Pubblicato il 09/07/2016 14:49:37
Alte e severe queste mura si stagliano contro l'azzurro. Vi s'arrampica in solitudine l'edera dove cala malinconica la tua sera.
Inespugnabili ed invalicabili mura cingono d'assedio il giorno ammutolito in un sussurro.
Non è la morte liberatrice in questo maniero la tirannica sovrana, ma la malattia e la sofferenza che mietono paura.
Sembra un giorno di festa nel parco baciato dall'estate, anche se la gioia al di là del cancello resta. All'ombra austera dei pini ci siamo fermate.
Tu, rosa canuta, nel giardino di viole assorta, con me non rimani. Smarrita a siderale distanza immemore mi fissi, inconsapevole di ieri, di oggi e di domani.
E io desolata assisto alla Via Crucis, mentre sali il Calvario arrancando sotto il peso della croce, rassegnata insieme agli altri crocifissi, ammalati, sofferenti, senza voce, che non conoscono pace né la speranza del sole.
E dalla selva dei ricordi ti guardo, madre, con l'anima in fiamme tra cenere e brace ed una lacrima nel cuore, senza parole.
A chi vive il calvario della malattia.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 2 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Marina Pacifici, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|