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En vinternatt


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Pubblicato il 14/11/2011 12:00:00

  

Stormen sätter sin mun till huset

och blåser för att få ton.

Jag sover oroligt, vänder mig, läser

blundande stormens text.

 

Men barnets ögon är stora i mörkret

och stormen den gnyr för barnet.

Både tycker om lampor som svänger.

båda är halvvägs mot språket.

 

Stormen har barnsliga händer och vingar.

Karavanen skenar mot Lappland.

Och huset känner sin stjärnbild av spikar

som håller väggarna samman.

 

Natten är stilla över vårt golv.

(där alla förklingade steg

vilar som sjunkna löv i en damm)

men därute är natten vild!

 

Ôver världen går en mer allvorlig storm.

Den sätter sin mun til vår själ

och blåser för att få ton. Vi räds

att stormen blåser oss tomma.

 


Una notte d’inverno

 

La tempest poggia la sua bocca alla casa

e soffia per emettere un suono.

Dormo inquieto, mi giro, leggo

il testo della tempesta assopita.

 

Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio

e il temporale mugola per lui.

Entrambi amano le lampade che dondolano.

Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.

 

La tempesta ha mani infantili e ali.

La carovana si lancia verso la Lapponia.

E la casa avverte la sua costellazione di chiodi

che tiene insieme le pareti.

 

La notte è immobile sul nostro pavimento

(dove tutti i passi attutiti

riposano come foglkie affondate in uno stagno)

ma fuori infuria la notte!

 

Sul mondo passa una più grave tempesta.

Poggia la sua bocca alla nostra anima

e soffia per emettere un suono – temiamo

che la tempesta soffiando ci svuoti.

 

 

[ Tratta da Poesia dal silenzio, Crocetti Editore, a cura di Maria Cristina Lombardi ]



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