Era nelle sue corde, il giornale, la sigaretta, il silenziatore.
Le parole pronte all'uso sull'asse portante, nel caricatore, tra i denti.
Appena sotto la lingua
dove il cuore duole a non proferirle.
Senza pensieri a far rumore da troppo vicino, la pistola sul comodino
e gli occhi liberi di guardarla dormire.
Lei che aveva capito tutto dall'inizio
col suo intuito femminile che cade sempre in piedi
grosso felino armato dal fuoco
di ferro battuto, qualunque cosa accada, per quanto si renda ridicolo
è nella profezia che solo loro conoscono
e nessun altro che gli è amica.
Ma la vita prende slanci con chi ne è capace
il coraggio non lo vende se le vene sono di poca portata
e lo si deve conquistare a fatica, sul campo
come in uno sciopero dei treni
quando devi andare a trovare tuo figlio
un mezzo secondario di sepoltura
per recuperare il tempo perso
e mai visto qualcuno che fosse capace a farlo
il salto nel vuoto
nonostante il mezzo contributo
di una vita buttata nel cesso.
Per questo ed altri mille motivi che gli balenarono in testa
decise di leggere un libro
e il processo lo rimandò a domani
perchè s'innescasse di nuovo più tardi per altri versi
dalla metrica quotidiana.
La finestra aperta per i suoi sogni di carta a forma di aeroplani.
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