Che sia cominciata con i veggenti
in un rugginoso sestante
su cui giravano stelle di foglie
a dare l'ora al tempo.
Era maestà antenata
su fosse di corteccia, fauna di zampe e peli
creature micropiccole
negli anfratti degli arcobaleni,
lontane dalla gente a schiena dritta,
nell'infinito
di una piana d'ascia e di cave
che riempivano i vuoti e abissavano i pieni
come in un testamento d'ossa e radici.
(e la crosta si brucia ancora in un canale di Sole
e le crepe si radunano ad anello,
sognano d'incurvarsi ad Est, bagnandosi d'alba).
Cambia il vento polare
e hai la tua guerra
corazza, e bracciali d'aranci
lo schienale del suolo ti scava a bulbo
(fatto d'acqua, come le patate,
come le adunanze di grani notturni
fertili da quando questo mondo è mondo)
ma il campo è metallo
o forse è l'ultimo seme da sputare
o forse è l'ultimo fuoco di vita nera
che ti riempie il ventre.
http://poesia.blog.rainews24.it/2011/09/15/a-guardia-lombardi-le-strade-della-poesia/