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Scaltre industrie di bellezza sognata

di Arcangelo Galante
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Pubblicato il 17/01/2025 07:16:02

La “Giovinezza S.p.A.” era l’industria cosmetica del momento, famosa per la sua linea di prodotti che prometteva di far ringiovanire di almeno vent’anni. Non si trattava solo di marketing: in televisione passavano spot con anziane signore, trasformate in modelle in piena forma. La crema più venduta, la leggendaria “Rigenera-Tutto”, era ormai il sogno proibito di tutte le nonne del paese.

Adele, una vivace 78enne con un guardaroba di vestiti floreali e cappelli improbabili, non era da meno. Stanca di vedere il suo riflesso segnato dal tempo, decise di acquistare la famosa crema, nonostante lo scetticismo di suo marito Agostino.

“Che vuoi farci, Adele? Tornerai adolescente e io resterò un vecchietto spelacchiato? Finiremo su qualche programma di gossip locale!”, le disse ridendo, mentre lucidava i suoi occhiali spessi.

Adele ignorò le frecciatine del compagno e si mise all’opera. Quella sera, davanti allo specchio del bagno, applicò la crema con una dedizione quasi religiosa. Il prodotto pizzicava leggermente, ma lei pensò che fosse il prezzo da pagare per la giovinezza.

“Domani mattina sarò irriconoscibile!”, si disse, chiudendo il barattolo con un gesto teatrale.

La mattina seguente, si guardò allo specchio e… gridò. Non perché fosse ringiovanita, ma perché il suo viso era diventato liscio come una palla da biliardo. Tutte le rughe erano scomparse, lasciando una pelle tirata e brillante come quella di una bambola di porcellana.

“Agostino! Corri! Mi sono trasformata in un quadro ritoccato male!”

Agostino, allarmato, arrivò di corsa in bagno. Appena vide sua moglie, scoppiò a ridere così forte da rischiare di cadere.

“Ma sei… sei la Gioconda! Solo che hai il doppio della lucidità! Ti manca solo una cornice d’oro!”

Adele, furiosa, cercò di arricciare il naso o alzare un sopracciglio, ma niente: il suo viso era completamente immobile. Perfino il suo sorriso sembrava bloccato in una posa artificiale.

“Agostino, smettila di ridere e aiutami! Non posso andare in giro così!”

Non vedendo altra soluzione, Adele si presentò agli uffici della Giovinezza S.p.A., una torre ultramoderna piena di specchi e neon. L’ingresso era sorvegliato da una receptionist impeccabile, con un viso talmente perfetto, da sembrare generato al computer.

“Benvenuta! La Crema Rigenera-Tutto non ha soddisfatto le sue aspettative?”, chiese la receptionist con un sorriso immobile.

“Non proprio! Voglio parlare con chi produce questa roba!” rispose Adele, anche se la sua voce alterata cozzava con l’espressione fissa sul suo volto.

La receptionist la condusse al laboratorio, dove il dottor Vannetti, lo scienziato dietro la linea cosmetica, stava lavorando a un nuovo siero chiamato “Forever Baby”. Un uomo basso e calvo, con occhiali dalle lenti spesse come fondi di bottiglia, la accolse con entusiasmo.

“Signora Adele! Che piacere vederla! Il suo viso è… spettacolare!” esclamò, aggiustandosi il camice bianco.

“Sì, spettacolare come una statua al museo delle cere! Mi dica subito come risolvere questa situazione!”

Il dottore si grattò la testa. “Vede, signora Adele, il prodotto funziona troppo bene. La crema contiene una proteina anti-ruga che rigenera la pelle al massimo livello… Forse un po’ troppo. Ma non si preoccupi: l’effetto svanirà in una settimana.”

Adele era sconvolta. “Una settimana? Non posso andare in giro così per sette giorni!”

Il dottore, perplesso, propose un rimedio. “Potrei provare una nuova formula, la crema Esprimi-Tutto. Dovrebbe restituire mobilità al viso.”

Speranzosa, Adele accettò. Il dottore le applicò la crema sul volto, ma l’effetto fu tutt’altro che efficace. In pochi secondi, il suo viso iniziò a contrarsi in una serie di smorfie incontrollabili. Prima un sorriso esagerato, poi una smorfia di dolore, seguita da una linguaccia degna di un clown.

“Ma cosa sta succedendo?!” gridò Adele, mentre il suo viso passava da un’emozione all’altra come in un film accelerato.

“Ah… forse ho esagerato con gli enzimi emozionali…” mormorò il dottore, trattenendo a stento una risata.

Quando Adele tornò a casa, Agostino la guardò con aria curiosa.

“E allora, com’è andata la visita?” chiese, cercando di trattenere il riso mentre Adele tentava inutilmente di bloccare i suoi occhiolini involontari.

“Mai più creme miracolose!” rispose, mentre il suo viso passava da un sorriso a trentadue denti a un’espressione accigliata.

Da quel giorno, Adele decise di abbandonare i cosmetici e di abbracciare le sue rughe come segni di una vita pienamente vissuta. E Agostino, con il suo consueto sarcasmo, concluse:

“Se proprio vuoi sembrare più giovane, possiamo sempre litigare come due adolescenti!”

La Giovinezza S.p.A. perse una cliente, ma Adele guadagnò una storia memorabile da raccontare al club del burraco. Tra una partita e l’altra, si divertiva a vedere le reazioni delle amiche quando tirava fuori il suo nuovo motto: “Ricordate, ragazze: meglio una ruga vera che un sorriso di plastica.”

 

 

N.d.A.: Titolo nato da uno scambio virtuale con l’autrice Rita Mura.

Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.

 


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