Quando perde la guaina sulfurea il tattico tango da balera
del tuo sillabare l'aria in respiri quando fumi una sigaretta prestata
la nascondi al dosso delle nuvole perchè il cielo non ti giudichi
la figlia, la madre, il costato
le reticenze parallele al vegano che viene da Vega
ne deduco un razzismo da palato, dovuto all'uso consueto di coriandoli
da lancio, da nessuno escluso, eccetto le dita da fata che cingono il filtro
come fosse il bavero di una cerniera ossuta
l'acrobata sedotta dalla distanza breve di una ricaduta
le vicissitudine che si avvitano sul cordolo non appena stringi la curva
e se siedi è il gradino che scotta ma la scala è una tromba d'aria
da soffitti, inconsulti
piano al piano, un lungo pianosequenza, furtivo, con zampe da gatto
che ti segue fino in cima, dove s'apre il tetto e la tua schiena curva
è un arco di creta viva, muta, come il fumo che s'addensa
a forma di clessidra vuota, mietitura del tempo, a ghirlanda d'inneschi.
Dove sei ora? Chi t'avvista oltre le tregue del tempo?
Non si capisce un caos nemmeno se ti arrendi ad esso.
Immenso, con la quadriglia delle palpebre ad intermezzi
a sezionare le immagini frustrate, col telaio degli occhi
a scegliere la cornice; il flusso mobile delle cose che vedi
si sparge nella mente che le proietta, così il cane si morde la coda
come un uomo che ha fretta di arrivare alle conclusioni.
Ma senza bellezza non è giusto condursi altrove, permanere
nè essere quello che vuoi.
Quanto a lungo può mostrare il suo lato debole la Luna
perchè i lupi s'illudano di mantenerla in vita?
Di chiamarla a testimone di qualche coro che intoni una preghiera?
La falce, la piena del fiume, il mantello della sera.
L'orizzonte che sconfina sul dorso di un' alba azzurra
saprà riporre l'arma nella fondina senza aver sparato un colpo
almeno ad onore del cielo che ricordi dalla tua finestra a stelle e strisce
ma poi la memoria capovolge i suoi assilli
e te la prendi per aver dimenticato i versi dei gabbiani al mattino
colazione da Tiffany come va a finire?
E dove ho parcheggiato la macchinazione?
Torniamo a fumare nei bagni del ginnasio
dopo la ricreazione abbiamo ginnastica
e il professore ci lascerà giocare a pallone nel parcheggio dell' Utap.
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