Accartocciato come foglia riarsa di un bosco antico
si mosse di un succinto scarto all'inpiedi non appena ebbe udito
il suono del vento fremere tra i rami distanti un dito dalle sue corna il cervo
l'assillo del cibo lo aveva abbandonato il giorno stesso che aveva fiutato
nelle sue feci di essere malato, ultimo stadio di una catarsi senza bivi
la sua struttura forte, solidale col fiume con l'erba del prato
col rossore delle guance della bimba che lo sorprese
quando credette di non avere occhi che per le farfalle e poi la vide invece cambiare colore, tutta ora declinava in un unico burrone
eppure nella mente la tana della serpe a collegarsi ad immagini di guarigione
lo spronò ad andare a tentoni in qualunque direzione
che non lo nascondesse al chiarore della Luna che gia saliva
a prendere posizione sulla cima del monte da cui guardarli tutti i figli della valle
e pregò di avere un'altra possibilità e gli venne da piangere
mentre il ventre si torceva di dolore ma si controllò e non un' unica lacrima
cadde a commuovere la sua terra ricca di promesse e consolazioni
se ci fossero stati ancora suo padre o meglio suo nonno ma era solo
e la sua candela bruciava da entrambi i lati
disperato chiese perdono per non aver voluto figli scegliendo una vita solitaria
poi scese al fiume come se improvvisamente sapesse cosa fare
cominciò a riempirsi il petto e il ventre d'acqua a tirare con quanta foza aveva
si fermò soltanto quando si sentì scoppiare
poi andò a cercare la tana della serpe
gli alberi che avevano sentito il suo lamento gli indicarono la strada
il cervo chino sul foro d'entrata iniziò a soffiare l'acqua a piena potenza
tanto che essa arrivando alla fine del cunicolo tornava in dietro nella sua gola
e lui non capiva più se sputava o ingoiava e gli girava la testa
quando ad un tratto si rese conto di aver ingoiato anche la serpe
che svegliata dal suo sonno iniziò furente a mordergli lo stomaco
il veleno penetrò nelle viscere e nonostante il dolore
funzionò come antidoto per il male precedente e fu così che il cervo guarì.
C'è un momento in cui le farfalle gli rubano gli occhi se dovesse essere sorpreso
dalla bimba che arrossisce questa volta si farà accarezzare.
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