Pubblicato il 05/03/2019 12:06:07
Vorrei dire le cose che prime odono il sonaglio dell'alba – il canto infinito del nascere – la chiara betulla dietro quei vetri, la curva che arriva accennata tra i rami sciolti dal gelo invernale e una dinastia di passeri venuti a beccare molliche,
ma ho negli occhi il giardino di fronte quand'era l'inizio dei campi e più oltre era cielo colmo di cielo: tutti i pensieri si incontrano lì dove ora fitti si stringono gli alberi e il vento soltanto ricorda l'infanzia e le dita non bastano più a contare i miei anni.
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