Resto giù superando ogni limite
com'era impossibile
la rivoluzione che aspetto
non ha più bisogno del mio abito
la inseguirò irradiami falangi nude
concupisci le mie palpebre
riderò dei cortei
amerò solo lei per quanto dura un calice
mi copre d'assenze il vino rosso della tua bocca
sa baciare anche quello che non ama
s'alza svelto dalla rocca
un vento freddo come lama
ritaglia il profilo vaporoso di un sorriso postumo
al tuo addio prigioniero a dieci passi dal rogo
di queste fiamme deste per essenza
il buio saprà fare un bisbiglio nella notte
con un numero ristretto di parole agitarsi
dentro e fuori questo codice
radice bellica ergastolana violata
alla fine e all'inizio tu m' illudi
la controversia pro capite nel mezzo si accosta
a più di un olocausto
incauto il viandante che nel bosco a mezzanotte
legge il libro segreto delle streghe
senza coltello o a cavallo stanco
fin dove il verso lo permette del sentiero seminudo
a piedi si cammina meglio quando è giorno
variopingimi gemente frastuono mastica fragole
che sia nebbia da affettare quel mio abisso portatile
tanto chiasso da far ridere
ma mantenendo il coraggio di temere il peggio
perchè sotto le nuvole si muore più forte
e al confine non mi arresto della veglia
detengo il potere sulle mie povere vene
testimone il pretesto
che l'altamarea mi porterà via
bagno di sangue e fuoco di paglia.
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