Pubblicato il 27/11/2011 09:17:35
Ti rivedo alle prime luci dell’alba. Il passo deciso e grave, mio malinconico miraggio.
Palpiti ogni notte nel mio sogno nel profumo amaro di nostalgia, mia nivea rosa di giugno.
Fischia inesorabile il primo treno, dal binario gelido e mesto di un inverno feroce.
Ti affretti e mi giunge l’eco indimenticabile della tua voce, le ultime disperate parole prima dell’imminente viaggio.
Esule il giorno sfiora una notte d’abbandono che gela il respiro. Un dolente ed affrettato bacio di commiato invano insegue un ramingo sole.
Non c’è più tempo, il cammino è già segnato.
Resta solo l’arcobaleno in dissolvenza il ricordo evanescente del tuo sorriso nel tempio della mia memoria.
E ti allontani così senza voltarti indietro, mia ombra di bruciante nostalgia, un gentiluomo nella bruma della mia inquietudine.
Soltanto una lacrima di ghiaccio il mio sguardo annebbia, mentre bevo dall’ amaro calice rimpianto e rabbia nella notte senza fine d’una polare solitudine.
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