Pubblicato il 30/05/2009 09:19:49
Era fino a ieri il mio cervello un acquario di pochi graziosi pesci colorati, Poi, non so come, è comparso Un pesce onnivoro e vorace Che ha ucciso e divorato Tutti i coinquilini. Così è rimasto solo Ad osservare, Tra muschi e sassi, Il vecchio mondo Stolto e deformato, Curvo sui vetri lucidi del globo. Non soffre mai di solitudine, Almeno in apparenza: Dimena le pinne della coda, Fa vibrare le squame azzurre e viola, Preme i denti aguzzi sul cristallo. Non è feroce, E’ soltanto un insaziabile affamato. Nemmeno di notte s’addormenta, Passa il tempo Ad esplorare in ampi giri Lo spazio attorno, Studia le ombre della stanza, La fioca luce dei lampioni Tra i tendaggi. Vorrebbe essere quel picchio Che ogni sera si posa sul balcone E picchia col becco duro Contro i vetri. Ah potesse come lui volare! Libero di cantare All’infinito I racconti del bosco.
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