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Pubblicato il 04/05/2015 18:06:38
NOVA ELEGIA DI MAGGIO
Era de maggio e te cadeano nzino a schiocche a schiocche li cerase rosse fresca era ll’aria e tutto lu ciardino addurava de rose a ciente passe….
Elegia di maggio regala il turgido sole ed il canto in gola gorgoglia come in una immagine smarrita in un timido pomeriggio. Naufraghi personaggi ,sciancati eroi d’un tempo lontano approdano sulle coste d’una isola baciata dal sole.
Morte ,costruisce vaghe evanescenza ,esperimenti linguistici , sogni perduti di generazioni tradite dalla cupidigia, dagli ingannevoli sensi. Ora il mondo volge il suo viso verso speranze erranti , fogli di giornali , amori primaverili , idee dedicate a miti et illustre schiere di personaggi oscuri , signori di questa città immensa che si mangia la coda ,balla et canta nove tammuriate , nove litanie dialettali.
Scivolanti leggeri sul dorso delle onde , le sirene s’affacciano ridenti in superficie per rituffarsi nell’immensità del mare, svaniscono i faticosi giorni all’improvviso. Nuotano le muse ,le madri coraggio i padri crociferi, i nonni di ferro , le vecchie di stagno , le belle promesse di lidi lontani d’idilli et elleni amori congiunti a nuovi giorni ad amene conquiste di trasecolati sogni caduti in padella.
Giovane e belle combattono contro orizzonti infiniti contro l’orrore d’ un mare di rifiuti ,contro ingiustizie et disgrazie d’ogni genere , contro i palazzi di cemento taciti sulle coste in attesa di barbare orde di bagnanti.
Gli adolescenti scimmiando rincorrono gli amori di sempre sicuri di se stessi , frutto d’ingranaggi d’un mondo diverso rifiutando per comodità regole e compromessi. Frasi fragili come germogli d’arbusti maldestri ,malandrini intendimenti ,fisiche forme che prendono forma ,aspetto di baci et carezze. Svanisce ogni tristezza , ogni onore ,retto dall’amore verso il prossimo ,verso quel verso che immane pesa sulla coscienza di adulti , intellettuali , dirigenti , prelati fatti d’inganni di carne di anima che evapora per l’aria giunge come un dolce profumo al naso delle stanche vergini.
Solingo seggo in questo vecchio cuore ,abbandonato ,pendulo lungo i grandi tisici viali fioriti lassù in collina. Andando incontro alla morte il viaggio si colora di varie luce, folle l’andare in auto solcando il traffico cittadino percorrendo entusiasta i lunghi rami rosei ,celesti ,blu, rosso ,giallo , un gallo ubriaco di gioia canta in cima all’ albero della vita.
Correre senza fermarsi , verso il sole del mattino fino al tramonto in cerca d’una ideale bellezza d’un bene senza peccato e senza francobollo.Nulla è il bene rinato se non un canto antico eco di un mondo perduto , rinchiuso dietro un cancello che apre lentamente le braccia al mago di maggio. Signore venuto oltralpe con tutta la baldanza seguito dalla sua eletta figliolanza infingardo musico malandrino , leggendaria storia d’una sirena sedotta in mezzo al mare . Caduti sono dallo stendardo una falce ed un martello, un corno ed un cappello , ucciso un filosofo senza favella . Maggio risveglia la favola bella che un giorno m’ illuse che ancor oggi m’illude , perseguendo ombre ,fallaci versi ,sogni , speranze in mezzo agli altri mi sento vivo ,ardo d’amore ,passioni anastomizzo ,ideali immemorabili immagino , illuminato sono dalla fiaccola sotto il moggio , omaggio all’ immaginifico per il suo lungo immemorabile viaggio, tra fiabe e ditirambi ,egloghe e poesiole. Maggio risveglia segrete antiche memorie , parole ora dolce, ora amare parole che sono sempre.. parole d’ammore.
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