chiudi | stampa

Izabella Teresa Kostka
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Appesa (realismo terminale)

APPESA (testo appartenente al Realismo Terminale)
 
 
Vivo appesa
tra le pagine di un calendario
senza una stabilita meta,
il mio domani non avrà radici
perché non ho una fissa dimora.
 
Sono un aeroplano 
dirottato dal malvagio destino
che deride ogni rimpianto,
l'imbarco parte da zero
e atterro su un suolo sbagliato. 
 
Ho perso tutto il bagaglio
sulla rampa della perduta speranza. 
 
Izabella Teresa Kostka
2018, diritti riservati
 
 

*

Ciliegi d’inverno

CILIEGI D'INVERNO (z tłumaczeniem na język polski)
 
 
Si vergognano i ciliegi
della nudità d'inverno,
rimpiangono i fiori,
spogli relitti della bellezza
caduta a terra per le raffiche di vento.
 
Affamati di sole
graffiano le nuvole
per togliere il sipario dalla speranza, 
attendono il ritorno del fresco fogliame
come me
quell'ultima carezza. 
 
°
ZIMOWE WIŚNIE
 
Wstydzą się wiśnie
zimowej nagości,
żałują kwiatów, 
to obnażone relikty minionego piękna
opadłego na ziemię z podmuchami wiatru. 
 
Zgłodniałe słońca 
drapią chmury,
by zerwać kotarę z nadziei, 
czekają na powrót świeżego listowia
jak ja
na ostatnią pieszczotę.
 
Izabella Teresa Kostka
"Pensieri raccolti" 2018 / 2019
 

*

Martiri (ai malati terminali)

 
 
MARTIRI (ai malati terminali)
 
Siamo ancora qui
anche se non ci appartengono 
più queste carni.
 
Martiri in viaggio verso la speranza
guidati dal riverbero 
d'un remoto sorriso.
 
Tempo 
che non basta mai per amare
quelli che lasciati soli vagano nell'ignoto. 
 
Bianche stanze - infiniti deserti
inariditi in attesa di un miracolo.
 
Avremo ancora un altro domani?
 
La sindone d'un lenzuolo lenisce il pianto
interrotto col cessare dell'ultima flebo. 
 
Si è fermato il nostro orologio
ossidato dalla chemio.
 
 
Izabella Teresa Kostka
2018, edita diritti riservati
 
Traduzione in lingua romena a cura di Geo Vasile
 
MARTIRI (bolnavilor terminali)
 
Suntemîncă aici
deși nu mai e a a noastră
carnea asta.
 
 
Martiiri călătorit pe calea speranței
călăuziți de felinarul
unui îndepărtat surâs.
 
Timp 
ce nu e nicicând de-ajuns spre-a iubi
pe cei ce lăsați singuri rătăcesc în niciunde.
 
Odăi albe – nesfârșite pustiuri
Scorojite în așteptarea miracolului.
 
Ne va mai fi dată și ziua de mâine?
 
Lințoliul unui cearșaf ne alină plânsul
întrerupt odată cu sfârșitul ultimei perfuzii.
 
Ceasul ni s-a oprit
oxidat de chimioterapie.
 
                       
 
              

*

Dittico sul carburante (aderente al Realismo Terminale)

DITTICO SUL CARBURANTE (per l'evento "Libertà per Ahmet Altan" del 13 giugno, aderente al Realismo Terminale)
 
Politica?
 
È una squallida puttana
venduta per qualche euro,
una marionetta appesa alle corde
tirate dagli Dei dell'Olimpo.
 
Motore in avaria
alimentato dall'alterato carburante.
*
Non ci appartengono questi giorni di piombo,
solubili accuse di cianuro,
velenosi dibattiti televisivi
che ignorano le aspre lagne del popolo. 
 
Siamo rinchiusi in un supermercato
con gli scaffali di illusioni, 
raccogliamo i punti per la pensione
contando su un premio a fine stagione. 
 
Non ci appartengono le albe prive di luce
oscurata dallo smog pagato caro
che toglie la voce ai piccoli uccelli 
scartando i loro canti come rifiuti.
 
Ridateci la libertà 
il carburante della vita!
 
Izabella Teresa Kostka 
2018, diritti riservati

*

In mulieribus (tra le donne)

IN MULIERIBUS (tra le donne) ok

 
È giunta alla fine la solita partita
nel silenzio della sconfitta,
si annoda il velato pianto 
tra le corde della stretta gola. 
 
Brucia come un fiammifero 
poggiato sulla carne viva
ogni offesa sputata in aria
schiantatasi sul viso di una donna.
 
Siamo radici sazie di feconda linfa
che nutre i cuccioli di questo pianeta, 
umiliate tra i muri tinti di disprezzo 
in nome dell'inerme, muta obbedienza.
 
Noi, figlie odierne
del profanato corpo di Eva, 
difese dagli slogan mediatici
ma abusate dai vili compagni.
 
Troveremo un giorno la giustizia divina?
 
Izabella Teresa Kostka 
2017, diritti riservati all'autrice

*

Cieche finestre

CIECHE FINESTRE (per Naviglio In versi, Gaggiano 2018)
 
Quando s'addormenta il giorno 
negli specchi delle cieche finestre,
chiudo le palpebre come le portulache
tornate gemme al tocco del buio.
 
Respiro il silenzio delle porte chiuse
sigillate contro i mostri del quotidiano, 
nella spossatezza del corpo scavo gli abissi 
per ritrovare l'essenza del solito tormento. 
 
Ho lasciato le radici 
distanti dalla soglia del mio oggi,
intrecciate tra le falde della terra lontana
protetta dalla Madonna di Częstochowa. 
 
Non conosco più la pace di un nido materno
aleggiando come un soffione nella burrasca,
nell'antro inquieto del mio ego
sanguinano le lacerate, mai chiuse ferite.
 
E sono nuda
davanti ad ogni Universo,
avvinghiata tra i rami di un grande letto
partorito dal ventre di un'antica quercia.
 
Assorta nella dimenticanza. 
 
Izabella Teresa Kostka 
Diritti riservati

*

Indugi

 
INDUGI
 
 
Il tempo non bada agli indugi 
che come il muro del pianto limitano l'orizzonte,
ci straccia a colpi di flagellazione
destinati a non cessare in questa vita. 
 
Custodiamo le memorie
tra le falde della pelle,
incarnate in un semplice rosario
stretto forte all'apice del traguardo. 
 
Noi, viaggiatori muniti di una croce 
portata in uno zaino fin dalla nascita.
 
Riusciremo mai a salvarci dalla Via Crucis?  
 
 
Izabella Teresa Kostka 2018, inedita
T.d.r. all'autrice 
 
 

*

PIOVE (Realismo Terminale)

PIOVE (aderente al movimento del REALISMO TERMINALE)
 
Gocciola sulla Terra 
il mare dal cielo,
fuoriesce dalla riva
come schiumosa birra dalla bottiglia.
 
Annaffia umani deserti,
campi di cemento,
intasate macchine
sulle tangenziali. 
 
Pendono le nuvole come lampadari
dalla soffitta dell'Universo
e il sole
diventa una lampadina bruciata. 
 
Liquide pallottole forano il cervello.
 
 
 
Izabella Teresa Kostka 
2018, diritti riservati all'autrice 
 
 
 

*

Cassaforte

CASSAFORTE (ispirata al Realismo Terminale)

 

 

Le parole sono chiodi fissi
conficcati nel cervello:
gentili
come cerotti che alleviano il dolore,
fastidiose
come sassolini infilati in una scarpa.

 

Ritagliano come una sega ogni ricordo
scheggiando la materia della memoria.

 

Disse Petrarca:
“...Vana è la gloria di chi cerca la fama

solo nel luccicare delle parole”(cit.)

 

La vera arte
non segue lo splendore dei fari,
è come una cassaforte
indistruttibile dagli inganni.

 

 

Izabella Teresa Kostka
per "REALISMO TERMINALE OMAGGIO (ROVESCIATO) A PETRARCA" del 20. 04.2018

Tutti i diritti riservati all'autrice

 

*

Alla musa

ALLA MUSA (quella trascurata)
 
E nell'arte mi ritrovo
mentre deprimenti diventano i giorni
sottomessi allo spread e ai telegiornali.
 
Un'ancora di salvezza diventa la Musa
lumeggiante tra gli affreschi del pellegrinaggio
incorniciato, alla nascita, dalle lancette
che scorrono, frettolose, su un piccolo quadrante.
 
E della parola che mi nutro
quando lo spirito soccombe di stenti
circondato dall'usuale, moderna sconcezza.
 
Mi aggancio agli ossimori e alle virgole
fuggendo di notte dall'indifferenza
divampante come un morbo su ogni strada
di questo folle e instabile Mondo.
 
E la musica lenisce il pianto,
le ferite portate come uno scudo
incarnato negli anni nelle spoglie ossa.
 
Oh, Arte,
mi sei diventata sorella
strangolata da fili di tecnologia
estesi nell'aria a macchia d'olio.
 
Imploro per te la Risurrezione.
 
Izabella Teresa Kostka
2018 per il 16° Verseggiando sotto gli astri... presso il Teatro Salone Enrico Musa dell'associazione Carducci a Como
 
Diritti riservati
 
 

*

Le stigmate

LE STIGMATE
 
Portiamo le stigmate del Golgota
- primordiale marchio del serpente,
imperdonabile peccato del sacro Eden
ripetuto ad ogni risveglio di un nuovo giorno.
 
Quale senso ha avuto la Tua morte?
 
Oggi non si attende la terza alba
ma loda lo spirito del Baccanale,
venerando l'illusorio potere della carne
apriamo il portone al divertito Demone.
 
 
Ti asciugherà le lacrime la Maddalena?
 
Pure lei
ha abbandonato la misericordia 
come un cane sull'autostrada. 
 
 
Izabella Teresa Kostka 2018
Diritti riservati 

*

Pellicole

PELLICOLE 
 
 
Ci sono sorrisi 
incollati come una tuta,
impermeabili e impenetrabili 
per i temuti affetti.
 
Ci corrodono i pensieri 
rinchiusi in una gabbia di ricordi
e nessuno viene assolto 
dall'invisibile prigione.
 
Siamo sfocate pellicole
sviluppate troppo in fretta. 
 
 
Dedicata
Izabella Teresa Kostka 2018
Diritti riservati 

*

Niente sarà più come prima

NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA (malinconia)


Che ne sarà di me
quando finirà la sabbia nella clessidra?

Gocciola il tempo tra le dita
infreddolite dall'inverno,
si gela in questa stanza
riempita di troppe assenze.

Dimmi,
poserai una margherita ove
lascerò le tracce?


Sono in partenza
come all'epoca degli alberi spogli
quando nulla fu ancora scritto.


Porterò le scarpe rotte
perché conoscono le mie ferite,
ricordano le cadute.


Dimmi,
accenderai un cero
per indicarmi la strada?

Ho perso le conquiste
come un acero le foglie,
niente sarà più come prima
e tutto diventerà nudo. 


Ricordati di
lasciare una finestra socchiusa,
se avessi voglia di tornare
per un ultimo abbraccio. 

 
Izabella Teresa Kostka 
2018, "Perturbazioni" 
Dir.ris.

*

Le parole

LE PAROLE
 
Le parole sono tante 
come i capelli in disordine sulla testa di Einstein,
fatte di energia indirizzata,
spesso,
verso la direzione sbagliata. 
 
Offensive o elettrizzanti 
come un botto o una scossa,
eteree e dolci, a volte melense
somiglianti al nettare raccolto dalle api.
 
E poi
esistono quelle squarcianti
che come una lama lacerano l'aria,
Ti riempiono di terrore come una matrioska 
che nasconde all'interno incalcolabili spettri.
 
 
Le parole son inutili
quando sbattono contro il muro,
incontrando soltanto l'indifferenza 
che le sopprime come cavie.
 
Pesa ogni verso
per non diventare, col tempo, 
scontato.
 
 
Izabella Teresa Kostka
2018 per l'evento Dialogano con Lina Luraschi del 03.02.2018. D.r. 

*

The end

THE END (post chemio, dedicata ai malati di cancro) 
 
Sono soltanto un involucro
riempito di veleno per "sperare".
 
Cedo e m'abbandono a questa carne
mutilata, 
tagliata, 
amputata invano,
distesa sul tavolo del travaglio,
squarciata 
come un sacco di marciume.
 
Sarebbe già la fine?
 
Odio me stessa 
eppur sono io,
un'ombra errante senza un domani,
le palpebre di marmo pesano all'alba 
come due lapidi sulla fredda tomba.
 
Piango,
le lacrime feriscono come coltelli
urtando col sale le cicatrici, 
non ho più tempo per il rancore,
neanche un attimo per il perdono.
 
Fisso inerte le gocce nella flebo
(testimoni fedeli degli ultimi istanti),
un fiore nero nell'appassire
posato al vespero sul bianco telo.
 
Io...c'ero.
 
 
Izabella Teresa Kostka 
Tratto dall'antologia benefica "Oltre il male" dedicata ai malati terminali, ai sopravvissuti e agli scomparsi precocemente. Antologica Atelier Edizioni 2016
 
 
 
 
 
 

*

Trittico sulla morte

                              TRITTICO SULLA MORTE
 
THE DAY AFTER (Il giorno dopo)
 
 
Quello che le labbra non dicono
rimane tra gli spazi vuoti delle abbandonate stanze,
negli armadi spogli di vestiti
sfrattati in fretta al suono del campanello,
 
nella polvere delle parole sotto un letto.
 
Di gelido acciaio diventa il silenzio
che digrigna sui vetri delle finestre, 
pende la tristezza dal lampadario
come lacrime ferme sulla frangia delle ciglia.
 
Mi accompagnano soltanto le tue impronte
incise sulla maniglia
sfiorata dalla morte.
 
 
NIENTE REPLICHE
 
Son immobile,
inutile come un pupazzo
fuori dal teatrino dei burattini, 
ho le corde tagliate per l'ultimo addio
agonizzante sul palco dopo l'unica prima.
 
Sei andato a brindare con la Nera Signora
seduta silenziosa nella prima fila.
 
Non hai chiesto alcun doppiatore 
per le repliche nella prossima uscita.
 
 
L'INIZIO
 
E tutto tace.
 
Non ci sei
eppur il tuo nucleo s'aggira tra le vertebre del presente 
ancorato in questo solitario vissuto.
 
Avrà mai i tuoi riccioli neri?
 
Magari lo sapessi.
 
Un giorno ci fermeremo sulla ripa dei baci
ove tutto ebbe inizio,
lui (o lei) invocherà il tuo nome 
così come si fa per la Festa del Padre.
 
Non verseremo più le lacrime
venerando l'inizio dopo ogni fine.
 
 
 
Izabella Teresa Kostka 
Tratto dall'antologia benefica "Le maree della vita" a cura di I.T.Kostka e L. Luraschi con il patrocinio del programma Verseggiando sotto gli astri di Milano e del Gruppo per la diffusione della cultura e dell'arte Valchiria;  CTL EDITORE LIVORNO 2017
 

*

Nebbia

NEBBIA


Hai mai ascoltato la voce della Nebbia?

Sussurra come una giovane amante
intimidita dal primo approccio.


Schiude la labbra
bagnando il corpo con la saliva 
quella lattea e impenetrabile
a banchi in aperta campagna.

Fa nascere l'affanno ove muore il respiro
incollando le palpebre come la resina,
fa sparire il tempo e gli orizzonti
costringendoti a gustare soltanto il presente.

Hai mai baciato la pelle della Bruma?

Setosa come il seno d'una fanciulla
plasmato, di nascosto, con le calde dita.

Concediti a Lei
come un nascituro alla culla...

 
 
Izabella Teresa Kostka 
30 gennaio 2018
Pianura Padana, d.r. 

*

Silenzio

SILENZIO / CISZA con traduzione in polacco 


C'è qualcosa di familiare
nel silenzio delle tombe,
nel profumo del muschio
riposante sulle fotografie,

come fosse una coltre
nel solitario inverno
che avvolge i dolori,
gl'incolmabili vuoti.

Quel silenzio
seduto sulla vecchia panchina
cariata come braccia di un'antica croce,
fedele alla lapide sotto la pioggia
come un cane accovacciato al capezzale,

asciuga le nostre lacrime
raccogliendole con cura
nell'invisibile rosario...

TA CISZA

Jest coś rodzinnego
w ciszy mogił,
w zapachu mchu
odpoczywającego na zdjęciach,

tak, jak ciepła pierzyna
podczas samotnej zimy
otula boleść
i niezaspokojoną pustkę.

Ta cisza
siedząca na starej ławeczce
spróchniałej jak ramiona antycznego krzyża,
wierna nagrobnej płycie pod strugami deszczu
jak pies przykulony u wezgłowia łoża,

osusza nasze łzy
układając je z czułością
w niewidzialny różaniec...

 
Izabella Teresa Kostka 
2017, inedita


*

Trittico sul cibo

TRITTICO SUL CIBO
 
 
CENA (con ironia)
 
 
Ho bisogno
d'assaporarti come il sangue di Cristo
diventando la Maddalena dei nostri tempi.
 
Mi stendo sull'altare dell'ultima cena
per nutrire le membra dei peccatori.
 
Assaggiatemi
rinunciando all'ingresso nel noioso Eden.
 
 
 
ACQUA
 
 
Sgorga 
dal pozzo della dimenticanza
per saziare le labbra invernali,
 
depura gli stagnanti sensi di colpa
che scorrono tra i ruscelli fatti di rughe.
 
Affonda qualsiasi dolore.
 
 
PANE (l'urlo del disoccupato)
 
 
Pretendo il pane quotidiano
come i piedi il suolo della fresca terra
eppur vietate i miei diritti 
spingendomi nel baratro dei disperati.
 
Voi, seduti nei comodi uffici
abbuffati di tasse e di grasse imposte,
diventerete un giorno cibo per i vermi
e nessuno s'accorgerà della vostra mancanza.
 
Scarti dell'Universo.
 
 
 
(Izabella Teresa Kostka,  2017)
Tratto dal quadernetto poetico "La cena delle Effe" a cura di Roberto Marzano 

*

Inquilino - Lokator

INQUILINO (con traduzione in polacco)
 
T'ho incontrato sulla soglia delle pupille 
affaticate dal bagliore delle convinzioni,
sei entrato negli angoli della fredda mente 
forzando il portone blindato della mia pelle. 
 
E non credevo di lasciarti spolverare
quelle stanze di pura malinconia, 
impossessate dalle ragnatele d'affetto 
indistruttibili come sbarre di una prigione.
 
Tu ci sei rimasto,
seduto con disinvoltura su una poltrona, 
ribaltando sul tavolo le vecchie fotografie
hai cacciato via la sicurezza e ogni fisso ordine. 
 
Mi hai riso in faccia come un giullare,
strappando le tende e anche la vestaglia, 
ho aperto la bocca come un pesce senz'acqua,
l'hai riempita di baci e... dolciastra saliva. 
 
Ho accolto la tua agile lingua 
nell'anticamera della perdizione. 
 
 
LOKATOR 
 
Spotkałam Cię na progu źrenic
zmęczonych i oślepionych blichtrem pozorów, 
wszedłeś do domostwa ścisłego umysłu
wyburzając drzwi pancerne mojej zimnej skóry.
 
I nie sądziłam, że pozwolę Ci odkurzyć
te zaniedbane pokoje wynajęte przez smutek, 
korytarze, w których królują uczuć pajęczyny
niezniszczalne od lat jak więzienne kraty.
 
A Ty w nich zamieszkałeś,
usiadłeś bezczelnie w wyblakłym fotelu, 
przewracając ustawione na stole fotografie 
przepędziłeś mą pewność i stały porządek.
 
W twarz mi się zaśmiałes jak królewski błazen 
zrywając mi podomkę i z okien zasłony, 
otworzyłam usta jak ryba bez wody,
wypełniłeś je pocałunkami i... słodkawą śliną.
 
Ugościłam Twój odważny język
w przedpokoju mego zatracenia. 
 
Izabella Teresa Kostka 
Tratto dal libro bilingue "Si dissolvono le orme su qualsiasi terra - Rozmywają się ślady na każdej ziemi " CTL Editore Livorno 2017
 
Diritti riservati/prawa zastrzeżone
 
 

*

I sette vizi capitali

              I SETTE VIZI CAPITALI                       (Mini silloge tematica)
 
1. SUPERBIA
 
Nell'immenso bagliore dell'ignoranza
godi dei miraggi di una falsa gloria,
respingi e sospingi nell'oblio le api
calpestando le operaie e i semplici fuchi.
 
Quanto sei pietosa e quanto buffa
seduta sul trono di carta dorata,
basta il vento della pura saggezza
per demolire quel tuo utopico regno.
 
Ti nutri delle lusinghe dei piccoli Giuda
che di nascosto,
al buio,
ti spezzano le ali.
 
 
 
2. ACCIDIA
 
 
Sia beato il dolce far niente
che s'accomoda intatto sul tuo divano,
accarezza le membra affaticate
così stanche e stufe di... respirare.
 
Ti desti all'alba odiando il sole
perché fa notare ogni marciume
e non intendi sprecare il tempo
per concimare di giorno un grande giardino.
 
Invecchi, ingrassi, conti i passi,
t'adagi sui sassi, eviti i gradassi,
non vedi il senso delle stagioni
che instancabili fuggono cambiando i colori.
 
Sia maledetto il letale far niente
che t'ha escluso dal Mondo,
impedendo di vivere!
 
 
 
3. LUSSURIA
 
 
Siete come burattini
appesi sui fili alle mie cosce,
avete perso ogni ragione
scivolando al buio nel caldo grembo.
 
Poveri e ricchi, mariti e figli,
donne sposate e remote zitelle,
scapoli d'oro e tante ninfette
- tutti schiavi del mio potere.
 
Sbavate, mai sazi, al solo pensiero
di giungere all'apogeo d'un lungo orgasmo,
v'avvinghiate negli spasmi come lombrichi
bagnati dalle gocce di fertile linfa.
 
Calpestate gli affetti per il puro godere
pagando le lucciole con lo sporco danaro,
svendete le anime alla fiera di Bacco
firmando un chirografo con il vostro seme.
 
Un giorno sotto il fango finirete
circondati soltanto dai gemiti del pianto.
 
 
 
4. IRA
 
 
Dagli occhi trasformati in lampi
nascono chimere di fuoco,
i loro agghiaccianti ruggiti
sconfiggono i neuroni del cervello.
 
Non accetta mai tregua
un vulcano intriso di rabbia,
come lava distrugge la vita
divorando i bruscoli del Bene.
 
Ergastolani diventano i sensi di colpa
imprigionati tra le sbarre della follia,
l'unico intento è la distruzione
anche al prezzo d'una sacra vita.
 
E verseranno lacrime gli Arcangeli di pietra
mentre della Terra rimarrà effimera cenere.
 
 
5. GOLA
 
Si sfondano gli abissi delle tue viscere
come quelle d'un predatore dopo un giorno di caccia,
distante dalla moderazione e da ogni buon gusto
ti trasformi di colpo in un'atavica bestia.
 
"Nutrirti" diventa l'unico pensiero
dell'esistenza scarsa di un altro valore
e non offri neanche una briciola del pane
ai barboni morenti al buio di stenti.
 
Sappi,
che anche Tu alla fine del viaggio
verrai gettato in pasto ai vermi.
 
 
6. INVIDIA
 
Oh, quanto ti logora la beltà altrui,
il successo non tuo e l'estranea gloria,
come un cobra attendi in agguato per ore
per distruggere la gioia e compiere la vendetta.
 
Sorridi in faccia tenendo un coltello
per affondarlo nel cuore di chi non se lo aspetta,
i tuoi versi e gesti son pieni di cianuro
che fuoriesce dai pori con una stretta di mano.
 
Miserabile Medusa - madre di vipere
meriti soltanto un immenso disprezzo,
la tua immagine è un ritratto di Dorian
coperto di pustole nella putrefazione.
 
Guardati allo specchio
e... dal terrore svanirai!
 
 
7. AVARIZIA
 
Veneri i diamanti
e il gelido platino
strisciando come un bruco
sulla corteccia del melo,
non conosci la misericordia
né la compassione,
col potere del cancro
stai decomponendo il corpo.
 
Ti droghi,
sniffando la fragranza dell'oro
che liquido scorre nelle tue vene,
verrai maledetta come il Re Mida:
pietrificando il cuore - morirai solitaria.
 
Per l'ultimo viaggio spoglia partirai
e nessuno si ricorderà del tuo nome.
 
 
Izabella Teresa Kostka,
tratto dall'antologia per Circuiti Dinamici di Milano, edito nel 2017, d.r.
 
 
 

*

Verso la Risurrezione

VERSO LA RISURREZIONE 
 
Ogni sconfitta deposita le spore
- tossici rimasugli sotto le unghie, 
granelli di fango nella memoria
contagiata dal morbo dell'amarezza. 
 
Sono pezzi di puzzle da comporre
questi giorni acerbi dell'avvenire 
che illudono la mente come vetrine
allestite per un giorno di banale festa. 
 
Ma io... sollevo le palpebre 
come un nascituro fuori dal sicuro grembo, 
al brusco risveglio raccolgo speranze
sparse nell'aria come schegge di vetro.
 
La vita è un moto perpetuo
in continuo mutamento,
dopo la caduta si rialza la Fenice,
la morte genera la rinascita.
 
Non riuscite a sopprimere le gemme
procreate dalle ceneri dei nostri tempi
che pesano sulle spalle come zaini
riempiti con sacchi di puro cemento.
 
Volerà il mio libero pensiero
verso l'orizzonte della Risurrezione.
 
Izabella Teresa Kostka 
3° Premio al Concorso "la Nascita", Ass. Convivio, Caltagirone 2017 
 

*

Nulla mi aspetto

NULLA MI ASPETTO

Hanno perso le piume dorate
le mie ali fracassate da un lungo viaggio,
impolverati riverberi dei giorni dell'alloro
cancellati dal calendario al giungere della meta.

Sorge l'autunno sul corpo spoglio di foglie,
infreddolito come un acero all'ora della canizie,
tra i rami ignorati dalle timide cicogne
si posano i primi petali di neve.

Fiorirei ancora
se solo l'ardore scaldasse  le membra
che come un tronco indebolito chinano il capo
all'arrivo di un buio, gelido tramonto.

Oserei ancora
se solo venisse un'altra primavera
promettendo al mio tempo una lunga estate
per far schiudere le speranze da anni sopite.

Nulla mi aspetto dalla tarda stagione
misurata col lento appassire del volto,
le lacrime fuggite ad ogni albore
inumidiscono le labbra ormai sempre mute.


Izabella Teresa Kostka
Edita, Antologia Concorso Alda Merini (Ursini Edizioni, Accademia dei Bronzi 2017)
Diritti riservati

*

Siamo nudi

SIAMO NUDI ( le fragranze: incenso e sandalo)
 
Siamo nudi dalla nascita, 
scarni 
come spoglie appese sulla croce
inclinata dal peso degli umani peccati. 
 
Al tempo scaduto accendiamo un cero
illudendoci di non avere le ore contate, 
facciamo pace con gli spiriti malvagi
pagando al buio ogni riscatto. 
 
Randagi come cuccioli senza più culla
percorriamo i vicoli della sofferenza, 
ci saziamo con istanti di facile sesso 
spalmando sui corpi la fragranza del sandalo. 
 
Siamo nudi al tempo di un addio
mentre si polverizzano le secche membra
e non ci fa risorgere l'odore dell'incenso 
percepito tra le fessure delle fredde lapidi.
 
Portiamo sotto l'unghie le fragili memorie
strappate alla Terra nel trapasso finale,
ridotte alla cenere 
come i tronchi delle vecchie querce.
 
 
Izabella Teresa Kostka 
Tratto dall'antologia proustiana "Il profumo del tempo" La Recherche 2017, tutti i diritti riservati. 

*

Nulla

NULLA 

 

 

Quel nulla

annidato tra gli ostinati silenzi

dell'indolente, inevitabile appassire,

tra le schegge conficcate sotto le unghie 

spezzate in un lungo, laborioso viaggio. 

 

Non avrò mai delle risposte

alle domande e ai dubbi del mio oggi,

rimarrò instabile come un faggio

trapiantato nell'estraneo, ostile giardino. 

 

E taccio

tra le pause di ogni respiro

tormentato di notte da orchi e spettri 

che inseguono voraci la fragile mente 

sbriciolata all'impatto col mondo moderno. 

 

Non trovo alcun senso dell'umano soffrire 

nato all'inizio dei tempi,

ormai senza fine.

 

Izabella Teresa Kostka 

"Il diario del viaggio" 2017

Diritti riservati all'autrice 

 

 

 

 

*

Mitologica 2° - Pompei

MITOLOGICA 2° - POMPEI 

 

 

S'udivano le voci comparire

dalle fucine sorvegliate da Efesto, 

che coi carri di liquido fuoco 

falciava le vite dei mortali. 

 

Incarnite urla vibravano nell'aria 

pregna di fumo e di sparse ceneri,

si laceravano i campi come il grembo materno

all'arrivo precoce d'un dannato feto. 

 

E non v'era più l'alba della preghiera

sconsacrata dal respiro della Madre Terra

che con l'ira di un suo figlio

ha seminato morte e disperazione. 

 

S'adagiava il silenzio 

sugli altari cosparsi di lacrime. 

 

 

 

 

P.s. Efesto (Vulcano) - mitologico dio del fuoco 

Izabella Teresa Kostka tratto dal libro "Si dissolvono le orme su qualsiasi terra" 2017 diritti riservati 

 

MITOLOGICZNA 2° - POMPEJE

 

 

Słyszało się głosy dochodzące

z kuźni zarządzanych przez Hefajstosa,

który rydwanami z płynnego ognia 

rozjeżdżał życie śmiertelników. 

 

Wrośnięte w ciała krzyki wibrowały w powietrzu

ciężkim od dymu i rozproszonych prochów,

rozdzierały się pola jak matczyne łono

przy przedwczesnym porodzie przeklętego płodu. 

 

I nie było już świtu na modlitwę

zbeszczeszczoną oddechem Matki Ziemi,

która złością swego syna

siała śmierć i zrozpaczenie.

 

Osadziła się cisza

na ołtarzach zroszonych łzami.

 

 

 

 

P.s. Hefajstos (Wulkan) mitologiczny bóg ognia

 

Izabella Teresa Kostka fragment z książki "Rozmywają się ślady na każdej ziemi " CTL Editore Livorno 2017, prawa zastrzeżone 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Senza tregua; ispirata alla filosofia del Realismo Terminale

SENZA TREGUA (ispirata alla filosofia del Realismo Terminale di Guido Oldani)

 

Non so più urlare dallo sgomento 

crollando come un grattacielo privo di fondamenta,

sgretolata dal terrore delle notizie 

proiettate senza tregua dal telegiornale. 

 

Ove si è persa la umana ragione

che sembra drogata dall'oppio e dalla cannabis, 

ubriaca coi residui dei sensi di colpa 

chiusi a chiave nel ripostiglio? 

 

Guerre, soprusi e prepotenza,

attentati, bullismo e femminicidi, 

non bastano più i sette vizi capitali 

per descrivere la ruggine dei nostri giorni. 

 

Gli angeli sono ormai "spiriti precari"

licenziati da tempo dall'azienda divina, 

il Demone sereno gioca a scacchi 

spostando i burattini sulla scacchiera. 

 

Non so più fermare quella pazzia

somigliante ad una festa nel manicomio!

 

Izabella Teresa Kostka, edita AAVV "Goccia a Goccia " 2017, d.r.all'autrice 

*

Paradiso?

Paradiso? 

 

Stupido miraggio

creato per illudere le anime vaganti

affollate nel porto gestito da Caronte, 

con gli zaini riempiti di marce speranze 

nell'inutile attesa di un traghetto migliore.

 

Percepisco il loro sudore,

la paura e l'orgoglio di un lupo ferito,

di un cane randagio espulso dal branco

in frenetica caccia di una debole preda. 

 

Anime vaganti

sull'orlo del nulla,

accovacciate sul marmo di un'ignota tomba,

divorate da spettri di antichi rancori 

mai sepolti nei campi benedetti dai Santi.

 

Sfollate, 

in viaggio,

muoiono silenti,

contano sull'eterno riposo e pace,

illuminate al buio da scontate candele 

come lucciole bruciano nell'ultimo fuoco.

 

Anime perdenti e dimenticate,

disperse nel tumulto di questo Mondo.

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Per "Anima Vagante" 2017, "Verseggiando sotto gli astri 12°", d.r.all'autrice

 

*

Mitologica 1° / Mitologiczna 1°

MITOLOGICA 1° -  ARPIE 

 

Oh, vipere,  

serpenti scivolosi

nascosti nei sorrisi dall'aspetto elfico, 

creature nutrite di sola rabbia,

di cianuro partorito nell'infame invidia.

 

Potete sputare il vostro veleno

sui vergini fiori nel bosco di Fauno, 

nutrire le chimere con le menzogne

ripescate dal malato abisso di Ade. 

 

Eppure

non cesserà il ballo delle Muse

- graziose ancelle del giovane Apollo, 

dalla loro purezza si rialza la Fenice

e non svanirà mai nella sconcia cenere.

 

Continuerà il canto la piccola Calliope

calpestando le arpie al ritmo della musica. 

 

Izabella Teresa Kostka 

"Mitologica" per "Araba Fenice" 2017

Tutti i diritti riservati 

 

 

 

 

MITOLOGICZNA 1°

 

Oh żmije,

obślizgłe węże 

ukryte w uśmiechach o wyglądzie elfów, 

stworzenia karmione tylko złością,

cyjankiem zrodzonym z niegodziwej zawiści.

 

Możecie opluwać waszą trucizną

dziewicze kwiaty w lesie Fauna, 

odżywiać chimery samymi kłamstwami 

wyłowionymi z chorej otchłani Hadesa. 

 

A jednak

nie zatrzymają się pląsy Muz

-  wdzięcznych służek młodego Apolla,

z ich niewinności powstanie Feniks

i nigdy nie zniknie w brudnym popiele.

 

Kontynuować śpiew będzie mała Kaliope

zadeptując harpie w rytm muzyki. 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

"Mitologiczna" fragment z "Feniksa" 2017, prawa  zastrzeżone 

 

*

Deperibili

 

DEPERIBILI  

(ispirata alla filosofia del "Realismo terminale " di Guido Oldani) 

 

 

 

Quelle tetre giornate di carta vetrata

che raschia i residui dell'oleastra coscienza,

impregnano la spugna nella nostra mente 

dissolvendo il nucleo dei sensi di colpa. 

 

Vegetiamo come le rotte bambole 

gettate sulle bancarelle dei mercatini, 

gli amputati arti sono pezzi di ricambio 

rigorosamente tassati con imposte e IVA.

 

Non abbiamo l'identità di un essere umano,

siamo fatti di tessere e di codici a barre, 

occupiamo lo spazio in un magazzino 

destinato allo stoccaggio dei "deperibili". 

 

Svaniremo 

tra i gas di scarico dell'esistenza. 

 

Izabella Teresa Kostka 

Edita AA.VV "I nuovi poeti ermetici " 2017

 

 D.r. all'autore

*

La strage

LA STRAGE  di Izabella Teresa Kostka 

(Tratto dall'antologia "Novecento non più. Verso il realismo terminale" con lettera di Guido Oldani, a cura di Diana Battaggia e Salvatore Contessini. La Vita Felice Edizioni 2016)

 

 

Ombre, 

corpi sui barconi

come pozzanghere nere imbevute d'olio,

dal sudore orticante,

infiammabile come benzina,

carburante di ogni guerra e di crudele follia. 

 

Le urla 

affettano l'aria come un coltello d'acciaio

scricchiolante sul vetro imbrattato di coscienza,

tra le arrugginite rotelle del vecchio sistema

si fracassano le vite demolite sulla spiaggia.

 

Salme

- dispersi bulloni sui binari errati

che conducono gli spettri 

verso la stazione dei sensi di colpa. 

 

Rottamaio degli umani valori.

 

Diritti riservati 

*

Trittico polacco

● TRITTICO POLACCO  

(Il 10° classificato premiato con il Diploma e la Medaglia al Concorso Letterario Proust en Italie  - Il Giardino di Babuk, La Recherche; Roma, marzo 2017)

 

 

• FANCIULLA  (Polonia, 1971 - 1981)

 

Sono nata nel giorno di San Lorenzo 

quando il vento dell'Est

spazzava via le vergini nubi

della tarda estate a venire.

 

C'erano i fumi dei lacrimogeni

tra le strade dell'antica città di Danzica, 

suonavano le sirene del cantiere navale 

spalancando le porte alla libertà perduta.

 

Nessuno contava le stelle

che sfioravano le onde annegando nella baia,

soltanto i volti degli operai

si riflettevano nell'acciaio dei carri armati. 

 

Sono nata stringendo i pugni

come se avessi conosciuto il mio karma,

quello strano trapasso tra i mondi diversi 

uniti dalla migrazione dei vari popoli.

 

Solidarietà e Fratellanza,

l'illusione  eterna dell'uguaglianza. 

 

Sono nata all'epoca dei muri crollanti,

destinata a combattere senza alcuna tregua. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

• 13 DICEMBRE  1981  (proclamazione dello stato di guerra, legge marziale in Polonia) 

 

C'era una lunga nenia nelle note di Chopin

che sfuggivano dalle finestre degli edifici,

laceranti arpeggi somiglianti agli spari 

sparsi e dispersi tra i vortici dei conflitti. 

 

Quelle strofe incise sul pentagramma 

come corvi neri sulla bianca neve 

calpestata dai passi dei manifestanti 

soppressi dal sistema e 

dalle grida dei soldati. 

 

Ero una mela acerba 

mentre all'apice del lungo inverno 

maturavano le gemme della liberazione,

sbocciando sulla fredda coltre  

nel rosso scarlatto dei tristi garofani. 

 

E quando calava il buio 

sui viali esausti dal turbamento 

si confondevano i canti natalizi

col dolente urlo delle vecchie sirene. 

 

Non v'era Pace per noi

neanche nei salmi delle campane.

 

 

• ESPLOSIONE (Chernobyl, 26 aprile 1986)

 

Che ne sapevano i fiori della morte improvvisa 

annunciata dall'arrivo di una nube grigia,

gli ingenui boccioli vestiti a festa 

nella marcia funesta dell'incoscienza?

 

Volevano cantare uniti alla folla 

fiorita tra le piazze del primo maggio,

abbellire i volti delle fresche fanciulle 

posando sulle guance le loro corolle.

 

Per neve prendevano quella cenere

aleggiante nel riverbero delle scintille, 

ignoravano l'odore del tossico fumo

sprigionato dallo scoppio, dall'essenza del nucleo.

 

Profumavano di gioia negli ultimi istanti.

 

Che ne sapevano della vita i secchi petali

caduti tra le lacrime sulle mute tombe,

adagiati sui marmi delle fredde lapidi 

sbocciate alle porte della triste Chernobyl?

 

Addobbavano le orme della distruzione

scatenata nei giorni di primavera,

accoglievano le salme delle ragazze

annientate tra i raggi dell'eterno sole.

 

Ingiallivano storditi da un breve urlo.

 

 

 

Izabella Teresa Kostka, 2017, tutti i diritti riservati 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Dolorosa

 

 

 

È stata scritta dopo l'attentato al Bataclan ma purtroppo sempre terribilmente vera...Riposate in pace. Oggi la dedico alle vittime dell'attentato a Nizza.

 

DOLOROSA (tratto da "Gli espulsi dall'Eden")

 

 

Chiedo il perdono 

per questa Terra,

umiliata dall'odio, dall'intolleranza,

squarciata dai lampi della follia

seviziata dagli spari di prepotenza.

 

Pretendo il silenzio

per ogni sangue,

versato sui campi in cupo delirio, 

traboccante di pianto e di dolore

scolpito sui volti di qualsiasi colore.

 

Cerco la coscienza

nei detriti umani,

sconvolti dalle stragi degli innocenti, 

negli angeli caduti dal fuoco terrestre

si spengono le ultime scintille del bene.

 

Non trovo più versi 

per questa preghiera

condannata a cessare nel muto terrore.

 

 

Izabella Teresa Kostka 

dalla silloge "Requiem " tratto dal libro " Gli espulsi dall'Eden " CTL Editore 2016

Tutti i diritti riservati

*

Le parole taciute

ESTEMPORANEA 5° (le parole taciute)

 

 

I segreti feriscono come coltelli

- sanguinanti schegge della memoria,

letali sorrisi dipinti sui volti 

oscurati dall'ombra della propria vergogna.

 

Putrefatti rifiuti della coscienza

soffocati di giorno dall'apparenze.

 

Le stigmate eterne dei sensi di colpa.

 

Izabella Teresa Kostka 

tratto da "Le schegge"

I.T.K.Edizioni 2016

Diritti riservati 

 

*

Eri mio figlio

ERI MIO FIGLIO  di Izabella Teresa Kostka 

 

 

 

 

 

Eri mio figlio.

 

Sul paffuto visino non portavi sorriso

sfrattato dalla smorfia di puro terrore,

le tue piccole mani sporche di fango

m'abbracciavano ferite con scheggiate unghie.

 

 

Non hai più madre,

è rimasta a terra

calpestata dalla folla di esodati,

con l'ultimo sospiro t'ha avvolto per sempre

affidandoti allo spirito dell'ingenua speranza.

 

 

Eri mio figlio,

un cucciolo umano

dalla pelle lacerata dagli spari e dal sole,

l'immagine eterna dell'innocenza 

umiliata dall'odio, dal disprezzo, dalla rabbia. 

 

 

Un ritratto squarciante di sofferenza,

immortalato da uno scatto 

per accusare il Mondo.

 

 

 

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Omaggio di parole a Francesco Malavolta 

per Words Social Forum 

2016, diritti riservati 

 

 

 

 

*

Ars amandi

ARS AMANDI 

 

 

Vorace la tua bocca che tace,

strisciante come cobra sulle mie distese,

mi denuda da ogni ipocrisia 

scarsa di ragione,

traboccante di follia.

 

Sei tu il mio profeta

venerato nel tempio dell'esaltazione,

accogli queste membra stese sull'ara,  

liberate, 

spoglie d'inibizione.

 

Sfamati di me

appagato dai gemiti del lungo piacere.

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

 

Menzione di Merito al Concorso Premio Afrodite 2016

 

Montecovello Società Editrice, Roma 2016

 

Edita A.A.VV.

*

Un’orchidea

( un'orchidea )

 

Alberate le tue braccia ombrose

accarezzano le malinconie,

i corvi solitari di troppe assenze,

annidate, paurose tristezze. 

 

Insemina la mia terra.

 

Un groviglio di radici, le dita

che sprofondano nella carne,

le labbra gravide di lussuria

posate sull'intimo fogliame.

 

Si schiudono i seni

come un ciliegio in fiore.

 

Fammi germogliare,

sbocciare sul tuo tronco

come una corolla, 

un'orchidea.

 

 

Izabella Teresa Kostka 

tratto dalla raccolta "Incompiuto "

Antologica Atelier Edizioni 2015

diritti riservati all'autore 

 

 

 

 

*

Mater Nostra est

MATER NOSTRA EST 

 

Come una vigna matura 

pregno il tuo grembo,

l'ombelico del mondo 

gravido di allegria, 

turgidi e candidi i seni 

- succosi frutti maturi,

accogliente dimora

per le piccole labbra. 

 

Sorridi 

ignorando le grida del Male,

d'Immenso s'illumina il tuo viso,

avvinghiata dal dolore ritrovi la pace,

quell'essenza primordiale del Sacro Creato.

 

Sei una corolla sfavillante di puro amore

incarnato nel germoglio sbocciato dal ventre,

ovunque tu viva su questa Terra

rappresenti il nucleo dell'Universo.

 

Mater Nostra di qualsiasi fede

sia benedetto il tuo nome!

 

 

Izabella Teresa Kostka 

per "Madre mia"

Antologica Atelier Edizioni 

2016 tutti i diritti riservati 

 

 

 

 

 

 

 

*

Credo

CREDO

 

Vorrei 

immergermi nelle fonti del puro sapere

mentre il mondo si vende per vile danaro.

 

(Quanto costerebbe un'ora serena 

sprigionata dalla gabbia della follia?)

 

Plana il mio pensiero

varcando le recinzioni dei pregiudizi,

si smorzano le colpe sui sepolcri di ieri 

chiedendo il perdono al grigio domani.

 

La vita è un purgatorio

in attesa dell'eterno ignoto,

una battaglia per la sopravvivenza

abbellita di notte con gli spasmi d'orgasmo.

 

Condannatemi pure alle fiamme ardenti

gettando sul rogo l'innocenza!

 

No,

non invocherò invano il nome di Dio,

morirò ribelle sull'ara dell'arte.

 

 

Izabella Teresa Kostka 

2016 "Schegge" 

*

L’ultima sbornia

L'ULTIMA SBORNIA 

 

Ti mostrerò  la vita,

senza fronzoli,

scarnata e priva di stupidi miraggi,

odorante di giorno di amarezza,

avvinghiata nel ventre della metropolitana. 

 

Essa ha un sorriso di un barbone,

sdentato ricordo della ricchezza,

punge le coscienze dei burattini 

urtando nel buio le loro menti.

 

(Non indossa i capi griffati)

 

S'accuccia arresa alla fame e stenti,

una sagoma strisciante sui marciapiedi,

si nutre degli scarti del fasullo potere

gettati di notte ai cani randagi.

 

T'insegnerò la vita,

agonizzando silente dall'ultima sbornia. 

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Diploma di merito al concorso "Terra di Virgilio " 2016

Festival Internazionale della Poesia, Mantova. 

Diritti riservati 

 

*

Exodus

EXODUS (l'immigrazione)

 

Dove andate, pellegrini errati,

naufraghi sconfitti alla deriva?

 

La vostra terra soffre di stenti

lasciata inerte senza speranza.

 

Sminuiti,

schiacciati nei neri grovigli

aspettate un tocco della Fortuna,

scordati da tutti, invisibili agli Dei

vegetate,

credendo che "panta rei".

 

Nessuno s'accorge dei vostri lamenti,

degli occhi delusi,

già chiusi e spenti,

nessuno ascolta gli ultimi sussurri,

né versi di rabbia né graffi sui muri.

 

Morite 

alle porte dell'Eldorado.

 

 

Izabella Teresa Kostka 

tratto dalla silloge  "Peccati"

Antologica Atelier Edizioni  2015

Tutti i diritti riservati 

 

 

*

Memento

MEMENTO

 

Ho conosciuto uomini

drogati dalla loro ignoranza,

marionette sospese sui fili del potere,

marinai stregati dagli sguardi delle sirene,

abbagliati dalla luce del falso avere.

 

Schiavi del carnale 

condannati agli scarti del piacere,

svuotati involucri dell'umana coscienza,

annegati di notte in un bicchiere di brandy,

fatti e rifatti tra le curve del godere.

 

Vivevano illusi dai futili miraggi,

aggrappati alle cosce a pagamento, 

convinti di essere già immortali

calpestavano le grida, i sensi di colpa.

 

Ho pianto 

sulle loro tombe coperte di fango,  

abbandonate e prive di qualsiasi ricordo,

gettate nell'oblio di dimenticanza, 

sepolcri guardiani dell'eterna mancanza.

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Tratto dal libro "Gli espulsi dall'Eden"

CTL Editore 2016  tutti i diritti riservati 

*

Maria Maddalena

MARIA MADDALENA

 

Mia madre m'ha venduta.

 

Fanciulla paffuta, ancora grezza, 

per i sacchi di grano ha tradito purezza, 

per sfamare i cuccioli aggrappati al grembo.

 

Ha pianto di notte sazia di vergogna.

 

Mi hanno comprata, deflorata, bestemmiata, 

al mercato dei corpi dagli sputi umiliata, 

svuotata, riempita di ogni sporcizia, 

derisa, annientata con pungente malizia.

 

Mi hanno buttata nel limbo del mondo

tra gli artigli sporgenti di potente lussuria, 

scarnata di notte nei tempi segreti, 

marionetta sfruttata dai loro piaceri.

 

Ora vendo me stessa per donare speranza

a quel fresco germoglio nel peccato nascente, 

per proteggere le albe del suo futuro

sopporto le fiamme di questo inferno.

 

Lapidatemi, 

uccidendo l'urlo del mio dolore!

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Tratto dal "Trittico sulla prostituzione"

dalla silloge "Peccati" 

Antologica Atelier Edizioni 2015,

Premio Speciale della Giuria 

al XXVIII Concorso Premio Letterario 

La Mole di Torino 2015.

Tutti i diritti riservati 

 

*

Ergastolani

 

ERGASTOLANI 

 

Fermati!

 

In questo dirupo del muto grigiore 

abbellito dal canto degli sporchi piccioni

n o i    e s i s t i a m o.

 

Scordiamo gli orologi (arrugginiti guardiani)

misurando il tempo coi passi nel vuoto,

dannati  guerrieri  senza più scudi 

scarnati d'orgoglio, 

allibiti dai baci.

 

Abbiamo perso l'unico treno

verso le lande dei sopravvissuti,

rinchiusi nello spazio  del non ritorno

nell'ultimo abbraccio degli ergastolani.

 

Prigionieri di questa Terra.

 

 

 

Izabella Teresa Kostka 

Omaggio di parole a 

per Words Social Forum 

2016 copyright 

 

 

 

*

Vento

VENTO

 

Un brivido sulla pelle  

come una lama d'acciaio,

toglie il respiro soffocando le cellule. 

 

Mi manca la tua aria fresca, 

frizzante di mille promesse,

sfavillante di gioia dell'ultimo sorriso. 

 

 

M'avvolge il gelo della tua assenza,

tremo.

 

(Ho chiuso la finestra,

è stato soltanto il vento) 

 

 

IzabellaTeresa Kostka 

"Schegge" 2016

Diritti riservati 

 

 

 

 

*

Gli occhi

GLI SGUARDI 

 

Negli sguardi orfani d'amore

vivono i lontani ricordi,

ci portano oltre il confine

del nostro tempo che fu.

 

Pregni d'ardore eppur così tristi,

sospesi nel vuoto d'un breve addio,

gli scatti sulle pagine del quotidiano 

impressi coi graffi sulla mia pelle.

 

I tuoi occhi

la dannazione...

 

 

Izabella Teresa Kostka

2016@diritti riservati 

"Le schegge"

 

*

Ermetic

ERMETIC

 

Nel torbido vortice del tempo

sfavilla la tua luce,

unico faro della resistenza

più potente di ogni morso del Male.

 

Venero il tuo nome, Madre,

lodo le sacre rughe, 

temo il giorno del lungo distacco

nell'attimo dolente dell'abbandono.

 

Stammi vicina 

ovunque io sia. 

 

 

 

Per "Madre mia"

Antologica Atelier Edizioni 

2016 copyright 

*

Post Scriptum

POST SCRIPTUM 

 

Quel che resta

è soltanto la cenere

del nostro passaggio,

il ventre inquieto dell'abbandono,

squarciante silenzio di mille domande.

 

Non troviamo più risposte,

smarrite nel viaggio verso l'ignoto,

scolpite nel tempo 

sulle pareti di vuote stanze,

senza futuro.

 

Quel che resta 

è l'ultima preghiera.

 

Izabella Teresa Kostka

tratto da "Peccati"

Antologia Atelier Edizioni 2015

copyright 

*

Estemporanea

ESTEMPORANEA 

 

 

Planano i pensieri

nello spazio del non ritorno,

ingenui sposi 

della luna degli alberi che germogliano,

ancorati tra rimembranze 

e rubati sospiri di ieri,

espulsi dalle lande

del mio domani.

 

Svolazzano vaganti,

discepoli muti dell'appassire.

 

 

per Words Social Forum 

omaggio a Natalia Drepina

2016@copyright