Pubblicato il 26/01/2008
Il parabrezza di vetro colato da ghiaccio di fuoco islandese, mentre l’acqua distrugge le facce otticamente parallele, esalta l’aberrazione visiva che proietta paesaggi di mondi fluviali. Come molata a filo grezzo, l’opacità vela ai nostri occhi la corsa di luci metropolitane fra le rovine di una ritrovata Mu e, pietosa, confonde il mio cuore e nasconde le parole che non posso dirti.
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