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Un passo per il domani

di Rita Mura
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Pubblicato il 12/10/2024 14:34:30

Un crepitio diffondeva nell’aria una percezione di tempo oramai fermo e prossimo al termine. La fiammella mostrava coi suoi colori accesi, una combustione oramai veloce di legni adagiati nella sabbia. Le movenze accompagnate da una lieve brezza, sembravano invitare in un’antica danza ipnotica che col bagliore di un sole calante, poneva il suo riposo sull’infinito marino che attendeva al suo orizzonte. Solo i colori di quel tramonto, pennellati di armonia, riuscivano a donare un’atmosfera di riflessione che poneva le basi all’incontro necessario e voluto dalle genti delle isole circostanti.

Era arrivato il momento predetto e seduti in circolo nella sabbia intorno a quel falò, erano radunati le più importanti rappresentanze dell’Oceania. Erano anni che veniva posto il problema climatico ma ancora molte decisioni attendevano e dovevano essere intraprese. Gli antichi, avevano lottato per tempo contro eventi tragici e avevano serbato segreti che dovevano essere risvegliati solo al cospetto di un evento che sarebbe stato monito di risveglio.

Era risaputo che l’esistenza dell’umanità era legata alle acque distribuite in ogni dove. Esse erano fonte di sostentamento per genti e natura, acque dolci di una limpidezza infinita che scorrevano e adagiavano le loro acque regalando vita e acque salmastre e marine che ponevano distanze divisorie e altrettanto valore e nutrimento. Tutti questi elementi acquatici erano stati studiati nei tempi, da popoli e religioni poiché venivano ritenuti essenziali per la sopravvivenza se correttamente rispettati. La natura stessa aveva pensato a creare delle grandi riserve di ghiaccio su monti e poli essenziali per la vita.

L’Oceania nel suo splendore cristallino, aveva sempre rispettato le oasi di bellezza ma era a conoscenza che uno squilibrio avrebbe portato via quella limpidezza. sommergendo e ponendo fine a tutto.

Il raduno era pervenuto a seguito dell’evento creatosi a ridosso della grande isola posta vicino al circolo Marshall, un complesso di isole difeso e rispettato, regalato dalla natura e sempre stato sede di venerazione divina e protezione delle genti. Qui regnava la pace e la natura aveva trovato nella folta vegetazione, una conservazione del tempo nei tempi, preservando ogni genere animale, umano e vegetativo, esistente da secoli e secoli. Niente poteva essere modificato e tutto doveva essere conservato. Qui sarebbe arrivato secondo le credenze il monito che avrebbe portato ad un intervento.

Fu così che nel risveglio di un’alba cupa e ricoperta da un manto nebbioso, le acque sembravano presentare presenze al di fuori del loro normale porsi. Piccole onde si infrangevano nelle coste e grandi flotte di delfini sembravano porre nel loro veloce movimento circolare, cerchi sempre più fitti che impazziti, sembravano quasi creare barriere naturali. Non era la prima volta che erano presenti i delfini e le genti erano sempre state fiere di tale attrazione. C’era qualcosa di strano in quella mattina, la quantità di delfini era spaventosa e quello che risaltava alla vista di quella flotta, era la presenza di diverse tipologie mai avvistate e presenti in quelle zone. Sembrava quasi che ci fosse una sorta di raduno, il delfino rosa, proveniente dalle acque dolci, era risaputo che non poteva porsi in tale habitat e così Talor, capo degli anziani,  fermo col suo bastone dinanzi alla grande distesa, colse il monito del mare e dei fiumi e presa la grossa conchiglia, suonò la melodia del vento a radunò genti e popoli.

La notte portò la decisione finale, era arrivato il momento di risvegliare le grandi isole che avrebbero posto i loro muri. Talor non aveva conosciuto i tempi della grande dea Lirak ma aveva sempre portato con sé il segreto degli amuleti magici ricoperti di smeraldi d’acqua sorgiva.

Nel risveglio della notte, il riflesso dello smerando riverso alla luna, avrebbe creato un’apertura tra mare e terra e avrebbe riportato in vita la dea Lirak, protettrice delle acque e delle terre, della natura immutata e non conosciuta, del respiro e del vento. Talor innalzò l’amleto e una grande luce creò il giorno nella notte e una grande voce si innalzò dagli abissi. Lirak presentatasi nella sua bellezza, inondò la spiaggia di magici manti fioriti e nel suo delicato vento, fece percepire la sua essenza: “ la magia è risvegliata e con me il monito della distruzione” continuò “tutto era stato donato per l’armonia e tutto dovrà ritornare in natura”. Talor era cosciente di quelle parole, ritrovare la bellezza voleva dire anche distruzione del superfluo in natura e tutto ciò che veniva considerato dannoso e negativo era la conseguenza dell’evoluzione moderna e del benessere.

I grandi erano divenuti così piccini in tale situazione e impotenti in tali decisioni, Lirak resasi conto delle preoccupazioni degli abitanti delle isole riflettendo prese una decisione. “Vista la perplessità riscontrata, pongo un tempo per la salvezza delle acque del mondo intero, indispensabili per una salvezza dell’universo nella sua biodiversità. Ho deciso di iniziare con una trasformazione che porterà un primo grande passo per tutti. Porrò fine ai pesticidi e veleni, donando fulgore alle colture e agli allevamenti, porrò in libertà animali e volatili, distruggerò fumi e combustioni, creando energia dalla natura e dall’atmosfera, porrò dalla luce solare potenza e tutto sarà natura e ritornerà in natura disciogliendosi nel suo semplice vivere, nascere e morire. Preserverò l’innalzamento delle acque e porrò grandi muri a ridosso delle piccole isole. Tutto dovrà essere accompagnato da una decisione comune voluta da tutti, nessuno escluso. Il mondo dovrà radunare le proprie genti, portare pace in guerra, accettare ed essere accettato, calare il silenzio nel rumore e portare un passo lento nella frenesia, perché siamo prossimi alla distruzione e il mondo sta arrivando ad un termine”

Quella voce sommessa di una dolce ma decisa dea Lirak, attraversò fiumi e mari, montagne, praterie e ghiacciai, in un passaggio dal giorno alla notte e dalla notte al giorno. Cambiarono stagioni e temperature e successe nell’inevitabile nel risveglio delle coscienze che pose un passo verso un domani oramai alle porte. Lirak aveva assolto il suo compito e come acqua sorgiva racchiusa in smeraldi, divenne scia di speranza ed ascolto ma anche bellezza rinata e incontaminata.

Ogni riferimento a luoghi e nomi e fulcro di pura fantasia.

 

 

 


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