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3 Christmas happiness / Natale con voi - musica e altro

Argomento: Vari

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 14/12/2018 09:29:40

3 CHRISTMAS HAPPINESS / NATALE CON VOI
In cerca del regalo perfetto da fare agli altri (soprattutto a se stessi): qualche libro, un certo evento, quanto basta di poesia, qualche mostra, forse un concerto, un po’ di cinema (q.b.), e perché no un viaggio? Il resto suggeritelo Voi lettori … in fondo il Natale è anche Vostro, o no?

VIAGGI e altro:
Natale a Malta, inizia la festa più attesa dell’anno. Gli eventi si susseguono …
Din! Din! Din! Le campanelle natalizie annunciano liete la stagione delle feste. In questo periodo a Malta tutte le chiese organizzano una miriade di eventi, allestiscono il proprio presepe e spesso inscenano processioni dedicate alla natività, ma non mancano i mercatini e gli appuntamenti gastronomici tutti pensati per festeggiare il Natale. Per questo Malta Tourism Authority ha deciso di appuntarvi qui un elenco di attività che potrete fare a Malta per prepararvi al meglio al periodo più gioioso dell’anno.
MILIED IMDAWWAL FL-IMQABBA
Tra i tanti paesini dell’arcipelago che si preparano al Natale, il primo ad organizzarsi a Malta è Mqabba. In questo week-end sarà allestito un mercatino di prodotti artigianali e di cibo tradizionale, ma anche un angolo dedicato ai bambini che potranno farsi scattare una foto in braccio a Babbo Natale.
ITALIAN TASTE EVENT
Che siate o no turisti che non possono fare a meno della cucina italiana quando viaggiano, l’appuntamento merita attenzione anche per il solo fatto di essere organizzato al is-Suq tal-Belt di Valletta, una delle opere più interessanti frutto dei lavori eseguiti nella capitale in occasione di Valletta 2018.
MERCATO DEGLI ARTIGIANI MALTESI
Nel calendario degli appuntamenti che periodicamente organizzano gli artigiani maltesi per questo mercatino, quello in vista del Natale è fissato a Floriana nel Magazino Hall. L’appuntamento giusto dove trovare i migliori produttori di artigianato locale: filigrana, oggetti in legno, ricami, ma anche prelibatezze maltesi come olio, birra e dolci.
IL VILLAGGIO DI NATALE AL VALLETTA WATERFRONT
Nell’area rinnovata e ricca di vita del porto di Valletta conosciuta come il Waterfront, un appuntamento che è diventato un classico del periodo delle feste in cui immergersi per un mix di decorazioni, musica, cibo e tante attività legate a questa stagione magica. Sotto ad un albero di 10 metri d’altezza si alterneranno bande musicali, cori, scene di natività e laboratori, soprattutto dedicati ai più piccoli.
MERCATO DI NATALE DEI CONTADINI E DEGLI ARTIGIANI
Nei giardini di Villa Bologna ad Attard ancora un mercatino dove sbizzarrirsi con lo shopping e abbuffarsi di delizie più o meno natalizie.
NATALIS NOTABILIS
Nel centro storico di Rabat, tra i vicoli medievali, vi aspettano oltre 100 stand di golosità e prodotti tipici maltesi che strizzano un occhio al Natale, ma anche uno al vostro appetito.

FESTIVAL DEI CANTI DI NATALE
Cosa offre più l’atmosfera del Natale di un canto tradizionale? Nella chiesa di Ta’ Giezu a Rabat, antica di 500 anni, tre giorni da dedicare alle delicate note dei cori natalizi.
CONCERTO DI NATALE DI BENEFICIENZA
Presso il Santuario della Divina Grazia di Naxxar, un concerto in cui si esibiranno i giovani cantori della scuola di musica di Malta e la Malta Concert Orchestra diretti dal Maestro Paul Abela. L’ingresso è gratuito, ma saranno raccolti fondi in favore della Fondazione Puttinu Cares
IL MUSICAL GHOSTS OF CHRISTMAS PAST
Un’opera rock dedicata al Natale? Eccola al Valletta Campus Theater!
CAROLS CANDELIGHT
Un concerto della Schola Cantorum Junìbilate a cui farà seguito una deliziosa cena di 5 portate preparata dagli chef di uno dei ristoranti più celebri di Gozo, il Ta’ French.
FIERA DI NATALE DELL’ARTIGIANATO MALTESE
Nella centralissima St. George’s Square di Valletta, un altro mercatino dell’artigianato maltese per il vostro shopping last minute prima di Natale.
MALTA CHRISTMAS FESTIVAL
Natale è già passato, ma volete tenere i piedi saldi nell’atmosfera delle feste? Vi consigliamo di non perdere questo festival durante il quale si esibiranno bande, majorette e gruppi folkloristici.

L’elenco completo di tutto quello che succederà a Malta nella prossime settimane lo trovate nel calendario eventi di Visit Malta e se non avete ancora prenotato il vostro viaggio delle feste a Malta provate a cercare tra le offerte di Malta Vacanze!
MUŻA, un nuovo museo a Malta tutto da scoprire.
L’anno di Valletta 2018 Capitale Europea della Cultura sta per terminare. È stato un anno entusiasmante e ricco di attività di ogni genere che ha visto Malta rendersi protagonista della scena culturale internazionale. Cosa resterà di questa bellissima esperienza? Sicuramente una capitale rinnovata e in pieno fermento creativo che saprà continuare ad accogliere e offrire stimoli. Più nel tangibile, tra i maggiori lasciti di quest’anno glorioso ci sarà il MUŻA, il nuovissimo museo nazionale comunitario di Malta che aprirà le porte al pubblico il prossimo 15 dicembre. La nuova sede del MUŻA è lo storico Auberge d’Italie in Merchants Street, palazzo risalente all’epoca dei Cavalieri di San Giovanni il cui valore culturale intrinseco sarà ancora più esaltato dalla presenza del museo all’interno dei suoi spazi. Per maggiori informazioni consultate il sito https://muza.heritagemalta.org/


LIBRI e MUSICA:
Ɣ - Hans Tuzzi “Libro antico libro moderno” - Collana: Sfere extra - Carocci Editore 2018.
Con stile discorsivo ma senza rinunciare alla precisione scientifica, l’autore narra la storia delle componenti fisiche e concettuali del libro spiegando come sono cambiate dal torchio a mano di Gutenberg a oggi: l’invenzione del titolo, del numero di pagina, della punteggiatura, tecnica e uso delle illustrazioni... Tuzzi accompagna il lettore alla conoscenza del libro in quanto oggetto, sottolineando gli elementi di continuità fra libro antico e libro moderno, pur nel mutare delle tecnologie.
Ɣ - Adriano Angelucci “Che cos'è un esperimento mentale” - Collana: Bussole - Carocci Editore 2018.
Per quanto i filosofi non utilizzino laboratori, sarebbe scorretto affermare che essi non ricorrano a esperimenti. Nel corso delle loro indagini, infatti, i filosofi si affidano da sempre a esperimenti mentali per vagliare la correttezza delle teorie che stanno formulando. Negli ultimi decenni, in particolare, l’utilizzo di questi preziosi strumenti per riflettere si è imposto come uno dei metodi fondamentali della filosofia di tradizione analitica e, in diversi ambiti di quest’ultima, l’attività di elaborazione teorica è divenuta pressoché inscindibile da un vasto repertorio di ingegnosi scenari ipotetici.
Ɣ- Francesca Fava “Il teatro come metodo educativo” - Tascabili - Carocci Editore 2018.
Una guida per educatori e professionisti sociosanitari. Il testo illustra necessità e peculiarità del laboratorio teatrale come strumento formativo per le professioni sociosanitarie ed educative, nell'attuale contesto di rinnovamento delle Medical Humanities. Dopo un inquadramento teorico, focalizzato sugli ultimi studi che fanno dialogare il teatro e la medicina con le neuroscienze, ogni capitolo presenta, in forma di guida didattica, alcuni obiettivi-chiave (empatia, ascolto, relazione, effetto placebo, scoperta delle emozioni ecc.) da perseguire in ambiti specifici (medico, ambulatoriale, comunitario) corredati di agili schede illustrate ed esercizi pratici.

Ɣ – “Mambo Sinuendo” – CD di Ry Cooder & Manuel Galbán a film by / The Complete Soundtrack. Nonesuch Records 2018.
Mambo Sinuendo, Ry Cooder's 2003 Grammy-winning collaboration with Cuban guitar legend Manuel Galbán, has returned on vinyl for the first time in some fifteen years. "Mambo Sinuendo creates a time-warped neverland where unhurried melodies hover above subtly swaying Cuban rhythms," says the New York Times, "as the two guitar masters trade slides and twangs with a droll sense of romance." "An exquisite album," Uncut exclaimed. "One of the musical highlights of the year." The two-LP set was pressed from lacquers cut by Abbey Road Studios on vinyl at Record Industry with a custom etching on side D, and housed in an old-style, tip-on gatefold jacket.

Ɣ - Francesco Diodati con gli Yellow Squeeds "Never The Same"- CD Auand AU9080, 2018.
“Never The Same”, il nuovo album da leader di Francesco Diodati con i suoi Yellow Squeeds. Dopo l’acclamato “Flow, Home”, l’ultimo attesissimo lavoro del chitarrista è già stato protagonista al JAZZMI di Milano e al London Jazz Festival
con Enrico Zanisi (pianoforte, synth), Francesco Lento (tromba),
Glauco Benedetti (basso tuba, trombone), ed Enrico Morello (batteria).
A tre anni di distanza dal lavoro precedente (“Flow, Home”, 2015), Francesco Diodati pubblica“Never The Same”: il suo nuovo, attesissimo album da leader. E lo fa con la stessa formazione, gli Yellow Squeeds, ovvero Enrico Zanisi (pianoforte, synth), Francesco Lento (tromba), Glauco Benedetti (basso tuba, trombone a valvole), ed Enrico Morello (batteria), e la stessa casa discografica, Auand Records. Il nome del chitarrista romano è ormai uno dei più brillanti della scena italiana ed europea: se con Enrico Rava ha calcato palchi internazionali grazie a una collaborazione consolidata, gli album da leader stanno mostrando la personalità e la capacità innovativa di Diodati. La fibrillazione per questa nuova uscita è stata palpabile anche nelle due anteprime al JAZZMI di Milano, il 9 novembre, e al London Jazz Festival, dove “Never The Same” è stato presentato il 18 novembre.
Al centro del nuovo lavoro c’è una profonda riflessione sulle percezioni soggettive, sul lavoro d’insieme e sulle infinite trasformazioni che questi due elementi possono generare persino nella più semplice linea melodica. A dominare l’aspetto compositivo è «la sovrapposizione – dice Diodati – di diversi strati sonori, di linee che si intrecciano e che, pur mantenendo una propria indipendenza, diventano imprescindibili le une dalle altre. Questo modo di costruire la musica fa sì, per esempio, che lo stesso brano possa essere percepito in riferimento a un andamento ritmico diverso per ognuno. È un po’ come guardare lo stesso oggetto tridimensionale da diversi punti di vista, girandolo tra le mani o sospeso nello spazio». È questo approccio che genera l’effetto apparentemente straniante di “Entanglement”, dove la ritmica cambia continuamente.
Questa tensione al cambiamento, questa spinta verso qualcosa che prima non c’era, è anche la cifra stilistica del gruppo: «Sono tutti molto dinamici e nel corso del tempo cercano nuovi suoni, nuovi approcci – continua il chitarrista – Zanisi sul primo disco suonava il piano, qui suona piano, Fender Rhodes, synth modulare e bass synth. A Morello ho dato una montagna di gong birmani, accumulati negli anni durante i miei viaggi e concerti in Myanmar, e li abbiamo suonati insieme nell’intro di “Simple Lights”. Glauco Benedetti si è rivelato sorprendente anche con il trombone a pistoni, tanto che ho riscritto appositamente alcune parti per inserirlo. Francesco Lento tira fuori suoni sempre diversi dalla tromba portando all’estremo le possibilità timbriche, oltre a dilettarsi con bottiglie di vetro! Sa essere molto lirico oppure diventare più angolare e aspro. Con lui spesso dialoghiamo in modo serrato, una pratica che si è fatta sempre più intensa nel corso degli anni. Sono tutti musicisti formidabili. Ho scelto loro perché sono capaci di rompere le barriere, andare oltre i limiti del già sentito». E come dimostra un brano come “River”, è facile che dall’interplay si sviluppi un flusso sonoro coinvolgente, nato dalla melodia e sfociato in una densa improvvisazione collettiva.
Tra giochi sonori con una chitarra scordata, attenzione per la timbrica e scambi di ruoli nella formazione, anche la grafica riesce a condensare il senso dell’intero album in un’immagine: «La copertina è frutto di un’opera di Sara Bernabucci, artista con cui collaboro da due anni nella ricerca di un incontro fra musica e arti visive, e di Alberto Timossi. È la stratificazione di due arti diverse (la scultura e la pittura) nate da due menti diverse alle quali si è aggiunto il mio punto di vista con la macchina fotografica, rendendo l’opera irriconoscibile. È quello che intendevo: vedere lo stesso oggetto da punti diversi, e farlo non a priori, in modo astratto, ma con la prassi, la passione intuitiva di chi vive di arte».
Questo mese ancora quattro concerti per Yellow Squeeds prima dell’uscita ufficiale, prevista il 25 gennaio 2019. Sarà possibile ascoltare il progetto dal vivo in anteprima domani 11 dicembre a Belmonte Piceno per Marche in Vita, giovedì 13 al prestigioso Bimhuis di Amsterdam, domenica 16 alla Casa del Jazz di Roma e giovedì 27 al Paradox di Tilburg (sempre in Olanda).

Francesco Diodati Bio
Chitarrista, compositore e improvvisatore, inizia gli studi musicali incontrando il Jazz. Subito dopo la laurea in Statistica Economica decide di dedicare la sua vita alla musica: inizia a scrivere musica per i propri gruppi, a viaggiare soffermandosi soprattutto a New York e Parigi dove approfondisce lo studio del Jazz tramite borse di studio e collaborazioni importanti, ampliando ulteriormente la sua visione musicale. Nel 2015 il quartetto di Enrico Rava, con il quale collabora dal 2013, ha ottenuto il Top Jazz (Musica Jazz) come miglior gruppo. E’ dello stesso anno Wild Dance, inciso dal quartetto per ECM.
Oggi è uno dei più importanti improvvisatori della sua generazione e ha collaborato con personalità del calibro di Gianluca Petrella, Bobby Previte, Antonello Salis, Jim Black, Francesco Bearzatti, Shane Endsley, Dave Binney, Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Nils Landgren e molti altri.
Ha inoltre preso parte per 6 anni al progetto MyanmarMeetsEurope, con il supporto del Goethe Institute, con il quale ha partecipato a festival in tutta Europa e Asia.
I suoi album da leader hanno ottenuto riscontri entusiastici di critica e pubblico ed è stato votato come miglior chitarrista dal 2013 al 2018 dalla rivista JazzIt.
Lo stile di Francesco non è confinato a un singolo genere musicale: negli anni la sua curiosità lo ha portato a collaborare con danzatori, artisti visuali, coreografi e progetti multidisciplinari. Oltre ai progetti Yellow Squeeds, Blackline, Floors, collabora infatti con la danzatrice contemporanea Roberta Racis e con l’artista Sara Bernabucci. Il risultato è una personalità musicale caleidoscopica ma fortemente identitaria.


CD e CINEMA:

Ɣ- David Byrne: “True Stories”, a film by / CD The Complete Soundtrack. Nonesuch Records 2018.
On True Stories (1986), his sole foray into feature-film directing, David Byrne was inspired by tabloid headlines to make an ode to the extraordinariness of ordinary American life, using his songs to stitch together pop iconography, voodoo rituals, and a singular variety show. This comprehensive soundtrack contains 23 songs, collected for the first time in one package and in film sequence. "I always imagined that the music written for True Stories should be heard as it is in the film," says Byrne. "It makes the most sense this way. Me singing the song that was written for John Goodman's character always felt weird to me."
In conjunction with The Criterion Collection's special-edition DVD and Blu-ray release of David Byrne's 1986 film True Stories, Nonesuch and Todomundo Records release a comprehensive soundtrack, collected for the first time in one package and in film sequence: True Stories, A Film by David Byrne: The Complete Soundtrack is now available on vinyl LP, CD, and digital formats. The CD also is included with Criterion’s Blu-ray of the film. Get the soundtrack now at your local independent record store, iTunes , Amazon, and the Nonesuch Store, where CD and vinyl orders include a download of the complete album at checkout. The album can also be heard on Spotify and Apple Music.
David Byrne was inspired by tabloid headlines to make his sole foray into feature-film directing, an ode to the extraordinariness of ordinary American life and a distillation of what was in his own idiosyncratic mind. Byrne plays a visitor to Virgil, Texas, who introduces us to the citizens of the town during preparations for its Celebration of Specialness. As shot by cinematographer Ed Lachman, Texas becomes a hyper-realistic late-capitalist landscape of endless vistas, shopping malls, and prefab metal buildings. In True Stories, Byrne uses his songs to stitch together pop iconography, voodoo rituals, and a singular variety show.
Byrne calls the record “An immersive audio voyage into the little town of Virgil, Texas, in the mid-eighties.” He continues, “I always imagined that the music written for True Stories should be heard as it is in the film. It makes the most sense this way. Me singing the song that was written for John Goodman’s character, Louis Fine, always felt weird to me. It was written for that character, not for me.”
“True Stories”, A film by David Byrne: The Complete Soundtrack includes twenty-three songs, many of which are on CD and digital formats for the first time:
• one previously unreleased version of Talking Heads’ “Dream Operator,” from the film, with Annie McEnroe on lead vocals;
• three songs from the film that have previously been released only on the Talking Heads sets Dual Brick or Bonus Rarities & Outtakes;
• five songs from the companion 1986 Talking Heads studio album True Stories;
• fourteen songs from the 1986 film soundtrack album Sounds from True Stories: Music for Activities Freaks—previously released only on LP and cassette—performed by a wide range of artists from Kronos Quartet to Meredith Monk to Pops Staples to John Goodman.
The full album track list is below. More information about the Criterion release—which features a new, restored 4K digital transfer, supervised by director Byrne and cinematographer Ed Lachman, with 5.1 surround DTS-HD Master Audio soundtrack, supervised by Byrne, along with several other rare items—is available at criterion.com.

NAPOLI e altri Libri:

Ɣ - Paolo Macry, Libro “Napoli. Nostalgia di domani” - il Mulino 2018.
Napoli è una sorpresa che deve essere cercata senza pigrizie nella carne viva del suo corpo affollato, accettando le tensioni di un viaggio in territori ignoti. È un catalogo di possibilità che la storia ha reso talvolta drammatico. Uno specchio di intelligenze, passioni, ferite, in cui a ciascuno è dato ritrovare qualcosa di se stesso. Napoli è una sorpresa che deve essere cercata senza pigrizie nella carne viva del suo corpo affollato, accettando le tensioni di un viaggio in territori ignoti. È un catalogo di possibilità che la storia ha reso talvolta drammatico. Uno specchio di intelligenze, passioni, ferite, in cui a ciascuno è dato ritrovare qualcosa di se stesso.
Napoli è uno di quei luoghi che ciascuno crede di conoscere anche se non li ha mai visti. Un immaginario spesso ideologico, fatto di stereotipi, di racconti ossificati, di un’infinita aneddotica. La città si giudica continuamente e viene continuamente giudicata. Sconta il pessimismo indulgente che non di rado gli stessi «nativi» si cuciono addosso e sconta la lontananza culturale, arcigna o paternalistica, di chi la osserva dall’esterno.
Di Paolo Macry, storico dell’età contemporanea e commentatore politico. Tra i suoi libri per il Mulino ricordiamo «Ottocento» (2002), «Gli ultimi giorni. Stati che crollano nell’Europa del Novecento» (2009) e «Unità a Mezzogiorno» (2012). Con “Napoli”, Paolo Macry tocca le nervature profonde, ripercorre i segni di un tessuto urbano bimillenario, i comportamenti di lungo periodo della popolazione. Insegue le fratture drammatiche della sua storia, le esperienze politiche che l’hanno segnata, fino alle vicende di tre sindaci-sovrani, Lauro, Bassolino e de Magistris. Ci trasmette la suggestione di una città difficile e mai rassegnata. Napoli, per chi voglia conoscerla, capirla, ritrovarla, continua a essere un mondo. Un mondo da pensare o, forse, un modo di pensare.

Ɣ- Biagio Cipolletta – Libro “Il sogno delle nuvole” - Augh! Edizioni 2018.
Le liriche di Cipolletta si muovono lungo innumerevoli percorsi: la solitudine, il senso di fratellanza, il silenzio, lo stupore, l’amore, l’amicizia, la vita e la morte, ma più forte di tutti è il tema che riguarda la poesia stessa, o meglio, il fare poesia, il cercare la melodia della parola poetica, nella quale si nasconde il senso della vita, cioè le gioie, le ansie e i dolori che percorrono l’esistenza dell’uomo.
(dalla prefazione di Vincenzo Esposito)
Biagio Cipolletta, già ordinario di Italiano e Latino nel Liceo Linguistico e di Scienze Umane a Roma, scrive per riviste letterarie ed è presente in diverse antologie. Membro di giuria in concorsi poetici nazionali (Concorso “L’ho scrittoIO” presso “La Sapienza”), recensore, prefatore e saggista, tiene conferenze in molti circoli culturali romani e nei laboratori di scrittura creativa. Ha già pubblicato quattro libri di poesie: "Brividi di sole" (Fabio Croce Editore, 2004), "Destination Norway" (Edizioni Libreria Croce, 2009), "Di città in città" con M. Anastasi e L. Fulci (Edizioni Libreria Croce, 2011), "La Traversina e il Melograno" (Alter Ego Edizioni, 2014) e "Il gol del portiere" (Augh!, 2017).

CONTEST:
Ɣ - Invito a partecipare al prossimo numero della rivista "Euterpe" Rivista di poesia e critica letteraria sul tema: "Musica e letteratura: influenze e contaminazioni" - scadenza di invio: 20-12-2018.
Presentazione di Lorenzo Spurio.
Per parlare del rapporto tra musica e poesia dovremmo ripercorrere le pagine della storia dell’antichità quando la poesia, sia in contesti conviviali che retorici, veniva recitata oralmente accompagnata da varie tipologie di strumenti musicali. La poesia greca ne è un chiaro esempio ma anche le chanson de geste e, ancora, tutti quei componimenti poetici ed epigrammatici che venivano condivisi pubblicamente, in situazioni di festa o più formali.
Non va neppure dimenticata la letteratura per l’infanzia dove, nelle favole, racconti e ninne-nanne, fa uso di ritornelli, forme onomatopeiche, canzoncine, forme ballate e tanti altri stratagemmi che hanno una funzione e un intendimento musicale e allitterativo. Si pensi ad esempio a Edoardo Bennato il cui successo musicale è derivato forse in gran parte dai suoi album d’esordio “Burattino senza fili” (1977) e “Sono solo canzonette” (1980) ispirati rispettivamente a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi e “Le avventure di Peter Pan” di J.M Barrie.
La musica, più che rappresentare un “accompagnamento” era una sorta di ingrediente fondamentale e imprescindibile: chi recitava modellava i suoi versi anche in base alle tonalità e all’andamento della musica che veniva proposta.
Pensando a un poeta dell’età contemporanea quale Federico Garcia Lorca dovremmo chiederci se le sue tante baladas, baladillas e romances, non siano, forse, prima che poesia, dei testi effettivamente dall’impronta musicale. L’autore granadino, grande amante della cultura popolare andalusa, fu anche attento musico e tutte le sue composizione localizzabili nelle opere magistrali de “Poema del Cante Jondo” e “Romancero gitano” hanno una strutturazione, un’impalcatura e un’origine che non può non dirsi radicata nel folklorismo musicale gitano (si pensi agli altri generi del zorongo e della seguidilla da lui spesso usate). Chiaramente si tratta solo di un esempio e numerosi altri potrebbero essere portati per mostrare come il testo (sia esso scritto che orale, anzi, dovremmo dire più genericamente “la parola”) e la musica abbiano avuto un connubio assai radicato, stretto e di successo in varie circostanze.
Trasportandoci all’età contemporanea risulta piuttosto dire se alcuni testi di Fabrizio De André e di Franco Battiato (solo per citare due delle maggiori voci cantautori ali nostrane) abbiano fatto musica o poesia. La risposta più plausibile è che abbiano fatto, congiuntamente, entrambe e nel modo più alto. C’è poi tutto un altro filone di esperienze, che vanno senz’altro tenute in considerazione, che riguardano quei testi musicali che nascono a partire da influenze letterarie vale a dire opere, autori, poesie che in alcuni cantautori hanno motivato alla scrittura di testi dedicati, ad essi ispirati, celebrativi, e via discorrendo.
La giornalista Ilaria Liparoti in un interessante articolo apparso su “Il Libraio” nel 2016 così osservava: “L’ispirazione può essere palese sin dal titolo e ritornello oppure più velata. Veri e propri “metatesti” o più semplicemente parole che attraverso le note conoscono nuova vita”. Se si pensa che la canzone “Elemosina” inserita come traccia nel cd “Max Gazzè” (2000) dell’omonimo artista non è che la traduzione in italiano (arrangiata dal musicista) della poesia di Mallarmé, ben comprendiamo come il legame tra poesia e musica sia forte e reversibile, continuo e prospero. Il fatto che l’artista romano sia influenzato o in qualche modo attratto dalla figura del poeta maledetto francese è rimarcata dal fatto che lo cita in un’altra sua canzone, divenuta molto celebre, “Su un ciliegio esterno”, gioiosamente cantabile nei concerti. Chiaramente non è solo la poesia a influenzare, motivare, intrecciare o determinare contesti musicali ma ogni altro genere della letteratura.
Il prossimo numero della rivista “Euterpe”, la cui scadenza di invio dei materiali è fissata al 20 dicembre 2018, proporrà come tema proprio “Musica e letteratura: influenze e contaminazioni”. Per prendere parte alla selezione di materiali si ricorda di prendere visione delle “norme redazionali” presenti nel recente riammodernamento della rivista nelle sue rubriche di Poesia, Aforismi, Saggistica (Articoli, Critica Letteraria, Recensioni).
www.associazioneeuterpe.com - associazioneeuterpe@gmail.com
PEC: ass.culturale.euterpe@pec.it
Rivista: rivistaeuterpe@gmail.com

POESIA:
Ɣ - Gianmaria Ferrante, “Abissi”, raccolta lirico-narrativa – Golden Press 2018.
Gianmaria Ferrante … un poeta immerso negli ‘abissi’ del quotidiano –recensione di Giorgio Mancinelli.
Il fascino del linguaggio ‘poetico-letterario’ che la poesia ha esercitato sugli scrittori innovativi del Novecento è andato assumendo sempre più un ruolo del tutto singolare, affermandosi preferibilmente come ‘composizione musicale’ in fatto di ‘ritmo’ e di ‘timbro’, contro il primato romantico del genere ‘melodico’ protrattosi fino alla metà del secolo scorso. Esclusa dall’insegnamento scolastico e dal linguaggio quotidiano, dove sembrava si fosse definitivamente inabissata, la poesia sembra oggi ritrovare una qualche attestazione nella forma ‘poetico-narrativa’, sia nei racconti che nei romanzi di molti giovani scrittori contemporanei. Altresì recepita dalla viva voce dei ‘cantautori’, ormai anch’essi superati nell’epiteto ma non nei fatti, inoltre sciorinata da una fiumana di ’rappers’ che ne fanno un uso, spesso indiscriminato, nei loro infiniti e impegnati scioglilingua, riscoprendo talvolta la piacevolezza della ‘rima baciata’, ancorché sincopata in digressioni verbali.
Guardata con sospetto e fatta oggetto di una tenace opera di demitizzazione da parte dei difensori dell’aulicità della forma e dello stile, l’attuale ‘forma poetica’, quella dell’Universo Iperconnesso, tanto per intenderci, va mostrando sempre più la sua vera essenza di ‘linguaggio primario’ sopra tutte le altre forme, fino a provocare un brivido negli amanti del ‘chiaro di luna’ che si sentono oltremodo diseredati della contestualità letteraria. Il nuovo linguaggio infatti, ancorché si possa dire nuovo, fa uso dell’essenzialità verbale che sfrutta la chiave onomatopeica dei ‘frattali’ per coniugare frasi e parole in contrazione, formazioni di nuovi sillogismi e deduzioni conflittuali che, per quanto insolite al nostro orecchio e alla nostra mente figurativa, possiamo definire ‘geomorfologiche’, benché immateriali, cioè teorizzate in senso ‘’ideale”, non per questo più valide di altre nel rapporto con l’attualità.
Se ne ha riscontro nelle tematiche polivalenti aggettivate con ‘iper’ e ‘super’ che trasformano gli eroi e i miti del passato in supereroi ‘Cyborg’ freschi di conio, che s’ergono comunque vittoriosi ancor prima di aver dato inizio alla battaglia sociale che hanno soltanto simulato sulla playstation. Tuttavia, incredibile a dirsi, riuscendo a dare una spiegazione ‘matematica’ alla ciclicità del ‘giro armonico’, sul quale in illo tempore si è costruita la scala musicale, la cui struttura si ripete sempre uguale su tutte le possibili scale di riproduzione. Ma, ed anche, a tutto quanto concepiamo come ‘comportamento caotico del nostro tempo’, indubbiamente di più difficile trascrizione narrativa che non sul pentagramma musicale. In quanto ‘composizione dodecafonica’ che, essendo esterna alla composizione stessa, risulta infine senza soluzione di continuità.
“Abissi”, conferma lo scrittore Gianmaria Ferrante, che di fatto non si dice ‘poeta’, per quanto comunque lo sia, costruisce e/o ri-costruisce in forma di ‘variazione poetica’ non tradizionale, la propria immagine di narratore del quotidiano, rivelando le sue potenzialità di fondo, nella cosiddetta ‘forma-a-specchio’ con la quale conferma la sua cifra costante. In cui l’autore, riemergendo dagli ‘abissi’ profondi della sua ricerca autobiografica, si sofferma perplesso sui significati non più scindibili dell’odierna società in cui viviamo …
“Io sono un testimone solitario / cultore di passato e futuro / vago tra le rovine di / città senz’anima / raccolgo a piene mani / il disastro di quanto l’uomo ha lasciato..” . “Solitario viaggiatore / giunto senza invito in questa notte aperta alla conoscenza, il racconto è già iniziato, lo spettacolo in pieno svolgimento, non ho (trovato) sedia alcuna, nemmeno un posto / riservato per l’ospite inatteso”.
Perplessità motivata dagli stravolgimenti che si trova ad affrontare sia sul piano individuale, sia sul piano sociale, afferente agli antefatti e agli accadimenti che si susseguono scomposti. Come per una recita teatrale senza copione dove, i personaggi s’agitano a vuoto sulla scena come burattini manovrati da un potere senza volto ma solo apparentemente senza velleità. Mentre dietro le quinte sollevano infinite guerre che noi eterni assenti non vediamo e/o che non vogliamo vedere, in cui l’ospite che arriva, c’è sempre un intruso nella commedia dell’arte, arreca solo inquietudine, timore, paura. La sua mano tesa alla cordialità non incontra la nostra comprensione e la necessaria solidarietà umana.
Infine la trama comunque si rivela, drammaticamente, nella definizione stessa di ‘abissi’ in quanto ‘buchi profondi’ che inghiottono in una dinamica assai complessa intere galassie, ovvero lasciano alla libera interpretazione degli scienziati, e non solo, d’immaginare altri ‘mondi paralleli’ in cui cercare il migliore dei mondi possibili. È in questo modo che Gianmaria Ferrante si lancia, fin con troppo rispetto del linguaggio poetico-narrativo che utilizza, nelle profondità pur intellettive dell’universo umano; e lo fa con la serenità dell’esperienza, di conoscitore delle pieghe amare della vita e che, al dunque, portano alla rivelazione, lì dove per una sorta dell’ironia della vita, non sempre ci è dato penetrare …
“Il mio vagare inconsulto (?), ti porgo un documento orfico, ispirato da un gatto cieco e un cane anchilosato; sono i baldi cavalieri di questo (nostro) tempo arcigno, due compari sbucati da un pertugio a caccia del solito sprovveduto”. “..di un qualche messaggio ispirato, (o forse) soltanto dello scarto di un lavorio continuo, un ammasso di parole consunte stese a macerare sopra il pavimento (dei ricordi?), il meglio gettato alla rinfusa / sul mucchio del compostaggio”.
Nei passi virgolettati qui riproposti, troviamo forse quelli che sono i momenti più significativi di “Abissi”, questo ‘dramma-minimo’ che ha il carattere di una ‘improvvisazione sul tema’ di ciò che è andato perduto, una sorta di rivisitazione risalente alle profondità più intime, frammenti che sono di volta in volta germinati dalla continua osservazione della materia umana, secondo la peculiarità che distingue il Gianmaria Ferrante poeta, dallo scrittore di romanzi impegnativi, come quelli, ad esempio, improntati sulle minoranze etniche. Ma, ed anche, da altri suoi scritti, dove egli guarda con nostalgia agli aspetti laterali della ‘storia’; svelando, di volta in volta, le ragioni della sua infinita ricerca, come a dar luogo a una stretta dipendenza operativa della realtà dei nostri giorni, di quella ‘storia universale’ che noi tutti, indipendentemente dagli accadimenti, andiamo scrivendo…
“Un possente turbine oscuro / sovverte ogni pensiero in questo giorno maledetto, si agita dal basso mostrando ai quattro testimoni (i quattro cavalieri dell’apocalisse?), l’avanzo nefasto di un intero millennio (trascorso), nel gorgo ruotano dei fasulli in concerto / i Grandi del passato bloccati contro il muro”.
“..ho visto troppo / per quanto mi compete e non potrò varcare / in futuro i confini eretti dal Tempo / un messale ho sottratto di nascosto, lo mostro orgoglioso / all’amico prudente rimasto in disparte / durante il viaggio”.
Che si voglia qui re-interpretare il passato per andare incontro all’incerto futuro? O, forse, si cerca di riscattare il passato che pure abbiamo vissuto senza averlo compreso fino in fondo? O magari soltanto affrancare, perché no, questo nostro mondo altero? Per quanto non ci è data risposta alcuna, il poeta Gianmaria Ferrante ci dice che: la ‘conoscenza’ è il solo grande motore dello sviluppo personale e comunitario che ci distingue in quanto esseri umani; che il futuro è però di chi prova almeno ad immaginarlo. E non solo per ciò che ci è dato apprezzare come dono ricevuto, ma per valorizzare al meglio ciò che dobbiamo conoscere del mondo che ci circonda, con spirito di dedizione e senso di appartenenza, in linea con le sfide che la società globale ci pone davanti.
In questo ‘poetico nulla’ incapace di giustificare il ‘vuoto olistico’ che il poeta ha creato attorno a sé, in quanto ‘abisso’ da cui non gli è possibile risalire, cosciente che la filosofia applicata al ‘nulla’ lo lascia indenne nella caduta. Viene da chiedersi a cos’altro appellarsi quando l’Empireo tutto, scende dal soffitto dipinto nella volta della Cattedrale che abbiamo elevata con così tanto affanno? Quali parole, quali verbi e, ancora, quali aggettivi deve imparare ad usare l’uomo, affinché egli comprenda che non nel ‘nulla’, né tantomeno nel ‘vuoto’ troverà infine il ‘senso’ della propria esistenza?

L’autore, Gianmaria Ferrante,
a 22 anni si reca in Inghilterra per mezzo di una borsa di studio e si diploma agli studi, con particolare riguardo alla letteratura Inglese. Tornato in Italia continua i propri studi e da inizio alla sua attività letteraria. Successivamente al suo ritorno in Italia pubblica "Una pallida notte", cesura ideale tra il passato ormai annullato e un ventennio di invenzione artistica e letteraria. Fa seguito la ‘Trilogia della Pietra’: “La Città Bianca”, “Mediterranea” e “Metropolis”, tradotte integralmente in Inglese da Peter De Ville; quindi il secondo romanzo "Un Uomo di Successo " (per video, book trailer e intervista vedi YouTube Gianmaria Ferrante). Quindi prosegue nella revisione di quanto realizzato con la stesura della ‘Trilogia del Magico’: “Vento del Nord”, “Il Cerchio Magico” premiato nel 2014 a Lecce, e “Notte a teatro”. Della successiva 'Trilogia del Sogno', nel mese di Febbraio 2015 viene pubblicata a Genova la silloge ‘I Cavalieri di Groen’. In Aprile 2016 esce per Golden Press “La Soglia”. Ritiratosi anzitempo dalla vita attiva per dedicarsi completamente alla letteratura, vive principalmente nella propria azienda biologica, visitata da volontari provenienti da ogni parte del mondo, situata nel Parco degli Ulivi di Puglia, in territorio di Ostuni.
Sul web: www.gianmariaferrantescrittore.it - www.ipoderidelsole.it.

Ɣ - Franca Maria Catri … O l’altrove indicibile della Poesia Contemporanea
“Ti chiedo al vento” – Anterem Edizioni / Cierre Grafica 2018.
Con un’espressione finemente poetica in apertura della sua silloge di recente publicazione “Ti chiedo al vento”, Franca Maria Catri ne offre al lettore un esempio tangibile: “..tra petali di libri / il tramestio di foglie / il giusto e l’ingiusto del fiore”. C’è un tempo di frattura minimale in cui si misura lo spazio restante da quello che precede l’attimo successivo, anche detto crack-up*, che si offre come spazio liminare all’impulso creativo da cui scaturisce la ‘luce’ primordiale e avveniristica dell’idea, dell’arte, della composizione musicale come della poesia. Impulso propulsivo che permette alla parola poetica di disgiungersi dalla materia letteraria e divenire pura essenza dispersa nell’aere della concettualità estetica e percettiva. Ciò che nulla toglie alla scrittura poetica allorché, nell’interscambio modale con il poeta, il lettore interpone la propria empatia a quella dell’autore/trice. In cui la chiave di lettura ‘psicologica’ è fissata nello stato d’animo del poeta in quello che è il suo momento creativo, nel coinvolgere emotivamente il lettore nel suo messaggio: lì dove l’amore per i libri, connaturale alla sostanza fibrosa della materia, si scioglie/sfoglia in petali di fiori che s’aprono alla nascente/morente stagione; in cui il frusciare delle pagine coincide con il tramestio delle foglie al vento/aere che l’accompagna attraverso l’arco/soglia posto tra l’inizio e la fine, al limitare de “il giusto e l’ingiusto del fiore”.
Quindi non la ricerca di una soluzione al crack-up iniziale, bensì il responso imperscrutabile di un ‘altrove indicibile’ che trova luogo nell’assenza, nel pieno/vuoto cosmico della sua proiezione filosofica nella poesia contemporanea; di un ultimo grado di investigazione cui sottoporre ogni intima certezza/incertezza della relatività umana. Una ‘immagine inadeguata del morire – scrive Flavio Ermini nella postfazione che accompagna la silloge poetica – in cui lo splendore essenziale, si fa strada attraverso l’inerzia della materia visibile e si riverbera proprio su quell’invisibile alfabeto che immaginiamo ..a un passo dal cuore’. Al dunque, “se la fine ha un principio” – rivela l’autrice Franca Maria Catri – la vita è ciò che sta nel mezzo, quanto ci concerne di apprezzare in quanto dono, nel bene e nel male di un ‘principio che contempla la fine’ quale mezzo di affrancamento al nostro pur meraviglioso esistere.

Ɣ – CINEUROPA – The Best of European Cinema –
Distribution tra maestri e nuovi talenti, articolo di Camillo De Marco.
04/12/2018 - Paolo Del Brocco presenta il listino, in linea con la tradizionale offerta di Rai Cinema fatta di commistione di generi. In produzione ci sono Igort, Bellocchio, Garrone, Amelio, Salvatores
01 Distribution, il braccio distributivo di Rai Cinema, registra in questa stagione una quota di mercato superiore al 12% , che conferma la media del 10-13% degli ultimi anni. Una quota che significa 70 milioni di incasso per 10-11 milioni di spettatori che scelgono prevalentemente cinema italiano. “Un dato importante che ci suggerisce, e in qualche senso ci impone, di continuare sulla stessa strada”, commenta Paolo Del Brocco, a.d. di Rai Cinema, che ha presentato la line up di 01 durante il Torino Film Festival. “Un listino ancora una volta costruito sotto il segno della varietà e della qualità, composto sostanzialmente da opere di grandi autori, esordienti di talento, pochi e selezionati titoli internazionali, che ci permetterà di dialogare con diversi segmenti di mercato”. Nei nove anni sotto guida di Del Brocco, Rai Cinema ha coprodotto 530 film, di cui solo il 12% di commedie. Tra i nomi che hanno arricchito il panorama dell’industria cinematografica italiana ci sono quelli di Sydney Sibilia, Matteo Rovere, Pif, Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, Valerio Mastandrea, i Manetti Bros - il cui prossimo film sarà sul famoso personaggio dei fumetti Diabolik - e ora il maestro della graphic novel Igort.
Il film di Igort, intitolato 5 è “Il numero perfetto” (dalla sua omonima graphic novel), è una coproduzione Italia/Belgio/Francia. Nel cast di questo piccolo affresco napoletano nell'Italia anni Settanta ci sono Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso.
“Uno dei segni predominanti è senz’altro la varietà e la commistione di generi. Alcuni registi giocano a distanza ravvicinata con le regole del genere puro”. Il film di Fausto Brizzi Modalità aereo è una commedia, ma anche un family. Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno è una commedia girata con i toni di un gangster movie (leggi la news), Gli uomini d’oro di Vincenzo Alfieri è un noir metropolitano, Il campione di Leonardo D’Agostini è il classico coming of age (news), Dolceroma di Fabio Resinaro un giallo puro. E ancora Non sono un assassino di Andrea Zaccariello, un legal thriller tratto dall’omonimo romanzo di Francesco Caringella (news), Il grande spirito di Sergio Rubini il racconto di un’amicizia con i toni della commedia amara.
“E poi abbiamo anche alcuni autori che amano utilizzare i codici e i linguaggi del genere”. Gabriele Muccino torna con I migliori anni; Francesca Archibugi, anche lei maestra nel declinare i sentimenti, con Vivere, un’intensa storia familiare (news), e Gabriele Salvatores, di nuovo on the road con Se ti abbraccio non aver paura, questa volta per raccontare la storia di un padre e un figlio toccando temi come il disagio e l’handicap.
I maestri fanno una scelta che curiosamente li accomuna. “Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Gianni Amelio, Mario Martone. Ognuno di loro sceglie di raccontare in modo assolutamente personale storie vere, personaggi storici, fatti realmente accaduti o storie universali conosciute in tutto il mondo”. Così fa Marco Bellocchio con Il traditore (news), Matteo Garrone con Pinocchio (news), Gianni Amelio con Hammamet, Mario Martone con Capri – Revolution [+]. E infine i titoli stranieri, tra cui Anna di Luc Besson, Le Prince oublié di Michel Hazanavicius (news), Beautiful Boy di Felix Van Groeningen.
Ɣ - Emma Dante e Daniele Luchetti supportati da Sicilia Film Commission
Articolo di Vittoria Scarpa per Cineuropa News.
12/12/2018 - Tra i 34 progetti cofinanziati dalla Regione, ci sono anche i nuovi lavori di Franco Maresco e Pasquale Scimeca, e i registi Emma Dante e Daniele Luchetti.
Trentaquattro produzioni audiovisive, tra lungometraggi, documentari, corti, fiction e serie TV, riceveranno un finanziamento dalla Regione Siciliana, attraverso l’Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo/Sicilia Film Commission, nell'ambito del programma Sensi Contemporanei Cinema. “Le istanze pervenute erano più di 70”, spiega Alessandro Rais, direttore di Sicilia Film Commission, “tra queste, sono stati selezionati 20 lungometraggi, 9 documentari, 5 corti, per un importo totale di cofinanziamento di €1.525.000 che, come verificato già negli anni precedenti, è in grado di generare una spesa diretta sul territorio siciliano pari al quintuplo”. Il primo tra i lungometraggi in graduatoria è Il Charleston, opera seconda di Emma Dante (dopo Via Castellana Bandiera [+]), sceneggiata da lei stessa insieme allo scrittore palermitano Giorgio Vasta e alla giornalista e scrittrice Elena Stancanelli. Tratto da uno dei più fortunati spettacoli teatrali della Dante (Le sorelle Macaluso), Il Charleston sarà prodotto da Minimum Fax Media. In graduatoria anche il film diretto da Franco Maresco, A 25 anni dalle stragi di mafia, prodotto da Ila Palma, con un nuovo, grottesco sguardo sulla Sicilia di oggi e il ritorno di alcuni memorabili personaggi del suo precedente lungometraggio Belluscone.
Fra le opere cofinanziate dalla Regione Siciliana anche il nuovo film di Pasquale Scimeca, L’isola delle meraviglie (Inno alla pace), un film sulla tradizione musicale siciliana che vede la collaborazione, tra gli altri, di Mario Crispi, storico componente della band degli Agricantus. E, sempre nella categoria lungometraggi, c’è il film diretto da Daniele Luchetti Momenti di trascurabile felicità e infelicità, trasposizione dell’omonimo romanzo del Premio Strega Francesco Piccolo, girato nei mesi scorsi a Palermo. Tra gli interpreti, Pif e Renato Carpentieri.
Tra i lungometraggi che saranno realizzati in Sicilia figura inoltre la produzione inglese The Winter’s Tale, trasposizione dell’omonimo dramma shakespeariano, con la regia dell’attore e regista britannico Sacha Bennett. Girato in larga parte in Sicilia, il film sarà realizzato dalla casa di produzione Three Wise Monkeys Productions. Si segnala poi il lungometraggio d’esordio del regista palermitano Paolo Licata, che ha iniziato da poco le riprese a Favignana di Picciridda, trasposizione dell’omonimo romanzo di Catena Fiorello.
Tra i nove documentari selezionati, torna il nome di Franco Maresco, che dirigerà anche Goffredo felicissimo, prodotto dall’Associazione Lumpen, ripercorrendo il sodalizio ultradecennale che lo lega a Goffredo Fofi, intellettuale, saggista e critico di punta (e “di culto”) nel panorama nazionale. Tra i film per la televisione, oltre a Il commissario Montalbano 17 prodotto da Palomar, si segnala Lacrime di sale, ispirato al libro-testimonianza del medico lampedusano Pietro Bartolo (reso noto da Fuocoammare di Gianfranco Rosi) con Sergio Castellitto nel ruolo del protagonista e la regia di Maurizio Zaccaro, e la seconda stagione di Il cacciatore, serie che si è aggiudicata il premio della miglior interpretazione (per Francesco Montanari) alla prima edizione di Canneséries, il Festival internazionale delle serie tv di Cannes.


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