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Piramidi

di Massimo Fazzari
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Pubblicato il 08/02/2015 02:40:40

PIRAMIDI sprofondano nel deserto.

 

Svaniscono lentamente all’orizzonte, pietre ciclopiche
slanciate con le punte verso il cielo,
speranze di umanità passate,
nostalgie di umanità moderne.
           
Spazio e Tempo sembrano fermarsi ad un confine
celebrando il sogno e l’illusione
che invece affondano pian piano
lasciando il loro messaggio vago e forse vano...
           
Torri di Babele e ziqqurat primordiali
non servono di fronte alle razze divise
e ad epopee di morte, neanche più eroica.
           
Orlando non cerca più la luna,
la sua guerra è finita da un pezzo
ma il capello bianco ed il suo rifugio
sul cavallo di ferro nelle nuvole del Sud Africa
si slanciano inutilmente alla ricerca
di eguaglianza, fratellanza e chissà cos’altro.
            Filistei e Nuovi Giudei 
in terre altrui,
pur se la cultura li fa giganti,
sparano e coltivano per i loro figli, mentre
altri salvano la terra deserta per altri figli:
Sulle montagne si cerca ciò che il danaro
porta lontano e fra mani di pastori giudici,
si effettuano processi alle regole sociali.
           
Mari e Montagne si lamentano,
mentre
Piramidi sprofondano nel Deserto
il Mar Rosso si apre e non passa nessuno,
perché non c’è più nessuno da salvare,
la pietà concede tanto ancora
ma proprio lei si condanna di più.
           
Spazi deserti rimarranno ad aspettare
qualcun altro che con le sue pietre
costruisca nuove Piramidi colossali
per poter celare e poter aspettare
di risorgere ancora ed ancora regnare.

 

 


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