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Capo di buona speranza

di Federico Zucchi
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Pubblicato il 21/06/2015 17:33:24

Capo di buona speranza

Abbiamo percorso gli oceani
fino a naufragare sulla luna,
abbiamo estinto i popoli segreti
per farli entrare nei libri di storia,
abbiamo distrutto le foreste dei gorilla
e amputato il rinoceronte del proprio vessillo.
Abbiamo percorso su zattere infime
l’immenso safari della conoscenza,
abbiamo tolto ai microbi il privilegio
di nascondersi nell’invisibile,
abbiamo esaminato l’interno del corpo
fino a sondare il codice della creazione.
Abbiamo riempito le strade di telecamere
e aumentato la realtà fino alla libertà vigilata
convinti che l’anima fosse in fondo traducibile,
come il tracciato di Colombo, come le impronte
dei molluschi imprigionate nella pietra.
All’anagrafe del visto
non compare più l’ignoto,
ogni abisso è stato
almeno lambito.

Zaino in spalla siamo giunti
fino all’alba del pensiero,
setacciando la corteccia dei sogni
distinguendo il padre, amando la madre
invocando il dio dello scacco,
dipingendo sul muro radente
una personale cosciente visione.
Abbiamo sperimentato l’ipnosi, l’astinenza,
la mistica indiana, sufi e tibetana,
abbiamo portato Platone
ad abbracciare il Cristo
sotto l’albero del bene e del male.
Abbiamo bussato al cielo
fino a spellarci le nocche,
abbiamo composto nel silenzio attutito
l’arco primario della preghiera.
Abbiamo portato il conosci te stesso
di casa in casa, di cuore in cuore,
fino alla brughiera della mezzanotte
fino alle sinapsi dell’ippocampo.
Ci siamo seduti a disegnare insonni
mappe accurate del nostro passaggio,
salvo poi non sapere
come dare
al dolore che preme
il peso cavo
delle ossa degli uccelli.
Continuiamo ad affiancare
al nostro canto vitale
fede e intelletto,
il divino incarnato
e la simmetria delle particelle,
la sapienza del Buddha completo
e la vibrazione spettrale delle stringhe.
Continuiamo a sfiorare il mistero
nuotando come al principio,
senza riuscire a spiegare
l’incanto primario del cosmo.
Continue anomalie
attentano i nostri ragguagli,
sorridono come canaglie
che bigiano scuola.
Non basterà un’altra equazione
a rischiarare l’essenza
della materia oscura.
L’anima si dispone immensa
e lungo il bordo del varco
il sacro è questo
desto sciamare
di luce sommersa.
Nessuno conosce più
di quanto rischiara.

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