La televisione dell’orrore, la televisione dell’errore,
ricorda i negozi vendo horror sponsorizzati dal televisore,
lo share aumenta se un freelance dai neuroni anchilosati
intervista, di notte, nelle loro macchine, decine di terremotati,
che se io fossi l’intervistato, zio buono, chiamerei un carabiniere,
o almeno lancerei il freelance a calci nel sedere.
La televisione delle lacrime, la televisione dell’assuefazione,
usa il marchio della marca come linea di demarcazione
tra frammenti di film, tra spezzoni di trasmissioni,
i romani de Roma basavano sullo sponsor la solidità delle obbligazioni,
noi attribuiamo allo sponsor la forza di far decidere a esseri inumani
se dare maggior valore a un tifone o a una strage di bambini afghani.
La televisione della morte, la televisione del dolore,
lo studio non è da frequentare da chi è debole di cuore,
ogni notizia del telegiornale è un atto terrorista
in grado di trasformare Jeffrey Dahmer in Hare Krishna,
l’inchino all’Isola del Giglio è stato uno scoop eccezionale,
l’unico difetto degli improvvisati attori fu di non saper nuotare.
Stasera tutti dietro alle televisioni spente:
a mettersi davanti, infatti, si rischia solo un accidente.
[inedito, 2018]
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Ivan Pozzoni, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.