Pubblicato il 06/12/2011 20:55:16
Scende la sera d’inverno con nostalgico velo fra trine di malinconia e perle di brina.
Occhi di cielo, l’espressione dolce nella luce del vespro a sanare le dolenti ferite d’un esilio esistenziale infinitamente aspro.
Si smarrisce la parola ed il cuore indulge nella selva d’emozione dinnanzi ad uno sguardo d’aurora radioso e mite.
Chissà per quali erti sentieri ed impervie salite si saranno inerpicati sereni i tuoi passi, nel volo grigio di rondini e svassi,
nel dileguare di primavere nella fragranza amara di viole solitarie,
tu che sei il respiro di speranza e tenerezza delle mie sere.
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