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Raccolta di poesie di anna sorrentino
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Pasqua

L'agnello geme

campane in festa

inondano la piazza

di vivace suono

le genti come gregge

al richiamo corrono.

Promesse e ricordi

di sangue sparso

e peccati tolti,

leggeri vanno

l'anima monda

pronti al colmo

della panza gonfia.

Raccolti sfilano

dinanzi all'ostia

carne e sangue

scivola solenne.

Il globo ruota

e con lui le menti

che girando 

mentono.

*

destino

Folle lo sguardo

solca il cielo

chiede risposte

alle stelle appese

sapendo che tante

sono già morte

ma la luce inganna

e sfavillano nel buio

della notte vuota.

Follia cercata

per sopportare la vita

che stanca

sfilaccia le ore,

trattiene il respiro.

Ma a nulla vale,

il fondo del viale

si accosta

serrando le fila,

il nero manto

della notte incanto

in attesa paziente.

Non si sfugge

al destino.

*

Disperazione

Calpesta selvaggio

la terra arsa

desolata l'ora nefasta

atterrisce l'occhio

che scruta piangendo

l'orizzonte buio

e senza speranza.

*

L’Orco di Cabiate

Tenera carne

come petalo di fiore

appena sbocciato.

La vita davanti

l'orrore in agguato.

Aveva diciotto mesi

solo diciotto mesi.

Attenzione bambini

l'orco delle favole esiste.

Sordo alle urla

al sangue, al terrore.

Il suo perverso

osceno gioco

impone.

Le infantili labbra rosa

infamia

devastando il presente

annientando il futuro.

L'Orco assetato

ingurgita febbrile

inghiottendo il piccolo

fragile fringuello.

Vola alto adesso

quel fiore reciso,

incredulo ha scoperto

il mostro

nel suo piccolo

nido esposto.

*

Vuoto colmo

Chiudo gli occhi

i pensieri scorrono lesti,

lascio che vadano,

raggiungo il vuoto,

sprofondo beata.

La mente arranca 

sulla montagna creata

dal mio sacro mantra,

che chiude i cancelli 

ai pensieri invadenti.

Rimane in agguato

per riprendersi quel dominio

tanto amato.

Il gioco metto in pausa

immagine riflessa nello specchio

mentre dietro ne celo

il vero aspetto.

Mi tuffo in quel nulla,

resto immobile in quel vuoto

che con la mia estasi colmo.

*

Sognatore

Lieve come il tocco di una farfalla

dolce come il frutto del favo,

sussurra al cielo 

il desiderio celato.

Nasconde il volto

tra le pieghe dell'onda

che narra la sua storia

al lido deserto.

Ogni cosa si ammanta

di silenzio

per non disturbare

il sonno dell'eletto

che sogna e non sa

di essere il prescelto.

*

Muri

Se aumenta la tensione

noi creiamo recinzioni

che ci proteggano dalla nostra paura

dal diverso e da altra cultura.

Muri alti erigiamo,

pietra su pietra

ogni sasso un passo indietro

che al sicuro ci faccia sentire.

Mentre il muro fuori si innalza

dentro l'anima assetata

vaga nel deserto interiore

vuoto e colmo solo di disperazione.

Ci affrettiamo a creare barriere,

il bene ci appartiene

il male oltre la cortina.

L'orecchio sordo

la bocca muta,

grida dolorose affidate al vento,

che con il tempo torneranno indietro

e come pioggia acida

ci inonderanno.

 

 

 

 

*

La belva

Ti ho amato

per la forza del tuo sguardo

di tenerezza colmo.

 

Ti ho amato

sentendomi sicura 

tra le tue braccia forti, 

travolta dal pensiero

di un futuro sereno.

 

I giorni si fanno mesi

i mesi anni,

con sconcerto scopro

la belva che ruggisce

che sbrana

che ferisce.

 

Ti ho amato

senza pudore

volendo credere alle fiabe

del principe cortese.

 

Feroce belva 

nel tuo animo alberga,

nessuna sbarra la può contenere,

quando scatena la furia urlante,

inpotente la ragione

ranicchiato il corpo.

 

Ti ho amato.

Senza vedere 

in agguato belva

che improvvisa 

la quiete squarcia

la mente domina,

la follia padrona

l'incubo sprigiona.

 

Dentro il vortice 

di rabbia ed odio sparisci.

Ti sento nascosto

dalla ferocia della bestia,

lontano rintanato.

 

Ti ho amato.

A nulla serve

il tenderti la mano.

*

Covid

Il virus nocivo

che da anni

sconvolge il pianeta

non si chiama Covid

ma UOMO.

Allora il virus

è forse l'unico mezzo

per farci cambiare

il modo di pensare,

il nostro stile di vita

e la nostra vana presunzione di valere

più di altre specie,

che da anni sono alle prese

con la nostra insensata razza.

Cambia uomo

o muori.

In fondo poi la natura

continuerà comunque 

la sua corsa pura.

*

Senilità

Le teste canute

vicine sul letto disfatto,

gli occhi stanchi

fissano il soffitto

rincorrendo vividi

scenari trascorsi,

dall'attimo presente sfumati.

Antichi livori appianati,

dal tempo sorpassati.

Le mani si intrecciano

le nocche si sbiancano

in attesa insieme

dell'istante lieve

che si appresta

al tramonto.

*

A Livio

La testa ricolma

di nozioni di lettere antiche

sia morte che vive,

i tomi 

a migliaia

non ti hanno aiutato

a evadere dal cuore

dal dolore invaso.

Immerso nel fumo

di sigarette accese

uscite da pacchetti

dall'infinito fondo.

Di nicotina

ingiallite le dita

straziano il lobo

e l'orecchio piegano,

quasi a proteggerlo

dall'incessante

costante

brusio del mondo.

La vita è un tormento

Tu tormenti la vita.

Mai il fanciullo

hai lasciato sfuggire,

da quella greve

fumosa,

chiusa stanza,

nascosto tra le

pieghe dei libri

e le righe impotenti

al richiamo.

Sbirciava

ogni giorno dall'uscio,

la ferita aperta

della tua esistenza.

La vita è un tomento.

Tu hai tormentato

la vita.

 

 

 

 

*

Oscillo

Cammino

sul filo teso

tra il baratro e l'infinito.

 

Il baratro

mi attira

com un buco nero,

trainante per stelle

e pianeti.

 

Visioni sfolgoranti

caturano 

il mio sguardo

Oscillo

 

Cammino 

sul filo teso

mentre il baratro

risucchia la mia anima

smarrita.

 

Una luce improvvisa

squarcia il buio

che sovrasta,

chiaro infine

vedo il fondo

dell'abisso.

 

Cammino sul filo teso

adesso

Verso l'infinito.

*

uscita di emergenza

Rimango ferma

sospesa nel tempo

distante dal mondo,

osservo

finalmente guardando, vedo.

Roteo nell'attimo infinito

bagliori di luce e tenebra si fondono

si stagliano nell'anima i ricordi del vissuto,

dipanandosi come scene 

di una pellicola impazzita.

Ci sono

Osservo

Nulla può contaminare

la pienezza del momento.

Ci sono

risplendo.

Mi libro al di sopra e fuori 

da ogni umana concezione.

Quella forma che vedo ero io.

Il mio falso io.

Una vuota forma chimata corpo.

Ci sono.

Pulso estatica

nella consapvolezza pura,

mai intaccata

persa e ritrovata.

Sono.

La morte benigna libera ogni essenza

Dal perverso gioco

dell'inferno della vita.

E ben venga l'ora dell'estatico rientro.

Io sono.