La fame è un'abitudinaria
ogni giorno puntualmente
sempre ai medesimi orari
bussa imperterrita, provocando
nello stomaco, vuoti da colmare.
Ti siedi a tavola per colmarli
prelevando cibo dal piatto
con cucchiaio e forchetta.
Mangiare: è divenuta un'abitudine
quotidiana che qualcuno ama
assolvere più volte al giorno.
Qualcun altro dà per scontato
di poterne fare a meno
e digiuna per scelta.
Altri digiunano, però, senza scegliere.
La fame provoca loro vuoti talmente
incolmabili, da non riuscire a colmare.
Infatti non li colmano affatto
e, non perchè non vogliano
ma perché non possono.
Ciò che serve per riempire il vuoto
da fame: non è cenere, né terra
neppure paglia, né acqua di mare,
né sabbia e nemmeno neve.
Per tappare questo tipo di buco
serve roba commestibile, ovvero cibo.
Il quale, non si trova sotto un cavolo.
Un cavolo, rientrando nella categoria
del commestibile, sicuramente potrebbe
essere, un ottimo tappabuchi
che poi sia, cappuccio o verza non importa.
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Ciò che importa sarebbe averlo
ed è qui che interviene il verbo “Avere”
dicono che sia ausiliare, ma non così tanto
da essere in grado di tappare il buco.
Per avere il cavolo non basta il verbo
ma occorrono monete, ed è risaputo
che queste, non crescono nemmeno
a seminarle nel campo dei miracoli.
Mentre un cavolo cresce pure
in un campo non miracolato.
Però senza monete non c'è seme né cavolo.
Se ci fosse cavolo, vendendolo, ci sarebbero
pure monete.
Ma, niente avendo vuoti restiamo.
Avere o non avere questo è il problema!
Anzi il vero problema cioè quello che non
riesce a colmare vuoto alcuno: rimane sicuramente quello del NON AVERE.
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