:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Poesia
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 725 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Sun Apr 14 00:23:20 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Improvvisata Ode Di Una Sera D’estate

di Domenico De Ferraro
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le poesie dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 11/07/2015 21:35:52

          IMPROVVISATA  ODE  DI UNA SERA D’ ESTATE

 

Spari  s’odono di  fuochi d’artificio a sera  sui  brulli colli

disegnano nel cielo  forme   infuocate. Un aura brilla intorno  al viso della luna ammaliante ed immortale. Incantesimi  notturni  , versi  redivivi   tratti da celebri libri affiorano alla  mente confusa , oppresso  dal caldo soffocante  intriso di filosofismi , inseguito  da mostri metropolitani  per strade insanguinate.

 

Appriesso  a  un  suonno  m’appare senza conoscere la fine di un era , la voglia di capire  che cheta , smargiassa,  senza una fine certa cammina assieme alla  morte , che passo , passo  t’insegue, senza ammiccare,  allecanne  un gelato  al pistacchio , una vita serena ,sulagna  dentro  un cuore   che  triste a volte  diventa  nella sera. Passo , pensanne a tanti cose , quand’ero guaglione , quand’ero sfortunato  , non me faccio tanti problemi , mi  fermo fore a un bar mi piglio   un caffè , assestate,  vola con il pensiero lontano , forse in un altro mondo , forse dentro un domani  . Appuiato sotto allo  muro , quante parole dietro di me  , quanta pensieri  rassignate , tutti insieme  appresso a questo carro  e muorto. Una sola faccia , una sola vita , uguale  ad ieri ,uguale ad oggi ,verso  un  giorno felice , fatte di vase  e carezze , sotto questo sole che spacca le pietre sotto questa veste , aspettannne  questa ammore.

Rincorrendo la magia dei tempi  andati,  un motivo d’una vecchia canzone  cantata lungo i vicoli uterini ove mai  giunge  il sole  ad illuminare   le disgrazie dei suoi poveri abitanti. Sconvolto , scivolando nell’ore che giunge presto alla morte  in uno sparo udito  per strade sporche di sangue  , divorate  da orde dì immigrati affamati di sesso , di droga ,di  facili guadagni  .   Fermo in bilico  sulla sponda d’un ricordo  oltre l’immaginario  , politici  istrioni ,  ministri sinistri ,  ricercatori  di favelle , novelle  scritte per far sorridere grandi  e piccini  , mare che  unisce  la terra ed il  cielo ,lambendo  le coste dei pensieri   oscuri .

Non c’è sta pace , muzzecanne  queste parole , pesanne questa sofferenza , miezzo  fatto tra la gente , miezzo  questa folla che te votta , te gira,  ti chiamme , ti voglio per un ora poi basta  come lo vento  che passa , comme un onda felice  che ritorna  a riva per  essere niente. Ritornare  ad essere  ciò che ero , quello che ho sempre perseguito ,  un stana  follia  ,  un  povero maccarone .

Pienza   questa ammore ti ha pigliato in giro , pienza  che ogni cosa questa ammore se rubato . Mi guardi , mi rincorri per strade assolate  senza pronunciare il mio  nome  , senza te, son perduto son sulo come  un  fasulo dentro un sacco.  Gatto , topo , leone pigliatavilli  questo  core , pigliatevela  questa vita , fatte a pezzi , pigliatevelo questa ammore africano.

 

Scrivere poesie inutili  , versi  fioriti   nel silenzio in   magici meriggi nell’animo  latino . L’ode  lunga  di una sera  d’ estate , rincorrendo le falene  elettriche  lungo le afriche  coste , memore di glorie passate. Senza  ritrovare più il senso etimologico  del comprendere  il senso delle cose ,  osservare sepolto sotto un salice piangente , ombreggiante la  sagoma  della  disperata  inchinata sulla tomba del suo amato.

Cielo raggiante  annunzia l’ apparire degli elleni eroi

l’udire   ruggire il coraggio del leone ,le costellazioni in armi,

il sogno del divin fanciullo  risuonante in  un  novo canto d’ amore.

 

 Scrivere, scrivere,  ridere della morte che donna ti seduce , ti piglia per  lo  collo , ti rifresca , ti sazia , ti dice ti voglio bene  e tu non pienze a me.  Mille anni , mille parole , mille poesie , piccerelle , paonazzelle, pazzarelle , poverelle, pigliatela  questo  vasillo,  pigliatelo  sta pazzia.

 

 Ire in compagnia di personaggi fiabeschi  nel fitto bosco cittadino  fatto di cemento e ferro.

Sotto gli orribili occhi d’un orco digrignante i denti.

Volare oltre questa dimensione , inseguendo  fate ed elfi.

Ogni cosa tace , non svela alcun  arcano mistero

chiuso in seno  ad  un   sofferto   canto.

Pianto  antico , fatto  durante  un sofferto   viaggio

intrapreso con l’intera compagnia degli infermi

mano nella mano  andare senza chiedere nulla

satiri  e giullari ,  strani  incubi picareschi

vortici di parole  stregonesche , chiose di verbi arabeschi.

 

 Siscando , melodie , generando ,rinnegando , sotto questo canto  avveluto  , bastonato, fatto della stessa sostanza del padre, ruciulianne  ,scennene felice lunga le scale siscanne , cantando arie neomelodiche , siscanne ,cianciando ,voglia di capire ,voglia di vivere , di correre ,di cambiare .

 

 Nella comune  ragione  , raggirare la sorte

la  fiabesca   favella  echeggiante  nell’aria infetta.

Finti diritambi ed altre ecloghe dal significato  perverso

prolisse   prose  emergono  dal  fondo della  storia.

Ritornare in seno ai secoli passati  ,  arrampicarsi

su i monti  con l’armi in mano , gridare  dalla sommità  la libertà conquistata , mostrare il male  esistente.

Arrampicarsi sulle cupole  delle chiese , sui tetti dei palazzi

,sui templi  d’orati  ,riemergere dalla follia  d’un epoca.

Passando  verso una nuova estate , attraverso

l’antro dell’ averno  , sotto lo sguardo di medusa.

Ascoltare l’onde cullarsi  infrangersi sugli scogli

mentre un palombaro scende cantando l’Aida  in fondo al mare.

 

 Pazzia ,pazzia,  piezzo e core scordato coppe ad una panchina

Affacciato a guardare l’immenso panorama, la morte che diventa peccerella si fa bellella  se mette lo trucco , ti dice mi vuoi bene ?

Te stregna la mano chiano ,chiano ,ti ritorna a mente tutta una vita tutta una storia che se trasformato e divenuta morte,  poi vita poi sorriso , gioia , dolore. Che bella giornata ,quanta gente per la via ed io cammino assieme a loro,  mi perdo tra mille facce,  tra mille ricordi , pensieri , sentimenti diventano  un  solo senso , poesia , un gelato al limone.  Assetatevi non abbiate paura non ve magnammo, appicciate  questo ventilatore , appicciate queste  stelle in questa  sera affatata  fore lo chalet .

 

Magica  gloria  chiamata  giovinezza   ,perfetta  armonia , un fiorire

di speranze  nel buio. Soffrire ,  crescere   e altre parvenze dello spirito poetico. Seguire  nei ricordi , gesti della madre il suo ricamare rime e altre storie   sul telo ove è impresso il  viso  del suo figliolo  defunto .  Rammendare, meditando le mendiche spoglie di lui  vagabondo per l’ade. I  fatui fuochi sui i colli  nel cielo notturno salutano

il declinare della sera  ,  si   placa  il  dolore e nel muto intendere

 madre d’eterne estate  ogni cosa diventa lecito ,  improvvisate rime   accompagnate   da  una mesta musica   in riva  al mare di nostra   etade .

 

 

GIANDOMENICO FERRARO 


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Domenico De Ferraro, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Domenico De Ferraro, nella sezione Poesia, ha pubblicato anche:

:: Canto Del Gallo (Pubblicato il 20/02/2024 19:39:34 - visite: 105) »

:: Gennaio Blues (Pubblicato il 21/01/2024 17:18:58 - visite: 71) »

:: La Pioggia (Pubblicato il 06/01/2024 14:42:52 - visite: 70) »

:: Abbracciati Ad Una Croce (Pubblicato il 22/10/2023 17:38:52 - visite: 117) »

:: LAa Danza Delle Lucciole (Pubblicato il 28/06/2023 21:40:37 - visite: 162) »

:: IL Mio Cuore E’ Una Farfalla (Pubblicato il 29/04/2023 20:41:46 - visite: 277) »

:: Canzone Dantesca (Pubblicato il 25/03/2023 19:09:21 - visite: 267) »

:: Passerò Un Altro Natale (Pubblicato il 17/12/2022 17:16:08 - visite: 130) »

:: Segrete Sere D’estate (Pubblicato il 05/08/2021 19:26:12 - visite: 423) »

:: Canzone Disperata (Pubblicato il 29/07/2021 19:06:10 - visite: 295) »