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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

À Madeleine Lemaire


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Pubblicato il 07/07/2014 12:00:00

 

À Madeleine Lemaire

 

Quel trop subtil voleur coupa dans les vergers

Ces raisins lumineux dont ma lèvre est éprise?

Le zephyr soufflé ces chendelles par surprise

Lui seul est assez doux pour ne les pas blesser.

 

Mais non, pour les pinceaux quittant fuseaux et laine

Vous faites plus que Dieu: un eternal printemps,

Et c’est auprès des lys et des rosiers grimpants

Que vous allez chercher vos couleurs, Madaleine.

 

Vous avez la beauté frêle de l’éphémère,

Et pourtant fleurs d’un jour vous ne périrez pas,

Fleurs vivant et pourtant immortelles: lilas,

Œillets ou lys qu’a peints Madeleine Lemaire.

 

Mais vous, qui vous peindra, belle jardinière

Par qui tous les printemps nous naissent tant de fleurs?

 

 

 

A Madeleine Lemaire

 

Che ladro raffinato ha tagliato negli orti

quest’uva luminosa di cui il mio labbro ha sete?

Lo zeffiro imprevisto queste candele ha soffiato

lui solo è tanto dolce da non sciuparle. Ma no,

 

per i pennelli abbandonando fusi e lane

fate meglio di Dio: una primavera eterna,

e vi accostate ai gigli, ai rosai rampicanti,

per rifornirvi di colori, Maddalena.

 

Avete la bellezza fragile dell’effimero,

eppure fiori d’un giorno voi non morirete,

fiori viventi e immortali: lillà, gigli,

garofani dipinti da Madeleine Lemaire.

 

Ma, bella giardiniera, chi dipingerà voi

per cui le primavere ci portano altri fiori?

 

 

 

[ Tratta da Poesie, di Marcel Proust, Feltrinelli. Traduzione di Luciana Frezza ]

 

 


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