Pesta i pugni sul tavolo, poeta incazzato,
deluso da un mondo che, indifferente,
non t'ha mai sopportato;
pesta i pugni sul tavolo, o picchiali
sul grugno dei nemici,
perché non ti interessa morir di fame,
di cancro o di varici.
Ulula alle stelle, vomita alla luna, idiota maledetto,
i tuoi urli d'angoscia sian taglienti come morsi di stiletto;
non abortire rabbia, dolore e aggressività
nella tua anima straniera,
che, invecchiando, troverà i tuoi déi riversi, immobili,
agli angoli d'una scacchiera.
Pesta i pugni sul tavolo, poeta incazzato,
schifato da un mondo ipocrita, celebroleso, imballato
con pacchetti di cenere lavica, e filo spinato.
[Versi Introversi, 2008]
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