Pubblicato il 09/12/2025 13:10:01
Polvere di diamante cadeva, alone del sole chiara la neve. Tra i fitti boschi correvo, a mani tese coglievo il respiro del ghiaccio, dal passo sul manto nevoso definivo quanti gradi fossero intorno. Intesi uno sguardo febbrile dietro il crostone di roccia, una mano come soffio sul capo, o così credetti sentirti, sembianza in controluce di una voce avvolgente. Parlavi, parlavi come mi fossi dentro l'orecchio, eco di ghiaccio volante. Ti presi la mano evanescente sulla guancia l'adagiai, sentii non freddo ma un tepore diffuso. La mia lacrima col dito adamantino scostasti, polvere di stelle e fiocchi come diamanti, fecero luce mentre te ne andavi, ancora e ancora ma non per l'ultima volta.
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