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Raccolta di poesie di Niccolò Zappa
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Stella in stanza

Non è giusto dirlo

non sento questo respiro.

 

Sola nella stanzetta

piccolina ti abbracci

senza un filo di trucco

 

domani lavori 

sorridi

 

Non è giusto dirlo

Qua il tuo profumo non arriva

non penetra al di fuori della stanza.

 

Hai freddo

Io...

Io no.

 

La luce del lampione

rimane ferma illumina il soggiorno

ancora nella cameretta ,ti giri nel letto

strofinando il cuscino con i lunghi capelli

quelle slanciate gambe accartocciate

sul tuo corpo

Un seno schiacciato dal lenzuolo

 

Adesso va bene è vero

è giusto sento che 

respiri scandendo il tempo

della notte, ti accarezza.

Lasciandoti addormentare

cullandoti nel sonno.

 

Le coperte si allungano nel letto

a cercare il tuo visino

mentre stai ancora dormendo

la luna, riesce ancora a far splendere la 

stanza.

Ricordando 

il fascino della notte

 

I vetri appannati alle persiane 

a tracciare almeno loro 

più vicini

un ricordo un piccolo segno 

sul tuo corpo.

 

Quelle scapole sulla schiena

si intravedono sulla maglia

sorvolano il letto

aspettando quell'angelo si svegli

guardandomi a distanza 

sorridendomi.

 

Una stella si appoggia al vetro della finestra

Mentre silenziosamente ti muovi nel netto 

scuotendo le coperte.

Il materasso ti prende tra le braccia 

portandoti dritta- dritta tra i miei occhi.

 

Quando pensi di essere sola, nella notte

Hai con te stretta

la stella dal vetro che batte 

alla finestra 

gridando di entrare.

 

 

*

polmoni gonfi irrispettosi

A volte manca il respiro

 

Una cosa era inconfondibile....

 

L'odore delle labbra

sprofondava dentro

NON RIUSCIVO A RESPIRARE A PIENI POLMONI.

 

Lei 

sognava

sorrideva con un filo di voce

era vicina 

aspettava a dire qualunque cosa 

 

Pronto a tirare una biglia, non sapendo

su quale strada si sarebbe incamminata 

arenata

 

Alla fine questa sfera 

rimaneva legata in gola

a riempire i polmoni 

gonfi ed irrispettosi

 

Quanto vale che significa 

averti dentro 

Non aiuterà 

sputarci addosso 

trasformare un insuccesso in passione.

*

fai piovere pupa

Un temporale 

esco sta diluviando.

 

Ho il desiderio di vederti di chiederti 

come stai

 

Sperando che smetta di piovere

ed invece mi bagno tutto

Sei a far piovere dal cielo

sul tuo trono stellato

divertendoti a lanciare fulmini saette

ai passanti.....

Speri che qualcuno venga fulminato

dalla tua vita 

dai tuoi occhi 

dal visetto da pupa. 

 

Ha smesso di piovere adesso

sono bagnato

 

vivo lo stesso 

rimane 

stampato dalle gocce il tuo sorriso

 

Mi piacerebbe capire che fai,

dove stai andando,

che cosa provi 

se mi pensi 

se sogni.

 

Troppe donne in una sola

è difficile immaginarti 

cercarti 

capire come sei 

 

Mi rimane impresso il tuo corpetto

quel sorriso inconfondibile 

quegli occhioni che annullano ogni parola

freddi senza cuore

pronti da non so quante vite hai 

a lasciare intravedere qualunque cosa si riesca ad immaginare.

 

Me ne accorgo adesso

che ha smesso di piovere!

 

era meglio che continuava anche

se più piano

Avrei continuato a sentire la pioggia 

segnare i passi  a scaldare la tua voce.

 

Mentre chi sa dove, in quale posto 

rimani sulla giostra a girare 

ruotando ed illuminado a festa un universo stretto

Che pensi di aver circondato 

piegato in due  e diviso tra le tue mani. 

 

*

coccinella

coccinella

piegata tra le mani

appogiata sui palmi.

 

soffi con il vento

ingannando il tempo

sola, circondata dal prato verde all'inglese 

 

colorata a puntini

vestito sgargiante 

piccolina e morbida 

con le gambette 

che fanno il solletico a passare tra le nocche.

 

Rimane la tua forma 

segnando l'affetto

che si accumula dentro, l'ossessione

di stringerti tra le mani

Fino a farti esplodere

di infiniti colori

 

Mentre un fiore alle mie spalle 

sboccia all'improvviso aprendosi a ventaglio.

Facendo rimanere sospeso, l'odore degli occhi

a fare contrasto

con le righe sul 

dorso di questa soffice creatura vivente.

 

*

pianoforte nero sul mare con un donna sopra

accomodato sul mare

piedistalli neri

pianoforte lungo

sniffato al colore rosastro della pelle

il corpetto nero scintillante.

Mentre da lontano,

lampadine 

a mandare baci

piccole luci gialle 

eleganti in fila,

le palazzine una vicina all'altra

accarezzano il panorama. 

 

suona piano 

sopra il pianoforte 

a scandire il tempo, 

le onde

passano vicino 

gli occhi

ancora più profondi dal fondo del mare

Occhioni marroni 

con quelle lineette pesanti di trucco

 

balla 

in mezzo al mare

sul pianoforte 

muovendo le onde

con tacchi da diva.

Gli orecchini rispecchiano

il chiarore della luna

 

vorrei sentirmi più solo

invece insisto ad assumere

il senso surreale della scena.

 

Quelle lunghe gambe

piagate dal pianoforte 

a muoversi 

con i capelli

a battere a metà della schiena

sincronizzano il frusciare del vento

sorvolando le onde.

 

Sei apparsa da poco

 

MA UN PIANOFORTE NERO SUL MARE CON UNA DONNA SOPRA 

 

che scena 

è mai possibile. 

 

 

 

*

parole svuotate

Parole 

va tutto bene

qui non suona la musica

tutto è arido 

non cresce

 

Parole

stanno arrivando 

tutto scivola liscio

dentro il bicchiere

 

Scrivendo con la luce accesa

parole 

abbracciano il cuore

maratoneta arriva al suo salto

presenta il conto

 

niente non fiorisce

Parole che vanno a spingere

questa carica gonfia di emozioni

 

Parole 

sorridete

ditemi qualunque cosa

 

Discorsi 

sono adesso pronto

a prendermeli 

come se aspettassi un saldo di tutti i sentimenti passati

 

Ti aspetto

Ancora parole 

vanno giù

in un altro bicchiere 

catapultato sul comodino semivuoto

di fronte allo scootch arrivato quasi in fondo alla bottiglia. 

 

A decadi di distanza

pronte da una vita 

Parole, sempre

continuo a scrivere

mentre il vento dalla finestra 

ricorda la giornata lunga passata a lavoro

suonando continue musiche giornaliere

rutine teatrale

entrando in scena da attore famoso

conoscendo a memoria il copione

 

Diabolico 

armonioso adesso Parole 

non voglio provare altro 

sentendo il vento che sbatte sulla persiana

 

Guardo la zanzara 

appollaita alla luce

mi ronza vicino 

Vive assorbendo nei sogni lo stato d'animo di ogni individuo

Lo fa non si pone domande

poi stanca della stessa luce 

esce dalla finestra 

ronzando insieme al vento

 

Potrei prenderla

piegarle le ali 

lasciarla per terra ferma senza respirto 

come se segnasse un punto fermo nella stanza

A meno di mezzo metro dal mio corpo

 

Invece rimango a guardarla

che esce dalla stanza 

senza nemmeno alzare un dito.

*

criniera bionda

A guardarti dallo specchio

quella criniera lunga bionda 

circonda le spalle 

avolgendo il corpo 

dentro al vestito nero.

 

Il rossetto stampato 

sorride alle labbra

 

Mentre muovi quel culo

ti sussurro con un filo di voce 

quello che voglio

 

con le scarpette bianche

occhioni marroni

impronte del viso

gambe slanciate accomodate sul parquet

 

Ti parlo a bassa voce 

e rimani a guardarmi

 

Mentre mi accendo una sigaretta

fuori dal salone

dove esci anche te

trascinata dal fascino che ti circonda.

 

Alta con i capelli lisci immobili

con il viso lucente 

dai faretti che si incamminano uno ad uno 

in fila nel corridoio che porta all'uscita.

 

Sei dentro una 

eleganza che segna quasi

ogni tuo passo mentre

sei fuori al parcheggio 

parliamo ancora un po'.

 

Sguaino dalla giacca un'altra sigaretta

per trascinarmi con me ancora addosso del tempo. 

*

tregua d’estate

Tregua lei non mi è mai piaciuta

adesso che accomodato sul trono

respiro, sento che mi lasci.

Ripeto di stare meglio finalmente passa 

e la chiamano estate

 

Mi abbraccio l'arrivo dell'autunno 

con il tuo corpetto scintillante 

dentro al piumino

che scende sulle tue gambe

 

Caldo che non riesce a pensare

mentre l'autunno si accomoda elegante

entrando dalle finestra.

Il freddo mi chiama scusandosi 

 

E cammini con la tua piccola catenina

aggaciata al collo 

staccando sistematicamente i piedi dal pavimento

sei maestosa con quel vestito bianco imperiale.

entri in bagno spogliandoti ridendo da sola allo specchio.

 

Una goccia di sudore a breve si stampa e scende sulla spalla 

che stanca anche lei crede alla fine del caldo

e menomale che arrivi 

rinfrescando l'aria senza nemmeno avvisare

Settembre fronte di ogni inizio 

Esalti poi il tutto amplificandolo d'inverno.

 

Dove rimani ferma formidabile

cammini meno 

e vengo a prendere ogni cosa

 

Adesso che esci dal bagno

di casa tua ti scaraventi a letto 

reso liscio e fine dalla tua pelle bianca 

dove le lenzuola silenziosamente ti sfiorano, 

circondando la camera

 

Mentre da questo trono accomodotato 

riesco a vederti

 

L'estate che suona da fuori

si mette pronta sulla sua giostra 

e prima di tornare e fermarsi  

meglio cosi....

passeranno dei mesi 

non riesco proprio a pensarci.

 

è il caldo che entrandomi dentro 

perfora le mie noie 

ti aspetto come da sempre 

da 1000 anni non vedo l'ora  che tu torni 

già adesso nella stanza è più freddo. 

 

 

*

veleno rosso verde infetto

Fame, sei grande

potrei stringerti 

con un dito

 

come faccio 

ora accomodato ti guardo. In mezze maniche non ti fermi

 

Bionda

pronta

sfida.

 

Ancora a distanza di un battito 

rimango qua.

 

Esci crosta velenosa sotto pelle 

rimane impassibile difficile levarla

se sfondi 

questa linea sottile indelebile.

 

Sboccia un fiore dal Veleno

 

Veleno rosso

Verde infetto

 

Rimbomba splende a distanza

da alcune pulsazioni

 

Tu che credi di trionfare

Rimani in un limbo

Mentre ammiro la conquista del tuo panorama:

 

Perla

diamante 

nascondi il tuo valore.

Accomodata 

con le ali sulla scrivania

con le scapole che accarezzano

il mio universo. 

*

serpente- lince-donna

Serpente

superati ormai i limiti.

Lince elegante e sinuosa

 

Arrivi dal nulla...

sbocciando subito

occhi cristallo

ipnotizzano la scena

immobilizzando ogni emozione

 

Neve 

glaciale 

pensieri che 

riesci a far intravedere

Ora seduta sorseggiando con la cannuccia 

l'aperitivo. Giocando con il  ghiaccio, manco fossi una bambina.

mentre l'acqua ormai sale di livello, dentro al bicchiere fermo 

mi guarda. 

 

Differenza di movimenti 

Ti incammini

trascinando colori 

sei pronta a ruotare

alzando il passo

ingigantendo la scena

 

Seno slanciato

Capelli preziosi 

viso stacca altri pensieri 

impadronedosi del fascino 

resta un secondo un attimo

 

ormai

tardi 

mentre adesso

ora ancora un pò 

per un istante

 

riuscirei a seguire 

il tuo mondo

restando fermo

o facendomi tentare

dalla tua spinta 

forte che emani

sprigioni

di senso di appartenza all'universo che ti circonda

sembra

tu sia la reginetta viziata 

 

mi guardi ancora senza abbassare  lo sguardo

Bocca che hai 

ti appartiene 

vive con te

stritola tentazioni lussi 

così allora 

stanno diventando consapevoli le tue idee.

 

Lasciandoti andare

rimane sul mio corpo l'odore della tua pelle

leggiera

quelle tue continue fissazioni 

un attimo dopo appena ascoltate ripetute 

sono già tramontate nel vuoto.

 

riesco a seguerti con lo sguardo 

non mi muovo 

mi fermo 

in questa sera.....

 

al nord di questo posto all'inferno

 

ipnotizza se riesci il fuoco

 brucia senza fermarsi

continuando a pulsare 

scandendo il ritmo anche della carreggiata

ancora calda dal sole del giorno. 

 

 

 

 

 

*

frammentazioni

come da innocente

lasciavi la testa sul suolo

pensando al vuoto

 

adesso insieme al mondo ti circondi di enfasi.

Non ti resta che contare ad uno ad uno

l'emozione che stritola l'essere

vivendo pulsando

il cuore batte ancora 

parla non si ferma

 

Lasciando uno strido che

rimbomba fino a terra 

sulla tua esistestenza

ridendo ancora

sul suolo accasciato.

 

Imperatore di stesso

Mentre da questa salita

alzi ancora lo sguardo

scrutando l'orizzonte...

 

ombra di stesso. 

*

in questo posto dove io sto.... al grand hotel

Seduto su questi terrazzi

spostandomi, da uno all'altro come fossi al grand hotel.

 

in questo posto

dove io sto.

 

si intravede il mare, 

dal ronzio delle camere si presentano luci

ombre camminano muovendosi uguale a fiammiferi. 

 

Sulla strada si incammina

la famiglia

il bimbo che gioca gridando

mentre la mamma si accende la sigaretta

 

dalle terrazze 

un cielo speziato

ricco di sapore

una eleganza maestosa e quel palazzotto da lontano

spara nel cielo, quella luce immensa,

segnando nell'ombra una grande attrazione.

 

quella donna si intravede mezza nuda

in camera, sale in mansarda  con quei piedi felpati felini

e lentamente spegne il tutto

lasciando ancora immaginare.

 

Mentre ancora per strada

un altra famiglia si incammina per il viale.

 

E da un lato hotel a festa

fanno scorre musica sul marciapiede allangando la strada

di una movida forse ormai poco opportuna. 

 

sempre accomodato come una star su questi terrazzi

il vento che scandisce il passare del tempo

adesso sento il mare.

 

mentre la motonave per la gita serale

torna al molo sempre illuminata

come fossa alla sua prima festa inaugurale 

ormai pronta da un secolo.

il tedesco il francesce che scende

 

rimango al grand hotel 

il suono di una macchina

accompagna  un attimo del tempo

 

adesso che in questo posto dove io sto

penso sempre

ancora di essere al grand hotel.

 

 

*

sempre più vicina ad una dea

Quando quell'angelo

venne a prendermi

rimasi immobile a guardarla.

 

Con le ali già scese dal cielo

continuai a cercare

quei particolari...

 

Un seno scolpito e con gli occhi all'inferno.

 

Continuai a guardarla

sul divano mentre la televisione lentamente

come fosse la sua ombra

insisteva a muovere quell'essere

 

figura angelica

lei non disse nulla

(gli angeli non parlano).

 

voleva portarmi con lei

e senza fretta cercava di

poggiare quelle grandi ali

venute dal cielo

vicino a me

 

quel viso lucente

che accarezzava il mio

sapeva dire qualunque cosa

 

e mentre ancora fermo

rimasto in silenzio;

il soggiorno rendeva l'ambiente circostante

tutto di poca importanza

c'era ancora quell'angelo

 

sempre più vicina ad una dea.

 

ancora immobile

non dissi nulla

ammiravo quell'essere

che adesso era a casa.

 

Creatura venuta per me

dal cielo

Non Provare

Non Farlo

Rimani immobile

 

adesso la televisione

sempre accesa

pulsa

risuonando un battito del cuore

che scandisce come una danza

la luce nel soggiorno

 

lei era sempre lì

protagonista della serata

*

pioggia d’infanzia

Pioggia d'infanzia

 

vieni nell'ombra.... prosciuga, trascina quello che puoi

Non pensare a quello che rimane

immagina quel mondo

 

Nel buio

asciuga sulla pelle quel che resta

del sapore del vuoto

 

amore sospira, cuore rimbalza

nell'invidia pulsante

di essere un bersaglio inavvicinabile

scandisci più forte.... quei battiti

che adesso come una bomba

riusciranno a farti respirare.

 

Protagonista del cielo

IMPERATORE DEI SENSI

ti prego

 

non provare

non farlo.

 

Immagina la potenzialità

dell'essere di ciò che sei ,avere l'impossibile

ma scandisci nuovamente

 

L'ESSENZIALE

COME UN SUONO MINIMIMALE

CHE APPROFITTA DEI SENSI.

 

 

 

*

terrorizzato

Terrorizzato

Sconvolto punzecchio la pelle

Ora che la schiena nuda

Accarezza dolcemente

I sassi del lago

Un gran vento

Mentre i raggi del sole

Cercano di scaldare il mio

Petto nudo

Dove ad un passo da me mezzo metro o meno ancora

Le piccole onde del lago

Mi sussurrano qualcosa

Un rumore dolce

Che accompagna la follia

L’acqua verde per l’ombra degli alberi

Non si muove proprio

Si intravede con difficoltà

Qualche piccola corrente

Il sigaro accesso

Effettua mille giri

Illuminato dal sole

Che piano piano si nasconde dietro la collina

In lontananza un cane nero con qualche solito

Padrone si rinfresca il muso

Nell’acqua dolce

Una ragazza alle mie spalle

Che non conosco si sveste

Rimane a mezze maniche

Mi giro più di una volta per guardarla 

Lei mi intravede accenno un sorriso

Si accende una sigaretta

E vado da lei per farmi

Riaccendere il sigaro

Una buona scusa per vedere

Se sorride a mezzo metro

 

Non ho niente da dire

Terrorizzato

E senza parole mi rimetto gli stivali

E la canottiera

Me ne torno su i miei passi

Mentre un ragazzo ed una ragazza

Arrivano da lei  

Gli sento parlare mentre

Dal fondo

Del lago

Qualche pesce

Si muove  

Uso il cappello come piccolo cuscino

Incomincio a leggere

Ma non ho una gran voglia  

Prendo le chiavi della moto

Riguardo la ragazza che non conosco

 è molto affascinante

Parla in continuazione

Si è messa al sole

E insomma

I suoi capelli lucenti

Lunghi e neri

La sua pelle rispecchia i raggi del sole

Le gambe slanciate

circondano il suo corpo

Snello mentre la sua bocca

Non riesce a stare ferma

Non si gode nemmeno la sigaretta

Emana qualche piccolo sbuffo

Di tabacco

Qualche nuvoletta grigia

Che vedo anche io da qua

 

La guardo e non faccio niente

 

 

Saluto ringrazio

E me ne torno

A casa

Senza nemmeno il tempo

Di dirle qualcosa


*

quel rottame ad un passo da me

Quel  rottame a un passo da me

sporca piazza

 

Vetri frantumati

Sedili scomparsi

Vernice scolorita

 

Parcheggiata

Abbandonata

 

Mentre 

Rimango a guardarla

 

Lo sportello inesistente

Mi accompagna dentro

 

Mi accomodo delicatamente

Guardandomi nell’unico specchio

Che rimane a questo rottame

 

 

egoista nascosto proprio da se stesso

Mentre ancora sono solo qua

Seduto davanti al volante distrutto

Che forma quasi un semicerchio.


*

notte di scimmia

La notte più fonda

Più scura continuava

Quel essere umano o scimmia

Appollaiato esausto

Ipnotizzato Da quelle gambe

Rese più lisce dal lampione

E la luce gialla

 

La donna nell’ombra

Professionista

Studiava a suo modo

Mentre

La scimmia si ingegnava

 braccia conserte occhi chiusi

Mentre dalle mani grandi e fredde

 scivolava

Un ‘altra passione rabbia di fame

Fame di silenziosa beatitudine

 

 

 

 

 


*

fulmine illumina il cielo

Fulmine illumina il cielo

Trascina questo inferno

Rimbomba l’universo

 

Ora che non so nemmeno

Dove  guardare

 

Illudimi almeno un po’

Piega a mani nude

La follia

 

Cielo nero che nascondi

Lampo di genio rispecchia

Questa piattaforma calma attonita

 

Le nuvole nel cielo tracciano un disegno

Portando a distruggerlo

Mentre in un momento questo lampo

Scroscia nel cielo

 

Non esiste reato per ammazzare l’inferno

Per un altro peccato

 

Ora che il cuore risale

Asciugando questa lacrima mentre il lampo

Si aggrappa alla pioggia

 

Tempesta proiettili assassini

Che sprofondono nell’asfalto

 

Musica del cielo

Tempesta del cuore

Anima sconvolta  pulsante


*

scoglio infranto

un onda.

si infrangerà

sulla spiaggia

Senza riformarsi

 

scheggiando

Lo scoglio

che si trova

Anche dentro me.

di colore rosso.

 

A volte

le compagnie

Si divertano.

 A scrivere

Sui macigni neri.

 

Te invece

tornerai

Da dove

sei venuta…

arrivata.

 

 Rimarrò

sulla spiaggia

Immobile pronto

A riprendermi

tutte le offese

 

Fino a quando

questo cuore

Non si consumerà

definitamente

…..

Sulla battigia

 

 ormai

Sei tornata

da dove sei

Arrivata,

venuta,

nata.

 

Questo gelido

Cupo mare.

Mi avvolge in una serata

Umida

 

Dove prenderò la

Brezza marina

Sulla faccia…

Per vedere se tornerai .


*

dietro un fossato

Dietro un fossato

Dietro il nemico

Dietro il suo cuore

 

Davanti un arma

Tagliente

Poco affidabile

Poco visibile

 

Bestie che tracannano rum

Animali spezzati dalla prima linea

Soldati che saltano come saette

 

Bottiglie fracassate sul fango

La morte fracassata in mille pezzi

Vetri rossi di sangue indelebile

 

Sigarette che piano piano

Si consumano filtrando

L’aroma della disperazione, della morte

 

Bozzoli che trapassano la vita

Pidocchi amici affogati nel terrore

Dalla voglia di rinascere

Di tornare a casa


*

questa è la banda

città nella notte

Macchiata di follia

La banda conta vendetta

Sporcata di sangue

Righi di cocaina

Aroma di hashish

Segreto di quartiere

Puttane di valore

Donne di solitudine

Mentre la banda

Suona anche stasera

Colpi di pistola

Che scandiscono il silenzio

Concerto di sangue  

Banda  non perdona

Vendetta  trascina

Pistola spinta sulla tempia

Macchine sfrecciano

Giri di motore 

All’oscuro dalla polizia

Questa è la banda

Il giusto o sbagliato non conta

Cuore di soldi sprofonda

All’inferno

Bische clandestine

Partite di eroina

Rapine di sangue

Sequestri

 

 


*

dio della follia

Ora sai la verità

Dipingimi un po’

Su di te

Scarabocchio che non serve

Illudimi

 

iena  azzanna con quel sorriso

si sveglia di notte  

 

Mentre la luna addormenta

Il cielo si ferma

Stella che non perdona

 

Ora che svuoto un bicchiere

Tra demoni e angeli che non mi cullano nemmeno

Si accendono

 

 

Superficie  trapassa

Passa dritto qua

Una linea trasversale invisibile tra il cielo e la terra

Che si spenge da se

Svuoto un altro bicchiere  

Doppio nodo sul cuore

dottore del buio

coma irrequieto

azzanno la mia fame

in questo abisso di sconvolti imperatori

 

mentre c’era una volta quello che esiste ancora

dio della follia

ingranaggio continua

 


*

solita serata

 solita serata 

Dove nemmeno un filo di vento

Assapora questa camera

La piccola luce gialla spenta

Rende meno buia la stanza

 

Il giorno

Sulla testa

 

Mentre 

Con piccole gocce d’acqua sul corpo

Su quelle scapole lucenti

Che si avvicinano ad ali

Modellano il tuo seno

Un formidabile angelo che sorvola

A bassa quota il mio inferno

Ti asciughi lentamente con pazienza  esci dal bagno

Senza vedermi

 

Le gambe pronte veloci a camminare

Quando appena vestita

Ti trucchi

Giù in fondo per un’altra strada

 

Il sangue che circola nelle vene nel cuore

Si confonde tra la follia

Rimane fermo a sobbalzare

Quando mi accascio per terra

Bagnato da una lacrima

Che respira che si incava tra la guancia

Rimanendo immobile a guardare

Mentre te ne corri con mille pensieri

 

Fuori mi ripeto che è un mondo freddo

Lo sento dall’acqua che scorre

Nel lavandino che ristagna sul fondo con

Un po’ di schiuma sicura almeno lei

E pronta

Per radermi i baffi che mi fanno sorridere

 

Un piccolo bagno stretto ma di buona altezza troppo luminoso

Per essere senza finestra

 

Arrivo sul balcone

Ad aspettare un leggero sospiro

Ora che il vento

A suo modo almeno stasera

Accarezza il mio cuore

Scuotendomi i capelli

Che sposta con calma

Se riesce

Muovendo delicatamente

In modo insolito

Ma buono qualche pelo sul viso

È il vento che

Entrandomi nell’anima

Mi avvicina ad un sorriso

 

Levandomi la maglia a petto nudo

Finestra spalancata ascolto la musica della strada

Il passo felpato di qualche macchina che inchioda al semaforo

Rimanendo a motore acceso

Frizione abbassata

Ad aspettare un altro punto di partenza

La moto che non si ferma continua

Imperterrita sfregando energicamente sull’asfalto nero  e piegando

Le sue ali prende come un razzo l’incrocio

 

Mi immagino il locale in fondo al viale dove qualcuno

In compagnia di qualche affascinante ragazza

Beve a grandi sorsi il suo drink rosso nel vetro senza nemmeno un po’ di ghiaccio 

E si fuma una sigaretta

 

O amici  compagnie nemici pronti a sparare qualche pazzia

Con la testa o con il cuore

 

Riprendo quello che mi è rimasto

E scaraventandomi un pugno di rabbia addosso

Me ne torno in camera a luce spenta

 Per accarezzarmi il cuscino

Soffocare tra le coperte cullandomi il cervello

Mentre penso a domani


*

stangona biona

Una stangona bionda con nella mano

Destra una sigaretta

muove

Sinuosamente

Il suo di dietro

Mi passa a mezzo metro

Dalla vetrina dell’ufficio

 

Mentre in giacca mi fumo

Una davidoff 

 

Pantaloni rossi attillati

Segnano il marchio delle

Mutande

Giubbotto lungo ma aperto

scolpisce il suo seno

Stivali blu alti e lucidi

Occhiali neri

Che nascondono

Quel viso

 

Il  cane di piccola stazza che tiene

Portandolo a giro

Al bandone

Del sudicio

Alza la sua piccola zampa

Fermandosi a pisciare

 

Continuo a guardarla da dietro fino a quando scompare

Stritolo la sigaretta sul marciapiede

 

Rientro in ufficio

Mi riaccomodo in poltrona

 

Alzo la cornetta del telefono

Pensando

Ecco un’altra puttana


*

a testa all’ingiù

A testa all’ingiù

Corpo ricurvo inclinato sul baratro inesistente

Pantaloni neri

Giacca nera aperta

Camicia bianca scura

Colore che gioca nella notte

Scarpe a punta

Proprio un ferro da stiro

La musica suona

Sorvolo all’indietro la città

Dove tutti passano

Semafori rossi verdi accesi

Macchine a riposo

Macchine veloci per non dormire

Svolte a destra inclinando il pneumatico nero

Pulsante della frizione stressato

Volante micidiale che chiude il percorso

 

Qualche donna interessante

Qualche giacca e cravatta

All’ingiù

Persone senza testa , con più di una

Lampioni tra la strada

la musica

Disegna

Una bozza indecisa

Pronta a scomparire

 

La strada grigia

Serpe

con lingua di fuori

Rotatorie visi spenti

Di qualche persona

 

Quel palazzone bianco

Che attraverso mentre il viaggio

Continua una stradone lungo dritto

Dove le macchine in fila

Contano i passi delle ruote

Mentre i lampioni a luce gialla

Illuminano l’asfalto catrame nero

In cammino di giorno in giorno  

Il palazzo mi sposta la schiena

Mi fermo al centro di una piccola finestrella

Un vetro appannato  freddo

Una ragazza o donna che sia

Nuda davanti allo specchio

Che si guarda il viso

Mi aggrappo al vuoto sospeso dal nulla

 la scena continua

Un fisico da incorniciare

Perdo la pazienza

Quando intravedo il seno

Di quell’essere  

Tra quella pelle

Illuminata dalla piccola luce

Vicino al lavandino Prende un accappatoio

Blu 

Si asciuga

Sfregando energicamente

Un asciugamano su quelle gambe che si ritrova

Dal taschino mi accendo una sigaretta

Mentre la musica ancora suona

Lei

sempre in bagno

Si tocca i capelli

se le asciuga

Non molto lunghi

Che modellano quel viso

Apre la finestrella

Il calore fuoriesce

Immediatamente

Un fiume di vapore

Che si disperde all’improvviso

Che tocca la pelle

Gira le spalle

Si intravede la schiena ancora

Con qualche goccia d’acqua

Mentre piano stacca i piedi

Dal pavimento del bagno

Ancora caldo

 

Sono a mezzo metro

O meno ancora da lei

 

Ma è solo un pensiero

Stravagante

Di questa serata

In compagnia

Di un pacchetto di marlboro

della buona musica

mentre sono qua a scrivere

per passare il tempo

e scendo le scale per andare a bere qualcosa.

 

 

 

 

 

 

 

 


*

spallata

 

Accarezzo sussurro alla morte

Scansandola  con qualche

Spallata

 

Vorrei sentirmi più vivo

Ma sono solo

In silenzio

 

Fulmine o passione

Vieni a prendermi

Trascinami all’inferno

E portami via


*

pioggia di coriandoli

E la pioggia coriandoli colorati

di un bambino innocente

 

 nuvole giocattolo sincero

 sole lampione giallo bruno

 

il tramonto nasconde il cuore

mentre la luna abbaglia la mente

nascondendo svariati desideri

 

rimango fisso su quel punto

dove quella stella mi sorride

cieca di emozioni

non ridere ora che ti guardo da vicino

spogliati un po’ fammi intravedere qualcosa

 

il vento  ascensore che sobbalza

scuote l’anima mentre il cielo

si scurisce

sera dopo sera

con  questa stella

bianco bagliore

sfondami il cuore

penetra più in fondo

trascinami per terra

portami via  lontano


traccia un sentiero

tra la polvere del cielo  tappeto scuro

sospeso tra  la terra

che sorvola l’universo

compiendo giri a vuoto con angeli

e demoni

 

stella pulsante che si spegne all’improvviso

chiudendo quegli occhi accesi

serrando quelle labbra

 

stella

che non avverte nemmeno una volta

mentre sono al primo tiro

di un’ altra sigaretta

altra carne da cannone sparata e

pronta per questa stella  a mezzo metro

dalla follia

 

e quando a quell’uomo nascosto dall’ombra  che tra le mani

non desiderava niente

raccontai tutto

mi sussurrò guarda il cielo indicandomelo

non pensarci

conta le stelle mentre osservi il palcoscenico solitario

la  veloce sorgente illuminerà una passione

il tramonto un altro colpo che ammazzerà il nemico

un martello dentro l’anima

le linee delle stelle porteranno emozioni

mi ripassò la sigaretta che gli avevo dato

mi alzai stupito senza guardarlo

mi ripresi il mozzicone

guardai il cielo mentre fissavo la stessa stella

accompagnata dalla luna

un insegna argento


*

carica

Ora che carica non c’è

Dolce che non trascina

Pioggia di sabbia

Pelle del mondo

 


*

treno degli abissi

Ho visto un treno che scende negli abissi

nuvole che volano nel cielo

sorriso di una donna

sguardo di un bambino

 

Il treno sprofonda più giù

Piccole barche

Accarezzano

Il fruscio della follia

 

Il vento corre nel vuoto

Spostandomi la pelle

 

non muovermi

Non illudermi sai

Ora che assaporo questo

Momento

 

Le onde del mare

Iniziano un cammino

Fino a perdersi non so dove

 

Gli scogli neri

Tempesta dell’inferno

Cullano il mio cuore

 

Gli angeli in cielo

O meglio

Quell’angelo con le braccia

Nel vuoto e conserte

Che non conosco

Che guardo dal cielo

 

Che non mi dona nemmeno

Uno sguardo

 

Il mare infinito

Esaurisce le sue speranze

Gettando sulla spiaggia

Centinaia di onde

Come lacrime pronte

A tornare nel vuoto

 

Il blu scuro del mare

Confonde la pelle

Rispecchia in superficie

Mentre il sole

Scalda

Il mio viso

Ora con un toscano in bocca

 

Le onde continuano

Imperterrite a muoversi

Gli scogli piano piano si asciugano

Con il sole rovente

 

il cielo si apre

le nuvole scompaiono

il treno

sobbalza dalla superficie

compiendo

qualche semicerchio

tra il cielo e la terra

tra la superficie del mare

ed il fondo opaco

impercettibile degli abissi

 

treno portami via

fammi godere quello

che vivi

per non tornare dove sono

arrivato

 

sorvolo questo momento

a mezzo metro dalla follia

 

e non ridere sai

non guardarmi

ora che come un pazzo

comando questo treno

mente l’anima mi fa sentire più vivo

che corre dove vuole e dove la porta

 

gli angeli che volano nel cielo

stupito accenno un sorriso

mentre ancora con braccia

conserte occhi chiusi

e spalle simili ad ali

 

non mi degni nemmeno

una carezza

 

sprofondo negli abissi

a pieni polmoni

per respirare

questo mondo

 

l’universo traccia un sentiero illuminato

dal sole

che a suo modo o no

accompagna dove lui sa bene

 la vita di ogni essere umano


*

seduto frastornato

seduto frastornato
il ritorno al bar
accasciato a sedere

senza ostaggi tento una via

musica suona dolce tra quattro mura.

scotch addormenta
porto rilassa
sigaro acceso
la melodia suona
opportunista dei sogni

tra giacche e cravatte
un culo per aria
parla di verità
balla sempre più giù

gli ultimi tiri di balmoral
mentre il pacchetto di marlboro
mi guarda
una sigaretta sguianata
accasciata in scrivania

coscienza sobbalza

squalo
rabbia di oceano
corrente trascina
al di fuori dalla superficie
mascella possente
fila di denti

e di cuore

accelera

mentre scendi le scale con
un sorriso stampato su quel viso

passeggero della follia
direzione irrequieta.