È difficile confondere tra la folla
il mio corpo randagio per le strade,
visibile dai segni sulla pelle
dalla solitudine dello sguardo.
Mi aspetta solo la terra scura,
mia sposa violenta e innocente.
Non diresti di uomo il mio volto,
non è di donna il mio profilo
che insegue l’illusione di un oblio.
Del mio nome resta la nostalgia
dello sguardo benevolo degli inizi
essere uomo, amante, figlia, bambino,
ora gettato nella discarica
tra le cose inutili, rotte dalla vita.
Ma lo troverai tra le piccole cose
che tu potresti aver perduto:
un pomeriggio insieme, essere un padre,
avere un mestiere, incontrarsi,
essere amici.
Come la farina con il lievito,
con una fatica senza rumore,
insieme cresceremo,
la nostra storia profumerà
come pane buono del mattino.
Con un cuore più grande del corpo
nella penombra di una chiesa
ci scopriremo tarsi del mosaico,
foglie d’oro sul volto di Dio.
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