Si amano fissandosi i giovani
amanti, amano addentare
il pane fresco, bere nel cavo
delle mani l’onda dei corpi
lievitati al raggio elastico
perfetto dello sguardo. Sognano
invece i vecchi amanti amare
ciechi nel buio illune l’amore
d’un tempo, succhiano
linfe da polpe illividite, dita
di argilla e pioggia fingono
- sopra consunte tele - piume
di sopracciglia, bocci
di guance, sempre tentando
ove li punga ancora
l’estro dell’anima e dei
sensi, quello che allora
scioglieva in rivoli di fiamme
il nodo dei capelli e su
per i pennacchi dei muri
tendeva snelli arcobaleni.
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