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A tu per tu con: Maria Pia Bruscia

Argomento: Cucina

di Lorenzo Roberto Quaglia
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Pubblicato il 17/12/2012 21:43:17

Quest'oggi incontriamo Maria Pia Bruscia, per gli amici Mapi, laureata presso la Civica Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano, ha la passione della cucina da sempre. Impiegata presso una multinazionale, trascorre il tempo libero tra i nipotini che adora e i fornelli. Ama leggere e viaggiare, ma soprattutto le piace mangiare ed è in lotta perenne con la linea, anche se ultimamente si va sempre più dicendo che anche quella rotonda è una linea. Da ottobre 2010 ha aperto un blog di cucina, La Apple Pie di Mary Pie (http://laapplepiedimarypie.blogspot.it/) e da allora non si è più voltata indietro.

D.: Mapi, perchè un blog di cucina?
R.: Ho sempre avuto la passione per la cucina, fin da quando mi ricordi: a 7 anni ho fatto il mio primo Pan di Spagna, supervisionata da mia mamma (almeno, questa era la mia percezione; con tutta probabilità mia mamma ha fatto il Pan di Spagna, ostacolata da me!). Nove anni fa mi sono iscritta a un forum di cucina, dove scambiando consigli, esperienze e ricette con tantissimi altri appassionati di cucina la voglia di sperimentare ricette nuove e sempre più complesse è aumentata. Come forumista però ero "un'ospite in casa altrui" e piano piano le limitazioni imposte e soprattutto il "far west" che inevitabilmente impera in tutti i siti internet, hanno cominciato a starmi stretti. Ho così piano piano maturato la decisione di aprire uno spazio tutto mio, per continuare a condividere le mie esperienze di cucina, ma "da casa mia". Due anni fa è nato il mio blog, La Apple Pie di Mary Pie, grazie anche al sostegno e alla consulenza tecnica di altri amici blogger: Alessandra di Menù Turistico e Fabio e Anna Luisa di Assaggi di Viaggio.

D.: La Apple Pie di Mary Pie, il tuo blog di cucina è ormai uno dei più seguiti sul web, quanto impegno ti richiede?
R.: Tanto, molto più di quanto non pensassi all'inizio. Benché in teoria abbia la libertà di pubblicare come e quando voglio, ho capito quasi subito che anche i blog, in quanto strumenti di comunicazione, sono soggetti alle regole del marketing; è quindi buona norma non pubblicare durante i fine settimana, perché la maggior parte delle persone si collega durante una pausa dal lavoro, in settimana. Occorre decidere una "linea editoriale" e seguirla, indovinare i gusti del pubblico e se possibile anticiparli, essere leggeri nel raccontarsi ma molto chiari e precisi nello scrivere le ricette e il procedimento. Importantissima poi è la correttezza: citare sempre le fonti delle ricette e delle foto qualora si pubblichi un'immagine che non si è scattata. Poi c'è la realizzazione vera e propria delle ricette cui dedico di solito il fine settimana, la preparazione del set fotografico e gli scatti da ogni possibile angolazione e distanza, regolando ISO e bilanciamento del bianco per ottenere il risultato migliore; infine vi è la stesura del post, la scelta delle foto da pubblicare (in genere ne scatto una trentina per ogni piatto, ma ne pubblico solo 2 o 3, le meno peggio), la pubblicazione e i commenti dei lettori. Devo dire che per mancanza di tempo non rispondo a tutti i commenti dei miei lettori, mentre rispondo sempre e puntualmente alle domande e alle richieste di chiarimenti sulle ricette pubblicate: in un blog di cucina rispondere alle richieste di chiarimento è molto più importante che ringraziare per i complimenti (che pure fanno molto piacere).

D.: Quando prepari una ricetta, la studi, la assaggi, la presenti, pensi a qualcosa di particolare? Che cosa ti attira in un piatto? L'ingrediente principale, il colore, il profumo?
R.: Ogni ricetta richiede un attento studio, che è parte integrante dell'impegno richiesto dall'avere un blog di cucina. I cardini che seguo sono la stagionalità e l'occasione di consumo, perché oggi chi naviga cerca idee per occasioni particolari più che piatti per il consumo quotidiano. Ecco quindi che dicembre è dedicato ai regali golosi e ai piatti delle feste, gennaio ha l'Epifania, febbraio il Carnevale e San Valentino, e così via.
Di un piatto mi attira l'equilibrio di sapori e di consistenze: anche il piatto in apparenza più banale, se eseguito a regola d'arte regala sensazioni meravigliose. Tutto concorre a fare di un piatto un'opera d'arte: la scelta di ingredienti di prima qualità, l'uso delle tecniche di cottura più adeguate, la presentazione. Un buon piatto favorisce l'armonia tra i commensali, corona una bella giornata, consola dai dispiaceri ed eleva lo spirito.

D.: Anthelme Brillat Savarin sosteneva che: "la scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella". Cosa pensi di questa affermazione?
R.: Di certo è provocatorio mettere sullo stesso piano un'importante scoperta scientifica e un piatto di cucina, tuttavia qualche analogia c'è: la scoperta di una nuova stella spalanca il cuore al Mistero e all'Infinito, a ciò che è ignoto e che riempie di stupore. Analogamente, la scoperta di un nuovo accostamento di sapori, consistenze e profumi è come il compimento di un'attesa, la risposta a una domanda che non si sapeva nemmeno di avere nel cuore; un gusto nuovo dispone l'animo benevolmente nei confronti di tutto e tutti, un po' come è successo ai commensali del bellissimo film Il pranzo di Babette quando gustano quella meravigliosa cena: guidati dal Generale, scoprono che il buon cibo alimenta anche l'anima e si riconciliano proprio a tavola, perdonandosi a vicenda di tutte le piccole manchevolezze della vita quotidiana.

D.: Mapi, stiamo avvicinandoci al Natale, periodo di dolci, ci lasci una ricetta per un buon dolce natalizio?
R.: Volentieri: vi propongo un dolce molto semplice, ma perfetto per la colazione o per un tè il giorno di Natale.

PLUM CAKE DI NATALE
4 uova medie (peso da sgusciate: 230 g)
230 g farina 00
200 g zucchero semolato
200 g burro morbido
125 g yogurt intero
50 g uvetta
150 g scorze d'arancia candite
1/2 bustina di lievito per dolci
1/4 di cucchiaino* di semi di cardamomo macinati al momento
1/4 di cucchiaino* di cannella in polvere macinata al momento
1/4 di cucchiaino* di semi di coriandolo macinati al momento
1 bacca di vaniglia (semi) oppure 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (no vanillina, please!)
1 pizzico di sale

Per decorare:
125 g zucchero a velo
acqua q.b.
granella colorata (mompariglia)

* cucchiaini-misurino americani, da 1,25 ml

Mettere a bagno le uvette per mezz'ora in acqua calda, poi scolarle, tamponarle con carta da cucina, farle asciugare all'aria per 10 minuti e infarinarle leggermente.
Tagliare le scorze di arancia candite in minuscola dadolata (se non si amano canditi e uvetta, eliminare quest'ultima e sostituire i canditi con la scorza grattugiata di un limone e un'arancia non trattate.
Preriscaldare il forno a 180 °C in modalità statica e imburrare e infarinare uno stampo per plum cake da 1 litro, oppure 8 stampini individuali da plum cake.
Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Aggiungere le uova uno alla volta insieme a 1 cucchiaio di farina, non aggiungendo il successivo se il precedente non è stato incorporato.
Incorporare il resto della farina setacciata insieme alle spezie, al lievito e al sale alternandola con lo yogurt.
Da ultimo unire i canditi e le uvette, mescolando delicatamente.
Versare nello stampo da plumcake, livellarlo con un cucchiaio e infornare per 40-45 minuti (fare la prova stecchino). Togliere dal forno, far raffreddare per 10-15 minuti, poi togliere dallo stampo e far raffreddare completamente su una gratella.
Quando è freddo preparare la glassa: versare lo zucchero a velo in una tazza e unirvi 2 cucchiai di acqua. Mescolare molto bene e valutare la consistenza della glassa: deve essere simile alla Nutella. Evitare la glassa troppo liquida, meglio mettere meno acqua e aggiungerne qualche goccia, piuttosto che dover aggiungere altro zucchero. Versare la glassa sul dolce e spalmarla aiutandosi con il dorso di un cucchiaio, lasciandola colare lungo i lati. Cospargere di palline di zucchero colorate, far solidificare la glassa per un paio d'ore almeno e servire.



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