Pubblicato il 03/01/2018 09:37:43
A chi sa immaginare la primavera ancora durante l’inverno. Un seme in terra è talmente piccolo. Un nonnulla silenzioso e forte, promette non una o due, ma infinite cose. Si sa del fiore e del frutto. Ma vedi questo: la gemma appuntita che buca la scorza, i primi petali sciupati come piume di neonati nel nido, la delicatezza cresciuta fino alla mano. Il fiore perfetto e i suoi colori, col profumo che parla in nome del verde e sprigiona qualcosa di irresistibile. Dice “vieni e sarà per sempre” e le api gli ronzano attorno e non smettono fino allo stremo ubriache d’amore. Vedi il gonfiarsi lento del cuore che si fa bacca per la gola del merlo e frutto bello pieno di Dio fino a scoppiare a deflagrare vita in mille e più frantumi di bene che il vento col suo braccio sparge nei suoi domini di cielo, per il suo regno d’aria, su territori infiniti fin dentro la cova oscura del solco e l’immobile attesa. Ci penserà poi la pioggia e dopo il sole, e la speranza: sarà materia loro esaudire il desiderio. Ripetere i passi della danza. Mantenere le promesse.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 8 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Laura Turra, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|