeto, è semplicemente una battuta scherzosa ed è fuori da ogni polemica, soprattuto non è assolutamente una mancanza di rispetto, ma, ripeto, una sempliced battuta scherzosa.
E' un sonetto con schema ABAB, ABAB. CDC, CDC più una quartina con schema AB,AB.
*
Ascolta il vento
Non dir più niente. Ascolta solo il vento che fra i rami dei platani trascorre in musica che entra nel tuo cuore addolcendo i dolori e le paure.
Ascoltalo. E' stupenda sinfonia che rompe quel silenzio ch'è tristezza dove entra feroce tutto il male in cui l'animo soffre e si disperde.
Ascolta quel respiro suo profondo col quale spazza via ogni dolore lasciando luogo alla rassegnazione che almeno porta quiete dentro al petto.
Il vento, se lo ascolti, ti sa dare di nuovo la speranza nel futuro in un presente buio e tanto duro. Impara dunque il vento ad ascoltare.
*
Sonetto senza argomento
Dunque sto ricercando un argomento per qualcosa che intendo pubblicare, mi prende all’improvviso un gran tormento e non trovo pensieri da poetare.
Scrivere coinvolgente un gran lamento oppure una risata far scoppiare, buttar giù due parole in un momento senza senso, però da meditare?
Mi logoro e non viene alcun soccorso dalla mente che tosto s’è fermata, non so più a che pensiero far ricorso
e sono in situazione disperata, so vendere però la pelle d’orso e la poesia m’appare completata!
*
Lombra
Mi segui sempre, ma non sei che ombra che m'accompagna lungo i miei sentieri che son spinosi ed irti a traversare sempre dandomi tanti tuoi consigli.
Non ti vedo, ma mi cammini accanto continuamente e non ti stanchi mai d'intervenire su ogni mio pensiero ogni volta a te chiedo sia risolto.
E vorrei carezzarti con affetto ed esprimerti quanto ti son grato ma tu non ti preoccupi di questo perché il tuo scopo è solo protezione.
Qualche volta io vengo al cimitero a farti compagnia per un momento, e credo grata a te dopo il distacco la mia presenza presso la tua tomba.
M'accorgo invece tosto che ho trascorso quel viale ondeggiante di cipressi accanto a te, a te che mi portavi al tuo riposo in fondo al cimitero.
Sappi, io m'ingannavo che quel gesto fosse spontaneo, solamente mio, mentre invece così mi trascinavi conoscendo di te il mio rimpianto.
E pure in quell'istante mio d'affetto ora so ch'eri tu che mi guidavi facendomi capire che per sempre sarai a me d'appresso grata ombra.
*
Canzonetta semplice semplice
Com'era bella quella mia vallata quando all'alba dall'alto l'ho osservata, stava sorgendo dietro i monti il sole e c'era intorno odore di viole.
Le colline baciate in mezzo al verde e illuminate fin dove si perde l'occhio che spazia verso l'infinito... in questa meraviglia, quasi un mito,
sorridevano tutte e in quel sorriso di te io rivedevo quel bel viso e mi perdevo dietro al tuo ricordo quando eravamo insieme, non lo scordo.
Risuonava in quell'alba risplendente una campana, non capii più niente e a te io dedicai la canzonetta che m'ispirava una ridente vetta.
*
Una giornata qualunque
Arriva l’alba e dietro il monte il sole già sorge a dardeggiare la natura.
L’osservo ed è un incanto quel vedere l’astro che a poco a poco su s’innalza e la natura tutta prende vita a cominciar dal canto degli uccelli fino dell’aria al riscaldarsi atteso.
L’artigiano in paese la finestra apre ma non si ferma a quell’incanto deve correre tosto ai suoi strumenti e la giornata sarà lunga assai.
Nella città ancora non si aprono i bandoni è presto e va l’orario rispettato ma son già desti tutti e di operai qualcuno è già solerte al suo lavoro.
Il sole alto ora dilaga in cielo e tutto è una fucina di lavoro fino alla sera ed al calar dell’astro.
Tramonta il sole e a poco a poco scende dietro i monti lontani ed è il suo arrivederci all’indomani.
E chiuso entro le mura della casa riposa in quiete fino all’alba ogni lavoratore d’opra stanco.
Domani sarà un’alba ancora nuova.
*
Colli toscani a sera
Scende la sera nella mia vallata e s'incanta negli ultimi colori del sole che da poco è tramontato e ancora si distende in vaga luce.
Si accendono le luci a Settignano e si spostano poi nell'alta Fiesole mentre intorno il silenzio è attenuato da un lontano suonare di campana.
E' il momento nel quale si riposa la mente dopo l'agitato giorno e l'animo in se stesso si contempla perdendosi in simbiosi alla natura
*
Cosè la Poesia
Cos’è la Poesia ho domandato ad un saggio incontrato per la via ed all’istante lui mi ha contentato abilmente spiegando cosa sia.
“E’ uno sforzo dell’animo fatato che esprimer può di te malinconia, gioia, speranza, ed è un elaborato sincero del tuo cuore, è una magia
che ti lascia però tanto confuso quando rileggi quella produzione e rimani in te stesso disilluso
perché comprendi che parole d’uso per svelare l’intensa tua passione la lingua non ne ha, che delusione!”
*
Abbasso la metrica e la rima!
Hanno troppa ragione quei poeti nostri grandi maestri e correttori a dire che la metrica e la rima ingabbiano il pensiero e la poesia.
Infatti che valore ha scriver verso in metrica ed in rima, che disastro, occorre un nuovo metodo diverso ... sol così di poesia si vede l’astro!
Dante ed i sommi in era pur lontana scrissero versi alquanto accomodati ed ebbero successo, che fortuna, ma troppo invero son considerati.
Tanto stupendo, lo dobbiamo dire è scrivere un pensiero adesso in prosa che poi provvederemo a spezzettare andando a capo, e assai verrà allungato.
La poesia in tal caso molto vale ed è gustata dagli intenditori, basta Ungaretti, e poi segua Montale, ma certi imitatori ...stiano fuori!
Che dire di quel genere orientale che riempie ogni sito di poesia e che in lirica certo è eccezionale, attualmente il più grande che vi sia.
Domina specialmente qui da noi che ben poco copiamo allo straniero, ma questa volta il giapponese puoi vedere superato per davvero!
Il fatto è che costa assai fatica scrivere in cinque sillabe due versi intervallati, e farlo è grande impresa, da un verso addirittura settenario!
Visti gli esempi assai meravigliosi di poesia senza metrica né rima ch’è lo sforzo di chi non la sa fare abbandoniamo questo antico stile
e proponiamo al prossimo avvenire una novella forma di poesia per chi ad ogni costo vuol riuscire molto sfruttando il fisico e la mente.
Si ponga del poeta nell’assetto sentendosi per tale sforzo stanco, scriva soltanto il titolo in grassetto e il susseguente lasci pure in bianco!
NB:Questa mia passata composizione, ad hoc sul momento, tanto per tenere viva la polemica. E apparirà come un dispetto!
*
Il cantastorie solitario
Canterai nel silenzio il tuo pensiero ascoltando di giorno il 'cri' dei grilli, perdendoti la notte nel suo nero dove nessuna stella in cielo brilli.
Vagherai solitario sul sentiero desolato dei sogni ove non trilli alcun suono di passero ciarliero e sentimento alcuno in te t'istilli.
Oppure tu godrai del tuo silenzio che canto si farà di gran speranza divenendo per te forza d'assenzio
contro l'oscurantismo e l'ignoranza. Qualsiasi cosa tu, poeta, agogni, sei sempre il saltimbanco dei tuoi sogni.
*
Funerale dellironia
In tempi ora moderni e in nuova via ove solo il serioso e il dotto avanza è morta abbandonata l'ironia stesa sul letto della propria stanza.
Il commiato le danno i gran soloni rimpiangendola in mezzo a mille elogi, qualcuno addirittura ha i lucciconi e tutti stanno compassati e mogi.
Ma è solo questo il vero interno disco che risuona inespresso dentro ai cuori: 'Io l'ironia davvero non capisco e son contento che sia fatta fuori.'
Ora finti dolenti la seguiamo con lacrime di gioia sol per lei, da qui innanzi, era tempo, noi possiamo scrivere in pace i nostri piagnistei.
Quest'ironia ci dava proprio affanno e scrivevamo versi con paura, or non ci porterà essa più danno e solo leggerete poesia pura.
Stenderemo noi tutti una sequela di veri canti per la nostra gente che l'ironia adesso più non vela col suo linguaggio schietto e impertinente.
Mentre la bara cala nella fossa con un gesto espressivo assai dolente chiudiamo in mano un po' di terra mossa mormorando: 'L'è morta finalmente!'
*
Il flop
M'illusi d'aver scritto una poesia bene impostata in vera fantasia con infiorettamenti affascinanti per cui dicevo: avrò commenti tanti!
Con frasi dolci di malinconia e un andamento in grande nostalgia pensavo suscitare molti pianti ricevendo gli elogi degli astanti.
Nelle tabelle ben posizionate ho valutato questo 'buon' successo, nessun commento m'era stato messo
e questo è il gran tributo a me concesso, soltanto sei letture riportate ... e ben cinque da me io m'ero date! ***
*** Naturalmente, poichè uno non può darsi letture da sè, mi ero accordato con un compiacente amico che aveva letto ben cinque volte la mia strimpellata.
*
Le parole damor che non tho detto
Ora che hai già passato il vasto Lete mi sovviene di te, del tuo sorriso, di quando insieme trascorrevo il tempo che ti tolse ancor giovane al mio affetto.
Quando penso al tuo volto che emaciato divenne per i sintomi del male sperai sempre che presto tu guarissi e rimandai al domani le parole.
Non feci in tempo a dirle per il morbo che vinse la tua bella giovinezza e mi lasciasti triste ed accorato con il pensiero fisso nella mente.
Ora che il tempo ha molto attenuato quel dolore che allora io provai e la vita di nuovo m’ha condotto ad altri impegni ed altre sofferenze
ogni tanto rivedo quel tuo viso e mi prende un rimorso maledetto pensando al tempo che siam stati insieme e a parole d’amor che non ti ho detto.
*
Sonetto nostalgico
Chissà se io potrò giammai tornare nei luoghi che ho trascorso in giovinezza e se mi sarà dato di ammirare quel che mi diede tanta contentezza.
Ricordo alte colline da scalare osservando dattorno con ebbrezza una distesa che non so scordare di verde immensa... ma che gran bellezza!
La campagna mi ha sempre entusiasmato attorniata da colli senza fine da lasciare davvero senza fiato
che facevano al guardo da confine. Con il tempo io sono, ahimè, invecchiato ... ma giovani rimangon le colline.
*
Amica ironia
E tu, cruda ironia, ancor mi tenti coi tuoi sorrisi di sarcasmo pieni giacché irresistibile tu senti il mio bisogno di sputar veleni.
Eppure tu lo sai che i sentimenti dentro al mio cuor sarebbero sereni senza che mi turbassero tormenti... ma tu dentro di me sempre intervieni.
E allora sputo il rospo dalla bocca ed il sarcasmo parte e tosto tocca il bersaglio al momento ricercato.
Ma lì felicità non ho trovato e neppure un sorriso mai mi scocca la tua ironia. Mi sento inappagato.
*
Per una bambina guarita
Sciopereranno gli angeli del cielo nel giorno di tua Prima Comunione e stenderanno intorno a te un gran velo d’ali dorate in grande commozione.
Sciopereranno ed anche il lor Signore sorriderà vedendoli partire e abbandonare sol per poche ore il dovere ch’ è loro d’ubbidire.
La Chiesa sarà colma in quel momento e tu sorriderai con veste bianca, il tuo volto sarà senza il tormento di quella malattia che tanto stanca.
Guarderai con dolcezza il sacerdote che s’avvicina a te con l’Ostia ambita, si arrosseranno allora le tue gote dimostrando che ormai tu sei guarita.
La gente osserverà con sommo amore quel che avviene nel cuore della Chiesa e pur ricorderà quel gran timore che tu restassi al triste letto stesa.
E vi sarà l’applauso scrosciante verso i comunicandi tutti quanti che l’atmosfera renderà festante in mezzo a dolci e melodiosi canti.
Pianto verrà dal grande bene mosso dei genitori, i nonni ed i parenti, ed il poeta sarà pur commosso ... anche i poeti ci hanno sentimenti.
Per tal ragione gli angeli del cielo sciopereranno in quel felice giorno e ti faranno con le ali velo festeggiando alla vita il tuo ritorno.
Siederanno gli astanti nella panca con dentro cuore tanta dedizione verso di te con la tua veste bianca ov’essi troveranno commozione.
Or che nel tuo splendore tanto incanti fanno sorrisi tutti quanti in coro riuniti su una nuvoletta i santi ...e già gli angeli tornano al lavoro.
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Canto di tristezza
Cos'è questa tristezza che stasera vibra nell'aria ed entra nel mio cuore con una intensità talmente vera da darmi quasi un senso di dolore?
La quiete qualche istante prima c'era ma ora son segnate queste ore da una tristezza ch'è tanto sincera da sembrare che l'anima ne muore.
Mi provo ad afferrare la tua mano e te la stringo forte ricercando un balsamo che sia tanto sovrano
da darmi pace, questo sto bramando. Della tua mano sento la carezza... ma permane nel cuore la tristezza.
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Canzonetta
La canzonetta mia che ho mandata a portare un saluto al mio paese dal viaggio è alla fine ritornata e mi racconta le notizie attese.
“Son passata con volo mio radente dalla tua casa, quella dei ricordi, ora è abitata da straniera gente... sarà meglio che adesso tu la scordi.
Nell'orto che fu bello e assai curato ora cresce l'erbaccia dappertutto, nessuno spazio è stato coltivato,
il diospero è secco, senza frutto e il pozzo non c'è più, eliminato, sulla tua casa già ti ho detto tutto.”
“Ma sei passata tu da quel palazzo dove viveva lei con la famiglia, lei che fu il sogno ardente di un ragazzo innamorato delle belle ciglia?”
“Ci son passata, non c'è più la casa, l'hanno abbattuta, ora c'è un villaggio che la campagna intorno ha tutta invasa... di tornar non avresti tu il coraggio.”
“Ma dimmi, sei volata al cimitero a salutar le tombe dei miei cari, sei riuscita a portare il mio pensiero a quei che furon di mia infanzia i Lari?”
“Ci son passata, quelle tombe ancora ci sono, il cimitero s'è ampliato, ti devo dire cosa che t'accora, molti amici d'infanzia ci ho trovato.
A quel paese più non ci pensare, solo un sogno rimane nel pensiero, ora più nulla ci potrai trovare... se non un ampliato cimitero.”
Non tornerò più dunque in dolce volo al mio paese ch'amo e che non scordo, non esiste già più, rimane solo la dolorosa spina del ricordo.
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Ritorno al paese
Sono tornato a rivedere i luoghi ove fanciullo mossi i primi passi e trascorsi la prima giovinezza in mezzo alle colline mugellane.
Ho passeggiato nella vecchia via del paese e ho cercato la mia casa con il suo orto ove facevo sogni racchiuso in quel minuscolo universo.
Appena appena l’ho riconosciuta ma cambiata, non era più la mia magione amata e piena d’un sognare che sempre ho ricordato nella vita.
Allora si poteva camminare anche in mezzo alla strada, mentre ora passano le automobili in gran fretta e il marciapiede poco rassicura.
Le colline all’intorno son le stesse ma non hanno il sapore di quel tempo quando nell’orto mi sedevo all’ombra d’estate del diospero frondoso
e immaginavo un mondo d’avventura leggendo di pirati e di abbordaggi nei libri di quel Salgari famoso per le sue fantasie piene d’incanto.
Ho lasciato il paese in delusione sperandovi trovare il sogno antico, fredda la casa, piccolo quell’orto che ho scrutato fra i ferri d’un cancello.
La macchina saliva Pratolino e un’amarezza tanta nel mio cuore m’aveva provocato la visione d’un paese che in mente ancor tenevo
con gli incanti fatati di quel tempo quando coi familiari convivevo senza rendermi conto che la vita ha un termine, son tutti al cimitero.
Scollinata che ebbi poi la vetta m’apparvero le luci di Firenze e ritornai nella realtà attuale. L’antico sogno era di già scomparso.
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Fantasia ...sostitutiva
Cade la pioggia e batte sul selciato con uniforme ticchettio che m’entra nell’animo del tutto imprigionato in un affanno che il mio cuore centra.
La nebbia fitta intorno m’ha vietato quella visione che col chiaro accentra le mie colline e il monte tanto amato, ma poi mi dico: e questo cosa c’entra?
Un fatto nuovo lesto si propone e mi sussurra: con la fantasia tu puoi immaginarti un solleone
che pioggia e nebbia spazzi tosto via e ammirare così la tua passione, dei colli e del tuo monte la malia!
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Alla deriva
Tristezza di una sera abbandonato al fluire del fiume impetuoso non trovo diga alcuna per salvarmi su quiete rive ai lati.
Ed imperversa l'onda limacciosa e violenta vedo la sponda immobile ma non posso ad essa ormai appigliarmi.
Non resta che rassegnarsi al flusso che comanda e abbandonarsi a lui senza sapere dove mi porta e dove è il mio destino.
Chiudo gli occhi ed attendo ... senza speme
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Centomilionesimo sonetto
La vita molto spesso ci propone una strada difficile e insidiosa che può portarci alla disperazione sensa darci una sorte dignitosa.
E allora nella mente sono icone di tristezza mortale senza posa perchè tale un pensiero ci si pone, niente possiamo far contro la cosa.
Si deve aprire l'uscio di una stanza che contiene un'icona di valore, sta più in alto è di tutti: la Speranza,
che sempre pulsa dentro al nostro cuore ed è l'ultimo anelito che avanza per la liberazione dal dolore.
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Il senso dellinfinito
Un passo dietro l'altro in polverosa strada cinta di verde su in collina che ogni istante si fa più faticosa sotto un sole gradito stamattina.
Mi fermo e intanto il corpo si riposa respirando quell'aria pura e fina e lo sguardo all'istante poi si posa sulla distesa attorno sopraffina.
Vedo valli e montagne silenziose, là solitario sento un'armonia che mi concilia in animo le cose
e l'infinito che la sorte ascose quasi l'afferro come cosa mia. Ma è un'illusione... già mi sfugge via.
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Sonetto della solidarietà
E' questo un sito dove si propone questa virtù ch'è degna d'ogni uso, la solidarietà è quel portone che s'apre a tutti e mai si trova chiuso.
Ed ogni volta che s'ingegna il Tosco d'insegnare qualcosa a chi par fuso questi s'offende e gli altri che conosco gli aprono quel portone, sono aduso!
E allora non mi resta che appoggiarmi a quell'uscio che mai si chiude in faccia, cominceranno tutti ad elogiarmi
perchè anch'io al dir bene darò caccia ed anch'io sarò pronto ad ammirarmi allo specchio che mi dirà: “MA TACCIA!!!”
Aggiungo:
Mi sorprende un pochetto che la gente di qui del Tosco non capisca niente. un elogio però a Klara faccio: ha capito che sono un Toscanaccio!
Mentre son ritenuto deficiente da chi lo dice chiaro e che non mente forse perchè, dopo di ciò mi taccio, crede di avermi stretto col suo laccio.
Ma chi parla su me è impermalito e contro questo Tosco punta il dito perchè non sa, e questo ad altri ho detto
che son talmente esperto nel sonetto che chiedo al salumiere, da erudito in forma tale di salame un etto!!!
Proprio così, dal salumiere, ad esempio, chiedo un etto di salame in forma sonettistica. Non ci credete? E naturalmente, se devo far dichiarazione d'amore, anche se ora non s'usa più, la faccio esprimendomi in sonetto. Però so anche scrivere in prosa verticale, come qui è evidenziato ampiamente. Siete capaci voi di esprimervi anche con sonetto?
Saluti a tutti.
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Ballatetta
Tu, ballatetta mia che già n'andasti a trovare i miei morti al mio paese ora ti prego va' da lei cortese, sarà un viaggio lungo assai lontano. A lei che vive e ancor non ci ha lasciato portale il mio saluto e dille che non l'ho dimenticata. Se poi di me non si rammenti lei ricordale quel giorno d'estate piena sotto il noce antico ombroso di poesia giovani i sogni. Lei ti sorriderà e tu a me porta quel suo sorriso. Ma nel ritorno tu non t'affaticare... vai leggera.
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Sonetto educato (per la forma) del maleducato Tosco
Sarò maleducato come afferma fra tutti il femminismo in questo sito, ma la mia voce resta sempre ferma e contro questo aspetto son fornito.
Ho capito quel tono che conferma il mio pensiero in tutto preferito: la boria di qualcuno non si ferma davanti ad un commento non gradito.
Invece di dir grazie ad un signore che ha portato un consiglio a tal “poeta” si preferisce essere latore
a chi gli porta una novella lieta ragion per cui non resta che una meta: chiudere la boccaccia a quel lettore!
Non riesco a capire questo rancore contro chi sa scrivere in rima. Non sarà per caso un segno d'invidia per non sapere entrare in quel genere poetico, malgrado i maldestri tentativi? Meglio lasciar perdere, e non tentare neppure, specie se non si hanno le necessarie capacità, come da taluno qui abbondantemente mostrato. Io, per esempio, non conosco il cinese e quindi mi astengo dallo scrivere in tale lingua, e neppure tento un discorso assurdo giustificandolo con wikipedia o altro ( esempio: “ il cinese imparato in mezz'ora” di Flavio Menimpi, un libro edito da Emo Scampiamci, che fra l'altro è stato mio mentore nell'assegnazione al sottoscritto del recente Nobel per la letteratura).
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Ancora sul sonetto!!!
Il sonetto che qui talvolta ascolto è una poesia davvero in brutto aspetto ed io che in tale genere son colto di criticarlo sempre mi permetto.
Siete invero distanti assai di molto a creder l'ironia nel suo protetto, l'ironia non può capir lo stolto e in tale caso non è più diletto.
Il sonetto riguarda il sentimento che pulsa dentro al cuore d'ogni umano, può essere esplicato ogni momento
comunque tiri, a destra o manca, il vento, ed io posso ben stringer qui la mano di chi sa far sonetti, il Terracciano!
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Cambio in sonetto unamara meditazione ... in prosa vertical
Scrissi questa 'prosa verticale' (qui pubblicata) della quale non so se debba vergognarmi e pertanto la riscrivo onorandola nel sonetto.
Ho spento il tuo sorriso in un pensiero banale.
Così declina spesso ogni sogno in amaro sentire che interrompe la gioia.
Ed ecco ora il sonetto!
Ho spento il tuo sorriso, lo confesso, in banale pensiero assurdo molto per cui mi son sentito assai depresso ed il motivo non l'ho affatto colto.
E mi sconvolgo nel cervello adesso che dall'amore tuo sono distolto e mi sento davvero come un fesso che un tal sentire nella mente ha colto.
La sera ora discende assai gradita e stende le sue ombre tutt'intorno, fra poco sarà notte e una dormita
farò fintanto che non spunti il giorno svegliandomi sincero in nuova vita con la quale da te farò ritorno!
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Stanca meditazione
Ho spento il tuo sorriso in un pensiero banale.
Così declina spesso ogni sogno in amaro sentire che interrompe la gioia.
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Caffè ’Il legionario,
Caffè del 'legionario', vecchio sogno di spemi andate, che però non scordi, io spesso ancora di sedermi agogno ai tuoi tavoli in legno dei ricordi.
Ogni cosa è cambiata, pure il nome, tutto ha preso eleganza e nuovo stile, ed io m'accorgo veramente come tu sembri adesso un falso, ahimè, monile.
Un cameriere con la giacca bianca ossequioso saluta l'avventore, quanto davvero adesso qui mi manca la cameriera con il suo candore,
in abiti normali, amico il viso, che con gran confidenza e simpatia ogni volta mi dava il suo sorriso, mi portava il caffè e... andava via.
Vecchio mio bar, rifugio di avventori tutti italiani, d'un non lunge ieri, ora siedono ai tavoli signori che parlano altra lingua, son stranieri.
Ed un caffè io mi sorbisco solo e guardo le colline a me d'intorno, con la memoria ogni volta volo al mio perduto bar... di un altro giorno.
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Sulle orme di Proust
Vorrei tornare indietro sui miei passi per cancellare poi certi momenti che procurano certo nel ricordo ansie, perplessità, rimorsi antichi.
E mi sembra davvero aver sbagliato nell’allora capire, come ora, quale facilità di comprensione c’era per giudicare quell’evento.
Se l’orma antica fosse dato quindi cancellare ed in altra via posarla ora lo rifarei ‘sì facilmente senza difficoltà davvero alcuna.
Però la realtà è ben diversa perché un giudizio dato in conoscenza di vita che ci mostra le evidenze è diverso da quello del momento
in cui compimmo il fatto che ci duole quando ancora mancava l’esperienza e vivevamo in giovanili anni nei quali era ben facile sbagliare.
Così non tornerò dietro i miei passi e accetterò gli errori del passato perché se fosse a me questo concesso li rifarei mancando d’esperienza.
NB. Scrissi questa poesia senza voler entrare nello spirito di Proust, ma solo perchè l'Autore mi aveva dato lo spunto per questo pensiero generico.
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Canto apocrifo dantesco
Ho sognato di giorno, proprio ieri, intento in consueta pennichella che ero proprio io Dante Alighieri
con il Virgilio a far la gitarella per un cerchio infernale buio e triste senza il conforto manco d'una stella.
Di fronte a cose orrende giammai viste chiesi al Maestro mio che mi guidava per quelle impervie e tenebrose piste
perché mai quella gente si grattava, e per di più bensì potei vedere che in mezzo a un grande scendere di lava
con l'unghie si graffiavano il sedere, Rispuosemi il Maestro: “In questa riva son anime che in terra il lor parere
dissero sempre come gli veniva, senza mai porre al dir controllo alcuno, ed ora il contrappasso a loro arriva
e non puote più dir parola ognuno, tanto che è sol concesso il gesto muto di quel grattar con unghie che son pruno
ed alcuno non puo' dar loro aiuto. Se or da me tu vuoi aver consiglio io te lo posso dar ben compiaciuto,
in certe situazioni, da coniglio è meglio il comportar che da leone, io te lo dico qual tu fossi un figlio.
La saggezza pertanto ti propone di far silenzio e tener dentro tutto, sarà per te di gran soddisfazione
ricever dal mio dire grande frutto.” “Maestro” dissi “per me Babbo sei e io ti seguo in tutto e dappertutto,
io volentieri ti prometterei qualsiasi cosa, or vedi che ti ascolto, e agisco sui tuoi detti come miei
e riconosco quel mio agire stolto. E per questo ti dico, illustre Vate, quel che mi viene in mente, nulla tolto,
tu hai detto delle grandi bischerate che dicono da sempre i moralisti quando sparano simili cazzate.
Ben comportarsi io non li ho mai visti, ragion per cui dalla mia bocca caccio l'urlo che sempre i buoni rende tristi:
Smettila di cianciare, bischeraccio! Dico quel che mi pare e ciò confermo, neppure tu mi prendi col tuo laccio
e in propositi miei rimango fermo.” A sentir ciò Virgilio si è scomposto e mi ha gridato, pur restando ermo:
“Etrusco, ma vai a prenderlo in quel posto!” E' tanto forte il tono di quel grido che pe'l sobbalzo io mi sveglio tosto,
e dopo lo scossone... me la rido!
NB. Scrissi questa scherzosa poesia sullo stile di Dante nella Divina Commedia (absit iniuria verbis) qualche anno fa e qui la ripropongo.
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Baccalà alla fiorentina
Baccalà
Io consiglio ricetta sopraffina che vi farà leccare baffi e barba, del baccalà detto alla fiorentina un piatto che nel mondo intero garba.
Soffriggi le cipolle spezzettate in un olio extravergine d'oliva, fette di baccalà vanno impanate con pan grattato assai che le ravviva.
Mescola poi con pomodoro tanto tenendo il tutto al fuoco a rosolare, sentirai un profumo ch'è d'incanto e intanto tu comincia col mangiare.
Ma che succede? Questa che presento ricetta mia contiene qualche sbaglio, infatti un certo odore non lo sento, un sapore mi manca, quello d'aglio.
E va a finire allora che i presenti delusi dall'assaggio in tutta fretta urlare al sottoscritto tu li senti: “Un baccalà sei tu, e che forchetta!
NB: Almeno a Firenze, quando uno si dimostra insipido e sciocco gli si dà del “baccalà”. Non sarà buono come il baccalà della Luigina, ma lo supererà dopo che Klara Rubino avrà provveduto a riscrivere le presenti quartine secondo il suo sentire.
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Memoria
Chissà se la tua casa esiste ancora isolata nel fondo allo stradone dove abitavo anch'io la stessa via.
Da tempo non ci torno e mi hanno detto che il paese è cambiato già del tutto, da qualche anno non si riconosce.
Meglio allora ch'io resti e non mi muova da dove sono. Voglio che il paese resti fotografato nella mente com'era allora.
E dunque viva come una cartolina ormai passata in bianco e nero oppure color seppia, non lo voglio vedere ora a colori.
E non m'apparirebbe come allora con la mia casa alta e il tuo giardino isolato nel fondo allo stradone. Sul cancello crescevano le rose... fioriva giovanile una passione.
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A un poeta modernista
A te il sonetto una gran noia arreca perché concetto e rima sono uggiosi tanto che lo consideri ciofeca ovunque gli occhi su di esso posi.
Tu ben conosci la poesia greca ed i suoi linguaggi virtuosi ed anche la latina biblioteca... … tradotta dai poeti più famosi!
Ed ammiri estasiato la tua prosa ben spezzettata in frasi verticali, la guardi come profumata rosa
che ti fa metter tosto grandi ali. Ma nell'intimo invidi, ci scommetto chi conosce la rima e fa il sonetto!
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Sonetto del nulla
La mia tristezza sfolgora stasera assieme ai tuoni e fulmini del cielo, la stagione è davvero battagliera... io sto in disparte mesto e un grande velo
d'abbandono mi copre, veste vera che s'adatta al mio corpo come un telo steso sullo sconforto e febbre nera a indicare che a nulla ormai più anelo.
Cade la pioggia, batte sul selciato con suono sordo di monotonia, mi sento solo, spento, abbandonato
dagli ultimi barlumi d'allegria. Sembra voglia donarmi il tristo fato solo tristezza, sol malinconia...
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Nella chiesetta del convento
Nel festivo mattino ecco le suore disporsi assorte ai lati dell'altare uscendo da due porte laterali in fila indiana con le mani giunte.
Con una sincronia che non ha pari vengono ad abbellire questa messa che il sacerdote entrato dopo loro s'accinge a celebrare sul momento.
Hanno un passo che sembra una poesia, tutte eguali, da destra e da sinistra, non c'è errore del loro movimento e se le sovrapponi son perfette.
Sedute in posa eguale su sgabelli non batton ciglio ed hanno sguardo fisso senza si percepisca un movimento che turbi un'armonia così evidente.
E quando il sacerdote ha terminato s'alzano in piedi in andamento eguale ed in fila scompaion nella porta come tante faville che danzanti
dolcemente si spengono nell'aria.
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Di te la sera
Di te la sera ogni pensiero è spento. Troppo nel giorno io t’ho sognata tanto e affaticato sono per l’interiore strazio.
Tu non mi senti non mi vuoi pensare ed io soffro per questo e al tramonto del giorno ormai spossato crollo nel buio e il sonno mi ristora.
Ma all’alba tornerai col tuo sorriso che ora ad altri appartiene e il tuo pensiero tormento sarà all’anima fino alla sera.
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Alla luna
Sembra tu irrida in alto alla poesia pallida luna che nel cielo appari e che sempre gli omaggi hai ricevuto da poeti famosi qual Leopardi.
Gli amanti insieme a te fanno progetti e pare quasi che tu a lor sorrida amorevole e dolce e che li ascolti mentre un bacio si scambiano la notte.
In verità tu splendi e nulla vedi chiusa nella superbia che non senti perché tu sei soltanto desolata landa sperduta in moto universale.
I poeti t’esaltano da sempre con le liriche belle più ispirate e gli amanti si credono tuoi amici stretti in abbraccio sotto la tua luce.
Nei secoli si perde il movimento incosciente di te nell’universo, e pare invece sempre sii letizia nella rubata luce che tu emani.
Ti disprezzo perché tu sei bellezza che anima non ha, tu nulla senti e l’illusione dai d’un gran sorriso mentre soltanto giaci inconscia landa.
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Abbasso la rima!
Davvero assai ridicola la rima ancora usata molto dai poetastri, un genere di secoli ben prima di un Dante, di un Petarca e tanti ...”astri”,
Io son vero poeta, son moderno e disprezzo la rima e chi la scrive, io mi rileggo sempre nel quaderno il moderno che pulsa e che lì vive.
La rima è troppo facile ed il verso io bene lo farei se m'inpegnassi in tal stile poetico diverso di cui nessuno deve interessarsi.
Guardate quel mio dire, è gran poesia perché io scrivo un bel concetto in prosa che spezzetto a piacere, è un'armonia come schiudersi petali di rosa.
La prova spezzettata, ve l'ho detto, è una vera poesia senza confronti che surclassa chi vuol scriver sonetto col quale io non voglio far confronti.
Uso soltanto prosa spezzettata ed intendo in tal modo la poesia, e la mia è una splendida trovata che finalmente apre nuova via.
Scrivano pure gli altri anche un sonetto con rime adatte e poca pur fatica, anche qui son sicuro e ci scommetto che la poesia non è di questo amica.
Grande è lo sforzo a spezzettar la prosa e ingegno occorre e tanta fantasia, non come chi con la sua rima osa deturpare del tutto la poesia.
L'unica cosa che io raccomando ai poeti che spezzano la prosa di usare il tasto “a capo” del comando ogni cinque parole, è buona cosa.
E faremo così noi constatare a tutti quanti in questo ed altri siti come Dante riuscisse ad ingannare in tempi suoi dove non c'eran miti.
Una cosa però io vi confesso con animo sincero e aperta mente, io nella rima forse sono un ...fesso perché davvero … 'un ci capisco niente!!!
E neppure capiscon la frittata quelli ch'esaltano ogni mia poesia composta sempre in prosa spezzettata … che non è la migliore che ci sia!
Generalmente non mi rifaccio a definizioni già espresse da altri, però l'avere sentito dire da un intelligente autore che si riversa anche in questo sito che la poesia dei moderni poeti IMITATORI (escludo quelli veri nel genere) è soltanto una prosa spezzettata, mi ha affascinato e quindi più volte ho ripreso il concetto. Saluti ad Antonio Terracciano.
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Firenze sotto la pioggia
Triste è Firenze nel piovoso giorno che i monumenti splendidi già abbruna e non avrà di luce alcun ritorno poiché la sera incombe inopportuna.
Con il pensiero allora me ne torno ad un serale splendido con luna che tutto svela quel che c’è d’attorno e illumina bellezze ad una ad una.
So che Firenze solo nostalgia provoca se si è da lei distanti, ma io son qui con la tristezza mia
che in questa sera ha sintomi pesanti perché nel cuore non c’è più poesia anche se la città mi sta davanti.
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Nefertiti (impressioni dopo un viaggio in Egitto)
La memoria in un vortice accavalla ricordi di un Egitto appena scorso in un giro improvviso di piramidi e colonne anelanti verso il cielo.
Quieto procede il Nilo alla sua foce fra suoni di motori e di sirene mentre c'investe del deserto il vento caldo incommensurabile sospiro.
Ma il flusso del ricordo poi si blocca in un fermo d'immagine improvviso. Rimani tu nel quadro della mente nitida sullo sfondo misterioso.
Il tempo non esiste e tutto vive nell'attimo fermato e solo in quello, racchiuso è solamente in quel frammento il mistero d'Egitto e la sua storia.
Sei tu, soltanto tu. Guardi lontano e certo non mi vedi, assorta in una lontananza di spazi e di confini.
Sei tu, soltanto tu. Centro di un sogno che ha sullo sfondo un soffio d'infinito.
Ma prepotente riprende ancora il correre del tempo. Più non ci sei tornato è già il presente.
Stupita alla memoria come sui muri di un antico tempio bassorilievo sfida alle stagioni rimane la tua immagine per sempre.
*
Lontano dalla Terra
In siderali spazi solitario vago fra ineguagliabili perfezioni e infinita giustizia ma vuoto immenso in atmosfera senza fine eternità assoluta.
Con nostalgia ho memoria della mia Terra donde venni e il cui ricordo m’opprime implacabile e per la quale provo malinconia infinita.
E ripenso alle sue ingiustizie all’ipocrisia alle sue continue lotte ai sogni colà perduti alle infamie perpetrate.
E la rimpiango ora che eternamente scorro in questo universo perfetto fra bagliori di stelle inimmaginabili
rimpiango i suoi limiti la sua precarietà.
Vago ora eterno fra queste perfezioni e armonie senza fine.
Ma sono solo.
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Fantasia ...sostitutiva
Cade la pioggia e batte sul selciato con uniforme ticchettio che m’entra nell’animo del tutto imprigionato in un affanno che il mio cuore centra.
La nebbia fitta intorno m’ha vietato quella visione che col chiaro accentra le mie colline e il monte tanto amato, ma poi mi dico: e questo cosa c’entra?
Un fatto nuovo lesto si propone e mi sussurra: con la fantasia tu puoi immaginarti un solleone
che pioggia e nebbia spazzi tosto via e ammirare così la tua passione, dei colli e del tuo monte la malia!
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Piccolo banale sonetto damore
Non ho l'arte per scrivere poesia con parole che tocchino il tuo cuore ed è grande mancanza questa mia che esprimere non sa versi d'amore.
Invidio quei poeti che malìa sanno imprimere al verso con vigore bravi davvero nel trovar la via per conquistare donne... a tutte l'ore.
Io non sono poeta e strimpellare soltanto so con questo mio sonetto che son sicuro è solo da buttare
e pertanto con rabbia io lo getto poiché un solo verso al cuor mi viene: “Amore mio, ti voglio tanto bene!”
*
Come scrivere una poesia di successo
Emergenti poeti, ora un consiglio io voglio darvi, e non mi ringraziate, scrivete le poesie con grande piglio oscuro che neppur voi lo capiate.
Se dovete descrivere i tramonti non dite mai: “Il sole si perdeva nella rossastra luce in mezzo ai monti mentre la sera intorno discendeva”.
Dite invece: “La palla si bruciava dell'infuocato oggetto a me lontana e un languore allo stomaco lasciava come Chianti non ber, ma acqua piovana”.
E se dovete poi parlar d'amore a una fanciulla oppure a una tardona che v'abbia preso anche per celia il cuore non le dite: “Il poeta ora ti dona
del sentimento proprio questo fiore che è simbolo di quel che per te provo, passa con me tante felici ore, carezzami con rosa e non col rovo!”
E invece dite a lei con frase oscura: “Come all'asino dato fu quel cardo che lo saziò per una fame dura così tu che mi scruti con quel guardo
prenditi tosto questo cavolfiore!” E così proseguite in ogni verso sia parliate di occasi oppur d'amore, del cielo nuvoloso oppure terso.
Il tramonto io l'ho chiamato “occaso” e voi seguite me e avrete frutti, meglio che le parole siano a caso piuttosto che chiamarle come tutti.
Queste poesie avranno un gran successo che vi trasporterà solo alla gloria, orsù, ragazzi, alzatevi dal cesso e sarete immortali nella storia!
*
Ultima luce
Guarda l'incanto ch'è di questa sera nel vorticar di raggi del tramonto. Lieve è la luce, le colline attorno si rivestono quasi d'un azzurro
che prevede una fine di stagione nell'inoltro di dolce primavera. Questo barbaglio ancora di colori che resiste alla sera ormai incombente
assomiglia al cammino della vita quando l'ultime luci hanno colore che fa sperare in giovinezza nuova mentre invece s'addensa ormai la notte.
NB. scrissi questa poesia anni fa e la pubblicai su altro sito, ove viene riproposta.
*
La fiera degli uccelli
Sono andato alla fiera degli uccelli che a Firenze si tiene in allegria con passeri, con scriccioli e fringuelli quanti ne conta l'ornitologia. E' un gran trillo gioioso, un lieto canto che nel cuore m'arreca un grande incanto.
Un tizio 'spiritoso' che mi ha visto così compreso nel guardar gli uccelli con gentil modo ad ironia ben misto mi ha detto 'Sono proprio molto belli e si vede che a te questo uccellame soddisfa veramente le tue brame.'
Gli ho risposto: 'Mio caro bellimbusto gli uccelli d'aria son la mia passione e ad osservarli tutti provo gusto, ma adesso qui ti dico in conclusione ... tu per uccelli maschi ci hai riguardi, le passere però neppur le guardi!'
La fiera degli uccelli si tiene, anzi si teneva fino a qualche tempo fa a Firenze, nella zona di Porta Romana. Certamente, a sentire parlare di passere, che da queste parti ha... un significato particolare, le gentili lettrici forse si scandalizzeranno. A questo punto io posso loro solo rispondere: allora perchè non si scandalizzano pure a leggere la poesia del Carducci 'Davanti a San Guido', ove il poeta a un certo punto fa dire ai suoi cipressi: 'Le passere la sera intreccian voli a noi d'intorno ancora... oh resta qui!'
Un saluto
*
Sonetto di noia a se stesso
“Scrivi sempre sonetti e non t'accorgi che pur variando resti assai noioso e, te lo dico chiaro, tu non scorgi della poesia il senso rigoglioso.
Solo un genere vecchio tu ci porgi e scusami se dirtelo io oso, versi di certo sorpassati forgi e dal moderno resti troppo ascoso.”
Questo m'ha detto un lirico moderno ed io, strimpellatore senza fama ho ascoltato in silenzio, e sul quaderno
dei miei sonetti ho scritto questa trama: “Non ti rispondo e qui sarò sincero, ma questa volta hai detto proprio il vero!
*
Memento
So che adesso sorride a te la quiete dove riposi in fondo a quel vialetto di canne di bambù e di cipressi presso la strada che si perde ai monti.
Nella tua pace certo non avverti il rumore di un traffico continuo, il rombo delle auto tu non senti e nulla ti disturba a te dintorno.
Vorrei soltanto scuotere il tuo sonno e tu avvertissi questa mia presenza adesso che distraggo il tuo riposo sulla tua tomba accomodando un fiore.
*
Gioele
Ero un ragazzino di appena cinque anni vivevo felice con i genitori e giocavo con gli amici senza sapere neppure che ero ebreo.
Un giorno d'improvviso un uomo in divisa mi prese bruscamente per mano e da allora non vidi più i miei cari e cessarono i giochi con gli amici.
Fui portato lontano ed anche ora non riesco a capire per quale ragione io sia morto.
*
Ballerina sotto la luna
Qual notturna farfalla che amorosa distende le sue ali sopra il prato, al chiar di luna balli tu radiosa ed io non visto guardo te estasiato.
Le movenze son petali di rosa volteggianti in un vento che fatato t'inquadra nella splendida tua posa in uno sguardo dolce innamorato.
Osservo con immensa ammirazione quella tua danza piena di poesia che l'animo riempie di passione.
Ma io non so neppure chi tu sia... Sotto un cielo stellato senza pari ti guardo con il cuore. Poi scompari.
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Nel ricordo
Dimmi sei più tornata sulla Futa a guardare la rondine festosa in un paesaggio antico a primavera?
E ancora in cuor ti scende il panorama di mugellana terra verdeggiante nel ricordo dei Medici passati, Piero e Lorenzo in quel di Cafaggiolo?
Dimmi c'è ancora intensa quella luce di giovanili anni di speranza che ci pareva senza fine, eterna?
E sui colli d'attorno a Barberino spira sempre la brezza mattutina, mentre in distanza dalla 'bolognese' giunge suono di traffico attutito?
Dimmi dimmelo tu, sai che non torno a respirare l'aria di quei luoghi, all'anima farà meno impressione.
Nota: la 'Bolognese' è una via di comunicazione che costeggia il paese.
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Imago
Di te l'immagine si perde e piano piano s'annebbiano i contorni del tuo volto che prima erano chiari nella mente.
Il tempo la memoria mi cancella malgrado io non lo voglia e a poco a poco si attenuano i tuoi tratti ed il ricordo mi resta come su ingiallita foto che gli anni hanno sbiadito lentamente.
S'allontana l'immagine ma resti fissa sul cuore in un nebbioso alone sempre presente.
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LArno al Girone
Dove l'ansa dell'Arno piega il corso e a destra lo devìa verso il Tirreno... ricordo il giorno in cui ci soffermammo su una panchina proprio là, al 'Girone'.
Piangevi, e forse anch'io piangevo amaro per una soluzione non trovata in un incontro d'anime gemelle ed in tale incertezza tormentate.
Sfavilla l'Arno sotto ardente sole ma l'acque se ne vanno silenziose senza dare consiglio o soluzione ad anime vaganti nella pena.
Nota dell'autore: Girone è una Frazione del comune di Fiesole, in provincia di Firenze, lungo l'Arno, là dove il fiume devìa il suo corso formando quasi un angolo retto. Cioè fa un 'giro', da qui il nome Girone della località.
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Il poeta saltimbanco
Canterai nel silenzio il tuo pensiero ascoltando di giorno il 'cri' dei grilli, perdendoti la notte nel suo nero dove nessuna stella in cielo brilli.
Vagherai solitario sul sentiero desolato dei sogni ove non trilli alcun suono di passero ciarliero e sentimento alcuno in te t'instilli.
Oppure tu godrai del tuo silenzio che canto si farà di gran speranza divenendo per te forza d'assenzio
contro l'oscurantismo e l'ignoranza. Qualsiasi cosa tu, poeta, agogni sei sempre il saltimbanco dei tuoi sogni.
Sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, DEE
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Astralis solitudo
Sei fra le stelle rosa incastonata in intarsio di luce.
Guardi tu la terra inconsapevolmente e non t'accorgi del trascorso irruente di stagioni e tempeste di neve o di caldi orizzonti.
Immortale tu resti nell'immobilità del tuo destino senza soffrire intensi al mondo affanni.
Vivi chiusa in te stessa e di nulla t'accorgi.
Tu sei sola.
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Atlantide
O mia città, cui sempre ardente anelo, racchiusa nel mio cuore come un sogno ti vedo avvolta di grandezza in velo e sempre, ogni momento, io t'agogno. Penso a felicità sotto il tuo cielo e d'ogni tua virtù sento il bisogno che nella mente dolcemente celo perchè esprimerlo ad altri mi vergogno. Ma pur così raggiunger non mi è dato di un tale gran pensare la pienezza sentendomi assai triste e sconsolato se non avessi in petto la certezza che in un giorno che a tutti assegna il fato potrò arrivare a tanta contentezza. NB. E' un sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, DCD.
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Trattoria di montagna
Me lo rammento. Sibilava il vento per i tornanti su verso la Futa, noi stavamo seduti a cuor contento in trattoria da noi mai conosciuta.
Ci eravamo fermati un po' a casaccio, la stufa quella stanza riscaldava, serviva un oste in vesti da pagliaccio che fra i tanti clienti ballettava.
Era buffo e faceva movimenti poco coordinati da trattore, ridendo ci mostrava torti denti e coi suoi lazzi volle farci onore.
Per davvero pareva un menestrello pagato per il re far divertire, ci sembrava davvero un poverello che già fosse di testa per partire.
Fra tuoni e lampi, mentre la tempesta ha raggiunto il suo acme di violenza e fra scrosci di pioggia non s'arresta, d'improvviso di luce siamo senza.
Ai tavoli fa un 'oh!' tutta la gente da quel black improvviso assai sorpresa, non si vede davvero proprio niente ... Poi la luce all'istante s'è ripresa.
E' una luce brillante e nuova pare sui tavoli che adesso sono in festa, una grande allegria sta per scoppiare e ancora fuori soffia la tempesta.
Esplode un grande riso in trattoria mentre che il tramontano fischia forte, una felicità con allegria che alla serenità apre le porte.
Riappare l'oste, ma è vestito bene con grembiale pulito e signorile, presso il tavolo nostro tosto viene e ci parla con tono assai gentile:
'Vedete com'è bello il fortunale che fuori incombe mentre qui c'è quiete, goderci l'atmosfera, questo vale al riparo in locale dove siete.
Soffia il vento, imperversa la tempesta, noi godiamo in quest'attimo sereno, tutti i giorni non è di certo festa e di felicità non si fa il pieno!'
Lui sembrava un poeta che parlasse con un lirico accento commovente e denotava una profonda classe, ben lo capì chi stava lì presente.
Non era più il pagliaccio ballettante che saltava fra i tavoli buffone, era un uomo ben messo ed elegante ... così un poeta a tutti si propone.
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Sogno
Ti attenderò stasera nei miei sogni e di certo verrai per consolare le mie pene del giorno, tu che agogni stare con me insieme a riposare.
Ci porterà la quieta notte ogni dolce pensiero giunto ad acquietare la tristezza di cui pur tu abbisogni e ci potremo nel silenzio amare.
Così trascorreremo noi abbracciati un rapporto d'amore senza fine fino a che l'alba ci abbia risvegliati
superando del buio il suo confine. Comincia la giornata triste e vana, è stato un sogno... so che sei lontana.
Nota: sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, DEE.
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Natale gastronomico d’altri tempi
Si volesse il Natale ora pensare in senso solamente gastronomico senza dentro il suo spirito rientrare sarebbe un argomento un poco comico.
Almeno nei Natali d’anni prima magari con la guerra (che mai torni!) senza televisione e la sua rima si mangiava assai più degli altri giorni.
E sul tavolo bene apparecchiato si vedevano piatti proprio nuovi e soprattutto v’era sistemato qualcosa che chissà quando ritrovi.
Ed era quello proprio un bel mangiare cibi con grande amore preparati, chissà se li potremo ancor gustare e quanto in detti tempi son costati!
Or si presenta, pure per Natale, piatti che abbiamo ormai sempre provato, persino ieri, ed ogni volta eguale quel tal mangiare proprio ci ha stufato.
Così solo per questo, per il gusto certo la gola stava più curata, ed il motivo mi è sembrato giusto per cantar questa strana strimpellata.
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Luci di Natale
Risplendono le strade illuminate da festanti luci natalizie anche di notte.
E di notte cerca di riposare il barbone avvolto in stanche coperte sul marciapiede soffrendo per il freddo.
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Sonetto più otto quartine
Mi sforzo di trovare un argomento per un sonetto o altro da inviare ma dentro al petto sento sol tormento perché nessun motivo so trovare.
E allora mi rivolgo al sentimento che sempre qualche idea ti può portare e ne approfitto proprio sul momento che finalmente io potrò poetare.
Penso al freddo che fuori è ben feroce e mi costringe in casa a far poesie, sento però nel cuore poi una voce
che dice: c’è chi vive in traversie peggiori assai del freddo che non nuoce, son le bombe scagliate nelle vie!
Infatti in qualche parte della terra c’è un grande bombardare con violenza poiché da molto tempo c’è una guerra, dai mass-media ne abbiamo ...conoscenza.
Quella guerra ci appare assai distante e la sentiamo per televisione, di certo ora ci sembra più importante il calcio della prima divisione.
E c’era, ma è passato, il carnevale e ad altri aspetti s’ha da dedicarci, l’attesa del Natale ora prevale con un lauto pranzo a rimpinzarci.
Da noi va tutto bene, chiuderanno aziende, ed operai disoccupati, attentati ci sono e ci saranno e treni dal binario son sbandati.
Liberamente fuori passeggiamo, non ci molesta alcuno per la via, se qualcosa di anomalo notiamo ... basta ch’essa riguardi sol ... vossia.
E tutto quel che avviene tocca agli altri e noi viviamo lieti nella vita, nel vivere bisogna stare scaltri ... la guerra ...da tant’anni essa è finita!
Scaramuccia qua e là c’è in questo mondo ma ben lontana e noi non ci riguarda, l’importante è che non ci giri in tondo, punta da un’altra parte e a noi non guarda!
E lo diciamo tutti quanti in coro noi che siamo i gaudenti in questa terra, pensiamo a folleggiar (poco lavoro), si preoccupi lui ...se ci ha la guerra!
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Sonetto acrostico Le tre guardiane
Le donne che nel cuore ognor mi stanno E son dentro i miei sogni e pur l'affetto Temo che in cuore sempre faran danno Restando in fantasia dove le metto.
Ed io vi chiedo ora a fine d'anno Gradendo il vostro dire che rispetto Un allegro giudizio senza affanno Anche però sintetico e perfetto.
Recepisco tal donne nel mio cuore Dove entrano tutti i miei pensieri Intensi e sempre fermi nell'amore
Anche se a voi parranno non sinceri Nonostante parola sia d'onore ... erano attrici al cinema d'ieri!
Sonetto con schema: ABAB, ABAB, CDC, DCD
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Sogno paesano
Ho riveduto in sogno il mio paese proprio com’era tanti anni prima con la semplicità, senza pretese, che con felicità però fa rima.
Ero ragazzo allora, e il torrentello ho visto scorrer nel suo bel pertugio e m’è riapparso, avvolto in un mantello di ridenti colline il mio rifugio.
E forse con sorriso d’ironia l’avrà guardato qualche forestiero, io lo vedevo nella sua magia come una gran posto, steso nel mistero.
Sono passato per le strade amate dove c’era di festa tanta gente, si stava in mezzo, senza le frenate di auto dentro un traffico imponente.
E a casa per la cena poi tornavo e al desco mi sedevo coi miei cari, cibi poveri e semplici trovavo perché erano tempi molto amari.
Il campanile della chiesa esteso m’è riapparso assieme alle campane il cui suono per l’aria s’è disteso lieto e squillante. C’era poco pane
e la cinghia tirare si doveva però nel cuore una gran forza avanza e a quell’età nessuno ce la leva: stava nel cuore fissa la speranza!
Un moto irresistibile là c’era, si sente allora e accanto a noi s’affianca, adesso è solamente una chimera e questo è il tutto, quello che ormai manca.
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La speranza
Spunta l'alba, nel nuovo giorno nato io sogno carezzare le tue mani ed una voce sento innamorato: sarà domani.
E' mezzogiorno, splende in alto il sole ed io penso d'averti con me accanto, la stessa voce consolarmi vuole: verrà l'incanto.
La sera arriva con il suo tramonto e ancora anelo a te che sei distante, quel folletto a rassicurarmi è pronto: fra qualche istante.
La voce torna poi a riparlarmi quando la notte scende col suo scuro a me che non riesco addormentarmi: dormi sicuro.
Sorge un'alba di nuovo e il giorno incalza ma quel folletto insiste sempre ancora con il suo dire che il mio cuore innalza: dopo l'aurora.
Giunge il giorno di poi e in successione immancabile arriva anche la sera, quella voce continua con passione: aspetta e spera.
Ed io ti penso sempre, aspetto e spero, poi il ritornello tolgo dalla mente e alfine sbotto libero e sincero: non spero niente!
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Brindisi di mezzanotte con i fantasmi
Quando la sera stende le sue ombre e s' avvia sulle strade della notte, i miei fantasmi che han dormito il giorno a farmi compagnia tornano in frotte.
Giacché mai li ho saputi allontanare e son loro coorti vincitrici ho adoperato tattica fatale... me li son fatti tutti quanti amici.
Ed assieme beviam Chianti e Barbera brindando a mezzanotte e fino all'alba, ritorneranno nella nuova sera ancora miei compagni della notte.
Ed ora che noi siamo buoni amici i miei fantasmi me li tengo cari, dolore mi darebbe l'abbandono... sarebbero davvero giorni amari.
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Necrologio della poesia
Ed era invero tanto tempo prima dei nostri tempi di sconvolgimento che la poesia veniva scritta in rima ... ma or per essa non è più il momento.
Ragion per cui chi in detta arte è cima non scrive più in tale rapimento, non adopera mai neppur la lima e fa di getto il suo componimento.
Molti capolavori vengon fuori ma spesso e volentieri, cosa ria, quella che inventan tanti illustri autori
riesce un condensato tal d’orrori che comunque si legga par si sia nel necrologio, ahimè, della poesia!
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Sull0nda del pensiero
Verrò da te sull’onda del pensiero e poi t’abbraccerò perché io torno finalmente da te e sembra vero rendendo assai felice questo giorno.
Usciremo col clima sottozero ed io ti scalderò col braccio attorno alla tua vita e in modo assai sincero procederemo lieti ...ma il ritorno
incombe perché pur l’immaginato a un certo punto no non può strafare e in limiti più stretti riportato
altrimenti si va ad esagerare e pertanto il pensiero va cessato e occorre alla realtà tosto rientrare.
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Sonetto senza argomento
Dunque sto ricercando un argomento per qualcosa che intendo pubblicare, mi prende all’improvviso un gran tormento e non trovo pensieri da poetare.
Scrivere coinvolgente un gran lamento oppure una risata far scoppiare, buttar giù due parole in un momento senza senso, però da meditare?
Mi logoro e non viene alcun soccorso dalla mente che tosto s’è fermata, non so più a che pensiero far ricorso
e sono in situazione disperata, so vendere però la pelle d’orso e la poesia m’appare completata!
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Il Potere
Sempre vi fu chi allergico al Potere che presiede coi dogmi suoi sovrano non seppe a tale giogo soggiacere e contro con coraggio alzò la mano.
Ma quell’arto ben tosto fu mozzato dallo stesso Potere con violenza e il protestare parve terminato con tal dimostrazione di potenza.
E il Potere affermò: con tale esempio salvato abbiamo la democrazia, occorre proseguire nello scempio di chi s’oppone, in fede e così sia.
Scoppia l’applauso in toto generale da parte degli adepti alla gran Face che reggono con gioia l’orinale per il suo getto, e Lui se ne compiace.
Ed è per i suoi sudditi un gran dono sentirsi da Colui tanto bagnare, gli avversi dovran chiedere perdono e il Potere ancor più dovrà regnare.
E sempre il Gran Potere è coccolato e la ressa dei sudditi è costante per baciare la mano a quel gran Fato e riceverne il premio ...è l’importante.
E continuano allora i leccamenti al Potere per grandi ricompense, di grande gloria questi son momenti per coloro che siedono a tal mense.
E il coraggioso al quale fu mozzata la mano perché aveva protestato è data l’ulteriore gran mazzata: vien condannato a morte e eliminato!
*
Accesso in Paradiso
Conosco un certo tipo ch'è davvero persona assai seriosa ed importante, lui dice sempre solamente il vero, impeccabile sempre ed elegante.
E' filosofo, astronomo, scienziato, romanziere, davvero gran scrittore, e dalla mente sua ha ricavato in ogni campo gloria e tanto onore.
Ha sempre in bocca frasi affascinanti e detti che sorprendono gli udenti, scrive poesie magnifiche e brillanti impostate su grandi sentimenti.
E dalla penna sua di gran valore escono frasi immense come il mare e dimostrando grande classe e cuore non s'impegnò giammai nello scherzare.
Ho saputo ch'è morto, ha steso l'ali e ha seguito anche lui stesso destino che tocca a tutti quanti quei mortali quando, c'è il detto, tirano il calzino.
E' volato su in alto al Paradiso ed ha bussato forte a quel portone veramente convinto e assai deciso d'essere accolto in tanta comunione.
Quando san Pietro appare sulla porta lui si presenta con il suo sussiego e sicuro lo è che ciò comporta un “benvenuto, venga avanti, prego”.
Ma san Pietro si mette sulla soglia e non permette affatto di passare, gli dice: “Torna in terra ed abbi voglia d'imparare un pochetto anche a scherzare.
Per questa volta ti rimando via in quel mondo dal quale sei venuto per apprendere un poco l'ironia e smetterla di fare il sostenuto.
Ritorna dopo aver questo imparato e non guardarmi con codesto viso, ricordati che sempre fu vietato entrar senza ironia nel Paradiso!”
*
Tristezza di Firenze
Triste è Firenze nel piovoso giorno che i monumenti splendidi già abbruna e non avrà di luce alcun ritorno poiché la sera incombe inopportuna.
Con il pensiero allora me ne torno ad un serale splendido con luna che tutto svela quel che c’è d’attorno e illumina bellezze ad una ad una.
So che Firenze solo nostalgia provoca se si è da lei distanti, ma io son qui con la tristezza mia
che in questa sera ha sintomi pesanti perché nel cuore non c’è più poesia anche se la città mi sta davanti.
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Per il sonetto
Ci vuole poco a scrivere un sonetto sia pur banale, non sarà perfetto, ma in regole immancabili postato certo noioso non sarà al palato.
Bastano due quartine, ed è un diletto, fra di loro rimate con effetto ed il carme sarà poi completato con due terzine sempre con rimato.
Ma se andate a osservare in tale cura tutto quello che i critici han notato meglio buttarlo nella spazzatura
e il sonetto sarà una sinecura nella quale si guarda, ed è sbagliato, soltanto al tecnicismo, quale iattura!
Il sonetto, nella sua forma più accessibile, è composto (lo dico per chi ancora non ci ha capito granché) da due quartine iniziali e due terzine successive rimate fra di loro in qualsiasi modo, e questo è l'essenziale, generalmente si fa in endecasillabi, ma accetta tutte le forme metriche (decasillabo, novenario etc,). Per me queste sono le regole essenziali e mi pare davvero assurdo contornare questo stile con una serie di paroloni che coloro che non amano il sonetto hanno successivamente riportato nelle varie vikipedie e vocabolari e ...studi, con una assurda variazione del sonetto che non è più quella del VERO sonetto che ebbe origine e valenza alla corte della scuola siciliana. Questo presentato, semplicissimo, ha lo schema AABB, AABB, CDC, CDC, come pure si può comporre in tutti gli schemi possibili. L'essenziale è che lo si componga col pensiero alla poesia e non solo al tecnicismo, sia pure assolutamente rispettando le semplici regole essenziali.
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Sogno paesano
Ho riveduto in sogno il mio paese proprio com’era tanti anni prima con la semplicità, senza pretese, che con felicità però fa rima.
Ero ragazzo allora, e il torrentello ho visto scorrer nel suo bel pertugio e m’è riapparso, avvolto in un mantello di ridenti colline il mio rifugio.
E forse con sorriso d’ironia l’avrà guardato qualche forestiero, io lo vedevo nella sua magia come una gran posto, steso nel mistero.
Sono passato per le strade amate dove c’era di festa tanta gente, si stava in mezzo, senza le frenate di auto dentro un traffico imponente.
E a casa per la cena poi tornavo e al desco mi sedevo coi miei cari, cibi poveri e semplici trovavo perché erano tempi molto amari.
Il campanile della chiesa esteso m’è riapparso assieme alle campane il cui suono per l’aria s’è disteso lieto e squillante. C’era poco pane
e la cinghia tirare si doveva però nel cuore una gran forza avanza e a quell’età nessuno ce la leva: stava nel cuore fissa la speranza!
Un moto irresistibile là c’era, si sente allora e accanto a noi s’affianca, adesso è solamente una chimera e questo è il tutto, quello che ormai manca.
*
Tu non ricordi
Tu non ricordi quel giorno di un’estate. Soffiava forte il vento sulla Futa scompigliando i capelli tuoi castani.
E tu ridevi in impeto di giovinezza piena e poi correvi ti gettavi sull’erba e rotolavi lieta soltanto d’essere felice.
Io ti guardavo preso d’amore. Tu non capivi e sempre più ridevi nella tua giovinezza spensierata correndo sopra il prato chiusa soltanto in una gioia piena.
Tu non ricordi quel giorno di un’estate. Mentre lieta godevi giovinezza non comprendevi me
che ti guardavo con l’amore nel cuore
e non capivi.
*
Finzione damore
Tu cerchi di nascondere negli occhi la tristezza che ti pervade ognora e pensi che nel mio pensiero sbocchi soltanto un’illusione, ed un’aurora
io veda nel tuo sguardo che non tocchi i miei sensi per quello che t’accora per cui tremano ancora i tuoi ginocchi ed in te leggo tanta pena ancora.
Eppure fingo anch’io, ti do coraggio e dico di vederti molto bene perché ti ha colto di salute un raggio
e stare in questo stato ti conviene. Eppure tutti e due ben lo sappiamo che non si crede a quello che fingiamo.
*
Per una bimba nel giorno della sua Prima Comunione
Sciopereranno gli angeli del cielo nel giorno di tua Prima Comunione e stenderanno intorno a te un gran velo d’ali dorate in grande commozione.
Sciopereranno ed anche il lor Signore sorriderà vedendoli partire e abbandonare sol per poche ore il dovere ch’ è loro d’ubbidire.
La Chiesa sarà colma in quel momento e tu sorriderai con veste bianca, il tuo volto sarà senza il tormento di quella malattia che tanto stanca.
Guarderai con dolcezza il sacerdote che s’avvicina a te con l’Ostia ambita, si arrosseranno allora le tue gote dimostrando che ormai tu sei guarita.
La gente osserverà con sommo amore quel che avviene nel cuore della Chiesa e pur ricorderà quel gran timore che tu restassi al triste letto stesa.
E vi sarà l’applauso scrosciante verso i comunicandi tutti quanti che l’atmosfera renderà festante in mezzo a dolci e melodiosi canti.
Pianto verrà dal grande bene mosso dei genitori, i nonni ed i parenti, ed il poeta sarà pur commosso ... anche i poeti ci hanno sentimenti.
Per tal ragione gli angeli del cielo sciopereranno in quel felice giorno e ti faranno con le ali velo festeggiando alla vita il tuo ritorno.
Siederanno gli astanti nella panca con dentro cuore tanta dedizione verso di te con la tua veste bianca ov’essi troveranno commozione.
Or che nel tuo splendore tanto incanti fanno sorrisi tutti quanti in coro riuniti su una nuvoletta i santi ...e già gli angeli tornano al lavoro.
*
Poeta istintivo e ...studioso di tecniche.
Per scrivere un sonetto sufficiente che pur non proprio sia capolavoro ma che gradisca la lettrice gente senza ch' essa s'annoi con gran disdoro
ci vuole per davvero, io credo, un niente e approvato sarai da tutti in coro salvo qualche gran critico saccente conscio del suo sapere e del decoro.
Ei parlerà di aferesi e quant'altro di chi ha imparato solo in wikipedia pensando in tale modo d'esser scaltro
ed ammannirci questa sua commedia la qual serve soltanto a dimostrare ... che i sonetti lui no non li sa fare!
Per un sonetto quindi è sufficiente semplicità d'intenti e fantasia e non è necessario, ma per niente, l'aver studiato l'enciclopedia.
Chi invece un grande tecnico si sente perché ha sudato nel studiar poesia sul vergare il sonetto formalmente allora gloria sol per lui vi sia
anche se vorrei dirgli sottovoce che ha imparato dei termini soltanto dei quali non dovrà lui trarre vanto,
la tecnica imparata al verso nuoce che s'impari sui libri in sforzo tanto e non potrà mai darle viva voce.
Le regole che creano il sonetto e che vanno seguite, questo è il fare, i poeti le sentono nel petto e non hanno più niente da imparare,
fra i principi che seguono ci metto un po' di fantasia da impasticciare, per i lettori sempre un gran rispetto senza finzioni atte ad ingannare.
In questo modo, certo ci scommetto, una buona poesia si può tentare, ma chi studiò sui libri, l'ho già detto,
soltanto una ciofeca può impostare. Quel che non sente volle lui studiare e per questo un sonetto non sa fare!
Si tratta di tre sonetti consecutivi su un unico argomento: nei siti che scorro in internet trovo commenti di 'critici poeti' che hanno studiato la metrica (e l'hanno imparata poco) sui libri, e pretendono dar lezioni di rima con prosopopea e alto concetto di sé pronunziando paroloni di tecnica rimaria acquisita, o meglio copiata, dai libri sull'argomento. Ma io dico loro sicuro che il poeta la tecnica la sente in sé, è un fenomeno di nascita, sempre, e non ha bisogno di andarsela a imparare, ovvero può, ma non sarà mai un poeta.
*
Innumerevoli argomenti per il sonetto
Gli argomenti in questione sono tanti e il mio sonetto li ha trattati tutti ed ha vergato pure troppi canti con le gioie del mondo ed i suoi lutti.
E mi dice la mente: “Tu ti vanti che parecchi argomenti ora li sfrutti, delineato hai quei più importanti ma or sei fermo, su cosa ti butti?
Del sonetto sei sempre stato amico ma trovare non sai più un argomento, uno che piacerà or te lo dico
e tu mettilo in rima sul momento, fa’ poesia che apporti gran tormento e tratti, azzardo, il male all’ombelico!”
*
Arte della poesia e corsa di Maratona (sonetto)
Chi tanto tempo fa poesia faceva era certo in quest’arte un luminare e nell’anno trecento qui eccelleva Petrarca insieme a Dante da ammirare.
Ma oggi la poesia ci ha una gran leva di aspiranti poeti da guardare per il sacro principio che doveva dare a tutti il diritto di poetare.
Mi par questo un concetto un po’ alla buona per lasciare ad ognuno un po’ di boria, che non s’addice no alla Maratona
dove per quelli c’è soltanto gloria se han fiato, classe e il cuore che funziona ... per chi è pigro di gambe non c’è storia!
*
Parole d’amor che non ti ho detto
Ora che hai già passato il vasto Lete mi sovviene di te, del tuo sorriso, di quando insieme trascorrevo il tempo che ti tolse ancor giovane al mio affetto.
Quando penso al tuo volto che emaciato divenne per i sintomi del male sperai sempre che presto tu guarissi e rimandai al domani le parole.
Non feci in tempo a dirle per il morbo che vinse la tua bella giovinezza e mi lasciasti triste ed accorato con il pensiero fisso nella mente.
Ora che il tempo ha molto attenuato quel dolore che allora io provai e la vita di nuovo m’ha condotto ad altri impegni ed altre sofferenze
ogni tanto rivedo quel tuo viso e mi prende un rimorso maledetto pensando al tempo che siam stati insieme e a parole d’amor che non ti ho detto.
*
Colloquio con un amico
Ogni tanto ti vengo io a trovare e mi soffermo con la tua persona parlando del passato ch’è presente nei nostri cuori per ricordi amati.
E ricordiamo di quel giorno immenso che salimmo alla vetta a mille metri a piedi e la saccoccia sulle spalle e lassù ci distrasse il panorama
e ci avvolse la sera col suo scuro e solo allora noi tornammo indietro a passo svelto giù per la discesa e arrivammo al paese ch’era buio.
Parliamo poi di tante cose ancora di passeggiate su per le colline verdeggianti di luci a primavera e di lunghi discorsi sulla vita.
Ogni volta io resto a colloquiare del tempo ch’è passato e non ci è dato più perderci per viottoli silenti in lunghe camminate che amavamo.
Ora posso soltanto stare insieme a te, amico tanto caro un tempo, in questo posto dove tu ti trovi in mezzo alla campagna ch’è splendore.
E’ l’ora che ti lasci e vada via perché fra poco chiudono i cancelli, io ti saluto sai, proprio di cuore, e sopra la tua tomba pongo un fiore.
*
Un verso enigmatico di Dante
'Pape satan, pape satan aleppe' questo verso m'è sempre risuonato come quello che mai nessuno seppe spiegare nel real significato.
Eppure la Commedia è molto chiara, sapeva il Dante quello che diceva, però quel verso fu tisana amara per la mia mente che non comprendeva.
Per spiegarlo si son tutti basati su assurde contorsioni della mente che quei versi non hanno interpretati ... insomma ci han capito proprio niente.
Ma un garzone che non ragiona male anche se proprio nullo per cultura risposto m'ha in modo eccezionale e data spiegazione duratura.
Disperato gli ho letto quel tal verso per vedere se interpretava il detto uno che mai nei classici s'è perso e che Dante giammai l'aveva letto.
Non sapendo che fu Dante il poeta che quell'endecasillabo distese egli su una diversa strada arretra e con la mente va al politichese:
'Quella frase la disse in parlamento un deputato intento ad orazione il quale fu sommerso in un momento da un applauso in grande comunione.
E tutti concordarono affermando che quella frase era di grandi menti e che adesso prendeva anzi il comando sull'altra 'parallele ...convergenti!'
Oppur la pronunciò sindacalista dotto ed esperto nel sindacalese, che aprì con quella frase la gran pista che elevò chi lavora nel Paese.'
Ed io restai così tanto basito di tal risposta pronta ed elegante che da quel giorno infine ho ben capito come fosse profeta il nostro Dante!
*
Solamente un verso
Invece di aver scritto invano tanto in poesie che si volgono all’amore ma non strappano lacrime di pianto dagli occhi un po’ annoiati del lettore,
potessi io tenere almeno il vanto di non sciupare tutte queste ore e di scrivere un verso, uno soltanto, che davvero destasse uno stupore
per la semplicità con cui riporta questo affetto sincero e senza fine, ma purtroppo al poeta fa confine
con l’ansia che al poetar sia poco incline e invece di poesia tanto comporta: ti voglio bene, il resto cosa importa?
Sonetto con schema: ABAB, ABAB, CDD,DCC
*
Il mio funerale
Mi porteranno un giorno al cimitero sotto un cielo incupito tutto nero.
Davanti il prete, orante ad alta voce, avanzerà tenendo in man la croce.
Dietro, con andatura triste e amara, quattro amici che reggono la bara.
Avanzerà con lo stendardo al vento la compagnia del Santo Sacramento.
Dietro i parenti e la grandiosa schiera dei tanti amici con la faccia austera.
Lenta procederà la processione e tutti mostreranno compassione.
'Quant'era buono, non ci regge il cuore... anche lui ci ha lasciati, che dolore...
Questa è sorte d'ognuno, cosa vuoi... era il miglior di tutti quanti noi...'
Arriveremo quindi al Camposanto e sarò sotterrato con gran pianto.
Poi ciascuno di questa grande folla sulla mia bara getterà una zolla.
Appena da quel triste luogo usciti si troveran gli amici miei riuniti.
'Siamo sconvolti perché ci ha lasciato... per la sua dipartita son prostrato...'
Ma poco dopo cesserà il rimpianto e il dolore verrà messo in un canto.
'Giacché siam tutti insieme, finalmente...' uno sussurrerà timidamente
'è un'occasione ghiotta, non vi pare? Dell'incontro dobbiamo profittare...'
E tutti quanti allora, in allegria se ne andranno a cenare in trattoria
e davanti a lasagne, arrosto e Chianti consoleranno i loro amari pianti.
Ed io sotto la terra, con gran pena li invidierò per quella bella cena
e penserò, sentendo il lieto coro: 'Peccato proprio ch'io non sia con loro!'
*
Un giorno di unestate fa
Tu non ricordi quel giorno di un’estate. Soffiava forte il vento sulla Futa scompigliando i capelli tuoi castani.
E tu ridevi in impeto di giovinezza piena e poi correvi ti gettavi sull’erba e rotolavi lieta soltanto d’essere felice.
Io ti guardavo preso d’amore. Tu non capivi e sempre più ridevi nella tua giovinezza spensierata correndo sopra il prato chiusa soltanto in una gioia piena.
Tu non ricordi quel giorno di un’estate. Mentre lieta godevi giovinezza non comprendevi me
che ti guardavo con l’amore nel cuore
e non capivi.
*
Acrostico di Ferragosto
Festoso giorno al quindici d'agosto Entri nel cuore mio con grande afflato Riportandomi gioie al giusto posto Ricordando quel tempo ch'è passato. Agosto effonde attorno il suo calore Giovanile di sole e si distende, Ogni anno tu vieni e questo amore Sublimi con la luce tua splendente. Ti saluto di nuovo in questo giorno, Offrimi che ancor veda il tuo ritorno!
*
Dallalto della torre
Grandioso è questo spazio che si stende davanti agli occhi su nell'alta torre, m'incanta il panorama che s'accende sotto un cocente sole e immenso scorre.
In tale istante gran passione prende e ogni pensiero sembra di riporre nella piana che vasta si distende sapendo la bellezza propria imporre.
Osservo nel silenzio ipnotizzato con sguardo fisso senza altro pensare da quel grande spettacolo ammaliato.
Il sole nel frattempo è al tramontare, già le ombre incominciano a tornare ... e nella notte il piano è addormentato.
Sonetto con schema: ABAB, ABAB, CDC, DDC
*
Il nuovo corso della poesia
Usava un tempo, d'ora alquanto prima di fare le poesie sempre con rima e metrica elegante e senza errori altrimenti dall'arte si era fuori.
Si poteva un poema compilare anche senza su metrica remare però il fluire sempre era perfetto e su questo ci giuro e ci scommetto.
Per cui costa fatica il metricare e non tutti lo vogliono imparare ragion per cui avvenne grande cosa e si seppe poetare solo in prosa.
Poiché la prosa c'è in letteratura fu mutata in poesia con grande cura dagli aderenti molto sfaticati i quali tosto furono esaltati
da chi ben poco di poesia capiva ma d'essere lodato questo ambiva ragion per cui, di metrica ignorante, andava a capo ad ogni pie' avanzante
scrivendo in prosa, ciascun senso omesso, però l'andando a capo molto spesso, ed illuso di far ghiottoneria che esaltasse senz'altro la poesia.
E questa è la ragione per cui molti leggono una poesia di versi stolti e la rima e la metrica davvero riposan sotto terra al cimitero.
Gridano alcuni insieme ad altri rochi che in quest'arte sono rimasti in pochi e si scrive così, non è bugia, perchè nessuno sa più far poesia
con la metrica e rima, che richiede cultura ed attenzione, e ciò si vede, mentre invece ciascuno sembra avvinto dallo spezzare prosa ed è convinto
di scrivere poesia di grande ampiezza senza accorgersi che tale immondezza a un punto solo tristemente reca: appare a chi la legge una ciofeca!
Nota dell'autore. Questa strimpellata non si riferisce evidentemente a questo sito, ma è stata scritta dopo avere visionato altri portali. Una vera pena, per cui può starci una brutta e improvvisata strimpellata come questa ... però in rima e metrica!
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Serale francescano
L'ultima luce scende dalla Verna e il sommesso saluto manda attorno, dal convento vien suono di campana a rompere il silenzio alla campagna.
Tutto tace nel mormorio finale dei campi che si stanno addormentando e san Francesco appare ora immutato a gran voce cantando laudi a Dio
e quel suono riecheggia nella valle grido di grande fede senza tempo: Laudato sii in eterno, mio Signore per nostra corporal sorella notte.
Nota dell'autore:la Verna è il famoso convento del Casentino, meta d'infiniti pellegrinaggi, ove visse san Francesco che ivi ricevette le stimmate.
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Qualix artifex!
Sono un grande poeta. Me lo dice il plauso degli amici fragoroso ed io per questo sono assai felice e sui commenti sempre l’occhio poso.
D’ogni parte mi giungono radiosi e me li imparo a mente in un istante, amo quelli che sono sontuosi quando mi fanno grande più di Dante.
E subito capisco e inorgoglisco che quei commenti sono assai sinceri innalzando di gloria un obelisco a me grande poeta, fra i più veri.
Mi trovo ognora messo ai primi piani nelle rubriche, dove sempre appare il mio nome elogiato a piene mani, ogni altro di fronte a me scompare.
La mia poesia l’osservo io estasiato e col pallottoliere faccio il conto di quanti mi hanno oggi commentato, al prossimo cimento sono pronto.
Vengo inquadrato primo della classe tutte le volte ch’esce la rubrica, non trovo mai davanti a me un’“impasse” che io sono il più grande non mi dica.
Continuerò a poetare, amici miei, per dare a voi la gran soddisfazione di legger versi degni degli dei, solo in cambio d’ elogi a profusione.
Però tanto mi spiace che nel sito non vi sia una rubrica veritiera che per tutti i lettori faccia invito a dire il più poeta di ogni era.
Questa comporterebbe tanti voti a me poeta assai “modesto” e invitto, in modo che ciascuno ben lo noti che il più grande di tutti è il sottoscritto!
Nota dell'autore. Questa sarcastica poesia è dedicata a quegli scribacchini che nei siti letterari diffusi a iosa in internet pongono le loro ciofeche pensando di essere favolosi poeti, degni della più totale considerazione. Ma ...che l'autore della presente abbia voluto dedicare, per tale ragione di grandenza, proprio questa poesia a se stesso,non accorgendosene? Può essere!
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Viaggio nel paese della vera poesia da imitare
Sono partito ieri da Ciampino con aereo in Giappone ch’è diretto per trovare alla fine soluzione all’ansie che mi fanno poveretto.
Un tempo si credeva un dire fino riuscire a compilare un bel sonetto ch’è, ahimè, disceso agli inferi persino ora che c’è uno stile il più perfetto.
E dunque io sto andando a ricercare quello stupendo stile di poesia che sol fra i gialli io saprò trovare
e ciò solleva sofferenza mia che pace ormai non sa mai più anelare or che il sonetto è da buttare via.
Arrivato che sono in quel paese ho intravisto un signore che cortese s’avvicinava alla scaletta scesa con un saluto a chi ne discendeva.
Doveva averne fatte delle spese per quel kimono dall’ampie tese e sotto il braccio suo stava distesa “Per gli europei poesia gran giapponesa.”
Era un tomo di grandi dimensioni con all’interno gran disquisizioni sugli haikù, sopra i tanka ed altri ingegni
che faran gl’italiani alfine degni d’essere immortalati in gran poesia or che le rime son gettate via.
Ho guardato il suo viso, aveva gli occhi a mandorla corretti si notava, un chirurgo vi avea fatto pastrocchi e lo capii da come mi guardava.
Ma il gran naso era il suo, senza ritocchi, e alquanto sul suo volto non stonava, m’ha parlato: “Non voglio più ritocchi, un dì questo mio naso dominava.
Ma vedi un po’ ridotto come m’hanno con il kimono e gli occhi mandorlati, m’hanno creato tutto questo danno
ma all’inferno già tutti li ho mandati perché l'avvenimento mi deprime condotto in tal maniera e senza rime
e che molto assai male si dispone come spera chi fa l'opposizione ed io resto il Poeta come ieri, son Dante, fiorentino, l’Alighieri,
e in queste credenziali ciascun pone la sua speranza di cui siamo fieri che la vera Poesia sempre propone un domani e nell’oggi ed anche ieri.
Per cui ritornerò dominatore della vera Poesia, come conviene ed io sarò di nuovo il vincitore
contro chi contrastarmi sempre viene e mi rompe gli... affari a tutte l’ore ma di poesia nulla nozione tiene.
Io gli ho risposto:Dante tu sai bene che vogliamo vederti ove conviene per i tuoi versi dotti e meritati, qualcuno se li è dimenticati
o forse criticarti ben gli viene poiché son gente dalle scarse vene che letti non han mai quei tuoi trattati e il loro dire appare da sfrontati.
Per intanto però vedo è rimasto il tuo naso immortale (non si tocca!) per cui non serve fare alcun rimpasto
ed il tuo verso nobile, il più vasto, tornerà come un tempo su ogni bocca (d’intenditori, non di gente sciocca!).
A questo dire egli s’è voltato e col suo naso tutto m’ha oscurato il paronama che, prima evidente, ora non mi mostrava proprio niente.
Un naso come il tuo, gli ho detto è stato in tutto l’orbe sempre ricordato, e ogni chirurgo bravo dentro sente che sempre resti tale veramente
e non potrà da niuno esser variato, lo potrebbe soltanto il Padreterno ma non c’è altro perché sia cambiato
ragion per cui troneggerai eterno con quel naso che un dì ti fu creato col quale sei disceso anche all’inferno.
Nota dell'autore: Sei sonetti consecutivi per un unico e ben comprensibile concetto.
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Tavoletta di cera
Su di una tavoletta fatta in cera scrivo questo sonetto dedicato a te che fosti sempre a me sincera compagna in questo sforzo disperato. Ma adesso è estate e certo è cosa vera che presto sarà tutto cancellato dal sol cocente e quel che prima c'era da nessuno sarà più ricordato. Finiscono così le cose, è il guaio, la vicenda di vita so è mortale e differente idea appare errata poichè versi puoi incidere su acciaio e sorte toccherebbe a loro, eguale, come su tavoletta mal cerata. Nota: schema del sonetto: ABAB, ABAB, CDE, CDE Saluto tutti dando appuntamento fra due settimane.
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Terra toscana
La guardo dalla vetta e lei m’appare ondulata nel sogno di colline le quali s’accavallano ubertose mentre domina il monte più lontano recando al cuore un sogno d’infinito.
E ancora guardo questa terra che ha fascino profondo sia negli afosi caldi dell’estate oppur nei freddi inverni tempestosi.
Il pensiero tu incanti a chi ti guarda terra toscana che sai solo dare spettacolo di messi e dolci colli ma anche di rupestri e fredde rocce pur esse con un senso di splendore.
Mi perdo in questo fascino infinito e mi sento stordito in tanto incanto mentre la sera scende silenziosa ed io rimango immobile sul colle.
E la notte si posa con sua quiete sulle colline e il sole dietro il monte è già scomparso, ma nel raggio di luna ch’è presente è permesso vedere in emozione questa terra che dorme un calmo sonno
addormentata al canto delle stelle.
Nota: Per dovere di correttezza preciso che anche questa poesia venne a suo tempo pubblicata in altro sito ove ottenne notevole successo.
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Un Dante ...modernizzato
Poiché pare che finalmente le mie polemiche siano comprese nella loro giusta portata, pubblico questa ennesima mia ennesima composizione su Dante, sperando che la signora Rubino della Redazione del sito e altri continuino a esserne soddisfatti. Se così ne pubblicherò successivamente delle migliori, senza la pretesa, naturalmente, di essere considerato un vero poeta, ma rendendomi conto che sono solamente uno strimpellatore in questa irripetibile terra Toscana. Si noterà che la strimpellata è composta da quattro sonetti consecutivi per un unico argomento.
Che strano sogno ho fatto questa notte agitato davvero in moti seri, ne avevo viste già di crude e cotte ma non in tale stato l’Alighieri!
Sembrava avesse tutte l’ossa rotte dovute a imperscrutabili pensieri e pure d’aver preso tante botte in attentato a lui di masnadieri.
O Dante mio, non t’ho riconosciuto così vestito e in tale atteggiamento, un tempo io restavo compiaciuto
tanto nell’incontrarti ogni momento ma così mal ridotto t’ho veduto che quasi nell’incontro son svenuto.
Che t’è dunque successo, mio poeta, perch’io ti veda tosto in questo modo, certo non mi darai notizia lieta ma sciogli alla mia mente questo nodo.
E Dante mi risponde: la mia meta tu sai qual’è, per questo io mi rodo di come questo aspetto non m’allieta e intorno a me grandi risate odo.
Ora non scrivo più canti e terzine e son costretto a scriver solo tanka oppure haiku che sembran roba stanca
e che non sono rime sopraffine da conservare ben rinchiuse in banca, non versi, bensì roba da sartine!
Da quando son venuto nel moderno m’han fatto mandorlati gli occhi fieri, con tal tunica io, che sono eterno, or non v’appaio più quello d’ieri.
Composi di Poesia quel grande terno che espressi in sentimenti assai sinceri, scrissi sul paradiso e sull’inferno e pur sul purgatorio in versi veri.
E nonostante quel mio dotto dire ed i concetti ben spaziosi e vasti mi tocca proprio adesso di subire
questo obbrobrio dal quale dissentire e ch’io divorerò con truci pasti come il conte Ugolino a non morire.
La mia vendetta aspetto già di dare a chi volle ridurmi in tale modo riuscirò di nuovo anche a rimare e a sciogliere del cuore questo nodo.
Tu vedi, sotto il braccio ho da portare non la Commedia dallo stile intenso, bensì questo malefico poetare dal titolo: Haiku ma senza senso.
Ritornerò però nelle mie vesti e mi vedrete come sempre austero nell’aspetto con cui son conosciuto,
e l’immagine mia per sempre resti con il volto fissato nel mistero e dei paludamenti compiaciuto.
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Il bosco dellontano
Per Klara Rubino. Non ho nessuna difficoltà ad inviarti un mio sonetto che, già pubblicato in altro sito, ebbe notevole successo. Però, non per vantarmi, ne ho scritti anche di meno sdolcinati e più belli. Spero di averti accontentato.
Dimmi, tu hai visto al bosco dell’ontano una donna gentile che ha parlato e t’ha chiesto di me che son lontano e pur ti ha detto che mi ha tanto amato?
Anch’io molto l’amai, tu piano piano comprenderai cos’è che mi ha portato a domandarti in spirito non vano di lei che con amor mi ha ricambiato.
Al bosco dell’ontano non m’è dato ora venire, sai, non posso ancora, però se su nel cielo tu hai guardato
avrai visto che in una bianca aurora lei cantava fra gli angeli il beato inno che nel mio cuore è fitto ognora.
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Acrostico su La Recherche
L' arte della Poesia la non si trova A nnaspando sui siti qui diffusi, R estane tu convinto e fanne prova E saminando liriche e ...refusi. C onsecutio dei tempi ed altro ancora H ai qui in visione e in essi tu ti sdegni E metti tutti quelli alla malora, R imandi poi chi errò con tali segni C he stanno ansiosi ad aspettare l'ora, H o seri dubbi su quei capi legni E vogliono l'elogio ...che sventura! Nota: Questo acrostico è dedicato al sito La Recherche che è fra i pochi che si sforzi di pubblicare poesie se non altro decenti e non sgrammaticate, contro il vizio ricorrente dei vari siti cosiddetti di "poesia" di accettare tutti e tutto, ciofeche o meno, orrori o, talvolta, poesie veramente improponibili.
*
Sonetto triste
Ora Dante par proprio sia scordato e Petrarca oramai non è di moda, Boccaccio pure vien dimenticato da prosatore che fra sé si roda.
Si passi a stili nuovi, sia esaltato quell'haiku che qualcuno tanto loda insieme a troppi che l'hanno imitato e al nostro preferiscono tal broda.
Una poesia meravigliosa quella nello stile del grande imitatore, brilla in letteratura quale stella
ma più luce non ha la poverella in mano a gente senza arte e cuore che di lirica ha perso ogni sapore.
Nota: In certi siti cosiddetti di poesia viene esaltato e miseramente imitato lo stile giapponese, tanto poco faticoso apparentemente per i nuovi incapaci aedi.
*
Pietoso sonetto
Ho scritto una poesia che sa d'amore solamente per te con tutto il cuore e l'hanno letta tanti "intenditori" che dagli elogi già mi fanno fuori. Ma uno ch'è davvero intenditore e non di bei commenti venditore per questa poesia non fa furori ed esprime il suo dire ...son dolori! "Mio caro gran poeta senza spina, questa poesia potevi tu evitarla lasciando questa rima sopraffina. Bastava tu scrivessi stamattina in buona prosa, tal da salutarla, alla tua bella... in modo da salvarla!". Nota: salvarla da questo strazio, naturalmente. Sonetto con schema: AABB, AABB, CDC, CDD.
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Nel canto della sera
Nel canto della sera ho ritrovato il tuo sorriso sempre inarrivabile con la natura già che m'ha affiancato per vera sensazione ch'è palpabile. Il tuo ridere ho visto incastonato in un fluire ben composto ed abile di campi che mi hanno entusiasmato mentre dava rintocccchi il campanile. Qel bel din don unito al rimanente mi faceva sentire assai contento e assaporavo tale evanescente gioia per pochi attimi presente in grandi cose che nel cuore sento pur se durano poco... un sol momento. Sonetto com schema: ABAB, ABAB, CDC, CDD
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Speranza
Io spero sempre possa tu guarire e non riesco proprio a immaginare che questo male debba progredire e tal parola non so pronunciare.
Ogni speranza voglio rinverdire e vederti felice a passeggiare su dei prati fioriti a benedire con me quel tuo improvviso migliorare.
Il sole sopra noi farà concerto in un celeste cielo immacolato e t'amerò, di questo sono certo,
più di quel tanto che ti ho sempre amato e contraccambierai tu tanto amore lasciandomi per dono quel tuo cuore …
che da tempo oramai m'hai regalato!
Sonetto improprio con quindicesimo endecasillabo finale (schema ABAB, ABAB, CDC, DEE, C).
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Il naso dell’Alighieri
Passavo lesto in piazza Santa Croce quando sentii chiamarmi da una voce possente da quel bianco monumento che mi urlò: “ Dunque fermati un momento!”
Io mi voltai sorpreso sull'istante e vidi che la statua era di Dante il quale con gran stile e con passione iniziò una splendida concione.
“ O tu che ti diletti in scorrimento dei siti di poesia che son tormento di chi ama la lirica e lo stile, dimmi se non ti sembra stolto e vile
questo modo d'agire assai meschino di chi ha scambiato un canto già divino per un'esposizione assai confusa che adesso in questi siti ormai si usa.
Attendono commenti favolosi per spenti scritti, e se qualcuno osi dir loro solo ch'essi sono bravi ei tolgono d'accesso a te le chiavi
perchè tu non hai detto in mezzo al coro che i migliori del mondo sono loro e quindi tu hai recato grande oltraggio alla vera poesia di cui fan saggio.
Non sanno quegli emeriti soloni di quel che seppe fare un tal Manzoni al qual sembrando il suo romanzo scarno sciacquò tutte le pagine nell'Arno,
ma ad essi pare invero cosa vana sapere la grammatica italiana perché nella poesia serve soltanto pubblicare ogni giorno e fare pianto.
Togliendo ogni più lieve criticare ogni scritto riescono a salvare e rimangono intonsi nella gloria esaltando così la loro boria.
In tre cantiche io seppi poetare su un mondo che ai lor occhi non appare perché ogni giorno, e credono sian rose, ripeton sempre ormai le stesse cose.”
E se gran fantasia non li sovviene e un argomento proprio non gli viene allora prendono spunto a criticare poesia di qualcun altro che gli appare
e la critica stolta a loro vale come fosse un concetto originale e restano estasiati, questo pure, se si trovano un sacco di letture
che mostra tosto all'inclito e all'incolta che medesime son dell'altra volta, le stesse frasi con le stesse balle che ogni qualvolta fan calar le palle.
I lettori son sempre poi gli stessi ed i commentatori, grandi fessi, spesso sbagliano, e il dirlo questo vale, il matrimonio con il funerale.
E poi sorgono i gruppi organizzati (ed in internet tanti ne ho annusati) i quali per contratto che han firmato han l'obbligo di far un commentato
a tutti di quel clan i componenti, danno giudizi tanto si splendenti che chi di Poesia capisce un poco dal gran ridere poi diventa roco.
Vi sono anche Poeti di valore che scrivono con classe e con il cuore ma non hanno letture né commenti e dopo se ne vanno e più li senti. E i redattori allora, poveretti, leggendo una poesia del buon Crocetti, si fissano su quella solamente e salvano così quella gran gente
che più sarebbe adatta per il fato ad essere abitanti di quel Prato ove almeno san scegliere i nativi i cenci usati e via quelli cattivi.”
Interruppi un istante padre Dante che di cose voleva dirne tante e mi scusai dicendo senza ruzza che intorno era discesa una gran puzza
e il Poeta mi disse: “Vanne pure ed abbi del tuo naso quelle cure che anch'io al mio respiro vorrei dare, purtroppo qui non c'è niente da fare
e mi tocca annusare con orrore questo che sento intorno gran fetore che vorrei sulla piazza un po' si perda … ma resta sempre un gran puzzo di merda!”
Non riesco davvero a capire se ieri, mentre passavo davanti alla basilica di Santa croce, in Firenze, ebbi un'allucinazione o la bianca statua in marmo del sommo Poeta che domina l'omonima piazza mi parlasse veramente dei siti “poetici” che si disseminano su internet. Io comunque doverosamente l'ho riferito.
*
Significato di ciofeca a Napoli
A un certo bar vicino alla stazione ho chiesto assai voglioso un caffè nero fatto con arte, stile e con passione perchè a Napoli fan caffè, ma vero!
Quello faceva invece compassione e risultava acquoso e non sincero per cui dissi al barista:”O gran minchione, la tua brodaglia è pessima davvero.”
La sua risposta: “Sappiam farlo buono ogni volta ciascuno ce lo chiede e gran rispetto verso quello reca,
però volli volle cambiare il mio buon tono una volta soltanto in questa sede per mostrare che so cos'è ciofeca !!!”
Sonetto con schema ABAB, ABAB, CDE, CDE
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Sogno di un Dante modernizzato
Che strano sogno ho fatto questa notte agitato davvero in moti seri, ne avevo viste già di crude e cotte ma non in tale stato l'Alighieri!
Sembrava avesse tutte l'ossa rotte dovute a imperscrutabili pensieri e pure d'aver preso tante botte in attentato a lui di masnadieri.
O Dante mio, non t'ho riconosciuto così vestito e in tale atteggiamento, un tempo io restavo compiaciuto
tanto nell'incontrarti ogni momento ma così mal ridotto t'ho veduto che quasi nell'incontro son svenuto.
Che t'è dunque successo, mio poeta, perch'io ti veda tosto in questo modo, certo non mi darai notizia lieta ma sciogli alla mia mente questo nodo.
E Dante mi risponde: la mia meta tu sai qual'è, per questo io mi rodo di come questo aspetto non m'allieta e intorno a me grandi risate odo.
Ora non scrivo più canti e terzine e son costretto a scriver solo tanka oppure haiku che sembran roba stanca
e che non sono rime sopraffine da conservare ben rinchiuse in banca, non versi, bensì roba da sartine!
Da quando son venuto nel moderno m'han fatto mandorlati gli occhi fieri, con tal tunica io, che sono eterno, or non v'appaio più quello d'ieri.
Composi di Poesia quel grande terno che espressi in sentimenti assai sinceri, scrissi sul paradiso e sull'inferno e pur sul purgatorio in versi veri.
E nonostante quel mio dotto dire ed i concetti ben spaziosi e vasti mi tocca proprio adesso di subire
questo obbrobrio dal quale dissentire e ch'io divorerò con truci pasti come il conte Ugolino a non morire.
La mia vendetta aspetto già di dare a chi volle ridurmi in tale modo riuscirò di nuovo anche a rimare e a sciogliere del cuore questo nodo.
Tu vedi, sotto il braccio ho da portare non “la Commedia” dallo stile intenso, bensì questo malefico poetare dal titolo: “Haiku ma senza senso”
Ritornerò però nelle mie vesti e mi vedrete come sempre austero nell'aspetto con cui son conosciuto,
e l'immagine mia per sempre resti con il volto fissato nel mistero e dei paludamenti compiaciuto.
Si tratta di quattro sonetti consecutivi con schemi sempre eguali per le prime due quartine e vari per le due terzine finali, e la strimpellata mi è suggerita da bacheche di Marina Pacifici al mio ultimo intervento “Senza spazio per volare”, su di un sito di poesia. Meraviglia. Abbiamo scoperto che esistono anche i senryu e altro. Dove mai potrà arrivare questa grandiosa ricerca scientifico-poetica di molti?” Dante si scusa per quel che ha detto delle sartine, ma lui alludeva a quelle ingenue del suo tempo. Ora sono davvero diverse, anzi, non ne esistono addirittura più!
*
Bugie damore
Io penso proprio tu mi voglia bene perché in ogni momento che vi sia cerchi sempre alleviare le mie pene per la tua avanzata malattia.
Una grande tristezza me ne viene nel vedere lo sforzo e la malia nel tuo celare il male che mantiene la sua forza ed avanza nella via.
Vorrei tu lo credessi che io credo a quel che dici a farmi lieto apposta ma purtroppo quel male brutto vedo
che piano piano avanza senza sosta e in mezzo a queste flebili poesie ormai viviamo in mezzo alle bugie.
Sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, DEE
*
Senza spazio per volare
Non lancerò più le canzoni al vento con l'intento raggiungano le stelle e omaggino col loro sentimento tutto il creato e quelle cose belle.
Un tempo c'era spazio ove volare con leggerezza in corsa su nei cieli liberi fino in alto di portare il nostro sogno che nessuno celi.
Ora più non si giunge a quelle altezze perché il pensiero batte contro troppi sentimenti confusi e scorrettezze che creano in spazio veri e propri intoppi.
Si prende a spunto sentimenti d'altre parti e seguendo più facile via si fanno creazioni che pur scaltre fanno credere queste sian poesia.
E noi che abbiamo un Dante ed un Petrarca e pure nell'ermetica si vale cerchiamo entrare con la gobba carca in questa confusione universale.
Ragion per cui, come qualcuno ha detto, non si capisce più che sia Poesia e è molto meglio dormicchiare a letto senza la rabbia e la ...malinconia!
Nella quasi totalità dei siti di poesia in internet la maggioranza dei cosiddetti “poeti” giunti dal nulla e desiderosi solo di mettersi in mostra e ricevere da gruppi organizzati sontuosi commenti di stupore per poi astutamente ricambiarli, cerca d'ingannare l'evidente pochezza delle opere che continuamente immette con l'appoggiarsi a generi poetici che non fanno parte della nostra mentalità e che sono frutto di una particolare tendenza poetica adatta a quei Paesi e e solo ad essi. In tale stato si finirà per screditare talmente la poesia che non ci sarà più spazio per essa e si finirà per non capirci più niente.
*
Canzoni
Canterò solitario le canzoni che dal cuore mi escono spontanee ma nessuno starà lì ad ascoltarmi e sarò solo.
Rimarrò nel totale isolamento e lieto ora m' allargo perché al mio cuore basta questo canto che soddisfa me stesso e i miei pensieri
che solitari s'alzano nell'aria e volano su in alto
fra le stelle.
*
Finzione damore
Tu cerchi di nascondere negli occhi la tristezza che ti pervade ognora e pensi che nel mio pensiero sbocchi soltanto un'illusione, ed un'aurora
io veda nel tuo sguardo che non tocchi i miei sensi per quello che t'accora per cui tremano ancora i tuoi ginocchi ed in te leggo tanta pena ancora.
Eppure fingo anch'io, ti do coraggio e dico di vederti molto bene perché ti ha colto di salute un raggio
e stare in questo stato ti conviene. Eppure tutti e due ben lo sappiamo che non si crede a quello che fingiamo.
Sonetto con schema: ABAB, ABAB, CDC, DEE
*
Dialogo fra sordi
Succede a volte che fra le persone nel dialogare avvenga un'impennata e a una domanda alcuno che propone tutta un'altra risposta venga data.
Per colpa di codesta incomprensione che porta su una strada ormai sbagliata ci si perde in totale confusione e la conversazione è deviata.
E' come fra due sordi a dialogare quand'uno “Che ore sono?” chiede a quello, cui c'è risposta: “Certo, vado al mare!”
Il primo: “Allora ho tanto da aspettare!” e il secondo: “Davvero il tempo è bello!” e l'altro: “Piove? Ma ho con me l'ombrello!”
Sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, CDD
*
La pennichella
Ho fatto una poesia che alquanto vale e l'ho scritta con prosa verticale come s'addice oggi a quei poeti che dicono: ”Di scrivere siam lieti
in questo stile che ben più lui vale che scriver con la rima, e non ha eguale lo spezzettar la prosa, e alcuno vieti di non considerarci gran poeti.
Con questo stile si fa molto prima che a scrivere poesie con una rima e soprattutto è dotta la novella
che noi non si fatica a fare quella per cui non c'è bisogno della lima e ci possiamo far la pennichella!”
La dizione “prosa verticale” è copyright di Antonio Terracciano. Questo è un sonetto con schema AABB, AABB, CCD, DCD
*
Semplicità e frusta
Scrivo semplicemente perché voglio entrare in cuore e che nessuno sfrutti superando all'istante il grande scoglio d'incomprensione che non dà i suoi frutti.
Resto sempre fissato su quel soglio di conoscenza ch'è concessa a tutti e che mi dà lo smisurato orgoglio d'esser capito e via non mi si butti.
Ho sol parole semplici da usare che l'ignorante coglie come il colto, con nessuno mi voglio confrontare
e mostro sempre il mio sincero volto che solo col superbo s'inasprisce e con la frusta ... gli fo* il culo a strisce!
*fo, alla toscana, sta per faccio. Sonetto con schema metrico ABAB, ABAB, CDC, DEE
*
La poesia
Con grande impegno ho scritto una poesia in dolci rime e a te l'ho dedicata piena d'amore e di malinconia … ma a tutti pare invero una frittata!
Chi l'ha letta mi dice ”E' una follia che tu a lei ormai l'abbia inviata, se la scrivessi alla ragazza mia mi manderebbe a fare una girata!”
Ci son rimasto male e son pentito d'avertela spedita, che figura, e nel petto mi sento intimorito,
però quel dubbio assai ben poco dura e arriva il tuo messaggio di risposta: “Bellissima, nel cuore l'ho riposta!”
Sonetto con schema ABAB, ABAB, CDC, DEE
*
Il vero poeta di oggi
Sono poeta che ha una classe enorme e scrivo solo dei capolavori che per forma e per stile fanno fuori degli altri scribacchini le gran torme.
Io m'innalzo su tutti e le mie orme tentano d'imitar coi lor furori ma la poesia con loro solo dorme malgrado essi ne sprechino sudori.
Io detesto la rima, una sciocchezza che davvero nell'oggi poco vale e mi diletto, nella mia grandezza
soltanto con la prosa verticale e il mio successo mai nessuno spezza che sempre più verso l'Olimpo sale.
Nel sito fra i giudizi son festante e nessuno si provi a contrastarmi, il mio carnet dev'essere elegante non permetto a invidiosi d'inquinarmi.
E se qualche invidioso ci provasse e tentasse un giudizio non sia bello io mi tolgo all'istante dall'impasse e in men che non si dica lo cancello.
Ho un bel gruppo d'amici a me associati che esaltano con grazia i miei lavori, da me son sempre essi compensati e li onoro con questi miei favori.
Mi espando in tutti i siti con gran gloria con lirica forbita ed elegante e aspetto finalmente che la storia dica che sono genio più di Dante!
Sopnetto iniziale più cinque quartine seguenti.
*
Il vero poeta di oggi
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