Pubblicato il 29/05/2011 08:55:33
Sulle ali della nostalgia volo lontano si desta la Memoria e mi prende per mano.
E mi ridesta nella luce autunnale d’una mattina nella grande dimora umbra, la voce dei nonni in bisbiglio gentile dalla cucina dove carezza premurosa era l’ombra avvolgente, non tenebra gelida ed amara del presente.
E dalla stanza accanto alla mia ecco il fremito del rimpianto, s’alza profondo ed armonioso un canto.
Le note dolci, in melodia sussurrata della tua voce cara m’accompagnano nell’odierna condanna infinitamente amara.
Come vedi la canzone che mi cantavi non l’ho mai dimenticata.
Sulle note degli chansonniers, Chevalier mi par ancora di udire, la voce tua trionfo di luce e calore d’una domenica mattina, mentre alla specchio ti sistemavi la cravatta.
Il passo scalzo giù dal letto la corsa fra le tua braccia, il tuo sorriso mia palpitante rosa scarlatta mio giardino incantato d’imperituro Amore regno di fugace gioia d’una bambina .
Ti ritrovo nell’onirico rifugio di luce ed ombra, torno al tuo sospirato regno, mio amato sovrano.
Non urla minaccio più il fortunale s’acquieta la burrasca tace l’ascosa minaccia, non nevica più sferzata la fiorita frasca, freme gentile nel vento la fronda.
E nel sogno m’abbandono serena alle tua braccia, mia deriva di Libertà nostro regale manto blu è l’onda.
Non temo al mio fianco ci sei Tu, nel sussurro d’emozione profonda, non sibila più il fortunale.
D’inquietudine più non fremo sei Tu il mio lido di luce la carezza profumata di mare della bonaccia
che nel ricordo continuo ad anelare, nel sogno continuo a cercare e nel cuore mio dalla valle di tenebra continuerò per sempre ad amare.
Alla memoria di mio padre Emilio
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