Il cifrario della resa non appartiene a questo dogma:
non sappiamo mai veramente di che parliamo
quando parliamo d'amore
fosse possibile rifugiarsi nelle parole
ascolterei anche le mosche sussurrare
cose da dire non ne trovo in questi giorni
corrosi dalle turbe di una mente capricciosa
a parte pochi rivoli di sangue luccicanti fuori dalla bocca
ricaduta negli anarchismi di una volta
e molti debiti da pagare.
Com'è difficile fare a meno delle prodezze
e abbandonare i propri vizi tutti tranne uno
fare a meno delle carezze del vino
la verità s'allontana dai bicchieri vuoti
oinos o file pai cai alezeia
nei ricordi del liceo una congiunzione
e senza accento ma a volte imbroglio
oggi per esempio quasi svenivo dal fisioterapista
manipolazioni dolorose dell'anima
non mi sto sentendo bene
venga si sdrai sul lettino
cenni di ripresa quindi scosse
che procurano convulsioni ai tendini del mattino
fosse facile abbandonare questo destino
ma è in combutta col tempo
che da' la caccia a tutti nessuno escluso
in una lotta senza quartiere
sapessi descrivere il dolore che mi coglie
straziato nella visione del reale
deliro di altri mondi in cui naufragare
la musica mi solleva un po'
quando non si fa' pericolo d'inondazione
da questa condizione parcellizzata del mio essere qualcosa
di compromesso a più riprese
ciclotimia di una parabola che non s'arresta
fino all'estinzione del corpo ospitante
i flussi del pensiero in crescita costante
durante le notti insonni
aumentano fino al parossismo della fuga
chi li rincorre in quelle lande desolate?
non io spergiuro peste mi colga
e arriva la peste nera come il manto di lana
con cui m'avvolgo per tiranneggiare sul freddo
e avere l'ultima parola
poi caldo da far sudare i polmoni
e iniziano le visioni miraggi nel deserto
delle mie parole buie
ad occhi aperti si muovono le ombre
diventano ratti
no ti prego non di nuovo le voci
e sto parlando da solo a voce alta
non posso fuggire da quello che sono
è tutto il contrario
è quello che sono che sento fuggire da me stesso
in una scissione senza riscatto
basta adesso!
ma la voce grossa non serve
la voce le voci
troppe distrazioni
chi vuol comandare?
un coro di io dove il mio si perde
schizofrenia semplice o sindrome bipolare?
i pareri si dividono a parer mio le due patologie non si escludono
perdere la ragione trovarne altre in altre dimensioni
io chi sono? non sono il ragazzo di sempre l'uomo
sono un'altra cosa tra il vivere e il morire
in sospensione come la schiuma del mare
come il battere e il levare
il mettere e il togliere
pregare dio e rinnegare gli angeli
avere paura di poter nuocere
e andare in giro a elemosinare baci
come un pazzo dalle persone che non conosco
ma sono ancora sano se mi controllo?
se mi controllano? se sono sotto controllo?
libertà diventa una parola troppo difficile da pronunciare
trascurabile dettaglio in una vita da paria
voglio che sappiano quello che mi accade
altrimenti non capiscono che il mio respirare
è più difficoltoso del loro
e non va affatto tutto bene
ma poi mi vergogno e non affronto il discorso
avrei qualcosa da raccontare sul dolore
sul dolore folle che ti fa tagliar le vene
per obbedire ad un' attrazione più forte della vita
come seduce la mia malattia
ha mille onde
per cullarti lontano dalla riva
delirio di onnipotenza soltatnto un'altra frequenza
paranoia che ti leggano il pensiero
per me la più dura da superare
in fondo non so nemmeno perchè scrivo
con il desiderio segreto di diventare immortale
conficcato al centro di un cuore che non mi tradisce mai
nemmeno quando la mente vacilla
si scorda di quant'era bella
quando facevamo finta
di essere normali.
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