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Aman Aman, dalla parte di Swann

di Amina Narimi
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Pubblicato il 01/01/2014 15:46:01

Ho messo al muro la notte e  il calendario nuovo

dalla parte di Swann, poco sopra dove faccio colazione,
la carta patinata del primo mese ancora nascosto.

ho comprato  il vischio nei sacchettini con il nastro colorato,

ne ho comprati tre, uno per me e mammet,

l'altro per mio padre domani, e questo è "per te",

avrà cura dell’assenza per sempre.

 

Col muso spinto in avanti,

ai piedi tamburi fanfare nei passi,
amina è andata a vedere la piena,
io ripeto- narimi-
minuscola donna
inzuppata di bosco- rimani
con l'occhio che brilla sul dorso
dove l'anima tende una lenza
al branzino che guizza
pieno d'argento. per ore
e ore. ti dico: possiamo essere ovunque
con gli occhi che tingono il vino
con lanterne rosse di carta
porteremo dei sassolini
lasceremo gli auguri cadere fin là...

c’è un suono che striscia sul muro
più bello di un jeko a mezzanotte
sulle ombre affilate ho teso la mano 
cercando la fonte
eretta nel vento:
un pugno di ore allo sprazzo di luce

dove sfugge alla regola  un filo
che sale e rilascia sostanza
-cos'ha da suonare- gli chiedo
cercando la forma alla mano
come mille orchestre d'uccelli
-è la notte,

vuole fare la seta sui letti 
portando la luce
dove il sogno ha già buio-

 

stringo forte la vista
metto dentro parole
non so fare altrimenti
per fermare il lamento
che "ti dice" qui accanto
dove hai saputo arrivare
raggiungendo il cuore col suono

prima ancora del nero la carta
e sto col ventre ritratto

nel sogno

per raccogliere tutta la pioggia,

una scatola di cerini, e una mamma morbida


Sognare è certezza d'esistere, e stare

con le braccia tutte aperte

a disegnare un luogo con l’aria,

con un salto in braccio, da una piccola rincorsa,

raggiungere ogni viso

fin dove cresce questa pianta umana

che rotola, aman, aman,

come una stoffa ebraica nella pancia
uscendo in profondità

al lamento del fiato, claudicante.


Sei una pozza di luce impregnata di colore

dove il destino  mi ha fatto immergere le mani 
è pieno di spazi il tuo dentro

da potersi  toccare le vertebre, e ancora
dove mi fai scappar lo star male,

colpendo ai fianchi la notte,

con un sorriso,

scaturisci qualcosa che si diffonde,

un nido negli occhi del canto,

dove si sporge  del buono,

staccando la verità, e noi

possiamo soltanto amare

Dalla parte di Swann, a casa della zia Lèonie,

nella stanza ho girato il Nuovo Anno

aman aman

 

 

 

 


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