Pubblicato il 18/06/2011 09:28:38
Infuria la pioggia nel giorno senza tregua e dall’anima prigioniera la fiaccola della Speranza dilegua nella sera.
Riappari come stella cadente nei miei pensieri i tuoi occhi infinitamente cari annunciavano l’addio.
Rifulgi come cometa del rimpianto e l’anima indulge s’alza in volo nel fremito malinconico l’orfico canto.
Con gli occhi sospesi all’orizzonte attendo invano.
Non vi sarà alcun ritorno, sei perdutamente lontano.
La rondine prigioniera nel regno d’Ade più non illuminerà nel volo di gioia il cielo della mia solitudine.
Cala la pioggia incessante e colpisce il cuore smarrito nel velo di bruma mesta nella valle del dolore.
Resto sola sotto la pioggia nel balenante luccichio.
Le nere chiome di tristezza intrise le nostre strade inesorabilmente divise.
Percuote le pioggia l’anima sola.
Nel silenzio assordante d’ore vuote il cuore nel dedalo della Memoria sui dorati sentieri dell’Amore da Te vola.
E mi ricordo la pioggia d’allora quando con l’ombrellino scarlatto Ti correvo incontro all’uscita della scuola, gioiosa allodola tornavo fra le tue sospirate braccia all’amorevole nido.
Lo scintillante incanto della mattina, la fragranza del tuo bacio, il calore del tuo abbraccio, il paradiso di felicità d’una bambina.
Scendeva allora la pioggia gentile nel tuo sguardo come carezza, picchiettava vivace cheta cheta, la pioggerella di primavera rallegrava il cuore e lo sguardo nella sera.
Fianco a fianco la mia piccola mano fra le tue sulle strade luccicanti della gioia che pareva senza fine s’andava lieti e sereni noi due.
Sferza ora la pioggia come implacabile sciabola, scura e greve come piombo fuso, infierendo sull’anima nel remoto orizzonte ormai precluso.
Ed il nostalgico rimpianto dispiega le ali ferito di fenice e riaffiora nel ricordo della perduta pioggerella cheta cheta d’allora.
Chissà se dove sei, al termine della tempesta l’arcobaleno in gentile carezza lo sguardo tuo d’autunno allieta ed il sole ti rallegra in bacio soave di luce ancora.
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