Pubblicato il 10/07/2014 14:28:27
Entro con passo lieve nella grande stanza dove il tempo si è fermato, oltre le nebbie dell' assenza, a dipanare le stagioni assopite nel giardino segreto che Tu solo sai quanto io abbia amato.
S' apre per me soltanto, tra l' abbraccio d' edera, la porta del passato ed ogni ricordo si posa sul cuore malinconico come un fiocco di neve.
Dall' ingrandimento mi guardi e mi lambisce ancora l' onda del tuo sorriso, ora che sei lontano ed il tuo passo è sfiorato in carezza dal papavero e dal fiordaliso.
La musica in sottofondo nella sera trema nell' empito mai sopito alla lanterna fioca di ciò che è stato e che traluce da una foto in bianco e nero, in una biblioteca di nostalgia, all'ombra di questa dimora dove il canto del treno sui binari insieme al vento mi tiene compagnia.
Sulla scrivania ritrovo i tuoi occhiali e la pipa con il profumo amaro di rimpianto e tabacco a narrarmi in un sussurro di te, padre, al varco di pioggia e memoria in questi giorni solitari prima che la morte ti desse inesorabile scacco.
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